rivista internazionale gioielleria oreficeria gemmologia international

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RIVISTA
INTERNAZIONALE
GIOIELLERIA
OREFICERIA
GEMMOLOGIA
INTERNATIONAL
MAGAZINE
JEWELRY
GOLDSMITH
GEMMOLOGY
Sommario 169 ok con immagini:Sommario 25/02/14 10.48 Pagina 1
Rivista internazionale di arte e cultura orafa, design e gemme
International magazine on the art and culture of goldsmiths’ works,
design and gemstones
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Van Cleef & Arpels: gioielli senza tempo
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Antichità fra Oriente e Occidente
Antiques between East and West
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I gioielli del mare
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Prezzo abbonamento per l'Estero:
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Progetti Italian Style
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ASSOCIAZIONE ITALIANA ARTIGIANI ORAFI E ARGENTIERI OROLOGIAI ED AFFINI
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COORDINAMENTO CONSULTA ORAFI
FORMAZIONE ORAFA
QUOTAZIONI ORO 2014
RESTRIZIONI DEL CREDITO
CCNL IMPRESE ORAFE
CONSULTA ORAFI:
A CONFARTIGIANATO IL
COORDINAMENTO PER IL
2014
Per l’anno in corso il
coordinamento della
Consulta Nazionale dei
Produttori Orafi è tenuto da
Confartigianato Orafi.
In virtù di ciò, Presidente
Portavoce della Consulta
per l’anno 2014 è il
Presidente Franco Pozzebon
e Segretario della stessa è
Patrizia Curiale,
Responsabile nazionale di
Confartigianato.
Gli scopi della Consulta
Nazionale Orafi, apartitica e
autonoma, che non ha
natura commerciale e non
persegue scopi di lucro,
sono quelli, ove possibile:
- di definire una posizione
univoca del comparto
produttivo sulle diverse
istanze settoriali;
- dare al comparto la
rappresentanza di quella
che è l’intera forza del
settore;
- di presentarsi in modo
compatto e coordinato di
fronte alle Autorità e alle
altre Istituzioni o Enti
nazionali ed internazionali;
- di studiare e proporre
nuove iniziative;
- di coordinare l'attività di
lobby in campo nazionale
ed internazionale;
- di incentivare la
costituzione delle Consulte
Territoriali/Tavoli
Intercategoriali tra le
Associazioni/Sezioni di
categoria dei produttori
presenti in un determinato
territorio, sollecitandone
anche l’adeguamento delle
modalità di gestione a
quelle della Consulta
Nazionale Orafi, che può
promuovere o partecipare
ad attività di natura
imprenditoriale, finalizzate
ad una migliore
realizzazione degli scopi.
Attualmente fanno parte
della Consulta, oltre a
Confartigianato Orafi,
Confindustria Federorafi,
CNA Orafi e Confapi
UnionOrafi.
particolarmente significativo
per il settore orafo, si deve
mantenere e innovare con
un investimento sulle
persone e nello sviluppo
delle competenze
professionali al fine di
formare una nuova
generazione di artigianiartisti-imprenditori
mediante l’integrazione tra
scuola, formazione,
associazioni di categoria,
aziende. In tale contesto, si
segnala che lo scorso 2
dicembre 2013 è iniziato il
nuovo corso biennale
“Tecnico Superiore della
lavorazione orafa”, un
percorso di formazione post
diploma sostenuto dalla
Regione Veneto e promosso
dal Centro Produttività
Veneto in sinergia con le
associazioni di categoria del
territorio. L’obiettivo è
plasmare una nuova
generazione di tecnici del
settore, verso i quali
trasferire quel patrimonio
unico di saperi e abilità alla
base del “made in Italy” di
successo. Si tratta di un
passo importante per tutto il
settore e un segnale di
fiducia verso le nuove
generazioni. Il corso
rappresenta il primo ITS a
livello nazionale dedicato al
mondo orafo e in tal senso si
profila come un canale
formativo di livello post
secondario, parallelo ai
comparto. I moduli didattici
vertono su ambiti differenti e
complementari, dalla storia
del gioiello alla
