Il Trillo nr.2 - Comunità degli Italiani di Pirano

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Il Trillo nr.2 - Comunità degli Italiani di Pirano
MARZO - APRILE 2012
NUMERO 2 ANNO XXII
FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA
COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO
Editoriale
RICORDARE TARTINI
E GLI ALTRI?
Il violinista piranese
La statua realizzata da Antonio Dal Zotto
(foto: Franco Viezzoli)
di Kristjan Knez
G
iuseppe Tartini è un nome noto, non ha
bisogno di presentazioni, la sua eredità
musicale è patrimonio dell’umanità e vi
sono estimatori in ogni angolo del globo. Sulla
sua origine più di qualcuno ha preso delle cantonate; candidamente, e in malafede, si è scritto di
un inverosimile matrimonio tra il padre fiorentino, Giovanni Antonio, e la madre “slovena”,
Caterina Zangrando. Queste “perle” si aggiungono alle fervide menti risalenti alla fine del XIX
secolo, soprattutto tra i Croati, i quali consideravano il violinista nientemeno che un loro connazionale, presentato come Tàrtina, Tartić e così
via, considerazioni che i coevi giornali italiani
istriani commentarono con sdegno, oltre che
con ilarità. Se il Maestro delle Nazioni, giustamente, ha l’attenzione che merita, non possiamo
dire lo stesso per innumerevoli altri illustri Piranesi che si sono distinti nei più diversi ambiti.
Sono semplicemente dimenticati alla stregua di
tante pagine di storia, ignorate e relegate all’oblio. Nella nostra città vide la luce, tra gli altri,
il poeta secentesco Marco Petronio Caldana,
giurista e cavaliere di San Marco. Quanti sanno
che questi, nel 1687, nel pieno della sua maturità, dette alle stampe il poema latino Clodias,
dedicato a Luigi XIV, il re Sole? Pirano ha dato
poi i natali a tantissimi altri benemeriti, completamente ignorati nell’odierna città. Il ricordo
di due podestà intraprendenti come Pier Felice
Gabrielli o Domenico Fragiacomo è avvolto nella nebbia più fitta, così come nessuno presta la
dovuta attenzione agli illustri nostri concittadini
che dettero un contributo importante. Uno per
tutti, come non rammentare il conte Stefano
Rota, erudito, fine latinista e primo ordinatore
dell’antico archivio municipale, scrigno di patrie memorie. In più occasioni abbiamo ribadito
che, salvo le iniziative promosse dalle istituzioni
della comunità italiana, le quali, essendo legate
al territorio, hanno una sensibilità diversa nei
(continua a pag. 2)
pg. 2
La nota
L’anniversario tartiniano accolto tiepidamente dal Comune.
Un’occasione mancata.
Luciano Monica
pg. 10-15 Tartini 320° Anniversario
supplemento dedicato alle iniziative dedicate al grande Piranese.
La comunità italiana ha ricordato degnamente il violinista con
una serie di appuntamenti di qualità.
Kristjan Knez, Bruno Fonda, Daniela Sorgo e Luciano Monica
pg. 16-19
SPECIALE San Giorgio 2012
Ricco programma in onore del patrono cittadino.
Rievocata la tradizione salinara.
Daniela Sorgo e Kristjan Knez
confronti del passato, della tradizione e della
cultura espressa da quest’angolo istriano, poco
o nulla viene proposto dal cosiddetto popolo
di maggioranza. Eppure quel retaggio, incluso
il patrimonio urbanistico, architettonico e artistico – compresi i quadri “contesi” – della città
non dovrebbe interessare solo la componente
italiana, bensì dovrebbe essere considerato da
tutti coloro che la abitano e/o l’amministrano.
Significherebbe rispettare, valorizzare e riconoscere l’origine di quello che esiste e che è il prodotto genuino dell’ambiente che l’ha prodotto. Se non si è in grado di fare questo non ha
alcun senso reclamare quella parte dei tesori
piranesi sottratti nel corso del secondo conflitto mondiale per sistemarli in luoghi più sicuri.
Non ci illudiamo che in altre parti la situazione sia migliore. Ricordo che nella stessa Trieste
il bicentenario dalla nascita di Pietro Kandler,
storico, archeologo ed erudito di spessore, pas-
sò pressoché inosservato. Nessuno prestò attenzione ad uno dei suoi figli migliori. Malgrado
quell’amnesia non possiamo dire che la città di
San Giusto lo abbia dimenticato: dal busto presente nel giardino pubblico, alle targhe, dall’esistenza di una via a lui intitolata all’edizione anastatica di buona parte delle sue opere principali,
sempre richieste, i Triestini non possono essere
proprio rimproverati. Da noi, invece, la situazione è alquanto diversa. Accanto al completo
disinteresse, nel centro urbano i riferimenti alla
storia piranese sono assenti, sembrano inesistenti. Non vi è un’insegna – eccetto quelle relative
ai monumenti – tantomeno una via dedicata alle
personalità locali. Il repulisti del secondo dopoguerra ha cancellato i riferimenti presenti nello
stradario cittadino, sostituendolo completamente. Parecchi personaggi altresì non dovevano
essere neanche menzionati, specie se furono sostenitori dell’italianità e/o dell’unione all’Italia.
Rappresentavano una sorta di divieto sacrale.
Perciò non poteva esserci spazio né per Vincenzo
de Castro – la scuola italiana dai primi anni Novanta del secolo scorso porta proprio quel nome
e nel 2007 ha affiancato quello di Diego de
Castro, altro insigne piranese, uno dei maggiori intellettuali del Novecento istriano – né per
Marco Tamaro ed altri. Quel ripudio da parte
del precedente sistema è comprensibile; l’ostracismo, però, non era applicato esclusivamente a
quanti erano stati politicamente attivi e avevano
manifestato posizioni diametralmente opposte,
interessò tutto e tutti. Anche la via dedicata a
Cesare Dell’Acqua, pittore di fama internazionale che in Belgio trovò la sua seconda patria, che
lo scorso autunno abbiamo degnamente ricordato, per fare un esempio, scomparve. Con quei
gesti calò l’oscurità e la memoria storica avrebbe
iniziato progressivamente ad assottigliarsi, impoverendo tutti.
LA NOTA
S
ono da poco passate
le diciannove e trenta
quando esco da casa.
Appena fuori, vengo attraversato da un’aria gelida e frizzante. È il solito borino che, a
ogni stagione, cambia le carte
in tavola: se sta piovendo, porta l’asciutto, se splende il sole,
porta frescura, se fa freddo, lo
trasforma in gelo. In questo
periodo di aprile, e mi ricordo
il concerto di venti anni fa per
il trecentesimo, quando scende dal Nanos verso la costa, ti
trafigge con la sua sferzata improvvisa perché sei meno vestito. Il sole invitante dei giorni
precedenti, oltre a svegliare la
natura togliendola dalle sofferenze del duro inverno appena
passato, convince gli uomini a
svestirsi irrispettosi della saggezza popolare che sentenzia
“aprile non ti scoprire”. Dal
vicolo di casa mi avvio verso
Piazza Tartini per poi salire
verso la chiesa di San Francesco. Lungo il breve percorso
saluto persone conosciute, osservo la piazza e il brulicare di
individui. L’orecchio mi dice
2
di Luciano Monica
che sono turisti: sento parlare lo
sloveno di altre zone del Paese,
il tedesco ma anche molto italiano del quale distinguo flessioni
di siciliano, di emiliano, di veneto. Sopra di loro, sul piedistallo,
Giuseppe Tartini si pavoneggia
per farsi conoscere. È il suo trecentoventesimo compleanno e
la Comunità degli Italiani a lui
intitolata, insieme alla Comunità autogestita della nazionalità italiana del comune, hanno
allestito per lui tutta una serie
di manifestazioni: un vero e proprio “Omaggio”. Il concerto delle venti nella chiesa francescana
è l’ultimo atto dopo una intera
produzione a lui dedicata fra laboratori, mostre e concerti.
La Comunità si è impegnata da
bel principio; non si può dire altrettanto del Comune. Peccato
perché questo suo poco impegno è sintomatico di poca sensibilità verso il personaggio più
celebre che la millenaria storia
di Pirano possa ricordare con
orgoglio. Sono passati molti decenni ormai da quando la grande maggioranza degli abitanti
di Pirano, italiani per lingua,
cultura e cittadinanza, hanno
lasciato il “borgo natio” e ancor sempre annusiamo nell’aria
qualche folata di stantio, di incancrenito che guasta l’atmosfera toccando anziani ma anche
giovani ignari della storia cittadina. Questi, spesso, frenano
iniziative e attività nel segno
del recupero e dell’affermazione
delle tradizioni culturali del territorio.
Peccato perché il Comune potrebbe avere un ritorno d’immagine notevole se fosse in grado,
partendo dalla volontà di farlo,
di promuovere se stesso attraverso il nome di colui che più
lo rappresenta. Gli esempi del
genere non mancano.
Peccato perché gli enti turistici
e le agenzie, le grandi aziende
alberghiere, di questo simbolo
non sanno che farsene.
Peccato perché coloro che si impegnano sul fronte del recupero dell’eredità culturale e delle
tradizioni del territorio, spesso,
dimenticano di collocare nel
contesto personaggi ed eventi
proponendo forzature insulse se
non ridicole.
Sono oramai le otto di sera. Da
un quarto d’ora sono seduto
in prima fila dei banchi della
chiesa e, ogni tanto, mi giro
indietro. È tanta l’attesa per
questo concerto e vorrei vedere
la chiesa piena. Tanto è stato
l’impegno dei dirigenti dell’ente
e dell’associazione degli Italiani
di Pirano. Notevole è stato l’impegno dei soci collaboratori volontari. Sarebbe giusto per loro
un pienone a riconoscimento
di lavoro e tempo dedicato alla
Comunità.
Alle otto e cinque inizia il concerto. Mi giro per l’ultima volta:
in chiesa non ci sono più posti
a sedere e molte persone stanno
in piedi. La presentatrice e il
presentatore in costumi settecenteschi annunciano l’inizio
del concerto. Il suono dell’organo sbatte sulle pareti e entra,
soffice, nelle nostre orecchie. Solisti vocali, strumentali e coristi
si alternano in un crescendo di
voci e di suoni. Siamo tesi come
le corde della viola di Francesco
Squarcia, ospite d’onore. È un
trionfo di emozioni.
Il resto non conta.
DEDICATO ALLE DONNE
LA RICORRENZA DELL’8 MARZO AL TEATRO TARTINI
C
arissime amiche, non vorrei in questa particolare occasione perdermi
in lunghi e sterili discorsi che lasciano il tempo che trovano. Se lo faccio, fermatemi subito, perché possa cambiare ritmo.
La giornata internazionale della donna,
comunemente definita Festa della donna,
nasce per ricordare sia le conquiste sociali,
politiche ed economiche delle donne, sia
le discriminazioni e le violenze cui esse
sono ancora fatte oggetto in molte parti
del mondo. Nel corso degli anni si è perduto forse il vero significato di questa ricorrenza. La maggior parte delle donne occidentali, approfittano di questa giornata
per uscire con le amiche e concedersi una
serata diversa ed i commercianti ne approfittano per sfruttarne le potenzialità commerciali. Ed è per questo forse che molte
rifiutano oggi il cliché proposto della donna dalla società moderna e per anni hanno
smesso di riconoscersi in questa giornata.
Ma le condizioni che ne fecero una giornata di lotta, non sono state rimosse ed ancora la donna è troppo spesso ultima tra
gli ultimi. Credo pertanto sia necessario
riappropriarsi di questa giornata, di farla
diventare un momento di riflessione e di
confronto, di farla durare 365 giorni l’anno e non un solo giorno... il tutto non per
superare lotte tra i sessi, ma per rinnovare
le alleanze tra tutti coloro che rifiutano la
sopraffazione e la violenza e credono nella
pace e nella solidarietà umana.
Questo, per non dimenticare, come breve
prefazione, il valore intrinseco di questa
ricorrenza. Vorrei ora, se mi permettete
continuare e concludere con alcuni pensieri miei e non, proprio sulla donna e sulla
sua giornata:
Donna!
per te hanno combattuto altre donne
Per i tuoi diritti
per i nostri diritti
Con forza e determinazione
con un credere grande
“la nostra libertà e dignità”,
Con un volere immenso
di diritti e uguaglianza
Folgorati in quel maledetto 8 marzo
di molti anni fa, ci hanno reso
Continuando, prima di concludere
Buon otto marzo
a tutte le donne....
che ogni giorno urlano in silenzio,
a quelle che non possono vivere la propria
femminilità,
alle donne che dedicano la loro vita alla
famiglia
ed alla cura degli altri,
alle donne intrappolate dai preconcetti e
dalle ipocrisie...
E per finire ed iniziare allo stesso tempo:
Che questo giorno diventi il primo di tanti
giorni in cui il rispetto per Voi donne sia
globale in tutto il mondo
... e per 365 giorni all’anno.
