Relazione tecnica processo e progetto

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Relazione tecnica processo e progetto
RELAZIONE TECNICA
Recupero ambientale dell'area urbana ex cave di Marco Vito e di Via Leuca:
“asse commerciale e verde attrezzato, secondo stralcio della rete ecologica relativa al
quartiere Leuca”.
1. INQUADRAMENTO URBANISTICO
Il progetto di collegamento tra il parco lungo Via Corvaglia detto “Tafuro” e contrada Cicolella sul
versante est del quartiere Leuca e la trasformazione ecologica di Via Leuca da via Pordenone fino a
Porta San Biagio, si inserisce in un contesto urbano denso che appare tipizzato, dal vigente P.R.G. come
di seguito indicato.
Fermo restando che tutto il percorso interessato dal progetto, interessa aree pubbliche, con riferimento
specifico agli assi viari, a partire da Parco Tafuro, proseguendo per Via Pordenone, immettendosi in Via
Leuca, per arrivare fino alla traversa della stessa denominata Via Enrico Toti, il percorso lambisce,
senza includerle, aree tipizzate “B – zone residenziali urbane”. Il tracciato previsto si conclude nella
piazza antistante Porta San Biagio, Piazza d’Italia, che comprende l’area occupata dal Monumento dei
Caduti. In particolare, questa ultima, risulta tipizzata dal P.R.G. come zona “A2 – zone urbane e nuclei
edificati di interesse ambientale”, mentre, il limite del centro storico che si attesta lungo Viale Lo Re, la
separa dall’area di ingresso di Porta San Biagio, che a sua volta ha destinazione “A1 – centro storico”.
2. IL PROCESSO DI ELABORAZIONE DEL PROGETTO
2.1 Il Laboratorio del Piano di Rigenerazione Urbana “Scusi per via Leuca?”
Il progetto di collegamento tra il parco lungo Via Corvaglia detto “Tafuro” e contrada Cicolella
sul versante est del quartiere Leuca e la trasformazione ecologica di Via Leuca da via Pordenone fino a
Porta San Biagio, è la prosecuzione del primo stralcio della rete ecologica in fase di realizzazione e che
parte dalla cave esistenti tra via Dei Ferrari e Via San Cesario, esito progettuale del processo di
progettazione che parte dal Laboratorio del Piano di Rigenerazione Urbana del Quartiere Leuca
denominato “Scusi per via Leuca?” (11/17 ottobre 2009).
Il Laboratorio di coinvolgimento degli abitanti del quartiere è stato strutturato secondo regole e
procedure pensate e agite secondo le caratteristiche dell'ambiente urbano e sociale. La strategia di
coinvolgimento adottata ha puntato sull'azione delle associazioni culturali e ha stimolato i partecipanti a
formare gruppi di lavoro. Ogni gruppo o associazione ha avuto la funzione strategica di facilitatore più o
meno inconsapevole esploratore del quartiere e dunque vettore di socialità e interazione con gli
abitanti. Una tecnica assimilabile
al
out reach. Le
associazioni coinvolte, nel laboratorio
di
progettazione partecipata svolto nell’ottobre del 2009 “Scusi, per Via Leuca?”, con l’analisi e
l’osservazione dei luoghi oggetto di progetto, hanno dato seguito alla prima fase di conoscenza dei
bisogni, mediante passeggiate ricognitive nella zona e il dialogo aperto con gli abitanti. Il percorso di
avvicinamento alla costruzione di un progetto possibile per il quartiere Leuca ha attraversato e
attraverserà, fino alla realizzazione del progetto qui presentato, 9 fasi:
−
Laboratorio di partecipazione del Piano di Rigenerazione Urbana (Scusi per via Leuca?)
−
documento programmatico del Piano di Rigenerazione e individuazione di obiettivi a breve e
medio termine (rete ecologica)
−
individuazione del I e del II stralcio del sentiero urbano
−
Planning For Real
−
progetto preliminare
−
co-progettazione con le associazioni proponenti progetti per la rigenerazione urbana
−
progetto definitivo ed esecutivo I stralcio
−
progetto definitivo II stralcio
−
realizzazione I stralcio
−
attuazione dei progetti delle associazioni
A Lecce un possibile frammento di rete ecologica secondo il documento programmatico del
Piano di Rigenerazione coinvolge un'ampia area della città che dalla S.S. 16 Lecce-Maglie arriverebbe
alla zona delle Cave di Marco Vito e a nord andrebbe ad incunearsi nel centro storico in piazza Roma
nei pressi del Monumento ai Caduti, presso Porta San Biagio. Da qui infatti, attraverso via XX
Settembre e il grande complesso dell’ex-Ospedale Vito Fazzi ed ex-Opis utile a riconnettere il
centro storico con la semi periferia a sud della città partirebbero una serie di percorsi che si
riconnetterebbero con il viale della circonvallazione e il parco dell’ex-Sanatorio “A. Galateo”. Da qui
un sistema di strade da riconvertire attraverso l’inserimento di essenze mediterranee di basso fusto
collega a est l’ex-Galateo con la zona di contrada Cicolella segnata dalla presenza di un grande
spazio abbandonato tra le maglie stradali e gli insediamenti residenziali di villette a due piani e palazzi
di 4-5 piani nei pressi della sede del provveditorato sulla Lecce-Maglie. A ovest la rete proposta si
insinua nella città consolidata, tra gli isolati di case basse attraverso strade come Via Amba Alagi, Via
Ortigara e attraverso il segno deciso di Via Leuca asse portante di tutto il progetto. Il centro dell’area
è la zona di Via Pordenone, luogo commerciale, sociale e residenziale. Tutte strade che potrebbero
assumere una diversa identità fisica con l’inserimento di piante autocotone e ripensamento del fondo
stradale e delle attrezzature disseminate lungo il percorso. Da via Pordenone, attualmente uno slargo
senza forma attraversato da strade da immaginare come una futura piazza, si arriva a Parco Tafuro,
lungo la ferrovia. Il giardino lungo via Corvaglia è di recente costruzione rappresenta attualmente uno
dei pochi spazi verdi di riferimento per tutto il quartiere Leuca. Spostandosi più ad ovest attraverso il
trafficato Viale Grassi e l’area più interna e più silenziosa
di Via Puccini, Via Rossini e Via
Cimarosa si arriva alla zona dominata da Via San Cesario e dal complesso di cave dette di Marco
Vito che per tutto l’ottocento e parte del novecento hanno alimentato il settore edilizio della città. Oggi
le cave si sono in parte rinaturalizzate e rappresentano un complesso sistema ambientale che potrebbe
diventare il grande parco della città, ricucitura tra il centro e le nuove espansioni a sud sulla direttrice
di San Cesario. Parte del sistema sono anche le aree del complesso residenziale Iacp di via dei
Ferrari, oggetto di piano recupero (Pirp).
FIG 1 - LABORATORIO DEL PIANO DI RIGENERAZIONE URBANA “SCUSI PER VIA LEUCA?” - PROPOSTA DI RETE ECOLOGICA
3. COSA È STATO GIÀ FATTO
3.1 I Programmi dell'Amministrazione Comunale
L’ Amministrazione Comunale di Lecce, al fine di tracciare in modo organico un disegno di crescita urbana
condiviso e partecipato, in linea con gli indirizzi di governo dell’Ente, si è impegnata in un percorso di PIANIFICAZIONE
STRATEGICA CITTADINA E DI AREA VASTA, che in adempimento a quanto indicato dalle Linee Guida Regionali avvii
una decisa riforma del modello di governance urbana che dia effettiva attuazione ai principi base del metodo europeo.
