Acquacheta e…
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Acquacheta e…
Acquacheta e… dal 24/04/2014 al 27/04/2014 A: San Giovanni in Persiceto B: San Benedetto in Alpe C: Rocca San Casciano D: Lago di Ridracoli E: Bertinoro Gli equipaggi coinvolti in questo viaggio sono: 1) Doriano, Sandra 2) Max, Denny, Mattia, Simone 3) Stefano, Manola, Alessandra 24/04/2014 C’era una volta… E’ proprio il caso di iniziare così questo nostro racconto, per cui: C’era una volta, una ragazzina di 12 anni di nome Manola, la quale andò in gita con le scuole medie alla cascata dell’Acquacheta, dove in compagnia delle sue amichette passeggiò e passeggiò per sentieri impervi fino ad arrivare alla cascata fin qui menzionata. La ragazzina si divertì talmente tanto da imprimere ben bene nella mente questo luogo incantato. Arriviamo così ai giorni nostri, dove la ragazzina, diventata ormai donna chiese per tante tante volte al marito di riaccompagnarla alla cascata, facendole rivivere quei bei momenti spensierati vissuti da bambina. La risposta del “marito padrone” fu sempre “assolutamente no!” Oggi, giorno memorabile e grazie soprattutto al Team Susezza Pasa partiamo in direzione San Benedetto in Alpe, base di appoggio per visitare la tanto agognata Cascata dell’Acquacheta. CARRRRAMBA CHE SORPRESA! L’incontro è fissato per le 17.15 nel parcheggio dell’Ipoint Hotel, dove mentre ci si scambia i convenevoli si sente una delle più assurde strombazzate da camionaro mai sentite fin ora. Pronti a mandare a quel paese il camionista, ma timorosi nel fare il classico gesto dell’ombrello cerchiamo di capire chi fosse alla guida; chissà, magari abbiamo fatto inconsapevolmente qualcosa e va a finire che ha davvero ragione il Pagina 1 di 7 camionaro scorbutico… giusto il tempo di dare un’occhiata e con forza e convinzione parte proprio all’unisono il gesto dell’ombrello. Il camionista è il nostro Robby, marito di Consy i quali dovevano venire via con noi ma che per svariati motivi non riescono ad unirsi. L’incazzatura di Robby per il non riuscire a partire insieme a noi è così alta che comunque lo costringe a fermarsi al punti di ritrovo per fare quattro chiacchiere, così un po’ di qua e un po’ di là partiamo per la nostra gita alle 17.45. Procediamo in direzione A14 passando dalla trasversale di pianura per cercare di evitare ancora una volta l’eventuale traffico in transito sulla tangenziale di Bologna. Arrivando in prossimità dell’imbocco per la A13 che a sua volta si raccorda con la A14 notiamo che il cartellone di servizio non fa cenno ad eventuali ingorghi, così entriamo in autostrada all’Interporto. Il viaggio scorre tranquillo e ci affidiamo ai navigatori per giungere alla meta i quali, ci propongono di uscire a Faenza percorrendo così prima la SP16, poi la 20 ed infine la SP86, la quale inizialmente è asfaltata e successivamente per un tratto di 10km circa è ghiaiata. Giungiamo al percorso prettamente montano all’imbrunire e nonostante la mancanza dell’asfalto sotto alle nostre ruote percorriamo questa strada dispersa in mezzo alle montagna con immenso piacere; la strada è ben tenuta e percorribilissima con il camper. Se vogliamo essere precisi la strada migliore per arrivare a San Bendetto in Alpe sarebbe quella di uscire a Forlì a di qui prendere la SS67. Arriviamo alla meta e nonostante si preferisca la sosta libera non riusciamo a trovare un parcheggio che ci permetta una sosta decente. Gli unici due parcheggi in grado di contenere i nostri 3 mezzi sono: a) Proprio davanti alla partenza del percorso che porta alla cascata, con una pendenza improponibile per la notte. b) Quasi a ridosso della SS67, in piano ma per questioni di buon senso e per non “invadere” l’area con i nostri scatoloni decidiamo di optare per la terza possibilità. c) Il Camping Acquacheta Arriviamo dentro al camping dove con tutta probabilità non si sono mai visti arrivare 3 mezzi tutti in una volta… Il camping è piccolino, ben curato e in perfetto piano . E’ già presente un altro mezzo. Optiamo data l’ora di provare a prendere una pizza alla pizzeria del campeggio, dove purtroppo vista la poca affluenza e il periodo non hanno pasta a sufficienza per soddisfare i nostri palati. E’ a questo punto che parte con grande soddisfazione dei bambini l’apericena, dove mortadella, salamino, birra e la Radler di Doriano prendono il sopravvento. Concludiamo così la serata a chiacchiera e ce andiamo a letto con la nostra Combi accesa. 