A queste parole, alquanto placato, l`uomo disse

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A queste parole, alquanto placato, l`uomo disse
SCRITTI DI NICHIREN DAISHONIN
VOLUME 7
CONVERSAZIONE FRA UN SAGGIO E UN UOMO NON ILLUMINATO
SECONDA PARTE
A queste parole, alquanto placato, l'uomo disse: «Le parole del sutra sono
chiare come uno specchio; non lasciano adito a dubbi o a incertezze. Tuttavia, sebbene
il Sutra del Loto sia superiore a tutti i sutra esposti dal Budda prima, nello stesso
periodo e successivamente, e rappresenti l'apice della sua predicazione, esso non è
paragonabile alla singola verità dello Zen, che non può essere vincolata alle parole, né
confinata al testo di un sutra poiché riguarda la vera natura della nostra mente. La
"verità dello Zen" è il regno in cui le innumerevoli dottrine sono messe da parte e che
le parole non possono esprimere.
«Ecco perché nel boschetto di alberi di sal sulle rive del fiume Hiranyavati, il
Budda Shakyamuni si levò dal suo aureo giaciglio, colse un fiore e, vedendo il vago
sorriso di Mahakashyapa, gli trasmise l'insegnamento Zen. Da allora questo
insegnamento è stato trasmesso senza interruzioni secondo una linea di successione di
ventotto patriarchi in India ed è stato propagato da sei patriarchi in Cina.
Bodhidharma1
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1. Bodhidharma: il fondatore del Buddismo Zen in Cina. Pare fosse nato da una nobile famiglia nel
Sud dell'India e che si fosse votato alla Meditazione. In seguito si trasferì in Cina. Accolto con favore
dall'imperatore Wu della dinastia Liang, predicò la dottrina Zen nella capitale Chien-yeh, ma i suoi
insegnamenti non vennero accettati. Si ritirò nel tempio di Shao-lin-ssu sul monte Sung dove si dice che
abbia meditato di fronte a un muro per nove anni. Il suo successore fu Hui-k'o. La sua morte sembra
risalire al 528 o al 536.
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fu l'ultimo patriarca indiano e il primo dei sei patriarchi cinesi. Non dobbiamo
permettere che questa trasmissione si interrompa e cada nelle trappole delle dottrine.
«Nel Sutra Daibontenno mombutsu ketsugi il Budda dice: "Possiedo un
insegnamento sottile, l'occhio e il tesoro della vera Legge, la meravigliosa mente del
Nirvana, il vero aspetto della realtà che trascende ogni manifestazione. Esso viene
trasmesso al di fuori dei sutra, non per mezzo di parole né di scritti. Lo affido a
Mahakashyapa".
«Come vediamo, la verità dello Zen è stata tramandata al di fuori dei sutra. Gli
insegnamenti dei sutra sono un dito che indica la luna; una volta che abbiamo visto la
luna a cosa serve il dito? E una volta compresa la verità dello Zen, la vera natura della
mente, perché dovremmo interessarci oltre degli insegnamenti del Budda? Per questo
un antico saggio disse: "Le dodici sezioni dei sutra sono ormai inutili"2.
«Se leggi il Dangyo (Sutra del Pulpito) di Hui-neng3, sesto patriarca di questa
setta, vedrai che ciò corrisponde al vero. Dopo aver ascoltato anche una singola parola
e aver afferrato la verità, a cosa servono gli insegnamenti? Ma come fare per
comprendere questo principio?».
Il saggio replicò: «Prima di tutto, metti da parte le dottrine e ragiona. Chi può
ammonire la nazione e insegnare agli altri
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2. Daruma daishi kechimyaku ron (Della successione del Gran Maestro Bodhidharma): le "dodici
sezioni dei sutra" sono una classificazione dei sutra secondo il contenuto e lo stile espositivo.
3. Hui-neng (638-713): divenne discepolo del quinto patriarca Zen Hung-jen che lo nominò suo
successore preferendolo a Shen-hsiu. Dopo la morte di Hung-jen, lo Zen cinese si divise in due rami: la
scuola del Sud guidata da Hui-neng e quella del Nord con a capo Shen-hsiu.
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se prima non si è interrogato sul significato essenziale degli insegnamenti del Budda o
non ha esaminato i principi fondamentali delle dieci sette4? Lo Zen di cui tu parli è un
argomento che ho studiato a fondo per qualche tempo. Considerate le assurdità che
insegna, si tratta di una dottrina completamente errata.
«Esistono tre tipi di Zen, conosciuti come Zen del Tathagata5, Zen dottrinale6 e Zen dei
patriarchi7. Tu ti riferisci a quest'ultimo e adesso te ne darò un'idea generale. Ascolta e
comprendi di che cosa si tratta.
«Questo terzo tipo di Zen parla di trasmissione al di fuori degli insegnamenti; ma al di
fuori degli insegnamenti non vi sono principi e al di fuori dei principi non vi sono
insegnamenti. Non ti rendi conto che i principi sono insegnamenti e che gli
insegnamenti sono principi? L'episodio del fiore colto da Shakyamuni, il vago sorriso
di Mahakashyapa e l'eredità affidatagli dal Budda sono essi stessi un insegnamento, e i
quattro ideogrammi "indipendente da parole e scritti", sono anch'essi insegnamenti
espressi in parole. Questo genere di discorso ha circolato per molto tempo in Cina e in
Giappone. Per te può essere una cosa nuova, ma ti citerò alcuni brani che fugheranno
le tue idee distorte.
«L'undicesimo volume dello Hochu8 afferma: "Se si sostiene
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4. Dieci sette: le otto sette Kusha, Ritsu, Hosso, Sanron e Kegon, che fiorirono nell'era Nara (710 784), la Tendai e la Shingon, introdotte nell'era Heian (794 - 1185) e le sette Jodo e Zen.
5. Zen del Tathagata: la meditazione del Budda come descritta nei sutra. Secondo il Sutra Ryoga,
con questa meditazione si acquistano poteri mistici mediante i quali il Budda può salvare le persone.
6. Zen dottrinale: metodi di meditazione formulati sulla base dei sutra.
7. Zen dei patriarchi: insegnamento Zen tramandato da Bodhidharma, secondo il quale
l'Illuminazione viene trasmessa dal maestro al discepolo senza l'ausilio di parole.
8. Hochu il Tendai sandaibu hochu (Commento alle tre opere magari di T'ien- t'ai) scritto da
Ts'ung-i (1042-1091), un prete della scuola T’ien-t'ai nella Cina dei Sung.
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che le spiegazioni verbali sono un ostacolo, in che modo potremmo continuare anche
per un solo istante l'opera del Budda in questo mondo di saha ? I seguaci dello Zen
non si servono anch'essi di parole quando insegnano agli altri? Se non usassimo parole
e frasi, non ci sarebbe modo di spiegare il significato di emancipazione: chi mai
potrebbe apprenderlo?".
«Più avanti si legge: "Si dice che Bodhidharma venne da ovest, ‘additò
direttamente la mente dell'uomo' e insegnò che la Buddità è la percezione della
propria vera natura'. Ma questi concetti non sono forse esposti anche nel Sutra Kegon
e in altri sutra mahayana? Ahimé! Quanto è stupida la gente del nostro tempo! Abbi
fede negli insegnamenti del Budda. I Budda e i Tathagata non dicono menzogne!".
«Il significato di questo brano è che, se qualcuno dice di seguire una pratica al
di fuori degli insegnamenti dei sutra perché gli scritti dottrinali ci ostacolano e le
spiegazioni verbali ci condizionano, allora in che modo possiamo continuare l'opera
del Budda e creare buone cause in questo mondo di saha? Persino i seguaci dello Zen,
che sostengono queste idee, si servono di parole quando insegnano agli altri. Infatti,
quando qualcuno cerca di far comprendere la Via del Budda, non può farlo se non con
parole. Bodhidharma giunse in Cina dall'ovest e, indicando direttamente la mente
dell'uomo, dichiarò che la mente è il Budda. Ma questo principio è enunciato in diversi
punti anche nei sutra provvisori mahayana che precedettero il Sutra del Loto come il
Kegon, il Daijuku e il Daihannya. Considerarlo un principio tanto raro e meraviglioso è
ridicolo. Ahimé! Come possono avere pensieri così distorti le persone del nostro
tempo? Esse dovrebbero riporre la loro fede nelle parole di verità del Tathagata
perfettamente illuminato e completamente realizzato, il quale incarna il principio
della Via di mezzo, il vero aspetto di tutte le cose.
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«Inoltre il Gran Maestro Miao-lo nel primo volume del Guketsu commenta a questo
proposito: "La gente di oggi guarda con disprezzo agli insegnamenti dei sutra e
attribuisce importanza solo alla contemplazione della verità, ma commette veramente
un grande errore".
«Il significato di questo brano è che le persone del mondo d'oggi sbagliano
anteponendo la meditazione sulla mente e sui Dharma allo studio dei sutra,
disprezzando gli insegnamenti e attribuendo scarso valore ai sutra.
«Inoltre, i seguaci Zen della nostra epoca sono confusi anche sugli
insegnamenti della propria scuola. Leggendo il Zoku koso den9 troviamo che nella
biografia del fondatore della setta Zen il Gran Maestro Bodhidharma, si dice che
"attraverso gli insegnamenti si può comprendere la verità essenziale". Per questo
dobbiamo studiare e mettere in pratica tutti i sacri insegnamenti predicati dal Budda,
comprenderne il significato e conoscere le dottrine delle diverse sette.
«Nella biografia di Hui-k'o10, discepolo di Bodhidharma e secondo patriarca
cinese, si dice che il maestro di meditazione Bodhidharma, consegnò a Hui-k'o i
quattro volumi del Sutra Ryoga asserendo: "Osservando la Cina, solo questo sutra è
appropriato. Se tu basi la pratica su di esso, potrai salvare il mondo". Questa frase
spiega che quando il Gran Maestro Bodhidharma giunse dall'India in Cina, portò con
sé i quattro volumi del Sutra Ryoga e li affidò a Hui-k'o con queste
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9. Zoku koso den: (Nuova raccolta delle biografie di preti eminenti). Una raccolta di biografie di
circa cinquecento preti autorevoli vissuti nel periodo dal 502, inizio della dinastia Liang, al 645. Fu stesa da
Tao-hsuan della dinastia T'ang.
10. Hui-k'o (487-593): il successore di Bodhidharma. In gioventù studiò il Confucianesimo, il
Taoismo e le scritture buddiste. All'età di quarantadue anni si recò al tempio di Shao-lin-ssu sul monte
Sung per chiedere consiglio a Bodhidharma e vi rimase sei anni. A lui Bodhidharma affidò gli insegnamenti
Zen.
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parole: "Considerando la situazione di questo paese, questo è il sutra migliore;
abbracciandolo e praticandolo otterrai la Buddità"11.
«Come si vede, questi patriarchi attribuivano grande importanza ai testi dei
sutra. Ma se, di conseguenza, affermiamo che bisogna affidarsi ai sutra, dovremmo
prima verificare attentamente se sono mahayana o hinayana, se sono sutra veri o
provvisori.
«Quando fa uso dei sutra, la setta Zen si affida ad opere come il Ryoga, lo
Shuryogon, il Kongo hannya. Questi sono insegnamenti provvisori predicati prima del
Sutra del Loto e come tali sono dottrine che non rivelano la verità12.
