“Le determinanti del Neet status”.
Transcript
“Le determinanti del Neet status”.
I TARGET DELLE POLITICHE DEL LAVORO / N.1 Staff Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro - SSRMdL [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] Le idee espresse nella presente ricerca non sono riconducibili in alcun modo all’ente di appartenenza degli autori ISSN: Italia Lavoro S.p.A., 2013 2 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] Sommario Sommario Abstract ................................................................................................................................. 5 1. “NEET is a residual statistical category” ............................................................................ 7 2. NEET vs EET: le ragioni di una differenza ........................................................................11 3. Gli incerti confini del “NEET status” ..................................................................................15 4. Le determinanti del “NEET status” ....................................................................................25 4.1 Le categorie di NEET ..................................................................................................27 Bibliografia ...........................................................................................................................31 3 4 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] Abstract Abstract Le determinanti del NEET status Simona Calabrese, Marco Manieri, Leopoldo Mondauto, ∗ Abstract: Preso atto della profonda asimmetria esistente tra la definizione statistica di NEET (Not in Employment, Education and Training) e la multidimensionalità del fenomeno sociale che si cela dietro tale acronimo, attraverso una ricognizione delle differenze che intercorrono non solo tra NEET ed EET (in Employment, Education and Training), ma anche tra gli stessi individui appartenenti alla popolazione dei giovani che non studiano e non lavorano – prestando altresì particolare attenzione alle ragioni che sono sottese alla suddetta condizione - si intende individuare quali tra le variabili a disposizione risultino maggiormente esplicative del “NEET status”. Key words: NEET (Not in Employment, Education and Training), giovani, mercato del lavoro. ∗ Staff di Statistica Studi e Ricerche sul Mercato del Lavoro di Italia Lavoro S.p.A. 5 6 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] 1. “NEET is a residual statistical category” 1. “NEET is a residual statistical category” La profonda asimmetria esistente tra la definizione statistica di NEET (Not in Employment, Education and Training) e la multidimensionalità del fenomeno sociale che si cela dietro tale acronimo, è un tema corrente nella letteratura internazionale in particolare di area britannica (Nudzor 2010). Infatti, «NEET is a residual statistical category» (Gracey & Kelly 2010, p.2) in ragione del fatto che essa nasce a livello internazionale all’interno di indagini di natura prettamente “lavoristica” quali le Labour Force Surveys e pur essendo indubbia la sua utilità, tuttavia approssima ma non esaurisce la complessità e nondimeno spinge a letture unidimensionali che attenuano le differenze e le tensioni interne alla medesima popolazione giovanile di cui cerca di essere una fedele descrizione. Il rischio più grave è trarre letture sociologicamente o, peggio ancora, giornalisticamente stereotipate proiettando sul campo di osservazione modelli interpretativi effimeri sotto il profilo esplicativo. La comprensione del fenomeno - che appare sostanzialmente statico in virtù dei vincoli dati dalla intelaiatura statistica della definizione e nondimeno si presenta fortemente mutevole appena sotto la superficie del mero dato di analisi (Eurofound 2012) – rischia pertanto di essere compromessa da una errata prospettiva di osservazione. Ciò dovrebbe essere, a dire il vero, già chiaro anche solo concentrando per un istante l’attenzione sulle componenti prettamente anagrafiche che determinano la platea dei NEET, una platea composta da individui con età compresa tra i 15 e i 29 anni: si è dunque in presenza di una popolazione al suo interno de facto fortemente segmentata (Spielhofer et alia 2009). Un adolescente presenta storie esistenziali e formative ed è esposto a criticità nettamente diverse da quelle, ad esempio, di un 25-29enne. Il fenomeno drop out - in altre parole il mancato assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione - non è assimilabile, anche sotto il profilo meramente descrittivo, alla condizione di chi ha conseguito un diploma o una laurea e si scontra con le problematicità dei processi di transizione verso il mondo del lavoro. Rientrano nella definizione di NEET individui potenzialmente non attrezzati sotto il profilo delle skills professionali (bassa qualificazione o qualificazione assente) e individui formalmente medium - high skills; individui con background sociali potenzialmente costituiti da fattori di emarginazione (criminalità, disagio, contesti familiari a rischio etc.), si trovano accanto ad individui appartenenti a dimensioni sociali segnate da una “normalità” di fondo. Preso atto del fatto che pochi studi suggeriscono il modo migliore per “decostruire” o comprendere la popolazione dei NEET (Spielhofer et alia, cit.), si pone un ineludibile quesito: è più opportuno optare per un’analisi che tenda a fare luce su ciò che accumuna i NEET, oppure andare al di là dell’universo semantico dell’acronimo e battere una via interpretativa che faccia perno sulle “differenze” così da scardinare le letture stereotipate e tesaurizzare le naturali segmentazioni che il fenomeno NEET rivela naturalmente? In altre parole, è più proficuo definire un iter analitico che si collochi nel solco dei paradigmi sociologici costruiti attorno ai cliché generazionali 7 8 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] oppure produrre uno sforzo ermeneutico volto a sfruttare le tensioni empiriche interne ad una definizione statistica la cui capacità di sintesi, ad un’analisi obiettiva, non può che apparire fuorviante? Tenendo comunque fermo il principio metodologico di tendere costantemente ad un'oggettività dell'interpretazione suffragata dai dati, sembra essere più promettente imboccare il percorso volto a scommettere sulle capacità esplicative delle “differenze” a rischio di assumere un approccio revisionista al fenomeno, anche se così facendo si dovesse “rompere” la gabbia della definizione standard. Un rischio, come si vedrà, le cui condizioni di possibilità sono purtuttavia dettate dalla natura stessa della popolazione dei NEET. Considerare l’insieme degli individui sotto i 30 anni solo in virtù di ciò che li accomuna – ovvero il fatto di essere privi di un’occupazione e non più all’interno dei sistemi di formazione–istruzione - induce a credere che le criticità osservate siano suscettibili delle medesime risposte. Il rischio maggiore, sotto il profilo dell’elaborazione delle policies, è che la mancanza di precisione nello scomporre la popolazione dei NEET possa generare azioni asimmetriche e dunque fallaci (Yates & Payne 2006). L’eterogeneità dei giovani NEET è dovuta non solo al mero aspetto anagrafico ma altresì alla compresenza di fattori alternativi: la condizione Not in Employment, Education and Training non è detto che sia il portato di una condizione di svantaggio (criticità del sistema socio-culturale e famigliare di riferimento), giacché può essere anche l’esito di una libera scelta (frutto di