A seguito di un intenso processo di coinvolgimento del partenariato istituzionale ed economico-sociale e dei cittadini e
di uno sforzo progettuale da parte dei soggetti coinvolti nel percorso di pianificazione strategica, in data 27 ottobre
2008, si è provveduto alla approvazione del documento finale da parte dell’assemblea interistituzionale e degli
associati e alla consegna della relativa documentazione ai competenti organi regionali. Nell’ambito degli interventi
previsti nel “Documento di Piano Strategico di Area Vasta Lecce”, approvato anche dal Comune di Lecce con Del. C.C.
n. 87 del 29 ottobre 2008, è stata inserita la riqualificazione dell’area urbana ex cave di Marco Vito. La valenza
strategica di questo intervento è stata confermata dalla cabina di regia che in data 29 maggio 2009 e 18 novembre
2009 in adempimento alla Delibera di Giunta Regionale n. 917 del 26 maggio 2009 “Pianificazione strategica di Area
Vasta. Adempimenti per la definizione del Programma stralcio di interventi di Area Vasta”
ha candidato come
intervento strategico il "PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA E AMBIENTALE DELL’AREA URBANA EX
CAVE DI MARCO VITO”.
Con Delibera di Giunta Regionale n. 2685 del 28 dicembre 2009 avente ad oggetto “Deliberazione G.R. n.
917/2009 Approvazione Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta Lecce” la Regione ha approvato il Programma
Stralcio di lnterventi di Area Vasta Lecce che comprende nell’asse 7.1 il Progetto di riqualificazione paesaggistica ed
ambientale dell'area urbana ex cave di Marco Vito - Nodo intermodale per la mobilità e la sosta - Parco urbano delle
Cave per € 5.000.000,00.
Dati i complessi programmi in atto dell’Amministrazione Comunale (PIRP Via dei Ferrari, la Città
dell’Arte e della Musica, il Programma di Area Vasta etc. come evidenziato nel documento programmatico
del Piano di Rigenerazione) e a seguito di una serie di passaggi amministrativi di carattere urbanistico di
cui vi è ampia trattazione nel Documento Programmatico della Piano di Rigenerazione Urbana, con la
delibera 17/2010 il Consiglio Comunale ha determinato:
−
di sottoporre ad un programma integrato di “Rigenerazione Urbana” ai sensi della legge reg.le 29
Luglio 2008 n. 21 e in esecuzione della delibera G.M n. 649 del 7.11.2008, l’ambito territoriale del
“Quartiere Leuca” che, sulla base della consultazione pubblica svolta nelle diverse circoscrizioni
cittadine e delle risultanze scaturite dai laboratori di quartiere, si configura come la parte di città
ed il sistema urbano più fortemente degradato” per caratteristiche fisico-.ambientali, storicoculturali e socio-economiche, oltre che risultare in sintonia per finalità e contenuti alla strategia
definita dalla legge reg.le n. 21/08 ed in perfetta corrispondenza con il quadro disegnato dalla
programmazione strategica della stessa Amministrazione;
−
di adottare la variante al PRG vigente relativa a tutti i programmi strategici avviati dall’A.C negli
ultimi anni attraverso azioni e progetti integrati di riuso, recupero abitativo, riqualificazione
ambientale, infrastrutturazione ed, in particolare: “Piano Strategico di Area Vasta – Cave di Marco
Vito”. P.I.R.P. di Via dei Ferrari, Città dell’Arte
riqualificazione
dell’area
ferroviaria,
interventi
e della Musica, Protocollo d’intesa per la
infrastrutturali
(
Tav
04
del
Documento
Programmatico)
−
di dichiarare a tal fine che gli interventi contenuti nel “Progetto di riqualificazione paesaggistica ed
ambientale dell’area urbana ex cave di Marco Vito – Nodo intermodale per la mobilità e la sosta -
Parco urbano delle Cave” per € 5.000.000,00 approvati nel programma Stralcio di interventi di
Area Vasta Lecce a valere sull’Asse VII azione 7.1.1, con Delibera di Giunta Regionale n. 2685 del
28 Dicembre 2009 sono:
−
A) Recupero ambientale dell’area urbana ex cave di Marco Vito: area a verde attrezzato
“Parco delle Cave”;
−
B) Realizzazione di un laboratorio di partecipazione per la definizione del progetto di un
sentiero urbano relativo all’asse di collegamento tra le cave di Marco Vito e il Parco Tafuro
(Primo stralcio di costruzione della rete ecologica relativa al quartiere “Leuca”)
−
C) Lavori di riconversione del collegamento tra le Cave di Marco Vito ed il Parco Tafuro
come da progetto scaturito dal Laboratorio di partecipazione
FIG.2 IMMAGINE AEREA DELLA ZONA DELL'INTERVENTO DEL I STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA (PARCO TAFURO-CAVE)
3.2 Il Planning For Real e l'avvicinamento al progetto
Il master-plan del percorso tra Parco Tafuro e l’insediamento delle case popolari dello I.A.C.P. di
via Ferrari s’inserisce all’interno dello schema riportato in Fig. 1 e nel significato che l’ecologia urbana
assume rispetto all’ambiente progettato, alle sue manifestazioni sociali fino all’esperienza quotidiana.
L’obbiettivo è il progetto di una rete capace, attraverso il coinvolgimento degli abitanti di determinare
delle trasformazioni non solo culturali ma al tempo stesso anche dello spazio vissuto.
L’11 aprile c.a. le associazioni e il gruppo di consulenti tecnici incaricati della progettazione,
hanno invitato gli abitanti del quartiere al planning for real, a mezzo del quale gli abitanti hanno potuto
esprimere le loro esigenze e proposte avendo di fatto a disposizione il plastico dell’area di intervento
con il percorso che parte da Parco Tafuro e termina all’insediamento di case popolari dello IACP di via
dei Ferrari, interessando il parco delle cave di Via San Cesario.
FIG.3 VOLANTINO DI SPIEGAZIONE DEL PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE)
FIG.4 PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE)
Si sono ottenute delle aree di maggiore concentrazione di bisogni pregressi e di nuove
esigenze, che diverranno i luoghi privilegiati di intervento.
FIG.5 PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE)
FIG.6 PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE)
A seguito dei lavori del planning for real il gruppo di progettazione ha tracciato una proposta di
massima che tiene conto delle tematiche emerse dall'incontro con gli abitanti e le associazioni,
avanzando una proposta metodologica di approccio al processo di progettazione. L'idea è stata quella
di affiancare alla proposta generale dei progettisti anche le proposte di associazioni o
raggruppamenti che avevano partecipato al processo di ascolto e reciproca stimolazione tra
partecipanti al laboratorio e abitanti. In questo modo si è aperto uno scenario nuovo di
progettazione per un lavoro pubblico che oltre al classico appalto per lavori affianca anche
una serie di piccoli progetti gestiti direttamente da gruppi di cittadini in forma di
associazione. Il progetto generale infatti, viene completato e integrato da sotto-progetti altrettanto
fondamentali per la portata sociale e gestionale. Infatti oltre alla produzione di beni materiali, quale è il
progetto di risistemazione del percorso urbano Parco Tafuro-Cave di Marco Vito, si affiancano anche
beni immateriali di mantenimento e gestione del progetto nel tempo.
Il 25 Luglio 2010 è stato pubblicato un bando aperto ad associazioni costituite e associazioni
temporanee di scopo per raccogliere idee progettuali sull'area oggetto della rigenerazione con
l'indicazione di un tetto massimo di spesa di 14.000 € a progetto eventualmente rimodulabile in fase di
progettazione esecutiva. Al bando hanno risposto 13 raggruppamenti tra associazioni e Ats con 13
progetti.
Il 3 Settembre dell'anno 2010, presso la sede del Settore Pianificazione e sviluppo del territorio
del Comune di Lecce, al cospetto del dirigente del settore Arch. Luigi Maniglio sono stati convocati i
soggetti che hanno risposto all'”Avviso pubblico rivolto ad organismi privati senza fine di lucro per
manifestazione di interesse a partecipare ad attività di co-progettazione e realizzazione di interventi
nell’ambito del programma integrato di rigenerazione urbana via Leuca ai sensi della L.R. 29 luglio
2008 n. 21”. Nei capitoli successivi riportiamo la descrizione del progetto complessivo.
Attualmente il progetto è stato appaltato e i lavori sono in fase di consegna.