Perché se c’è rispetto, non ci sarebbero nemmeno violenze.
Spazio anche per il “morbìn”
Il gruppo filodrammatico
ha proposto una divertente scenetta
pari diritti ed il dono della dignità.....
Nel festeggiare ricordiamoci di loro!
Un’altra dal tono più intimo e profondo:
Infiniti auguri a te Donna.
A Voi che siete ossigeno del mondo
A voi che siete il sale della vita,
i fiori più preziosi
nei giardini più belli...
semplicemente Donne,
meravigliosamente uniche.
Tu sei figlia, tu sei mamma
tu sei nonna, tu sei passione,
dolore, intrigo, gioia ed amore.
Tu sei donna.
ed ancora
La mimosa è il fiore che più assomiglia
ad una donna:
lo guardi ed è bello, ma se vuoi davvero
apprezzarlo ne devi sentire l’essenza ed il
profumo.
E vorrei concludere veramente questa
mia breve performance, ricordandovi
che tantissime sono le opere letterarie,
poetiche, cinematografiche e teatrali che
parlano della donna e della sua reale ed
attuale situazione, in paesi come l’Afghanistan, l’Arabia Saudita, il Sudan, ma anche da noi, che ci reputiamo paesi democratici e civili, dove molte donne cercano
di sopravvivere alle violenze familiari ed
in molti casi, per nascondersi in una società ancora moralista e pettegola debbono ricorrere a coperture, ad espedienti, a
vite parallele, fatte da porte comunicanti
o chiuse a chiave. Ed ecco perché è necessaria, nel contesto della sua delicatezza e della sua capacità di sapere amare,
oggi forse più che mai, la sua determinazione, la capacità delle donne di vincere
attraverso la pazienza, la perseveranza,
la ricerca costante di Se, l’affermazione
del proprio diritto di esserci nel mondo,
in una società, ieri come oggi, dominata
dalla forza virile, e, in seconda istanza da
certa femminilità soggetta e sdolcinata.
La donna vince nello stesso momento
che persegue questo sogno, giorno dopo
giorno, rendendolo realtà: non un sogno
di potere, ma un sogno d’amore, che è
la forza della vita. Ancora Auguri a tutte
Voi!
Bruno Fonda
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Folto pubblico all’Auditorio di Portorose
LA “PARENZANA”
MOSTRA DI GIULIO RUZZIER PER RICORDARE I 110 ANNI DALL’APERTURA DELLA LINEA
L
o scorso 17 marzo, nella ragguardevole sede dell’Auditorio
di Portorose, alla presenza di un
numeroso pubblico, è stata inaugurata
la mostra dei dipinti realizzati da Giulio Ruzzier dedicati a la “Parenzana”, la
storica linea ferroviaria a scartamento
ridotto.
Frammenti e miniature di storia su una
delle ferrovie forse più discusse e pubblicizzate oggi da parte non solo del popolo
di minoranza, ma anche da quello di maggioranza, che con varie iniziative ha inteso testimoniare l’importanza ed il significato civile ed umano di questo tracciato
ferroviario, che univa Trieste a Parenzo
ed oggi idealmente l’Italia, la Slovenia e
la Croazia. Molto breve ed effimera è stata
la sua storia e la durata nel tempo di questa interessante ferrovia, che lungo il suo
tragitto poteva essere superata in velocità
da un uomo con la sua bicicletta.
Tanto è stato scritto su di essa, tantissime le storie che si raccontano. È parte
del nostro bagaglio di tradizioni. È parte
integrante della nostra storia, frammento anche questo della nostra presenza su
questo territorio. Come araba Fenice abbiamo cercato di farla rivivere ed in parte
ci siamo riusciti, se non altro evidenziando il suo percorso, il suo tragitto, le sue
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peculiarità (come dimostrano
le bellissime e particolareggiate immagini del nostro Giulio
Ruzzier), anche se la stazione di
Santa Lucia, i cui resti con incuria e negligenza sono stati dispersi e perduti per sempre. Un
delitto, un tentativo di oblio, sul
corpo martoriato delle nostre
genti, risultato dell’indifferenza
e del disinteresse di chi invece
dovrebbe avere a cuore la storia
di questa regione.
Così anche la “Parenzana”,
come tantissime altre testimonianze ormai scomparse, sono
parte del nostro corpo minoritario, sono atomi della nostra
storia, di una realtà culturale
ed umana, presente nel tessuto
più profondo di questo territorio: segno inconfondibile di una
presenza importante, significativa e fondamentale.
La mostra di Giulio Ruzzier intende essere un ulteriore ed importante apporto a rimembrare
questo nostro passato e a non
dimenticare ed ignorare questo
frammento della nostra storia.
Bruno Fonda
Dipinti che desiderano documentare
Giulio Ruzzier ha riprodotto tutte le stazioni
della linea ferrovia Trieste-Buie-Parenzo,
ne proponiamo alcune
Il gruppo di pittura della CI “Giuseppe Tartini”
COLORE
E CREATIVITÀ
CRONACA DI UN’INTENSA ATTIVITÀ
P
ure il 2011 è volato via e
come di consueto si fanno
i resoconti di quello che
c’è stato di importante nell’anno
trascorso. A dire il vero, noi della
CI di Pirano, iniziamo le nostre
attività con l’apertura dell’anno
scolastico, dopo la pausa estiva.
In quest’inizio di stagione, come
negli anni precedenti, il gruppo
di pittura della CI “Giuseppe
Tartini”, si è impegnato partecipando alle manifestazioni organizzate dal sodalizio in ambito
comunale. La prima uscita c’è
stata già a settembre in occasione delle Giornate del patrimonio
culturale europeo che, oltre alla
varietà di prodotti esposti sulle
bancarelle, ha visto esposti numerosi dipinti sul tema del paesaggio realizzati dal nostro gruppo di pittura. La seconda uscita
è avvenuta per la festa comunale
quando sono state esposte nature
morte con elementi “alimentari”,
in armonia con quanto preparato dal gruppo Odori e gusti de
casa nostra che ha allietato il palato dei passanti. I dipinti sono
stati esposti al pianterreno di
Casa Tartini, visto il vento all’esterno, un borino che avrebbe
messo le ali alle nostre tele. Per
l’inizio di novembre i pittori si
sono cimentati sul tema dei cachi, questa volta su maxi formati
in previsione della mostra alla
galleria dell’hotel “Svoboda”.
L’allestimento della mostra è stato eseguito dai pittori stessi con
l’approvazione del responsabile,
il critico Dean Mehmedovič. Il
Artisti all’opera
Alcuni dei membri del gruppo di pittura, guidato da Liliana
Stipanov, all’ultimo piano di Casa Tartini
gruppo di ceramica, guidato dalla maestra Apolonija Krejačič, ha
esposto i propri lavori sul tema
nella vetrina espositiva dell’albergo. L’inaugurazione della mostra
ha avuto luogo il 7 novembre
di fronte ad un folto pubblico e
con la briosa presentazione della
bruna animatrice e della bionda
capo recepcion. L’evento è stato allietato dai brani musicali
eseguiti dal gruppo vocale della
nostra CI diretto da Milly Monica, pittrice oltre che musicista.
Hanno esposto i propri dipinti:
Wilma Zacchigna, Francesco
Rosso, Bruno Bonin, Giulio Ruzzier, Jasna Bušič, Mario Benčič,
Slavica Zdolšek, Lilja Schneider,
Darja Zdolšek, Aurora Birsa, Jo-
sipa Rakitovec e Roby Bassanese.
Con tale manifestazione si è dato
il via alla XI festa dei cachi di
Strugnano che è proseguita con
incontri e conferenze sul tema e
con l’innalzamento del tendone
che ha ospitato una moltitudine di visitatori da venerdì 11 a
domenica 13 novembre. Sabato
mattina i pittori sono stati impegnati nell’allestimento della
mostra all’interno del tendone
esponendo i quadri sul tema, di
dimensioni inferiori rispetto a
quelli dell’albergo. Alcuni hanno
pure dipinto, dando vita al previsto laboratorio. La frequenza di
pubblico è stata veramente elevata. Un altro incontro sociale, con
folto pubblico, in cui i pittori del-
la CI hanno esposto i propri lavori sul tema, quello della tradizionale Festa del vin che, la sera
del 18 dicembre, ha colorato la
parte esterna del ristorante “Pavel 2”, con dipinti sempre più
fantasiosi. Con la suddetta manifestazione, durante la quale
hanno trovato espressione pure
gli altri gruppi di attività della
nostra Comunità, si è concluso
in bellezza l’anno solare. Numerosi e svariati impegni attendono i pittori nel nuovo anno. I
dipinti per la presentazione del
libro “I gatti di Pirano” e tanti
altri ancora per ricordare e valorizzare gli anniversari della Parenzana, del tram ed altri. Tanto
lavoro, impegno ed entusiasmo
dei quali ringrazio tutti i pittori augurando e confidando su
nuove e proficue collaborazioni.
Liliana Stipanov
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I pittori della CI “Giuseppe Tartini” incontrano il maestro d’un tempo
UNA PIACEVOLE VISITA
A TRIESTE DAL PROF. GUIDO LA PASQUALA, INSEGNANTE DI DISEGNO A PIRANO
A casa del maestro d’un tempo
Giulio Ruzzier con Guido La Pasquala
In basso: L’insegnante di disegno tra Liliana Stipanov (a sinistra) e Wilma Zacchigna
G
ià da qualche tempo si parlava di
come ci saremmo recati a far visita al prof. Guido La Pasquala.
Egli era stato maestro di disegno di alcuni
di noi che abbiamo frequentato la scuola
di Pirano. Giulio Ruzzier ha riallacciato
i rapporti col suo maestro già da qualche
anno e gli ha fatto visita alcune volte. Pure
Wilma Zacchigna ha seguito il suo esempio e gli ha fatto visita insieme ad Aurora,
figlia del pittore Viktor Birsa con cui Guido La Pasquala aveva collaborato. Liliana
Stipanov era entrata in corrispondenza col
professore dopo che, grazie all’intercessione di Marino Bonifacio, aveva avuto in
omaggio il libro di Guido La Pasquala con
tanto di dedica. L’opera che è piena di disegni eseguiti dal professore, si trova nella
mansarda di Casa Tartini e viene spesso
consultata essendovi rappresentati molti
motivi della Pirano di un tempo. Così il
nome di Guido La Pasquala ricorre spesso
nei discorsi dei pittori di Casa Tartini.
Avevamo annunciato la nostra visita e il
23 febbraio siamo partiti verso Trieste.
6
L’accoglienza del professore è stata calorosa
e la permanenza nello studio del suo appartamento è stata piacevolissima tanto che le
quattro ore in cui siamo rimasti lì son volate via. Dopo uno scambio d’informazioni,
idee ed opinioni, ci ha affascinati il racconto del professore che ci ha narrato come suo
padre giovanissimo, era stato reclutato nella
sua nativa Sicilia e spedito al nord, dove
avrebbe dovuto, combattere contro chi non
lo sapeva neanche lui. Nel primo dopoguerra il giovane Vincenzo si era ritrovato a fre-
quentare anche i luoghi delle nostre terre,
come Strugnano, dove aveva incontrato
una giovane Giassi, quella che sarebbe poi
diventata la madre di Guido. Terminata la
guerra, Vincenzo, proprio come tanti altri,
s’impiegò quale lavoratore nelle Ferrovie
e come tale rimase a Trieste dove si sposò
ed ebbe due figli di cui il secondogenito è
Guido La Pasquala. Ma la storia continua e
richiederebbe molte pagine per poter scrivere quanto ci ha raccontato quel pomeriggio
il professore. Per i nostri amici lettori, può
essere interessante sapere com’è che Guido
La Pasquala è giunto a Pirano per rimanervi
quindici anni durante i quali ha conosciuto
la città, vi ha lavorato quale bibliotecario,
cartellonista, restauratore e maestro. Sono
stati gli anni della sua giovinezza e Pirano
gli è rimasta nel cuore. Ma com’è che vi era
giunto? Erano i primi anni ’40 ed era scoppiata la seconda guerra mondiale. Il padre
di Guido era stato richiamato nuovamente alle armi e preoccupato per la famiglia,
aveva pensato di metterla al sicuro durante la sua assenza. Così aveva scelto Pirano,
dove c’erano i parenti della moglie. Fu così
che dal grande condominio dei ferrovieri,
dove erano vissuti fino ad allora a Trieste,
si trasferirono in Carrara di Raspo, quando
Guido non aveva ancora compiuto quindici anni. Ed è lì che imparò ad apprezzare
la vita così com’è, quando uscì vivo da un
bombardamento che aveva centrato la loro
casa ed era rimasto illeso grazie alla testiera del letto che l’aveva protetto, anche se le
gambe erano rimaste sotto le macerie. Fatti
narrati con il sentimento di chi li ha vissuti
e la maestria di chi sa raccontare. Qualche
altro episodio della vita di questo interessante personaggio, ve lo potremo raccontare
in altre occasioni.