pressanti aspettative familiari o culturali, veri e propri “sistemi di credenze” giovanili, stili di vita che si pongono al di fuori e contemporaneamente contro il mainstream socio-culturale di riferimento ovvero conseguenza di un semplice “sistema di convenienze” declinato secondo molteplici modalità) (Genda, cit.; Yates et alia 2010). Esiste una tensione latente tra dimensione attiva e passiva del NEET, quale condizione in alcuni casi consapevolmente agita e in altri coercitivamente determinata dal contesto di riferimento: è possibile parlare di una vera e propria polarizzazione che deve indurre a ripensare i tradizionali paradigmi interpretativi. Buona parte degli studi internazionali, in particolare di area britannica - area in cui nasce la definizione di NEET - presentano caratteristiche simili (Spielhofer et alia, cit., p. 39): sono più comunemente di natura qualitativa – sono dunque sì utili per esplorare le ragioni alla base della condizione di NEET, ma meno affidabili sotto il profilo della ricostruzione quantitativa e della scomposizione per caratteristiche dominanti; fanno riferimento a case-study focus con tutti i limiti di rappresentatività che ciò comporta e dunque di validità generale delle conclusioni nonché della loro estendibilità a tutta la popolazione dei NEET tout court; 1. “NEET is a residual statistical category” prendono in esame prevalentemente i giovani in obbligo scolastico ovvero in diritto–dovere di istruzione e formazione, circoscrivendo così le analisi ad una platea sostanzialmente di under 18 (Nudzor, cit., p.16). Sono le complessità e le difficoltà incontrate nel definire univocamente il “NEET status” al fine di programmare politiche efficaci di contenimento e prevenzione del fenomeno, che sembrano dunque determinare il percorso di molte delle ricerche sul tema. Ciò ha delle ricadute evidenti anche sotto il profilo delle “dimensioni” analizzate. Infatti, in molti casi la parte più importante delle informazioni utilizzate riguardano i sistemi e le carriere scolastiche, i fenomeni di abbandono, devianza, criminalità giovanile etc., per lo più raccolte mediante la somministrazione di questionari a circoscritte e rappresentative platee di giovani (Yates & Payne, cit.). A questo si aggiunga anche la particolare enfasi sugli aspetti più di natura economica e di benessere/deprivazione materiale che definiscono l’universo di riferimento del NEET (Genda, cit.). Naturalmente scegliere una particolare partizione come quella comprendente gli individui con età compresa tra i 16 e i 18 anni potrebbe facilitare il compito di analisi diagnostica e prognostica del fenomeno in questione e tuttavia ciò non sarebbe funzionale al lavoro di ricostruzione e chiarificazione della multiforme realtà che è sinteticamente indicata con la definizione statistica di NEET. Sembra, infatti, più utile non precludere allo sviluppo dell’analisi strade e possibilità di approfondimento, nel tentativo di rendere progressiva la comprensione e garantendo altresì uno sviluppo empirico tale da incorporare nella ricerca quell’insieme di fatti non noti o meglio impliciti al momento dell'elaborazione dei paradigmi interpretativi. Ciò è però possibile solo prendendo in esame l’intero universo dei NEET. Quanto sin qui detto, in riferimento alle su citate ricerche di area anglosassone, marca inevitabilmente la differenza rispetto all’analisi presentata in queste pagine, che fa perno su una fonte di natura quantitativa ricchissima ed esauriente relativa però ai labour market factors e volta ad analizzare tutta la platea degli under 30 a livello nazionale senza concentrarsi su particolari sub popolazioni. La Rilevazione Continua sulle Forze Lavoro (RCFL) di Istat è, infatti, l’unica fonte ufficiale e statisticamente certa per quantificare l’universo dei giovani Not in Employment, Education and Training. Tuttavia essa esplica il suo potenziale informativo solo all’interno di un quadro prettamente lavoristico essendo il frutto di una consolidata indagine sulle forze lavoro appunto; sono pertanto assenti o quantomeno contenute le informazioni legate alla dimensione socio-famigliare, oggetto di altre indagini realizzate dall’Istituto Nazionale di statistica e informazioni sulle carriere scolastiche e formative. Ad esempio la multidimensionalità dei problemi che costituiscono il sostrato della dispersione scolastica e di cui il più delle volte il fenomeno NEET in questione è solo 9 10 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] l’esplicita evidenza sociale, non è ricostruibile, attraverso la RCFL, con quella ricchezza di dettaglio che richiederebbe un’analisi sulla condizione giovanile. Ciononostante sono presenti informazioni che consentono una realistica approssimazione a tali plessi fenomenologici, così come sono presenti possibilità di analisi relative alla poco esplorata dimensione famigliare: su queste e altre tracce è dunque possibile ampliare la prospettiva di analisi anche per rispondere a quesiti inattesi. Ad esempio, è possibile che la condizione di NEET sia in alcuni casi e per alcune particolari categorie di under 30 una fase del percorso di crescita individuale ovvero una fase obbligata della vita? Naturalmente la condizione di NEET dovrebbe essere transitoria e non divenire una costante, non dovrebbe in altre parole cronicizzarsi. In tale ottica, il tempo di permanenza nel “NEET status” acquisisce una centralità che assume funzione discriminante. Nudzor (2010) e Yates et alia (2010), sulla base di altri studi, definiscono il “NEET status” come la permanenza di 6 o più mesi nella condizione di NEET di individui con età compresa tra 16 e 18 anni. Tali ricerche di area britannica hanno prodotto una definizione del “NEET status” prendendo dunque a riferimento una sub-popolazione particolare e utilizzando il criterio “tempo di permanenza”, optando per un chiaro approccio “riduzionista” volto a semplificare il campo di analisi, anche in ragione dell’urgenza rappresentata dai fenomeni di abbandono scolastico e sottoqualificazione dei giovani con età inferiore ai 18 anni. In questa sede si prenderà però in esame l’intera popolazione dei NEET. Il crinale metodologico lungo il quale si è deciso di sviluppare l’analisi è, infatti, costituito dall’osservazione del complesso delle differenze che intercorrono tra i diversi individui - mediante l’utilizzazione puntuale delle ragioni dell’inattività che sono formalmente codificate nell’indagine statistica RFCL nonché la valorizzazione delle variabili famigliari - al fine di circoscrivere i principali elementi di diversificazione. Nondimeno utile appare affiancare a tale analisi volta a tesaurizzare le differenze endogene, anche un approfondimento delle differenze esogene, in altre parole di ciò che distingue, al di là della mera componente definitoria, un giovane NEET (Not in Employment, Education and Training) da un giovane EET (in Employment, Education and Training) (Nudzor, cit.; Yates & Payne, cit.). L’obiettivo è individuare un set di caratteristiche aventi un elevato livello di significatività nel determinare o meno il “NEET status”. Ciò sarà propedeutico alla costruzione del secondo step di analisi descrittiva dedicata alla tipologizzazione dei diversi gruppi che costituiscono l’universo dei NEET per attestare il livello conoscitivo del fenomeno su un versante empirico più omogeneo e dunque capace di sfruttare a pieno l’insieme delle polarizzazioni che si celano dietro tale acronimo. 