«Essi espongono verità parziali come: "la mente è il Budda e il Budda è la
mente". I seguaci della setta Zen si sono lasciati fuorviare da una o più di tali frasi o
versi, senza accertarsi se siano mahayana o hinayana, insegnamenti veri o provvisori,
dottrine che rivelano la verità oppure la nascondono. Essi sostengono il principio di
non dualità senza conoscere il principio di dualità13 e commettono un grande atto di
arroganza quando si proclamano uguali al Budda. Seguono le orme del brahmano
indiano 'Grande Arroganza'14 e imitano
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11. Nel testo originale il saggio riporta prima le citazioni in cinese antico e poi le traduce o le
spiega in giapponese. In alcuni casi, come questo, la spiegazione non è che una ripetizione della citazione
originale.
12. Si riferisce alle dottrine che non rivelano completamente la vera Illuminazione del Budda.
13. Secondo gli insegnamenti della setta Zen, "non dualità" si riferisce qui all'unità del Budda e del
comune mortale. Il Daishonin afferma che i seguaci Zen non comprendono la "dualità", per esempio la
differenza tra il Budda risvegliato alla verità fondamentale ed i comuni mortali che sono ancora
nell'illusione.
14. Il brahmano Grande Arroganza: un brahmano nel regno di Malava in India. Eccessivamente
orgoglioso della propria erudizione, egli fece costruire quattro statue, rappresentanti gli dèi Maheshvara,
Vishnu, Narayana e il Budda le utilizzò come pilastri per il suo palco di predicazione affermando che la sua
saggezza superava di gran lunga quella delle quattro divinità. Infuriato per essere stato battuto da
Bhadraruchi in un dibattito, lo diffamò. Si dice che, mentre stava proferendo ingiurie, la terra si aprì e lui
cadde vivo nell'inferno.
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le antiche pratiche del maestro di meditazione cinese San-chieh15. Ma dobbiamo
ricordare che il brahmano 'Grande arroganza' cadde vivo nell'inferno della sofferenza
incessante e che San-chieh si trasformò, alla morte, in un enorme serpente. È
veramente spaventoso!
«Il Budda Shakyamuni con la sua conoscenza delle tre esistenze e con la luminosa
saggezza della perfetta Illuminazione e della completa realizzazione, guardò nel futuro
e nel Sutra Zoho ketsugi fece questa predizione: "Tra i monaci malvagi ci saranno
alcuni che praticheranno la meditazione Zen e, invece di fare affidamento sui sutra e
sui trattati, aderiranno solo alle proprie opinioni, dichiarando giusto ciò che è
sbagliato incapaci di distinguere fra ciò che è corretto e ciò che è eretico, essi si
rivolgeranno al clero e ai laici con queste parole: 'Io posso capire e vedere ciò che
giusto'. Sappiate che persone come queste distruggeranno in breve tutti i miei
insegnamenti".
«Questo brano significa che ci saranno monaci malvagi che riporranno la loro
fede nello Zen e non si dedicheranno allo studio dei sutra e dei trattati. Si baseranno
su idee distorte e non riusciranno a distinguere le dottrine vere da quelle errate.
Inoltre, si rivolgeranno ai credenti, uomini e donne, monaci e monache, dicendo. "Io
sono in grado di comprendere
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15. San-chieh (540-594): chiamato anche Hsin-hsing. Prete della dinastia Sui, fondò la scuola di
San-chieh-chiao (Dottrina dei tre periodi). Egli affermò che durante il terzo periodo della propagazione del
Buddismo, o Ultimo giorno della Legge (che secondo lui iniziò nel 550 d.C.), i fedeli non dovevano aderire
ad alcun sutra in particolare, ma onorare tutti gli insegnamenti senza discriminazione. La dottrina di
San-chieh ebbe una larga diffusione, ma venne dichiarata eretica dalla corte imperiale. Nel Jikyo roku si
racconta la storia della sua rinascita sotto forma di un enorme serpente.
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le dottrine, gli altri non le comprendono" e, in questo , modo, propagheranno gli
insegnamenti Zen. In verità sappiate che costoro distruggeranno la vera Legge del
Budda. Se compariamo la situazione del mondo d'oggi con quella descritta in questo
brano, vediamo che esse combaciano perfettamente come i due pezzi di uno
scontrino. Stai attento! C'è molto da temere in tutto ciò!
«Prima hai parlato di ventotto patriarchi indiani che trasmisero oralmente la
dottrina Zen, ma quale prova esiste di ciò? Tutti i testi che ho consultato parlano di
ventiquattro o di ventitré patriarchi che tramandarono gli insegnamenti del Budda. In
quale versione si dichiara che sono esistiti ventotto patriarchi? Io non ho mai trovato
questa affermazione.(Non si può scrivere arbitrariamente sulla questione delle persone
che trasmisero la Legge. Il Budda stesso lasciò precise indicazioni su come sarebbe
avvenuta la trasmissione!
«Il Sutra Fuhozo den afferma: " Nel regno del Kashmir ci sarà un monaco di nome
Aryasimha che si adopererà strenuamente per compiere l'opera del Budda. In
quell'epoca il sovrano si chiamerà Mirakutsu16, un uomo infiammato da idee perverse,
senza fede e rispetto nel cuore. Egli distruggerà i templi buddisti e gli stupa e
massacrerà i monaci in tutto il regno del Kashmir. Impugnerà una spada affilata e la
alzerà per decapitare Aryasimha, ma dal collo del monaco non uscirà sangue ma solo
del latte. Con questo sarà interrotta la linea delle persone che trasmettono la Legge".
«In questo passo il Budda dice che, dopo la sua entrata nel nirvana, la Legge
sarà tramandata da ventiquattro persone. L'ultima di queste è un monaco di nome
Aryasimha che si adopererà per diffondere la Legge del Budda nel regno del Kashmir.
Il sovrano di questa regione sarà un uomo eretico e
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16. Mirakutsu: (sanscrito sconosciuto) Re Damira, citato nel paragrafo successivo, è un altro
nome dello stesso individuo.
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dissoluto chiamato Dammira, il quale non avrà fede nella Legge del Budda né rispetto
per i monaci. Distruggerà templi buddisti e stupa e con una spada taglierà la testa dei
monaci. Ma quando decapiterà Aryasimha, dal suo collo non sgorgherà sangue ma
latte. Il Budda dichiara che da quel momento la linea di trasmissione della Legge sarà
interrotta.
«Ed esattamente come il Budda aveva predetto, la testa del venerabile
Aryasimha fu tagliata e, quando cadde a terra, cadde anche il braccio del re.
«È un grande errore parlare di ventotto patriarchi: questo è il primo degli errori
commessi dalla setta Zen. Il motivo per cui Hui-neng nel Sutra del Pulpito elenca
ventotto patriarchi, è che quando designò Bodhidharma come il primo dei patriarchi
cinesi, si accorse che troppi anni separavano Aryasimha da Bodhidharma; perciò inserì
arbitrariamente il nome di tre maestri Zen per colmare l'intervallo di tempo e
dimostrare che la Legge era stata trasmessa senza interruzione dall'India alla Cina.
Dichiarò il falso allo scopo di attirare il rispetto delle persone verso gli insegnamenti
Zen.
«Questo inganno si è protratto per lungo tempo in Cina. L'undicesimo volume
dello Hochu afferma: "Nella nostra scuola (T'ien-t'ai) viene riconosciuta la
trasmissione attraverso ventitre patriarchi; come può esserci errore? Non esiste alcuna
traduzione che confermi la successione di ventotto patriarchi. E per di più,
recentemente i preti Zen raffigurano i sette Budda e i ventotto patriarchi in sculture di
pietra e incisioni in legno, recanti ciascuna un versetto sacro e le consegnano ai loro
discepoli. Come è evidente tale falsità! Se una persona intelligente ha qualche potere,
dovrebbe fare il possibile per fermare tali abusi!".
«Questo brano indica che sostenere una successione di ventotto patriarchi e
rappresentarli con sculture in legno o pietra, sono atti molto gravi e chi comprende ciò
deve cercare in ogni modo di correggere questi errori. Per questo motivo
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dico che lo Zen dei patriarchi è estremamente errato.
«Prima hai citato un brano del Sutra Daibontenno mombutsu ketsugi come prova della
trasmissione speciale al di fuori delle scritture. Ma citando un brano del sutra non hai
fatto altro che contraddire le tue stesse affermazioni. Inoltre questo sutra fa parte degli
insegnamenti provvisori e non è elencato nei cataloghi delle opere buddiste del
periodo Chen-yuan17 e K'ai-yuan. Per questo motivo gli studiosi della nostra epoca non
lo citano mai e non può essere usato per dimostrare nulla.
«Venendo adesso al Sutra del Loto, dobbiamo considerare i gruppi di persone
che ne hanno beneficiato quando fu predicato. Quando nello Shakumon del Sutra del
Loto furono esposti i cento mondi e i mille fattori della dottrina di ichinen sanzen, nei
discepoli dei due veicoli, i cui semi erano bruciati, germogliò il seme della Buddità. Per
quarantadue anni erano stati disprezzati come persone "escluse per sempre dalla
Buddità "; in ogni riunione e assemblea avevano subito solo ingiurie e offese, erano
evitati dagli esseri umani e celesti e sembrava che fossero destinati a morire di fame.
Ma quando il Budda espose il Sutra del Loto fu predetto che Shariputra sarebbe
diventato il Tathagata "Fiore luminoso", Maudgalyayana il Tathagata "Fragranza del
legno di sandalo", Ananda il Budda "Re dal potere illimitato sui mari e monti della
saggezza", Rahula il Tathagata "Che incede su sette fiori preziosi", i cinquecento arhat
sarebbero divenuti i Tathagata "Luminosità universale" e i duemila shomon sarebbero
diventati i Tathagata "Forma preziosa". E il giorno in cui nello Honmon fu rivelata la
durata della vita del Budda illuminato nel remoto passato, i bodhisattva numerosi
come
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17. Catalogo dell'era Chen-yuan: un indice di testi buddisti cinesi stilato da Yùan-chao nell'800,
sedicesimo anno dell'era Chen-yuan. In questa raccolta sono elencate 2.417 opere.
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granelli di polvere, approfondirono la loro comprensione della Via e, scartate le ultime
illusioni, raggiunsero lo stadio che precede la suprema Illuminazione.
«Se esaminiamo il commentario del Gran Maestro T'ien-t'ai si legge: "Gli altri
sutra affermano che i bodhisattva possono diventare Budda, ma che i due veicoli non
potranno mai diventarlo; si dice che le persone buone diventeranno Budda, ma non si
rivela il conseguimento della Buddità da parte delle persone cattive. Si dice che gli
uomini diventeranno dei Budda, mentre le donne sono definite emissari dell'inferno.
Le persone dei mondi umani e celesti raggiungeranno l'Illuminazione, ma non si dice
che le creature non umane possano farlo. Invece in questo sutra si afferma che tutti
questi esseri possono raggiungere la Buddità"18.