Come già detto, le ore son passate in fretta
e raccolti i libri e i colori regalatici dal professore, ci siamo salutati con il proposito di
rivederci, magari per una visita del maestro
Giulio Ruzzier,
nella sua vecchia Pirano.
Wilma Zacchigna e Liliana Stipanov
RICORDI DE PIRAN
I
TANTI I NEGOZI NELLE VIE DEL CENTRO URBANO
ero picia, vivevo a Strugnan. Me zia Maria co la veva afari a Piran, la me cioleva co’ ela pe’ conpania. Se ‘ndava pe’
riva, se iera seca, se no pe’ Pasugo, se rivava
senpre a Fiesso e ala Scala dei Ponti, e zo
per Carara Granda.
La prima botega a sinistra iera del marangon Cacela, ‘l faseva anca casse de morto.
El iera sai conosudo.
Più vanti a destra, la botega de sior Piero,
visavì el bar Venesia. El paron, sior Remigio, viveva co’ un’ansiana zia e la molge,
mi me piaseva perché cronpavimo de sior
Piero pan e mortadela e ‘ndavimo de sior
Remigio, fasevimo marenda co’ una bira,
pe’ me zia e pe’ mi anca, ma un bicier picio.
Se ‘ndava in Piasa de Silio Tamaro, iera un
grando negosio, se cronpava stofe pe’ biancaria, e terlis pe’ braghe de canpagna. In
Piasa de le erbe iera la becaria Fonda, in
Portadomo iera Celestina la veva fili, cer-
niere, poche stofe. Più vanti, in Ponta, iera
‘l torcio. Se portava le olie, se spetava pe’
portâ casa ‘l propio oio. In Portadomo iera
anca una farmacia. In Piasa granda la cartoleria, la dela Rotonda (deso xe ‘l giardin)
iera ‘l boteghin de loto e zornai, me cronpavo ‘l zornalin dei pici. Int’ela contrada de
drento la farmacia de Fonda, in Piasa San
Roco, la cooperativa operaia.
Più vanti de fianco a destra
dela cesa, la botega dela Saturnia. Se trovava botoni,
fili, cerniere, cordele, astichi
e altro. La iera una dona
granda e cocola.
Chi no se ricorda la granda Fiera in Riva
in Ponta co’ la giostra? Co’ sucaro filado,
busolà, pupe, piati e divertimento. Un altro avenimento co vegniva de Trieste l’Opera, iera tuto un fermento, le sarte piene
de lavor, iera gara chi sarà più elegante.
Deso basta, ma saria tante robe de contâ.
Nella Nemec
Piazza Portadomo
Ove è situata la cisterna
costruita nell’ultimo quarto
del XVIII secolo (collezione
di Josip Sobota)
ATTENTI DA DOVE
FOTOGRAFATE GLI STEMMI!
LA CITTÀ È RICCA DI TESTIMONIANZE ARALDICHE, NON SEMPRE FACILMENTE RAGGIUNGIBILI
V
oglio raccontarvi di una piccola peripezia toccatami per riuscire a fotografare uno stemma sito in via Libertà che
credevamo appartenere alla famiglia Fonda.
L’illustrazione di questo sarebbe dovuta servire
per la copertina dell’ultima pubblicazione di
Marino Bonifacio sui cognomi del Comune di
Pirano e dell’Istria. Trovandosi all’altezza del
II piano ed essendo la via stretta, con davanti
un intreccio di cavi che ne impediscono la ripresa, decisi di suonare alla porta della casa di
fronte. Spiegata la necessità alla gentile signora
apparsa sull’uscio di casa che mi accompagnò
fino al terrazzino stretto dove erano stesi i panni, scattai un paio di riprese laterali e chiesi se
fosse possibile farne qualcuna dalla finestra,
dall’interno. Disse di sì ma capii ben presto
il perché dell’espressione preoccupata apparsa
sul suo volto buono. Nell’entrare, mi si parò
davanti un ometto dalla faccia arcigna che mi
Stemma attribuito a una
confraternita
È difficilmente riconoscibile in quanto lo
scudo è privo di elementi araldici
intimò “Sezuj se!” – che vuol dire “Scalzati!”.
Mi aff rettai a togliermi i sandali e mi scusai ripetutamente cercando, con delle spiegazioni,
di rabbonire il padrone e sperando che non
se la prendesse con la donna che doveva essere sua moglie. Scattai due volte dalla finestra,
mentre lui si distendeva sul divano dinanzi
alla TV. Ringraziai, mi scusai nuovamente e
me ne andai. Disegnai e dipinsi lo stemma
rappresentante un leone rampante con la parte inferiore del corpo nascosta da uno scudo,
sormontato da elmo e cimiero e circondato da
nastri svolazzanti. Consegnai il disegno ma si
constatò che non era quello lo stemma della
famiglia Fonda e quindi bisognava rifare tutto. Mi guardai bene dal recarmi da qualche
vicino per fotografare l’altro stemma ma per
fortuna lo trovai nel libro di Rino Cigui dedicato al Corpo araldico piranese.
Liliana Stipanov
7
Concorso riservato ai giovani
NON ACCETTO FALSIFICAZIONI.
LA MIA VITA È CREATIVA
VI HANNO ADERITO NUMEROSE ISTITUZIONI DEL CAPODISTRIANO
N
el mese di febbraio la nostra Comunità ha aderito assieme al Teatro di Capodistria, le Gallerie
costiere di Pirano, il Museo e l’Archivio
regionali di Capodistria, la Biblioteca
centrale “Srečko Vilhar” di Capodistria,
la libreria Libris di Capodistria, il Centro
per la cultura, lo sport e le manifestazioni
di Isola, la Galleria Insula, la Comunità
Autogestita della Nazionalità Italiana di
Isola, la Biblioteca civica di Isola e l’Auditorio di Portorose al progetto “Non
accetto falsificazioni. La mia vita è creativa” al quale potevano partecipare tutti
gli amanti delle arti inviando poesie,
testi all’indirizzo [email protected]
o consegnare lavori di pittura, scultura,
fotografia, alla Galleria Meduza di Capodistria, entro il 29 febbraio. Nel corso del
mese di febbraio la nostra Comunità ha
dato spazio soprattutto alla creatività dei
ragazzi, organizzando laboratori artistici
PERCORSO DELLA
MEMORIA E DELLA
RICONCILIAZIONE
INIZIATIVA DELL’UNIONE ITALIANA
E DEL LIBERO COMUNE DI POLA
IN ESILIO
S
abato 12 maggio 2012 l’Unione Italiana e il Libero Comune di Pola
in esilio promuovono un percorso
che intende rendere omaggio alle vittime degli opposti totalitarismi scontratisi
in modo cruento in queste terre nella
prima metà del secolo scorso. Si desidera ricordare quei tragici eventi in modo
che divengano occasione di meditazione
sulle offese e sulle ingiustizie che abbiamo
8
Natura morta
Opera di Rihard Lobenwein,
primo premio per le arti visive
subito e su quelle che abbiamo inflitto, di
pietas per le sofferenze nostre e di quelle altrui, di perdono e riconciliazione, di monito, affinché mai più abbiano a ripetersi. Gli
organizzatori sono convinti che per farlo si
debba in primis iniziare un cammino di riconciliazione tra gli Italiani rimasti e quelli
esodati. Questo si snoderà in quattro momenti. Una rappresentanza di esuli e di appartenenti alla Comunità Italiana deporrà,
con silenzioso raccoglimento, una corona
di fiori e, senza discorsi ufficiali o proclami, pronuncerà unicamente una preghiera
di pace. Il primo riguarderà il monumento eretto nel cimitero di Capodistria dalle
Autorità slovene in ricordo delle vittime
del regime comunista jugoslavo. Il secondo
sarà al monumento di Strugnano in ricordo delle giovanissime vittime innocenti del
19 marzo 1921 per mano di alcuni fascisti.
Il terzo sarà alla Foiba di Terli, in cui il 5
de l’Inventastorie presso la Scuola dell’infanzia “La Coccinella” di Lucia, un laboratorio di realizzazione di maschere e trucco
di carnevale presso la scuola elementare
“Vincenzo e Diego de Castro” di Lucia,
mentre il 16 febbraio abbiamo presentato
il saggio degli allievi del corso di chitarra
in Casa Tartini. Il progetto si è concluso il
17 febbraio al teatro Tartini dove si sono
esibiti i bambini del gruppo dei minicantanti della nostra Comunità con ospiti i
minicantanti delle CI di Buie, Momiano e
Visinada. Al concorso “Non accetto falsificazioni. La mia vita è creativa” hanno partecipato tantissimi di tutte le età e professioni. Congratulazioni vivissime a Rihard
Lobenwein di Strugnano al quale è stato
conferito il primo premio per le arti visive
e a Lana Maria Bernetič premiata per la
poesia. Maggiori informazioni sul progetto
verranno pubblicate sul foglio “Gledga” e
“Svetilnik”.
Fulvia Zudič
ottobre 1943 trovarono la morte molti civili innocenti tra cui alcuni antifascisti. L’ultimo sarà al Monumento di Montegrande
eretto in ricordo degli antifascisti uccisi dai
nazi-fascisti il 2 ottobre 1944.
Il programma delle cerimonie è il seguente:
10.45: omaggio al Monumento alle vittime
delle foibe al Cimitero di Capodistria;
11.30: omaggio al Monumento di Strugnano eretto a ricordo delle vittime del 19
marzo 1921;
16.00: omaggio alle vittime della Foiba di
Terli nel Comune di Barbana;
17.00: omaggio al Monumento di Montegrande nella Città di Pola alle vittime antifasciste.
LA FAMEA
DEI SALINERI
VISITA LE SCUOLE
APPREZZATA PRESENTAZIONE
PROPOSTA AI RAGAZZI
L
a scuola elementare slovena di Pirano ha
nel suo programma educatico una settimana dedicata alle saline. Per valorizzare
quest’iniziativa ci è stata chiesta la nostra
presenza. Così, due di noi, Francesco ed io,
abbiamo partecipato. La prima tappa era Pirano. Con tutti gli arnesi, creparie ed in costume
ci siamo presentati nell’aula magna, dapprima
agli alunni delle classi superiori e poi a quelli
delle inferiori. L’insegnante di italiano ci ha
chiesto di parlare in dialetto. Noi eravamo un
po’ perplessi, pensando che nessuno ci avrebbe capito, invece abbiamo constatato che il
nostro dialetto non era loro sconosciuto. Discutendo, poi, con gli insegnanti presenti, ci
hanno detto che questa nostra dimostrazione
sia degli arnesi sia il racconto della vita e del
lavoro del salinaro e, soprattutto, della nostra
parlata in dialetto aveva entusiasmato anche
loro. È un aspetto della realtà piranese da non
dimenticare. La seconda tappa era alla scuola periferica di Portorose. Quaranta bambini
dalla prima alla quarta classe ci attendevano.
A loro abbiamo raccontato in primo luogo
come vivevano e cosa facevano i bambini du-
rante tutta l’estate nelle saline. Incalzando i
taperini e con il gavero in mano hanno da soli
constatato quanto siano ingombranti questi
arnesi. Quando abbiamo mostrato le creparie
e detto che le bambine dovevano ogni mattina macinare l’orzo per fare il caffè, il macinino passava di mano in mano, perché tutti
volevano vederlo. Abbiamo trascorso una
mattinata davvero interessante. I bambini,
con le loro ingenue espressioni, fanno sempre
allegria.
Giorgina Rebol
LA FAMEA DEI
SALINERI A
“COLLEGHIAMO
LE SALINE”
HA SUSCITATO L’INTERESSE
DEI PARTECIPANTI
D
opo il riposo invernale la famea si è messa in attività. Abbiamo partecipato alla
tradizionale manifestazione “Colleghiamo le
saline”, che si è svolta il 27 marzo e l’1 aprile.
Già da anni, complice la grande numero di
partecipanti, hanno dovuto dividerla in due
giornate. La prima giornata era dedicata alla
corsa, la seconda alla marcia. Durante il percorso, da Sicciole a Strugnano, i partecipanti
avevano la possibilità di gustare i prodotti
locali, infatti, lungo il tragitto erano allestite
Folclore
La “famea”, a una manifestazione, indossa gli abiti tradizionali e presentano gli arnesi
usati nelle saline. In alto a destra: barche sulla spiaggia, dipinto di Giulio Ruzzier
delle bancarelle con questi prodotti.
Noi salinari, con i nostri costumi, con gli
arnesi e con la carriola colma di sale, abbiamo offerto ai partecipanti il nostro prodotto. Data la massa di persone, non avevamo
neanche il tempo di guardarci fra noi. Riempire i sacchetti e off rirli per noi era un
piacere, ma quanta fatica! In queste due
giornate abbiamo distribuito più di 2500
kg di sale. Tantissimi erano gli interessati a
conoscere la vita ed il lavoro nelle saline, se
realmente il sale che ricevevano era quello
delle nostre saline. Questo sale così bianco
e pulito, dal cristallo così piccolo e uniforme non poteva essere che quello. La fatica
del lavoro non ci impediva di avere un sorriso per tutti e di raccontare l’interessante
vita e lavoro delle saline. Giorgina Rebol
PROVERBI
DEL MAR
A CURA DI GIULIO RUZZIER
Chi vol navigar no devi
ver paura dele onde.