4. GLI INTERVENTI PROPOSTI
4.1 I temi e i luoghi
Dal laboratorio “Scusi per via Leuca?” e dagli esiti del Planning for real di cui al capitolo
precedente, sono emersi in modo piuttosto netto diverse esigenze che sono state raccolte in 9
tematiche:
−
accessibilità e mobilità
−
luoghi di sosta e di confort
−
aree verdi e verde diffuso
−
luoghi per i bambini
−
risorse idriche e punti acqua
−
luoghi per arte spettacolo e cultura
−
sport
−
commercio e servizi
−
animali liberi
Dall'analisi dei temi si evince una sostanziale esigenza di miglioramento dello spazio pubblico.
La mancanza di servizi, il diffuso senso di abbandono che è stato registrato nei colloqui con gli abitanti
e un evidente senso di impossibilità del cambiamento. Ogni tema è stato oggetto di discussione tra i
progettisti, l'amministrazione, gli abitanti e i partecipanti al laboratorio. Per poter intervenire
efficacemente su ognuna delle questioni si è proceduto ad individuare diverse tipologie di intervento
calibrate in funzione delle proposte degli abitanti e attraverso il laboratorio di co-progettazione portato
avanti con le associazioni.
Tema del progetto è la mobilità lenta e il potenziamento del verde urbano diffuso che nel
quadro generale del Documento Programmatico del Piano di Rigenerazione Urbana del quartiere LeucaFerrovia va a costituire il secondo stralcio della rete urbana ecologica come evidenziato nel paragrafo
1.1 (Fig.1). L'idea è quella di far attraversare il quartiere da un sistema di strade a traffico rallentato
(zona 30) a 30 km orari integrato con un sistema di aree di sosta, isole verdi, punti acqua, sedute,
attrezzature per biciclette.
In particolare gli obiettivi che il progetto si propone di raggiungere sono:
1) potenziamento della connessioni della rete ecologica urbana
−
connessione tra il centro storico e la periferia urbana fino alle cave di Marco Vito
−
risistemazione paesaggistica delle strade di connessione (Via Leuca-Via Pordenone si
connettono al I stralcio della rete ecologica)
2)
calmierizzazione del traffico su tutto l'asse di Via Leuca
−
riduzione del tracciato carrabile
−
risagomatura del tracciato carrabile
−
portali di ingresso alla zona 30
−
ripavimentazione di tutto il tratto stradale
3) razionalizzazione dei parcheggi
−
4)
creazione di stalli a spina di pesce
potenziamento del verde urbano :
−
inserimento di alberature autoctone
−
inserimento di 36 isole verdi lungo il percorso
5) potenziamento dell'attrattività commerciale
−
ripavimentazione degli spazio prospiciente le attività commerciali lungo tutto il tratto
allargamento dei marciapiedi fino a 4 mt
6) abbassamento dell'inquinamento da co2
−
traffico regolamentato
−
verde urbano
−
uso di asfalto fotocatalitico (mangia smog)
7) miglioramento della sicurezza stradale
−
potenziamento e miglioramento della rete di illuminazione pubblica
−
zona 30
−
percorsi casa-scuola
8) percorso salute (centro urbano-parco delle cave)
−
percorso per lo jogging
9) attività di partecipazione degli abitanti
−
quota di servizi del quadro economico da assegnare tramite bando di evidenza pubblica
per attività di partecipazione gestite da associazioni o raggruppamenti temporanei di
cittadini per la promozione e implementazione delle attività di rigenerazione urbana
come segnalato dal DPRU del Quartiere Leuca-Ferrovia e in continuità con l'esperienza
del progetto per il I stralcio della rete ecologica (vedi allegato 1)
In definitiva il progetto si configura come una vera e propria ricostruzione paesaggistica e
prevede la sostituzione del manto stradale in asfalto con masselli autobloccanti in cls di colore chiaro
lungo tutto il tratto descritto al paragrafo precedente, con riduzione della carreggiata e per lunghi tratti
percorribile solo in un unico senso ed eliminazione dei marciapiedi. Infatti data la bassa velocità e la
riduzione dello spazio carrabile sarà possibile portare tutta la sezione stradale ad un unico livello con le
dovute pendenze in modo da annullare percettivamente, ma non nella funzionalità, la distinzione tra
spazio per i pedoni e spazio per le auto offrendo così un'immagine dei luoghi più simile ad una piazza
urbana
costellata
da
alberi
e
arbusti
di
provenienza
mediterranea.
È
inoltre
previsto
l'uso
dell'ecorivestimento per le aree pedonali e di prodotti tipo fotofluid per le strade carrabili, prodotti che
sfruttano il principio della fotocatalisi, reazione chimica che imita la fotosintesi clorofilliana degli alberi
nell'assorbire e trasformare le sostanze inquinanti in elementi non nocivi.
4.2. II stralcio della rete ecologica: il sentiero urbano tra Parco Tafuro, Via Leuca e Porta
San Biagio
L'idea alla base del progetto è la trasformazione radicale del percorso che dal lato est di Parco
Tafuro sito tra il terrapieno della linea ferroviaria e Via Corvaglia, conduce a Via Cicolella nei pressi
della sede del Provveditorato e degli Uffici della Provincia di Lecce. Le strade e gli spazi interessati dal
progetto sono:
−
attacco ad est del Parco Tafuro incrocio con Via Pordenone
−
Via Pordenone
−
attraversamento di Via Leuca
−
via Leuca da Via Pordenone al Monumento a Viale Otranto
−
area del monumento ai Caduti e di Porta San Biagio, accesso al centro storico
FIG.7 AREA INTERVENTO II STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA: prima parte da Parco Tafuro a via Amba Alagi
FIG.9 AREA INTERVENTO III STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA-VIA LECUA: prima parte da Via Pordenone a Viale Marche
FIG.10 AREA INTERVENTO III STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA-VIA LECUA: seconda parte da Viale Marche a Viale Otranto
FIG.10 AREA INTERVENTO III STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA-VIA LECUA: seconda parte da Viale Marche a Viale Otranto
4.2.1 Il progetto per settori di intervento
Analizzando tratto per tratto il progetto prevede:
settore 1: tra parco Tafuro e Via Pordenone:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione marciapiedi e massetti di via Pordenone e dell'attacco con il lato est di Parco
Tafuro;
−
riconfigurazione del flusso di traffico con inversione di alcuni tratti di percorrenza da doppio
senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo
passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile ad un solo senso di marcia
(larghezza 3,1 mt);
−
inserimento di tre nuove aree verdi e ridisegno dell'attuale rotonda inglobata nell'area
pedonale;
−
inserimento di aree per la sosta lungo il percorso;
−
inserimento di 6 isole verdi per l'area nel tratto di Via Puccini;
−
impianto di nuove alberature tra il percorso carrabile e quello pedonale;
−
pavimentazione dell'area con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea di
colore chiaro sugli attraversamenti pedonali;
−
posa in opera nelle parti carrabili di asfalto fotocatalitico pigmentato ;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
settore 2: Via Pordenone-attraversamento via Leuca:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione dei marciapiedi;
−
riduzione della sezione carrabile ad un solo senso di marcia (larghezza 3,1 mt);
−
inserimento di 6 isole verdi nel tratto di Via Puccini;
−
impianto di nuove alberature tra il percorso carrabile e quello pedonale;
−
pavimentazione dell'area con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea di
colore chiaro sugli attraversamenti pedonali;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
senza alterare l'attuale posizione delle caditoie e delle pendenze di deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto le recinzioni e lungo lo sviluppo dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi;
−
posa in opera nelle parti carrabili di asfalto fotocatalitico pigmentato.
