Rassegna del 23/04/2016

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Rassegna del 23/04/2016
Rassegna del 23/04/2016
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 23/04/2016
SI PARLA DI NOI
Gazzetta Mantova
23/04/16 P. 14
Dal depurino all'aspirone Giovani inventori crescono
La Voce Di Mantova
23/04/16 P. 12
Piccoli inventori per realizzare macchine al servizio dell'ambiente
Elena Poli
1
2
Gazzetta Mantova
23/04/16 P. 19
Consiglio acceso sui rifiuti Bussacchetti: sono coerente
3
23/04/16 P. 22
Opere per oltre 34 milioni La priorità è per San Matteo
4
23/04/16 P. 15
Enel ripulisce la cabina di via Grossi
5
23/04/16 P. 10
Belleli, dentro la "matrioska" gli eredi di Rodolfo
Roberto Baschè
6
Resto Del Carlino Modena
23/04/16 P. 24
Rifiuti, arriva la tariffa unica La differenziata frutta un milione
Maria Silvia Cabri
7
Corriere Della Sera
23/04/16 P. 38
Acsm-Agam, Como blocca A2a
Sole 24 Ore
23/04/16 P. 26
A2A, in stallo l'Opas su Acsm-Agam
Gazzetta Di Modena
23/04/16 P. 23
Aimag non discute i risultati della ricerca ma la stessa acqua è anche a Soliera e Novi
11
23/04/16 P. 11
Consulenze e stipendi nelle partecipate: il Consiglio si infiamma
12
Gazzetta Mantova
23/04/16 P. 23
Raggira l'86enne con la firma falsa sul contratto
13
La Voce Di Mantova
23/04/16 P. 22
Contralto Enel falso, nei guai un 55enne
14
La Voce Di Mantova
23/04/16 P. 19
Boom alla giornata della terra
15
Italia Oggi
23/04/16 P. 32
Fallimento differenziato per le società in house
16
Sole 24 Ore
23/04/16 P. 19
Pa, nuovo ok alla riforma delle partecipate
Gianni Trovati
17
La battaglia dell'acqua pubblica
Francesco Cerisano
18
La norma anti discariche torna a essere operativa
Cinzia Reboni
19
SERVIZIO IDRICO
Gazzetta Mantova
RIFIUTI
Gazzetta Mantova
ENERGIA
La Voce Di Mantova
COMPETITORS
8
Cheo Condina
9
AGSM
L'arena
SEGNALAZIONI
ACQUA: SCENARIO
Italia Oggi
23/04/16 P. 32
RIFIUTI: SCENARIO
Brescia Oggi
23/04/16 P. 24
ENERGIA: SCENARIO
Corriere Della Sera
23/04/16 P. 38
Snam Rete Gas Alverà presidente
21
Corriere Della Sera
23/04/16 P. 39
Edf, aumento di capitale da 4 miliardi di euro (con l'Eliseo) e piano di tagli da un miliardo
22
Sole 24 Ore
23/04/16 P. 14
Energia, tecnologia Ge per le centrali di A2a
Jacopo Giliberto
23
Sole 24 Ore
23/04/16 P. 29
L'arrivo del gas dagli Stati Uniti fa temere una guerra dei prezzi
Sissi Bellomo
24
«Pressioni? Ho fatto il mio dovere E' necessario rivedere la white list»
Vincenzo Malara
25
CPL CONCORDIA
Resto Del Carlino Modena
23/04/16 P. 3
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
I PREMI DI MANTOVA AMBIENTE
.
.
all 'aspirone
Giovani.1V
ínventorì* cre sc ono
Dal
Educare i bambini al rispetto e
alla salvaguardia dell'ambiente,
stimolarne l'immaginazione e
la creatività, sollecitando una riflessione sul futuro del pianeta.
Questi gli obiettivi del concorso
"Diventa inventore", promosso
e organizzato da Mantova Ambiente che ieri, in occasione della Giornata mondiale della Terra, ha premiato le quattro classi
vincitrici. Rivolto a insegnanti e
alunni delle scuole primarie e
secondarie, il concorso ha coinvolto 46 classi di 17 scuole della
provincia, per un totale di 1.250
partecipanti. Traendo ispirazione dai "Fantastici Brevetti" e
dalla rivista "Ambinoi" di Mantova Ambiente, alle classi partecipanti è stato chiesto di mette-
Si parla di noi
re in mo lo la fantasia e progettare nuove invenzioni, macchine
utili alla cura dell'ambiente. I risultati? Elaborati fantasiosi che
propongono soluzioni innovative per raccogliere i rifiuti, depurare l'aria e le acque inquinate,
risparmiare energia o riciclare
gli oggetti. «Si sa che i piccoli sono formidabili educatori degli
adulti e spesso hanno la capacità di renderli più virtuosi - commenta Anzio Negrini, direttore
di Mantova Ambiente - Investire sui bambini è il modo migliore per investire sul nostro futuro».
Ecco le quattro invenzioni
premiate (sulle 169 proposte): il
"Depurino marino" ideato dalla
classe terza della scuola prima-
Bambini e ragazzi ieri alla cerimonia di premiazione
ria
Gorni
di
Quistello,
1"`Aspirone" della I D delle elementari di Pegognaga, il
"Ripareitor" della II C della
scuola media Don Milani di San
Giorgio
e
l'invenzione
"Limpido -ecosostenibile" della
I B della scuola media Luigi Benati di Roverbella. Premiati
dall'amministratore delegato di
Mantova Ambiente Ivana Berto-
(foto Bassi)
lasi, gli studenti hanno ricevuto
un attestato e cento libri dedicati alla scienza e all'ambiente,
raccolti in un bidone per rifiuti
trasformato in libreria. Per tutti
giochi, letture animate e laboratori sui temi del riciclo e della tutela dell'ambiente, organizzati
in collaborazione con gli autori
della rivi staAmbinoi.
Elena Poli
Pagina 1
ALL'INIZIATIVA, ORGANIZZATA DA MANTOVA AMBIENTE, HANNO PARTECIPATO ELEMENTARI E MEDIE DELLE PROVINCIA
Piccoli inventori per realizzare macchine al servizio dell'ambiente
In occasione della Giornata Mondiale della Terra si è chiuso ieri il
primo concorso "Diventa Inventore" organizzato da Mantova Ambiente
per le elementari e medie della provincia che ha visto la partecipazione
di 46 classi di 17 scuole, per un totale di 1250 alunni che hanno
presentato 169 elaborati. Una giornata di festa, gioco e premi per le 4
classi che hanno vinto 100 libri dedicati all'ambiente, già raccolti in un
bidone per i rifiuti trasformato in libreria. La proposta di Mantova
Ambiente alla scuola è stata quella di stimolare la creatività dei
bambini nell'immaginare macchine al servizio dell'ambiente. Brillanti
e sorprendenti gli elaborati proposti, con soluzioni innovative per
raccogliere i rifiuti, pulire l'aria e le acque, risparmiare energia,
raccogliere le foglie e riciclarle. Le classi vincitrici sono: la 3a
dell'elementare "Gorni" di Quistellocon l'invenzione Depurino Marino; la laD della elementare di Pegognagacon l'invenzione Aspirone;
la 2aC della media "Don Milani" di S.Giorgiocon l'invenzione Ripareitor; la laB della media "Senati" di Roverbellacon l'invenzione
Limpido-ecosostenibile. Gli elaborati sono stati valutati da una giuria
composta da Ivana Bertolasi, di Mantova Ambiente; Beppe Chia
(insegnante); Luisa Mattia (sceneggiatrice), Matteo Pompili (divulgatore scientifico di Tecnoscienza) e Silvana Sola (pedagogista).
Bullismo: chi vede deve subito denunciare
Si parla di noi
Pagina 2
Consiglio ac ce so S ® . 1
Bussa cchetti: sono c oerente
® GOITO
L'Assessore all'ambiente Bussacchetti rimanda al mittente
alcune affermazioni e speculazioni sulla tanto delicata vicenda gara rifiuti: «Prima di tutto
non ho votato sì a Mantova Ambiente e lo dice solo il fatto che
in consiglio comunale non voto da quattro anni da quando
cioè mi sono dimesso per far
entrare un altro consigliere. Sono rimasto poi assolutamente
coerente con quello che è avvenuto in giunta e coerente con la
mia astensione, alla domanda
gara sì o gara no ho ribadito che
per me era necessario andare a
gara, anche se tutto il lavoro fatto per la gara ha portato sicuramente Mantova Ambiente a rivedere molte delle sue posizioni. A Goito si risparmierà e si
avranno molti servizi in più.
Non capisco perché il fatto che
io non sia stato d'accordo con il
resto della giunta debba portarmi a dimettermi? Le opposizioni hanno trovato un argomento che si presta molto alla speculazione politica e lo capisco
ma forse esagerando un po'.
Forse si comincia a sentire odore di campagna elettorale per il
prossimo anno».
