80 farmacinema:60

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80 farmacinema:60
F A R M A C I N E M A
Posti in piedi
in Paradiso
Torna sugli schermi Carlo Verdone che, dopo qualche
prova opaca, ritrova lo smalto dei tempi
migliori, anche grazie a un ottimo cast.
E il riferimento a malattie e farmaci non manca mai
DI GIUSEPPE TANDOI
V
erdone ipocondriaco? Macché, semmai cultore, da dilettante, delle
scienze mediche e farmacologiche. Così replicava in una recente intervista il regista romano ai giornalisti che lo pungevano sui soliti cliché
del malato immaginario e dell’ansioso cronico. Chi non ricorda l’abbuffatta di
tranquillanti con Margherita Buy in Maledetto il giorno che ti ho incontrato?
Certo è che medici, medicine e malattie più o meno psicosomatiche non mancano mai nelle pellicole di Verdone, anche in quest’ultima, appena uscita sugli
schermi: Posti in piedi in Paradiso.
In breve, la trama. Tre uomini separati con figli, di età e status sociale diversi,
si trovano a condividere lo stesso, sgarrupatissimo, appartamento alla periferia di Roma, allo scopo di risparmiare qualche soldo e garantire alle ex mogli
il mantenimento mensile. Il trio è assai variegato: un produttore musicale ridottosi a vendere dischi d’epoca e cimeli di rockstar defunte - Jim Morrison in
primis - in un negozietto quasi sempre deserto (Verdone); un giornalista che,
causa flirt telematico con la moglie del direttore, è finito dalla critica cinematografica al gossip (Pierfrancesco Favino); infine, il più spassoso, un agente immobiliare, con due famiglie a carico e un’attività da gigolò per arrotondare
(Marco Giallini). La convivenza è difficile e fonte di situazioni grottesche, soprattutto quando ne è protagonista l’agente immobiliare, la cui cialtroneria finisce con il contagiare anche gli altri due inquilini, inizialmente più composti e
discreti. Cruciale il momento nel quale il personaggio di Giallini, reduce da una
seduta a sfondo sessuale, si sente male e confessa di aver abusato di una famosa “pillola del desiderio” per non sfigurare con una cliente non proprio attraente e nel fiore degli anni. Lo soccorre una cardiologa d’emergenza - e in crisi sentimentale - interpretata da Micaela Ramazzotti, che di lì in poi diventa coprotagonista del film.
Non andiamo oltre nel racconto per non svelare i colpi di scena che non mancano. I tre”falliti” ritrovano a modo loro la propria strada, o almeno evitano
di naufragare. Si ride parecchio ma con molto amaro in bocca, come nella migliore tradizione della commedia all’italiana, e Verdone ritrova lo smalto perso ormai da parecchio, tra spenti ritorni alle macchiette di un tempo e commedie sofisticate che strappavano al massimo un sorriso. Merito anche degli attori, tutti pienamente in parte, e di un soggetto che finalmente esce dal privato
per affrontare temi sociali attualissimi, come quello del costo abnorme che un
divorzio può provocare a uno dei coniugi. Bravissima Micaela Ramazzotti, che
nel ruolo di svampita sexy ricorda un po’ la Sandra Milo dei bei tempi.
L’Italia di Verdone? Molta apparenza, molta approssimazione e un’etica a corrente alternata. Il porto sicuro? La famiglia... quando c’è.
80 puntoeffe
REGIA: Carlo Verdone
SCENEGGIATURA: Carlo Verdone,
Pasquale Plastino, Maruska Albertazzi
FOTOGRAFIA: Danilo Desideri
MUSICA: Gaetano Curreri,
Fabio Liberatori
CAST: Carlo Verdone, Marco Giallini,
Pierfrancesco Favino,
Micaela Ramazzotti,
Nicoletta Romanoff