25/04/2014 L’appuntamento per le 9,30 pronti a partire offre a tutti il tempo per fare colazione, dove in questo caso il bar del camping ha contribuito con delle buone paste e un altrettanto buon caffè. Il sentiero che conduce alla cascata parte in realtà qualche centinaio di metri prima dal camping, dove vengono messe in chiaro subito tre cose: - Lunghezza del percorso 9km Dislivello 250mt Tempo di percorrenza 4 ore e 30 minuti, intesi per andata/ritorno e piccole pause. Appena letti questi dati Manola e Sandra hanno avuto un mancamento, ma d’altronde… se la carrambata vuoi realizzare… questa strada devi fare Iniziamo il nostro cammino nel bosco direttamente dal camping, dove una scaletta mette in comunicazione il camping con il sentiero. Immediatamente salta all’occhio la bellezza della natura incontaminata. Pagina 2 di 7 Il percorso risulta di facile percorrenza e non necessita di particolari attrezzature, noi siamo metà e metà, chi ha le scarpe da trekking, chi indossa un semplice paio di Nike. I bambini non credono ai loro occhi e giocano con qualsiasi cosa venga trovata a terra, si passa dal bastone da montagna, al pezzo di legno che ricorda un fucile per la caccia ai cinghiali. Lungo il percorso troviamo alcune casette, dove è possibile accendere il fuoco e cucinare qualche salsiccia ai ferri, cosa che PURTROPPO non facciamo… Il percorso offre inoltre parecchi spazi dedicati al ristoro, dove delle “benedette panchine” in legno permettono a Manola e a Sandra di riposare le loro stanche membra… Con spazi dedicati al ristoro intendiamo questi: non bar o rifugi, per cui ricordatevi SEMPRE di portare acqua e cibo. Arriviamo alla cascata dopo circa 3 ore di camminata, una camminata presa in totale relax, con soste per foto e per dare modo a tutti di riposarsi un attimo. Proseguiamo il percorso per arrivare fino alla piana dei Romiti, un immenso prato pieno di margherite dove TUTTI si fermano per mangiare al sacco. Notiamo un gruppo di amici con un fornelletto e una moka per fare il caffè! Grande idea! Qui ci si DEVE arrangiare, non ci sono bar e baracchine varie. Dopo una sosta di una mezzoretta circa ripartiamo per il ritorno a valle e come si dice dalle nostre parti “ad andare alla bassa tutti i Santi aiutano”. Verso le 16,30 siamo di ritorno ai mezzi, Sandra è quasi a pezzi e non vede l’ora di fare una doccia per scrollarsi di dosso tutte le fatiche. Le chiediamo se vuole bere o mangiare qualcosa, ma nulla… “adesso voglio fare una doccia!” Max, Stefano, Mattia e Simone non perdono tempo per fare la merenda del pomeriggio, così le Pringles insieme ad un po’ di Coca Cola rifocillano i “camminatori”. Pagina 3 di 7 Rimaniamo attorno al tavolo fino all’ora di cena, dove optiamo per un ottimo ristorante in paese scoperto da Doriano raggiungibile a piedi in 10 minuti, l’albergo, ristorante, pizzeria “Acquacheta”. Il tempo di sederci e visionare il menù, dove vengono offerti piatti di tutti i tipi. Doriano opta per delle ottime pappardelle al cinghiale, Stefano per la polenta con cinghiale, Max per dei cappelletti al tartufo nero, Sandra dei passatelli allo speck e porcini, Denise prende gli gnocchi di patate al ragù, Manola ravioli al formaggio di fossa. Pensiamo sia opportuno anche qualche antipasto, così vai di bruschette di ogni tipo che arrivano dopo pochissimi minuti. La cameriera quando arriva pronuncia queste parole: “conoscendo le dimensioni del mio vassoio lo spazio sulla tavola non è abbastanza” e in effetti un vassoio di un metro non lo avevamo mai visto… La prima