Vita indipendente, Italia chiama Europa
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Vita indipendente, Italia chiama Europa
Vita indipendente, Italia chiama Europa Al via a Roma i lavori della Conferenza internazionale sulla vita indipendente delle persone con disabilità. Dino Barlaam (Avi onlus): "E' un momento di confronto che ritenevamo necessario: l'Europa e la convenzione Onu sono il nostro punto di partenza" ROMA. Esigenze comuni e buone intenzioni: è iniziata su queste basi stamattina, presso l'Aranciera di San Sisto a Roma, la Conferenza internazionale sulla vita indipendente delle persone con disabilità promossa da Enil (European network for indipendent living), Avi onlus (Agenzia per la vita indipendente di Roma) e Consequor onlus per la vita indipendente di Torino (Grugliasco). In programma fino a domani, la Conferenza "è un momento ha dichiarato Dino Barlaam (Avi onlus) in apertura di lavori di confronto che ritenevamo necessario: l'Europa e la Convenzione Onu sono il nostro punto di partenza. Conoscere il progresso o il non progresso degli altri paesi europei sulla vita indipendente è per noi tutti utile a tracciare il percorso futuro. Europeo, ma anche italiano". "Un confronto alla luce della convenzione Onu ha poi continuato Augusto Battaglia, moderatore dell'incontro ed ex parlamentare che ha permesso di condividere un obiettivo comune: un'Europa senza barriere architettoniche, culturali e mentali entro il 2020". "La legge 162 (quella relativa all'assistenza indiretta per una vita indipendente) è stata ha poi continuato il nostro Rinascimento italiano, insieme alla legge 68/99 e alla legge 328/00, e rientra in questo percorso: è stimolante che l'associazionismo per la vita indipendente sia inserito in un circuito europeo quale Enil rappresenta. Autonomia significa tante cose: mobilità, autodeterminazione ed empowerment della persona disabile. Questi obiettivi oggi sono in crisi per una congiuntura economica non proprio favorevole e il taglio del quasi il 70% sulle politiche per l'handicap a livello nazionale non aiuterà certo gli enti locali a fare di più. Il confronto europeo però ci può aiutare a capire". "Lavoro, società civile e politica: questi sono i campi ha poi esortato Jamie Bolling, svedese con disabilità e presidente di Enil dove esercito la mia vita indipendente. Enil ne è espressione: siamo un network di 25 paesi che cercano nell'assistenza personale e nei diritti umani di andare nella stessa direzione. Ad Enil collaborano sia persone con disabilità, motorie e non, sia persone normodotate. E questo perché la vita indipendente fa bene ai disabili e ai non disabili". "Il nostro movimento ha poi aggiunto si è reso visibile a Strasburgo con la marcia per la Libertà nel 2009: quattrocento persone marciarono da una parte all'altra del Parlamento europeo per far sentire la loro voce. La riproporremo: sono ancora 11 i paesi dell'Unione europea che non hanno ratificato la Convenzione Onu. Faremo capire che è importante farlo, invece". Organizzata per quattro macroaree (nord, sud,est e ovest), l'European network for indipendent living promuove e sostiene politiche di vita indipendente in tutti i paesi aderenti e ha tra i suo scopi la promozione dell'empowerment della persona disabile in ogni aspetto della vita quotidiana. L'obiettivo è infatti quello di promuovere politiche utili alla vita indipendente e sostenere la ricerca tecnica per l'autonomia delle persone disabili. "L'augurio ha infatti chiosato Jamie Bolling in chiusura di intervento è che almeno tutti gli stati dell'Unione europea aderiscano a Enil, affinché insieme si implementi non solo una politica europea di inclusione, ma si pretenda anche l'applicazione della Convenzione Onu. La crisi non giustifica tutto: dobbiamo avere più alleati possibili. Nelle università, negli enti locali, nella società civile, nella politica e nell'economia. Questo sarà il senso della marcia che ci vedrà protagonisti in Europa anche quest'anno: quello di cui abbiamo bisogno è una nuova consapevolezza". (Fonte: Redattore Sociale)