2. NEET vs EET: le ragioni di una differenza 11 2. NEET vs EET: le ragioni di una differenza Attestandoci, dunque, in questa sede su un piano meramente descrittivo, è forse utile osservare il peso che ciascuna modalità assume contemporaneamente sia nel complesso della popolazione Not in Employment, Education and Training che in quella in Employment, Education and Training (EET) (tabella 1). Le principali evidenze che emergono da un elementare confronto tra le due popolazioni di individui considerate, sono sinteticamente le seguenti: sotto il profilo anagrafico i NEET sono mediamente più “anziani” dei giovani EET: in quest’ultimo caso, infatti, la quota di under 19 è più del doppio rispetto a quella dei giovani che non studiano e non lavorano (35,5% a fronte del 15,3% del totale); con riferimento al livello di istruzione non emergono rilevanti differenze se non che l’incidenza dei soggetti con titolo di studio basso (nessun titolo e licenza elementare) tra i NEET è maggiore che tra gli individui che lavorano o studiano (4,1% vs. 1,3%); si ravvisano, invece, significative diversità se si considera il livello di istruzione più alto presente nella famiglia di appartenenza: nel caso dei giovani che non studiano e non lavorano, emerge una notevole concentrazione in nuclei in cui al più è presente la licenza media (complessivamente il 28,8% del totale degli individui), mentre il 78,5% degli EET appartiene a famiglie in cui il titolo di studio di grado più alto è o il diploma quinquennale o la laurea; Tabella 1 - NEET / EET per le principali caratteristiche (valori assoluti e composizione percentuale). Anno 2012 NEET Maschi Femmine EET Totale Maschi Femmine Totale Classe d'età 15-19 18,4 12,7 15,3 34,6 36,5 35,5 20-24 44,3 38,5 41,2 30,4 31,4 30,8 37,2 48,9 43,5 35,1 32,1 33,7 25-29 Totale (=100%) 1.043.472 1.207.029 2.250.502 3.760.598 3.428.055 7.188.653 Stato civile 96,1 69,6 81,9 94,8 92,5 93,7 Coniugato/a 3,5 29,1 17,2 4,7 6,8 5,7 Divorziato/a 0,0 0,3 0,2 0,0 0,1 0,1 Separato/a di fatto 0,2 0,5 0,3 0,2 0,3 0,3 Separato/a legalmente 0,1 0,5 0,3 0,2 0,2 0,2 Vedovo/a 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 Celibe/ nubile Totale (=100%) segue 1.043.472 1.207.029 2.250.502 3.760.598 3.428.055 7.188.653 12 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] segue NEET Maschi Femmine EET Totale Maschi Femmine Totale Titolo di studio conseguito dall'individuo Nessun titolo 1,5 1,4 0,4 0,2 0,3 2,8 2,7 2,8 1,2 0,6 0,9 42,0 37,4 39,6 44,5 38,8 41,8 1,2 Licenza elementare Licenza media / Dip. di istruzione secondaria di I grado Diploma di qualifica professionale di 2-3 anni 8,3 7,4 7,8 5,7 3,3 4,6 Diploma di maturità / Diploma di e di 4-5 anni 39,4 39,5 39,5 39,8 43,2 41,4 6,2 11,5 9,0 8,2 13,8 10,9 1.043.472 1.207.029 2.250.502 3.760.598 3.428.055 7.188.653 0 occupati 31,5 25,1 28,0 6,5 7,8 7,1 1 occupato 42,6 53,5 48,4 35,3 35,2 35,3 2 occupati 21,4 17,4 19,2 39,1 42,6 40,8 Laurea (compresi: Dip. Univ.; Dip. Belle arti etc.) Totale (=100%) N. occupati presenti nella famiglia di appartenenza 3 occupati e più 4,6 4,1 4,3 19,1 14,3 16,8 Totale (=100%) 1.043.472 1.207.029 2.250.502 3.760.598 3.428.055 7.188.653 Titolo di studio più alto nella famiglia di appartenenza Nessun titolo 0,5 0,8 0,6 0,3 0,1 0,2 Licenza elementare 0,8 1,0 0,9 0,3 0,1 0,2 27,6 27,1 27,3 16,2 12,7 14,5 Diploma di qualifica professionale di 2-3 anni 8,8 7,8 8,2 7,6 5,4 6,5 Diploma di maturità / Diploma di e di 4-5 anni 48,3 47,0 47,6 51,1 52,0 51,5 Laurea (compresi: Dip. Univ.; Dip. Belle arti etc.) 14,0 16,4 15,3 24,6 29,6 27,0 1.043.472 1.207.029 2.250.502 3.760.598 3.428.055 7.188.653 Licenza media / Dip. di istruzione secondaria di I grado Totale (=100%) Condizione autopercepita un anno prima (nel 2011) Occupato 12,0 8,6 10,1 38,0 28,5 33,5 Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione 28,3 16,5 22,0 4,4 3,8 4,1 In cerca di prima occupazione 35,1 28,1 31,4 2,7 2,9 2,8 0,8 27,5 15,1 0,1 0,7 0,4 18,3 16,4 17,3 54,1 63,5 58,6 Ritirato/a dal lavoro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Inabile al lavoro 3,4 1,5 2,4 0,1 0,1 0,1 In altra condizione 2,1 1,4 1,7 0,5 0,5 0,5 1.043.472 1.207.029 2.250.502 3.760.598 3.428.055 7.188.653 N. medio di occupati nella fam. di appartenenza 0,26 0,27 0,26 0,50 0,48 0,49 N. medio perc. di retribuz. nella fam. di appartenenza 0,30 0,30 0,30 0,54 0,52 0,53 Probabilità di essere NEET 0,32 0,23 0,27 0,12 0,09 0,11 Casalinga/o Studente Totale (=100%) Indicatori famigliari Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro S.p.A. su microdati RCFL Istat. 2. NEET vs EET: le ragioni di una differenza appare cospicuo il valore percentuale delle donne che non studiano e non lavorano “coniugate” rispetto a quanto sia osservabile nel caso della corrispondente componente EET (29,1% vs. 6,8%). Lo stato civile sembra essere, dunque, fortemente connotante la condizione di NEET, in particolare nel caso delle giovani under 30. Di contro, tra gli in Employment, Education and Training i “celibi” sono la quasi totalità (93,7%); il 28% dei NEET vive in nuclei famigliari dove non è presente alcun occupato a fronte di una quota di giovani che lavorano e studiano nella medesima condizione pari al 7,1%. Da rilevare altresì come il genere, nel caso di coloro che sono al di fuori della vita attiva, determini una distribuzione sensibilmente diversa tra maschi e femmine: infatti, più della metà delle donne NEET vive in famiglie dove è presente un solo occupato a fronte del 35,2% delle donne EET. il numero medio di occupati presenti nel nucleo famigliare, nel caso dei giovani che non studiano e non lavorano, è pari a 0,26, nel caso degli in Employment, Education and Training a 0,49, così come il numero medio di percettori di una retribuzione da lavoro o da pensione per i NEET è di 0,30 e per gli EET di 0,53; indagando la condizione autopercepita un anno prima (dunque nel 2011) quale proxy dei processi di transizione, emergono ulteriori forti differenze tra i due gruppi di individui analizzati. Infatti, la quasi totalità degli EET nel 2012 è ancora occupato (33,5%) o studente (58,6%) e solo il 4,1% è in cerca di nuova occupazione. Nel caso dei Not in Employment, Education and Training, invece, si ravvisa una quota non marginale di soggetti che sono entrati nel “NEET status” provenendo: a) dalla condizione di occupato (10,1% della platea considerata); b) dalla condizione di disoccupato alla ricerca di nuova occupazione (22%); c) dalla condizione di individuo in cerca di prima occupazione (31,4%); d) dalla condizione di studente (17,3%). Da rilevare infine, a conferma della forte polarizzazione di genere che interessa la popolazione dei NEET, come circa un terzo delle donne che nel 2012 dichiarano di non studiare e di non lavorare, nel 2011 era nella condizione di casalinga (27,5%); infine, la probabilità di entrare nel “NEET status”, se nel nucleo famigliare di appartenenza è già presente un NEET, per gli individui Not in Employment, Education and Training è pari a 0,27 (si noti la differenza tra il valore dei maschi, 0,32, e delle femmine, 0,23), mentre per gli EET, di contro, è pari a 0,11. I profili messi tra loro a confronto, sulla base delle evidenze sin qui riportate, sono dunque segnati da evidenti diversità. Ciò che sembra connotare meglio e di conseguenza distinguere le due popolazioni, almeno sotto il profilo meramente descrittivo, sono le caratteristiche del nucleo famigliare di appartenenza e il genere. Il titolo di studio posseduto, infatti, contrariamente a quanto poteva essere previsto prima dell’analisi puntuale