portata che arriva è la polenta con cinghiale di Stefano, dove alla sola vista della porzione parte una esclamazione che non possiamo scrivere… il secondo piatto che arriva sono le pappardelle al cinghiale di Doriano, dove dividendo la porzione è possibile mangiare comodamente in due. A seguito mettiamo una foto rappresentativa del piatto, facendovi notare che TUTTI i primi piatti sono di quelle dimensioni e vi chiediamo di prendere come riferimento per la proporzione il bicchiere che vedete in foto… Chiudiamo la cena con il caffè e qualche dolcetto per una spesa di 20€ a testa. Erano anni che non si mangiava così abbondantemente e bene, ed anche con un prezzo relativamente contenuto. Erano perfino esagerate anche le verdure alla griglia, vi basti pensare che Doriano e Stefano non sono riusciti a finire i loro piatti… della serie, va bene mangiare molto, ma uno non può mica morire per un piatto di pappardelle Con la pancia piena decidiamo di andare a letto per la seconda notte nel silenzio del campeggio, il quale offre comunque un ottimo appoggio per il percorso che conduce alla cascata e della fantastiche docce calde. Purtroppo non è possibile fare CS all’interno della struttura per via della posizione infelice in cui è stato posizionato il pozzetto di scarico, ma viene offerta la possibilità di scaricare la cassetta nei WC del camping. Acqua no problem. 26/04/2014 Alle 9,30 dopo la colazione e il pagamento del camping (25€ al giorno per la famiglia tipica) partiamo in direzione Rocca San Casciano. L’AA è in viale Dante, proprio di fronte alla casa cantoniera, dove una folta vegetazione terrà all’ombra i nostri mezzi. L’area è molto bella, gratuita, dotata di CS ed è presente una grande tettoia sotto cui è possibile ripararsi in caso di pioggia, ma nel caso odierno si approfitta dell’ottimo pavimento in cemento per piazzare tavoli e grigliare a tutto spiano. Noi quando grigliano gli altri non lo facciamo e partiamo per una visita nel centro della cittadina. Pagina 4 di 7 Scopriamo che si stanno preparando dei grandi falò a cui dare fuoco questa sera. La cittadina è tirata a festa e abbiamo la sensazione che tra le varie contrade vi sia un bel po’ di rivalità. Il centro ad un certo orario verrà chiuso e l’accesso sarà consentito solo dopo aver pagato 13€ a testa. Noi passeggiamo per le vie del centro e ci godiamo i preparativi e il fermento della città, ma ad un certo punto partiamo per la visita al lago di Ridracoli, dove speriamo in un buon posteggio per passare la serata, magari con una bella grigliatina, la stessa che abbiamo perso oggi Arriviamo al lago ma al nostro arrivo notiamo un grande parcheggio asfaltato su cui è permesso il pernottamento, anche se a nostro avviso vista la desolazione del luogo non ne vale assolutamente la pena. Il parcheggio è gratuito e collegato alla biglietteria per la visita alla diga attraverso una gradinata che fa risparmiare parecchi metri a piedi ai visitatori. In questo periodo e in tutti i periodi festivi è obbligatorio parcheggiare auto e camper al parcheggio a valle, da dove parte una navetta che in 5 minuti accompagna i visitatori fino alla diga 2km più in alto. La visita ha un costo di 14€ grazie allo sconto famiglia. L’arrivo con la navetta è al parcheggio superiore, dove pochissimi mezzi possono essere parcheggiati con comodità, in quanto il parcheggio è a ridosso del coronamento della diga. Percorriamo il coronamento vedendo l’imponenza della struttura: - altezza 103,5 mt lunghezza al coronamento 432 mt larghezza alla base 36 mt larghezza al coronamento 10 mt Dall’altro lato è presente un chiosco dove è possibile acquistare qualche gelato, bibite ed eventualmente i biglietti per il giretto sul battello elettrico. Noi non ci pensiamo due volte, per cui 3€ a testa e via… sono le 17.00 e il battello parte ogni ora e con un minimo di 9 partecipanti. Il giretto del lago dura circa 45 minuti e a bordo è presente una ragazza che spiega vita, morte e miracoli della diga, dalla costruzione