Chi va e torna fa bon viaso.
Se in siroco xe scuro,
sta in porto sicuro.
Bon vento, bon mariner.
Viasi longhi, guadagni pici, viasi
curti guadagni grandi.
Luna tressa, mariner in piè.
Loda el mar e tiente ala tera.
La barca xe per chi
la naviga.
El mar xe fachin dela tera.
Cicio no xe per barca.
In luio, rica la tera
e povero el mar.
A l’ora de note i caramai
va nele grote.
Luna piena, l’equipaio se remena.
9
Anniversario
320°
S U P P L E M E N T O
Il ricordo del virtuoso del violino e la sua valorizzazione
TARTINI E PIRANO
LA CITTÀ NON HA MAI DIMENTICATO IL SUO FIGLIO PIÙ ILLUSTRE
Q
uest’anno ricorre il 320esimo anniversario dalla nascita di Giuseppe
Tartini, virtuoso del violino, una
delle massime personalità culturali espresse
da Pirano, che, grazie alla sua opera, è conosciuto in tutto il mondo. La città natale non
ha mai dimenticato il suo figlio più illustre.
Sull’area prima occupata dal mandracchio,
interrato nel 1894, che divenne la principale
piazza cittadina, due anni più tardi fu inaugurato il monumento dello scultore Antonio
Dal Zotto, professore alla Scuola Superiore
d’Arte Applicata di Venezia e successivamente all’Accademia. Questi nella città lagunare, poco più di una dozzina d’anni prima,
aveva realizzato il monumento dedicato a
Carlo Goldoni. Il 2 agosto 1896 quello spazio urbano si era riempito di una folla mai
vista prima. Era l’omaggio dell’Istria a un
importante musicista, come recita anche la
scritta sul piedestallo. Fu una grande festa,
le foto d’epoca e i resoconti giornalistici
sono eloquenti. “L’Istria”, il settimanale parentino diretto da Marco Tamaro, dedicò
all’evento un numero intero, quello dell’8
agosto 1896. E riporta, tra l’altro, anche il
discorso del dott. Bubba, presidente del Comitato organizzatore. Questi davanti al numeroso pubblico esordì:
Questa immensa esultanza di popolo acclamante
all’immortalità del genio, questo grido di giubilo
infinito che erompe da mille e mille petti, questo
saluto di gloria che si espande in tanto diffusa armonia di luce e di colore, preludiano felicemente
ad una festa della patria, in una festa dell’arte.
Patria ed arte, nobilissimi concetti, a cui la vergine poesia di un popolo, sempre grande nelle sue
spontanee estrinsecazioni, attinge forti ispirazioni
di virili energie; - Patria ed arte, che oggi sono in
sintesi geniale grandeggiano nel nome famoso di
Giuseppe Tartini.
I Piranesi prestarono poi particolare attenzione alle patrie memorie e nelle fattispecie
s’impegnarono a curare e a salvaguardare le
carte tartiniane e tutto ciò che era appartenuto al compositore, incluso il violino.
10
Nel 1876 la città ricevette in omaggio cinque
volumi di manoscritti, dai fratelli Pietro e
Domenico Vatta che li avevano ereditati, i
quali decisero di donarli alla Biblioteca civica, curata amorevolmente e con disinteresse
dal benemerito conte Stefano Rota. Quel patriottismo, che giovò grandemente alla valorizzazione della memoria storica e dei relativi
documenti, fu manifestato anche nel corso
Testimonianze
importanti
In alto: uno dei
violini di Giuseppe
Tartini custodito
in una vetrina della
Stanza ricordo
A destra: il busto
realizzato dallo
scultore triestino
Francesco Bosa
(si ringrazia
Franco Viezzoli
per la gentile
concessione
delle foto)
del secondo conflitto mondiale. Allorché nel
1944 una circolare invitava a preparare le casse con i materiali più importanti conservati
all’archivio municipale, da asportare in modo
da preservarli da eventuali danneggiamenti
provocati dagli attacchi dell’aviazione alleata,
il prof. Domenico Petronio decise, coraggiosamente, di eludere quella richiesta, murando
le preziose testimonianze e i cimeli sotto lo
scalone del palazzo comunale. I bauli contenevano: l’atto di dedizione del comune di
Pirano alla Repubblica di Venezia del 1283,
le maschere di gesso di Giuseppe Tartini e
Vincenzo de Castro, sette incunaboli, ventisei
cinquecentine, l’atlante di Pietro Coppo, gli
statuti e le pergamene medievali e altri documenti concernenti la storia cittadina. Assieme ai manoscritti tartiniani furono salvati
numerosi autografi d’uomini illustri e d’intellettuali della provincia nonché il violino del
maestro, realizzato da Nicolò Amati verso il
1720. Se da un lato si volle conservare proprio a Pirano alcuni importanti tasselli della
sua storia, quel gesto aveva concorso a danneggiare seriamente lo strumento musicale; a
causa dell’umidità e delle condizioni inadatte in cui venne a trovarsi per un decennio,
esso si sfasciò in 36 pezzi. Nel 1954 quei resti furono prelevati, le singole parti di legno
furono asciugate e, successivamente, grazie
all’interessamento del museo cittadino, ciò
che rimaneva del violino fu affidato al prof.
Maksimilijan Skalar, che, mediante un lavoro di restauro certosino, lo riportò all’antico
splendore. Nel 1958 il prof. Miroslav Pahor,
direttore del museo piranese, in un articolo
scrisse che, considerato il materiale conservato da quell’istituzione, ma che non era in grado di esporre per mancanza di spazi, un’idea
poteva essere proprio quella di costituire una
collezione dedicata a Tartini all’interno della
casa appartenuta alla sua famiglia. Il progetto
prevedeva di mostrare al pubblico anche la
mobilia d’epoca – ossia la camera matrimoniale del Nostro, in stile rococò della prima
metà del XVIII secolo – che sino l’anno prima era conservata dalla famiglia Vatta nella
villa a Strugnano, poi demolita. Il progetto
non poté concretizzarsi; la raccolta tartiniana
rimase nel Museo del mare di Pirano sino al
1986, dopodiché una parte fu trasferita nella
stanza ricordo, costituita nel 1990, all’interno
della casa natale del violinista a conclusione
dei lavori di restauro della sede della locale
Comunità degli Italiani, mentre i manoscritti
passarono all’Unità di Pirano dell’Archivio
regionale di Capodistria. La stessa è stata allestita al mezzanino del primo piano, all’interno dell’alcova, in cui vi sono interessanti ornamenti a stucco. Essa contiene: la maschera
mortuaria; il ritratto realizzato circa tre anni
prima della sua morte, il cui autore, di scuola
veneta, è sconosciuto; il violino, donato al co-
“ ...Patria ed arte,
che oggi sono in
sintesi geniale
grandeggiano nel
nome famoso di
Giuseppe Tartini
”
mune nel 1888 dal prof. Petronio di Pirano;
il busto in marmo di Carrara, realizzato nel
1842 dallo scultore triestino Francesco Bosa
per conto del municipio nonché lo strumento
per tracciare il pentagramma con il relativo
astuccio, su quest’ultimo si legge la data del 18
giugno 1844 nonché una nota sul passaggio di
questo oggetto, che, si suppone, era appartenuto al celebre virtuoso, dalle mani dell’ingeKristjan Knez
gner Giovanni Fonda.
Una grande festa
Piazza Tartini gremita di persone il giorno dell’inaugurazione del monumento
(2 agosto 1896). Alla manifestazione presenziarono le maggiori personalità politiche
e culturali dell’Istria e di Trieste
L’INAUGURAZIONE
DEL MONUMENTO
A mezzogiorno tutti erano al loro posto: il podestà, il comitato, le autorità, le rappresentanze, le bande musicali coi cantori, circondati
da una fitta siepe di popolo; dalle finestre, dai
pergoli e dal sagrato di San Giorgio prospettante la piazza si mostravano gruppi di signore assomiglianti a mazzi di fiori. Il sole era al
massimo suo fulgore. La campana maggiore
del duomo dava l’ultimo suo rintocco del
mezzodì, quando ad un cenno del presidente del Comitato prov., on Bubba, fra l’ansia
generale, le tende che nascondevano il monumento caddero d’un tratto, svelando al pubblico la stupenda figura di Giuseppe Tartini.
Fu un momento di generale commozione, che
per pochi istanti trattenne persino l’applauso;
ma quando le sette bande unite intuonarono
l’inno all’Istria del maestro Giorgieri, da tutti
i petti si sprigionò un lungo applauso di Viva
Tartini! Viva l’Istria! Viva Pirano! – applauso
che frenetico si rinnovò ad ogni ripetersi del
motivo dominante nell’inno, mentre d’ogni
parte si vedeva un turbinoso agitare di fazzoletti, di cappelli, di ombrellini. Tutti hanno
parole di viva ammirazione per il capolavoro
della statua, al cui posa originalissima, e il cui
sorriso compiacente che sfiora sulle labbra
quale risultato d’una mente che ancor pensa
ed afferra, dopo una lunga meditazione, la de-
siata meta, sono tutti ammirati, come un vero
trionfo della più fina arte scultoria. Non si potrebbe meglio di così far parlare il bronzo! Ed
è perciò che, dopo dello scoprimento, spontaneo e universale proruppe il grido di Viva Dal
Zotto! – il quale, commosso, e trascinato a
forza, dovette più volte affacciarsi all’ingresso
della tribuna per ringraziare. Le bande musicali che suonarono unite l’inno dell’Istria
erano quelle di Capodistria, Pola, Rovigno,
Parenzo, Isola, Buie e Pirano. I quattro giovanotti che tagliarono le corde delle tende che
celavano la statua rappresentavano i quattro
clubs nautici della “Ginnastica”, della “Saturnia”, dell’“Esperia” e della “Pietas Iulia”.
Appena scoperto il monumento, la gentil signorina Evelina Schiavuzzi – quella che ottenne testè il primo premio nel Conservatorio
musicale di Vienna – depose a piedi della statua, fra gli applausi degli astanti, la ricordata
bellissima corona d’argento che i Piranesi dimoranti a Pola offersero a G. Tartini. Non si
poteva avere mani più gentili e meglio adatte
a tanto ufficio! Quindi furono collocate agli
angoli del monumento le corone di Pola e di
Dignano ed altre offerte dalla Società Filarmonico-Drammatica, dal Circolo Artistico e
dall’Americana di Trieste.
[Le feste tartiniane a Pirano, in “L’Istria”, a. XV,
Parenzo 8 agosto 1896, pp. 1-2]
11
Anniversario
320°
S U P P L E M E N T O
Personaggio di rilievo della storia piranese
TARTINI,
MAESTRO DELLE NAZIONI
INIZIATIVA DI RILIEVO IN OCCASIONE DEL 320ESIMO DALLA NASCITA DEL VIOLINISTA
Rievocazione in costume d’epoca
“Tartini” brinda nella sua casa natale
e offre dei dolci agli ospiti giunti
da lontano (in basso)
C
arissimi amici di Tartini, nella
qualità di vicesindaco della città
di Pirano Vi porgo i saluti del sindaco, dottor Peter Bossman e i miei personali.
Spoštovani, prijatelji Tartinija, dovolite mi
da Vas ob današnji priložnosti vse prisrčno
pozdravim v imenu župana občine Piran in v
svojem imenu, kot podžupan.
Si celebra il 320esimo della nascita del
Maestro delle Nazioni, il piranese Giuseppe Tartini: Pirano, una città come tante
altre della nostra costa, dove in ogni sua
calle, in ogni sua piazza, in ogni sua via
si respira la testimonianza culturale di
un passato glorioso di storia e di cultura
istro-veneta, che ha lasciato un’impronta
indelebile nello scheletro civico ed umano di questa città: una atmosfera perme-
12
ata da architetture e presenze uniche, da
personaggi del mondo dell’arte, della cultura, della musica, che lustro hanno offerto alla nostra città: segni inconfondibili di
una presenza umana importante ed essenziale, come importante ed essenziale è stata
ed è la figura del nostro Giuseppe Tartini:
Maestro delle Nazioni.
Tartini ha senza dubbio saputo acquisire
dal punto di vista dell’espressione e del gusto musicale, ciò che mancava nel mondo
di allora. Ogni qualvolta sentiva suonare
con destrezza, ma senza anima, il maestro
soleva dire: “Questo è bello. Questo è difficile, ma non parla all’anima”. Tartini è
stato tanto grande come compositore, che
come violinista: la sua musica reca, in generale, l’impronta e l’invenzione del genio
e parla all’anima di chi l’ascolta; il canto
è grazioso, vivo e pittoresco, l’armonia è
melodiosa e semplice, sebbene dotta. Una
figura importante ed essenziale nella panoramica musicale mondiale. E noi, suoi
eredi, ne siamo orgogliosi: siamo orgogliosi
che la nostra città abbia dato i natali al Maestro delle Nazioni. Siamo orgogliosi di far
parte della storia culturale di questo paese
e di sentire in noi scorrere la viva linfa di
un passato di cultura, che ha saputo creare
modi, maniere e forme; pensieri, passioni e
glorie che mai nessuno potrà distogliere o
annichilire.