Adi t,,,,-
Si parla di noi
Pagina 3
BONIFICA NAVAROLO
Opere per oltre 34 milioni
La priorità è per San Matteo
® VIADANA
Per assicurare la massima efficienza di impianti ed infrastrutture il consorzio di bonifica Navarolo ha predisposto
un progetto preliminare di 34
milioni e 650mila euro. Il progetto comprende sette opere
strategiche, che sono state segnalate all'Associazione nazionale consorzi di bonifica
affinché interceda presso i Ministeri competenti: le cifre in
ballo, infatti, sono tali da non
poter essere coperte solo coi
contributi dei consorziati
(aziende e cittadini dell'
Oglio-Po). Il punto è stato fat-
to dai vertici del Navarolo:
presidente Guglielmo Belletti, direttore Marco Ferraresi e
direttore
amministrativo
Giampietro Lazzari.
L'opera prioritaria è l'adeguamento funzionale dell'impianto idrovoro di S. Matteo
delle Chiaviche. La struttura
provvede allo scolo di un bacino idraulico di circa 32mila ettari: qualora le pompe dovessero guastarsi e smettere di
convogliare nel fiume le acque in eccesso, non si potrebbe garantire la salvaguardia
idraulica del territorio, e gli allagamenti sarebbero inevitabili. Va ricordato che l'impian -
I vertici del Consorzio di bonifica dei Navarolo
(foto r, i)
to ha più di 75 anni d'età: i
macchinari, per quanto tenuti in perfetta efficienza, sono
orinai vetusti. Il costo dell'intervento di adeguamento è
quantificato sugli 8 milioni e
mezzo di euro . L'idea è di
provvedere alla riqualificazione dei macchinari , inantenendo però alcune antiche pompe quale testimonianza storica di questo capolavoro dell'
ingegneria. Le altre opere necessarie, in ordine di priorità:
l'adeguamento degli impian ti
idrovori di Roncole di Gazzuolo (3 milioni 55 0mila euro) e
Casalmaggiore (un milione);
la ripresa delle frane e la messa in sicurezza delle sponde e
della rete consortile dei fossi
di prosciugamento (7,7 milioni di euro); il ripristino ed adeguamento funzionale delle sezioni idrauliche della rete
principale di bonifica (11 milioni); l'adeguamento dell'
idrovora di Calvatone (un milione e mezzo ); e la realizzazione di un impianto automatico di sgrigliatura a S. Matteo
(1,4 milioni di euro). E' infine
allo studio un progetto per separare i percorsi di visitatori
ed operatori all'interno dell'
ex centrale termoelettrica di
S. Matteo, attuale sede del
centro di documentazione
dell'Eco -museo , così da garantire la fruibilità della sede
in sicurezza .
(r.n.)
,'crcJilü Ji 9brchio
Servizio idrico
Pagina 4
DOPO LA DENUNCIA DI S1-SEL
La denuncia del capogruppo
di Si-Sel, Fausto Banzi, ha avuto effetto. Giovedì scorso, il
giorno stesso in cui è comparso l'articolo sulla Gazzetta,
Enel ha ripulito l'area attorno
alla cabina di via Grossi, in Valletta Valsecchi, diventata una
discarica a cielo aperto in mezza alle case, e chiuso la porta
d'accesso che averebbe potuto costituire un pericolo per i
residenti.
«Ringrazio Enel per il pronto intervento e la collaborazione che ha dato per garantire il
decoro nei quartieri» afferma
Banzi. Che aggiunge: «Una città per garantire una qualità di
vita migliore ai propri cittadini
deve avere la collaborazione di
tutti ad ogni livello, dal semplice cittadino agli amministratori pubblici. Molto probabil-
mente anche le difficoltà sembrano meno gravi se intorno
c'è serenità, sicurezza e comprensione».
Tornando sulla cabina di via
Grossi,
Banzi
annuncia:
«L'Enel mi ha detto che probabilmente tinteggerà l'intero
edificio e metterà una cancellata a protezione della struttura per evitare che ci si avvicini
per buttare della spazzatura».
> nova gestione del Te
tpnaabigtt:ai: nmirihnii
Rifiuti
Pagina 5
Belleli, dentro la °malrioska" gli eredi di Rodolfo
L' affare da 5 miliardi è pilotato dal consorzio Bic, non operativo, capitale versato 2.500 curo, con a capo la famiglia mantovana
Ci sono i Belleli a rappresentare
la testa di ponte nell'operazione
da 5 miliardi in Iran. L'affare è
stato condotto dal consorzio Bic,
costituito due mesi prima del
viaggio di Renzi in Iran; capitale
versato 2.500 curo. Dopo una
puntigliosa indagine del giornale "Libero", aperte molte scatole
societarie, si giunge a Londra e si
scopre che a capo di tutto ci sono
la moglie e i figli di Aldo Belleli,
ma resta il buio sulle società che
accompagnano l'operazione.
Un primo risultato importante
per giungere a capo della intricata vicenda dell'affare da 5 miliardi andato alla Belleli, che in
questo caso è denominata
Bic-Belleli Italian Consortium
con sede a piazzale Clodio a Roma. Questo rappresenta l'approdo dell'inchiesta avviata da "Libero" e che lascia preagire ulteriori sviluppi.
Sono stati giorni agitati provocati dall'indefinibile attribuzione
alla Belleli di un affare da 5 miliardi con l'Iran scaturito da una
nota ministeriale, che ha sollevato subito grandi interrogativi.
Nonostante le telefonate e le richieste di chiarimenti, scaturite
anche dal diffondersi in tutto il
mondo della notizia sul maga-accordo, tutto pareva procedere come nulla fosse, senza risposte chiarificatrici fino aquando la questione è diventato motivo di scontro politico parlamentare. "Libero" nota l'esi-
stenza di una pesante nebbia attorno all'affare, troppe cose non
giungono ad essere facilmente
comprensibili. Per giungere ai
fatti, Bic è stato costituito in febbraio, ha sede a piazzale Clodio a
Roma, ha un capitale versato pari
a 2.500 euro su un totale previsto
di 10.000. Non si tratta di una società operativa, ragion per cui
non si riusciva a trovarne traccia
in questi giorni di febbrili ricerche.
Nonostante la mancata operatività, questo ha già ottenuto un
successo clamoroso infatti, con il
versamento di pochi spiccioli di
capitale sociale, è già andato in
Iran con il governo dove ha pattuito un'intesa che vale 5 miliardi
di dollari. "Libero" procede con
la sua indagine e scopre che Bic
è partecipato all'80% Medgas
Italia la quale è controllata da
Medenergy. Quest'ultima non è
un campione di efficienzaperchè
si trova in ritardo con la presentazione dei bilanci e l'ultimo di
cui si ha notizia in Camera di
commercio è quello del 2013,
quando registrava un fatturato
pari 463.138 euro, quasi come
un'azienda familiare con un paio
di dipendenti. Si tratta di società
con numeri nani, talmente piccoli non lasciare di stucco in rapporto all'importo gigantesco
dell'accordo scaturito in Iran. La
cosa non finisce qui perchè
l'azionista principale di Medenergy si scopre essere Medenergy Global Limited con sede a
Londra.
Quindi la ricerca di "Libero"
prosegue nella capitale inglese
dove si scopre di chi è Medenergy Global Limited: della famiglia Belleli che, a questo punto, è
la proprietaria del Consorzio
Bic. In particolare alla testa di
questa sequenza di contenitori ci
sono Paola Marini , cioè la moglie di Aldo Belleli, figlio del defunto Rodolfo, il mai dimenticato industriale mantovano. Con
lei i figli Gaia e Simone. Un
gruppo familiare che in questi
anni è stato visto molte volte a
capo di operazioni industriali in
Italia. Proprio uno dei figli spiega
al giornale che l'operazione è nata in funzione del viaggio di
Matteo Renzi in Iran, allo scopo
di intercettare almeno in parte le
risorse che quel Paese intende investire per il suo rilancio industriale. Infatti la Repubblica Islamica sembra non scherzare
quando dice di aver messo in
conto di spendere 200 miliardi di
dollari nei prossimi 4 anni. Viene
inoltre spiegato che, all'interno
di questa operazione, ci sono altre aziende di cui non si conosce
il nome perchè non sono ancora
registrati ufficialmente. Insommaun buon affare, quasi una magia visto che con 2.500 euro si
possono raggiungere importi di
miliardi. Possibile che con così
poco si possano contrarre operazioni di questa mole? Ora si tratta
di capire chi sono le imprese che
stanno dentro alla sequenza di
Dopo diversi passaggi
societari si giunge alla
Medenergy di Londra,
proprietà della moglie
di Aldo e dei due figli
scatole e contenitori che vede alla fine spuntare i Belleli. Questo
nome per l' Iran è sempre stato indice di garanzia di buoni affari,
fatti con una controparte affidabile, in particolare per il colosso
Jananpars, colui che ha sottoscritto l'accordo quadro con il
Consorzio Bic. Insomma se prima, delle sanzioni internazionali
all'Iran, in affari c'era Belleli
Energy di Mantova, ora, dopo il
ritiro delle sanzioni da parte dei
Paesi europei, ma non degli Usa,
si trova un'al tra Belleli, ma quella del Consorzio Bic. Difficile
capire quali siano le forze effettive dei Belleli.