settore 3: da Via Pordenone-Via Amba Alagi a Via Dogali-Via Nacci:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca;
−
riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio
senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo
passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia
(larghezza 3 mt l'una);
−
inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso;
−
inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato;
−
spostamento delle alberature nel primo tratto fino alla circonvallazione in modo da facilitare
l'illuminazione e il passaggio ciclo-pedonale;
−
pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con
finitura silicea;
−
area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
settore 4: Da Via Dogali-Via Nacci a Via Bellinzona:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca;
−
riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio
senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo
passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia
(larghezza 3 mt l'una);
−
inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso;
−
inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato;
−
spostamento delle alberature nel primo tratto fino alla circonvallazione in modo da facilitare
l'illuminazione e il passaggio ciclo-pedonale;
−
pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con
finitura silicea;
−
area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
settore
5:
Attraversamento
Circonvallazione
(Viale
Marche-Viale
Alfieri)
e
primo
tratto
la
circonvallazione:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca;
−
riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio
senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo
passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia
(larghezza 3 mt l'una);
−
inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso;
−
inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato;
−
pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con
finitura silicea;
−
area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
settore 7: Da via Pantelleria a via Toti:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca;
−
riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio
senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo
passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia
(larghezza 3 mt l'una);
−
inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso;
−
inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato;
−
pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con
finitura silicea;
−
area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
settore 8: da via Toti a via del Delfino:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca;
−
riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio
senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo
passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia
(larghezza 3 mt l'una);
−
inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso;
−
inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato;
−
pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con
finitura silicea;
−
area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
settore 9: da via del Delfino a viale Otranto:
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca;
−
riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio
senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo
passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia
(larghezza 3 mt l'una);
−
inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso;
−
inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato;
−
pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con
finitura silicea;
−
area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata;
−
scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali
che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque;
−
impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con
inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di
1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni;
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
Settore 10: monumento ai caduti e area fuori da Porta San Biagio
−
rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso
il manto stradale;
−
area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata;
−
rimozione marciapiedi e massetti su tutta l'area di progetto;
−
pavimentazione con basolato in pietra locale dello slargo antistante Porta san Biagio
−
trasformazione dell'area del monumento ai Caduti in parco urbano con uso di stabilizzato e
aree verdi
−
inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso
carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi.
Per quanto riguarda il convogliamento delle acque meteoriche lo stato di progetto non presenta
alcuna variazione rispetto alla situazione attuale e più precisamente le acque piovane saranno
convogliate secondo le pendenze attuali delle carreggiate e nelle caditoie già presenti lungo le strade.
5. NORMATIVA ED ELEMENTI TECNICI
5.1 Superamento barriere architettoniche
Il progetto prevede la sostituzione del manto stradale e dei marciapiedi con un tappeto di
masselli autobloccanti senza soluzione di continuità e quindi senza interruzione e senza la presenza di
gradini e ostacoli al passaggio di persone o cose. In presenza di scivoli, rampe e raccordi la pendenza
sarà, nei limiti delle possibilità tecniche, inferiore all'8% ai sensi del DM 14 giugno 1989 n. 236 art.
4.1.11 e 8.1.11.
Per quanto concerne l'illuminazione pubblica, stradale e la segnaletica, si ricorda che al fine di
abbattere le barriere architettoniche e permettere quindi il transito di persone su sedia a ruote i pali
saranno posati in modo che sia garantito un passaggio pedonale di almeno 90 cm secondo quanto
stabilito dal DM 14 giugno 1989 n. 236 art. 8.2.1.
Quando la larghezza della sezione stradale/pedonale si riduce il punto luce è montato
direttamente su braccio a parete ad un’altezza non inferiore a 3 m.
5.3 Descrizione dell'impianto di illuminazione pubblica
5.3.1
GENERALITA'
5.3.1.1 PREMESSA
La presente relazione ha lo scopo di illustrare i criteri seguiti per la progettazione dell’impianto
d’illuminazione pubblica relativa al secondo stralcio della rete ecologica relativa al quartiere Leuca che da
Parco Tafuro si inoltra fino a Via Cicolella.
Per quanto riguarda la classificazione delle strade si fa riferimento all'Art.2 del "Nuovo codice della
strada", decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni.
In particolare trattandosi di strade ad una corsia ad un senso di marcia con limite di velocità a 30
Km/h, per consentirne altresì un attraversamento ciclabile, si è deciso di classificare tutti i percorsi
oggetto dell'intervento come F-bis e cioè “ITINERARI CICLOPEDONALI”, categoria successiva alla F
“Strade locali”, come inserito dalla legge n. 214 del 1° agosto 2003, di conv. del decreto-legge n.
151/2003 che così cita: “b) al comma 3, dopo la lettera F, e' aggiunta la seguente: F-bis. Itinerario
ciclopedonale: strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza
pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell'utenza debole della strada".
In particolare il progetto illuminotecnico è suddiviso in 3 temi:
1) illuminazione stradale di Via Pordenone a partire da Parco Tafuro, via Amba Alagi, Via Monsignor
Antonio Giancane, Via Pasquale Cafaro
2) - illuminazione urbana dell'attuale tratti via Pordenone angolo via Leuca che si configurerà come piazza
urbana di riferimento per il quartiere
- illuminazione urbana dello slargo di via Cicolella lungo l'edificio del Provveditorato
3) illuminazione delle “isole verdi”
Si è disposto il rispetto delle normative relative all'illuminazione stradale con traffico motorizzato
(norme UNI 10439 e UNI EN 13201).
Per quanto riguarda il risparmio energetico il progetto è stato elaborato nel rispetto della Legge
Regionale n°15 del 23 novembre 2005 “Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e
per il risparmio energetico” della Regione Puglia e del relativo Regolamento Regionale n°13 del 22 Agosto
2006.
5.3.2 NORME, LEGGI E REGOLAMENTI DI RIFERIMENTO
Gli impianti in oggetto dovranno essere eseguiti secondo le Norme CEI e disposizioni Legislative di
seguito richiamate, ed in particolare:
LEGGE n.186 del 01-03-1968 - Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature,
macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici.
D.P.R. n.547 del 27-04-1955 - Norme per la prevenzione e infortuni sul lavoro con successive varianti
ed integrazioni. LEGGE n. 791 del 18-10-1977 -Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità
europee
(73/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico.
Legge 109 del 1994 - Legge Quadro in materia di lavori pubblici con le modifiche introdotte dalla legge
n° 216 del 2.6.1995 e dalla legge n° 415 del 18.11.98.
DPR 554 del 1999 - Regolamento di attuazione della citata Legge 109/94 “Legge Quadro in materia di
lavori pubblici” e s.m.i.
Ex LEGGE n. 46 del 05-03-1990 (art.8, 14,16) -Norme per la sicurezza degli impianti.
D.M. n. 37 del 22-01-2008 - Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11, comma 13, della
Legge 248 del 02/12/2005 recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli
impianti all’interno di edifici.
Legge 12 aprile 2006 n°163 - codice dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture in
attuazione delle direttive 2004/177CE e 2004/18/CE;
D.M. dei Lavori Pubblici 19 aprile 2000, n. 145 - Capitolato Generale d’Appalto;
D.Lgs. 14 agosto 1996, n. 494 - "Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni
minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili";
D.P.R. 3 luglio 2003, n.222 - regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri
temporanei o mobili, in attuazione dell'articolo 31, comma 1, della legge 11 febbraio 1994, n. 109;
Decreto Legislativo n.626 del 19-09-1994 -
Attuazione delle direttive CEE, riguardanti il
miglioramento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro.
D.P.R. n. 462 del 22-10-2001 – Regolamento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione
contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici
pericolosi.
Tabelle CEI-UNEL Tab. 35024/1 - Portate in regime permanente per cavi di energia.
Tabelle CEI-UNEL 35026 - Cavi elettrici con materiale elastometrico o termoplastico per tensioni
nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime
permanente per posa interrata.
Norma UNI 10439 (1995) - Illuminotecnica. Requisiti illuminotecnici delle strade con traffico
motorizzato.
Norma UNI 10819 (1999) – Impianti di illuminazione esterna. Requisiti per la limitazione della
dispersione verso l’alto del flusso luminoso.
