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46 SPETTACOLI Sabato 27 Giugno 2015 Corriere della Sera # Con Tilda Swinton Fuori programma cinematografico ieri pomeriggio a San Siro in attesa del secondo concerto di Jovanotti. Poco prima che Lorenzo salisse sul palco in scena si è vista Tilda Swinton (nella foto). «È tutto a posto, è una troupe cinematografica — aveva annunciato Jova su Facebook nel pomeriggio —. È qui con noi per girare l’ultima scena di A bigger splash, il nuovo film di Luca Guadagnino». L’attrice premio Oscar interpreta una cantante rock immaginaria che si chiama Marianne Lane. «Se poi volete dare una mano al regista fate finta di conoscere questa rockstar incitandola: Sorpresa a San Siro Guadagnino gira il film sul palco di Jovanotti Marianne Marianne Marianne Lane!!», ha aggiunto Jova. A giudicare dal look della Swinton, trucco pesante e tutina glitterata in stile David Bowie, il film dovrebbe essere ambientato negli anni Settanta, nel glam rock. Questa sera il cantautore-rapper sarà ancora a San Siro per l’ultimo dei tre show milanesi (sono ancora disponibili biglietti) di questo tour negli stadi. L’ultima data è prevista il 30 luglio a Bari. Nel 2009 Guadagnino aveva già diretto Tilda Swinton in Io sono l’amore. L’attrice era nel ruolo della moglie di un ricco imprenditore del nord. Fenomeno Dopo il successo di «El mismo sol» arrivano il ritmo di Enrique Iglesias e la classe di Natalia Lafourcade Tormentone latino Con Alvaro Soler la canzone dell’estate parla spagnolo «Ho raccontato la mia vita di giramondo della musica» I l tormentone dell’estate parla spagnolo. Nel mese di giugno la canzone più trasmessa dalle radio e più scaricata/ascoltata in streaming è «El mismo sol» di Alvaro Soler. La bella stagione ha il suo primo tormentone. E anche gli sfidanti hanno un tocco latino. Da Enrique Iglesias che scalda i motori prestando la sua voce a «El Perdón» di Nicky Jam in attesa di arrivare nelle radio la prossima settimana con «Noche y de dia» già successo all’estero a «Hasta la raíz», ballad chic della messicana Natalia Lafourca- Gli altri Natalia Lafourcade, 31enne messicana, punta sullo chic con «Hasta la raíz» Mi arrivano messaggi dai ragazzi che preparano gli esami, per loro sono una pausa dallo studio de. E anche gli italiani si lanciano sullo spagnolo, vedi J-Ax con Il Cile per «Maria Salvador». Per il momento bisogna fare la corsa su Alvaro, accento sulla prima «a», 24enne cantautore giramondo: è nato a Barcellona, è cresciuto a Tokyo, a 16-17 anni è tornato in Spagna e adesso vive a Berlino. Come nasce un tormentone? «Non c’è una ricetta. “El mismo sol” è positiva ed estiva: credo che la gente stia apprezzando questo. Mi arrivano messaggi da ragazzi che stanno studiando per gli esami e mi dicono che la canzone gli permette di staccare da tutto per qualche minuto». Si ricorda quando è nata J-Ax ha chiamato Il Cile (a sinistra) per il ritornello in spagnolo di «Maia Salvador» Energetico Il musicista spagnolo Alvaro Soler (24 anni) sul palco del Summer Festival di Roma. Il suo «El mismo sol» è il tormentone dell’estate 2015 l’ispirazione? «Ho scritto tutte le canzoni per questo album fra settembre e gennaio. A Berlino quella è stagione di cielo grigio e io avevo voglia di sole. Forse è lo stesso feeling di chi oggi la ascolta adesso». Il testo di «El mismo sol», disco di platino, parla di un mondo che da est a ovest sta sotto lo stesso sole. Sembra la storia della sua vita da giramondo... «Ci ho messo tutte le mie esperienze di vita. Ma anche quelle fatte con musicisti che ho incontrato e con cui è scattato qualcosa. Il senso profondo della canzone è che puoi entrare in relazione con la gente Ho scritto tutti i brani del mio album a Berlino pensando alla stagione calda e al cielo luminoso anche se non la conosci». Questa settimana è uscito anche il suo primo album «Eterno agosto». Teme che sia cannibalizzato da «El mismo sol»? «Spero di non essere una one hit wonder, uno da un successo e via, e che la gente capisca che dietro la canzone c’è un progetto». «Eterno agosto» sembra un invito a una festa senza fine, ma è anche il titolo di una canzone malinconica... «Ho scritto quel brano dopo Enrique Iglesias (40 anni) la prossima settimana lancia «Noche y de dia» una separazione. Abbiamo rotto prima dell’estate e per me quell’agosto fu orribile. Però la canzone è piena di energia e quindi c’è anche un lato positivo: l’idea è che puoi ascoltare questo disco quando vuoi e sentirti ancora in estate». Chi è la «Lucia» cui hai dedicato un brano? «È mia sorella, che in realtà si chiama Paula, ma non volevo usare il vero nome. Ha 17 anni, è carina e le dico di stare attenta ai ragazzi. Robe da fratellone...». Le donne dovrebbero stare attente ad Alvaro? «No, sono sempre stato uno carino con le ragazze». È considerato a n c h e u n sex symbol, le fa piacere? «Me lo dice lei... ma credo che se non avessi scritto le canzoni che ho scritto non sarei mai arrivato dove sono. Non credo che l’estetica o l’esteriorità ti possano portare dove ti porta il lavoro duro». Quando ha iniziato con la musica? «A 10 anni mi hanno regalato un piano elettrico e a 16 ho iniziato a scrivere le prime canzoni. Quando stavo in Giappone, al pomeriggio andavo al karaoke per ore e gli amici dicevano che me la cavavo». Quanto si sente latino? «Nel disco ci sono molte influenze latine, ma il suono è anche molto europeo perché l’abbiamo registrato e prodotto a Berlino. Insomma, non è il classico album latino». Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA