Marzo 2008 - Notiziario Economico Farnesina

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Marzo 2008 - Notiziario Economico Farnesina
Ministero degli Affari Esteri
n.
5
Anno 2° - 20 marzo 2008
E C O N O M I A , N O R M AT I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I TA L I A N E
Sommario
INTERVISTA
Emirati: il boom del Golfo
non teme le recessioni
pag 1
TURCHIA
Produzione record
per Tofas che punta
a 400mila unità
pag 5
SPAGNA
Conti in ordine,
ma l’economia rallenta
pag 7
ENERGIA
ENI e MIT alleati
nella ricerca solare
pag 8
SETTORI E AZIENDE
Metalli
Agroalimentare
Energia
Ambiente e servizi
Auto
Industria aereonautica
Chimica
Elettromeccanica
Materiali da costruzione
Infrastrutture ed edilizia
Trasporti
Turismo
Finanza
pag 9
PAESI E MERCATI
Spagna
Polonia
Corea del Sud
Madagascar
pag 18
Emirati: il boom del Golfo
non teme le recessioni
Nell'ultimo anno le esportazioni italiane sono cresciute di oltre il 47% e le commesse acquisite dal luglio 2006 al gennaio 2008 hanno totalizzato quasi 4,5 miliardi di euro, superando del
30% quelle accumulate nei 4 anni precedenti. Ma non è solo questo: gli Emirati Arabi Uniti si
stanno trasformando in un nuovo hub mondiale di servizi avanzati con massicci investimenti in
nuove città, infrastrutture, aree logistiche e industriali e gli sceicchi sono interessati a trovare
partner per diversificare i loro investimenti. Sulle nuove opportunità che si aprono per il Sistema Italia abbiamo intervistato Paolo Dionisi, Ambasciatore italiano in Abu Dhabi.
Qual è il maggior
motivo di interesse per guardare
oggi agli Emirati?
In un momento di incertezza sull'andamento della domanda
globale offrono un importantissimo vantaggio: perseguono un
cammino di crescita autonomo. Hanno infatti i mezzi finanziari ma anche la
volontà politica di portare a
termine una serie di importanti progetti che riguardano
l'assetto urbano, le infrastrutture, i servizi, le attività industriali.
Questi non sono cambiamenti
episodici: corrispondono ad una
profonda trasformazione culturale
e sociale. Alle radici del boom urbanistico, che è l'aspetto più visibile e
spettacolare, c'è un disegno chiaro e
condiviso di trasformare questa regione in un polo di servizi che includa settori come la finanza, la formazione universitaria e la ricerca, le attività ospedaliere e anche il turismo, con obiettivi
di eccellenza. Il mercato di riferimento
non è solo locale:
la regione è già oggi un polo di attrazione per
un'area geografica molto più vasta che copre
tutto il Medio Oriente, l'India e il Pakistan con
prolungamenti anche in direzione del Fareast. E in futuro questo aspetto è destinato a
rafforzarsi.
segue a pag.2
DOSSIER
Finanza, grattacieli
e servizi hi-tech:
ecco il nuovo mondo
degli sceicchi
Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) sono il
quinto produttore al mondo di
idrocarburi. Occupano il terzo posto per volume di riserve di petrolio
e il quarto per quelle di gas naturale. Nel 2007 la produzione giornaliera media é stata di 2,505 milioni
di barili al giorno. Il 94% delle riserve è concentrato in Abu Dhabi.
Il secondo produttore di idrocarburi è Dubai dove si prevede
però un esaurimento delle attuali riserve entro 15 anni.
a pag. 20
DOSSIER
Finanza, grattacieli
e servizi hi-tech:
ecco il nuovo mondo
degli sceicchi
pag 20
Capital Gate un rendering del nuovo prestigioso hotel che verrà aperto nel 2009 ad Abu Dhabi
Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno imprese
della Farnesina (DGCE) - [email protected]
Il boom del Golfo
non teme le recessioni
dalla prima pagina
L'industria quindi passa in secondo
piano?
Al contrario. Ma occorre tenere conto dei
nuovi aspetti dello scenario. Già da alcuni anni è in atto una politica di allungamento della catena del valore, a partire
dalle risorse di petrolio e soprattutto di
gas, in direzione di ulteriori trasformazione petrolchimiche (raffinerie, produzione
di materie plastiche, fertilizzanti ecc) e più
in generale di attività energivore con la
realizzazione di grandi impianti metallurgici (alluminio e siderurgia), cementifici e
via dicendo. Inutile sottolineare come in
questo momento il fattore energia e la
disponibilità di materie prime costituiscono un vantaggio competitivo fondamentale. Ma c'è di più: ispirandosi all'esempio di altri territori come Singapore
o Hong Kong, gli Emirati hanno capito rapidamente come nell'attuale contesto di
economia globale, il fattore logistico sia
un 'asset' competitivo di grande peso.
Sono collocati sulle rotte che collegano
l'Asia all'Europa e al Medio Oriente, dispongono di un serbatoio pressoché inesauribile di manodopera a basso costo
proveniente dai Paesi contigui, stanno
realizzando infrastrutture (free trade zone
industriali attrezzate, porti, aeroporti, strade e prossimamente anche ferrovie)
estremamente moderne ed efficienti: tutto
ciò costituisce un fattore di attrazione per
aziende che hanno bisogno di individuare
nuovi insediamenti logistici e produttivi.
A livello federale sono in discussione
riforme che consentiranno agli stranieri di
detenere il controllo maggioritario di società operanti in diversi settori: un elenco
dettagliato dovrebbe essere fornito in
tempi relativamente brevi. Aggiungo che
in molti casi, operare con partner locali è in realtà un vantaggio. Sta emergendo infatti una classe di imprenditori e
manager estremamente preparata, che
in genere ha studiato all'estero, con una
vasta rete di rapporti e conoscenze nell'area mediorientale e asiatica. Nella
maggior parte dei casi costituiscono un
asset da valorizzare e non certo un ostacolo. Possono diventare soci stabili in
grado di supportare le imprese e i partner
italiani in un percorso di internazionalizzazione che esce anche all'esterno dei
confini degli Emirati e dei Paesi del
Golfo.