Ed è proprio sul rispetto di questi valori
che si deve fondare l’anelito di tutela di una
minoranza culturale e linguistica come la
nostra. Che mai dovrebbe trasformarsi nel
mero canto del cigno, ma diventare coro
possente, nella salvaguardia e nel rispetto
di questa grande eredità culturale, artistica
e storica: il tutto per una futura Europa...
una Europa veramente unita nel sogno e
nella salvaguardia della dignità culturale e
civile di un popolo. Solo così verrà rispettato in pieno il pensiero di Tartini, Maestro
delle Nazioni.
Bruno Fonda
Un compleanno di bellezza e qualità
APRILE TARTINIANO
PIRANO, DOMENICA 8 APRILE 2012
C
aro Maestro delle Nazioni,
nella tua città è arrivata
la primavera e nella tua
casa, la voglia di rinnovare la
tradizione per ricordarti nel giorno del tuo 320esimo compleanno unendo concerti di alta
qualità e manifestazioni collaterali legate all’importante ruolo
culturale che la Comunità degli
Italiani possiede. Tra le vecchie
mura e note antiche, la voglia di
bello e di cultura si è fatta sentire, vedere ed apprezzare dai
numerosi visitatori, ospiti e connazionali che hanno scelto di
trascorrere qualche ora di divertimento e di ascolto in buona
e bella compagnia. La tua data
di nascita è un appuntamento
importante nel calendario della Comunità degli Italiani che
ha saputo reinventarsi eventi
ed avvenimenti per conservare
alta la memoria dell’autore di
una delle più impegnative composizioni europee per violino:
Il Trillo del Diavolo. Benvenuti e
bentrovati a Casa Tartini sono
state queste le frasi ricorrenti di
cortesia in questa domenica di
festa in tuo onore. Mentre nel
mondo ovunque si festeggiava
la Pasqua, rispettando riti e tradizioni proprie, la tua casa era
avvolta da un’atmosfera suggestiva e pittoresca, sembrava una
dimora del ’700 trasformata per
l’occasione in sestiere veneziano. Ci siamo scambiati i complimenti, baciamano e inchini
appena accennati, sorrisi e applausi per mani che con arte e
maestria hanno suonato, dipinto, creato e confezionato abiti
raffinati in vero stile Settecento
veneziano.
Il biglietto da visita appena
entrati è stato, e rimarrà fino
all’8 giugno la mostra dedicata
al 320esimo della tua nascita.
È uno scrigno di raccolta degli
eventi che si sono alternati negli anni: dal convegno internazionale e interdisciplinare alle
conferenze sulle tue opere e studio nel Vecchio continente, ai
concerti di altissima qualità, ai
laboratori didattici per bambini
e adulti, ai materiali di repertorio, antichi documenti e scritti.
Tanti e numerosi sono gli omaggi realizzati per festeggiarti che
uniscono tutti gli spazi per arrivare alla tua Stanza ricordo e
che sono stati visitati dal gruppo Spillo del quale mi onora
la partecipazione mentre in un
costume d’epoca, truccata ad
arte mi aggiravo tra le poltrone a raccontare del tuo vissuto
insieme ai miei amici di “avventura”: Anna, Miriam, Igor,
Mojmir, Dragan e Tamara. Abbiamo vissuto insieme un’epoca
lontanissima, celebrata da momenti musicali piacevoli accompagnati da momenti dolci. Tra
un dolcetto e l’altro e calici di
frizzantino ti abbiamo mandato
gli auguri di buon compleanno.
Ma non sono bastati gli auguri
dell’8 aprile per festeggiarti, per
tutto il mese, di settimana in
settimana sono state molteplici
le occasioni per ricordati, e l’ho
fatto anch’io partecipando agli
appuntamenti per bambini dai
5 ai 105 anni, ideati e interpre-
tati dall’attrice Miriam Monica e dall’artista Fulvia Zudič.
Un mese di puro divertimento
e creatività che ha coinvolto
tutti i nostri sensi, dall’udito
alla vista, al tatto accompagnati ogni volta dalla tua musica. E... in confidenza, caro
Maestro, ma rimanga solo tra
noi. È da qualche mese che
frequento il corso di violino,
sono al solfeggio e brevi esercizi, cioè molto lontana da
un saggio vero e proprio, ma
la curiosità c’è, il desiderio di
imparare pure e un grande
sogno: suonare ad arte il violino. Ancora Auguri Tartini,
e alla prossima primavera.
con stima,
Daniela Sorgo
Musica per il Maestro
Silvio Quarantotto (a sinistra) e Giovanni Settimo al concertoaperitivo nella Sala delle vedute di Casa Tartini
13
Anniversario
320°
S U P P L E M E N T O
Pirano, 8 aprile 2012, ore 20
“TUTTO TARTINI”
CONCERTO NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO
T
utto è la parola chiave. Tutto, proprio tutto quanto prospettato è
stato raggiunto. La partecipazione
del pubblico, la scelta dei solisti, la composizione del coro, la sobria ma circostanziata presentazione, l’organizzazione curata in ogni particolare, la puntualità, la
scelta del programma, il luogo dell’evento.
Partiamo da quest’ultimo. Il chiostro e la
chiesa di S. Francesco a Pirano non sono
solamente un monumento ecclesiastico di
elevato valore artistico ma il luogo dove il
giovane Giuseppe venne alfabetizzato, il
luogo dove si trova la tomba di famiglia
dei Tartini per cui la scelta acquista anche
un valore simbolico. Facendo il percorso a
ritroso merita ricordare che il programma
era tutto di musica tartiniana, raro evento anche quando si allestiscono concerti
a suo nome. Si sa che il lavoro filologico
è più impegnativo e che richiede tempo e
professionalità. È stato questo un valore
aggiunto che ha dato spessore artistico
al concerto e occasione per dimostrare le
proprie abilità tecniche e interpretative agli
esecutori. È giusto ricordare il rispetto per
il pubblico da parte degli organizzatori ed
esecutori. Bisognava iniziare nei tempi prescritti perché il tempio dei minoriti non è
accogliente come un teatro o una sala da
concerti: le panche sono dure e gli spazi fra
esse molto stretti. Neanche il tempo è stato
clemente: l’ambiente era piuttosto freddo e
quindi andava riscaldato, senza attesa, con
il calore che solo la musica, quando è buona
musica, sa produrre. Che dire della presentazione in italiano di Miriam Monica e in
sloveno di Dragan Klarica vestiti in costumi d’epoca. Misurate ma indispensabili le
parole dette con garbo, tono e appropriata
pronuncia in un felice connubio fra parole e
suoni come lo stesso Tartini volle per la sua
Didone Abbandonata. Il coro ha molti meriti.
Innazitutto quello di raccogliere nel segno
del canto persone di diversa estradizione e
provenienza, di diversa lingua e cultura. Si
Ottimo riscontro
Il folto pubblico segue il concerto nella Chiesa di San Francesco a Pirano
In alto: i due presentatori, Miriam Monica e Dragan Klarica, in costume
(le foto del servizio sono di Ubald Trnkoczy)
14
può dire che si è presentato nella sua composizione “internazionale” dato che, ai coristi della Comunità degli Italiani “Giuseppe
Tartini” di Pirano si sono aggiunti elementi
del gruppo di canto della Comunità degli
Italiani di Momiano, in Croazia. Si è presentato con eleganza per il piacere della
vista e con suadente armonia per la soddisfazione dell’udito. Si è esibito presentando
sicuramente in prima assoluta a Pirano le
Canzoncine sacre e lo Stabat Mater del Nostro
nel 320 anniversario della sua nascita. I coristi si sono espressi con voci curate e ben
amalgamate, attenti alle precise indicazioni
della direttrice Milly Monica, agli attacchi,
alla modulazione della voce e ai forte piano
in un insieme armonico fra le voci che lo
compongono; tutti molto attenti supportati dall’organo suonato da Davide Circota
e all’accompagnamento del solista vocale,
il baritono Neven Stipanov. Coinvolgente
il Va pensiero a conclusione del concerto
con accompagnamento di Bojan Glavina
al pianoforte e di Francesco Squarcia alla
viola che ha pure curato l’esclusivo arrangiamento del brano di Verdi. E arriviamo
ai solisti qui sopra solamente annunciati.
Quattro individualità artistiche di pregio:
due giovani di cui uno giovanissimo Davide
Circota e Neven Stipanov. Due più grandi
come si usa dire oggi per più vecchi ma, in
questo caso, la parola grandi è appropriata
forse non tanto per fama quanto per bravura: Bojan Glavina professore alla locale
scuola di musica e compositore, Francesco Squarcia con una lunga permanenza
I protagonisti
Da sinistra: Bojan Glavina, Francesco Squarcia, Milly Monica Squarcia, Neven Stipanov
e Davide Circota. Dietro il coro “Giuseppe Tartini” della Comunità degli Italiani.
In basso: il violista Francesco Squarcia
all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di
Roma e fondatore de “I cameristi italiani”.
Quattro individualità, due locali Stipanov e
Glavina, due estere Circota dalla Croazia,
Squarcia, fiumano, da Roma. Quattro individualità con quattro strumenti: l’organo di
Circota, la voce di Stipanov, il pianoforte di
Glavina, la viola di Squarcia. Il più giovane,
Davide Circota, ex allievo di Milly Monica e
Bojan Glavina, studia pianoforte alla scuola
di musica “Vatroslav Lisinski” di Zagabria,
mentre l’organo lo suona già da piccolo grazie all’esperienza fatta nella maestosa chiesa
di Piemonte che conserva il più antico organo della penisola istriana. Paese dell’alto
Buiese pieno di fascino, paese bucolico se
non fosse in rovinoso abbandono. Il tocco è
quello giusto, le tastiere corrispondono alle
sue sollecitazioni, il suono si espande maestoso, solenne ma attento a non coprire il
canto. Ottima prova di un giovanissimo di
talento. Che dire di Neven Stipanov a noi
tutti molto noto per le sue frequenti esibizioni sia come membro del coro che da solista. Anche lui ha iniziato alla scuola di Milly
Monica per concludere poi il Conservatorio
Giuseppe Tartini di Trieste come clarinettista e cantante lirico. Le cinque Canzoncine
sacre non sono un trampolino per esibizioni-
sti. Vanno cantate cercando di far emergere
le peculiarità dell’estro musicale del tempo
e in considerazione dei loro contenuti. L’impegno profuso ha prodotto egregi risultati.
Bojan Glavina non è nuovo alla collaborazione con il coro della Comunità di Pirano.
Si presenta sempre molto preparato, attento
e sensibile. Questa volta l’impegno è stato
doppio: accompagnamento del coro e esibizione con Francesco Squarcia per la sonata
in sol minore Didone Abbandonata. In ambo
i casi abbiamo potuto cogliere una sonorità priva di sbavature, modulata sulle giuste
frequenze in fase di assolo o di accompagna-
mento. Rimane infine Francesco Squarcia
con profonde radici fiumane e lunga carriera nel tempio della musica sinfonica
italiana; l’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia di Roma nonché vincitore del Premio “France Prešeren”. Credenziali importanti che potevano rendere il pubblico più
esigente e attento critico. Lo è stato ma, di
fronte ad un’esecuzione così precisa e così
partecipata, si è lasciato trascinare dalla
voce struggente della viola nella sonata per
solo viola in sol maggiore e nella sonata
in sol minore Didone abbandonata e infine
nel fuori programma di Grigoras Dinicu
Hora staccato – l’Allodola che ha mandato
in visibilio il pubblico, ha toccato le corde
più sensibili del loro animo, provocando
emozioni intrattenibili. Non esagero: non
ero l’unico con le lacrime agli occhi ed ero
felice. Il pubblico ha risposto esplodendo
in una prolungata ovazione che ha gratificato tutti gli esecutori, organizzatori nonché Milly Squarcia Monica, ideatrice del
progetto e del programma. In conclusione,
la parola “tutto” riguarda anche il pubblico che ha riempito la chiesa in tutti i suoi
spazi arrangiandosi anche in piedi. L’esternazione finale della sentita partecipazione
è stato il segno più eloquente di un vero
successo che premia in primis gli esecutori
ma elargisce molta soddisfazione anche a
coloro che nel progetto hanno creduto e,
per la cui realizzazione, si sono impegnati.
Luciano Monica
15
S P E C I A L E
Tante iniziative in onore di San Giorgio
UNA FESTA...