Legge Regionale n°15 del 23 novembre 2005 “Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento
luminoso e per il risparmio energetico” della Regione Puglia e del relativo Regolamento Regionale
n°13 del 22 Agosto 2006.
Norma CEI 11-8 - Impianti di messa a terra.
Norma CEI 11-17 Fasc.1890 (1992) - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia
elettrica. Linee in cavo.
Norma CEI 64-7 – Impianti elettrici di illuminazione pubblica e similare.
Norma CEI 64-8 VI Edizione - Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V
in corrente alternata e 1500V in corrente continua e suddivisa nelle seguenti
parti:
*Norma CEI 64-8 parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali;
*Norma CEI 64-8 parte 2: Definizioni;
*Norma CEI 64-8 parte 3: Caratteristiche generali;
*Norma CEI 64-8 parte 4: Prescrizioni per la sicurezza;
*Norma CEI 64-8 parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici;
*Norma CEI 64-8 parte 6: Verifiche;
*Norma CEI 64-8 parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari.
Norma CEI 103-1 (1990) - Impianti telefonici interni.
5.3.5
DATI TECNICI DI PROGETTO
5.3.5.1 RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI
Vedi allegato 1 – RELAZIONE TECNICA
5.3.5.2 UNIFORMITÀ E LIVELLI DI ILLUMINAMENTO
L’impianto di illuminazione stradale deve essere realizzato in maniera tale da garantire
un’adeguata visibilità nelle ore serali e notturne, affinché il traffico motorizzato e pedonale si svolga con
sicurezza, secondo le indicazioni della Norma UNI 10439 e del C.I.E..
Gli apparecchi di illuminazione saranno scelti in modo che il flusso luminoso emesso dalla lampada sia
diretto, il più possibile, verso il basso, ciò allo scopo di evitare fenomeni di abbagliamento e di ridurre al
minimo l’inquinamento luminoso, come richiesto dalla Norma UNI 10819 e dalla
Legge Regionale n°15
del 23 novembre 2005 “Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio
energetico” della Regione Puglia e del relativo Regolamento Regionale n°13 del 22 Agosto 2006.
5.3.5.3 CLASSIFICAZIONE ILLUMINOTECNICA DI STRADE E AREE A TRAFFICO MISTO
La classificazione illuminotecnica degli ambiti del territorio definisce i valori progettuali in termini
di illuminamento.
Le norme di riferimento sono le seguenti: UNI 11248, UNI EN 1320
Tutte le strade sono del
tipo F di tipo particolare ( Strade a traffico veicolare con velocità minore di
30km/h)
Per Via Pordenone a partire da Parco Tafuro, via Amba Alagi, Via Monsignor Antonio Giancane, Via
Pasquale Cafaro si applica la seguente classificazione:
-per la carreggiata la situazione di illuminazione è la D3 (velocità tipica dell'utente principale: >5
e ≤30 km/h; utente principale: traffico motorizzato, ciclisti; altri utenti ammessi: veicoli lenti,
pedoni)
la classe di illuminazione è la S5 che prevede:
E.Medio (minimo mantenuto) 3lx
U0 (Lmin/Lmed) uniformità minima 0,6%
Ti valore dell'incremento di soglia 20%
-per le zone laterali, la situazione di illuminazione è la E2 (velocità tipica dell'utente principale:
>5 e ≤30
km/h; utente principale: pedoni; altri utenti ammessi: veicoli lenti, traffico
motorizzato, ciclisti)
la classe di illuminazione è la S3
E.Medio (minimo mantenuto) 7,5lx
U0 (Lmin/Lmed) uniformità minima 1,5%
Ti valore dell'incremento di soglia 15%
5.3.6
RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA
5.3.6.1 ILLUMINAZIONE STRADALE
APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE E PALI DI SOSTEGNO
L’impianto di illuminazione prevista sarà costituita essenzialmente da:
- apparecchi illuminanti IP65 su pali per l'illuminazione urbana e stradale del tipo Iride di Disano, con
corpo in alluminio pressofuso, diffusore in vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici
e agli urti (prove UNI EN 12150-1/2001). riflettore luce diretta in aluminio 99,85 ossidato
anodicamente e brillantato. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il
collegamento della linea.
Compresi di:
- lampade MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K
- palo in acciaio ø 120 e h 6m verniciato color argento. Completi di finestra di ispezione (186x45mm) di
morsettiera asportabile a 4 poli e 16mm2 sezione max. Completo di 2 portafusibili di protezione e
di 2 fusibili da 16A. Predisposto con foro per ingresso cavo di alimentazione
- innesto per braccio curvo
- braccio curvo in acciaio
- elemento di copertura della base del palo
Gli apparecchi illuminanti saranno rispondenti alle Norme CEI 34-21 (CEI EN 60598) ed avranno
grado di protezione adeguato al tipo ed al luogo di installazione.
I pali di sostegno degli apparecchi di illuminazione saranno del tipo laminati conici dritti in acciaio e
zincati a caldo per immersione a Norme UNI EN 40/4, completi delle tre lavorazioni standard e verniciati,
con due mani di smalto sintetico, di colore e tipo secondo le prescrizioni comunali.
I pali saranno posti entro blocchi di fondazione, installati a perfetta regola d’arte in allineamento
perfetto e a piombo, saranno completi di rinforzo alla base.
Ogni plinto sarà provvisto di tubo in materiale termoplastico autoestinguente del diametro di 50
mm, posizionato di fronte al foro d’ingresso cavi del palo per il raccordo con il pozzetto di derivazione.
Dove è previsto lo smantellamento dei pali ed armature esistenti, si dovrà prevedere il nuovo
collegamento con le tubazioni interrate esistenti, il nuovo tratto di linea di sezione equivalente a quella
esistente e nuove derivazioni all’interno dei pozzetti.
5.3.6.3 ILLUMINAZIONE URBANA
APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE E PALI DI SOSTEGNO
L’impianto di illuminazione prevista sarà costituita essenzialmente da:
- apparecchi illuminanti IP65 su pali per l'illuminazione urbana del tipo Iride di Disano,
con corpo in
alluminio pressofuso, diffusore in vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti
(prove UNI EN 12150-1/2001). riflettore luce diretta in aluminio 99,85 ossidato anodicamente e
brillantato. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il collegamento della linea.
Compresi di:
- lampade MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K
- palo in acciaio conico. Predisposto con foro per ingresso cavo di alimentazione, con attacco testa palo
ø60 e h 3m. Dimensioni finestra di ispezione 38x132, completo di un portafusibile di protezione, 1
fusibile da 10A, morsettiera asportabile 4 poli/3 vie = 6mmq e derivazione 4mmq.
- innesto per braccio
- braccio
- elemento di copertura della base del palo
Gli apparecchi illuminanti saranno rispondenti alle Norme CEI 34-21 (CEI EN 60598) ed avranno
grado di protezione adeguato al tipo ed al luogo di installazione.
I pali di sostegno degli apparecchi di illuminazione saranno del tipo laminati conici dritti in acciaio
e zincati a caldo per immersione a Norme UNI EN 40/4, completi delle tre lavorazioni standard e
verniciati, con due mani di smalto sintetico, di colore e tipo secondo le prescrizioni comunali.
I pali saranno posti entro blocchi di fondazione, installati a perfetta regola d’arte in allineamento
perfetto e a piombo, saranno completi di rinforzo alla base.
Ogni plinto sarà provvisto di tubo in materiale termoplastico autoestinguente del diametro di 50
mm, posizionato di fronte al foro d’ingresso cavi del palo per il raccordo con il pozzetto di derivazione.
Dove è previsto lo smantellamento dei pali ed armature esistenti, si dovrà prevedere il nuovo
collegamento con le tubazioni interrate esistenti, il nuovo tratto di linea di sezione equivalente a quella
esistente e nuove derivazioni all’interno dei pozzetti.
5.3.6.5 ILLUMINAZIONE DELLE “ISOLE VERDI”
APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
L’impianto di illuminazione prevista sarà costituita essenzialmente da:
- n° 10 apparecchi illuminanti IP54 del tipo VivaraZON di Philips
Gli apparecchi illuminanti saranno rispondenti alle Norme CEI 34-21 (CEI EN 60598) ed avranno grado di
protezione adeguato al tipo ed al luogo di installazione.