E M I R AT I
INTERVISTA
Gli investitori esteri incontrano però
forti limiti se vogliono operare sul
mercato locale?
È vero solo in parte. Innanzitutto va chiarito che il problema non riguarda le
aziende che operano nelle free trade
zone industriali e nelle attività finanziarie offshore dove vige una legislazione fiscale e societaria estremamente favorevole agli investitori esteri. Ma anche
per chi vuole operare all'interno degli
Emirati, le condizioni stanno cambiando.
Operazioni immobiliari di rilievo Tra le operazioni immobiliari in cantiere, di particolare interesse è la progettazione della città di Masdar che conterà esclusivamente sull'energia solare, con un'economia zero-carbone, e un'ecologia zero-rifiuti. La città verrà costruita a 30km a est dalla
capitale, vicino all'aeroporto internazionale di Abu Dhabi
Nell’immagine uno dei rendering del progetto affidato allo
studio londinese Foster & Partners
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Tutt'altro. Si tratta però di capire quali sono le
motivazioni che in questo momento orientano i maggiori operatori, sia pubblici che privati. È evidente la volontà di diversificare gli
investimenti in cui confluisce la ricchezza locale. E c'è inoltre il desiderio di affiancare alle tradizionali operazioni di portafoglio sui
mercati azionari e obbligazionari, anche
un'attività di investimento diretto. Quindi c'è
ampio spazio per partnership in campo
industriale e nel comparto dei servizi.
Quali sono i settori preferiti?
Non esistono criteri specifici: conta soprattutto la credibilità della proposta. I gruppi finanziari emiratini cercano partner stranieri
di dimensioni già consistenti, che dispongano di vantaggi competitivi dimostrabili e
che si collochino in posizione di eccellenza
nei settori in cui operano. Anche nel settore immobiliare puntano a operazioni di rilievo, in cui siano evidenti gli aspetti qualitativi della proposta: localizzazione, criteri
costruttivi, prestigio dell'immobile. Aggiungo che sono molto importanti le modalità e il linguaggio con cui ci si presenta: con business plan chiari, ben presentati, se possibile con referenze bancarie autorevoli e comunque attraverso canali che
diano garanzie di affidabilità.
È difficile però stabilire il contatto?
L'Ambasciata può fare molto in questo
senso. Il compito prioritario che ci siamo
prefissi in questi anni è stato proprio di
creare e coltivare i canali adeguati per entrare in contatto con i partner giusti. Io e i
miei collaboratori manteniamo aperto un
dialogo pressoché quotidiano con le massime autorità governative, le Camere di
Commercio e altre organizzazioni che qui
hanno un peso rilevante e con i rappresentanti dei maggiori gruppi imprenditoriali e finanziari. Questo ci consente di
operare come filtro e di creare un collegamento tra le imprese italiane che si rivolgono a noi e potenziali partner che siano realmente credibili e interessati. Ci
sforziamo anche, nei limiti del possibile, di
fornire un quadro dettagliato della situazione locale. Se necessario suggeriamo
un eventuale supporto di esperti e consulenti che abbiamo selezionato sulla base
delle effettive capacità e competenze.
E M I R AT I
Tutti vorrebbero un ricco sceicco come partner finanziario: ma forse i finanzieri emiratini sono poco interessati a partnership con l'Italia?
Quali sono le aree di maggiore interesse oltre ai settori tradizionali del
Made in Italy e dell'impiantistica industriale?
Ci sono comparti meno conosciuti, in cui
sono in atto importanti investimenti che
puntano direttamente a tecnologia di frontiera. È il caso ad esempio dell'agricoltura, che con l'introduzione di metodi di coltivazione e di irrigazione d'avanguardia, L’Ambasciata italiana ad Abu Dhabi
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Esiste poi il capitolo immenso dei
grandi lavori?
Nel settore delle costruzioni pubbliche ci sono grandissime opportunità ma anche in
questo caso le possibilità di un risultato positivo sono molto maggiori
se l'impresa è in grado
di presentarsi con realizzazioni già effettuate all'estero. Ma c'è
spazio anche per imprese più
piccole se
sono disposte a garantire una
presenza
efficace,
iniziando
magari
con commesse o
appalti minori
creandosi
però
una
base di referenze. Aggiungo che
un'importante
finestra si sta aprendo anche negli Emirati
più piccoli che talora possono essere meno esigenti in materia di referenze richieste
ma dove comunque sta crescendo l'attività
di costruzione. In tutti i casi risulta vincente la qualità del rapporto instaurato
e la capacità di rispettare i tempi e i termini contrattuali previsti. Non mi dilungo
su altri comparti come la filiera dell'arredamento, dei componenti e dell'impiantistica
per l'edilizia. Ritengo infatti che esista un
vasta consapevolezza, anche in Italia, sulle possibilità offerte da questo mercato e
dal boom in pieno svolgimento dell'edilizia
residenziale.
E M I R AT I
raccoglie una quota di investimenti pari al
3% del totale. Il dato può sembrare riduttivo ma solo pochi anni fa era meno
dell'1%. Da rilevare inoltre un forte interesse alle produzioni biologiche. Si aggiunge
la tendenza ad investire in questo settore
anche in Paesi come Tunisia, Marocco
con un forte orientamento a esportare poi
sui mercati europei. Lo stesso avviene per
le energie rinnovabili: in Abu Dhabi è in
corso di realizzazione un nuovo quartiere
di 50mila residenti il cui fabbisogno di
energia sarà interamente coperto da una
centrale solare. Anche in questo caso la
scelta di innovare si accompagna alla volontà di uscire poi dai confini locali : in particolare Masdar, la società che gestisce
questo progetto, ha iniziato a investire nel
solare anche in Spagna.
E nei servizi?
Gli Emirati stanno investendo moltissimo nella sanità. In questo settore le
imprese italiane sono già molto ben posizionate per quanto riguarda la fornitura di
macchinari per l'industria farmaceutica e
di attrezzature ospedaliere. Molto ci sarebbe da fare nel settore delle strutture
sanitarie e qui è innegabile che siamo
più carenti. Probabilmente siamo meno
abituati a presentarci in modo adeguato
ma esistono vaste opportunità per università e centri di eccellenza ospedaliera
soprattutto quando riescono a presentarsi con proposte mirate: mi riferisco per
esempio a tutto il settore ematologico.
Negli Emirati si sta investendo molto
anche sull'economia della conoscenza?
Per università e attività di ricerca vale un
discorso analogo. Qui sono ormai insediate filiali dei più importanti atenei americani, dal MIT alla Harvard University,
ma c'è anche la Sorbona. Occorre evidentemente presentarsi con un'offerta
adeguata in lingua inglese. Ritengo comunque che istituzioni come i Politecnici di Milano e Torino, Bocconi, Luiss ed
altre già sensibili al tema dell'internazionalizzazione abbiano vaste possibilità nel contesto delle iniziative che
stanno prendendo forma nel settore
educativo.
Massimo di Nola Paolo Dionisi, Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi Uniti
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Produzione record per Tofas
che punta a 400mila unità
Controllata in modo paritetico da Fiat Auto e Koc Holding
produce il nuovo Fiorino minicargo e i modelli Linea e Doblò.
Quest'anno esporterà il 76% della produzione. Con Fiat e PSA
Citroën ha siglato accordi di fornitura garantita con clausole
cost plus e take or pay
corso un piano di investimenti quinquennale per 2 miliardi di euro con l'obiettivo
di riconquistare la prima posizione tra i
produttori automobilistici del Paese e
superare il gruppo Ford. In particolare
intende raggiungere, entro il 2009, un livello di produzione annua pari a 400mila vetture. Negli stabilimenti di Bursa è
in corso un intervento di espansione della capacità produttiva complessiva di
circa 150 mila unità annue. Già nel 2008
è prevista la produzione di 360mila
unità, di cui 300 mila destinate all'esportazione. La fabbrica sorge su un'area di
quasi un milione di m2 di cui 338mila coperti, ed è in corso il potenziamento di L'ingresso agli uffici dello stabilimento Tofas, a Bursa (Turchia)
Wikimedia.org
Tofas, la casa automobilistica turca
controllata in modo paritetico da Fiat
Auto e Koc Holding, ciascuna con il
37,9%, ha chiuso il 2007 con 212 mila
unità superando il suo massimo storico
e ne ha esportate 146mila, di cui 21mila sotto forma di unità da assemblare
(ckd). La gamma prodotta include i modelli Albea e Doblò a cui si sono aggiunti nell'aprile 2007 la nuova Linea
(su piattaforma congiunta Fiat-General
Motors) e successivamente il nuovo
Fiorino minicargo. Grazie ai nuovi modelli, nei primi mesi del 2008 la produzione giornaliera è passata a circa
1.500 unità al giorno. L'azienda ha in
TURCHIA
AUTO
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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stendo circa 450 milioni di euro. Sarà destinato per un terzo al mercato interno e
per due terzi al gruppo Fiat sulla base di
un accordo concluso nell'ottobre 2007
che prevede l'opzione tra una formula
take or pay o una formula cost plus. Da
rilevare che il mercato turco delle auto e
dei furgoncini lcv, che aveva raggiunto
280mila unità nel 2005, è sceso a 237
mila unità nel 2007 e anche nel 2008, secondo le previsioni, non dovrebbe superare le 250 mila unità. Tofas copre attualmente il 20% del mercato lcv dietro a
Ford (32%) e davanti a Volkswagen
(9%) , e l'11,3% di quello delle vetture
dietro a Renault (18,1%) ma davanti a
Ford (10,6%) e Toyota (6,5%). Le strategie però sono nettamente orientate ai
mercati esteri. Pandir prevede che dal
prossimo anno le esportazioni, sia dirette
sia attraverso Fiat e PSA, copriranno il
76% della produzione totale. In crescita
anche le performance: il tasso di utilizzazione della capacità produttiva, che era
del 65% due anni fa, è salito al 76,3% nel
terzo trimestre del 2007 e, nelle previsioni di Pandir, dovrebbe essere interamente saturato nel 2008. Nel terzo trimestre il
margine operativo (in lire turche) era cresciuto del 38% su base annua. Tofas,
che nel 2006 aveva un fatturato di oltre
1,6 miliardi di euro con un utile netto di 43
milioni, occupa 7.900 dipendenti ed è
quotata in borsa a Istanbul.
TURCHIA
diversi reparti: l'assemblaggio passa da
380 a 450 mila unità annue con l'aggiunta di una nuova linea; le sospensioni da 200 a 453 mila all'anno; la verniciatura da 180 a 330mila; le presse da
250 a 400mila. La società, che attualmente occupa 200 progettisti, intende
raggiungere, entro il 2012, una totale
autonomia di progettazione, a partire
dalla carrozzeria e dalle parti meccaniche fino all'attrezzaggio delle linee di
produzione. La produzione del nuovo
Fiorino minicargo, progettato internamente e in cui ha investito circa 350 milioni di euro, è stata avviata nell'ottobre
2007. Il veicolo è destinato per il 95% ai
mercati esteri, con un target di 165mila
unità all'anno che saranno rilevate per
un terzo da Fiat, che lo commercializza
come Fiorino, e per due terzi da PSA
che lo commercializza come Peugeot
Bipper e Citroën Nemo. Da rilevare che
buona parte della progettazione è stata
effettuata dalla stessa Tofas. È previsto
lo sviluppo di più versioni incluso un
veicolo passeggeri e uno combinato.
Per il modello Linea il target di produzione è di 60mila unità annue, di cui un
terzo destinato a Fiat, mentre la quota
restante dovrebbe essere venduta sul
mercato turco. In questo caso l'investimento è stato di 170 milioni di euro.
Entro il 2009 Tofas avvierà poi la produzione di un nuovo veicolo commerciale leggero (progetto 267) nella cui
progettazione e realizzazione sta inve-
http://www.ambankara.esteri.it
Tofas Le auto all’uscita della linea finale di assemblaggio
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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Conti in ordine
ma l’economia rallenta
Positivo il giudizio del Commissario europeo Almunia sullo
stato delle finanze pubbliche iberiche. Ma il rallentamento dell'attività edilizia e gli ultimi dati sulla produzione industriale dicono che il 2008 sarà un anno di transizione.
La Spagna si è meritata gli apprezzamenti del Commissario europeo degli
Affari economici e monetari, Joaquin
Almunia, per lo stato delle finanze
pubbliche: il rapporto debito/PIL nel
2007 è infatti sceso al 36% e dovrebbe raggiungere il 30% nel 2010.
Il Commissario ha esortato il governo
di Madrid ad evitare che i conti pubblici si deteriorino, sia per il calo prevedibile legato al rallentamento della
crescita, sia per le maggiori spese derivanti dall'invecchiamento della popolazione.
Nel 2007 il numero dei pensionati in
Spagna ha raggiunto la cifra di 7,6 milioni. Quattro anni fa erano 7.250.000.
La pensione media è di 800 euro mensili ma i nuovi pensionati percepiscono
emolumenti mediamente pari ai 1.000
euro mensili. Previsto anche l'obbligo
di aggiornare le pensioni annualmente
al ritmo dell'inflazione che, nel novembre 2007, (mese di riferimento per calcolare gli aumenti) ha raggiunto il
4,1% annuo.
Il fondo di riserva della previdenza,
alimentato con gli avanzi delle gestioni annuali che ancora si producono
soprattutto per l'ingresso nel sistema
dei lavoratori immigrati, ha comunque
registrato un significativo aumento e il
Governo afferma che la sostenibilità
del sistema sarà garantita per i prossimi 15/20 anni.
Per quanto riguarda l'andamento dell'economia, la Commissione prevede che la crescita spagnola continui fino al 2010, in una misura sensibilmente superiore a quella della zona
euro, ma continua ad esortare la Spagna a potenziare la produttività con
investimenti in R&S, infrastrutture e
formazione.
SPAGNA
CONGIUNTURA
In questo momento le preoccupazioni
maggiori riguardano il rallentamento
della congiuntura edilizia. Il Governo,
per bocca del direttore del suo Ufficio
economico, David Taguas, ha ammesso che per ogni casa che non si
costruisce più si perdono 2,3 posti di
lavoro.
Taguas ha precisato che, dopo le
700mila unità costruite nel 2007, nel
2008 il loro numero potrebbe ridursi di
circa 150mila unità, con la perdita di
oltre 300mila posti di lavoro.
La Spagna, dal secondo semestre
2006 al secondo semestre 2007,
aveva creato da sola un quarto degli
impieghi generati dalla UE. Nel 2007
si sono creati 475mila nuovi posti di
lavoro e il numero totale degli occupati ha raggiunto 20.476.000 unità
con una crescita del 2,38% sul 2006.
A dicembre 2007 il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'8,6% per
un totale di 2.262.000 unità di cui il
58% sono donne.
Il rallentamento in corso si è però tradotto, nel mese di gennaio, con l'iscrizione di 132mila nuove persone alle liste dei disoccupati (oltre 179mila negli
ultimi 12 mesi). Il 74% delle perdite è
legato al settore dei servizi (che peraltro include le attività immobiliari).
Sette su dieci disoccupati degli ultimi
12 mesi sono uomini. Nel settore manifatturiero, secondo gli ultimi dati dell'Istituto Nazionale di Statistica (INE),
la crescita è stata del 2,4% su base annua con un significativo rallentamento
da cui restano esclusi per il momento i
beni strumentali e l'energia.
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ENI e MIT alleati nella ricerca solare
L'azienda italiana partner dell'Energy Initiative in cui si cerca
un'alternativa al silicio nella produzione di celle e si prevede
l'utilizzo delle nanotecnologie per raggiungere rendimenti
energetici più elevati
ENI contribuirà con un apporto di 50
milioni di dollari, in qualità di socio fondatore, al programma di ricerca
Energy Iniziative gestito dal Massachusetts Institute of Technology
(MITEI). L'apporto sarà scaglionato su
un arco di 5 anni. Fulcro della collaborazione sarà il Solar Frontiers Research Program per la messa a punto
di tecnologie solari avanzate.
Il presidente dell'ENI, Scaroni ha sottolineato l'importanza di questa filiera
a fronte della diminuita disponibilità di
fonti tradizionali a basso costo. In questo contesto, il programma Solar
Frontiers punta a individuare un'alternativa al silicio nella produzione
di celle solari e all'utilizzo delle nanotecnologie per raggiungere rendimenti energetici più elevati.
Più in dettaglio prevede l'utilizzo di
strati molto sottili di materiali innovativi
assemblati in dispositivi strutturati su
scala nanometrica e l'impiego di materiali in grado di modificare la radiazione luminosa per aumentare l'assorbimento.
Il Presidente dell’ENI, Paolo Scaroni
Il progetto comporta lo studio di tecnologie cosiddette biomimetiche che si
ispirano a processi naturali per la realizzazione di materiali auto-assemblanti.