gemmologia, dalle tecniche
progettuali al design 3D
CAD CAM, dalla tecnologia
dei materiali alle tecniche
decorative, senza
tralasciare aspetti di
organizzazione aziendale e
marketing, garantendo ai
partecipanti di conoscere
l’intera filiera produttiva
del gioiello e di disporre di
competenze strategiche per
le sfide competitive che
riguardano il settore. Il
biennio di specializzazione,
realizzato in collaborazione
con l’Istituto Tecnico
Superiore Cosmo, si installa
presso la Scuola d’Arte e
Mestieri di Vicenza, oggi
dipartimento del CPV, che
ne ha rilanciato il ruolo di
“casa della creatività”, dove
la tradizione manifatturiera
artigianale incontra
l’innovazione e le nuove
tecnologie. Il dialogo con il
mondo produttivo
rappresenta uno dei tratti
distintivi del nuovo percorso
formativo. L’integrazione tra
scuola e sfera aziendale è
garantita da un monte ore
annuale che prevede 650
ore di formazione in aula,
equamente suddivise tra
lezioni teoriche e laboratori
tecnico/pratici, e 350 ore di
stage in azienda per la
percorsi accademici, mirato
a formare figure tecniche e
professionali altamente
specializzate e aderenti ai
fabbisogni delle piccole e
medie imprese del
messa a punto e il
consolidamento
“sul campo” delle
competenze professionali
acquisite. Oltre il 70% del
corpo docente è composto
FORMAZIONE ORAFA: INIZIATIVE
IN VENETO E A ROMA
Nell’attuale scenario
economico, il legame col
territorio rappresenta per le
piccole imprese un valore
straordinario, espressione di
quella cultura basata su
creatività, abilità manuale e
competenze, che distingue
le produzioni caratteristiche
del “made in Italy” di
successo. Questo sistema,
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da professionisti provenienti
dal mondo del lavoro.
Le aziende che ritengano
opportuno partecipare a
questo progetto possono
segnalare a Confartigianato
Vicenza la loro disponibilità
ad accogliere in stage uno o
più corsisti. Per predisporre
il progetto di stage inviare il
nominativo aziendale
unitamente al nominativo
della persona di riferimento
(focal point di stage)
all’indirizzo e-mail
[email protected]
oppure a Confartigianato
Vicenza all’indirizzzo
[email protected]
Ulteriori informazioni sono
reperibili sui siti:
www.itscosmo.it e
www.cpv.org.
Altra iniziativa di
Confartigianato Vicenza in
ambito di formazione orafa
è stata la visita del Consiglio
della sezione orafi e
argentieri allo IED-Istituto
europeo del design di
Torino, dov’è attivo tra gli
altri il corso di design di
gioiello-accessorio. La visita
ha permesso agli
imprenditori di valutare le
modalità organizzative che
la scuola utilizza per
attivare progettualità
condivise con le aziende, in
vista dell’avvio di una
collaborazione tra la scuola
e il comparto vicentino.
Anche a Roma, l’Università
e Nobil Collegio degli Orafi
Gioiellieri Argentieri
dell’Alma Città di Roma
promuove un corso di
formazione atto a colmare il
crescente “vuoto” nelle
attività formative rivolte al
settore orafo.
L’iniziativa rientra
nell’ambito dell’attività
ultracinquecentennale
dell’Associazione, il cui
scopo fondamentale è
quello di preservare,
diffondere e sostenere la
cultura orafa. La mancanza
di formazione nel settore è
ritenuta un importante
elemento di criticità per il
futuro della gioielleria
italiana, che necessità della
presenza di una classe di
giovani imprenditori,
preparata ad affrontare le
sfide che il futuro riserva
all’Italia e in particolare al
mondo dell’artigianato
orafo-argentiero.
L’Università degli Studi di
Roma “La Sapienza” ha già
assicurato la sua
collaborazione; il Collegio
auspica la condivisione al
progetto delle aziende del
settore attraverso la
collaborazione negli stage e
interventi specifici nell’iter
formativo. Per conoscere
meglio l’Università e Nobil
Collegio degli Orafi
Gioiellieri Argentieri
dell’Alma Città di Roma:
www.universitadegliorefici.it.