TIRA L’ALTRA
UN RICCO PROGRAMMA PER VALORIZZARE LA TRADIZIONE E LA STORIA DI PIRANO
di Daniela Sorgo
Coinvolti grandi e piccini
Sul palco sono saliti anche i minicantanti guidati da Dolores Barnaba.
Al lato si notano alcuni membri de “La famea dei salineri”
M
entre il sole giocava a nascondino con le nuvole di aprile, e le
note di Giuseppe Tartini accoglievano i visitatori della mostra dedicata
ai 320 anni della sua nascita, i Piranesi
si ritrovano a festeggiare il patrono, San
Giorgio. Nel fine settimana che precede
il 23 aprile, la Comunità degli Italiani ha
organizzato una serie di manifestazioni
che partono dalla piazza più interessante
dedicata al celebre violinista per arrivare
fino alle saline di Sicciole.
Se la festa religiosa dedicata a San Giorgio, è la ricorrenza più importante di
Pirano, alle celebrazioni per il patrono
si è aggiunta da dieci anni, la Festa dei
salinai. Un’occasione straordinaria per
16
mantenere e recuperare usi, costumi e tradizioni di epoche lontane legate al sale. È
in questa antica tradizione del luogo che
meglio si riconoscono i Piranesi, e che annualmente affascinano per due giorni partecipanti e visitatori dei laboratori creativi
pensati per i più piccoli ma aperti anche
agli adulti, delle mostre di pittura sul tema
delle saline e di San Giorgio ai momenti
ricreativi per tutti. Ricordare il proprio
passato e il legame tra le due festività, riproponendo svariate iniziative a tema è un
altro regalo prezioso del sodalizio piranese. Con musiche, canti e recite dei gruppi
artistico culturali, il cuore pulsante della
festa patronale e dei “salineri” è stato presentato dall’attrice Miriam Monica. Tutto
ha inizio il pomeriggio di sabato 21 aprile,
nel Duomo di Pirano e nel Centro pastorale culturale “Georgios” con la presentazione del progetto Vita e lavoro nelle saline
di Pirano: la nostra storia che prevede otto
appuntamenti dedicati alla tradizionale
produzione artigianale nelle saline, antica
di oltre sette secoli che col passare del tempo, è diventata anche il simbolo dell’identità degli abitanti. Il sale, molto più di un
ingrediente e condimento, talmente raro e
prezioso, da essere chiamato “oro bianco”
sarà il protagonista principale dei prossimi
appuntamenti dedicati al profondo legame
delle sua gente con il territorio sul piano
culturale e sociale.
E sempre il sale, simbolo unico di questo
lembo di terra, è stato il biglietto di visita
per la presentazione del gruppo etnografico
“La famea dei salineri” che ha esordito con
il detto popolare secondo il quale, il sale: è
un pezzo di mare che non vuole tornare in
cielo e... dopo il saluto della responsabile
Giorgina Rebol, via via con altri proverbi e
adagi antichi nella parlata piranese dei “salineri” che come nei tempi passati, in primavera si preparavano per raggiungere le
residenze estive delle saline con gli attrezzi
necessari per la lavorazione del sale e la vita
quotidiana delle famiglie.
Tutte le difficoltà della vita e il lavoro nelle saline di Strugnano, di Santa Lucia e di
Sicciole, estremamente faticosi e pesanti
che non lasciavano spazio nemmeno ai
sentimenti, sono descritte nella poesia in
dialetto La Salinera di Maria Punter. Ruggero Paghi, responsabile della filodrammatica l’ha rispolverata per l’occasione e della
quale vi propongo l’inizio:
... la vigniva de noi de quando in quando,
un passo dopo l’altro, pian pianin,
su del rato, sbufando, brontolando,
pregando un Patergloria ogni scalin,
sempre d’istà, col so’ capel de paia,
e storta come un amo, de veciaia...
dizionale e popolare proposta
dal gruppo corale “GiusepUn’ospite
pe Tartini” guidato da Milly
gradita
Monica che nel Duomo, con
Elsa Fonda ha
la collaborazione di Paolo Veinterpretato un
passo dedicato
nier all’organo, hanno parteal sale e alle
cipato alla liturgia in onore
saline di Pirano
del patrono. Il pomeriggio in
tratto dal suo libro
musica è proseguito con gli
“La cresta sulla
omaggi musicali del gruppo
zampa”.
mandolinistico guidato da
A sinistra:
Arncangelo Svettini che ha
L’esibizione dei
coinvolto il pubblico con le
piccoli “salineri”
canzoni più belle del repertorio tradizionale e con una
ventata di freschezza primaverile ci hanno fatto divertire
e cantare anche i bambini, i
minicantanti diretti da Dolores Barnaba... bravi e applausi
per tutti e ancora per l’ospite
Tra i giovani e i bambini della Famea dei
della serata: Elsa Fonda, piSalineri, Anna Klarica ha raccontato che...
ranese doc. Per l’autrice del
gera un crocal sul molo, el vardava lontan,
libro La cresta sulla zampa, la
dove ‘l sol tramontava
festa di San Giorgio ha avue di ceramica partecipano alla festa con
el diseva pian pian:
to fin da bambina un significato enorme,
l’esposizione delle loro opere che hanno
“Voio andar anche mi la’ dove cala el sol...
straordinario e personale. Se il santo, prinfatto da cornice anche in qwuesta edinove tere veder
cipe e cavaliere cristiano, morto martire,
zione. Il sabato sera si è concluso con la
no star sempre sul mol”
protettore dei cavalieri e degli uomini d’arpresentazione del progetto Odori e gusti
ma po’ el restava là...
mi è diventato il patrono della sua città
de casa nostra al quale hanno partecipato
natale, sentiva e sapeva che per tutta la sua
numerosi attivisti con i piatti tipici della
Zio Picheto va in saline, è un’altra pagina
vita, l’avrebbe protetta dalla prepotenza.
cucina dei salinai che ricordano i sapori
della vita delle saline a Fontanigge che è
La raffigurazione più celebre del santo è
e i profumi del passato legati al mare, acstata interpretata da Anna Klarica con
quella che sul suo destriero bianco sconcompagnati dagli ottimi vini, da grappe
Noel Celar e Marino Maurel. È una diverfigge il drago, riportata anche in numerose
distillate e soprattutto dalla voglia di statente e spassosa conversazione tra i nipoti
leggende cristiane, la più citata è la Legenda
re insieme. Tradizione vuole che domenilo zio in merito al sale e alle saline, il mare
Aurea di Jacopo da Varagine. Tra il sacro e
ca mattina, con l’Inno a San Giorgio inizia
e il navigare.... per tuffarci nella musica trail profano, annualmente i gruppi di pittura
la processione per le strade in festa per
raggiungere il Duomo dove il gruppo vocale del sodalizio piranese, partecipa alla
Santa messa e accompagna il gruppo “La
famea dei salineri” fino alla sua partenza
per le saline di Sicciole. I drappi celesti,
detti “cieli”, che abbelliscono le contrade
e le piazze, continuarono a sventolare e
indicare le celebrazioni per il santo patrono anche durante la presentazione, del
volume Pirano 1941-1954. Una vita, tante
storie di Mario Ravalico, curata da Kristjan Knez, proposta il pomeriggio del 23
aprile al Centro pastorale culturale “Georgios”, che ha concluso l’appuntamento
più importante del territorio: le celebraPubblico numeroso
zioni per San Giorgio e la Festa dei SaliAl Centro pastorale culturale “Georgios” sono stati occupati tutti i posti a sedere
nai, occasioni uniche e affascinanti che vi
(Le foto del servizio sono di Lara Sorgo)
aspettano l’anno prossimo.
17
S P E C I A L E
Progetto presentato al Centro pastorale culturale “Georgios”
VITA E LAVORO NELLE SALINE
DI PIRANO: LA NOSTRA STORIA
UN CICLO D’INCONTRI PER RICORDARE UN’ATTIVITÀ SECOLARE
di Kristjan Knez
P
er secoli la salinatura aveva rappresentato una delle principali attività economiche del Piranese. Il
cristallo prodotto nei cavedini costituiva
un introito importante vuoi per i singoli
proprietari degli stabilimenti saliferi vuoi
per il Comune e più in generale contribuì
alla fortuna della Repubblica di Venezia,
che deteneva il monopolio sul commercio
dell’“oro bianco”. I guadagni ragguardevoli furono determinanti allo sviluppo
in senso lato della città di San Giorgio,
non per nulla un detto ricorda che essa
18
era cresciuta sul sale. È una dimensione
che dobbiamo debitamente tenere presente, escluderla porterebbe inevitabilmente
a considerazioni errate ossia a una lettura
incompleta del passato. Attraverso il sale e
il suo smercio siamo in grado di cogliere
l’evoluzione della società e del centro urbano, è una spia che ci permette di analizzare il passato del nostro territorio. Per un
lungo periodo, dunque, sino a una quarantina d’anni fa circa, l’attività salifera contraddistingueva l’economia locale. Certo,
l’età per molti aspetti gloriosa, registrata
durante il dominio della Serenissima, non
si sarebbe ripetuta, comunque, anche nel
corso della prima metà del Ventesimo secolo continuò a rivestire un ruolo notevole,
nonostante i problemi che interessarono
quel settore tra Otto e Novecento. Alla
fine degli anni Sessanta del secolo scorso,
con la chiusura delle saline di Fontanigge
e di Santa Lucia, queste poi bonificate,
la parabola discendente di quest’attività
conobbe un’accelerazione. I tempi erano
ormai mutati profondamente. I metodi
di produzione tradizionali non potevano
Lavoro tradizionale
Cumuli di “oro bianco” in un “cavedin”.
A sinistra: “La famea dei salineri” rappresenta il tradizionale metodo di raccolta del sale (foto di Ubald Trnkoczy)
essere concorrenziali a quelli di tipo industriale e di conseguenza il sale piranese fu
rimpiazzato da quello proveniente dalle
altre saline adriatiche dell’allora Jugoslavia o mediterranee, in primo luogo dalla
Tunisia. Il secondo dopoguerra aveva anche trasformato radicalmente la società del
Piranese, l’esodo e il conseguente assottigliamento della popolazione autoctona
ebbero ripercussioni pure sull’economia.
Settori come la cantieristica e la salinatura per l’appunto, mestieri che richiedevano, per forza di cose, una specializzazione
specifica, che si acquisiva dai più anziani
e quindi si tramandava di generazione in
generazione, ne risentirono notevolmente.
La cesura della metà degli anni Cinquanta
non avrebbe tardato a manifestarsi e determinò una riduzione significativa delle attività in questione. La produzione tuttora
esistente in una parte delle saline di Lera
e di Strugnano rappresentano una sorta di
ricordo di un settore economico radicato
sul territorio. L’interesse, inoltre, si è spostato sul versante della salvaguardia e della
presentazione del mondo dei salinai, che
ha profondamente condizionato la storia
piranese. Per questo motivo una ventina
d’anni or sono, a Fontanigge fu inaugurato un museo interamente dedicato alle
saline, curato dal Museo del mare “Sergej
Mašera”. La comunità italiana, da parte
sua, è da sempre attenta a questa dimensione. Rammentiamo che un decennio fa
ha edito il volume El sal de Piran che riscosse un ottimo successo. In più ogni anno,
in concomitanza con la festa di San Giorgio e la Festa dei salinai, il nostro sodalizio
è presente alle varie iniziative e poi, da due
lustri, al suo interno opera la “famea dei
salineri”, un gruppo folcloristico il cui fine
è far conoscere il mondo delle saline e del
lavoro intorno alle stesse e quindi tramandare il ricco patrimonio culturale ed etnografico ad esse legato. Per ricordare il decennale prossimamente verrà presentato il
cataloghino ad essa dedicato. Quest’anno,
sulla scia delle esperienze passate, è stato
ideato il progetto Vita e lavoro nelle saline di
Pirano: la nostra storia, curato da chi scrive,
il cui primo appuntamento è stato proposto proprio in concomitanza con i festeggiamenti del patrono cittadino. Il ciclo
prevede otto appuntamenti dedicati interamente alla vita e al lavoro, come recita il
titolo, in quell’ambiente così particolare.
Sarà un modo per riflettere su un mondo
ormai scomparso in cui si coinvolgeranno
gli ultimi salinai, la cui preziosa testimonianza è degna d’essere registrata e divul-
gata. Nel corso degli incontri vi sarà spazio per la quotidianità, il ruolo svolto dei
singoli membri delle famiglie, il dialetto
con il suo peculiare gergo dei “salineri”,
con una terminologia, modi di dire,
proverbi, ecc., circoscritti al Piranese, la
cucina particolare che utilizzava quanto
l’ambiente salino off riva, le operazioni di
incanovo del sale cioè d’immagazzinamento, con il trasporto del bianco cristallo
dalle zone di produzione ai depositi di
Santa Lucia e di Fisine presso Portorose
nonché il sempre esistente contrabbando, un fenomeno costante che non venne meno malgrado i vari passaggi sotto
governi diversi. Si tratta di una pagina di
storia degna della massima considerazione che, nel corso dell’anno, cercheremo
d’aff rontare in collaborazione con gli
esperti nei singoli settori nonché con i
salinai stessi, testimoni diretti e pertanto
meritevoli della nostra attenzione. Quanto emergerà dai singoli incontri assieme
agli altri materiali raccolti: esperienze di
vita, documenti, fotografie, scritti, ecc,
confluiranno in un successivo volume,
la cui cura e stampa avverranno l’anno
prossimo. L’obiettivo è non dimenticare
e al contempo valorizzare una pagina rilevante dei nostri tempi andati.