Le altre aree di ricerca del programma MITEI spaziano dal petrolio al
gas agli idrati di metano, fino alle alternative a livello mondiale nel settore
del trasporto. Comprendono anche un
programma di ricerca mirato a migliorare l'efficienza delle operazioni di estrazione petrolifera.
A questo proposito Scaroni ha ricordato che oggi, nel mondo, si riesce a
pompare in media da un giacimento solo il 35 % del suo contenuto. Intervistati dalla stampa, Scaroni e la presidente del MIT, Susan Hockfield hanno dichiarato che in attesa di auspicabili sviluppi in materia solare nel lungo periodo, un maggiore impiego dell'energia
nucleare potrebbe contribuire ad accompagnare la transizione, tenuto conto che gli attuali criteri di sicurezza sono notevolmente più affidabili di quelli
del passato. Con l'ulteriore vantaggio
dell'assenza di emissioni di CO2.
Riguardo ai trend del prezzo del petrolio Scaroni ha sottolineato come l'incremento attuale sia dovuto non solo
all'aumento della domanda di nuovi attori (India e Cina, in particolare), ma
anche all'apparente impossibilità di
comprimere, seppur minimamente, i
consumi nei paesi occidentali.
Accanto al programma di ricerca col
MIT, il gruppo ENI prevede di stringere
analoghi accordi anche con diverse
università italiane che saranno finaliz
zati nei prossimi mesi.
ENERGIA
NUOVE TECNOLOGIE
http://www.consboston.esteri.it
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Algeria: società acque minerali
Spagna: riaprono vecchie miniere
Saidal in vendita
L'aumento del prezzo del rame e di altri
metalli sta riattivando lo sfruttamento di
vecchie miniere dismesse in Spagna. Gli
investimenti in corso ammontano a 1.000
milioni di euro e dovrebbero creare, a pieno regime, 1.100 posti di lavoro diretti e
circa 5mila nell'indotto. I giacimenti coinvolti sono quello di Aguablanca (nichel
e rame) riaperto dalla svedese Lundin nel
2005 e la miniera a cielo aperto di rame di
Las Cruces, della canadese Inmet, affiancata da un impianto chimico e da un laminatoio che riprenderà l'attività nel settembre 2008. Si estrarranno a regime
72mila tonnellate annue, pari ad un quarto
della domanda spagnola. La miniera di
Agua Teidas, dell'azienda canadese Iberian, ha dimensioni simili alla precedente,
ma il giacimento è sotterraneo. Chiusa nel
2001, riaprirà i battenti ad agosto. Sono in
fase di studio anche numerosi progetti, tra
i quali lo sfruttamento della fascia piritica
che si estende da Siviglia alla regione portoghese dell'Algarve e ha il suo punto centrale a Huelva.
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AGROALIMENTARE
Spagna: Autogrill controllerà
il 100% di Aldeasa
Aldeasa, società spagnola titolare di una
vasta rete di negozi duty free partecipata al
50% da Autogrill, ha chiuso il 2007 con un
fatturato di 850 milioni di euro. Autogrill si
sta preparando ad acquisire il 50% di azioni che ancora non possiede dal partner Altadis. L'operazione dovrebbe avere un costo un po' superiore ai 350 milioni di euro,
che è la somma pagata originariamente da
Autogrill per l'ingresso in Aldeasa. L'opportunità nasce dai patti parasociali siglati da
Autogrill con Altadis in cui è inserita una
clausola di tipo put and call in caso di cambiamento di controllo in una delle società
contraenti. Poiché Altadis è passata sotto il
controllo di Imperial Tobacco a seguito di
un'Opa, si apre per Autogrill la possibilità di
portare la sua quota al 100% .
http://www.ambmadrid.esteri.it
Il governo di Algeri è in trattative per la cessione della società statale di acque minerali Saidal. L'importo previsto è di 45 miliardi di DA, poco più di 428 milioni di euro.
Attualmente nel Paese operano una quarantina di aziende industriali che imbottigliano acqua, inclusi 10 produttori di acque
minerali. La domanda è stimata in 700-800
milioni di litri/anno, con un consumo procapite di circa 22 litri, interamente coperta
dalla produzione nazionale. Le multinazionali presenti nel settore sono la Nestlè Waters, che detiene il 51% della Sidi El Kebir
del gruppo BGFZ, e la Danone che ha acquistato la Tessala del gruppo Algad.
SETTORI E AZIENDE
METALLI
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Corea del Sud: Illycaffè
avvia locali in franchising
La Illycaffè di Trieste, ha siglato un accordo generale di esclusiva" (Master Franchise Agreement) con la coreana Curo F&B
per l'apertura nel paese di una serie di locali con il format 'Espressamente'. La prima apertura è avvenuta in una delle zone
più esclusive e ricche di Seoul. La formula
unisce alla vendita del caffè anche un'enoteca, che consente di degustare vini italiani accompagnati da tramezzini e pasticcini. L'obiettivo è di aprire 15 locali già da
quest'anno per arrivare a 50 nell'arco dei
prossimi due anni. Finora Illy era presente
sul mercato coreano attraverso la Barista
Espresso esclusivamente nel mercato del
catering (alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione ecc.). L'apertura dei locali contribuirà ad avvicinare il prodotto al consumatore finale. Uno dei target prescelti è
quello dei giovani coreani. Il marchio Illy
Espressamente è presente con quasi 150
punti vendita nel mondo, in oltre 20 paesi.