QUOTAZIONI ORO:
PESSIMISTICHE LE PREVISIONI
PER IL
2014
Se nell’anno appena
trascorso abbiamo assistito
ad un crollo del prezzo
dell’oro (il metallo principe
ha infatti perso tra un terzo
ed un quarto del suo valore
dopo anni all’insegna del
rialzo), anche le previsioni
per il 2014 sulle sue
quotazioni sono all’insegna
del pessimismo. Le banche
d'affari J.P. Morgan e
Goldman Sachs hanno
tagliato le loro stime
sull’andamento dei prezzi.
Per la prima potrebbe
aversi una riduzione del
prezzo dell'oro di circa il 1920%, facendo arrivare le
quotazioni alla soglia
psicologica dei 1000 euro
all’oncia. Per gli analisti di
Goldman Sachs l’oro
scenderà a fine 2014 a quota
1050 dollari l’oncia:
previsione poco meno
pessimistica rispetto a J.P.
Morgan, ma che vede
sempre una riduzione del
10% delle precedenti stime.
Anche Moody’s ha
abbassato le sue previsioni
di prezzo medio per l’oro e
l’argento nel 2014 e oltre,
rispettivamente a 1100
dollari e 18 dollari l’oncia.
In precedenza l’agenzia di
rating aveva indicato come
proiezione per il periodo un
prezzo medio di 1200 dollari
l’oncia per l’oro e di 20
dollari l'oncia per l’argento.
L’abbassamento delle
stime, spiega Moody’s
in un comunicato, riflette
il “significativo
deterioramento nel prezzo
spot di oro e argento a circa
1200 e 20 dollari l’oncia e i
fondamentali che appaiono
sfavorevoli nel corso dei
prossimi due anni”, periodo
durante il quale l’economia
mondiale dovrebbe
mantenere una dinamica di
fondo di crescita, i governi
dovrebbero ridurre i vari
programmi di sostegno e la
minaccia dell'inflazione
dovrebbe rimanere
sottotono nella maggior
parte delle principali
economie. Da segnalare
tuttavia l’opinione
divergente Commerzbank,
per la quale “dopo il
tracollo del 2013, nel 2014 il
prezzo dell’oro dovrebbe
riprendersi moderatamente”.
Per gli analisti della
maggiore banca tedesca, la
domanda, specie nei
mercati asiatici, dovrebbe
far risalire il valore
dell’oncia d’oro fino a 1400
dollari entro la fine
dell'anno. Rimane il fatto
che il 2013 è stato l’annus
horribilis per il metallo
giallo. Molteplici le ragioni
di tale andamento: bisogna
citare in primis le azioni
della Federal Reserve Bank,
che influenzano
l’andamento del dollaro nel
mercato forex e di
conseguenza tutta la
finanza e la speculazione
internazionali.
Importanti poi anche la
produzione di oro fisico, i
destini delle grandi società
produttrici, le politiche
economiche di Stati come
India e Cina, tra i primi
compratori di oro al mondo
ma che ultimamente hanno
deciso di porre un freno agli
acquisti. Anche i grossi
investitori privati hanno
voltato le spalle all’oro
nell’anno appena trascorso.
Le vendite da parte del
miliardario George Soros e
John Paulson hanno
occupato le prime pagine
dei giornali, contribuendo
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ASSOCIAZIONE ITALIANA ARTIGIANI ORAFI E ARGENTIERI OROLOGIAI ED AFFINI
all’erosione del prezzo. Le
riserve del maggior fondo al
mondo SPDR Gold Trust
hanno toccato il livello più
basso dal 2009. Ciò ha avuto
ripercussioni sul prezzo
dell’oncia d’oro, sceso del
28%, pari a circa 1205
dollari. Non si tratta solo
della prima perdita da 13
anni a questa parte, ma
anche della maggior
flessione da 30 anni in qua.
Vi è poi l'attenuazione della
crisi del debito in Europa, la
prospettiva di rendite in
crescita dei titoli di stato
americani e la ripresa dei
mercati azionari, tutti
fenomeni che hanno spinto
molti investitori a vendere le
quote detenute in fondi Etf
oro negoziati in borsa.
GLI ORAFI DI CONFARTIGIANATO
IN PRIMA LINEA CONTRO LE
RESTRIZIONI DEL CREDITO
L’accesso al credito
continua a essere uno dei
principali ostacoli alla
ripresa delle piccole e
medie imprese italiane.
