Serie Da oggi su Discovery Channel il debutto di
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Serie Da oggi su Discovery Channel il debutto di
Il quotidiano della comunicazione anno XXIII 118 mercoledì 26 giugno 2013 p. 17 il commento Cannes 2013: un Festival sottotono, la call to action si sostituisce ai contenuti di Giulia Ceriani * La rassegna che si è appena conclusa è stata deludente, con la creatività che è stata delegata a varie forme di concatenazione mediatica e la pubblicità che si riduce ad espediente per giustificare la presenza delle marche Ecco, è venuto il momento di dire, di dirci chiaramente, che la pubblicità, nella sua metamorfosi di forme e di mezzi, nella sua frammentazione di idee e inesausta convocazione di social legittimazione, ha investito territori molto lontani dalla vocazione argomentativa all’origine della sua ragion d’essere e da quella narrativa che le ha consentito di nutrire immaginari altrimenti carenti. La pubblicità non è oggi necessariamente un modo per rendere pubblico e diffuso un contenuto di qualsivoglia natura: è, piuttosto, un espediente per ottenere una licenza a proseguire, un beneplacito per non morire, una paradossale investitura che consenta di giustificare la propria presenza. Di marche, almeno nel senso ultimo di soggetti comunicanti. Così la creatività che investe campagne la cui dimensione integrata è ormai scontata, si presenta sulla massima scena internazionale loro concessa – il Festival di Cannes - bonificata da un innervamento etico-quotidiano che consenta loro, ci auguriamo, di recuperare una dimensione istituzionale. Lo strapremiato cartone australiano (Metro Trains) per la preven- zione degli incidenti sui pubblici trasporti, ne è un esempio; piuttosto che il consueto tone of voice spoglio e sottotono di Dove, anch’essa ben riconosciuta dalle giurie; o, ancora, il serial Intel-Toshiba, votato alla magnificazione delle mediocrità di ogni giorno. Forse questo è story-whispering, come è ormai di moda sottolineare. A noi sembra, piuttosto, la lettura più netta che si abbia mai avuta finora di uno svuotamento delle sostanze del contenuto, per delegare alle forme della concatenazione mediatica – che si risolve in un’inesausta e rimpallata call to action - quella che si è altrimenti/altrove chiamata creatività. Il punto è che questo gioco, che ha avuto una sua ragion d’essere nell’eccitazione transmediale e 2.0 degli inizi, si risolve adesso in una noiosa enumerazione di quantitativi di impressions, a fronte di esercizi che hanno perso gran parte della loro capacità di differenza, di provocazione, di scuotimento: ma è questa la creatività, dovunque la si voglia investire. Quel che resta è molto poco: non il jingle orecchiabile né il cartoncino di Dumb ways to die (sempre Metro Trains), non le viral-incursioni di Oreo (premio Cyber, insieme a Intel-Toshiba), nemmeno la stampa troppo facile di Apple per Ipad (premio Press). The Candidate, tra i premi italiani (Publicis per Heineken) richiama la spietatezza delle selezioni televisive, e perde per strada la propria ironia; il premio Media dato all’ olandese Funeral Insurance fa venire i brividi non tanto per i mezzi (sempre quelli) di agitazione social, ma per la proposta chissà se davvero provocatoria di ringraziare transmedialmente (ma soprattutto prima del tempo) chi lasceremo dietro di noi. Sapore amaro, dunque, per questa edizione, della quale non sappiamo dire le tendenze: perché le tendenze non sono un catalogo incontenibile di tools tecnologici che sovrastano scialbe identità, sono innovazione e progetto, anticipazione e rischio: e qui non si rischia proprio nulla, se non di annoiare destinatari afflitti da ben altri problemi, o, peggio, resi ottusi dall’instancabile sollecitazione a pronunciare il fatidico I like. I don’t like. * presidente baba consulting televisioni Serie Da oggi su Discovery Channel il debutto di Tesori tra i ghiacci, alle 22:00 Il cast della serie All’interno della serata “Sfida nelle terre selvagge”, da oggi ogni mercoledì alle 22:00 su Discovery Channel (Sky canali 401, 402 e in HD) arriva la nuova serie Tesori tra i ghiacci: un gruppo di otto esperti minatori americani lasciano le loro case per cercare oro e minerali preziosi in Groenlandia. Coperta da ghiacci per l’84% della sua superficie, la Groenlandia è l’isola più grande del mondo e molte delle sue aree sono rimaste intatte per migliaia di anni. Nell’ultimo decennio, diventando meno misteriosa e isolata a causa del riscaldamento globale, ha richiamato molti cercatori attirati dai suoi tesori nascosti e dalle ricchezze minerarie. Gli otto minatori americani si avventurano in questi freddi territori per scovare oro e minerali preziosi e in soli due mesi di tempo dovranno esplorare l’area prima che ritorni l’inverno e che lo strato di ghiaccio diventi più spesso. I pericoli nascosti in una terra così ostile sono molti: il clima duro li costringerà a dover unire le forze per avventurarsi in luoghi sempre più inospitali. La prima tappa del gruppo è Nuuk, capitale dell’isola, da dove poi si dirigeranno nell’area remota di Storø, all’interno del più grande fiordo del mondo.