Corea del Sud:
norme onerose per export vini
La Korean Food and Drug Administration intende approvare una normativa che
imporrebbe a tutti i vini con meno del 15 %
di alcol un limite massimo di 30mg/KG di
etilcarbammato. La motivazione addotta
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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http://www.ambseoul.esteri.it
Francia: en plein ragusano
sul mercato ortofrutta
Il consorzio di imprenditori agricoli ragusani Spesamica ha concluso un accordo con
la Sapam, un grande distributore ortofrutticolo che opera a Mulhouse, Strasburgo e
Chalon sur Saone per un contratto di fornitura di medio periodo di pomodori e uva da
tavola, cui si aggiungeranno, nell'inverno
2008-9, agrumi e conserve. Si tradurrà in
un flusso valutato inizialmente in circa 9mila tonnellate-anno.
http://www.consmulhouse.esteri.it
ENERGIA
Russia: Gazprom con Suek
diventa primo produttore elettrico
La russa Gazprom, primo produttore
mondiale di gas, e Siberian Coal
Energy Company (SUEK), il più importante operatore russo nel settore del
carbone, hanno formalizzato l'accordo
giuridico per la costituzione di una società comune in cui confluiranno i rispet-
tivi asset nel settore della produzione
elettrica. Gazprom manterrà il controllo di maggioranza con il 50% più una
delle azioni e cinque amministratori
nel Consiglio di Amministrazione,
mentre a SUEK spetteranno il 50%
meno una delle azioni e quattro amministratori. La finalizzazione delle procedure di fusione è prevista entro il 31
agosto prossimo. La nuova società
sarà il maggior produttore di elettricità
nella Federazione Russa con un patrimonio netto valutato in 16 miliardi di
dollari e una quota di mercato del
20%-25%.
SETTORI E AZIENDE
risiede nei possibili effetti cancerogeni della sostanza qualora ingerita in grandi quantità. Si tratta, peraltro, di una sostanza naturale che si sviluppa in tutti i processi di
fermentazione e distillazione e che è contenuta - in dosi limitate - in numerosi alimenti
e bevande alcoliche oggi consumati in tutto
il mondo. Il provvedimento è contestato dai
partner commerciali del paese. Il fatto che
i limiti colpiscano i soli vini e non altre bevande o cibi, violerebbe in modo palese i
principi di non discriminazione della WTO.
Contestate anche le evidenze scientifiche
considerate come poco probanti. Si tratterebbe quindi di un ostacolo tecnico mirato
contro le importazioni di una bevanda che
non viene prodotta in Corea ma importata,
in sempre maggiori quantità, dall'estero. Gli
esportatori di vino dovranno comunque
mettere in conto, per il momento, un aggravio di costi legato alle procedure tecniche e
burocratiche finalizzate a dimostrare che le
qualità esportate in Corea non superano il
limite di 30mg/KG.
http://www.ambmosca.esteri.it
Bangladesh: apre gara
concessione idrocarburi
Il Ministero dell'Energia del Bangladesh
ha preannunciato una gara pubblica internazionale per l'esplorazione di petrolio e gas nel Golfo del Bengala in 28
blocchi, di cui 20 collocati in acque
profonde. I relativi documenti sono reperibili sul sito web di Petrobangla (Bangladesh Oil, Gas & Mineral Corporation),
la principale società petrolifera di stato
(http://www. petrobangla.org.bd/). La data di scadenza per la presentazione
delle offerte è il 7 maggio 2008.
Le riserve accertate del paese sono
consistenti e vengono valutate tra i 750
e i 900 miliardi di m3. Il gas naturale
copre attualmente il 67% del fabbisogno di energia del paese ed è utilizzato sia per la generazione elettrica che
per la produzione di fertilizzanti (urea e
ammoniaca). Il Bangladesh è anche
uno dei paesi con il maggior numero di
veicoli alimentati a gas sul parco totale
circolante. Petrobangla è anche impegnata in un progetto di sviluppo del sistema gas del paese, supportato dalle
organizzazioni finanziarie internazionali, che prevede la costruzione di oltre
350 chilometri di nuovi gasdotti all'interno del paese, di una rete di distribuzione locale nella regione di Rajishahi
con 15 milioni di abitanti e di una campagna di esplorazione su un'area di
1250 km2 per la valutazione di cinque
giacimenti già individuati.
http://www.ambdhaka.esteri.it
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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Spagna: la UE boccia
revisione Ley Rato
La UE ha recentemente dichiarato
contraria al diritto comunitario la legge
spagnola 55/1999, meglio conosciuta
come Ley Rato in cui si stabilisce che
qualsiasi impresa straniera con capitale pubblico, che desideri acquistare più
del 3% di un'azienda spagnola del settore energetico, deve chiederne autorizzazione al Governo.
La legge in questione era già stata modificata a fine 2003, ma la Commissione UE aveva considerato i cambiamenti non sufficienti, giacché lasciavano all'Esecutivo di Madrid ampi poteri
discrezionali. Il Ministro Solbes ha dichiarato che il Governo sta analizzando la sentenza, ma che probabilmente
non farà ricorso.
http://www.ambmadrid.esteri.it
AMBIENTE E SERVIZI
Algeria: inaugurato impianto
desalinizzazione
Il Presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha inaugurato il nuovo impianto
di desalinizzazione di El-Hamma, situato nella baia di Algeri. Con una capacità di 200mila metri cubi al giorno è
il più grande in Africa e dovrebbe dare
un contributo determinante alla soluzione dei problemi di approvvigionamento idrico della capitale. Il progetto
è stato realizzato con il contributo di
società straniere: General Electric gestirà l'impianto secondo una formula
contrattuale BOO (Build, Own and
Operate).
Da rilevare che l'italiana Astaldi ha
realizzato il raccordo tra l'impianto
stesso e i bacini di Kouba e Garidi. El
Hamma è il secondo, in ordine di realizzazione, di una serie di 14 impianti
di questo tipo che dovrebbero essere
ultimati, nelle principali città costiere,
entro il 2010. Il costo complessivo della realizzazione di El Hamma è stato di
248 milioni di dollari, secondo uno
schema di project financing con partecipazione della OPIC americana e degli azionisti algerini (Sonatrach e Sonelgaz). È il più grande investimento
americano in Algeria fuori del settore
idrocarburi.
http://www.ambalgeri.esteri.it
AUTO
SETTORI E AZIENDE
Diplomazia
Economica
Italiana
Spagna conquista il terzo posto
per volumi prodotti in Europa
La Spagna conquista posizioni nella
classifica dei produttori mondiali di auto.