«Che cosa meravigliosa! Nonostante siamo nati nel mondo impuro dell'Ultimo
giorno della Legge, non abbiamo commesso i cinque peccati cardinali o i tre peccati
cardinali19 come fece Devadatta. Eppure, se persino Devadatta ricevette la profezia che
sarebbe divenuto il Tathagata "Re Celeste", tanto più sarà possibile per noi, che non
abbiamo commesso i suoi peccati, ottenere la Buddità! Se la figlia di otto anni del Re
dei Naga, senza mutare la forma di rettile, raggiunse nel regno meridionale20 il
meraviglioso frutto della Buddità, tanto più potranno farlo le donne nate nel mondo
umano!
«È molto difficile nascere esseri umani ed estremamente raro incontrare la vera
Legge. Se vuoi liberarti al più presto delle dottrine erronee e seguire quella corretta,
trasformare la
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18.Hokke mongu, vol. 7: il Daishonin riformula il passo originale cambiandolo leggermente.
"Questo sutra" è il Sutra del Loto.
19. Tre peccati cardinali: 1) ferire un Budda, 2) causare uno scisma nell'ordine buddista, 3) uccidere
un arhat. Gli altri due sono uccidere la madre e uccidere il padre.
20. Ciò viene descritto nel capitolo Devadatta (dodicesimo) del Sutra del Loto.
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tua condizione di comune mortale e raggiungere la Buddità, devi abbandonare gli
insegnamenti Nembutsu, Shingon, Zen e Ritsu e abbracciare il meraviglioso testo
dell'unico veicolo21. Così facendo, potrai sicuramente eliminare la polvere e la
contaminazione delle illusione e delle impurità e manifestare la pura condizione
dell'Illuminazione».
L'uomo disse: «Ascoltando gli insegnamenti e gli ammonimenti di un saggio
come te, la mia ignoranza di questi ultimi tempi è improvvisamente fugata. È come se
una saggezza innata si fosse risvegliata in me. Quando il vero e il falso diventano così
chiari, come si può non prendere fede?
«Tuttavia, se guardo il mondo intorno a me, vedo che tutti, dal sovrano fino al
più umile cittadino, ripongono profonda fede negli insegnamenti Nembutsu, Shingon,
Zen e Ritsu. Poiché sono nato in questo paese, come posso andare contro l'esempio del
sovrano?
«Inoltre i miei genitori e i miei antenati hanno avuto fede nei principi del
Nembutsu e in altri insegnamenti e con quella fede sono morti scomparendo fra le
nubi dell'altro mondo.
«Qui in Giappone ci sono molte persone eminenti e umili. Quelli che
aderiscono alle dottrine provvisorie e alle sette che si basano su di esse sono numerosi,
mentre non ho ancora sentito il nome di una sola persona che abbia preso fede negli
insegnamenti che tu mi hai esposto. Inoltre, lasciando da parte la questione di quali
insegnamenti ci permetteranno di rinascere in un mondo felice o in un mondo
malvagio e senza nemmeno chiedersi quali dottrine siano vere o false, vediamo che i
cinquemila o settemila volumi delle scritture buddiste e i tremila o più volumi degli
scritti confuciani e taoisti sottolineano l'importanza di obbedire agli ordini del sovrano
e di rispettare il volere dei genitori.
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21. Meraviglioso testo dell'unico veicolo: il Sutra del Loto.
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«In India, Shakyamuni, il Signore della dottrina, espose i principi della pietà
filiale e della gratitudine e in Cina Confucio stabilì la morale della lealtà verso il
sovrano e della devozione nei confronti dei genitori. Una persona che vuole ripagare il
debito di gratitudine verso il proprio maestro non esiterebbe a strapparsi la carne o ad
offrire il proprio corpo. Fra le persone consapevoli del debito di gratitudine verso il
loro signore, Hung Yen22 si aprì il ventre e Yu Jang23 si gettò sulla propria spada e, fra
quelle che sentivano gratitudine per i genitori, Ting Lan24 modellò un'immagine di
legno della madre defunta e Han Po-yii25 pianse quando lei lo colpì con il bastone.
Nonostante le dottrine del Confucianesimo, del Brahmanesimo e del Buddismo
differiscano fra loro, hanno in comune il principio di ripagare i debiti di gratitudine e
ringraziare per i favori ricevuti.
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22. Hung Yen: seguace del duca Yi dello stato di Wei, vissuto nel settimo secolo a.C. Secondo il
Lu-shih Ch'un-ch'iu, mentre Hung Yen era in viaggio, i nemici attaccarono Wei, uccisero il duca Yi e ne
divorarono le carni ad eccezione del fegato. Al suo ritorno Hung Yen vide la scena orrenda. si aprì
l'addome e vi inserì il fegato del duca per salvare ciò che rimaneva del corpo del suo signore da ulteriori
profanazioni.
23. Yu Jang: seguace di Chih Po (morto nel 453 a.C.), un potente ministro dello stato di Chin, che
venne ucciso da Hsiang-tzu. Intenzionato a vendicare il suo signore, per avvicinare Hsiang-tzu, Yu Jang si
finse lebbroso macchiandosi il corpo e divenne muto bevendo lisciva. Ma il tentativo fallì ed egli venne
catturato. Fece richiesta della veste di Hsiang-tzu e la trafisse tre volte per mostrare l'odio che nutriva per
l'uomo che aveva ucciso il suo signore, quindi si suicidò. La storia appare nel Shih Chi, cap. 86.
24. Ting Lan: uomo della tarda dinastia Han. Perduta la madre quando era giovanissimo, all'età di
quindici anni costruì una statua che la raffigurava e la onorò come se fosse viva. La storia appare nel
Hsiao-tzu Ch'uan, o "Biografie di figli devoti".
25. Han Po-yu: vissuto nella prima dinastia Han. Secondo il Shuo yuan, cap. terzo, il padre morì
quando lui era giovanissimo e la madre lo educò molto severamente, percuotendolo spesso con un
bastone, ma lui non piangeva mai. Un giorno la madre lo vide piangere e gliene chiese la ragione. Po-yu
disse che soffriva nel vedere come lei stesse diventando vecchia e debole.
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«Per questo motivo se io per primo riponessi fede in una dottrina che né il
sovrano, né il mio maestro, né i miei genitori hanno seguito, sarei certamente
colpevole di disobbedienza. Tuttavia, i brani dei sutra che tu hai citato chiariscono
perfettamente la verità di questa dottrina e tutti i miei dubbi sono dissolti. Se non mi
preparo per la vita futura, nella prossima esistenza sarò sicuramente sommerso dalla
sofferenza. Sia che avanzi, sia che retroceda, la mia strada è irta di ostacoli. Cosa devo
fare?».
Il saggio replicò: «Tu comprendi la dottrina, ma non sai dire che questo. Non
riesci a capirne la ragione? Oppure è al di là della tua comprensione?
«Sin da quando ho iniziato a studiare la Legge trasmessa dal Budda Shakyamuni e a
sostenere il Buddismo, ho sempre considerato che fosse della massima importanza
riconoscere i favori ricevuti e che il mio primo dovere fosse di ripagare tali debiti di
gratitudine. In questo mondo dobbiamo ripagare quattro debiti di gratitudine26. Chi
ne è consapevole è degno di essere chiamato uomo, mentre chi non lo comprende non
è che una bestia.
«Poiché desidero aiutare mio padre e mia madre nella loro prossima esistenza e
ripagare i debiti di gratitudine verso il mio paese, sono pronto a sacrificare la mia vita
solo perché conosco i doveri che ho verso di loro e per nessun'altra ragione.
«Prima di tutto, chiudi gli occhi, acquieta la tua mente e rifletti. Se qualcuno
conosce la strada migliore e vede i genitori o il sovrano imboccare una cattiva strada,
non li ammonirà? Chi sapendo che uno sciocco ubriaco sta per bere del veleno, non
cercherà di impedirglielo? Allo stesso modo, chi
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26. Quattro debiti di gratitudine: secondo il Sutra Shinjikan erano i debiti di gratitudine verso i
propri genitori, verso tutti gli esseri viventi, verso il proprio sovrano e verso i tre tesori del Buddismo.
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comprende la verità degli insegnamenti buddisti e conosce le sofferenze del fuoco, del
sangue e delle spade27, può non addolorarsi nel vedere qualcuno verso cui ha un
debito di gratitudine cadere nei cattivi sentieri? Piuttosto offrirebbe il suo corpo e
sacrificherebbe la sua vita nel tentativo di salvarlo. Non si stancherà mai di ammonirlo
e non ci saranno limiti al suo rammarico.
«Le sofferenze che incontrano i nostri occhi in questo mondo sono dolorose.
Ma quanto più dolorose sono quelle che incontreranno sul lungo cammino della
morte! Come può non addolorarci questo pensiero? Ciò di cui dobbiamo temere più di
tutto è la vita dopo la morte; ciò di cui dobbiamo preoccuparci più di tutto è la
prossima esistenza! Seguire il volere dei genitori senza interrogarsi su ciò che è vero e
ciò che è falso, obbedire agli ordini del sovrano senza stabilire ciò che è corretto e ciò
che è sbagliato, a uno sciocco potrà apparire un comportamento leale e filiale, ma un
saggio penserà che non vi sia slealtà e mancanza di amore filiale maggiori di queste.
«Il Budda Shakyamuni, Signore della dottrina, era un discendente dei Re che
girano la ruota, era nipote del re Simhahanu28 ed era destinato a diventare per diritto il
grande sovrano delle cinque regioni dell'India29. Quando egli si risvegliò alla verità
dell'impermanenza della vita e voleva rinunciare al mondo per trovare una via per
sfuggire le sofferenze e raggiungere l'emancipazione, il re Shuddhodana, rattristato,
ideò un piano ingegnoso per distogliere il principe
===
27. Sofferenza del fuoco, del sangue e delle spade: le sofferenze dei tre cattivi sentieri: Inferno.
Animalità e Avidità.
28. Simhahanu: un re di Kapilavastu. Secondo il Daichido ron aveva quattro figli maschi,
Shuddhodana, Shuklodana, Dronodana e Amritadana c una figlia di nome Amrita.
29. Cinque regioni dell'India: tutta l'India.
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dalla sua intenzione, offrendogli lo spettacolo delle quattro stagioni nelle quattro
direzioni.
«Ad est, si vedeva lo spettacolo della primavera: in uno squarcio tra la foschia,
oche selvatiche che tornavano al nord, dalla finestra il profumo dei fiori di susino che
si diffondeva fra i paraventi ornati di perle, gli incantevoli colori dei fiori, il canto degli
usignoli fra i cespugli.
«A sud, il re mostrò al principe i colori cristallini delle fontane e le deuzie in
fiore nelle limpide acque, i cucù della foresta Shinoda30 e gli altri spettacoli dell'estate.
«Ad ovest, le foglie rosse che si mischiavano ai sempreverdi a formare il disegno
di un broccato, le brezze che soffiavano dolcemente sul canneto e i venti impetuosi tra
i pini. E, come per ricordare l'estate trascorsa, le lucciole brillavano ai margini della
palude così numerose da essere scambiate per le stelle del cielo e gli insistenti richiami
del grillo dei pini e del grillo canterino commuovevano fino alle lacrime.
«A nord, si passava inaspettatamente al paesaggio invernale: il colore
malinconico dei campi spogli, gli argini degli stagni disegnati dal ghiaccio e il triste
mormorio dei ruscelletti nella valle.