Da prime sommarie verifiche
Gaia e Simone Belleli risultano
azionisti di "Belleli Engineering
& Construction Limited" di
Londra che lo scorso anno aveva
registrato l'attivo pari a 1 sterlina. Sappiamo però che nel 2009
aveva ottenuto di poter attivare
una centrale ad energia sole nel
Comune di Noto per un investimento di 200 milioni e si erano
occupato di piattaforme di estrazione. Il fatto che non lascia tran quilli è dato dalla sequenza di
scatole dove alla fine spuntano i
Belleli, come si trattasse di rendere difficile l'individuazione di
tutte le società che sono coinvolte
nell'accordo da 5 miliardi.
Un'operazione con troppi punti
non chiari che, lascia prevedere
per il governo l'esplodere di una
grossa grana.
Roberto Baschè
Belleli, dentro b" mWrioeko° gli eredi di R.dollo
Una società, dentro un'altra, dentro un'altra ancora, ma l'enigma è solo all'inizio
Energia
Pagina 6
STESSO REGOLAMENTO
CARPI,
VI E S SOLIERA
fiuti, arrIva la tariffa unica
La differenziata frutta un milh c«ie
Tutti i costi per i cittadini. Premiate le famiglie virtuose
di MARIA SILVIA CABRI
UNICO modello organizzativo per l'intero territorio : sarà presentato in questi giorni alle commissioni consigliare dei Comuni
di Carpi, Novi e Soliera, il Piano
economico finanziario per la gestione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti urbani.
Dunque scompaiono i singoli Piani economici finanziari, sostituiti
da un unico regolamento per il
servizio de raccolta ma soprattutto con i medesimi standard di servizio.
Il servizio raccolta sui tre Comuni
A breve vertice tra comuni,
munici ate e Ai ag sul tema
dell'abbandono dei sacchi
avrà un costo di 12 milioni di euro, suddivisi tra costi fissi e costi
variabili. In particolare i nostri
territori spendono 2,6 milioni di
euro per gestire i rifiuti indifferenziati, e 3,3 milioni per quella dei
rifiuti differenziati.
AL RIGUARDO va notato che,
attraverso la valorizzazione del
materiale raccolto con la differenziata, viene incassato oltre 1 milione di euro, ovvero oltre 336mela
euro dalla vendita della carta e
più di 780mila euro dalla vendita
della plastica.
Infine nella nuova articolazione
tariffaria si conferma un costo a
Competitors
svuotamento del bidone da 120L
nero per le famiglie di 16,36 € e di
4,09 € per i bidoni da 30L; la parte fissa varia in base al numero
dei componenti il nucleo familiare, partendo da 45,49 € per una
utenza singola.
Ai carpigiani sarà applicata una
quota aggiuntiva per coprire i
maggiori costi d'igiene urbana spazzamento e pulizia strade - dovuti alla diversa dimensione rispetto ai territori di Novi e Soliera.
Anche in questo caso la cifra sarà
proporzionata ai membri della famiglia, partendo da 2,14 € per un
solo componente.
«QUESTO SISTEMA premierà
le famiglie virtuose - dichiarano
gli assessori all'ambiente di Carpi, Novi e Soliera, Simone Tosi,
Lorella Gasperi e Caterina Bagni
-: ora l'obiettivo è superare l'85%
di raccolta differenziata ed attestarsi a meno di 60 kg di rifiuto indifferenziato ad abitante annuo,
collocandoci tra i primi Comuni
non solo a livello provinciale e regionale ma anche nazionale». A
fronte del mal costume di abbandonare rifiuti e sporcare le città, si
terrà nei prossimi giorni un vertice tra Amministrazioni, Aimag e
Polizia municipale, per definire
una nuova strategia di intervento: «Daremo un giro di vite ai controlli verso questi `furbetti' - concludono -, poiché, oltre a deturpare l'ambiente e sporcare gli spazi,
ora sono dei veri e propri evasori».
Pagina 7
Acsm <A,gam,
Como blocca Ala
Il consiglio comunale di
Como ha bocciato (16 voti
favorevoli e 16 contrari, la
parità è uno stop come da
regolamento) la scorsa
notte, dopo un dibattito di
cinque ore, la vendita
dell'8,25% di Acsm-Agam al
gruppo Ala. Acsm-Agam è
la multiutility nata dalla
fusione delle ex
municipalizzate di Como e
Monza che distribuisce gas
e acqua e gestisce impianti
di incenerimento rifiuti:
Como detiene il 24,8% delle
azioni. La cessione di una
quota dell'8,25%,
unitamente alla cessione di
circa il 9% da parte dell'altro
socio pubblico, il Comune
di Monza, avrebbe
consentito a Ala, che è già
socio di Acsm-Agam al
23,9%, di arrivare alla
maggioranza.
Competitors
Pagina 8
Il consiglio comunale di Como ha bocciato la delibera per la cessione dell'8,25% del capitale di Acsm
A2A, in stallo l'Opas su Acsm-A
L'operazione prevedeva l'adesione dei comuni di Corno e Monza
Cheo condina
Brusco stop al rafforzamento
di A2AinAcsm-Agam, multiutilitv dei territori di Como e Monza.
Nella nottata di ieri, il consiglio
comunale lariano, per un solo voto, ha bocciato la delibera per la
cessione dell'8,25% di Acsm al
gruppo presieduto da Giovanni
Valotti. La votazione in consiglio,
infatti, si è conclusainperfettaparità (risultato non sufficiente per
A Piazza Affari iltitolo
Acsm-Agam ha scontato
lo stop al rafforzamento
dell'utility milanese
con una flessione del 4,39%
l'approvazione) con un vero e
proprio terremoto a livello politico poiché cinque esponenti della
maggioranza hanno espresso parere negativo. Ovvio che a questo
punto la strada dell'operazione
sia quanto meno in salita, anche se
la partita non è chiusa e potrebbe
riservare ulteriori colpi di scena.
Ma andiamo con ordine. Ieri
sera è finalmente emerso nel dettaglio ilprogetto dellanuovapartnership, sempre sul modello della
"Multiutility dei Territori" incorso di realizzazione con Linea
Competitors
Group. Lo schema, come anticipato daRadiocor Plus, prevedeva
il lancio di un'Opas (Offerta pubblica di acquisto e scambio) di
A2A su Acsm-Agam con i Comuni di Como e Monza, oggi titolari
rispettivamente del 24,8% e del
27,1%%o, che si impegnavano a cedere alla multiutility, nell'ambito
dell'Offerta, rispettivamente
l'8,25°% e il 7,7%%o del capitale. La
transazione tra i Comuni e A2A che ad oggi sono già legati da un
patto disindacato che scadràl'anno prossimo - sarebbe stata tuttavia vincolata al raggiungimento
di almeno il 51% del capitale, a seguito dell'Offerta, da parte della
stessaA2A, che oggi già detiene il
23,9%. Sullo sfondo, tra gli scenari
citati nel progetto, c'era anche
quello di un possibile delisting di
Acsm, ieri in flessione del4,39% a
Piazza Affari, nel caso le adesioni
all'Offerta avessero superato una
certa soglia. Il prezzo dell'eventuale Opas? Al proposito il Tuf
sottolinea che deve essere «non
inferiore a quello più elevato pagato dall'offerente, nei 12 mesi antecedenti alla comunicazione,
per la medesima categoria di titoli» oppure - qualoranon siano stati effettuati acquisti - va preso come riferimento il prezzo medio
ponderato di Borsa degli ultimi 12
mesi. Quest'ultimo è pari a circa
1,44 euro ma a dicembr e A2Ahari-
levato il 2%%% di Acsm-Agam dal
Comune di Monza a i,6 euro. La
nuova governante, invece, prevedeva un amministratore delegato di espressione A2A (come
oggi peraltro) e presidente e vice
presidente nominati dagli entilocali, che avrebbero avuto anche
garanzie sulle delibere di consiglio perle materie più sensibili.
Trai vantaggi del rafforzamento della partnership, la Giunta comasca aveva citato «efficienze
operative, miglior accesso al eredito» e il fatto che Acsm sarebbe
continuata a crescere «portando
piu' dividendi» e diventando il
«veicolo privilegiato» delgruppo
guidato daLucaValerio Cameriano per lo sviluppo di alcuni business nel territorio diriferimento".
A questo punto, ovviamente,
tutto questo impianto è arischio
perché la mancata cessione di
quote da parte del Comune di
Como fa venir meno uno deipilastri che rendeva l'operazione
amichevole in linea con la strategia di A2A sulle partnership
territoriali. In teoria, il Comune
di Monza avrebbe già approvato
nei mesi scorsi una delibera per
vendere fino a17,7"io del capitale,
ma gli addetti ai lavori scommettono che, già nei prossimi
giorni, si lavorerà per riannodare i fili dell'operazione.
