Filth test, in Cattolica il corso per la ricerca delle impurità solide negli

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Filth test, in Cattolica il corso per la ricerca delle impurità solide negli
Filth test, in Cattolica il corso per la ricerca delle
impurità solide negli alimenti
Il professor Piero Cravedi: «Il filth test ha sia una funzione ispettiva che preventiva.
Riconoscendo le caratteristiche delle impurità, si può spesso estrapolare come e quando è
avvenuto l’inquinamento e così provvedere all’attuazione dei presidi necessari ad impedire
il ripetersi dei problemi»
Giuseppe Romagnoli
ieri pomeriggio, 17:21
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L'università Cattolica
Dal primo al 5 febbraio 2016 si svolgerà presso la sede piacentina
dell’università Cattolica, il corso di Addestramento alla ricerca delle impurità solide negli
alimenti (Filth Test) organizzato dal dipartimento di Scienze delle Produzioni vegetali
sostenibili (DI.PRO.VE.S.), Area protezione sostenibile delle piante e degli alimenti e dalla
Formazione permanente.
«Questo tipo di corso - spiega il professor Piero Cravedi - si svolge ormai da parecchi
anni e il programma sostanzialmente ricalca i precedenti, anche se si può affermare che
non si è mai svolto un corso perfettamente identico ad un altro. La costante è la sua
natura, prevalentemente pragmatica, soprattutto di addestramento. Dopo una parte teorica
si svolge prevalentemente in laboratorio o davanti ad una cappa aspirante o allo
stereoscopio e al microscopio composto».
I docenti sono il professor Piero Cravedi, il dottor Matteo Anaclerio, il professor Rinaldo
Nicoli, il dottor Marco Pagani, la dottoressa Michela Panini, il dottor Davide Scaccini, la
dottoressa Valeria Todeschini coadiuvati dal tecnico P.A. Sandro Gabbiani.
«L’esigenza di questo tipo di formazione - chiarisce Cravedi - è scaturita dai controlli
collegati alle esportazioni che vengono effettuate sia in Inghilterra come negli Usa. La
profonda differenza sta nel fatto che prima si rivolgeva ad un mercato indifferenziato,
mentre ora le coltivazioni sono finalizzate alla trasformazione. Un esempio: la frutta.
Quella per i succhi anni fa proveniva da ciò che non veniva venduto come fresco, oggi, se
è pur vero che se per i nettari conta meno la pezzatura, l'industria pretende quella priva di
residui, con specifiche prerogative organolettiche, così come per i cereali. Certe importanti
aziende utilizzano ad uso esclusivo certi mulini. Il problema è quello della frammentazione
delle partite a dimostrazione che non è vero che "piccolo è bello e più buono". Le grandi
estensioni garantiscono prodotti molto più omogenei».
Ma come si svolge il corso? «Si punta soprattutto agli aspetti pratici - continua Cravedi ed è quindi rivolto ai responsabili istituzionali (NAS, AUSL, ecc.), ai tecnici dei laboratori di
analisi o ai responsabili della Qualità delle industrie alimentari. Sono infatti sempre più
numerose quelle che utilizzano laboratori interni perché tramite queste analisi è possibile
valutare, sulla base delle impurità eventualmente rinvenute, le condizioni igieniche degli
alimenti e dei processi produttivi a cui sono sottoposti. Il filth test ha dunque sia una
funzione ispettiva che preventiva. Infatti, riconoscendo le caratteristiche delle impurità, si
può spesso estrapolare come e quando è avvenuto l'inquinamento e così provvedere
all'attuazione dei presidi necessari ad impedire il ripetersi dei problemi. E queste analisi
implicano una corresponsabilità dei produttori nel fornire derrate con le peculiarità
organolettiche e sanitarie che l'industria di trasformazione prevede perché un conferimento
potrebbe anche essere rifiutato. Ecco dunque l'essenziale valenza economica».
«Il filth test prevede due fasi - spiega Cravedi - la prima è finalizzata alla separazione delle
impurità dal campione sottoposto ad analisi, la seconda è rivolta al riconoscimento delle
suddette impurità. Durante il corso, le attività di laboratorio (esecuzione di analisi,
osservazioni allo stereoscopio e al microscopio composto) hanno la netta prevalenza. Il
maggior impegno viene dedicato al riconoscimento dei materiali estranei, rinvenibili negli
alimenti: i frammenti di Artropodi, soprattutto insetti, i peli dei Mammiferi, con particolare
attenzione a quelli dei Roditori, degli animali domestici, dell'uomo, le fibre tessili (cotone,
lana, juta, fibre sintetiche ecc.), i frammenti metallici, di vetro, di plastica. Ai partecipanti
vengono forniti gli elementi che consentono l’acquisizione delle conoscenze di base, oltre
a provvede ad una assistenza continua e per favorire la migliore interazione tra docenti e
partecipanti, il numero dei corsisti è limitato».
«Il corso ha una durata di una settimana - conclude Cravedi - per un totale di circa 40 ore.
Quanto alle tipologie dei prodotti sui quali effettuare filth test dimostrativi, sono sempre
prese in considerazione le principali, ovvero i derivati cerealicola, i derivati del pomodoro, i
vegetali soprattutto quelli orticoli, i prodotti usati nelle industrie dolciarie (zucchero, cacao,
miele), funghi, ecc. In ogni caso, prima dell'inizio del corso, viene valutata l'opportunità di
affrontare l'analisi di qualche alimento particolare, anche in funzione di interessi particolari
dei partecipanti».
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