«Oltre a tentare di distrarre con questi espedienti la mente dei figlio, il re pose
anche cinquecento soldati di guardia a ciascuna delle quattro porte. Ma alla fine,
all'età di diciannove anni, alla mezzanotte dell'ottavo giorno del secondo mese, il
principe chiamò il suo servitore Chandaka31, gli ordinò di
===
30. Foresta Shinoda: una foresta sul monte Shinoda a Izumi, nella zona di Osaka, famosa per la
sua bellezza.
31. Chandaka: un servo di Shakyamuni prima della sua rinuncia alla vita mondana. La notte che
Shakyamuni lasciò il palazzo per cercare la Strada, Chandaka lo accompagnò tenendo per le briglie il suo
cavallo Kanthaka. Dopo che Shakyamuni raggiunse l'Illuminazione, Chandaka divenne suo discepolo.
Essendo arrogante, non andava d'accordo con gli altri monaci. Tuttavia, dopo la morte del Budda, egli
seguì Ananda e ottenne lo stato di arhat.
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sellare il suo cavallo Kanthaka e si allontanò dalla città di Gaya.
«Si inoltrò nel monte Dandaka dove per dodici anni raccolse legna da ardere
sugli alti pendii, si procurò l'acqua nelle profonde valli e si dedicò a varie austerità e
difficili pratiche. A trent’anni raggiunse il meraviglioso frutto dell'Illuminazione,
diventò l'unico uomo degno di onore nel triplice mondo e il maestro di tutti gli
insegnamenti. Egli salvò il padre e la madre e aprì la strada a tutti gli esseri viventi. Un
tale uomo può essere definito un figlio ingrato?
«Le novantacinque scuole dei brahmani32 furono le sole ad accusare il Budda di
avere un comportamento non filiale. Disobbedendo agli ordini del padre e della madre
ed entrando nel mondo dell'incondizionato, egli fu in grado di condurli alla salvezza e
dimostrò di essere un vero modello di pietà filiale.
«Quanto a Jozo e Jogen, il loro padre, il re Myoshogon, aderiva agli
insegnamenti dei brahmani e si opponeva alla Legge del Budda ma i due principi,
disobbedendo al padre, divennero discepoli del Budda Unraionno e alla fine furono in
grado di convertire il padre che divenne il Budda Sharajuo (Re degli alberi di sal)34.
Perciò chi può affermare che furono figli indegni?
«Un brano del sutra afferma: "Rinunciando ai propri obblighi ed entrando nel
nirvana si possono ripagare veramente i debiti di gratitudine"34. Quindi, chi si libera da
tutti i legami di amore e gratitudine in questa vita ed entra nel vero
===
32.Novantacinque scuole brahamane del tempo di Shakyamuni. Non si conoscono i loro nomi, né
le loro dottrine specifiche. Secondo altre fonti, le scuole brahamane erano novantasei.
33. Questa storia appare nel capitolo Myoshogonno (ventisettesimo) del Sutra del Loto.
34. Sutra Shoshinji donin: il sutra è andato perduto, ma è citato nel ventiduesimo fascicolo dello
Hoon Jurin.
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sentiero del Buddismo, è una persona che conosce realmente il significato della
gratitudine.
«Inoltre, io so meglio di te quanto è profondo l'obbligo che abbiamo verso il
sovrano. Se desideri ripagare i suoi favori, devi ammonirlo dal profondo del cuore e
consigliarlo con vigore. Obbedire agli ordini del sovrano anche quando sono ingiusti, è
un atto di adulazione e il massimo della slealtà.
«Il re Chou della dinastia Yin era un cattivo sovrano e Pi Kan era il suo leale
ministro. Quando questi si accorse che il governo del re era ingiusto, lo ammonì
severamente. Come risultato il petto di Pi Kan fu squarciato, ma dopo la sua morte il
re Chou fu sconfitto dal re dei Chou. Ancor oggi Pi Kan è ricordato come un fedele
ministro mentre il re Chou è conosciuto come un cattivo sovrano.
«Kuan Lung-p'eng venne decapitato per aver ammonito il sovrano, il re Chieh35
della dinastia Hsia. Ma il re Chieh è noto per essere stato un cattivo sovrano, mentre
Kuang Lung- p'eng è ricordato come un fedele ministro. Ci è stato insegnato che se
uno ammonisce il sovrano tre volte e il suo consiglio non viene ascoltato, egli si deve
ritirare tra le montagne36. Perché rimani in silenzio vedendo i suoi errori?
«Ho raccolto alcuni esempi di saggi dell'antichità che abbandonarono il mondo
per ritirarsi nelle foreste sulle montagne. Apri le tue stupide orecchie e ascolta un
momento! Durante la dinastia Yin, T'ai-kung Wang37 si ritirò in una valle
===
35. Chieh: ultimo re della dinastia Hsia. Secondo il Shih Chi, condusse una vita dissoluta e
oppresse il popolo con la sua tirannia. La sua dinastia venne distrutta dal re T'ang della dinastia Yin.
36. Ciò appare nella seconda sezione del Li Chi (Libro dei riti).
37. T'ai-kung Wang: generale al servizio del re Wen, primo sovrano della dinastia Chou. Durante
la dinastia Yin si ritirò in un eremo, ma lo lasciò per guidare l'esercito del re Wen su richiesta di
quest'ultimo. Dopo la morte di Wen servì il re Wu, successore di Wen, e combatté valorosamente nella
battaglia contro il re Chou della dinastia Yin.
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chiamata P'o-ch'i; durante la dinastia Chou, Po I e Shu Ch'i38 si nascosero sul monte
Shou-yang; Ch'i Li-chi39 della dinastia Ch'in, si ritirò sul monte Shang-lu; Yen Kuang40
della dinastia Han visse in una capanna solitaria; e Chieh Tzu-sui41 dello stato di Chin,
divenne un eremita sul monte Mien-shang. Dobbiamo definirli sleali per questo? Chi
lo facesse sarebbe un pazzo! Se capisci cosa significa essere leale, ammonisci il sovrano
e se vuoi essere filiale, devi parlare!
«Prima hai detto che coloro che aderiscono agli insegnamenti provvisori e alle sette
che si basano su di essi sono
===
38. Po I e Shu Ch'i: principi dello stato di Ku-chu durante la dinastia Yin. Dopo la morte del padre
abbandonarono il paese e si trasferirono nello stato di Chou. Qui vennero a sapere che il re Wen, sovrano
di Chou, era morto e che suo figlio, il re Wu, intendeva attaccare il re Chou della dinastia Yin, sebbene il
periodo di lutto ufficiale non fosse finito i due fratelli tentarono di dissuadere il re Wu, ma il loro
ammonimento non venne ascoltato ed essi decisero di ritirarsi sul monte Shou-yang dove morirono di
fame.
39. Ch'i Li-chi: uno dei quattro canuti eremiti che, per sfuggire ai disordini sociali che
caratterizzarono la fine della dinastia Ch'in, si ritirarono sul monte Shang-lu (conosciuto anche come
monte Shang). Quando alla dinastia Ch'in succedette la dinastia Han, gli asceti vennero invitati
dall'imperatrice Lu, vedova dell'imperatore Kao-tsu (Liu Pang), con funzione di consiglieri dell'imperatore
Hui, il figlio e successore di Kao-tsu.
40. Yen Kuang (39 a.C.- 41 d.C.): compagno di studi di Liu Hsiu che divenne in seguito
l'imperatore Kuang-wu, il primo sovrano degli Han posteriori. Quando Liu Hsiu salì al trono assumendo il
nome di Kuang-wu, Yen Kuang cambiò nome e si ritirò a vita solitaria. L'imperatore, rimpiangendo la
perdita dell'ingegno di Yen Kuang, lo implorò di diventare suo ministro, ma Yen Kuang rifiutò e trascorse il
resto dei suoi giorni in solitudine sul monte Fu-ch'un.
41. Chieh Tzu-sui: chiamato anche Chieh Tzu-t'ui o Chieh Chih-t'ui, era un seguace del duca Wen
dello stato di Chin nel periodo "Annali di primavera e d'autunno" (770-403 a.C.). Servì il duca in esilio per
diciannove anni. Quando il duca Wen riassunse il governo di Chin, offrì ricompense a coloro che lo
avevano seguito in esilio, dimenticando però Chieh tzu-sui. Questi lo rimproverò affermando che le
ricompense devono essere dispensate dal Cielo e non dagli uomini, quindi si ritirò sul monte Mien-shang.
87
molto numerosi, mentre quelli che seguono la mia setta sono pochi, e mi domandi
perché si debbano abbandonare gli insegnamenti professati dai più e accettare quelli
seguiti dai pochi. Ma i molti non sono necessariamente degni di rispetto, né i pochi
meritevoli di disprezzo.
«Le persone sagge e buone sono rare, mentre gli sciocchi e i malvagi sono
numerosi. Il ch'i-lin e la fenice sono gli animali più nobili e belli, ma ne esistono
pochissimi esemplari. D'altra parte le mucche e le pecore, i corvi e i piccioni sono tra le
creature più comuni e volgari, ma ve ne sono moltissimi. Se i molti sono sempre
rispettabili e i pochi disprezzabili, allora si dovrebbe preferire una pecora o una mucca
a un ch'i-lin oppure scegliere un corvo o un piccione invece di una fenice?
«Il gioiello mani42 e il diamante sono le pietre preziose più meravigliose. Queste
gemme sono rare, mentre le tegole rotte o i cocci, le zolle di terra e i sassi sono tra gli
oggetti più inutili e allo stesso tempo i più abbondanti. Se fosse come dici tu, si
dovrebbero scartare i gioielli preziosi e accontentarsi di tegole rotte e cocci? Sarebbe
insensato!
«Un sovrano saggio è una cosa rara, appare ogni mille anni, un bravo ministro
compare una volta ogni cinquecento anni. Del gioiello mani ne abbiamo solo sentito
parlare e chi ha mai visto veramente un ch 'i-lin o una fenice? Sia nel mondo secolare
che in quello religioso le persone buone sono rare, mentre quelle malvagie sono
numerose. Perché insisti a disprezzare i pochi e a tenere in gran conto i più? Il fango e
la sabbia sono abbondanti, ma il riso e gli altri cereali sono rari; la corteccia degli
alberi è disponibile in grande quantità, ma i tessuti di canapa e seta sono difficili da
trovare. Dovresti
===
42. Mani: parola sanscrita che significa gioiello. Si diceva che il gioiello mani avesse il potere di scacciare la
sfortuna, di rendere limpida l'acqua torbida e di curare le malattie.
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anteporre a tutto il vero insegnamento e non basare il tuo giudizio sul numero dei
seguaci».
A questo punto l'uomo si levò dalla sua stuoia in segno di rispetto, si aggiustò le
maniche e disse: «Ho ascoltato ciò che hai detto riguardo ai principi dei sacri
insegnamenti. È più difficile nascere esseri umani che gettare un filo dal cielo e farlo
passare attraverso la cruna di un ago posto in fondo al mare; è più raro che una
persona possa ascoltare la Legge del Budda che per una tartaruga con un occhio solo
riuscire a trovare un tronco di legno di sandalo galleggiante (con una cavità che si
adatti alle sue dimensioni). Ora sono nato nel regno umano, cosa difficile da
raggiungere, e ho avuto il privilegio di udire gli insegnamenti del Budda che raramente
è dato ascoltare. Se trascorro questa vita senza fare nulla, in quale esistenza potrò
liberarmi dalle sofferenze di nascita e morte e raggiungere l'Illuminazione?
«Le ossa che mi sono lasciato dietro nelle esistenze che si sono succedute nel
corso di un kalpa, superano l'altezza di una montagna, ma finora non ho sacrificato un
solo osso per la causa della Legge del Budda. Nel corso di queste innumerevoli
esistenze ho versato più lacrime per amore e riconoscenza di quant'acqua c'è nel mare,
ma non ho mai versato una sola lacrima per le mie esistenze future. Sono il più stupido
degli stupidi, veramente un pazzo tra i pazzi! A costo di sacrificare la mia vita e
distruggere questo mio corpo, devo entrare nel sentiero del Budda senza tener conto
della vita, per aiutare mio padre e mia madre a raggiungere l'Illuminazione ed evitare
alla mia umile persona le catene dell'inferno. Ti prego di istruirmi. Come deve
comportarsi una persona che prende fede nel Sutra del Loto? Delle cinque pratiche43,
===
43 Cinque pratiche: menzionate nel capitolo Hosshi (decimo) del Sutra del Loto, sono:
abbracciare, leggere, recitare, insegnare e trascrivere il sutra del Loto.
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su quale devo concentrarmi principalmente? Istruiscimi per favore sui tuoi degni
insegnamenti!».
Il saggio rispose: «La stanza delle orchidee del tuo amico44 ti ha avvolto con la
sua fragranza e sei diventato diritto come un rovo che cresce in un campo di canapa45.
Un albero spoglio non è mai veramente spoglio perché all'arrivo della primavera si
ricopre di gemme. Un campo brullo non è mai veramente tale, infatti con l'arrivo
dell'estate tornerà fresco e verde. Se ti sei pentito dei tuoi errori ed abbracci la vera
dottrina, sicuramente nuoterai nella profonda calma (del nirvana) e dimorerai a tuo
agio nel palazzo dell'incondizionato.
«Ora, per propagare gli insegnamenti del Budda e condurre tutte le persone alla
salvezza, prima di tutto bisogna conoscere l'insegnamento, la capacità delle persone, il
tempo, il paese e l'ordine di propagazione46. La ragione è questa: bisogna conoscere il
tempo perché ci sono il Primo, il Medio e l'Ultimo giorno della Legge, e
l'insegnamento perché esistono dottrine hinayana e mahayana. Quanto alla pratica,
esistono shoju e shakubuku. È un errore adottare il metodo di shakubuku quando il
tempo richiede la pratica di shoju ed è ugualmente sbagliato praticare shoju quando è
più appropriato lo shakubuku. Innanzitutto è necessario stabilire se l'epoca presente
richiede shoju o shakubuku.
===
44. Un "amico della stanza delle orchidee": l'espressione indica un uomo virtuoso e implica che la
compagnia di una persona virtuosa ha un influsso positivo, come quando entrando in una stanza piena di
orchidee ci si impregna della fragranza di questi fiori.
45. Si dice che un rovo che cresce in un campo di canapa sia sostenuto dalle piante che lo
circondano e che cresca diritto.
46. Si riferisce alle "cinque guide per la propagazione", criteri da comprendere e tenere in
considerazione nella diffusione del Buddismo. Essi sono: una corretta comprensione 1) dell'insegnamento
da propagare, 2) della capacità delle persone di credere e di capire, 3) del tempo, 4) del paese in cui esso
verrà diffuso, e 5) degli insegnamenti già diffusi in questa area. Nichiren Daishonin spiega
dettagliatamente questo concetto in L'insegnamento, la capacità, il tempo e il paese.
90
«Si pratica shoju quando il Sutra del Loto è diffuso in tutto il paese e non c'é un
solo maestro che esponga dottrine errate. Solo allora ti potrai ritirare nelle foreste sulle
montagne per meditare sul Dharma o dedicarti alle cinque, alle sei o alle dieci
pratiche47. Il tempo in cui è necessario shakubuku è molto diverso: è il tempo in cui
molti sutra e insegnamenti diversi tra loro spuntano qua e là come orchidee e
crisantemi; quando le varie sette godono di ampio seguito e di una grande fama, il
vero e il falso stanno fianco a fianco e Mahayana e Hinayana si contendono la
superiorità. In tale epoca bisogna mettere da parte tutto il resto e impegnarsi a
correggere coloro che offendono la Legge: questa è la pratica di shakubuku.
«Chi non capisce questo principio e pratica shoju o shakubuku nel tempo
sbagliato, non solo non raggiungerà la Buddità, ma cadrà nei cattivi sentieri. Tutto ciò
è affermato nel Sutra del Loto e nel Sutra del Nirvana ed è chiaramente sostenuto da
T'ien-t'ai e Miao-lo nei loro commentari. Questo è un principio molto importante della
pratica buddista.
«Possiamo paragonare questi due metodi di pratica ai due tipi di governo, civile
e militare. Ci sono periodi in cui sono necessari regimi militari e altri in cui è più
indicato un governo civile. Quando il mondo è in pace e la calma regna nella nazione,
le misure civili hanno la precedenza. Ma se i barbari dell'est, dell'ovest, del nord o del
sud si levano minacciosi con mire ambiziose, allora è indispensabile adottare
provvedimenti militari.
===
47. Le cinque pratiche sono spiegate nella nota 43. Le sei pratiche, menzionate nel Daichido ron, sono;
accettare, mantenere, leggere, recitare, insegnare e trascrivere. Le dieci pratiche, esposte nel Sutra
Shotenno nannya haramitsu, sono: trascrivere, fare offerte, propagare e trasmettere. ascoltare, leggere,
tenere a mente, predicare, recitare, meditare e impegnarsi.
91
«Se uno, pur comprendendo l'importanza delle arti civili e belliche, non
riconosce il tempo e indossa l'armatura e impugna le armi quando tutti sono pacifici e
non ci sono conflitti, commette un'azione sbagliata. D'altra parte chi depone le armi
sul campo di battaglia e prende penna e calamaio proprio quando i nemici stanno
marciando contro il suo sovrano, non sta agendo in accordo con il tempo.
«I metodi shoju e shakubuku funzionano allo stesso modo. Quando solo la vera
Legge viene propagata, quando non ci sono dottrine erronee e maestri perversi, si può
entrare nelle profonde valli e vivere in quiete dedicando il proprio tempo a leggere,
recitare, copiare il sutra e a meditare. Questo equivale a prendere l'inchiostro e la
penna quando il mondo è in pace. Ma se vi sono sette provvisorie o persone che
offendono la Legge, allora è tempo di mettere da parte ogni altra cosa e denunciare le
eresie. Questo equivale a impugnare le armi sul campo di battaglia.
«A questo proposito il Gran Maestro Chang-an nel suo commentario al Sutra
del Nirvana afferma: "Nei tempi passati, poiché l'epoca era pacifica e la Legge era
diffusa in tutto il paese, era giusto osservare i cinque precetti e non impugnare
bastoni. Oggi il mondo è in pericolo e la Legge è oscurata, perciò è giusto impugnare
bastoni e trascurare i precetti. Nel presente come nel passato, se vi è pericolo, bisogna
armarsi di bastoni. Nel presente come nel passato, se vi è pace, è corretto osservare i
cinque precetti. Dovete distinguere il metodo di shoju da quello di shakubuku e non
seguire solamente uno dei due". Il significato di questo brano è perfettamente chiaro.
«Nei tempi passati il mondo era onesto, le persone erano rette e non c'erano
insegnamenti o dottrine errate. Era possibile pertanto comportarsi in maniera
dignitosa e seguire pacificamente le pratiche religiose. Non era necessario ricorrere a
bastoni e ammonire gli altri, né si presentavano occasioni per confutare insegnamenti
errati.
92
«Ma l'era in cui viviamo è contaminata. La vera Legge non può diffondersi
perché la mente delle persone è perversa e distorta e gli insegnamenti provvisori e le
offese alla Legge abbondano. In tempi come questi, non serve leggere, recitare e
copiare il Sutra del Loto, né dedicarsi alla meditazione. Si deve praticare solo
shakubuku e, chi può farlo, deve usare la propria influenza per eliminare le offese alla
Legge e la propria conoscenza della dottrina per confutare le eresie.
«Come si è visto, bisogna distinguere fra shoju e shakubuku e non seguire
esclusivamente uno dei due metodi. Perciò dobbiamo osservare il mondo d'oggi e
chiederci se nella nostra nazione prevale la Legge oppure se in essa fioriscono le
dottrine provvisorie.
«Honen della setta della Pura Terra ha invitato a "scartare, chiudere, ignorare e
abbandonare" il Sutra del Loto in favore del Nembutsu; Shan-tao ha definito il Sutra
del Loto "una pratica scorretta" e ha scritto "neanche uno su mille" cioè, su mille
persone che prendono fede in questo sutra, nemmeno una raggiungerà
l'Illuminazione.
«Kobo della setta Shingon ha scritto che il Sutra del Loto è inferiore anche al
Sutra Kegon, che è al terzo posto dopo il Sutra Dainichi e l'ha definito una "teoria
infantile". Shokaku-bo, della stessa setta, ha dichiarato che il Sutra del Loto non è
degno neppure di portare i sandali del Sutra Dainichi e che il Budda Shakyamuni non
è degno neanche di fare il mandriano del Budda Dainichi.
«I preti della setta Zen denigrano il Sutra del Loto paragonandolo ad un grumo
di saliva sputato dalla bocca, a un dito che indica la luna o a un intrico di dottrine. I
preti della setta hinayana Ritsu definiscono il Sutra del Loto un insegnamento erroneo,
una predicazione del diavolo.
«Persone come queste non calunniano la Legge? Non si è mai troppo severi nel
condannarli e ammonirli energicamente!».
93
L'uomo disse: «Nelle oltre sessanta provincie del Giappone ci sono molti tipi di
persone e una grande varietà di dottrine buddiste; i seguaci Nembutsu, i maestri
Shingon, i seguaci degli insegnamenti Zen o Ritsu. È veramente difficile trovare una
sola persona che non offenda la Legge. Tuttavia, per quale motivo dovrei criticare gli
altri? A mio parere, devo semplicemente coltivare una profonda fede nel cuore e
considerare gli errori degli altri come qualcosa che non mi riguarda».
Il saggio replicò: «Ciò che dici è giusto e io sarei incline a condividere la tua
opinione. Ma i sutra insegnano a "non risparmiare la vita" [per la causa della Legge] e
[a propagare il Buddismo] "anche a costo della vita"48 II motivo per cui insegnano
questo è che, se propaghiamo i principi del Buddismo così come sono esposti nei
sutra, senza esitare per paura della gente, in un'epoca in cui molte persone calunniano
la Legge, invariabilmente appariranno i tre tipi di nemici49 e anche la nostra vita sarà
in pericolo. Ma, come affermano i sutra, se una persona si accorge che ci sono
deviazioni dalla Legge buddista e non le denuncia né si appella al sovrano perché
intervenga, tradisce gli insegnamenti e non è degno di essere considerato discepolo del
Budda.