Nel 2007 la produzione è cresciuta del
4% e attualmente cinque dei 10 modelli
più venduti in Europa sono costruiti nel
Paese in cui operano 18 stabilimenti di
vetture per un totale di circa 2,9 milioni
di veicoli. L'Associazione Spagnola di
Fabbricanti d'Auto e Camion (ANFAC)
prevede per il 2008 un incremento della
produzione tra l'1% ed il 2%, che situerebbe la Spagna al terzo posto nella
graduatoria europea e al settimo a livello mondiale. L'82% della produzione
spagnola e' stato venduto all'estero, per
la quasi totalità in Europa.
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Sudafrica: Ford
potenzia stabilimento
Ford Sudafrica ha annunciato un investimento di 240 milioni di dollari a partire dal 2009 per espandere la capacità
produttiva degli impianti di Silverton
(Pretoria) e di Strundale (Port Elizabeth), in vista dell'avvio della produzione di una nuova generazione di 4x4
compatti e del nuovo modello della Puma. La produzione sarà commercializzata sui mercati africani, asiatici e latinoamericani.
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Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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Francia: fatturato ATR
supera un miliardo di dollari
ATR il costruttore aeronautico controllato pariteticamente da Alenia Aeronautica ed EADS, con sede a Tolosa
ha registrato nel 2007 un nuovo record
acquisendo ordini per 113 nuovi velivoli, con opzioni per altri 26 esemplari.
Nel corso di un incontro con la stampa,
il Presidente Stéphane Mayer ha sottolineato che 74 commesse provengono da nuovi clienti. Il 52% circa dei
nuovi ordini è stato ottenuto da compagnie aeree dell'area Asia-Pacifico.
L'attuale portafoglio ordini ATR è composto da oltre 130 operatori in circa 80
paesi. Il fatturato annuo nel 2007 si è
attestato intorno a 1,1 miliardi di dollari,
in crescita del 56% rispetto al 2006. Le
consegne nel corso dell'anno sono quasi raddoppiate e, in particolare, è stata
avviata la fornitura di velivoli dotati di sistema IFE (In-Flight Entertainment, intrattenimento a bordo) e di illuminazione LED nella cabina passeggeri.
I dati forniti confermano l'attuale momento di rilancio del mercato dei turboprop, cominciato nei primi mesi del
2005, in concomitanza con il rialzo dei
prezzi dei carburanti. Da quella data
ATR ha ottenuto ordini per 266 nuovi
velivoli.
L'aereo è stato messo in servizio per la
prima volta da Finnair 19 anni fa e da
allora ne sono stati venduti complessivamente 950 esemplari, di cui 417 del
modello ATR 42 e 533 del modello ATR
72. Nel 2007 la società ha rafforzato la
rete di assistenza internazionale
aprendo due centri per la distribuzione
di pezzi di ricambio a Auckland e New
Delhi, nonché un punto di assistenza
clienti e un centro di formazione, entrambi localizzati a Bangalore.
L'organico, al 31 dicembre 2007, conta
780 unità, con una crescita del 13%
circa su base annua. E' previsto un ulteriore incremento anche per il 2008
con un ampliamento della capacità
produttiva.
SETTORI E AZIENDE
INDUSTRIA AERONAUTICA
http://www.ambparigi.esteri.it
ATR 42 è un aereo bimotore a turboelica impiegato per il trasporto passeggeri su tratte a corto raggio.
Nella foto un’esemplare con i colori della polacca Eurolot
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
12
Sono, inoltre, realizzate attività di supporto e servizio per tutto il continente. In
Usa Agusta Westland ha anche in corso
una partnership strategica con Bell Helicopter per la commercializzazione e lo
sviluppo del convertiplano BA609, un velivolo a motori basculanti che unisce le
caratteristiche di decollo verticale dell'elicottero con la velocità dell'aeroplano.
Un altro importante accordo unisce Agusta Westland, in qualità di progettista,
Lockheed Martin, come system integrator e Bell Helicopter, come produttore per
fornire la prossima generazione di elicotteri della scorta del presidente Usa. Sono
già stati forniti due esemplari e altri 7 sono in fase di produzione. La versione
americana si chiama VH-71 ma è derivata dal modello AW 101 di Agusta Westland. Ora VH-71 è in gara per la fornitura di 141 elicotteri all'aviazione statunitense destinati a missioni di ricerca e
soccorso in combattimento (CSAR). Il valore complessivo della commessa è valutato in 15 miliardi di dollari compresi personalizzazione, sistemi di autoprotezione, avionica ecc. e supporto di manutenzione nell'arco di circa 30 anni.
Il sindaco di Filadelfia e diversi senatori
della Pennsylvania hanno presenziato
all'apertura di una nuova area del locale
stabilimento di Agusta Westland. L'investimento è di circa 30 milioni di dollari. Nella fabbrica, che è una delle tre
piattaforme di assemblaggio del gruppo
accanto a Vergiate, in Italia, e Yeovil nel
Regno Unito, vengono costruiti e assemblati i modelli leggeri AW 119 Koala,
con prevalente uso civile ma impiegati
anche dalla polizia di New York e della
Pennsilvania, e gli AW 139, elicotteri biturbina ad impiego civile. L'ampliamento
renderà possibile l'incremento del numero di velivoli prodotti annualmente a
circa 30 unità per ciascuna delle due linee di produzione; questo comporterà
una rilevante ricaduta occupazionale sia
in termini diretti (i dipendenti sono passati da 170 a 400, con previsione di
giungere a 500 unità entro la fine del
2008) sia nell'indotto locale. A Filadelfia
viene effettuata anche la personalizzazione degli elicotteri leggeri biturbina
AW109 Power e del modello Grand per
il mercato americano.