19
SCUOLE NOSTRE
I RAGAZZI E GLI INSEGNANTI SCRIVONO
RIPULIAMO UN
ANGOLO DEL
NOSTRO TERRITORIO!
SCUOLA DELL’INFANZIA
“LA COCCINELLA”, UNITÀ DI PIRANO
L
e buone abitudini, si sa, è meglio impararle da piccoli ed è per questo che
i bambini della Scuola dell’infanzia “La
Coccinella” dell’unità di Pirano e di tutte
le altre unità, venerdì 23 marzo, hanno partecipato all’azione di pulizia “Ripuliamo la
Slovenia”. Al mattino ci siamo radunati nel
campo giochi per organizzare il lavoro. Muniti di guanti, sacchi, rastrelli, palette e tanta buona volontà abbiamo pulito il nostro
parco giochi e colto l’occasione per piantare delle erbe aromatiche, per sistemare
le aiuole, eliminando erbacce, sassi e rami
secchi. Le nostre piccole mani hanno contribuito così a rendere più pulito l’ambiente
che ci circonda. “Ripuliamo la Slovenia” rientra nel progetto su scala globale “World
GIORNATA DEDICATA
ALLA PULIZIA DELLA
SLOVENIA 2012
SCUOLA ELEMENTARE “VINCENZO
E DIEGO DE CASTRO”, PIRANO
V
enerdì 22 marzo, in occasione dell’azione “Puliamo la Slovenia 2012”, noi
alunni della sesta classe abbiamo pensato
di fare un giro per le vie di Pirano. Desideravamo constatare qual è la situazione inerente la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Girando per le vie di Pirano, muniti di
macchina fotografica, abbiamo notato che
la raccolta dei rifiuti è ben organizzata. Ci
sono molti bidoni della spazzatura, cassonetti per la raccolta differenziata della carta, del vetro, dei rifiuti misti e dei rifiuti
20
organici. Abbiamo incontrato pure degli
operatori ecologici (spazzini) che muniti di
pala e scopa raccoglievano i piccoli rifiuti
sparsi un po’ dovunque. Purtroppo abbiamo constatato che le persone abbandonano
troppo spesso carte, mozziconi di sigarette, bottiglie e bicchieri di plastica, lattine
lungo i margini delle strade ma soprattutto tra i cespugli e sulle superfici erbose.
Anche la spiaggia a nord di Pirano è cosparsa di tantissimi oggetti in plastica. Inoltre
abbiamo dovuto fare molta attenzione e
non calpestare le cacche dei cani! Ce ne
sono davvero troppe in giro!
Siamo convinti che ognuno di noi può fare
tanto per salvaguardare l’ambiente in cui
viviamo. Per incominciare: depositiamo i
rifiuti nei luoghi a loro riservati e facciamo
consapevolmente la raccolta differenziata.
Gli alunni della VI classe: Nika Deizy,
Anna, Taika, Denis, Tina Alin, Tiara, Nicol
e l’insegnante Marina Dessardo
Cleanup 2012” che vede coinvolti da qui a
settembre, 85 paesi di tutto il mondo. L’obiettivo della manifestazione è di ripulire
le discariche abusive, le strade ed i sentieri sia nelle aree urbane, sia in quelle rurali
ed educare anche i più piccoli al rispetto
dell’ambiente. Tanit Cebroni educatrice
ALLA SCOPERTA DI
ROMA E ORVIETO
GINNASIO “ANTONIO SEMA”,
PIRANO
L
a classe terza del ginnasio “Antonio
Sema” di Pirano ha partecipato all’escursione di studio a Roma e Orvieto, svoltasi dal 20 al 24 febbraio 2012. L’escursione
è stata offerta ai maturandi delle scuole della comunità nazionale italiana e organizzata dall’Unione Italiana e dall’Università
Popolare di Trieste.
Dopo i bellissimi cinque giorni ricchi di
visite interessanti, trascorsi assieme agli
studenti della “Pietro Coppo” di Isola e del
ginnasio “Gian Rinaldo Carli” di Capodistria, i loro insegnanti ed il capogruppo Fabrizio Somma, segnaliamo alcune impressioni dei partecipanti.
Giorgia: È stata un’esperienza indimenticabile. La cosa che però mi è rimasta più impressa
è Roma di notte. Tutti quei monumenti storici illuminati dalla luce dei lampioni... semplicemente fantastico...
ticoli artigianali fatti con tanta cura e amore!
Ruote di carri, porcellane, botti di vino davanti ai bar, come se per loro il tempo si fosse
fermato a molti anni fa! Veramente una città
affascinante.
Linda: Roma è sicuramente una città stupenda, ancora più bella di ciò che i libri ci fanno
vedere. La cosa che mi ha impressionato di
più è probabilmente la Fontana di Trevi, più
imponente di quanto potessi immaginare.
Serena: Roma: una città che ha fatto la storia. Piena di monumenti ed edifici pronti a
testimoniare il suo splendore antico. Una
bellezza visibile, a mio avviso, solo di persona, indescrivibile in poche frasi. Per questo,
consiglio vivamente una visita alla capitale
italiana: una città viva nel presente, ma che
rappresenta il passato e la storia di un grande
impero.
Debora: Roma è una città ricca di fascino,
nonché meta turistica per eccellenza, visto il
suo immenso patrimonio storico e artistico
che la pone al centro dell’attenzione mondiale. Già, perché Roma è l’unica città al mondo
dove tutto è speciale, dove ad ogni angolo si
può scorgere una chiesa, una fontana o una
piazza. Un itinerario particolare che ti porta a
muoverti fra arte e cultura nella città eterna.
I PIRATI SONO
SBARCATI A PIRANO
SCUOLA DELL’INFANZIA
“LA COCCINELLA”, UNITÀ DI PIRANO
G
iovedì 16 febbraio alla Scuola dell’infanzia “La Coccinella” di Pirano c’è
stata un’incursione dei pirati. Gli alunni
della V e VI classe della SEI “Vincenzo
e Diego de Castro”, accompagnati dai rispettivi insegnanti e dal maestro di musica, hanno fatto visita al nostro asilo. Con
dei cappelli da pirati realizzati per l’occasione, hanno fatto divertire i più piccini
con giochi e canti. Il maestro di musica,
il pirata Silvio Quarantotto, ha fatto conoscere ai bambini il violino con le sue
note. I piccoli pirati si sono divertiti a giocare alle belle statuine accompagnati dal
suono del violino e a turno a cimentarsi
in abili violinisti. Prima di levare l’ancora
verso il mare aperto, i corsari hanno intonato e mimato il loro inno “I pirati nel
mar dei Sargassi” e con la speranza che
trovino il grande tesoro, li aspettiamo nel
nostro covo.
I bambini e l’educatrice Tanit Cebroni
Tarik: La gente si diverte a chiamarlo “viaggio nel tempo”, appeso su una fune di ricordi
amari e felici, che con una delicatezza quasi
persa nei secoli, dimostrano e confermano la
sua passata imponenza e quello che è tutt’oggi una delle città più fiorenti.
Una Roma ricca, una Roma artistica, una
Roma drammatica e una multiculturale, una
Roma Capitale e una Roma eterna. Si, è stato
un “viaggio nel tempo”.
Miran: Roma è stata molto interessante per
i suoi monumenti di varie epoche, dall’antichità al barocco. Era bello poter vedere, finalmente di persona, il famoso Colosseo e i Musei Vaticani. La parte che mi è piaciuta di più
è stata piazza San Pietro e le varie altre piazze
in giro per Roma, ad es. piazza Navona.
Arianna: La nostra gita a Roma comprendeva anche una gita ad Orvieto. Orvieto, che
bellissima città, con le sue viuzze e le piazze
lastricate e i suoi negozietti pieni zeppi di ar-
21
MIX
RUBRICA D’INFORMAZIONE
AVVISO
I
nformiamo i nostri lettori che “Il Trillo” ospita
testi, contributi e fotografie di tutti coloro che
sentono il desiderio di inviarci aneddoti, racconti
di vita vissuta, vecchie storie, memorie e fotografie
della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora testimonianze, prima che queste siano
cancellate dall’oblio del tempo: una maniera per
documentare questa nostra presenza su questo
lembo di terra istriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie di vita vissuta,
ambientate o riguardanti la nostra città, conservati e celati nella propria memoria. Si tratta
di estrapolarli e di inviarceli, preferibilmente in
forma elettronica. Grazie per la collaborazione.
La redazione de “Il Trillo”
LABORATORIO TARTINI
N
ell’ambito delle celebrazioni tartiniane, la Comunità ha organizzato dei laboratori creativi condotti da Miriam Monica e con la collaborazione grafica di Fulvia Zudič. Data la ricchezza e l’originalità del programma, ritengo sia utile riproporre tali laboratori coinvolgendo i bambini dei nostri
asili e delle scuole.
Ondina Lusa
BORSE DI STUDIO
I
n virtù della collaborazione fra la Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano ed il Fondo Diego de
Castro presso la CRTrieste, l’Assemblea
della Comunità degli Italiani “Giuseppe
Tartini” di Pirano, alla sua seduta del 4
aprile 2012, ha approvato il seguente:
Bando di concorso
per l’assegnazione di contributi allo studio per gli studenti di nazionalità italiana e di cittadinanza slovena
Il Bando mette a concorso contributi
di studio una tantum nell’ammontare
massimo netto di 1.500,00 € per la frequenza di Facoltà - corsi di laurea presso
PASSAPAROLA!...
CONCORSO
VERSI AL VINO
I
l vino è come la poesia, che si
gusta meglio e che si capisce
davvero, soltanto quando si studia
la vita, le altre opere, il carattere
del poeta, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato,
con la sua educazione, con il suo
mondo.
(Mario Soldati, Vino al vino)
22
Università Italiane o slovene, o presso
Istituzioni di studio e formazione parificate alle Università di entrambi gli Stati
e di corsi di formazione ed abilitazione
alla professione, per l’Anno Accademico
2010/2011/2012.
Il contributo allo studio, messo a disposizione nell’ambito della collaborazione
tra la Comunità degli Italiani “Giuseppe
Tartini” di Pirano ed il Fondo Diego de
Castro presso la CRTrieste, è assegnato
in base ai criteri del presente Concorso.
Per maggiori informazioni e per la visione del bando integrale potete rivolgervi alla segreteria della Comunità
degli Italiani oppure consultando il
sito www.comunitapirano.com, sezione
Varie > Bandi e concorsi.
Lo scrittore e regista italiano
amava descrivere il vino come
la poesia della terra ed è con
questo pensiero e intento che
la Comunità degli Italiani insieme agli organizzatori della
tradizionale manifestazione Festa del Vin, vi propone un bel
viaggio tra le parole e i colori, il
concorso Versi al vino dedicato
al vino e all’uva. Gentili lettori,
con questo numero de “il Trillo”, passate parola ai vostri amici, ai parenti e conoscenti per
CORSO DI PESCA
SPORTIVA
G
entilmente invitati al corso di pesca sportiva, organizzato dalla Società pescatori
“Oradella” di Pirano, che si
terrà tutti i giovedì sul molo di
Pirano, con il seguente orario:
settembre, ottobre, maggio,
giugno 16.00-17.00
novembre, dicembre, gennaio,
febbraio, marzo, aprile
15.00-16.00
Scuola estiva: luglio e agosto
16.00-17.00
Per maggiori informazioni
chiamare allo:
00386 (0)31 897 381 (Mario)
OMAGGIO A TARTINI
I
320 anni della nascita del nostro celebre violinista
Giuseppe Tartini sono stati celebrati con un ricco
programma tenutosi sia in Casa Tartini che nella
chiesa di San Francesco. Casa Tartini ha ospitato
per l’occasione i documenti dell’Archivio di Pirano riguardanti Giuseppe Tartini, mentre il gruppo
di design e quello di ceramica hanno impreziosito
gli spazi del pianoterra con i lavori da essi realizzati come costumi dell’epoca e ceramiche inerenti al
violino di Tartini. Il culmine della celebrazione è
stato realizzato nella chiesa di San Francesco con il
Concerto che ha visto esibirsi il Coro della nostra
Comunità, con gli ospiti di eccezione che insieme ci
hanno regalato attimi sublimi.