dei dati, non sembra assumere una netta funzione discriminante: come è stato osservato, la distribuzione per livello di istruzione dei 13 14 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] NEET e degli EET non è dissimile. Ciò che invece appare con tutta evidenza è la significativa diversità che intercorre tra i background famigliari di riferimento sia per quel che riguarda il titolo di studio più alto presente nella famiglia, sia per quel che riguarda la presenza o meno di componenti occupati. A tali aspetti è poi correlato lo stato civile del NEET. In questo caso si è in presenza di una evidente polarizzazione di genere che segna una chiara diversità sia tra maschi e femmine che ricadono nel “NEET status”, sia tra donne EET e donne Not in Employment, Education and Training. Per quest’ultime si osserva una netta prevalenza di soggetti coniugati/conviventi che, di conseguenza, hanno lasciato la famiglia di origine per costruirne un'altra pur permanendo in una condizione di sostanziale estraneità alla vita attiva. Sono dunque evidenti i fattori di diversificazione che distinguono i giovani che non studiano e non lavorano dai giovani EET. Nondimeno, come più volte è stato ribadito, forti differenze esistono anche all’interno della stessa platea dei NEET. 3. Gli incerti confini del “NEET status” 3. Gli incerti confini del “NEET status” L’eterogeneità interna al concetto di NEET emerge in tutta la sua forza analizzando le ragioni per le quali gli individui si collocano al di fuori del sistema formativo e del mercato del lavoro. I motivi di inattività, codificati nella domanda F10 del questionario di rilevazione dell’indagine sulle Forze Lavoro di Istat1, consentono di ridisegnare i confini della popolazione dei NEET fornendo altresì chiare indicazioni su quelle che sono le possibili linee di segmentazione. Gli elementi di diversificazione appaiono con evidenza dai dati riportati in tabella 2. E’ possibile osservare come le ragioni dell’inattività siano molteplici e tra loro profondamente diverse e non sempre riconducibili a background socio-economici segnati da disagio e criticità strutturali. Solo per fare un esempio, l’articolazione interna dei NEET risente fortemente di una polarizzazione legata al genere: i motivi di inattività riconducibili alla dimensione accuditiva (tra cui la maternità) rappresentano un fattore determinante del “NEET status” per le donne e nondimeno si evince una quota non trascurabile di individui, in particolare uomini, che ha già un impiego che inizierà in futuro, è in attesa di tornare sul posto di lavoro o sta aspettando gli esiti di passate azioni di ricerca. La tensione esistente tra le diverse dimensioni, cui si è fatto cenno nelle pagine precedenti, è dunque evidente. Ricomponendo i motivi di inattività, è infatti possibile individuare alcune categorie, quali (Eurofound, cit.): persone in cerca di occupazione (disoccupati di lunga e breve durata); individui indisponibili alla vita attiva perché impegnati in responsabilità familiari o per problemi afferenti alle condizioni di salute; individui disimpegnati che non cercano lavoro, non partecipano ad attività formative anche informali, non sono toccati da obblighi socio-familiari o da impedimenti di varia natura e per lo più caratterizzati da una visione pessimistica delle condizioni occupazionali (così detti scoraggiati); individui in cerca di opportunità, impegnati in attività formative informali (ovvero che esprimono l’esigenza di formarsi) e che mantengono un elevato livello di attachment al mercato del lavoro (essendo in attesa di rientrarvi) e al sistema di istruzione. 1 Si veda: Istat, Rilevazione sulle Forze Lavoro. Questionario, 2012 15 16 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] Tabella 2 – NEET per motivo di inattività e genere. Anno 2012 Motivo di inattività Valori assoluti Composizione % M F Tot. M F Tot. Altri motivi fam. (esclusa maternità, cura dei figli o di altre persone) 45.880 76.077 121.957 4,4 6,3 5,4 Ha già un lav. che inizierà in futuro (a) /In attesa di tornare sul posto di lav. 36.360 28.798 65.158 3,5 2,4 2,9 Inabile al lavoro / Malattia, problemi di salute personali 52.789 34.709 87.498 5,1 2,9 3,9 385 53.644 54.029 0,0 4,4 2,4 Maternità, nascita di un figlio 10.492 40.171 50.663 1,0 3,3 2,3 Ritiene di non riuscire a trovare lavoro 146.358 160.245 306.603 14,0 13,3 13,6 Sta aspettando gli esiti di passate azioni di ricerca 125.098 93.112 218.209 12,0 7,7 9,7 85.344 98.499 183.843 8,2 8,2 8,2 700 179.094 179.794 0,1 14,8 8,0 Non gli interessa/non ne ha bisogno (anche per motivi di età) Studia o segue corsi di formazione professionale (b) Per prendersi cura dei figli, di bambini e/o di altre persone non autosuff. Altri motivi (c) Persone in cerca e altri inattivi (d) Totale 41.532 44.535 86.067 4,0 3,7 3,8 498.534 398.146 896.680 47,8 33,0 39,8 1.043.472 1.207.029 2.250.502 100,0 100,0 100,0 (a) In “Ha già un lavoro che inizierà in futuro” sono compresi una parte di “Persone in cerca”. (b) Si intende l’insieme di coloro che sono impegnati in attività formative informali o che dichiarano di avere intenzione di farlo. (c) Per “Altri motivi” si intende: Altri motivi; Non sa; Pensione da lavoro (anzianità o vecchiaia) (d) Con “Persone in cerca e altri inattivi” si intende l’insieme di coloro che non rispondono alla domanda F10 del Questionario di rilevazione Istat sulle Forze Lavoro. Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro S.p.A. su microdati RCFL Istat. Sotto il profilo dimensionale l’articolazione dei suddetti quattro gruppi è la seguente (tavola 1): I. II. III. IV. Gruppo I “in cerca di occupazione”: è il gruppo maggioritario, rappresentando il 40,3% degli individui, in maggioranza maschi (56% del totale) e di età superiore ai 20 anni in circa 9 casi su 10; Gruppo II “indisponibili”: è il secondo gruppo per numerosità (23,4%) ed è costituito prevalentemente da donne nella maggioranza dei casi over 25; Gruppo III “disimpegnati”: è il gruppo minoritario attestandosi su una quota pari al 16% del totale dei NEET, per lo più donne (di età compresa tra 15 e 19 anni nel 15,7% dei casi, tra 20-24 anni nel 42,3% e tra 25-29 anni nel 42%); Gruppo IV “in cerca di opportunità”: è il terzo gruppo per dimensioni (assorbe il 20,3% degli individui), per più della metà maschi e con una quota considerevole di under 19. Le quattro dimensioni del “NEET status” individuate sulla base dei motivi di inattività discriminano significativamente tra loro i giovani Not in Employment, Education and Training, tesaurizzando le strutturali diversità dovute alle eterogenee condizioni di riferimento. Scomponendo ulteriormente tali gruppi per titolo di studio e stato civile è possibile arricchire il quadro empirico con aggiuntivi elementi di sfondo. Il livello di istruzione, infatti, sembra avere una forte valenza esplicativa contribuendo a definire con maggiore precisione i confini di ciascun gruppo. Dai dati di tabella 3 si evince come il tema della mancanza di adeguate skills formative sia utile per leggere in filigrana i fattori determinanti l’appartenenza ad una 3. Gli incerti confini del “NEET status” dimensione piuttosto che ad un'altra; in altre parole, il titolo di studio sembra essere, anche solo osservando la semplice distribuzione percentuale, significativamente complementare ad alcune particolari categorie di individui. Tavola 1 – NEET: i 4 gruppi. Anno 2012 NEET 2.250.502 I In cerca di occupazione 906.978 (40,3%) II III Indisponibili 525.539 (23,4%) Disimpegnati 371.073 (16%) IV In cerca di opportunità 456.912 (20,3%) Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro S.p.A. su microdati RCFL Istat. Ad esempio nel Gruppo III (disimpegnati) costituito da coloro che non cercano lavoro giacché ritengono di non riuscire a trovarlo (c.d. scoraggiati) o dichiarano di non esserne interessati, è preponderante la presenza di individui con al più la licenza media (ISCED 0-2 pari al 57,5% del totale); tra costoro, inoltre è significativa la quota di soggetti in possesso della sola licenza elementare (4,3%) o addirittura privi di un titolo (1,4%). Anche per gli indisponibili (Gruppo II) alta è l’incidenza del livello di istruzione equivalente alla classificazione internazionale ISCED 0-2: nel caso in questione si tratta di un valore superiore alla metà della sub-popolazione di riferimento e pari al 51,6%. Analogamente, tra questi individui, per lo più donne, hanno un peso rilevante i giovani privi di qualsivoglia titolo (3,4%) o con al massimo la licenza elementare (4,5%). Per tale categoria sarebbe nondimeno necessario esplorare ciò che si cela dietro la loro indisponibilità e valutare, da un lato, quanto di questa non sia, in alcuni casi - almeno in quelli che presentano competenze fortemente contenute di cui il titolo di studio costituisce una proxy attendibile - il portato di una coazione sociale che occlude alla componente femminile percorsi di emancipazione; dall’altro, al contrario, quanto di tale indisponibilità sia solo temporanea e frutto di una scelta libera e consapevole. Tra le persone in cerca di occupazione (Gruppo I) e coloro che sono in cerca di opportunità (Gruppo IV), invece, è considerevole la presenza di soggetti con istruzione di terzo livello (ISCED 5-6). 17 18 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] Tabella 3 – NEET: i 4 gruppi per le principali caratteristiche. Anno 2012 I. IV. II. III. Persone in In cerca di Indisponibili Disimpegnati cerca opportunità Totale Genere Maschio 56,0 26,5 44,0 52,0 46,4 Femmina 44,0 73,5 56,0 48,0 53,6 906.978 525.539 361.073 Totale (=100%) 456.912 2.250.502 Classe d'età 15-19 13,1 9,2 15,7 26,6 15,3 20-24 46,2 33,4 42,3 39,4 41,2 25-29 40,7 57,4 42,0 34,1 43,5 906.978 525.539 361.073 90,6 55,9 83,0 93,7 81,9 Coniugato/a 8,5 43,1 15,9 5,9 17,2 Divorziato/a 0,2 0,2 0,2 0,0 0,2 Separato/a di fatto 0,3 0,4 0,4 0,3 0,3 Separato/a legalmente 0,4 0,4 0,5 0,1 0,3 Vedovo/a 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 906.978 525.539 361.073 Nessun titolo 0,4 3,4 1,4 0,9 Licenza elementare 1,5 4,5 4,3 2,1 2,8 33,8 43,7 51,7 36,6 39,6 Totale (=100%) 456.912 2.250.502 Stato civile Celibe/ nubile Totale (=100%) 456.912 2.250.502 Titolo di studio conseguito dall'individuo Licenza media / Dip. di istruzione secondaria di I grado Diploma di qualifica prof. di 2-3 anni Diploma di maturità / Diploma di e di 4-5 anni 1,4 9,5 7,2 6,5 6,4 7,8 44,8 34,3 33,0 40,1 39,5 13,9 9,0 10,1 7,0 3,1 906.978 525.539 361.073 0 occupati 29,0 23,6 36,6 24,5 28,0 1 occupato 44,1 58,8 47,0 46,3 48,4 2 occupati 21,9 13,9 13,4 24,6 19,2 3 occupati e più 5,0 3,7 3,0 4,6 4,3 Totale (=100%) 906.978 525.539 361.073 Nessun titolo 0,3 0,9 1,1 0,5 Licenza elementare 0,4 1,4 1,8 0,5 0,9 21,7 33,0 39,9 22,0 27,3 9,7 8,2 7,5 5,9 8,2 Diploma di maturità / Diploma di e di 4-5 anni 51,5 43,4 42,3 49,1 47,6 Laurea (compresi: Dip. Univ.; Dip. Belle arti etc.) 16,4 13,1 7,3 21,9 15,3 906.978 525.539 361.073 Laurea (compresi: Dip. Univ.; Dip. Belle arti etc.) Totale (=100%) 456.912 2.250.502 N. occupati presenti nella famiglia di appartenenza 456.912 2.250.502 Titolo di studio più alto nella famiglia di appartenenza Licenza media / Diploma di istruzione secondaria di I grado Diploma di qualifica prof. di 2-3 anni Totale (=100%) segue 0,6 456.912 2.250.502 3. Gli incerti confini del “NEET status” 19 segue I. Persone in cerca II. Indisponibili III. Disimpegnati IV. In cerca di opportunità Totale Occupato 14,1 7,7 4,0 9,9 10,1 Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione 30,0 12,5 21,4 17,5 22,0 In cerca di prima occupazione 35,9 14,3 46,1 30,4 31,4 3,1 43,6 18,3 3,6 15,1 15,7 8,9 8,9 36,6 17,3 Ritirato/a dal lavoro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Inabile al lavoro 0,0 9,9 0,0 0,3 2,4 1,7 1,7 Condizione autopercepita un anno prima (nel 2011) Casalinga/o Studente 1,2 3,0 1,2 906.978 525.539 361.073 Ha precedenti esperienze lavorative 51,3 35,6 30,2 34,2 40,8 Non ha precedenti esperienze lavorative 48,7 64,4 69,8 65,8 59,2 906.978 525.539 361.073 N. medio di occupati nella fam. di appartenenza 0,28 0,26 0,23 0,28 0,26 N. medio perc. di retribuz. nella fam. di appartenenza 0,32 0,29 0,26 0,32 0,30 Probabilità di diventare NEET 0,25 0,20 0,41 0,26 0,27 In altra condizione Totale (=100%) 456.912 2.250.502 Presenza/assenza precedenti esperienze Totale (=100%) 456.912 2.250.502 Indicatori famigliari Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro S.p.A. su microdati RCFL Istat. Nel primo caso il dato rilevato si attesta a 10,1 punti percentuali, nel secondo a 13,9, segno del fatto che tali insiemi di individui, proprio in virtù di maggiori livelli formativi rispetto alla media dei NEET (cfr. tabella 3), hanno mantenuto un non trascurabile attachment al mercato del lavoro e al sistema di istruzione, mostrando di essere relativamente inattivi o di non esserlo affatto rispetto alle condizioni del contesto socio-economico di riferimento. In soccorso di tale asserto, quale rafforzativo dell’analisi, è possibile osservare se si è in presenza di soggetti con precedenti esperienze lavorative o meno. Con riferimento al Gruppo I sembra non essere un caso la presenza di percentuali superiori alla media di giovani under 30 con precedenti esperienze lavorative: si registra, infatti, una quota del 51,3% rispetto al totale della sub-popolazione analizzata (tabella 3). Negli altri casi, invece, è preponderante il numero di individui privi di esperienza; in particolare, ciò è evidente nel Gruppo III (disimpegnati), per il quale si nota un valore pari a 69,8 punti percentuali. Tali evidenze spingono a considerare l’importanza che il background di esperienze professionali può avere nell’economia dei fattori che determinano l’appartenenza di [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] 20 un soggetto a quelle dimensioni del “NEET status” caratterizzate da un minore “attivismo”. In sostanza più si è lontani da ciò che non si conosce, maggiore è il disimpegno esercitato nei confronti delle sfere lavorativa e formativa. A tal proposito la condizione autopercepita rischiara alcuni nodi relativi ai processi di transizione che altrimenti resterebbero in ombra. E’ evidente come le caratteristiche dell’individuo prima di essere NEET, influenzi l’appartenenza ad una determinata tipologia. Il 14,1% dei facenti parte del Gruppo I (persone in cerca di occupazione), nel 2011 era nella condizione di occupato, il valore più alto in assoluto; in questo caso l’attaccamento al mondo del lavoro, essendo esperienza sostanzialmente recente, permane anche nel “NEET status”. Altrettanto chiaro è come la difficoltà incontrate dagli individui di giovane età in cerca di prima occupazione, nel veder premiati i propri sforzi con successo, può generare un forte effetto scoraggiamento: non sembra un caso che quasi la metà dei soggetti disimpegnati (Gruppo III), costituito prevalentemente proprio da scoraggiati, nel 2011 dichiarava di essere alla ricerca di un lavoro per la prima volta (46,1%). Non sembra altrettanto incoerente, inoltre, che