Il terzo volume del Sutra del Nirvana afferma: "Se un buon prete vede qualcuno
che offende la Legge e lo lascia
===
48. Questi ammonimenti appaiono nel Sutra del Loto e nel del Nirvana.
49. Tre tipi di nemici: o tre potenti nemici, sono le persone che perseguiteranno i devoti del Sutra
del Loto nell'epoca corrotta dopo la morte di Shakyamuni, descritte da Miao-lo in base ai venti versi del
capitolo Kanji (tredicesimo). Sono: 1) laici ignoranti che denunciano i seguaci del sutra e li attaccano con
spade e bastoni; 2) preti arroganti che si credono illuminati e li insultano; 3) autorità religiose rispettate
come santi che, per paura di perdere fama e privilegi, indurranno le autorità civili a perseguitarli.
94
stare senza rimproverarlo, espellerlo o punirlo, quel prete sta tradendo il Buddismo.
Ma se lo rimprovera, lo espelle o lo punisce, allora questi è un mio discepolo, è un vero
shomon".
«Questo brano significa che, se una persona che sta propagando la vera Legge
del Budda, sentendo qualcuno diffondere insegnamenti scorretti, non lo rimprovera o,
se non è in grado di farlo personalmente, non si rivolge al sovrano perché lo corregga,
costui è un nemico della Legge del Budda. Ma se come indicano i sutra, egli, senza
paura degli altri, lo corregge personalmente o si rivolge al sovrano perché intervenga,
questa persona può essere considerata un discepolo del Budda e un vero prete.
«Perciò, per evitare l'accusa di tradire il Buddismo, a costo di essere odiato da
tutti, io ho dedicato la mia vita al Budda Shakyamuni e al Sutra del Loto mostrando
compassione verso lutti gli esseri viventi e denunciando le offese alla Legge. Quelli che
non comprendono la mia intenzione storcono le labbra e mi guardano con occhi
furiosi. Se sei veramente preoccupato per la tua vita dopo la morte, non badare alla tua
sicurezza e onora la Legge sopra ogni altra cosa. Perciò il Gran Maestro Chang-an
afferma: "[Il sutra''" dice: '...dovrebbe riportare le parole del suo sovrano] senza
tralasciarne nessuna, anche se ciò dovesse costargli la vita'. Questo significa che il
proprio corpo è insignificante, mentre la Legge è suprema. Propagate la Legge
sacrificando la vostra vita!"51.
«Questo brano insegna che anche a costo di sacrificare la propria vita non si
dovrebbe tener celata la vera Legge. La ragione è che il corpo è ben poca cosa in
confronto alla superiorità della Legge. Anche se il corpo sarà distrutto, ci si deve
sforzare di propagare la Legge.
===
50. Sutra del Nirvana.
51. Nehangyo Sho (Note sul Sutra del Nirvana), vol. 12.
95
«Quanto è triste il nostro destino! Chi nasce deve inevitabilmente morire. Si
può anche vivere a lungo, ma alla fine non si può sfuggire all'impermanenza. Se
consideriamo che questa vita non dura più di cento anni, essa diventa solo un sogno
nel sogno. Persino nel paradiso dove non c'è né il pensiero né il non-pensiero e la vita
dura ottantamila anni, nessuno può sfuggire alla Legge dell'impermanenza e anche nel
cielo Trayastrimsha52 dove la vita dura mille anni, essa viene spazzata via dal vento del
declino. Quanto più triste è il destino degli esseri umani del continente di Jambudvipa,
la cui vita è più effimera della rugiada, più fragile di una foglia di banana, più
inconsistente delle bolle della schiuma! Come la luna riflessa nell'acqua non siamo
neppure certi di esistere; come la rugiada sul prato possiamo svanire in ogni momento.
«Chiunque afferri questo principio dovrebbe rendersi conto della grande
importanza di preoccuparsi della prossima esistenza. Nell'ultimo periodo del Budda
Kangi, quando il monaco Kakutoku propagava la vera Legge, innumerevoli monaci che
violavano i precetti si risentirono e attaccarono questo devoto. Il sovrano, il re Utoku,
per proteggere la vera Legge perse la vita combattendo contro i calunniatori, ma rinacque nella terra del Budda Ashuku e divenne il suo principale discepolo53. Il re
Sen'yo che onorava gli insegnamenti mahayana e aveva punito le offese dei
cinquecento brahmani, raggiunse lo stadio della non regressione54. Come è
rassicurante
===
52. Cielo Trayastrimsha: il secondo dei sei cieli del mondo del desiderio, la prima suddivisione del
triplice mondo. Questo cielo è collocato su un altopiano sulla cima del monte Sumeru. Si dice che gli esseri
in questo cielo vivano mille anni e che ogni giorno in questo luogo equivalga a cento anni nel mondo saha.
53. Questa storia compare nel Sutra del Nirvana.
54. Questa storia compare nel Sutra del Nirvana. Il re Sen'yo era Shakyamuni in una vita
recedente.
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sapere che coloro che rispettano i monaci della vera Legge e ammoniscono quelli
malvagi ed eretici, ricevono tali benefici!
«Ma se nella nostra epoca seguiamo la pratica di shoju e non quella di
shakubuku sicuramente cadremo nei cattivi sentieri insieme a coloro che offendono la
vera Legge. Il Gran Maestro Nan-yueh nel suo Shi anrakugyo afferma: "Se un
bodhisattva protegge le persone malvagie e non le punisce ... quando giungerà al
termine della vita cadrà nell'inferno assieme a quelle persone malvagie!"
«Questo significa che se un praticante del Buddismo non corregge e punisce le
persone malvagie che offendono la Legge, ma si dedica unicamente alla meditazione e
alla contemplazione senza distinguere tra dottrine corrette ed erronee, tra
insegnamenti veri e provvisori, e tuttavia pretende di essere un modello di
compassione, costui cadrà nei cattivi sentieri insieme ai malvagi. Chi non corregge i
praticanti Shingon, Nembutsu, Zen e Ritsu che calunniano la Legge e invece pretende
di essere un esempio di compassione incontrerà questo destino».
Allora l'uomo, esprimendo in parole la sua intima convinzione, disse:
«Ammonire il proprio sovrano e mettere la propria famiglia sulla giusta via è
l'insegnamento dei saggi dei tempi antichi, chiaramente indicato nei testi: lo
insegnano sia le scritture non-buddiste che le scritture buddiste. Vedere il male e non
punirlo, essere consapevoli di un'eresia e non combatterla, significa andare contro le
parole dei sutra e disobbedire ai patriarchi. La punizione per questa offesa è
estremamente dura, perciò d'ora in poi mi dedicherò alla fede.
«Però è veramente difficile mettere in pratica il Sutra del Loto. Puoi spiegarmi
se c'è qualche punto essenziale da osservare?».
Il saggio replicò: «Vedo che ora la tua aspirazione alla Via è seria e sincera. La
cosa essenziale per raggiungere
97
l’Illuminazione di tutti i Budda non è altro che i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo.
Fu unicamente grazie a questi cinque caratteri che il re Dan55 rinunciò al trono
tempestato di gioielli [e raggiunse l'Illuminazione] e la figlia del Re dei Naga trasformò
le sue caratteristiche di rettile [in quelle di un Budda]56.
«Riguardo a quanta parte del sutra dobbiamo abbracciare, il sutra stesso dice
che è sufficiente abbracciare un singolo verso o una singola frase e, riguardo al tempo
di pratica, dice che è sufficiente gioire anche per un momento udendolo. Tutti gli
ottantamila insegnamenti e le parole e frasi degli otto volumi del Sutra del Loto sono
stati esposti unicamente allo scopo di rivelare questi cinque caratteri. Quando il Budda
Shakyamuni, sulle nuvole della Montagna Sacra, nella foschia del Picco dell'Aquila,
riassunse l'essenza della dottrina e la affidò ai Bodhisattva della Terra, quale
insegnamento credi che fosse? Nient'altro che questa Legge essenziale.
«Anche la catena di gemme dei seimila fogli57 dei commentari di T'ien-t'ai e
Miao-lo, anche l'oro dei numerosi rotoli delle esegesi di Tao-sui e Hsing-man58, non
vanno oltre il significato di questo insegnamento. Se davvero temi il regno di nascita e
morte e brami il nirvana, se mantieni la fede fino in fondo e ricerchi ardentemente la
Via, le sofferenze causate
===
55. Dan: conosciuto anche come re Suzudan, il nome di Shakyamuni in una vita precedente. Egli
rinunciò al trono per ricercare la Legge e servì il saggio eremita Ashi per mille anni, allo scopo di imparare
da lui il Sutra del Loto. Secondo il capitolo Devadatta (dodicesimo) del Sutra del Loto, l'eremita Ashi
rinacque poi come Devadatta.
56. Ciò significa che la figlia del re dei Naga acquisì le trentadue fattezze e le ottanta
caratteristiche del Budda.
57. Seimila fogli: le tre opere maggiori di T'ien-t'ai. Hokke gengi, Hokke mongu e Maka shikan, e i
relativi commenti di Miao-lo.
58. Tao-sui e Hsing-man: discepoli di Miao-lo, vissuti durante la dinastia T'ang. Insegnarono a
Dengyo la dottrina e la meditazione di T'ien-t'ai quando quest'ultimo andò in visita in Cina nell'804.
98
dalla transitorietà e dall'impermanenza non saranno altro che il sogno di ieri e il
risveglio dell'Illuminazione diverrà la realtà di oggi. Se solo reciti
Nam-myoho-renge-kyo quale colpa non potrà essere cancellata? Quale fortuna non
verrà concessa? Questa è la più profonda verità. Devi credervi e accettarla».
L’uomo, congiungendo i palmi delle mani e inginocchiandosi rispettosamente,
disse: «Queste tue preziose parole mi hanno profondamente commosso e i tuoi
insegnamenti hanno risvegliato la mia mente. Eppure, per il principio che le cose
superiori contengono quelle inferiori, il largo dovrebbe includere lo stretto e il molto
comprendere il poco. Considerando che i cinque caratteri che hai menzionato sono
pochi, mentre le parole del testo del sutra sono molte, che il Daimoku del Sutra del
Loto è stretto, mentre gli otto rotoli che lo costituiscono sono molto larghi, come
potrebbero portare uguali benefici?».
Il saggio disse: «Quanto sei stupido! Il tuo attaccamento all'idea di
abbandonare il poco in favore del molto è più alto del monte Sumeru e la tua
convinzione che lo stretto è disprezzabile e il largo sia da onorare, è più profonda
dell'oceano! Nel corso della nostra discussione ho già dimostrato che il molto non è
necessariamente degno di rispetto e che il poco non è necessariamente disprezzabile.
Ora ti spiegherò ulteriormente come il piccolo possa superare il grande e l'uno essere
superiore ai tanti.
«Il seme dell'albero di nyagrodha, sebbene sia la terza parte di un seme di
senape, può fare ombra a cinquecento carri59. Non è questo il caso del piccolo che
contiene il grande?
===
59. Nel Daichido ron si afferma che il nyagrodha, o fico del Banian, è tanto largo da dare ombra a
cinquecento carri, anche se il seme dal quale nasce è grande un terzo del seme di senape.
