Il giuramento del medico - Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

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Il giuramento del medico - Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
IL GIURAMENTO DEL MEDICO
© Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
in copertina: Anatomie. Il sistema arterioso, Planche VIII
da Recueuil de plaches sur les sciences…, vol. I, t. I, Paris 1763
Il testo il lingua greca del Giuramento di Ippocrate è ripreso da Oeuvres complètes d’Hippocrate, Adfolf
M. Hakkert, Amsterdam 1962, t. IVème, pp. 629-632 .
Il testo del Giuramento professionale è ripreso dal portale della Federazione Nazionale Ordini Medici
Chirurghi e Odontoiatri portale HYPERLINK "http://www.fnomceo.it" www.fnomceo.it
Il Giuramento di Ippocrate
Giuro per Apollo medico, per Asclepio, per Igea, per Panacea e per tutti gli Dei e le Dee,
chiamandoli a testimoni, che rispetterò secondo le mie forze e il mio giudizio questo
giuramento e questo impegno scritto: considererò colui che mi ha insegnato l’arte
medica come mio padre e mi impegno a condividere con lui i miei beni e a soccorrerlo
nelle sue necessità; considererò i suoi figli come fratelli e, se essi desidereranno
apprenderla, insegnerò loro l’arte medica senza ricompensa, né impegno scritto.
Metterò a parte dei precetti, delle lezioni e di tutto ciò che ho appreso i miei figli, i figli
del mio maestro e i discepoli che si sono impegnati con un patto scritto e hanno giurato
secondo la legge medica, ma nessun altro.
Sceglierò il regime di vita per il bene dei malati, secondo le mie forze e secondo il mio
giudizio, mi asterrò dal recare danno o offesa.
Non somministrerò ad alcuno, per quanto richiesto, un farmaco mortale, né prenderò
mai l’iniziativa di offrire un simile consiglio; e non fornirò mai a una donna un pessario
per procurare l'aborto .
Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte. Non opererò coloro che
soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa
attività.
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati e mi asterrò da ogni offesa
e danno volontario, e soprattutto da ogni atto sessuale sul corpo delle donne e degli
uomini, liberi o schiavi.
Tutto ciò che io vedrò e ascolterò nell'esercizio della mia professione, o anche al di fuori
della professione, della vita degli uomini e che non deve essere riferito ad altri, lo tacerò,
considerandolo segreto.
Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita e
della professione, stimato per sempre da tutti gli uomini; se lo trasgredirò e spergiurerò,
possa toccarmi il contrario.
Ὄµνυµι Ἀπόλλωνα ἰητρὸν, καὶ Ἀσκληπιὸν, καὶ Ὑγείαν, καὶ Πανάκειαν, καὶ θεοὺς
πάντας τε καὶ πάσας, ἵστορας ποιεύµενος, ἐπιτελέα ποιήσειν κατὰ δύναµιν καὶ κρίσιν
ἐµὴν ὅρκον τόνδε καὶ ξυγγραφὴν τήνδε. Ἡγήσασθαι µὲν τὸν διδάξαντά µε τὴν
τέχνην ταύτην ἴσα γενέτῃσιν ἐµοῖσι, καὶ βίου κοινώσασθαι, καὶ χρεῶν χρηίζοντι
μετάδοσιν ποιήσασθαι, καὶ γένος τὸ ἐξ ωὐτέου ἀδελφοῖς ἴσον ἐπικρινέειν
ἄῤῥεσι, καὶ διδάξειν τὴν τέχνην ταύτην, ἢν χρηίζωσι µανθάνειν, ἄνευ µισθοῦ καὶ
ξυγγραφῆς, παραγγελίης τε καὶ ἀκροήσιος καὶ τῆς λοιπῆς ἁπάσης µαθήσιος
µετάδοσιν ποιήσασθαι υἱοῖσί τε ἐµοῖσι, καὶ τοῖσι τοῦ ἐµὲ διδάξαντος, καὶ
µαθηταῖσι συγγεγραμμένοισί τε καὶ ὡρκισµένοις νόµῳ ἰητρικῷ, ἄλλῳ δὲ
οὐδενί.Διαιτήμασί τε χρήσομαι ἐπ' ὠφελείῃ καµνόντων κατὰ δύναµιν καὶ κρίσιν
ἐµὴν, ἐπὶ δηλήσει δὲ καὶ ἀδικίῃ εἴρξειν.Οὐ δώσω δὲ οὐδὲ φάρµακον οὐδενὶ
αἰτηθεὶς θανάσιµον, οὐδὲ ύφηγήσοµαι ξυµβουλίην τοιήνδε. Ὁµοίως δὲ οὐδὲ γυναικὶ
πεσσὸν φθόριον δώσω. Ἁγνῶς δὲ καὶ ὁσίως διατηρήσω βίον τὸν ἐµὸν καὶ τέχνην
τὴν ἐµήν.Οὐ τεµέω δὲ οὐδὲ µὴν λιθιῶντας, ἐκχωρήσω δὲ ἐργάτῃσιν ἀνδράσι
πρήξιος τῆσδε.Ἐς οἰκίας δὲ ὁκόσας ἂν ἐσίω, ἐσελεύσοµαι ἐπ' ὠφελείῃ καµνόντων,
ἐκτὸς ἐὼν πάσης ἀδικίης ἑκουσίης καὶ φθορίης, τῆς τε ἄλλης καὶ ἀφροδισίων
ἔργων ἐπί τε γυναικείων σωµάτων καὶ ἀνδρῴων, ἐλευθέρων τε καὶ δούλων.Ἃ δ' ἂν
ἐν θεραπείῃ ἢ ἴδω, ἢ ἀκούσω, ἢ καὶ ἄνευ θεραπηίης κατὰ βίον ἀνθρώπων, ἃ µὴ χρή
ποτε ἐκλαλέεσθαι ἔξω, σιγήσομαι, ἄῤῥητα ἡγεύµενος εἶναι τὰ τοιαῦτα.Ὅρκον µὲν
οὖν µοι τόνδε ἐπιτελέα ποιέοντι, καὶ µὴ ξυγχέοντι, εἴη ἐπαύρασθαι καὶ βίου καὶ
τέχνης δοξαζοµένῳ παρὰ πᾶσιν ἀνθρώποις ἐς τὸν αἰεὶ χρόνον. παραβαίνοντι δὲ καὶ
ἐπιορκοῦντι, τἀναντία τουτέων.
Il Giuramento professionale oggi in Italia
Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che
assumo, giuro:
di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento
rifuggendo da ogni indebito condizionamento;
di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il
sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno
scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia,
religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo
l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;
di promuovere l’alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla
reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l’arte
medica;
di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel
rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;
di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle
mie doti morali;
di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento
che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;
di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica
calamità, a disposizione dell'autorità competente;
di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è
confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia
professione o in ragione del mio stato;
di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e
secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della
medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto.