IL GRATING REALE
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IL GRATING REALE
29 IL GRATING REALE Il grating reale è uno strumento che può essere a riflessione o a trasmissione. Il caso a riflessione è quello più diffuso. Invece di considerare il numero totale di tratti, si considera la densità lineare di tratti ρ= 1 d (in unità di n. tratti/mm) In questo modo le equazioni fondamentali del reticolo diventano: 30 sin isin θ = ρ m λ Δλ cos θ = Δθ ρ m Δλ cos θ = Δx ρ m f cam R*≡ λ =ρ m W Δλ dove R* è il potere risolutivo teorico per una slit infinitamente sottile. In realtà il potere risolutivo effettivo dipende non solo dalle caratteristiche del grating, ma anche da altri fattori, tra cui la larghezza della slit. Sia s la larghezza lineare della slit e s' la larghezza lineare della sua immagine sul rivelatore. Usiamo l’invarianza dei sistemi ottici: n A=cost dove è l’angolo solido della radiazione che incide sull’area A in un mezzo che ha indice di rifrazione n. Nell’aria n=1 e per il caso bidimensionale possiamo scrivere: s ϕ=s ' ϕ' D coll ' s =s f coll D coll ' s =s f coll F s' = s cam F coll Dcam f cam f cam D cam ossia l’immagine della slit è determinata dal rapporto di apertura camera/collimatore. A questo punto la risoluzione spettrale vale: Δλ= Δλ ' cos θ s= Δx ρm f s cam F cam Dcoll s cos θ = F coll ρ m Dcam f coll Ma la dimensione W del grating può essere espressa come: W= per cui si ha: Dcam cos θ 31 Δλ= R= D coll ρmW f s= coll 1 s ρ m W F coll F λ F λ λ = ρ m W coll =R * coll Δλ s s Si nota che R è indipendente dalle caratteristiche della camera. Poiché l’apertura della slit è usualmente espressa in termini di unità angolari, anziché lineari, possiamo porre: s=α f tel f tel f = F tel = coll = F coll D tel D coll R= R * F coll λ F coll λ λ = R* = R* s α F coll D tel α Dtel Da cui segue che: R≤ R * λ≤α D tel ≡λ * Per l ≥ l* siamo nel caso diffraction limited, cioè nel caso teorico in cui R risulta indipendente dall’apertura della slit. Inoltre si vede che R è inversamente proporzionale a Dtel, quindi per mantenere R costante al variare di Dtel, è necessario variare la dimensione W del reticolo. Esempio: m=1 = 1200 /mm = 0.5″ Dtel = 8 m Dcoll = 100 mm l = 5000 Å Se i = 20° → = 15° (dall’equazione del reticolo) W = Dcoll / cos ~ 104 mm Da cui : R* = 124800 R = 3120 l* = 19 32 La quantità s′ / s si chiama INGRANDIMENTO dello spettrografo nella direzione della dispersione. In generale nella direzione della slit l’ingrandimento sarà diverso. Per questa ragione si genera il cosiddetto ingrandimento anamorfico. D cam=W cos θ D coll= W cos i A= D cam cos θ = D coll cos i ' D s f M λ = = cam coll s f coll Dcam M x= f cam f coll M x Dcam = =A M λ Dcoll Esistono due configurazioni possibili: 1) normale al grating → camera <i A>1 2) normale al grating → collimatore >i A<1 33 In questo esempio: = 600 /mm i = 45° Dall’equazione del reticolo si ha: m=0 ⇒ sin θ=−sin i ⇒ θ=−45o 600 m=1 ⇒ sin θ = 7 ×1× λ−sin 45o 10 λ=4000 A ⇒ θ ≃−28o λ=7000 A ⇒ θ ≃−17o Se allo stesso range angolare vogliamo far corrispondere l’intervallo 5000-8000 Å, dobbiamo portare l’inclinazione del grating a circa 50°. La dispersione angolare vale: Δλ cos −28° π = × ≃257 A/° −7 Δθ 600×10 ×1 180 ° Δλ cos −17 ° π λ=7000 A ⇒ = × ≃278 A/° Δθ 600×10−7 ×1 180 ° λ=4000 A ⇒ 34 La dispersione lineare dipenderà dalla lunghezza focale della camera. Se ipotizziamo che fcam= 15 cm, a 5000 Å e per una CCD con pixel-size = 24 si ottiene: 2 1− 600×10−7 ×1×5000−sin 45° Δλ 1 = × ×0 .024≃2 . 4 A/px −7 Δx 150 600×10 ×1 Se R = 1000, la risoluzione a 5000 Å vale 5 Å, ossia circa 2 px. 2 px è noto come limite di Nyquist. La focale della camera dovrà essere tale che la risoluzione spettrale copra al minimo due o tre elementi di risoluzione del rivelatore. Che relazione c’è fra la dispersione e la risoluzione? D R= m cam cos D tel cos = m R= ⇒ Dcam Dtel = Dtel Dcam In caso di alta dispersione si può avere alta risoluzione, ma anche bassa risoluzione. In caso di bassa dispersione non si avrà mai alta risoluzione. 