Pagina 9
I numeri di A2A
Dati in milioni di euro e variazione assoluta
Ricavi
4.000
ï0
4.500
4.750
5.000
2014
4984
2015
4.921
Margine operativo tordo
1.10
1.- 5
1.050
1.075
1.100
100
200
300
500
'50
1.000
2014
2015
Risultato netto di Gruppo
-100
0
2014
2015
Risultato netto ordinario
0
250
L --------------- -------1------- -------1
2014
2015
Fonte dati societari
Competitors
Pagina 10
Aiamg non discute i risultati della ricerca
ma la stessa acqua è anche a Soliera e Novi
L'acquedotto di
Campogalliano, oltre a
provvedere al consumo idrico
del Comune , serve anche lì
territorio di Novi , di Soliera e di
Moglia . È Aimagad occuparsi
dell'acqua a Campogalliano,
mala multiutilty preferisce
non commentare i dati del
mensile" l Test-Salvagante".
D'altro canto non esiste una
"storia clinica" sul glisofato,
perché secondo la legge non è
una delle sostanze che devono
essere prese in considerazione durante i controlli. il mensile ha
effettuato un test ad hoc per rilevarlo, andando a "pizzicare"
l'Ampa, un derivato del glisofato che, scrive la rivista, «con il
pesticida condivide la stessa tossicità egli effetti a lungo termine
sulla salute umana. Nessuna Regione - prosegue il mensile - ne
cerca la presenza nelle acque potabili , nonostante le
raccomandazioni comunitarie» . Attenzione dunque: si tratta di
raccomandazioni e non di obblighi.
(gib)
BeeoM di pe licüLa ieell'acqon rfxhlc
Competitors
Pagina 11
Consulenzeestipendi
nelle partecipate:
il Consiglio si infia mma
Un Consiglio comunale agitato
perle polemiche su consulenze
esterne e stipendi nelle
partecipate. Nella seduta che
doveva dare il via libera alla
relazione sui risultati
conseguiti dal Comune grazie
al piano di razionalizzazione del
2015 delle società partecipate
ci sono stati anche toni alti
soprattutto nella prima parte,
quando Elisa La Paglia, del Pd,
ha citato Parentopoli
scatenando la reazione del
tosiano Salvatore Papadia che
ha ricordato le assoluzioni degli
imputati. La Paglia, dopo aver
chiesto delucidazioni sulle
consulenze esterne di alcune
partecipate, è stata anche
prima firmataria dell'ordine del
giorno che invitava sindaco e
giunta a «dare incarico alla
Direzione Aziende speciali e
partecipate del Comune di
Verona, alla luce di quanto
avvenuto in questi anni nella
gestione della Fondazione
Arena, di monitorare e
analizzare la stessa al fine di
individuare, ove necessario, le
misure correttive», respinto
con 18 voti contrari, 6
favorevoli e 4 astenuti. È stata
approvata invece la relazione
sul piano di razionalizzazione
del 2015 delle società
partecipate, con 19 voti a
favore, 12 astenuti e 3 contrari:
tra i punti principali del
documento sulle
riorganizzazioni societarie, è
ancora in fase di studio
l'operazione di conferimento di
strutture operative
dell'Azienda speciale Agec in
Agsm Verona Spa. Conclusa,
invece, l'operazione di fusione
di Agsm Trasmissione Srl in
Agsm Distribuzione Spa, con un
risparmi annuo pari a 12mila
euro, mentre è ancora in fase di
completamento il processo di
cessione di Immobiliare
Agsm
Seduta del Consiglio comunale
Magazzini Sri. Il risparmi annuo sui
compensi degli amministratori
delle aziende partecipate dal
Comune è di circa 177 mila euro,
di cui 114 mila per società e 63
mila per altri organismi
partecipati. Troppo pochi secondo
il Pd: «Ci saremmo aspettati molto
di più dal piano di
razionalizzazione», ha detto
Michele Bertucco, mentre Fabio
Segattini ha puntato il dito sulla
questione Immobiliare Magazzini
Srl: «In tanti annidi
amministrazione delle
partecipate non si è ancora riusciti
a concludere questa vicenda».
Richiami e all'amministrazion e
dichiarazione di voti contrari
anche da Ciro Maschio (Fratelli
d'Italia) e Daniele Polato (Forza
Italia). Respinto invece un altro
documento del Pd che chiedeva al
sindaco Flavio Tosi di riaprire le
trattative sulla Fondazione Arena.
Il consigliotornerà a riunirsi la
prossima settimana mercoledì,
giovedì e venerdì, per l'esame di
ben sette proposte di delibera tra
cui l'approvazione del piano
finanziario per la gestione rifiuti
dell'anno 2016, la modifica della
mappatura delle aree pubbliche
ove è vietata la posa dei plateatici,
l'approvazione delle aliquote Imu e
Tasi per l'anno 2016, e per l'esame
del bilancio di previsione
2016-2018 del Comune. L.M.
Pagina 12
POGGIO RUSCO
Raggira l'86enne
con la finna falsa
s contratto
1 POGGIO RUSCO
Ha scelto la sua vittima puntando sull'età: 86 anni e poca
dimestichezza coni complicati contratti di fornitura di energia. I carabinieri di Poggio Rusco al termine di una complessa attività d'indagine hanno
denunciato per truffa e sostituzione di persona un 55enne residente a Bologna, collaboratore esterno di Enel Energia spa
che lia utilizzato i dati anagrafici di un pensionato di 86 anni
di Poggio Rusco per attivargli
un contratto di fornitura di
energia elettrica apponendo
sui documenti una firma falsa.
L'ignaro pensionato non aveva alcuna voglia di cambiare
contratto rispetto a quello che
aveva nella sua abitazione e
non si sarebbe mai aspettato
che quell'uomo dall'aspetto
così gentile arrivasse a raggirarlo. Una volta che il pensionato si è accorto della truffa, i
carabinieri sono entrati in
azione. E dopo alcuni giorni
sono riusciti a risalire all'autore della truffa e a denunciarlo.
Segnalazioni
Pagina 13
Contralto Enel falso,
nei guai un 55enne
POGGIO RUSCO - Aveva
attivato un contratto di fornitura elettrica a un 86enne
di Poggio Rusco, apponendo una firma falsa e ora è
finito nei guai, denunciato a
piede libero per truffa e sostituzione di persona: si tratta di un 55enne di Bologna
che lavora come collaboratore esterno di Enel Energia. Probabilmente per aumentare il numero di clienti
da lui attivati e quindi intascare una maggiore provvigione, aveva architettato
questo raggiro che è stato
comunque scoperto tempestivamente dai carabinieri di
Poggio Rusco.
Sul caso indagano i carabinieri
R,,- X11 v ) ANO
Picchia la moglie e la manda all'ospedale
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Segnalazioni
Pagina 14
I
Si prosegue oggi e domani ma con l'incognita maltempo
Boom alla giornata della terra
Centinaia di studenti per l'apertura della tre giorni ambientale
CASTIGLIONE d/S - Al via la
Giornata mondiale della Terra
e al Parco Desenzani è subito
boom, con centinaia di studenti
aloisiani e provenienti dai centri limitrofi, impegnati in attività ambientali, di riciclo e
creative. Non manca un fiume
di persone intervenute ai primi
appuntamenti . Si prosegue anche oggi e domani ma c'è l'incognita del maltempo - fortunatamente le aree sono per la
maggior coperte da tensostrutture.
Chi avesse scommesso sulla
Giornata mondiale della Terra,
avrebbe sicuramente vinto. Sì
perché ieri è partita la tre giorni
castiglionese dedicata all'ambiente e subito è stato un boom
di scolaresche - provenienti sia
da Castiglione delle Stiviere sia
dai comuni limitrofi - intervenute per le prime attività.
Legno, terra, tappi in plastica,
bricolage, convegni, incontri
pubblici, giochi e attività hanno
per le scuole hanno caratterizzato la prima giornata, che al
Parco Desenzani ha visto affluire centinaia e centinaia di
studenti per tutta la giornata.
Studenti che, come detto, sono
stati impegnati in numerose at-
Alcuni momenti della Giornata mondiale della Terra
tività manuali ma anche in dibattiti e incontri formativi sempre legati al tema dell'ambiente
e del riciclo.
Non è mancato un folto pubblico - composto da non studenti - che per l'occasione è
arrivato nel parco in centro a
Castiglione per curiosare tra gli
espositori ma anche - si spera per imparare e tornare a casa
con qualche consapevolezza e
conoscenza in più su riciclo,
ambiente e buone pratiche. Come noto, per quest'anno sono
stati coinvolti anche i Comuni
di Guidizzolo, Volta Mantovana e Solferino.
Si prosegue anche oggi e domani, ma rimane l'incognita
del maltempo. Le previsioni
del meteo sono abbastanza inclementi: potrebbero essere
due giorni ricchi di pioggia ma
per fortuna la maggior parte
delle attività, proprio per scon-
giurare inconvenienti, si tengono al coperto. Questa mattina
alle 9.30 incontro con il comitato Campagnoli, che si batte
per il no al maxi biogas in progetto nella località lonatese.