Le colonnine saranno poste su blocchi di fondazione, installati a perfetta regola d’arte in allineamento
perfetto e a piombo.
Ogni plinto sarà provvisto di tubo in materiale termoplastico autoestinguente del diametro di 50 mm,
posizionato di fronte al foro d’ingresso cavi della colonnina per il raccordo con il pozzetto di derivazione.
Dove è previsto lo smantellamento di pali o armature esistenti, si dovrà prevedere il nuovo collegamento
con le tubazioni interrate o aeree esistenti, il nuovo tratto di linea di sezione equivalente a quella
esistente e nuove derivazioni all’interno dei pozzetti.
5.3.7
SPECIFICHE TECNICHE
5.3.7.1 PALI E BRACCI
5.3.7.1.1 PALI DI SOSTEGNO PER ARMATURE STRADALI
Pali in acciaio ø 120 tipo “Iride” di Disano. Completi di finestra di ispezione (186x45mm) di
morsettiera asportabile a 4 poli e 16mm2 sezione max. Completo di 2 portafusibili di protezione e di 2
fusibili da 16A. Predisposto con foro per ingresso cavo di alimentazione. Di serie in classe di isolamento
II. Attenzione quando si utilizzano apparecchi in classe di isolamento I prevede le connessioni per la
messa a terra. Installazione in plinto di cemento.
Si consiglia di effettuare un’accurata e idonea protezione o isolamento delle superfici interessate e
che non ci sia contatto diretto con la muratura fresca o il massetto.
Il tutto verniciato con RAL indicato dalle disposizioni comunali
Dimensioni palo
altezza palo:
6000 mm
interramento: 800 mm
diametro di base: 120 mm
diametro testa-palo 120 mm
La composizione prevede l'inserimento in testa-palo di:
- innesto per braccio curvo
- braccio curvo in acciaio
- elemento di copertura della base del palo
N.B.: La possibilità di accoppiare una composizione al palo è subordinata alla verifica della resistenza alla
spinta del vento, nelle zone del territorio previste dalla norma ENV 1991-2-4. Secondo le ipotesi di carico
previste dalle norme EN 40-3-1.
5.3.7.1.2 PALI DI SOSTEGNO PER APPARECCHI DI ARREDO
Pali in acciaio conico tipo “Palo conico” di Disano. Predisposto con foro per ingresso cavo di
alimentazione, con attacco testa palo ø60. Dimensioni finestra di ispezione (38x132mm), completo di un
portafusibile di protezione, 1 fusibile da 10A, morsettiera asportabile 4 poli/3 vie = 6mmq e derivazione
4mmq. Di serie in classe di isolamento II. Attenzione quando si utilizzano apparecchi in classe di
isolamento I prevede le connessioni per la messa a terra.
Installazione in plinto di cemento.
Si consiglia di effettuare un’ accurata e idonea protezione o isolamento delle superfici interessate
e che non ci sia contatto diretto con la muratura fresca o il massetto.
Il tutto verniciato con RAL indicato dalle disposizioni comunali
Dimensioni palo
altezza palo:
3000 mm
interramento: 500 mm
diametro di base: 95 mm
diametro testa-palo 60 mm
La composizione prevede l'inserimento in testa-palo di:
- innesto per braccio
- braccio in acciaio
- elemento di copertura della base del palo
N.B.: La possibilità di accoppiare una composizione al palo è subordinata alla verifica della resistenza alla
spinta del vento, nelle zone del territorio previste dalla norma ENV 1991-2-4. Secondo le ipotesi di carico
previste dalle norme EN 40-3-1.
5.3.7.1.3 BRACCIO DI SOSTEGNO PER APPARECCHI DI ARREDO
Innesto a parete per braccio curvo e braccio curvo in acciaio per l'installazione a parete di
apparecchi a parete per l'illuminazione urbana di via dei Basiliani e di via Bozzi.
4.3.7.2 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
5.3.7.2.1 ARMATURE STRADALI
Armatura stradale tipo “Iride – luce diretta” di Disano, composta da
Corpo: in alluminio pressofuso.
Telaio superiore nella versione a luce diretta: in alluminio pressofuso predisposto per l’ installazione,
tramite accessori, di gancio o tiges.
Diffusore inferiore: vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI
EN 12150-1/2001).
Riflettore luce diretta: in alluminio 99,85 ossidato anodicamente e brillantato.
Verniciatura: In diverse fasi. La prima ad immersione in cataforesi epossidica grigia, resistente alla
corrosione e alle nebbie saline. La seconda con fondo per stabilizzazione ai raggi UV e per ultima finitura
bugnata con vernice argento sabbiato
Cablaggio: alimentazione 230/50 Hz. Cavetto flessibile in doppio isolamento sez. 1 mmq.
Sezionatore di serie nelle versioni stradali per interrompere la linea in caso di manutenzione.
Equipaggiamento: nelle versioni di tipo stradale, in fase di manutenzione, il telaio resta agganciato al
corpo mediante apertura a cerniera. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il
collegamento
della linea e del bicchiere portalampada.
Normativa: prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1-2. Sono protetti con il grado IP65 IK08
secondo le EN60529.
In doppio isolamento
Compresa di lampada MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K
5.3.7.2.2 APPARECCHIO DI ARREDO URBANO
Armatura stradale tipo “Iride – luce diretta” di Disano, composta da
Corpo: in alluminio pressofuso.
Telaio superiore nella versione a luce diretta: in alluminio pressofuso predisposto per l’ installazione,
tramite accessori, di gancio o tiges.
Diffusore inferiore: vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI
EN 12150-1/2001).
Riflettore luce diretta: in alluminio 99,85 ossidato anodicamente e brillantato.
Verniciatura: In diverse fasi. La prima ad immersione in cataforesi epossidica grigia, resistente alla
corrosione e alle nebbie saline. La seconda con fondo per stabilizzazione ai raggi UV e per ultima finitura
bugnata con vernice argento sabbiato
Cablaggio: alimentazione 230/50 Hz. Cavetto flessibile in doppio isolamento sez. 1 mmq.
Sezionatore di serie nelle versioni stradali per interrompere la linea in caso di manutenzione.
Equipaggiamento: nelle versioni di tipo stradale, in fase di manutenzione, il telaio resta agganciato al
corpo mediante apertura a cerniera. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il
collegamento
della linea e del bicchiere portalampada.
Normativa: prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1-2. Sono protetti con il grado IP65 IK08
secondo le EN60529. In doppio isolamento
Compreso di lampada MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K
5.3.7.2.3 APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE PER ZONE VERDI
Apparecchio illuminante IP54 del tipo “VivaraZON” di Philips per l'illuminazione delle aiuole verdi,
costituito da una colonnina in alluminio di 1 metro di altezza resistente agli atti vandalici per installazione
a terra, cima piatta con schermo interno in alluminio altamente riflettente e lamelle antiabbagliamento.
L'apparecchio è robusto e facile da installare:
testata autocentrante, unità elettrica con fissaggio a baionetta autocentrante, guarnizione completamente
invisibile, staffe in acciaio inossidabile e viti a brugola a scomparsa. E' equipaggiato con unità elettrica
premontata pronta per
l'installazione. L'unità elettrica per lampade al sodio SON può essere utilizzata per lampade al sodio SON
o per lampade MASTER Colour CDM-ET.
Compreso di lampada MASTER CityWhite CDM-ET 70W/830 E27 3000K
5.3.8
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
5.3.8.1 MATERIALI
I materiali e gli apparecchi impiegati devono essere adatti all’ambiente in cui verranno installati e
devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, termiche, corrosive o dovute
all’umidità alle quali possono essere esposti durante l’esercizio. Dovranno riportare il marchio italiano di
qualità (IMQ) o certificazione equivalente, ed il marcio CE. Tutti i materiali impiegati, nella realizzazione
delle varie tipologie di impianto, dovranno essere scelti in conformità alle relative normative ed avere
dimensioni unificate secondo le tabelle UNEL.