la maggioranza degli indisponibili (Gruppo II), in cui forte è la presenza di donne impegnate in compiti di cura, si definiva, nei 12 mesi precedenti, casalinga (43,6%) o che il 36,6% dei NEET in cerca di opportunità (Gruppo IV) un anno prima era studente (tabella 3). Ciò detto, è necessario fare luce su un ulteriore aspetto e individuare un criterio che consenta di distinguere coloro che, nonostante la condizione di NEET, hanno portato a compimento il processo di emancipazione dalla famiglia e sono approdati in un’altra, pur mantenendo uno status di sostanziale eteronomia materiale, da coloro che ancora sono dipendenti dal nucleo di appartenenza. Una proxy di tali fenomeni è data dallo stato civile. Come si può vedere dalla tabella di confronto (tabella 3), la quasi totalità dei NEET anche in ragione della cospicua presenza di individui molto giovani con età inferiore ai 25 anni2 – sono celibili/nubili e per lo più ricoprono il ruolo di figlio all’interno del nucleo famigliare (in media l’81,9% del totale). Tale incidenza cambia al variare del gruppo considerato. Ad esempio, il Gruppo II costituito dagli indisponibili – che come è stato ribadito più volte è costituito prevalentemente da donne impegnate in attività di tipo accuditivo – presenta la quota più alta di soggetti che rientrano nella categoria coniugato/a (43,1%). In questo caso è dunque possibile introdurre un ulteriore elemento di distinzione che afferisce alla particolare declinazione della dimensione di dipendenza materiale vissuta dal NEET: dalle evidenze riportate in tabella è facile cogliere come non tutte le forme di eteronomia vissute dagli individui siano le medesime, giacché, anche se minoritaria, esiste una quota di soggetti, per lo più di genere femminile, che ha abbandonato la famiglia di appartenenza per costruirne una propria. 2 Il 55,6% del totale dei NEET ha meno di 25 anni. 3. Gli incerti confini del “NEET status” Proprio la dimensione famigliare, così come si è avuto modo di vedere nell’analisi relativa alle differenze tra NEET ed EET, sembra assumere notevole importanza nel determinare l’appartenenza di un individuo ad un gruppo piuttosto che ad un altro: in altre parole, il grado di attachment alla vita attiva lavorativa e formativa di un giovane che non studia e non lavora sembra essere un portato dei modelli e delle condizioni famigliari di riferimento, modelli e condizioni con cui il soggetto quotidianamente si relaziona. Si osservi, ad esempio, la distribuzione dei quattro gruppi per numero di occupati nella famiglia di appartenenza e per titolo di studio più alto presente tra i membri della stessa. L’intensità del “NEET status”, o meglio la minore o maggiore propensione alla vita attiva, appare speculare al minore o maggiore grado di partecipazione del nucleo famigliare alle dimensioni occupazionale e culturale (di cui il titolo di studio può essere inteso quale proxy). Nel primo caso emergono le seguenti peculiarità: la quota più alta di NEET che vivono in realtà in cui non è presente alcun occupato riguarda il Gruppo III disimpegnati (36,6% del totale); più della metà dei Gruppo II indisponibili – che, lo ribadiamo, è composto prevalentemente da donne con compiti di cura – è membro di famiglie con un solo lavoratore (58,8%); l’incidenza più alta di NEET che fa parte di nuclei con due o più occupati si osserva per i Gruppi I persone in cerca e II in cerca di opportunità (rispettivamente 26,9% e 29,2%). Simmetricamente alle suddette evidenze, con riferimento al livello di istruzione più alto presente nella famiglia di appartenenza, si osserva che: il 42,8% dei disimpegnati appartiene a famiglie in cui è presente al massimo la licenza media; il 21,9% delle persone in cerca di opportunità - dato più alto rilevato – vive in contesti famigliari con un livello culturale alto equivalente alla laurea; il 51,5% delle persone in cerca di occupazione fa parte di nuclei famigliari in cui il titolo di studio maggiore è il diploma quinquennale; la sub-popolazione degli indisponibili sembra polarizzata tra dimensioni domestiche segnate da livelli di istruzione bassi (35,3% del totale) e livelli medio-alti (13,1% laurea e 43,4% diploma). La famiglia, sulla base di quanto sin qui osservato, esercita una forte attrazione nei confronti dell’individuo, segnandone così il percorso verso la vita attiva: non sembra, infatti, un caso, se la probabilità di diventare NEET è decisamente più alta per coloro che sono classificabili come disimpegnati, la tipologia caratterizzata dalle maggiori criticità. Per tale gruppo il valore è pari a 0,41, significativamente più alto del dato medio (0,27) (cfr. tabella 3). Sulla base di quanto sin qui detto è allora possibile riassumere il fenomeno dei NEET secondo alcune particolari direttrici interpretative che sono emerse dall’analisi dei dati. La tesi esposta nelle pagine precedenti, anche sulla base di quanto contenuto in 21 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] 22 studi e ricerche internazionali - secondo cui la definizione di NEET è una categoria statistica residuale (Gracey & Kelly 2010, cit.) e dunque riconduce a sintesi un universo di soggetti tra loro molto diversi – sembra aver trovato conferma e fondamento. Nella tavola 2 è riportato lo schema delle principali caratteristiche, sin qui emerse, dei quattro gruppi. Tavola 2 – NEET: i 4 gruppi secondo le principali caratteristiche. Anno 2012 • In maggioranza maschi • Per lo più disoccupati da più di 6 mesi • Con età superiore ai 20 anni • Con livello di istruzione medio - alto • Per circa la metà con precedenti esperienze lavorative • Figli • • I II In cerca di occupazione Indisponibili Per i 3/4 donne impegnate in attività accuditive/maternità (di cui molte straniere) • Prevalentemente con età superiore ai 25 anni Con livello di istruzione basso • Senza precedenti esp. • Coniugi o conviventi 525.539 (23,4%) 906.978 (40,3%) NEET IV In cerca di opportunità 456.912 (20,3%) III Disimpegnati 371.073 (16%) In maggioranza maschi Alta la quota di under 20 Con livello di istruzione medio - alto Prevalentemente senza esperienze lavorative • Figli • • • • • • Più della metà è donna • Alta la quota di under 20 Prevalentemente con livelli di istruzione bassi • Senza esperienza Nella maggioranza dei casi figli Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro S.p.A. su microdati RCFL Istat. A questo punto è necessario, per completare l’analisi descrittiva, rispondere però ad un ulteriore quesito: qual è la localizzazione geografica dei NEET così suddivisi? La distinzione per regione ci restituisce una geografia dei NEET in cui la variabile territoriale è sì scarsamente esplicativa, dato che sembra ricalcare la forte dicotomia esistente tra le aree centro-settentrionali e meridionali del Paese - anche in virtù del grande peso che il contesto occupazionale di riferimento esercita sul fenomeno che stiamo osservando – e tuttavia è utile, in un’ottica di definizione delle politiche, per targettizzare la platea e programmare gli interventi. Dalla scomposizione per territorio, infatti, è interessante notare come gli individui appartenenti al Gruppo III (disimpegnati) è largamente maggioritario nel Mezzogiorno. Ciò è per lo più dovuto al fatto che i c.d. scoraggiati, che di tale sub popolazione fanno parte, si concentrano soprattutto, come è noto, nelle Regioni meridionali3. Si vedano, a tal proposito, i dati relativi alle regioni Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia, realtà che presentano incidenze superiori ai 20 punti percentuali (tabella 4). 