Alle 11.30 appuntamento su
consumo di suolo e rigenerazione urbana, alle 15 la presentazione del libro "Open data e
ambiente" e alle 16 incontro
con Libera sui beni confiscati
alle mafie in Lombardia. (gb)
Boomalla glarnaiadella terra e-91ìa1=eZ I
..
. . . , -,.
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Tre giorni <on i vini passiti
Segnalazioni
Pagina 15
Fallimento differenziato
per le società in house
Una struttura ad hoc, con poteri vincolanti, per il controllo e il monitoraggio delle partecipate. Fallimento
differenziato per le società in house che , in ragione
della loro specificità, vanno distinte dalle altre società
a partecipazione pubblica . Coinvolgimento dell'Antitrust, a fianco della Corte dei conti, nella vigilanza sui
procedimenti di razionalizzazione periodica e revisione straordinaria delle partecipazioni . Maggiori chiarimenti sul destino delle società strumentali che, va precisato , continuano ad essere ammesse, a cominciare
da quelle regionali , onde evitare entrate a gamba tesa
nelle competenze dei governatori . Il parere del Consiglio di stato sullo schema di decreto Madia di riforma
delle partecipate è positivo , ma sono molti i rilievi di
cui i tecnici del governo dovranno tenere conto nel
predisporre il testo da inviare alle camere. Secondo i
giudici di Palazzo Spada , il dlgs attuativo della legge
delega di riforma della p.a. (legge 124/2015) «va nella
direzione giusta di semplificare il frammentario quadro normativo esistente e di eliminare le moltissime
società inutili, mantenendo solo quelle che svolgono
un'utile attività di servizio pubblico». Tuttavia, è lungo l'elenco di correzioni richieste dal supremo organo di giustizia amministrativa . A cominciare proprio
dall'assenza di un sistema di controllo e monitoraggio
in grado di assicurare efficacia nella fase di attuazione
della riforma. Servono dunque strumenti più incisivi
con l'individuazione di una struttura ad hoc , preposta
in modo specifico allo svolgimento delle verifiche. E
ancora, viene chiesto di eliminare dal testo la possibilità per le amministrazioni di acquisire , per fini
di investimento, partecipazioni in società tramite il
conferimento di beni immobili, allo scopo di evitare
l'elusione della nuova disciplina che vieta alle società
a partecipazione pubblico, lo svolgimento di attività di impresa. Sul sistema di responsabilità , palazzo
Spada auspica che venga definito con più precisione il
riparto di giurisdizione tra Cassazione e Corte conti
sulla responsabilità degli enti. In particolare , secondo il Consiglio di stato, dovrebbe essere chiarito che
«soltanto il danno diretto al patrimonio dell'amministrazione pubblica, e non anche quello indiretto,
può giustificare l'attribuzione della giurisdizione della
Corte dei conti».
Segnalazioni
Pagina 16
Dai giudici parere favorevole ma «allarme» su attuazione ed eccezioni
_va, nuovo ok alla riforma delle partecipate
Gianni Trovati
MILANO
Pochi giorni dopo ilvialibera
da parte di Regioni ed enti locali
per il testo unico sulle partecipate arriva anche il via libera del
Consiglio di Stato . Come accaduto alla maggioranza degli altri
provvedimenti attuativi della riformaMadiagiàpassati sul tavolo dei giudici amministrativi, il
parere è ricco di osservazioni sulle parti ritenute zoppicanti o a rischio costituzionalità.
Le maggiori «criticità rilevanti» vengono individuate nel fatto
che manca unsistemacertoperil
monitoraggio degli effetti della
riforma. Nel decreto, certo, una
struttura per il controllo sulla riforma è prevista, ed è stata collocata al ministero dell'Economia
dopo una lunga discussione interna al governo, ma per il momento rimane nel vago sia nella
sua individuazione sia nei criteri
e nei poteri che devono guidare
la sua attività. Senza precisare
questi aspetti, sostengono i giudici, è impossibile centrare davvero gli obiettivi di privatizzazione e liberalizzazione che ispirano la riforma.
Per le stesse ragioni vanno corrette le deroghe che escludono
unaserie di realtàdall'applicazione delle nuove regole. Il testo approvato inprimaletturaaPalazzo
Chigi lascia espressamente inalterate le discipline di settore
scritte ««in leggioregolamentigovernativi o ministeriali», ma il
Segnalazioni
Consiglio di Stato chiede di limitare la geografia delle esclusioni: a sopravvivere devono essere
solo le regole previste dalla legge
primaria, e le deroghe devono essere atempo. Anche per le società
statali escluse a priori dalla riforma, ed elencate in un allegato al
decreto, il governo è chiamato a
«chiarire le ragioni» dell'esclusione: in gioco ci sono nomi importanti nel panorama delle
aziende di Stato come Anas, Invitalia, Sogin, Invimit, ma anche re-
altà più piccole come Eur Spa,
Arexpo, oltre a Coni servizi.
Al parere non sfugge poilaquestione cruciale del ruolo della
Corte dei conti. Sul punto il testo
ha ballato parecchio, e laversione
finale prevede la possibilità del
danno erarialepertuttii casiincui
la cattiva gestione colpisce conti
o patrimonio dell'ente socio. Il tema è delicato, e igiudici chiedono
di fare chiarezza: la Corte dei
conti, secondo il parere, dovrebbe intervenire solo sui danni «di-
retti» all'ente, recuperando quindi la formula prevista nelle prime
versioni del testo, e il governo dovrebbe dire una parola definitiva
sulla possibilità per la Corte dei
conti di contestare il danno erariale in tutte le società inhouse.
Sul piano della concorrenza,
poi, i giudici suggeriscono un sistemadivincoligraduati, che premi chi si è sottoposto a gara e
stringa invece sui titolari di affidamenti diretti: un'indicazione,
questa, arrivata anche dalle amministrazioni locali, che chiedono anche di abbassare da un milione a 5oomila curo la soglia di
fatturato sotto la quale scattal'obbligo di alienazione.
[email protected]
Pagina 17
Non si placa la polemica tra Pd e 11155 sulla legge attuativa del referendum del ?011
La baiiaglia dell'acqua. pubblica
Cad e i l t abù̀ d ell 'irri lev an za econ om ic a . C o mu ni li b eri
Pagina a cura
DI FRANCESCO CERISANO
ffidamenti diretti
mai, sempre, forse.
E questa, in estrema
sintesi, la parabola
compiuta dal legislatore in
materia di acqua pubblica.
Una piroetta normativa frutto di due visioni diametralmente opposte sulle modalità di gestione del servizio
idrico integrato, con il referendum del 2011 a fare da
spartiacque.
In cinque anni si è passati
da un eccessivo favor verso i
privati, che limitava al massimo le ipotesi di affidamento
diretto e di gestione in house
del servizio idrico (era questo
il senso dell'art.23 bis del dl
138/2011, spazzato via dalla
consultazione referendaria,
l'ultima ad aver raggiunto il
quorum) ad una altrettanto
eccessiva preferenza per le
gestioni pubbliche, fino a
una soluzione di compromesso (motivata dall'esigenza
di non appesantire ulteriormente il deficit statale) che
lascia gli enti locali liberi di
decidere.
Nel testo approvato in prima lettura mercoledì dalla
camera (si veda ItaliaOggi
del 21/4/2016), la proposta
di legge sulla «tutela, il governo e la gestione pubblica
delle acque» recepisce i rilievi mossi dalla commissione bilancio di Montecitorio,
preoccupata che l'eccessivo
favor verso le gestioni interamente pubbliche potesse
addirittura mettere a rischio
il rispetto dei vincoli di bilancio chiesti dall'Ue.
Per questo l'inciso in cui
si disponeva che «in via
prioritaria è disposto l'affidamento diretto in favore di
società interamente pubbliche in possesso dei requisiti
prescritti dall'ordinamento
europeo per la gestione in
house e comunque partecipate da tutti gli enti locali
ricadenti nell'ambito territoriale ottimale» è stato
modificato prevedendo che
l'affidamento «può avvenire
in via diretta in favore di
società interamente pubbliche». Una formulazione salomonica che lascia aperte
tutte le possibilità: gestione
in house o concessione ai privati con gara senza esprimere una predilezione per nessuno dei due modelli.
Troppo per il Movimento 5
Stelle che ha accusato il Pd e
la maggioranza di aver stravolto un testo (di cui proprio
una deputata pentastellata,
Federica Daga , risultava come prima firmataria)
che invece avrebbe dovuto
rappresentare la naturale
attuazione della volontà referendaria. Come? Prevedendo l'obbligo di trasformare i
soggetti gestori
da spa in aziende
speciali e sancendo il principio secondo cui il
servizio idrico «è
privo di rilevanza economica» e
quindi può essere affidato solo a
soggetti pubblici.