Secondo dati diffusi dalla
Banca d’Italia lo scorso
agosto, i prestiti alle società
non finanziarie sono
diminuiti del 4,6% rispetto
all’anno precedente.
Da un’indagine condotta da
Ipsos su un campione di
imprese e professionisti è
Andrea Boldi
emerso che solo un terzo
delle piccole imprese
che richiedono un
finanziamento ad un istituto
di credito ottiene risposta
positiva. Pertanto lo
scenario economico resta
particolarmente
preoccupante anche nei
distretti industriali che
grazie all’export possono
trainare la crescita attesa
per il 2014.
“Negli ultimi anni le aziende
orafe – dice Andrea Boldi,
Consigliere di
Confartigianato Orafi con
delega alle politiche del
credito – hanno continuato a
credere nell’innovazione
con investimenti importanti
nella tecnologia e nella
creazione di nuovi
campionari. Ed è grazie a
questo impegno che
cominciano ad arrivare i
primi risultati incoraggianti
dopo un lungo periodo di
difficoltà”. “Purtroppo non
riusciamo a far fronte alle
richieste di tutti i clienti
stranieri“ afferma Boldi.
“Oggi vendiamo soprattutto
ad Emirati Arabi, Turchia e
Russia. I primi in particolare
arrivano a fornirci il metallo
prezioso che le nostre
banche hanno smesso di
concederci”. Prima della
crisi le imprese ottenevano
l’oro in prestito d’uso dagli
istituti di credito, mettevano
in produzione gli ordinativi
e ripagavano le banche
dopo aver venduto il
prodotto finito. “Purtroppo –
come sanno bene i nostri
imprenditori orafi – da
qualche anno questo
semplice meccanismo si è
inceppato. Ci vengono
richieste garanzie sempre
più onerose che non tutte le
imprese sono in condizioni
di offrire. E il risultato qual
è? Il metallo messo a
disposizione dalle banche
alle aziende orafe si è
ridotto dell’85%.
Secondo le verifiche
compiute tra i nostri
associati – continua Boldi –
alcuni istituti hanno portato
nel giro di pochi anni i tassi
di interesse praticato sul
prestito d’uso dall’1,20% al
9%; in molti casi hanno
addirittura chiesto il rientro
del metallo prezioso
concesso alle aziende,
costringendole di fatto alla
chiusura. Si è chiusa in
questo modo una modalità
importante di sostegno al
settore che rischia di far
perdere il treno della
ripresa a molte aziende.
È per questo che abbiamo
chiesto al nostro governo un
intervento forte al problema
della contrazione del
prestito d’uso”, ha concluso
Boldi.
CONTRATTO LAVORO PER I
DIPENDENTI DELLE IMPRESE
ORAFE: TRATTATIVE IN CORSO
Tra la fine dello scorso anno
e l’anno appena iniziato si
sono tenute molteplici
riunioni per la trattativa di
rinnovo del CCNL delle
imprese orafe. La trattativa
è stata avviata partendo da
due differenti piattaforme
rivendicative: una
presentata dalla FIOM
(CGIL) e l’altra congiunta
FIM (CISL) e UILM (UIL).
Tale circostanza faceva già
dall’inizio prevedere un
difficile avvio del confronto.
Tema prioritario posto dalle
organizzazioni datoriali è
l’apprendistato. Allo stato
attuale delle trattative è
in discussione un testo
che prevede una durata
massima del contratto
di cinque anni, il
prolungamento del periodo
di prova e la conferma della
possibilità che la formazione
professionale venga svolta
esclusivamente in azienda.
Da parte datoriale,
rappresentata per
Confartigianato Orafi dal
Presidente Franco Pozzebon
e da Fabio Antonilli della
Direzione relazioni
sindacali, sono state da
subito respinte le richieste
dei sindacati volte ad
incrementare i costi, come
l’introduzione dell’elemento
economico di garanzia a
carico delle imprese dei
territori che non adottano la
contrattazione collettiva di
2° livello. Si tratta di una
richiesta presente in
entrambe le piattaforme.
Inoltre, è stata rigettata la
richiesta di pagamento dei
primi tre giorni di malattia
del dipendente. Nelle
riunioni di febbraio sono
state affrontate tematiche
relative alla flessibilità
dell’orario di lavoro, nello
specifico il contratto a tempo
determinato, e al mercato
del lavoro.