99
La gemma che esaudisce i desideri60 pur essendo una, è capace di far piovere diecimila
tesori senza che ne manchi alcuno. Non è questo il caso del poco che supera il tanto? Il
proverbio popolare dice che "uno è la madre di diecimila". Non comprendi queste
ragioni? La cosa importante è che la dottrina sia o non sia conforme al principio del
"vero aspetto della realtà". Non essere ciecamente attaccato al problema dei tanti o dei
pochi!
«Poiché sei così stolto, consentimi di chiarire il concetto con un'analogia.
Myoho-renge-kyo è la natura di Budda di tutti gli esseri viventi. La natura di Budda è
la natura del Dharma e la natura del Dharma è l'Illuminazione. La natura di Budda
posseduta da Shakyamuni, Taho e tutti i Budda delle dieci direzioni; da Jogyo,
Muhengyo e gli altri Bodhisattva della Terra; da Fugen, Monju, Shariputra,
Maudgalyayana, e gli altri discepoli; da Bonten e Taishaku, dalle divinità del Sole, della
Luna, della stella del mattino, delle sette stelle dell'Orsa maggiore nel cielo del nord,
dalle ventotto costellazioni61, dalle sterminate altre stelle, dagli dèi celesti e terreni, dai
draghi, dalle otto specie di esseri inferiori62 e dagli esseri umani e celesti raccolti nella
grande assemblea
===
60. Gemma che esaudisce i desideri: un gioiello che avrebbe il potere di realizzare qualsiasi
desiderio. Simboleggia la grandezza e la virtù del Budda e delle scritture buddiste. Il Daichido ron sostiene
che si ottiene dalla testa di un re Drago, oppure dalla trasformazione delle reliquie del Budda.
61. Ventotto costellazioni: quattro case celesti ognuna composta «la sette grandi corpi celesti e
che corrispondono alle quattro direzioni ed alle quattro stagioni: est-primavera, sud-estate,
ovest-autunno, nord-inverno.
62. Otto specie di esseri inferiori: esseri non umani che proteggono il Buddismo, citati nel capitolo
Hiyu (terzo) del Sutra del Loto. Sono divinità, draghi, demoni yakshas, divinità della musica chiamate
gandharvas, demoni asura che vivono sul fondo del mare, uccelli garuda, kimnara o divinità dalle voci
soavi e mahoraga, dèi a forma di serpente.
100
per ascoltare la predicazione del Budda; dal re Emma - in breve da tutti gli esseri
viventi del regno ove non c'è né pensiero né non-pensiero - da sopra le nuvole fin giù
alle fiamme delle profondità dell'inferno - la natura di Budda che tutti questi esseri
posseggono si chiama Myoho-renge-kyo. Quindi, quando recitiamo una volta queste
parole del Daimoku, richiamiamo la natura di Budda di tutti gli esseri viventi attorno a
noi e in quel momento verranno richiamati e si manifesteranno i tre corpi' della natura
del Dharma che esistono in noi, il corpo della Legge, di beatitudine e di
manifestazione. Questo si chiama "conseguire la Buddità". Per chiarire con un
esempio, quando un uccellino in gabbia canta, gli uccelli che volano in cielo si
raccolgono immediatamente attorno a lui e, vedendoli, l'uccellino in gabbia cerca
d'uscire».
L'uomo disse: «Mi hai appena illustrato esaurientemente i benefici del Daimoku
e il significato della Legge mistica. Vorrei sapere però se sono spiegati così anche nel
sutra».
Il saggio replicò: «Hai già compreso i principi, sicché non c'è una reale necessità
di domandare su quali passi della scrittura sono fondati. Ma citerò lo stesso un passo
del sutra, come mi chiedi.
«Nell'ottavo volume del Sutra del Loto, nel capitolo Dharani, il Budda dice: "Se
solo proteggete chi riceve e abbraccia il nome del Sutra del Loto, godrete di infinita
fortuna". In questo brano il Budda loda Kishimojin63 e le sue dieci figlie per la loro
solenne promessa di proteggere i devoti del Sutra del Loto. Egli dice: "Avete giurato di
proteggere chi abbraccia il Daimoku del Sutra del Loto. I benefici che ne riceverete in
cambio superano persino il potere della saggezza del Budda,
===
63. Kishimojin: un demone femminile, figlia di un demone yaksha a Rajagriha. Nel capitolo
Dharani (ventiseiesimo) lei e le sue dieci figlie si impegnano davanti al Budda a proteggere i devoti del
Sutra del Loto.
101
che permea completamente le tre esistenze". Benché non ci sia nulla che la saggezza
del Budda non possa comprendere, qui il Budda afferma che nemmeno lui può
calcolare i benefici derivanti dal ricevere e dall'abbracciare il Daimoku del Sutra del
Loto.
«Tutti i benefici dell'intero Sutra del Loto sono contenuti solamente nei cinque
caratteri di Myoho-renge-kyo. Mentre le parole degli otto volumi del Sutra del Loto
differiscono a seconda del contenuto dei ventotto capitoli, i cinque caratteri del
Daimoku sono sempre eguali.
«Per chiarire, nei due caratteri Ni-hon, o Giappone, sono incluse più di sessanta
province e due isole (Iki e Tsushima). C'è qualche distretto o qualche provincia non
compresi in questo nome? Se si pronuncia la parola "uccelli", la gente sa che si parla
delle creature che volano nel cielo; se si dice "bestie", la gente capisce che ci si riferisce
agli animali che camminano sulla terra. I nomi hanno grande importanza in tutte le
cose. Questa è la ragione per cui il Gran Maestro T'ien-t'ai disse che i nomi
comunicano la natura di una cosa mentre le frasi descrivono le differenze64, o che i
nomi designano il carattere fondamentale di una cosa.
«Inoltre, i nomi hanno la virtù di richiamare le cose a cui si riferiscono e, a loro
volta, le cose funzionano in conformità del loro nome. Lo stesso avviene per il
Daimoku del Sutra del Loto».
L'uomo disse: «Se è come dici tu, l'efficacia del Daimoku è davvero immensa.
Però deve essere diversa a seconda che se ne comprenda o no il significato. Io sono un
uomo che porta arco e frecce e si dedica alla professione delle armi, non conosco
ancora il reale significato degli insegnamenti buddisti.
===
64. Queste osservazioni compaiono in realtà nello Hokke mongu ki, vol. 1 di Miao-lo.
102
Come può uno come me ottenere profondi benefici?».
Il saggio replicò: «Per il principio della perfetta e immediata Illuminazione, non
c'è alcuna differenza tra i primi e gli ultimi stadi della pratica: nel primo stadio della
fede sono contenuti i meriti degli stadi successivi. Poiché una pratica include tutte le
pratiche, non c'è merito che non sia incluso.
«Se le cose stessero come dici tu e non si potessero ottenere benefici se non
dopo aver compreso la verità del Buddismo, allora nessuno, a partire dai bodhisattva
giunti allo stadio di Togaku65 fino ai comuni mortali che sono allo stadio di Myoji-soku
66
, sarebbe in grado di ottenere alcun beneficio. La ragione di ciò è che, come dice il
Sutra del Loto, "[La vera entità di tutti i fenomeni può essere] compresa e condivisa
solo fra Budda "67.
«Nel capitolo Hiyu del Sutra del Loto il Budda dichiara: "Anche tu, Shariputra,
in questo sutra, hai potuto varcare la soglia della comprensione solo per mezzo della
fede. Questo è ancora più vero per gli altri discepoli shomon".
«In questo brano egli dice che persino il grande saggio Shariputra è stato in
grado di varcare la soglia della comprensione del Sutra del Loto con la fede e non con
il potere della sua saggezza. A maggior ragione ciò vale per gli altri discepoli shomon.
«Quindi, con la predicazione del Sutra del Loto, Shariputra per mezzo della
fede riuscì a liberarsi dell'appellativo di "escluso per sempre dalla Buddità" e seppe che
in futuro sarebbe diventato il Tathagata "Fiore luminoso".
«È lo stesso caso di un bambino al quale sia dato del latte
===
65. Togaku: il cinquantunesimo dei cinquantadue stadi della pratica del bodhisattva e l'ultimo
prima di raggiungere la Buddità.
66. Myoji-soku, stadio iniziale della pratica buddista e secondo dei sei stadi della pratica del Sutra
del Loto in cui si comprende l'insegnamento ascoltando il nome (myo) della verità o leggendo le parole (ji).
67. Sutra del Loto, cap. 2.
103
da bere: anche se il bambino non comprende il sapore del latte, bevendolo crescerà
naturalmente. Similmente quando un medico dà una medicina a un malato, se il
malato la prende anche senza conoscerne l'origine e la natura, la malattia guarirà
naturalmente. Ma se rifiuta di prenderla obiettando che non ne conosce l'origine, credi
che la sua malattia possa mai essere curata? Sia che conosca o no la medicina, se la
prende verrà comunque curato.
Il Budda è stato chiamato un medico eccellente, la Legge è stata paragonata alla
benefica medicina e tutti gli esseri viventi a dei malati68. Il Budda ha raccolto tutti gli
insegnamenti impartiti nel corso della sua vita, li ha macinati, setacciati, mescolati e
ha preparato un'eccellente medicina, la pillola della Legge mistica. A prescindere dalla
comprensione, chi prende questa pillola come può non guarire dalla malattia delle
illusioni? Sebbene il paziente non conosca la medicina o non conosca la natura della
sua malattia, se prende la medicina non può non guarire.
«Lo stesso accade a chi pratica il Sutra del Loto: sebbene non capisca i principi
del Buddismo e non sappia che sta soffrendo a causa delle illusioni, basta che abbia
fede e riuscirà senza dubbio a liberarsi simultaneamente della malattia e dei tre tipi di
illusioni: le illusioni del pensiero e del desiderio, le illusioni innumerevoli come le
particelle di polvere e di sabbia e l'oscurità fondamentale [le illusioni sulla vera natura
dell'esistenza]. Raggiungerà la terra della "Vera ricompensa" e della "Luce tranquilla"69
e farà risplendere i tre corpi del Budda che possiede sin dall'origine.
«Perciò il Gran Maestro Penavo dice: "Né i maestri né i
===
68. Riferimento alla parabola del bravo medico del capitolo Juryo (sedicesimo).
69. Terre della Vera ricompensa e della Luce tranquilla: la terra dei bodhisattva e la terra dei
Budda.
104
discepoli necessitano di innumerevoli kalpa di pratiche austere; con il potere del Sutra
del Loto possono raggiungere la Buddità nella loro forma presente"'" Questo significa
che sia il maestro che espone i principi del Sutra del Loto, sia il discepolo che riceve il
suo insegnamento, in breve tempo otterranno insieme la Buddità con il potere del
Sutra del Loto.
«Il Gran Maestro T'ien-t'ai espose trenta volumi di analisi del Sutra del Loto:
Hokke gengi, Hokke mongu e Maka shikan e il Gran Maestro Miao-lo compose trenta
volumi di note sulle opere di T'ien-t'ai: Hokke gengi shakusen, Hokke mongu ki e
Maka shikan bugyoden guketsu. Complessivamente questi lavori sono noti come "i
sessanta volumi della scuola Tendai".