5.3.8.2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO
Di seguito si riportano le principali normative di riferimento per la scelta e l’installazione del
materiale da utilizzare:
* Quadri elettrici
Norma CEI 17-13/1 (EN 60439-1) - Quadri di bassa tensione. Prescrizioni per apparecchiature di
serie (AS) e non di serie (ANS);
* Apparecchi modulari
Norma CEI 17-5 (EN 60947-2) - Apparecchiatura in bassa tensione. Interruttori automatici.
Norma CEI 17-11 (EN 60947-3) - Apparecchiatura in bassa tensione. Interruttori di manovra,
sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori.
Norma CEI 17-50 (EN 60947-4-1) - Apparecchiatura in bassa tensione. Contattori e avviatori.
Norma CEI 23-3 (EN 60898) - Interruttori automatici per la protezione dalle sovraccorrenti.
Norma CEI 23-18 - Interruttori differenziali e interruttori differenziali con sganciatori di sovraccorrente
incorporati. Norma CEI 23-42 (EN 61008-1) - Interruttori differenziali senza sganciatori di
sovraccorrente.
Norma CEI 23-44 (EN 61009-1) - Interruttori differenziali con sganciatori di sovraccorrente
incorporati.
Norma CEI 32-1;32-4;32-5 - Fusibili a tensione non superiore a 1000V in c.a. e 1500V in c.c.
* Cavi e conduttori Norma CEI 20-13 - Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali
da 1 a 30 kV.
Norma CEI 20-14 - Cavi isolati con polivinilcloruro di qualità R2 con grado di isolamento superiore 3.
Norma CEI 20-19 - Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750V.
Norma CEI 20-20 - Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750V
Norma CEI 20-22 - Cavi non propaganti l’incendio.
Norma CEI 20-35 - Cavi non propaganti la fiamma.
Norma CEI 20-40 - Guida per l’uso dei cavi a bassa tensione.
* Tubazioni e canalizzazioni
Norma CEI 23-8 - tubi protettivi rigidi in pvc e accessori.
Norma CEI 23-25 - Tubi per le installazioni elettriche. Prescrizioni generali.
Norma CEI 23-28 - Tubi per le installazioni elettriche. Tubi metallici.
Norma CEI 23-31 - Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi.
* Cassette, involucri e dispositivi di connessione
Norma CEI 70-1 (EN 60529) - Gradi di protezione degli involucri.
Norma IEC 670 (Progetto CEI C.431) - Cassette e involucri.
Norma CEI 23-49sp. - Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e
similari.
Norma CEI 23-20 - Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione.
Norma CEI 23-21 - Dispositivi di connessione per circuiti in bassa tensione. Prescrizioni particolari per
dispositivi di connessione come parti separate con unità di serraggio a vite.
* Apparecchi illuminanti
Norma CEI 34-21 (EN 60598-1) - Apparecchi di illuminazione - Prescrizioni generali e prove.
*Altro
Norma CEI 44-5 (EN 60204-17) -Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle
macchine.
Norma CEI 14-6 - Trasformatori di sicurezza e di isolamento.
5.3.8.3 ELENCO MARCHE
Le marche scelte nell’esecuzione del progetto sono quelle indicate come standard di qualità
minimo dal Comune di Lecce. L’Appaltatore, tenendo conto che le indicazioni di tipi e marche commerciali
indicate nel progetto sono da intendere come dichiarazione di caratteristiche tecniche, potrà utilizzare
altri tipi di marche delle apparecchiature purché equivalenti, su dimostrazione del fornitore, che dovrà
essere accompagnata da documentazione scritta del costruttore che ne attesti tale equivalenza
(particolare riferimento alle curve fotometriche, per le apparecchiature di illuminazione). Qualora
l’impresa appaltatrice opti per soluzioni diverse da quelle proposte, dovrà inoltre riprodurre tutti i calcoli
illuminotecnici attestanti l’equivalenza dei valori di calcolo.
5.4 Descrizione del metodo di posa e caratteristiche dei materiali usati per la riqualificazione
paesaggistica del piano stradale pedonale in masselli e degli elementi in pietra dura calcare
per il basolato antistante Porta San Biagio
Il progetto prevede la risistemazione paesaggistica dell'intero tratto stradale descritto nei
paragrafi precedenti. Di seguito si riportano gli elementi che costituiscono il tappeto in masselli di cls o
di basoli in pietra tipo di Soleto:
1- Giunto: interspazio esistente tra masselli o basoli posati adiacenti
2- Masselli o basoli: strato di finitura avente la funzione di conferire alla pavimentazione determinate
prestazioni meccaniche, chimiche, fisiche, di benessere e di sicurezza. Spessore masselli 6-8 cm,
spessore dei basoli 10 cm.
3- Allettamento di posa: strato a spessore costante adeguatamente spianato avente la funzione di
ricevere gli elementi di rivestimento (masselli).
4- Geotessuto: strato avente la funzione di separazione tra gli strati e di distribuzione dei carichi
conferendo alla pavimentazione una prefissata permeabilità ai liquidi ed ai vapori (eventuale).
5- Massicciata: mono o pluristrato avente la funzione di trasmettere al suolo le sollecitazioni meccaniche
impresse dai carichi alla pavimentazione.
6- Suolo (Fondazione): strato del terreno avente la funzione di resistere alle sollecitazioni impresse dai
carichi alla pavimentazione.
7- Guaina: guaina bituminosa inserita lungo gli attacchi con le abitazioni a protezione delle murature
8- Massetto con rete elettrosaldata: strato di cls rck 250 spessore 15 cm con rete elettrosaldata
diametro 10 a maglia 20x20 da stendere sotto il passaggio carrabile in Piazza d'Italia tra la Porta San
Biagio e il parco del Monumento ai Caduti
Le fasi di posa in opera prevedono le seguenti lavorazioni:
Fase di sbancamento:
realizzazione dello scavo, 15-20 cm in funzione delle esigenze progettuali e fino a trovare lo starto di
sottofondo esistente. In molti punti saranno presenti rocce affioranti (presumibilmente calcareniti di
Andrano), livellamento e compattazione meccanica del piano.
Realizzazione di massicciata:
mono o pluristrato avente la funzione di trasmettere al suolo le sollecitazioni meccaniche impresse dai
carichi alla pavimentazione. In questo caso servirà solo da riempimento di eventuali zone incavate
(granulometria consigliata 20 mm) vibrocompattato.
Stesura dello strato permeabile di geotessile:
tessuto non tessuto per una migliore distribuzione dei carichi e per evitare alle parti più sottili della
sabbia di allettamento di migrare verso il basso durante gli eventi meteorici.
Posa in opera del massetto con rete elettrosaldata: strato di cls rck 250 con rete elettrosaldata
diametro 10 a maglia 20x20 da stendere sotto il passaggio carrabile in Piazza d'Italia tra la Porta San
Biagio e il parco del Monumento ai Caduti
Stesura e staggiatura dello strato di allettamento:
eventuale stesura di geotessuto permeabile, stesura e staggiatura di sabbia massimo 6 cm mista a
ghiaia, con granulometria compresa tra 0.075 – 10 mm
Posa dei masselli autobloccanti o del basolato in pietra spessore 15 cm:
posa manuale o meccanica degli elementi in cls o basoli.
Vibrocompattazione meccanica della pavimentazione:
vibrocompattazione con protezione della pavimentazione attraverso un tappetino in gomma da applicare
alla strumentazione meccanica.
Sigillatura dei giunti e riempimento dei fori:
Sigillatura dei giunti mediante stesura di sabbia fine con successiva rimozione degli inerti in eccesso
mediante scopa o spazzatrice meccanica e nuova vibrocompattazione al fine di garantire il corretto e
totale riempimento dei giunti.