3 L’80% circa dei NEET scoraggiati si concentra, infatti, nel Mezzogiorno. 3. Gli incerti confini del “NEET status” Tabella 4 – NEET: i 4 gruppi per regione (composizione %). Anno 2012 Regione I. Persone in cerca II. Indisponibili III. Disimpegnati IV. In cerca di opportunità Totale (=100%) Abruzzo 45,9 21,9 6,8 25,3 41.881 Basilicata 39,2 18,3 22,1 20,4 29.987 Calabria 37,3 22,3 15,9 24,6 125.444 Campania 32,9 21,3 26,2 19,5 396.601 Emilia Romagna 47,5 29,6 6,0 16,8 94.291 Friuli Venezia Giulia 42,4 29,4 8,3 19,9 28.653 Lazio 47,7 22,3 8,5 21,4 189.637 Liguria 46,6 24,6 10,7 18,1 36.150 Lombardia 45,6 27,1 7,2 20,1 229.985 Marche 45,9 25,9 8,8 19,3 41.102 Molise 45,3 17,8 12,3 24,6 12.822 Piemonte 52,6 23,9 7,8 15,7 109.237 Puglia 36,3 22,3 21,0 20,4 225.738 Sardegna 49,4 12,9 13,4 24,2 74.453 Sicilia 34,2 19,9 25,4 20,4 350.976 Toscana 42,6 29,6 6,9 20,9 92.556 Trentino Alto Adige 38,7 27,0 7,2 27,1 21.798 Umbria 47,5 26,2 9,4 16,9 24.609 Val D'Aosta 47,3 27,8 4,3 20,6 2.417 Veneto 39,3 32,0 10,0 18,6 122.164 Totale 40,3 23,4 16,0 20,3 2.250.502 Fonte: elaborazioni Staff SSRMdL di Italia Lavoro S.p.A. su microdati RCFL Istat. Tuttavia, se tale evidenza non porta alcun elemento di novità, nondimeno si evince come, sempre nel Meridione, alta sia la concentrazione dei giovani appartenenti al Gruppo IV (in cerca di opportunità) segno della presenza, nei contesti occupazionali del Mezzogiorno, di una realtà composita fatta di più dimensioni, dove coesistono, dunque, fenomeni di passività legati allo scoraggiamento e fenomeni di attivismo legati ad un ancora vitale attachment alle dimensioni occupazionale e formativa (si veda il caso della Calabria). Di converso, il peso degli indisponibili (Gruppo II) è particolarmente evidente nelle aree centro-settentrionali (valore medio pari al 23,4%). In Emilia Romagna (29,6%), Toscana (29,6%) e Friuli Venezia Giulia (29,4%), ad esempio, i valori registrati sono significativamente alti. 23 24 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] 4. Le determinanti del “NEET status” 4. Le determinanti del “NEET status” L’analisi descrittiva proposta nelle pagine precedenti ha fornito una preliminare valutazione delle condizioni di contesto – di tipo territoriale o familiare - e individuali in grado di rappresentare meglio i due gruppi in cui abbiamo suddiviso la popolazione giovanile (NEET - EET). Variabili riferite al nucleo familiare di appartenenza e il genere sembrerebbero costituire elementi fortemente caratterizzanti. Al contrario, il titolo di studio non ricoprirebbe alcun ruolo chiave nel discriminare le due tipologie di soggetti. L’obiettivo che si intende perseguire in questo paragrafo è stabilire quali, tra le variabili a disposizione, risultino maggiormente esplicative del “NEET status”. Si tratta, in altre parole, di comprendere in che forma e in che misura i risultati descritti in precedenza possano essere confermati da un’analisi più articolata, attraverso la quale sia possibile individuare il ruolo di ogni singola variabile, misurandone l’effetto. Per tale scopo si è adottato un modello di regressione logistica in cui la variabile dipendente è rappresentata dalla condizione “Neet/Non Neet” dei giovani che, nel corso del 2011, avevano un’età compresa tra i 15 e i 29 anni. Detta y tale condizione, la funzione oggetto di studio assume la forma: P( y = 1 / x) = G ( β 0 + xβ ) (1) dove si è indicato con x l’insieme delle variabili esplicative a disposizione. G rappresenta la funzione logistica, che assume valori compresi tra 0 e 1. Le variabili esplicative prese in considerazione sono state scelte sulla base della conoscenza del fenomeno e dell’analisi preliminare svolta. In particolare, si è tenuto conto delle seguenti variabili: il genere: la modalità “femmina” è stata scelta come modalità di riferimento; l’età, classificata in tre classi “15-19”, “20-24” e “25-29” anni (la prima modalità è stata assunta come base); lo stato civile: in questo caso la condizione “celibe/nubile” rappresenta la modalità di base; il titolo di studio: l’assenza di titolo costituisce la modalità di riferimento per le due variabili relative al livello di istruzione del giovane e della famiglia di appartenenza; la condizione occupazionale percepita nel corso dell’anno che precede l’intervista (in questo caso si è assunto lo status di “persona in cerca di prima occupazione” come modalità di base). Con riferimento a tali variabili, dunque, il giovane considerato come elemento base dell’analisi è una persona di genere femminile, cittadino italiano, con un’età compresa tra i 15 e i 19 anni, nubile, senza titolo di studio e appartenente ad una 25 26 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] famiglia in cui i componenti non abbiano conseguito neanche il livello di istruzione minimo. Nel corso del 2010 si percepiva come persona in cerca di prima occupazione. Nel modello sono stati, inoltre, inclusi ulteriori tre indicatori relativi rispettivamente al numero medio di individui occupati per famiglia, al numero medio di percettori di reddito per famiglia ed infine al numero di altri individui NEET presenti in famiglia. L’espressione esplicita del modello (1) assume dunque la seguente forma: log it ( Pi ) = γ 0 + γ 1 ( genere) i + γ 2 (età) i + γ 3 (stato _ civile) i + γ 4 (tit _ studio _ individ) i + + γ 5 (tit _ studio _ fam) i + γ 6 (cond _ anno _ t − 1) i + γ 7 (cittadinanza) i +γ 8 (inc _ occupati) i + + γ 9 (inc _ percettori) i + γ 10 (neet _ famiglia) + ν j z j + e (2) dove i coefficienti γ esprimono l’effetto marginale della variabile x su tale probabilità. Si è indicato con z l’insieme delle dummies riferite alla regione di appartenenza. I risultati sono riportati in tabella 5. La terza colonna, riferita agli odds ratio (rapporto crociato), fornisce una misura della variazione del rischio per un giovane tra i 15-29 di rientrare nella categoria NEET in corrispondenza di un cambiamento registrato nella Tabella 5 - Stime logit. Variabile dipendente “NEET/EET” variabile a cui si riferisce. Variabile maschio 20_24 anni 25_29 anni coniugato cittadino straniero diploma laurea max diploma in famiglia max laurea in famiglia occupato (t-1) disoccupato (t-1) casalingo/a (t-1) studente (t-1) altra condizione (t-1) occupati medi per famiglia percettori medi per famiiglia neet per famiglia costante *** 0,01; ** 0,05; * 0,1 Variabile di controllo: Regione Stima -0,250 *** 0,201 *** 0,081 * -0,029 0,173 *** -0,010 -0,162 *** -0,010 -0,079 -3,386 *** -1,134 *** -0,379 *** -5,913 *** -0,725 *** -3,097 *** -3,301 *** -0,496 *** 4,596 Odds Ratio 0,778 1,222 1,084 0,972 1,189 0,990 0,850 0,990 0,924 0,034 0,322 0,684 0,003 0,484 0,045 0,037 0,609 99,109 Il genere sembra essere una variabile piuttosto significativa. Il rapporto crociato è, infatti, pari a 0.78, ossia i maschi hanno un rischio di essere NEET del 22% circa inferiore a quello delle donne. Anche l’età assumerebbe un ruolo chiave nel rischio di esposizione al fenomeno. Si tenga conto, in questo caso, che la modalità di riferimento è rappresentata dall’età 15-19 anni. Pertanto, gli odds ratio vanno discussi in relazione ad essa. In particolare, i meno esposti sembrerebbero gli individui più giovani, mentre quelli più a rischio sono i soggetti tra i 20 e i 24 anni. Lo stato civile non ricopre alcun 4. Le determinanti del “NEET status” ruolo, mentre la cittadinanza costituisce un elemento fortemente caratterizzante. Sono, infatti, i cittadini stranieri ad avere una