«Nello Hokke gengi T'ien-t'ai stabilì i "Cinque grandi principi di nome, entità,
qualità, funzione e insegnamento71 e, alla luce di questi, spiegò il potere e l'efficacia dei
cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Descrivendo il terzo dei cinque grandi principi,
la qualità del Sutra del Loto, egli scrive: "Quando si tira la corda di una rete, non c'è
alcuna maglia che non si muova e, quando si solleva un lembo del vestito, non c'è filo
del vestito che non si sollevi". Il significato di questo brano è che, con la sola pratica
della fede in Myoho-renge-kyo, non ci sono benefici che non si ottengano, e non c'è
buon karma che non cominci a operare. È come il caso della rete da pesca: benché la
rete sia composta di innumerevoli piccole maglie, quando si tira la corda della rete,
non c'è una maglia che non si muova. O come il caso di una veste: sebbene la veste sia
fatta di innumerevoli fili sottili, quando se ne solleva un lembo, non ci sono fili che
non siano sollevati.
===
70. Hokke shuku.
71 . Nome" indica il significato del titolo di un sutra, "entità" il suo Principio fondamentale,
"qualità" le dottrine principali, "funzione" i benefici e il potere, "insegnamento" è la posizione e l'influenza
di un sutra rispetto agli altri .
105
«Nello Hokke mongu T'ien-t'ai spiega una per una le parole e le frasi contenute
nel Sutra del Loto, dalla prima frase "Così io ho udito", fino alle ultime parole "...
s'inchinarono e se ne andarono". Egli stabilì quattro criteri di interpretazione72: cause e
circostanze, correlazione degli insegnamenti, Shakumon e Honmon del Sutra del Loto
e l'osservazione della mente.
«Inoltre, nel Maka shikan, egli espone la meditazione sull'area dell'insondabile,
cioè la dottrina di ichinen sanzen basata sulla sua profonda comprensione del Sutra del
Loto. Questa è una pratica basata sull'Illuminazione originale del Budda ed è la verità
esistente originariamente nella vita. Ma non mi addentrerò in dettagli su questo
punto.
«Quale occasione per rallegrarsi! Seppure nati nell'epoca corrotta, macchiata
dalle cinque impurità73, siamo riusciti ad ascoltare le vere parole dell'unico veicolo. Chi
ha creato tante buone cause quanti sono i granelli di sabbia dell'Hiranyavati o del
Gange può incontrare questo sutra e aver fede in esso74. Ora tu sei giunto allo stadio
della fede in cui si prova un istante di gioia e, senza dubbio, proprio come una scatola
e il suo coperchio combaciano, la tua fede combacerà e si fonderà con la compassione
del Budda».
===
72. Tien-t'ai esaminò le parole e le frasi del Sutra del Loto dal punto di vista delle "Cause e
circostanze" che portarono il Budda a pronunciarle, dei "quattro insegnamenti e cinque periodi", degli
"insegnamenti shakumon e honmon del Sutra del Loto" e della "osservazione della mente", cioè la
percezione della verità nella propria vita con la pratica della meditazione.
73. Cinque impurità: citate nel capitolo Hoben del Sutra del Loto, sono: impurità dell'epoca, dei
desideri, degli esseri, del pensiero e della vita.
74. Il Daishonin modifica leggermente la formulazione del Sutra del Nirvana, vol. 6, che afferma
che colui in cui si è destata l'aspirazione all'Illuminazione sotto la guida di un grandissimo numero di
Budda, sarà in grado di abbracciare tale sutra nell'epoca corrotta.
106
L'uomo chinò la lesta, congiunse le mani e disse: «D'ora in poi accetterò e
abbraccerò il re dei sutra, il Loto dell'unica verità, e prenderò come mio vero maestro
l'unico degno d'onore nel triplice mondo. Da adesso, col mio attuale corpo di comune
mortale, fino a quando avrò ottenuto il corpo di un Budda, non abbandonerò mai
questa fede. Anche se le nuvole dei cinque peccati cardinali si addensassero su di me,
mi sforzerò di emulare l'esempio di Devadatta e raggiungere la Buddità. Anche se fossi
investito dalle ondate delle dieci cattive azioni, continuerò a desiderare di stringere un
legame col Sutra del Loto, come coloro che ascoltarono le prediche dei principi»75.
Il saggio disse: «Il cuore umano è come l'acqua che assume la forma del
recipiente e la natura degli esseri fluttua come il riflesso della luna sulle onde. Adesso
tu dici di credere ma, in seguito, cambierai certamente idea. Se i diavoli e i demoni
venissero a tentarti non dovrai farti distrarre. Il Demone del sesto cielo odia la Legge
del Budda e i non buddisti avversano il Buddismo, ma se tu rafforzi sempre più la tua
fede come l'aurea montagna che risplende quando viene scalfita dal cinghiale, come il
mare che riceve tutti i corsi d'acqua, come il fuoco che brucia più alto quando vengono
aggiunti ceppi o come l'insetto gura76 che si gonfia quando soffia il vento, come
potrebbe il risultato non essere positivo?».
===
75. Riferimento ai sedici figli del Budda Daitsu.
76. Gura (sanscrito kalakula): insetti immaginari che si gonfierebbero quando tira un forte vento.
Sono citati nel Daichido ron.
107
Sho gu bondo sho
Gosho Zenshu, pag. 474
Scritto in data incerta
Destinatario ignoto
CENNI STORICI - Si ritiene che il Gosho Conversazione tra un saggio e un uomo non
illuminato sia stato scritto dal Daishonin nel 1265, all'età di 44 anni. Il destinatario non
è noto. Tuttavia, poiché verso la fine del Gosho l'uomo non illuminato si definisce "un
uomo che porta arco e frecce e che si dedica alla professione delle armi ", è probabile
che il Daishonin l'abbia scritto per qualcuno appartenente alla classe dei samurai.
Il trattato consiste di due parti ed è scritto per lo più nella forma di domanda e
risposta. Il "saggio" del titolo indica il devoto del Sutra del Loto, ovvero lo stesso
Nichiren Daishonin, mentre "l'uomo non illuminato" rappresenta noi tutti comuni
mortali dell'Ultimo giorno della Legge.
Nella prima parte, l'uomo, che ha compreso il carattere impermanente della
vita e sta ricercando la verità, è visitato in successione da un prete della setta Ritsu, da
un credente della setta della Pura Terra, da un praticante della setta Shingon e da un
prete della setta Zen, i quali gli espongono le dottrine delle loro sette e cercano di
convertirlo.
Il prete della setta Ritsu afferma che gli insegnamenti riguardanti i precetti
sono i più importanti tra gli ottomila sacri insegnamenti del Buddismo. Portando ad
esempio Ryokan, il rettore del tempio Gokuraku-ji, esorta l'uomo a osservare i cinque
precetti e i duecentocinquanta precetti ed a consacrarsi ad opere di carità.
Il visitatore successivo, un credente laico della setta della Pura Terra, elogia gli
insegnamenti della setta Nembutsu, che consentirebbero di rinascere nel Paradiso
occidentale, la Pura Terra del Budda Amida. Tra i quarantotto voti del Budda
108
Amida, il diciottesimo in particolare è l'unica fonte di salvezza per tutti i comuni
mortali dell'Ultimo giorno, poiché anche una persona colpevole delle dieci cattive
azioni e dei cinque peccati cardinali può ottenere la rinascita nella Pura Terra facendo
appello al nome di questo Budda.
Il praticante della setta Shingon sostiene che anche le dottrine più profonde
degli insegnamenti essoterici non rappresentano altro che un'introduzione agli
insegnamenti esoterici. Mentre gli insegnamenti essoterici furono esposti da
Shakyamuni, un corpo di manifestazione del Budda, in accordo con le capacità dei
suoi discepoli, gli insegnamenti esoterici furono predicati dal Budda Dainichi, il corpo
della Legge, spontaneamente, in accordo con la propria gioia nella Legge.
L'ultimo è un prete Zen mendicante. Egli paragona i sutra ad un dito che indica
la luna e denuncia le dottrine contenute in essi come prive di senso, esortando l'uomo
a sedersi in meditazione così da percepire la vera natura della propria mente, in
accordo con "l'insegnamento senza parole" dello Zen.
Turbato dalle contraddizioni delle varie dottrine ascoltate e deciso a conoscere
quale fosse l'insegnamento corretto, l'uomo decide di mettersi in viaggio alla ricerca di
un maestro in grado di chiarire la questione. Dopo aver visitato uno dopo l'altro
diversi templi, alla fine incontra un uomo saggio che aveva abbracciato il Sutra del
Loto. Il titolo Conversazione tra un uomo saggio e un uomo non illuminato si riferisce
al successivo dialogo fra i due. L'uomo confessa che, sebbene abbia appreso gli
insegnamenti delle sette Ritsu, Nembutsu, Shingon e Zen, non è in grado di stabilire
quale sia l'insegnamento corretto. A fronte di tali dubbi l'uomo saggio dichiara che le
dottrine di tutte e quattro queste sette sono causa di rinascita nei cattivi sentieri dal
momento che sono tutti basati sugli insegnamenti provvisori. Solo il vero
insegnamento, il Sutra del Loto, consente a tutte le persone, senza eccezione alcuna,
di raggiungere la Buddità.
109
Il saggio procede a refutare le dottrine delle sette che si basano sugli insegnamenti
provvisori e cita brani del sutra per dimostrare che la supremazia del Sutra del Loto fu
stabilita dallo stesso Budda Shakyamuni. La prima parte si conclude con la refutazione
delle dottrine Nembutsu e Shingon. La seconda parte inizia con la confutazione degli
insegnamenti Zen.
A questo punto l'uomo comune si è convinto della veridicità del Sutra del Loto.
E tuttavia esita ad abbracciarlo a causa della lealtà al sovrano e della pietà filiale. Egli
fa notare che tutti, dal sovrano alla gente comune, prestano fede nelle altre sette e che
i suoi stessi parenti ed antenati hanno abbracciato gli insegnamenti della Pura Terra. Il
saggio replica che il modo migliore di ripagare i debiti di gratitudine nei confronti dei
genitori e del sovrano è quello di abbracciare l'insegnamento buddista corretto, così da
guidare anche loro alla salvezza. Inoltre, osserva il saggio, si dovrebbe valutare una
dottrina buddista in base ai suoi meriti e non in base al numero di coloro che vi
aderiscono.
Il saggio chiarisce poi che vi sono due pratiche shoju e shakubuku a seconda del
tempo. Egli sostiene che nel presente periodo, nel quale fioriscono e si diffondono gli
insegnamenti distorti, la pratica corretta è shakubuku.
Ora che l'uomo comune si è risolto ad abbracciare il Sutra del Loto, il saggio
rivela che l'essenza del sutra è contenuta nei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, che
costituiscono il titolo del sutra stesso. Egli spiega che Myoho-renge-kyo è la natura di
Budda inerente a tutti gli esseri viventi. Quando si recita Nam-myoho-renge-kyo viene
invocata la natura di Budda inerente a tutte le cose e la propria natura di Budda
immediatamente emerge. Anche senza una profonda comprensione degli
insegnamenti buddisti, attraverso questa pratica si può raggiungere l'Illuminazione
senza cambiare la forma presente. L'uomo saggio conclude esortando l'uomo comune
a mantenere e rafforzare la propria fede, senza vacillare mai.
110

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