I masselli in cls usati saranno di tre tipi:
1)Masselli autobloccanti di cls con finitura doppio strato SILICEA tipo Vibrotek o equivalente, di
resistenza a trazione indiretta per taglio ≥ 3,6 MPa; assorbimento d’acqua ≤6% in massa; resistenza
all’abrasione classe 4I (impronta ≤20 mm.), e colorati con ossidi inorganici. Il massello sarà realizzato in
doppio strato con strato di finitura e usura costituito da inerti di natura
SILICEA , di spessore non
inferiore a 5mm. Il fornitore del massello dovrà produrre dichiarazione di conformità CE alla norma UNI
EN 1338 e certificazione di Sistema Qualità Aziendale UNI EN ISO 9001.
Detti masselli saranno posti in opera a “secco” su adeguato sottofondo, compreso l’onere delle
interruzioni attorno a piante e chiusini,
della stesura del riporto di posa costituito da circa cm. 5 di
sabbia 0/5, della compattazione con adeguata piastra vibrante, della sigillatura finale dei giunti con
sabbia fine asciutta di origine alluvionale e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a perfetta
regola d’arte.
2) Masselli autobloccanti di cls con finitura doppio strato: QUARZO tipo Vibrotek
o equivalente, di
resistenza a trazione indiretta per taglio ≥ 3,6 MPa; assorbimento d’acqua ≤6% in massa; resistenza
all’abrasione classe 4I (impronta ≤20 mm.), e colorati con ossidi inorganici. Il massello sarà realizzato in
doppio strato con strato di finitura e usura costituito da inerti di natura
QUARZ0 , di spessore non
inferiore a 5mm. Il fornitore del massello dovrà produrre dichiarazione di conformità CE alla norma UNI
EN 1338 e certificazione di Sistema Qualità Aziendale UNI EN ISO 9001.
Detti masselli saranno posti in opera a “secco” su adeguato sottofondo, compreso l’onere delle
interruzioni attorno a piante e chiusini,
della stesura del riporto di posa costituito da circa cm. 5 di
sabbia 0/5, della compattazione con adeguata piastra vibrante, della sigillatura finale dei giunti con
sabbia fine asciutta di origine alluvionale e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a perfetta
regola d’arte.
3) Cordoli in cls. Vibrocompresso a sezione trapezioidale per il contenimento di tratti stradali o marciapiedi di colore grigio tipo Vibrotek o equivalente, di resistenza a rottura superiore a 3,5 Mpa. I cordoli
saranno sempre montati a filo pavimentazione stradale. Il fornitore del cordolo dovrà produrre dichiara zione di conformità CE alla norma 1340 e certificazione di Sistema di Qualità Aziendale UNI EN ISO
9001.
Detti cordoli saranno posti in opera su un letto di malta cementizia e rinfiancati per una altezza di
circa 6 cm., con relativa sigillatura dei giunti tramite malte o sigillanti specifici.
I cordoli delle isole verdi saranno realizzati tramite la posa di masselli in quarzo secondo i disegni
esecutivi allegati.
I basoli usati avranno le seguenti caratteristiche:
Cordoni retti o curvi in pietra calcarea dura provenienti dalle cave di Soleto forniti e posti in opera, della
lunghezza non inferiore a cm. 50 ed altezza di cm. 15 - 18, lavorati come di seguito specificato, a spigoli
arrotondati, allettati con malta cementizia a q.li 4 di cemento, escluso il sottofondo, compresi però, la
suggellatura dei giunti con malta cementizia grassa. Larghezza cm. 25. Finitura bocciardata
5.5 PAVIMENTAZIONE STRADALE CON FINITURA FOTOCATALITICA
Premiscelato in polvere a rapida presa e rapido indurimento, additivato con filati di vetro certificati,
contenente il principio attivo Biossido di Titanio (TiO2) sotto forma anatasica e struttura nanometrica
differenziata. L’efficienza della funzione fotocatalitica deve essere validata da test di laboratorio
condotti da Istituti specializzati ed accreditati, in base alle indicazioni del D.M. (Ministero Ambiente e
Tutela del Territorio) del 09.04.2004.
Il prodotto deve essere pigmentabile e la colorazione deve mantenere la brillanza nel tempo per almeno 5
anni. La pavimentazione stradale, composta dal premiscelato e dal conglomerato bituminoso, deve avere
una durata superiore ai 5 anni e deve essere conforme alle norme del C.N.R. B.U. 105/1985 E 94/1983.
La pavimentazione bituminosa porosa dovrà ospitare una malta cementizia fotocatalitica dello spessore
non inferiore a 9 mm e non superiore a 40 mm. La malta cementizia dovrà essere amalgamata con il
25% in massa di acqua, riferita alla massa totale del premiscelato secco. La pavimentazione in opera
dovrà essere resistente all’attrito volvente dei veicoli, dovrà avere una notevole stabilità di insieme ed
essere antisdrucciolevole e non abradibile.
La pavimentazione fotocatalitica dal punto di vista meccanico, sarà costituita fondamentalmente da due
strati:
−
lo strato portante con funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute a carichi
permanenti di esercizio;
−
lo strato di rivestimento con funzioni estetiche, di resistenza alle sollecitazioni meccaniche e
chimiche.
Inoltre lo strato di rivestimento avrà funzione di conferire alla pavimentazione impermeabilità dai liquidi
da vapori e avrà funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento termico e ad un
prefissato isolamento acustico.
Lo strato di rifinitura cementizio fotocatalitico dovrà essere posato a mano con raclee o con sistemi
automatici di finitrice a freddo. La malta cementizia fotocatalitica dovrà avere sopra le cuspidi uno
spessore massimo di 2 mm., assumendo altissima resistenza normalizzata e resistenza iniziale elevata. La
pavimentazione dovrà consentire la carrabilità stradale in 6-8 ore.
REQUISTI DI ACCETTABILITÀ DELLA MALTA FOTOCATALITICA:
Analisi granulometrica (Norma UNI EN 1015-1 )
Fuso granulometrico Apertura setacci e relativi valori passante in massa:
- 2 mm , % in massa 100;
- 1 mm , % in massa 75/87;
- 0,5 mm , % in massa 72/84 ;
- 0,250 mm , % in massa 50/65 ;
- 0,120 mm , % in massa 40/52;
- 0,063 mm - % in massa 39/50.
Consistenza della malta (Norma UNI EN 1015-3): 100/10 mm.
Tempo di lavorabilità della malta (Norma UNI EN 1015-9): >= 360 minuti.
Valore di lavorabilità su malta (CLA) : >= 58.
Resistenza a compressione e flessione della malta indurita (Norma UNI EN 1097-8):
−
dopo 3 giorni di maturazione resistenza a flessione Rf N/mm2 >= 2,0 / <= 4,0 ,Resistenza a
compressione Rc N/mm2 >= 7,0 - >= 12,0.
−
dopo 7 giorni di maturazione resistenza a flessione Rf N/mm2 >= 3,5 / <= 5,5, Resistenza a
compressione Rc N/mm2 >= 10,0 / <= 18,0.
−
dopo 28 giorni di maturazione resistenza a flessione RF N/mm2 >= 4,5 / <=
7,5 , Resistenza a compressione Rc N/mm2 >= 20,0 / <= 30,0.
La pavimentazione cementizia fotocatalitica dovrà essere certificata in base alla normativa UNI sulla
caratterizzazione del comportamento fotocatalitico e in specifico sulla:
• Attività di degradazione di Ossidi di Azoto ( NOX ) in aria ( Norma UNI 11247:2007 )
• Attività di degradazione di microinquinanti organici (BTEX ) in aria (UNI 11238-1:2007 )
La pavimentazione dovrà inoltre aver raggiunto i seguenti risultati:
−
abbattimento degli inquinanti atmosferici su strada urbana: minimo 60% (in condizioni di
inquinamento urbano elevato), misurabili con apparecchiature omologate dal CNR;
−
abbattimento degli inquinanti atmosferici in laboratorio: minimo 90%
−
riduzione di batteri, microrganismi, muffe in laboratorio: minimo 90%
−
durata dell’azione fotocatalitica nel tempo minimo di 6 anni;