maggiore probabilità di entrare a far parte della categoria dei NEET (del 20% circa). Solo la laurea sembrerebbe tenere i giovani lontani dal rischio di abbandonare contemporaneamente il sistema educativo ed il mercato del lavoro, mentre non ricoprirebbe alcun ruolo il titolo di studio degli altri componenti familiari. La condizione percepita l’anno precedente rappresenta una caratteristica importante nella determinazione della condizione di giovane NEET. In questo caso, come detto sopra, la modalità di base è rappresentata dai soggetti che nel corso del 2010 si dichiaravano persona in cerca di prima occupazione. Ed è proprio questa categoria a vivere la maggiore condizione di disagio e ad essere pertanto la più esposta al rischio. L’effetto di scoraggiamento, legato all’impossibilità di inserirsi nel mercato del lavoro, potrebbe rappresentare, in questo senso, una possibile chiave di lettura. Gli studenti e gli occupati sono, invece, i gruppi per i quali il rischio è più basso. Il numero medio di occupati e quello dei percettori di reddito presenti in famiglia costituiscono variabili in grado di influire significativamente sullo status dei giovani. Come si poteva immaginare, la relazione che associa queste variabili alla probabilità di essere NEET è negativa. In altre parole, ad una maggiore presenza di occupati o percettori di reddito tra i familiari corrisponderebbe un minore rischio per il giovane di di entrare nel “NEET status”. Anche la presenza, in famiglia, di altri componenti nella condizione di giovane Not in Employment, Education and Training, sembrerebbe ridurre tale probabilità. In conclusione, dunque, si può affermare che il rischio di essere nella condizione di NEET sia maggiore per le donne e significativamente più basso per i giovani tra i 15 e i 19 anni. La laurea riduce tale rischio, che sembrerebbe, invece, essere più elevato per coloro i quali nel corso dell’anno precedente si dichiaravano in cerca di prima occupazione. Vivere in una famiglia con persone che lavorano o che comunque percepiscono un reddito, così come la presenza, all’interno del medesimo contesto familiare, di altri giovani NEET, diminuisce sensibilmente il rischio. 4.1 Le categorie di NEET La sezione precedente ha messo in evidenza il ruolo che talune caratteristiche, individuali o di contesto, possano determinare sulla probabilità che un giovane sia Not in Employment, Education and Training. Nelle pagine che seguono, si intende procedere in maniera analoga, con l’obiettivo di individuare quali tra le caratteristiche considerate siano maggiormente esplicative delle quattro categorie in cui sono stati suddivisi i giovani che non studiano e non lavorano. Per tale scopo, tenendo conto della natura politomica - a 4 modalità - della variabile di osservazione, si è adottato un modello logistico multinomiale, che assume la forma: 27 28 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] p x ,β = P y = j x = exp x β j = 1,2,3,4. 1 + ∑ exp x β Le modalità di riferimento per ogni variabile sono analoghe al caso della regressione logistica. I soggetti definiti come in cerca di opportunità (Gruppo IV) rappresentano, nell’analisi, il gruppo di riferimento. I coefficienti di regressione forniscono, pertanto, una misura dell’effetto marginale determinato dalla variazione delle variabili esplicative sulla probabilità di essere in uno degli altri tre stati (Gruppo I - in cerca di occupazione, Gruppo II - indisponibili, Gruppo III - disimpegnati) rispetto alla probabilità di essere un NEET in cerca di occupazione. I risultati sono riportati in tabella 6. Tabella 6 - Stime Modello logistico multinomiale. Gruppo di riferimento: NEET in cerca di occupazione Variabile maschio 20_24 anni 25_29 anni coniugato cittadino straniero diploma laurea max diploma in famiglia max laurea in famiglia occupato (t-1) disoccupato (t-1) casalingo/a (t-1) studente (t-1) altra condizione (t-1) occupati medi per famiglia percettori medi per famiiglia neet per famiglia _cons Stima Disimpegnati In cerca di opportunità -0,126 *** 0,004 -0,122 * -0,354 *** 0,009 -0,282 *** 0,226 *** -0,151 * -0,035 -0,219 *** -0,447 *** -0,352 *** -0,995 *** -0,516 *** -0,162 ** 0,171 ** -0,379 *** 0,440 *** -2,220 *** -0,473 *** -1,970 *** -0,597 *** -1,446 *** -0,455 *** -1,701 *** 0,517 *** -1,679 *** 0,342 *** 0,140 0,272 -0,054 -0,143 0,176 *** 0,009 0,938 0,023 Indisponibili -0,465 *** -0,012 0,095 0,987 *** 0,129 * -0,356 *** -0,699 *** 0,054 0,224 * -2,406 *** -2,682 *** -2,603 *** -2,158 *** 0,823 *** -0,217 -0,087 -0,171 *** 1,855 Il genere sembra influire, in maniera significativa, sulla probabilità di appartenere al gruppo dei disimpegnati o degli indisponibili. In particolare, per i maschi sarebbe minore la probabilità di appartenere a questi due gruppi. Come si poteva immaginare, l’età influisce sulla distinzione tra il gruppo dei NEET in cerca di opportunità e quelli alla ricerca di occupazione. A differenza di quanto accedeva per la distinzione tra NEET e EET, in questo caso lo stato civile sembra influire significativamente sulla probabilità che un soggetto appartenga ad una delle 4 categorie. In particolare, si osserva come lo stato di coniugato aumenti la probabilità di appartenere al gruppo dei disimpegnati o degli indisponibili, mentre riduca la probabilità di essere alla ricerca di opportunità. Essere cittadino straniero riduce la probabilità di essere alla ricerca di opportunità, mentre aumenta quella di considerarsi indisponibile. Il possesso di un titolo di studio 4. Le determinanti del “NEET status” secondario superiore o della laurea aumenta la probabilità che il giovane NEET sia alla ricerca di un’occupazione. Il livello di istruzione della famiglia assume un peso rilevante nell’assegnazione di un giovane ai quattro gruppi. In particolare, la presenza di almeno un individuo con un titolo di studio superiore aumenta la probabilità che il giovane sia alla ricerca di un’opportunità, mentre riduce il rischio che sia disimpegnato. Non pare rivestire alcun ruolo il numero medio di componenti occupati o percettori di reddito presenti in famiglia. La presenza di un altro NEET in famiglia accresce la probabilità di essere un NEET disimpegnato mentre riduce sensibilmente la probabilità che il giovane si dichiari indisponibile. 29 30 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] Bibliografia Bibliografia Eurofound (2012), NEETs Young people not in employment, education or training: Characteristics, costs and policy responses in Europe, European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions. Genda Y. (2007), Jobless Youths and the NEET Problem in Japan, Social Science Japan Journal, 10(1), pp 23–40. Gracey S. & Kelly, S. (2010), Changing the NEET mindset. Achieving more effective transitions between education and work, Centre for Innovation in Learning. Yates S. & Payne, M. (2006), Not so NEET? A critique of the use of 'NEET' in setting targets for interventions with young people, Journal of Youth Studies, 9(3), pp.329– 344. Spielhofer T, Benton T., Evans K., Featherstone G., Golden S., Nelson J. and Smith P. (2009), Increasing participation: understanding young people who do not participate in education or training at 16 or 17, NFER. Nudzor H. (2010), Depicting young people by what they are not: conceptualisation and usage of NEET as a deficit label, Educationalfutures, 2(2), pp. 12-25. 31 32 [LE DETERMINANTI DEL NEET STATUS] Italia Lavoro S.p.A. Via Guidubaldo del Monte, 60 00197 Roma Tel. 06.802441 www.italialavoro.it