Complimenti vivissimi agli esecutori per averci introdotti nella magnificenza dell’epoca di Tartini.
far conoscere il concorso e invitate tutti, anche i vostri nipoti
a mandare aneddoti, poesie,
racconti fantastici, citazioni,
leggende popolari e tradizionali
sui tesori nel bicchiere. Il concorso è rivolto a tutti e prevede
la partecipazione delle nostre
scolaresche, che “a misura di
bambino” manderanno i loro
disegni o racconti. E per chi
invece, conosce e usa il nostro
dialetto, le sue opere saranno
inserite nella sezione dialettale.
Ondina e Vittorio Lusa
Quindi, non stancatevi di suggerire l’idea di partecipare a Versi
al vino, avete tempo di pensarci
e di mandare il tutto entro il 30
settembre prossimo all’indirizzo
della Comunità degli Italiani,
precisando Sezione lingua italiana e/o Sezione dialettale.
In seguito, l’apposita commissione giudicatrice selezionerà i
tre migliori lavori pervenuti e
in una serata a tema consegnerà
i premi ai partecipanti del concorso.
LETTERE IN REDAZIONE
LA POSTA DEL TRILLO SCRIVETE A [email protected]
OPPURE A COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI”, VIA KAJUH 12, 6330 PIRANO
Risponde il caporedattore Kristjan Knez.
Caro Kristjan,
ho ricevuto l’ultimo numero del giornalino. Intanto, grazie perché me l’avete mandato; e poi, complimenti vivissimi sia per la nuova veste grafica
sia per la qualità degli articoli. Tutti
interessanti, tutti stimolanti. Io non
potrò mai dimenticare la serata trascorsa a Pirano il 3 dicembre scorso
(in occasione della presentazione del
libro di Marino Bonifacio sui cognomi piranesi e istriani); la vostra Comunità è meravigliosa. Vorrei suggerire a te, Kristjan, ma anche agli altri
simpatici cultori della nostra storia
e della nostra cultura: qualche giovane, non potrebbe interessarsi alla
toponomastica di Pirano? Questo mi
sembra un argomento di grande valore, sia storico, sia culturale, sia linguistico. Per esempio, el Mandracio, el
Mogoron… ma tanti altri nomi caratteristici, sia pure di vicoletti, di stradine minuscole, di poderi. Io credo
che uno studio del genere, effettuato
magari a livello universitario, risulterebbe di enorme interesse. Io sento
ogni giorno di tesi di laurea che sono
di una monotonia estenuante: sempre sugli stessi argomenti, sviscerati
e ancora sviscerati, ripetendo concetti che continuano anno dopo anno
senza nessuna novità. E per contro
lasciamo perdere quell’immenso patrimonio di cultura che è rappresentato dalla toponomastica locale!
Dopo di ciò, Kristjan, rivolgo a te e
a tutti i collaboratori del giornale i
miei più sentiti auguri che proseguiate nella vostra attività. Con profonda
stima. Giovanni Rapelli, Verona
Caro prof. Rapelli,
La ringrazio per apprezzare la nuova veste de “il Trillo”. La questione relativa
alla toponomastica è molto importante,
essa è testimonianza dell’antropizzazione
del territorio nonché della presenza istroveneta nel corso del secoli, che confuta
palesemente le tesi di chi vorrebbe ridurre
la componente italiana a presenza quasi
insignificante. Il repulisti iniziato nel secondo dopoguerra, che ha colpito anche i
nomi geografici, sembra non essersi concluso. Siamo ancora testimoni di storpiature e della slovenizzazione dei nomi dal
suono inconfondibile, basti prendere le
carte topografiche o quelle catastali per
rendersene conto. Gli studi toponomastici relativi al Piranese praticamente non
esistono, mentre per alcune zone dell’Istria nord-occidentale ci sono i lavori
del prof. Rino Cigui, mentre per Rovigno
disponiamo di una fondamentale monografia del prof. Giovanni Radossi. Si
spera che qualche giovane, magari per la
propria tesi di laurea, tratti l’argomento.
Sarebbe un inizio.
Gentile signor Kristjan,
ho ricevuto il nuovo “il Trillo”, sono
stata veramente felice per il cambiamento ma rimpiangerò per un po’
“il Trillo” stampato fino adesso. Ma
come dice il titolo del suo articolo bisogna “Coniugare memoria e tempi
moderni”. Io appartengo alla “memoria” e finché ho ancora la fortuna di
averla vorrei raccontarla a qualcuno.
Possiamo conoscerci? Mi chiamo Maria Braico-Štifanić, forse mi ha sentito nominare. L’importante è che
tanta storia e foto da salvare. Ricordi
di una piccola piranese che è sempre
stata orgogliosa della sua Pirano. Per
il lavoro che svolgevo sono stata una
(piranese) ambulante ma forse proprio per questo interessante. Concludo questa mia lettera inviandole tantissimi saluti e forse un arrivederci a
Maria Braico-Štifanić,
presto.
Mompaderno
Gentile sig.ra Braico-Štifanić,
Il nostro periodico ha una nuova mise
ma, come abbiamo evidenziato, intende
continuare lungo il solco tracciato oltre
due decenni fa. Nonostante le novità,
che svecchiano “il Trillo”, continueremo
a informare i connazionali proponendo
quanto accade in seno alla realtà italiana del territorio. Particolare attenzione
sarà ancora riservata alla storia, alle tradizioni, al dialetto e alla cultura, cioè ai
punti di riferimento del nostro essere. E
poi siamo sempre interessati alle pagine
di vita vissuta, pertanto la invitiamo a
scriverci e a trasmetterci i materiali a sua
disposizione. Saremo ben lieti di proporli
ai lettori.
Gentili, premesso che rispetto il
vostro lavoro che permette la realizzazione della nostra pubblicazione,
devo comunque esprimere la mia sorpresa e delusione nel constatare che
lo scritto da me consegnato a metà
dicembre non è stato pubblicato. L’articolo presentato riguarda il Gruppo
di pittura ed illustra brevemente l’attività di questo con le uscite, da settembre a dicembre. Le persone che
vi fanno parte sono attive da anni,
sempre disponibili e pronte alla collaborazione, sono quindi degne di
attenzione e menzione. Forse l’idea di
trasformare il più modesto Trillo, da
mensile a bimestrale, non è poi così
felice, perché le notizie vengono a
scadere. Ci sono avvenimenti di una
qualche importanza che non vengono
menzionati, oppure le notizie giungono quando non sono più attuali.
Trovo pure che in tempo di crisi, tagli
e restrizioni, il formato sia eccessivo
e le poche pagine troppo patinate.
Forse i lettori si troverebbero meglio
con un formato che non superi quello di “Panorama” a favore di qualche
pagina in più. Così ci sarebbe un più
frequente contatto con un coinvolgi-
mento migliore dei connazionali.
Le opinioni qui espresse sono soltanto mie. Non sempre il progresso
tecnico e l’apparenza portano con
sé altri valori che la nostra Comunità vuole promuovere.
Liliana Stipanov, Pirano
Cara ins. Stipanov,
Per una serie di circostanze il suo scritto non è stato possibile pubblicarlo, lo
abbiamo proposto nel presente numero
e spero non ce ne vorrà. Per quanto concerne invece la trasformazione del mensile a bimestrale, la scelta è stata dettata dal fatto che un foglio, per quanto
modesto voglia essere, richiede non poco
lavoro e una cura sia contenutistica, sia
di forma, sia linguistica. La nuova redazione ha deciso di uscire ogni due mesi
e il motivo è stato dettato dalla volontà
di confezionare un prodotto di qualità,
dopotutto “il Trillo” è lo specchio della
nostra Comunità nazionale. La forma
non è tutto, concordo pienamente, ma
non è nemmeno secondaria, l’immagine
è un ottimo biglietto di visita e le nostre
istituzioni credo si meritino un foglio
rappresentativo. In merito ai costi bisogna tenere conto che noi disponiamo di
una determinata somma destinata proprio al giornale, ciò vuol dire che anche
di fronte al colore, alla carta patinata
e alla nuova modalità d’invio postale,
nessun’altra attività ne risentirà. È
impossibile. Prima di prendere determinate decisioni ci siamo consultati e,
preventivi alla mano, abbiamo constatato che, uscendo sei volte l’anno anziché dodici, determinate voci di spesa
rimangono pressoché uguali o risultano
addirittura inferiori.
Ringraziamo per gli auguri espressi su il Trillo da parte della Comunità per le nostre Nozze d’oro.
Ondina e Vittorio Lusa, Santa Lucia
Il Trillo, foglio della comunità italiana di Pirano
Caporedattore: Kristjan Knez | Redazione: Bruno Fonda, Kristjan Knez, Ondina Lusa, Luciano Monica | Segreteria: Marisa Zottich De Rosario, Fulvia Zudič
Progetto grafico: www.davidfrancesconi.eu | Stampa: Pigraf s.r.l, Isola
Sede: Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, Via Kajuh 12, SI-6330 Pirano | Recapiti: Tel. segreteria: +386 (5) 673 30 90; Fax: +386 (5) 673 01 45;
Contabilità: +386 (5) 673 30 91; Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40 | E-mail: [email protected] | www.comunitapirano.com
Il periodico esce grazie al contributo del Comune di Pirano, del Ministero per l’istruzione, la scuola, la cultura e lo sport della Repubblica di Slovenia e della
Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste-Fondo donazione prof. Diego de Castro | Pirano, 30 aprile 2012
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CONOSCIAMO
IL NOSTRO DIALETTO
RUBRICA DEDICATA AL NOSTRO VERNACOLO.
PER SORRIDERE, RICORDARE ED IMPARARE DALLA STRAORDINARIA SAGGEZZA LOCALE
di Donna Luisa
C
arissimi amici lettori!
Sono certa che avete apprezzato
moltissimo l’originale mostra sulla
“Parenzana” presentata nella Sala Bianca
dell’Auditorium di Portorose dal nostro
amico Giulio Ruzzier.
Tale esposizione è stata organizzata dalla
nostra Comunità in occasione del centodecimo anniversario del simpatico trenino che
collegava Trieste all’Istria fino a Parenzo.
L’ammirevole iniziativa e l’ingegno di Giulio nell’appassionata ricerca sulla “Parenzana” che, oltre ad aver prodotto i numerosi
dipinti testimonianti tutte le stazioni ed i
viadotti, siano per noi uno sprone per continuare nell’impegno per la ricostruzione
della stazione di Santa Lucia, nella quale
potrebbe trovar spazio un piccolo museo
delle saline di Santa Lucia oltre a quello sulla “Parenzana”.
San Giorgio La targa veniva assegnata da “La Voce di San Giorgio” ai piranesi
benemeriti. Collezione di Josip Sobota
Questo mese i lemmi dialettali sui mestieri dei nostri avi mi sono stati trasmessi da Giulio
Ruzzier di Parezzago che ringrazio e saluto. La Soluzione dovrà pervenire entro il 30 maggio 2012. Il partecipante, la cui risposta esatta sarà estratta, riceverà il CD Caleidoscopio
musicale Liburnico offerto dall’Unione Italiana di Capodistria.
Tra le risposte esatte è
stata sorteggiata Giorgina
Rebol di Pirano che riceverà una parure in fimo,
ematite e cristallo realizzate da Dori Burubù ed
il “zizolin” prodotto da
Giorgio Marino e Norma
Zudich.
Premio di consolazione
a tutti i partecipanti che
hanno fornito le risposte esatte. Possono ritirare il premio: Giovanni
Ruzzier, Adrijana Cah,
Antonia Pitacco, Marisa
Zottich De Rosario, Giuseppina Kozlovič, Claudio Primani direttamente
presso la segreteria della
Comunità.
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Bander
Baster
Becher
Calegher
Campagnol
Carboner
Cavadenti
Cucer
Favro
Fornera
Gua
Marangon
Mariner
Nonsolo
Pissigamorti
Postier
Saliner
Spassacamin
Stramasser
Torciaro
Vendarigola
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Becchino
Materassaio
Sagrestano
Salinaro
Fruttivendola
Fornaia
Marittimo
Postino
Bastaio
Contadino
Anguilla
Bandaio
Calzolaio
Dentista
Macellaio
Torchiaro
Arrotino
Cocchiere
Carbonaio
Fabbro
Falegname
SOLUZIONI DEL CONCORSO N° 1
Albol/Conca di legno per trasporto del
sale, Amlet/Crespella, Armenta/Mucca,
Articioco/Carciofo, Asedo/Aceto, Baredo/Terreno incolto, Bisato/Anguilla, Bisi/
Piselli, Bisson/Ricciolo, Bobici/Granoturco fresco, Bonorivo/Mattiniero, Brisiola/
Braciola, Caliera/Caldaia, Canocia/Cicala
di mare, Cisbo/Miope, Consâ/Condire,
Frisoli/Ciccioli, Ganassa/Guancia, Garbo/Acido, Gnora/Nuora, Grandonsel/
Grespigno.
Modi di dire di Casa Nostra
Contâ floce.
Ciapâ una fota.
Fâghe la sguaita.
Meti le man sul fogo.
Magnâ pan de bando.
Ver la luna per tresso.
De pare in fio.
Una barca de soldi.
‘ndà in paion.