Un'impostazione,
secondo il Pd, troppo ideologica e in ogni caso eccessiva
rispetto ai quesiti referendari del 2011 che avevano ad
oggetto la priorità ai privati
nelle concessioni e la remunerazione del capitale, ma
non la nazionalizzazione dei
soggetti gestori.
E così è arrivata la prima
picconata in commissione
ambiente, con la cancellazione della norma che dichiarava l'acqua priva di rilevanza
economica. I grillini e i comitati per l'acqua pubblica, che
avevano promosso la proposta di legge, hanno gridato
al tradimento della volontà
referendaria e i deputati
M5S hanno subito ritirato
la propria firma dal testo
ritenendo la definizione del
servizio idrico il cloud del
provvedimento. Abrogando
l'art.23-bis del dl 138/2011,
il referendum aveva infatti
bocciato la tesi secondo cui
il servizio idrico poteva essere considerato alla stregua
di un qualunque servizio
pubblico locale di rilevanza
economica. L'acqua, secondo
referendari e grillini, doveva
invece essere «priva di rilevanza economica». E tale è
stata fino al cambio di rotta imposto dal Pd. Che l'ha
trasformata in un «servizio
pubblico locale di interesse
economico generale assicurato alla collettività». Una
definizione molto complessa
che però, si giustificano i deputati dem, oltre a
essere rispettosa
delle direttive Ue
in materia di contratti pubblici nei
cosiddetti settori
speciali, non cambia il senso delle
cose: l'acqua resta
pubblica perché
nel testo approvato mercoledì dal-
morosi. I quali, se non pagano per ragioni di comprovata indigenza, non potranno
subire il distacco dalla rete.
«Se viene detto chiaramente
che il bene acqua è pubblico, le reti sono pubbliche, la
funzione è pubblica, dov'è
la privatizzazione?», replica Enrico Borghi , autore
dell'emendamento che ha
portato alla rottura con i
grillini. «I 5 Stelle e Sel»,
prosegue, «sono convinti che
l'unico modo per attuare i
referendum del 2011 sia la
trasformazione dei soggetti
gestori in aziende speciali,
con conseguente obbligo di
liquidazione di tutti i privati che hanno quote in società
miste. Questo sì che sarebbe
un danno per le casse dello
stato perché si dovrebbero
pagare penali salatissime
per il lucro cessante. Noi invece pensiamo che i comuni
debbano essere lasciati liberi
di decidere. Questo non vuol
dire tradire il referendum».
La battaglia dell'acqua tra
Pd e 5 Stelle è solo all'inizio. Al senato se ne vedranno
delle belle.
la camera, si è giustificato il
relatore dem Massimiliano
Manfredi, «non c'è nessuna
nazionalizzazione e nessuna
reintroduzione della remunerazione del capitale ai
privati».
Anzi, si difende il Pd, nel
testo si dice espressamente
che l'acqua è un bene pubblico e finito, ragion per cui viene sancito il principio secondo cui l'uso per il consumo
umano, per l'agricoltura e
per l'alimentazione animale
sono prioritari rispetto agli
altri. E si riconosce (si veda
ItaliaOggi del 21/4/2016) un
minimo vitale di acqua (50
litri al giorno a persona) da
garantire gratuitamente a
tutti gli utenti, anche a quelli
Fdllo camcro ritmo si olia poi
Fino a 50 l itri <rl m'ï ,i ite< <<
Da ìtaiìaOggi dei 21 aprile 2016
Acqua: Scenario
Pagina 18
MONTICHIARI. Edilquattro: il Consiglio di Stato accoglie la richiesta di sospensiva della Regione
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«L'indice dì pressione è in linea con le leggi europee
e risponde alla necessita di difendere l'ambiente»
Ro : «Il buonsenso ha sconfino le lobby dei rifluti»
Cinzia Reboni
La battaglia legale contro
l'offensiva delle discariche segna un punto a favore di Regione, Comuni e cittadini.
Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva degli effetti della sentenza
del Tar che aveva «cancellato» l'indice di pressione, ossia il parametro introdotto
dal Pirellone per impedire
l'apertura di nuovi siti di
smaltimento in aree già soffocate dai rifiuti.
1 GIUDICI
MINISTRATIVI di
Milano avevano bollato come «illegittima» la norma regionale spianando la strada
alla richiesta di ampliamento di 497 mila metri cubi della discarica Edilquattro a
Montichiari, autorizzata originariamente per una capacità di 8 70 mila metri cubi di
rifiuti inerti, tra i quali le terre al Pcb provenienti dalla zona Caffaro. In attesa del giudizio sul merito, il Consiglio
di Stato ha già ribaltato le
conclusioni del Tar. Il massimo grado della giustizia amministrativa ha affermato
nel dispostivo che l'indice di
pressione «non solo e coerente con la legge nazionale e la
direttiva europea, ma risponda in maniera precisa alla necessità di evitare una eccessiva concentrazione degli impatti ambientali su determinati territori - spiega l'assessore regionale all'Ambiente
Claudia Terzi -. É una grande
vittoria non solo di tutti i comitati, associazioni e Comuni che insieme a noi hanno
lottato per veder riconosciu-
Rifiuti: Scenario
ta la legittimità di questa norma innovativa ed efficace,
ma per tutta la Lombardia».
«IL CRITERIO localizzativo del
fattore di pressione - spiega
ancora Claudia Terzi - non
impedisce la realizzazione di
discariche sull'intero territorio regionale, ma è un criterio specifico, che si basa su valutazioni tecniche e ainblentali per garantire una governale del territorio lombardo, soprattutto sotto il profilo della tutela dell'ambiente e
della salute dei cittadini. Se
dunque un territorio è già saturo come quello di Montichiari, allora viene esclusa
qualsiasi possibilità di realizzare nuovi impianti».
Il ricorso della Regione è stato sostenuto anche dalla Provincia di Brescia rappresentata dagli avvocati Magda Poli
e Francesco Storace, dai Comitati ambientalisti - Sos Terra Montichiari, Cittadini Calcinato, Difesa salute e ambiente, Coordinamento Ambientalisti Lombardia, Salute e ambiente Calcinato - attraverso l'avvocato Alessandro Asaro, dai Comuni di Bedizzole, Calcinato, Carpendolo, Ghedi, Bagnolo, Montichiari e Castenedolo rappresentati da Mario Gorlani e
Ilaria Romagnoli, e infine da
Italia Nostra, Legambiente e
Ww•f Bergamo-Brescia assistiti avvocati Paola Branibilla e Pietro Garbarino.
«Ha vinto il buon senso commenta Fabio Rolfi, vicecapogruppo della Lega Nord
in Consiglio regionale -:
l'ambiente e la salute hanno
avuto la meglio rispetto agli
aspetti prettamente economici e alle disquisizioni giuridiche sulla competenza istituzionale nel fissare criteri loca-
lizzativi. Questa è una decisione importante che dà forza giuridica alle scelte politiche compiute dalla Regione
in materia di impianti di
smaltimento, tutelando in
modo efficace, attraverso il
fattore di pressione, i territori compromessi. La materia conclude Rolfi - non può essere di sola competenza statale,
i territori non possono essere
scavalcati conce vorrebbe
qualche lobby del rifiuto».
A riprova che il sostegno
all'indice di pressione sia bipartisan, esprime soddisfazione anche Gianantonio Girelli, consigliere regionale
del Pd: «Il caso di Montichiari è emblematico - spiega -,
ma ora varrà una volta per
tutte in ogni altra situazione
analoga, almeno per quanto
riguarda la Lombardia». Il
deputato del Pd Miriamn Cominelli osserva: «È un primo
importante passo per evitare
una nuova ferita nel bresciano, una provincia che ha già
dato troppo dal punto di vista ambientale».
«FINALMENTE i cittadini di
Montichiari possono tirare
un sospiro di sollievo - osserva il sindaco Mario Fraccaro
-. Ci conforta è la motivazione inserita nell'ordinanza,
che "sposa" le nostre tesi circa la situazione gravemente
compromessa del territorio». Il Consiglio di Stato parla di «appello cautelare che
prospetta delicate problematiche giuridiche da vagliare
sollecitamente nella sede propria del merito», sospendendo l'esecutività della sentenza del Tar. E ora? «É presto
per cantar vittoria - conclude
Fraccaro -: ci auguriamo che
la prossima udienza di valutazione del merito, prevista a fine anno, possa confermare
nuovamente la nostra posizione». e
Pagina 19
Riconosciuta
la legittimità
di un innovativo
strumento di tutela
del territorio
CLAUDIA TERZI
ASSESSORE REGIONALE ALL'AMBIENTE
Un primo
passo importante
per scongiurare
l'ennesima ferita
ad aree vulnerabili
MIRIAMCOMINELLI
DE PUTATO DEL PD
Rifiuti: Scenario
Pagina 20
Snani Rete Gas
Alverir presidente
L'assemblea degli azionisti
della società controllata di
Snam, Snam Rete Gas, ha
nominato Marco Alverà
presidente in sostituzione
di Carlo Malacarne, che ha
rassegnato le proprie
dimissioni.