35 Abbiamo visto che il massimo di intensità si ha a = 0, cioè a m = 0, dove però la dispersione cromatica è nulla. Andando a ordini più alti si guadagna risoluzione spettrale ma la quantità di luce trasmessa diminuisce. Quindi è conveniente spostare il massimo di blaze ad ordini più alti, almeno all’ordine m = 1. Questo si può ottenere lavorando i tratti del grating in modo che formino un angolo d con il piano del grating. Questo angolo è noto come angolo di blaze. Lo spazio fra ogni tratto sarà b=d cos δ Per grating usati a ordini bassi, d in genere è piccolo (< 20o), ma per grating in configurazione echelle può raggiungere anche valori di 60°-70°. L’intensità del reticolo è data dall’espressione: I = A 20 2 sin 2 β sin N γ β 2 sin 2 γ dove il termine sin2 / 2 è chiamato anche funzione di blaze, e modula l’intensità della figura di interferenza ad una data lunghezza d’onda, e dove 2 è la differenza di fase fra i centri di due tratti adiacenti, mentre è la differenza di fase fra centro e bordo di ogni tratto. 36 Possiamo derivare la distribuzione della luce prodotta da un grating blazed. sin 2 I= 2 = b sin sin ' Si deve porre =i− ' =− Da cui: π β= b [ sin i−δ sin θ −δ ] λ Ma, dall’equazione del reticolo sappiamo che: ρ m λ=sin isin θ ⇔ 1 ρm = λ sin isin θ Sostituendo: β=π bρ m Utilizzando la relazione: sin x + sin y = 2 sin x+y x−y cos 2 2 sin i−δ sin θ −δ sin i sin θ 37 si ottiene: iθ −2δ i−θ cos 2 2 β=π b ρ m = iθ i−θ 2 sin cos 2 2 iθ sin −δ 2 =π b ρ m = iθ sin 2 iθ iθ sin cos δ−sin δ cos 2 2 =π b ρ m = iθ sin 2 sin δ =π b ρ m cos δ− iθ tan 2 2 sin Plottiamo questa nuova funzione di . Si ha un massimo per = 0: cos δ− sin δ tan iθ 2 =0 ⇒ tan iθ =tan δ ⇒ iθ=2δ 2 e i primi due minimi per = ± p sin δ =±π iθ tan 2 sin δ 1 cos δ− =± ρm b iθ tan 2 iθ sin δ tan = 2 1 cos δ± ρm b π bρ m cos δ− 38 La condizione per il massimo di blaze si ha quando: β=0 ⇒ η=− ' ⇒ iθ b=2δ Da cui segue che: sin isin θ b = ρ m λb iθ b i−θ b 2sin cos = ρ m λb 2 2 Ψ ρ m λ b =2 sin δ cos 2 dove è l’angolo camera-collimatore fissato dallo spettrografo e lB è la lunghezza d’onda di blaze del grating. Quando = 0 lo spettrografo è in configurazione Littrow. m ρ λ LB=2 sin δ ⇒ λ B = λ LB cos R L= 2 D coll tan δ α D tel Ψ 2 39 Qual è la migliore configurazione con un reticolo blazed? 1) normale al grating → camera m=1 risoluzione spettrale più alta range l più ampio 2) normale al grating → collimatore m = -1 risoluzione spettrale più bassa range l più piccolo (Il secondo caso, con m = -1, si ottiene invertendo il senso del reticolo) Il secondo caso provoca perdita di luce, specialmente per angoli di diffrazione larghi. Questo fenomeno è noto come shadowing. Lo shadowing è maggiore per quelle orientazioni del grating per cui i < . La frazione di luce persa è data da: f =tan δ sin θ−δ e discende dall’equazione del grating. 40 Imperfezioni nei grating producono righe spettrali spurie. Una classe di queste righe sono i cosiddetti ghost, prodotti da errori periodici nel posizionamento dei tratti. Se la spaziatura di questi errori è D (>> d) la separazione angolare fra l’n-esimo ghost e la sua riga progenitrice si otterrà differenziando l’equazione del grating: Δϕ g =n λg D Δϕ g = Δ sin isin θ g = cos θ g Δθ g ⇒ Δθ g = n λg D cos θ g e dalla definizione di dispersione angolare si ha: Δλ d cos θ Δλ nd = Δλ g = Δθ g ⇒ Δλ g =λ g Δθ m Δθ mD Esempio: d = 1/600 mm m=1 l = 6000 Å D = 1 mm → l = ±10 Å, ±20 Å, ... Da notare: i ghost hanno lo stesso colore della riga progenitrice perché sono differenti ordini della stessa l.