fino ad oggi. La ragazza è la stessa che vendeva i gelati fino a 5 minuti fa. Il giretto in barca è piacevole anche se una leggera brezza non proprio caldina ogni tanto rovina la nostra gita. Durante il ritorno costeggiando la montagna vediamo questo: Pagina 5 di 7 L’ultima corsa per il rientro a valle della navetta è alle 18.00, ma niente paura, abbiamo la complicità della “bigliettaia” che ci ha garantito il posto. Arriviamo così verso le 18.20 al parcheggio, dove praticamente sono presenti solo i nostri 3 mezzi. E adesso dove andiamo? Passare la notte qui significherebbe perdere mezza giornata di vacanza, per cui partiamo in direzione della costa dove al primo paesino utile e che ci ispira ci fermiamo. Arriviamo così a Bertinoro, dove troviamo il posto per i nostri mezzi al parcheggio del centro sportivo, in piano, senza nessun servizio e gratis. Decidiamo per stanchezza di visitare Bertinoro solo l’indomani, ma nessuno ci toglie il nostro aperitivo a base di Spritz. Dopo cena e un po’ di chiacchiere andiamo a nanna. 27/04/2014 Partiamo dai mezzi alle 9,30, subito con una leggera salitina che ci porta in centro e immediatamente parte la prima sgridata per Manola, la quale secondo Sandra è partita con un “passo” troppo veloce. Niente paura, dopo 10 minuti siamo in centro dentro ad un bar con delle ottime paste fresche, le quali calmano tutti gli animi . La visita di Bertinoro è tutta su e giù per via della conformazione del terreno, dove Sandra e tutti noi possiamo mantenere in allenamento i muscoli delle gambe. Proviamo a visitare la maestosa rocca di Bertinoro senza successo, purtroppo riapre solo alle 15,00 orario in cui noi saremo già sulla via del ritorno, per cui informatevi bene sugli orari di apertura prima della visita. Verso mezzogiorno arriviamo alla “Boutique della Piadina” un negozietto dove leggenda narra venga prodotta la miglior piadina d’Italia, non abbiamo trovato riscontri sul web che ci confermino ciò, ma di sicuro il gusto che abbiamo assaporato non è per nulla male. Ottimi anche i crescioni. Abbiamo terminato il pranzo e iniziamo ad incamminarci verso i camper, nei 10 minuti di camminata che stiamo facendo pensiamo di concludere la nostra gita con un caffè, ma guardando il cielo è probabile che di lì a pochissimo inizi a piovere. Siamo a 100mt dai mezzi e qualche goccia inizia a scendere, ma i rami degli alberi sopra alle nostre teste ci permettono di fare gli ultimi metri con pochissime gocce addosso. Il caffè lo prendiamo in camper grazie alla macchinetta espresso di Doriano, buono ed economico, anche perché lo ha offerto lui . Ripartiamo in direzione Persiceto dove arriviamo senza la benché minima coda. Alla prossima. Pagina 6 di 7 Conclusioni: la cascata dell’Acquacheta si raggiunge attraverso un semplice sentiero e nemmeno Simone di 6 anni si è lamentato per la distanza. Non perdetevi per nessun motivo una cena al ristorante Acquacheta, ne rimarrete soddisfatti. Bellissima l’AA di Rocca San Casciano, gratis e immersa nel verde. Per la visita alla diga di Ridracoli vi suggeriamo di arrivare in loco per tempo avendo così la possibilità di percorrere qualche sentiero in mezzo alla montagne. A nostro avviso almeno 3-4 ore servono per godersi la visita. Alla diga dovrete fare i conti anche per i tempi di andata e ritorno, la navetta carica al massimo 18 persone alla volta e in caso di grandi affluenze immaginiamo sia una questione delicata da gestire. Molto carino anche Bertinoro paesino sulla collina, quindi su e giù non mancheranno. Ottimo e forse unico il parcheggio al centro sportivo con parco giochi per bambini annesso. Il viaggio in numeri per una famiglia di 4 persone, 2 adulti +2 bambini: Km percorsi 355 Gasolio 66,00€ Autostrada 9,00€ Ristoranti 111,00€ Campeggio 50€ Visite 25,20€ Varie 9,50€ Totale 270,70€ Vieni a trovarci sul sito www.susezzapasa.it per altri diari di viaggio. Per maggiori informazioni scrivi a: [email protected] Oppure cercaci su Facebook: Team Susezza Pasa Pagina 7 di 7