Lo ha comunicato Snam
che indica anche la
conferma dei vertici di
Italgas, Stogit e Gnl Italia.
Nel dettaglio, Marco
Reggiani e Luca Schieppati
restano, rispettivamente,
presidente e
amministratore delegato di
Italgas. Alla Stogit vengono,
invece, confermati Antonio
Paccioretti come presidente
e Paolo Luigi Bacchetta
come amministratore
delegato.
Mentre Marco Galletti è
confermato presidente e
amministratore
delegato di Gnl Italia.
Energia: Scenario
Pagina 21
Francia
Edf, aumento di capitale
da 4 miliardi di euro (con l'Eliseo)
e piano di tagli da un miliardo
x
Un nuovo piano di taglio dei costi fino a un miliardo entro
il 2019 e un aumento di capitale da circa 4 miliardi di euro.
Sono i progetti di Edf (nella foto il Ceo Jean-Bernard Lévy), il
maggiore produttore e distributore di energia in Francia. Il
piano prevede anche la riduzione per 2 miliardi di euro degli
investimenti previsti per il periodo 2015 -2018 e un
programma di cessioni di 10 miliardi di euro entro il 2020,
incluso un cambiamento nel capitale di Rte, ovvero una
cessione totale o parziale del gestore della rete elettrica di
alta tensione . Lo Stato francese sottoscriverà l'aumento di
capitale di Edf per circa 3 miliardi di euro . Indiscrezioni su un
nuovo piano di risparmi , voluto dallo Stato francese,
principale azionista del gruppo , erano uscite proprio nei
giorni scorsi . Secondo Le Figaro il gruppo stava lavorando
su due canali : un intervento sulle remunerazioni dei
lavoratori e un taglio delle piante organiche . Mercoledì
scorso c 'era stata una riunione ministeriale all'Eliseo prima
del consiglio di amministrazione di Edf, che ha confermato il
piano di taglio dei costi e l 'aumento di capitale.
RIPRODUZIONE RISERVATA
9
Energia: Scenario
Pagina 22
Chivasso impianto-pilota per produrre più corrente con meno sprechi
Energia, tecnologia Ge
per le centrali di Ala
Il modello italiano
sarà proposto
agli impianti
di tutto il mondo
Jacopo Giliberto
L'Italia, l'azienda energeti
ca Ala, la centrale elettrica di
Chivasso (Torino), sperimentano prime al mondo una nuova
tecnologia che la Ge (General
electric) ha appena messo a
punto per produrre più corrente con meno sprechi, meno
combustibile, meno emissioni e
meno costi.
Risultato. La centrale di Chivasso erafuori mercato come decine di centrali a metano ad alta
efficienza, stava sempre spenta
perché i costi di produzione superavano le quotazioni del chilowattora alla Borsa elettricaitaliana, schiacchiata dalla sovrap-
Energia: Scenario
produzione elettrica. Ora ha ripreso a funzionare, a generare
fatturato. Quanto? Luca Valerio
Camerano, amministratore delegato di A2a,nonvuole dire questo dato "sensibile", ma ieri con
Paul McElhinney, irlandese, presidente e amministratore delegato della Ge Power Services,
stavano facendo i conti dell'esperienza condotta a Chivasso. «Adotteremo questa tecnologia nelle altre nostre centrali, a
Sermide, aCassano,nellacentrale di Ponti sul Mincio», dice Camerano. E McElhinney aggiunge: «La sperimentazione di questa "trasformazione industriale"
ora sarà proposta alle centrali
elettriche di tutto il mondo».
La tecnologia si chiama Digital Power Plant Operations Optimization, si basa su un'integrazione tra big data dell'informatica e il vil metallo degli impianti. Software e cacciavite. Il
sistema gestisce la centrale per
renderla redditizia su consumi,
emissioni, modo di produrre,
tempi di manutenzione. La produzione - questa la particolarità
più appetibile - diventa più flessibile e veloce.
Il vantaggio si ha quando di
mattina l'avviare delle fabbriche fa salire di corsala domanda
di corrente e i prezzi del chilowattora, e quando la sera il calar del sole fa spegnere le centrali fotovoltaiche: per essere
competitive, le grandi e lente
centrali elettriche devono avere un'accelerazione da automobili sportive e fare gli zero-cento in un battibaleno.
Le altre centrali a metano, con
la ripresa spompata, sono costrette arestare spente, altrimenti bruciano gas senza riuscire a
vendere un chilowattora. Con
questa tecnologia, invece, si arriva a funzionare nelle 2mila più lucrose ore dell'anno, quelle ben
pagate delle accelerazioni fulminanti e delle frenate brusche.
La centrale A2a di Chivasso
fu costruita negli anni'5o con i
fondi Erp del Piano Marshall
dalla Sip, la Società idroelettricapiemontese che conlanazionalizzazione elettrica del '63
dovette cedere le centrali e dedicarsi ai telefoni. Montava la
prima turbina General Electric
italiana. «È un rapporto che abbiamo da 6o anni e ora consolidiamo per i prossimi 6o anni»,
sorride McElhinney. Ammodernata pochi anni fa, oggi la
centrale di Chivasso è capace
di 1.179 megawattma dal2ol3 fino all'adozione della tecnologia Ge è rimasta sempre spenta
per motivi di mercato.
Un cenno economico alle due
aziende. Per il rinnovo tecnologico delle centrali l'A2a dovrebbe investire circa 40 milioni. La
Ge Power Services, rilevate le
attività dell'Alstom, ha sede a
Baden in Svizzera, vale 15 miliardi di dollari e impegna 26mila
persone in 15o Paesi.
0 RI P RODOIIONE RIIeRVAIA
Pagina 23
È atteso a giorni in Portogallo il primo carico di Gnl americano all'Europa
L'arrivo del gas dagli Stati Uniti
fa temere una guerra dei prezzi
Export record da Russia e Norvegia, l' gerla triplica i volumi l'It la
Sissi eeuomo
mma Parlare di guerra del gas forse
è eccessivo, anche se molti analisti non esitano a definirla così. Di
certo sul mercato qualcosa si sta
muovendo: igrandifornitoridell'Europa - Russia, Norvegia, Algeria e Qatar - sono sulla difensiva di fronte ai fiumi di Gas naturale liquefatto (Gnl) che minacciano di arrivare nel Vecchio
continente, un territorio che fino
a poco tempo fa consideravano
alla stregua di una riserva di cacciaprivata e inviolabile.
Basta osservare i flussi nei gasdotti per osservare che c'è un
grande fermento. L'export di gas
algerinoverso l'Italia èimprovvisamente più triplicato, tornando
ai livelli di tre anni fa e spiazzando
forniture concorrenti in arrivo
dal Nord. Mosca e Oslo d'altra
parte, nonostante il recente passo indietro sul nostro mercato,
esportano da mesi volumi record, contribuendo a deprimere i
prezzi, già molto bassi, del combustibile.11 tutto proprio mentre
in Europa sta arrivando il primo
carico di Gnl «made in Usa»: la
metani era Creole Spirit, salpatail
15 aprile dal terminale Sabine
Pass di Cheniere, in Louisiana, è
attesa a giorni in Portogallo.
Mosca come Riad?
La coincidenza di eventi sta offrendo nuova linfa alla teoria secondo cui sul mercato del gas si
starebbero scatenando le stesse
dinamiche che ormai da due anni
condizionano quello del petrolio: i produttori abasso costo impegnati in una lotta all'ultimo
sangue per difendere le quote di
mercato, di fronte alla minaccia
dello shale americano (inteso
Energia: Scenario
stavolta come shale gas, invece
che shale oil).
Nel ruolo dell'Arabia Saudita
in questo caso ci sarebbe la Russia: nonostante tutte le sue difficoltà, Gazprom - grazie anche allasvalutazione delrublo-hacosti
di estrazione e di trasporto molto
bassi.Inoltre haunacapacitàproduttiva di riserva (la cosiddetta
spare capacity) dibenioomiliardi di metri cubi di gas, pari a quasi
un quarto del suo output e circa il
3%io dell'offerta mondiale.
Ilfattoreshale
Inre altà nelbreve termine nessuno si attende volumi importanti
di Gnl dagli Stati Uniti. Nonostante il grande valore simbolico
(e politico) della prima fornitura
americana, i tradizionali fornitori europei per ora sono minacciati soprattutto dal gas liquefatto spesso gatarino - che un tempo
sarebbe andato in Asia, ma che
oggi è stato spiazzato dallo sviluppo impetuoso delle forniture
australiane, che giungono sul
mercato in una fase di consumi
deboli.
Anche se l'arcinemico stavolta
non fosse lo shale, vedere la Russia alla guida di una guerra dei
prezzi è comunque uno scenario
suggestivo. Tra quanti lo suggeriscono ci sono peraltro analisti
autorevoli, Thierry Bros di Société Générale, secondo cui Mosca dovrebbe sacrificare appena
1,3miliardi di dollari di introitiper
riuscire atenere i1Gnl americano
lontano dall'Europa. «I russi- afferma Bros - hanno fatto i loro
conti e sanno di poter vincere».
Gazprom nega di voler aprire
le ostilità. «Non abbiamo nessun
bisogno di lanciare una guerra
dei prezzi - ha assicurato in febbraio il vicepresidente Alexander Medvedev - Siamo molto rilassati nei confronti del Gnl Usa
anche se restiamo vigili». In realtà, fonti vicine a Gazprom hanno
riferito al Sole 24 Ore che il colosso russo sarebbe orientato a una
strategia diversa da quella saudita, ossia conquistare un ruolo più
attivo sui principali hub del gas
europei in modo da avere maggiore influenza sui prezzi spot.
I suoi dirigenti sono particolar-
3
Grazie a costi molto bassi
e capacità di produzione
in eccesso , Gazprom
in teoria potrebbe replicare
le strategie dei sauditi
............................................................................
mente irritati dalle «speculazioni di operatori midstream», che
rivendono forniture contrattuali
russe sugli hub, non solo deprimendo i prezzi, maneutralizzando l'efficacia delle clausole take
or pay (che impongono penali ai
clienti che non ritirano una quantitàminima di gas).
Comunque stiano le cose, è indubbio che in Europa stiamo assistendo quanto meno a una difesa delle posizioni sul mercato.
«È chiaro a chiunque - osserva
Jonathan Stern, dell'Oxford InstituteforEnergyStudies - che se
fallissero aprirebbero le porte a
più Gnl,non solo Usamaqualsiasi Gni».
La Russia, che si è dimostrata
molto disponibile nel rinegoziarei contratti, nel2o15 ha aumentato le esportazioni dell'8,2°io al re-
corddii58,6miliardidimetricubi
e quest'anno i suoi volumi sono
ancora in forte aumento, così come quelli della Norvegia.
La riscossa dell'Algeria
Ora l'Algeria sembra essere venuta allariscossa, sulfrontemeridionale dell'Europa: l'export attraverso i gasdotti che la collegano a Italia e Spagna è improvvisamente esploso da inizio aprile,
dopo che da anni si era ridotto al
lumicino, in modo che sembrava
strutturale visti i crescenti consumi interni e il declino deigiacimenti. I dati Snam Rete Gas mostrano arrivi quasi sempre superiori a 5o milioni di mc al giorno,
con punte superiori a 62 milioni,
un record da 3 anni. La media
giornaliera nel 2015 era stata di 19
milioni di mc. In parallelo l'import dalla Russia è sceso fino aun
minimo di 46,5 milioni di mc, dai
77 milioni del r° trimestre, quello
dal Nord Europa via Svizzera fino a 6,3 milioni, un terzo rispetto
al mese scorso.
Il motivo potrebbe essere banale: a fine marzo, spiegan o fonti
riservate, è scaduta una moratoria di due anni sui take or pay, che
i clienti italiani (e forse anche
spagnoli) avevano concordato
con l'algerina Sonatrach, che a
differenza di Gazprom nonvoleva invece cedere sul fronte dei
prezzi. Orale clausole sono dunque tornate in vigore. Altri esperti aggiungono che, aivalori attuali, gli algerini non hanno convenienza a liquefare il gas, dunque
ne inviano maggiori quantità via
pipeline. Niente guerra dei prezzi, insomma. Forse.
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«COME PARLAMENTARE E MIO COMPITO
TUTELARE LE AZIENDE DEL TERRITORIO.
HO FATTO INTERROGAZIONI PER TANTE IMPRESE»
Giova r i si difende: « i so
speso per la Bianchiní co le per altre aziende»
E' STATO
risveglio amaro quello di ieri mattina per
Carlo Giovanardi . Sul settimanale l'Espresso, infatti, sono apparsi alcuni stralci dei verbali delle audizioni del
capo di Gabinetto della Prefettura di Modena (non indagato), Mario Ventura, secondo cui il senatore avrebbe
fatto ripetute pressioni per riammettere la di tta Bianchini nella white list. Il corposo rapporto dell'A rma parla
del senatore come «fautore di una inspiegata azione politico-istituzionale che ha contribuito a creare una cortina
di diffidenza e di pressioni sul prefetto di Modena affinché procedesse a restituire il salvacondotto a Bianchini». Lo stesso Ventura ammette che il senatore ha più
di VINCENZO MALARA
E' UN FIUME in piena il senatore
Carlo Giovanardi. Nel suo studio in
centro storico si difende tout court dalle presunte pressioni, rivelate dal settimanale L'Espresso, per fare riammettere a tutti i costi nella white list la ditta di Augusto Bianchini, imputato al
processo Aemilia. Telefonate continue in prefettura, interrogazioni parlamentari ad hoc, regali a suo favore,
dal rapporto depositato dall'Arma
dei carabinieri emerge un quadro intricato e imbarazzante per Giovanardi, compresi alcuni stralci dell'interrogatorio rilasciato dal capo di Gabinetto della prefettura, Mario Ventura
(non indagato). «Chi si è permesso di
scrivere certe cose? - esordisce furioso il senatore, trattenendo a fatica il
suo gesticolare - Chi è quel carabiniere che ha osato scrivere di una mia 'inspiegata azione politico-istituzionale?». Per Giovanardi non ci sarebbe
nulla di ambiguo: «Ho fatto il mio dovere di parlamentare, mi sono speso
per le aziende del mio territorio e per
cambiare un meccanismo della white
list che considero troppo penalizzante. Ho depositato interrogazioni parlamentari per tutte le aziende colpite
da interdittiva antimafia. Non solo
per la Bianchini, ma anche per la Baraldi, la Cpl, la Geco, la Resintec, a
cui le misure sono state poi revocate».
Il senatore è chiaro: «Rifiuto l'imma-
Cpl Concordia
«REGALI DAI FIGLI Di BIANCHI NI ?ASSOLUTAM ENTE
FALSO: NON HO MAI RICEVUTO NIENTE
DA NESSUNO. LI HO VISTI SOLO UNA VOLTA»
volte sostenuto «che la Bianchini fosse del tutto estranea al fenomeno della criminalità organizzata . Ciò ha fatto sia tramite chiamate, sia presentando interrogazioni
parlamentari». Nell'articolo si parla di un Giovanardi
che telefonava come «un martello pneumatico » ogni volta che l'impresa di San Felice depositava un'istanza di
revisione dell'interdittiva . Si fa poi riferimento alla presunta vicinanza di Augusto Bianchini al senatore, al punto che l'imprenditore avrebbe più volte contattato il politico sia da uomo libero che da dietro le sbarre, suggerendo ai suoi figli di passare dal politico per consegnargli un
regalo.
gine di una Emilia-Romagna piegata
alle richieste della 'Ndrangheta e le
mie azioni rientrano nel pieno del
mio ruolo politico. Non dimentichiamo - aggiunge - che se la Cpl non è
fallita è merito mio grazie all'approvazione della norma che introduce la figura del commissario nelle imprese
colpite da interdittiva». Giovanardi
torna più volte sul funzionamento
della white list: «Anche il commissario Cantone in una recente intervista
mi ha dato ragione sul fatto che va rivista. Non è possibile che se un imprenditore ha un lontano parente indagato o condannato sia automaticamente escluso da ogni tipo di commessa: così si mettono a rischio aziende e posti di lavoro». Inoltre - aggiunge - quando mi sono interessato della
vicenda, Augusto Bianchini non era
accusato di nulla. Ora c'è un processo
e sono il primo a dire che i giudici faranno il loro lavoro». Giovanardi cita
poi il caso della Safi di Melegnano,
azienda che nella Bassa si spacciava
come accreditata della prefettura per
revocare le interdittive: «Sono contento che l'Antimafia sta indagando:
fui proprio io a fare i nomi al colonnello della Finanza e al procuratore
della Repubblica». Ma ci sono state
davvero le ripetute telefonate a Ventura e al prefetto? Giovanardi non ci
pensa un secondo e ammette: «Certo,
era mio compito tutelare il territorio
e le sue imprese, cercando di far sbloccare situazioni che rischiavano di
mandare tante persone in mezzo a
una strada». Non mancano gli affondi diretti alla prefettura : «Non ho condiviso alcune scelte di Di Bari, come
la richiesta di scioglimento del Comune di Finale. Il Governo le ha respinte: allora vuol dire che sono tutti mafiosi anche al ministero ? E come ci
spieghiamo che imprenditori come
Cantile e Piccolo della Pica sono costretti a girare con la scorta per avere
denunciato i boss, ma sono ugualmente esclusi dalla white list? Chi ha sbagliato? Vedete che c'è qualcosa che
non va?». Infine, c'è la storia del presunto regalo che i figli di Bianchini
avrebbero consegnato al senatore. E
qui Giovanardi torna a parlare di calunnie e menzogne : « Io non ho ricevuto mai, ripeto mai, regali da nessuno. I suoi figli sono venuti a trovarmi
in ufficio solo per scusarsi di come si
era evoluta la vicenda poi nient'altro».
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Augusto Bianchini
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