SETTORI E AZIENDE
Usa: Agusta Westland
amplia stabilimento Filadelfia
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Grand-Sloane uno dei modelli prodotti dall’azienda italo-britannica
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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ELETTROMECCANICA
Algeria: Ferphos avvierà
produzione fertilizzanti
da fosfati
Algeria: Samsung avvierà
assemblaggio elettrodomestici
Ferphos, primo produttore di fosfati algerino (produce anche minerale di ferro, pozzolana) ha avviato la ricerca di
un partner straniero per la creazione
di una società di produzione di concimi chimici. L'iniziativa rientra in un
programma a lungo termine, sostenuto
dal Ministero dell'Energia e delle Miniere e da quello dell'Industria, che
prevede di portare la produzione algerina di fosfati dagli attuali 2,5 milioni a
30 milioni di tonnellate annue, che dovrebbero consentire un volume di ricavi annui derivanti dalle esportazioni
pari ad oltre sette miliardi.
Il programma prevede l'entrata in funzione, tra due anni, di una nuova unità
di trasformazione da 2-3 milioni di
tonn/anno, localizzata a Bouchegouf,
ad est di Algeri. Due altri complessi,
previsti vicino a M'darouche e Jijel,
dovrebbero avere una capacità di trasformazione di 12-14 milioni di tonnellate/anno.
Nel 2007 Ferphos ha prodotto circa 1,8
milioni di tonnellate ma le riserve di fosfati del paese sono attualmente stimate attorno ai 2 miliardi di tonnellate
Si riferiscono al bacino minerario a cielo aperto di Djebel Onk, localizzato vicino a Tebessa. A giudizio degli esperti però, parte del potenziale del paese
è ancora inesplorato. In particolare depositi addizionali con riserve pari a 1,5
miliardi di tonnellate sarebbero localizzati a El Meghaier, El Outaya e Arbal.
Da rilevare che nel settore dei fertilizzanti l'Algeria si prepara a sviluppare
anche la filiera degli azotati con la
creazione di un impianto di urea e ammoniaca ad Arzew, in joint venture tra
Sonatrach e il gruppo egiziano Orascom da oltre 1 milione di tonnellate
annue.
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La Cevital algerina ha siglato un accordo con la coreana Samsung per realizzare a Blida un'unità di produzione e assemblaggio di apparecchiature elettroniche. L'investimento previsto è di 70 milioni di dollari e dovrebbe dare luogo alla creazione di 3.300 posti di lavoro, di
cui 900 diretti, contribuendo a soddisfare il 40% della domanda algerina nel
settore. La capacità annua di produzione prevista è di 200mila televisori,
150mila climatizzatori e 200mila tra frigoriferi e lavatrici. La prima serie di televisori dovrebbe essere introdotta sul
mercato nel prossimo marzo.
È prevista anche la creazione di una catena di punti di vendita per questi prodotti che dovrebbe coprire tutto il paese.
SETTORI E AZIENDE
CHIMICA
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MATERIALI COSTRUZIONE
Algeria: Lafarge
in trattative per cementificio
Il gruppo francese Ciments Lafarge,
che ha recentemente acquisito da
Nassef Sawiris Orascom Cement,
primo produttore di cemento del Medio
Oriente e del sud del Mediterraneo con
una capacità annua di 35 milioni annui
di tonnellate, è in trattative con la SGP
algerina per acquisire una quota della
Société des ciments de la Mitidja
con una capacità produttiva annua di 1
milione di tonnellate. Il gruppo francese è già presente nel paese attraverso
Algerian Cement Company, la prima
azienda cementiera a capitale privato
creata nel paese, che fa capo a Orascom, che ha raggiunto una capacità
pari a 4,5 milioni di tonnellate. Attualmente la produzione cementiera algerina ammonta a circa 16 milioni di tonnellate, di cui 11,6 milioni realizzati da 12
diversi cementifici a controllo pubblico.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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INFRASTRUTTURE - EDILIZIA
Romania: record europeo
di crescita per costruzioni
non residenziali
La Romania conquista nel 2007 il record in Europa nella crescita del settore delle costruzioni non residenziali,
con un aumento su base annua del
33,6%. Il dato elaborato dall'Istituto di
statistica rumeno (INS) è confermato
anche da Eurostat.
Sempre secondo Eurostat la crescita
media per l'intera UE è stata del 3,9%
con una flessione del 3,7% nell'area
euro compensata dall'andamento più
dinamico della Nuova Europa.
Romania: scattano
i fondi per le infrastrutture
Il Ministero dei Trasporti rumeno ha
pubblicato il Programma Operativo
Settoriale per i Trasporti (reperibile
sul sito del Ministero www.mt.ro). Dal
documento emerge che entro il 2013
verranno investiti quasi 6 miliardi di
euro, tra fondi europei e nazionali,
nelle infrastrutture per il trasporto
di terra, aria e mare. All'interno del
Programma Operativo Regionale sono
disponibili ulteriori 877 milioni di euro,
dei quali l'86% coperti con fondi UE. Il
programma prevede la costruzione di
quasi 2mila chilometri di autostrade
(attualmente, quelle percorribili non
superano i 300 chilometri). Si aggiungono i fondi previsti nell'ambito di altri
programmi operativi settoriali e in particolare quelli destinati alla tutela dell'ambiente e allo sviluppo dei centri urbani che includono il trattamento e la
canalizzazione delle acque reflue, lo
smaltimento dei rifiuti e la bonifica dei
bacini idrici. Significativo anche il programma di opere di ingegneria edile
destinate alla sanità e all'educazione.
Complessivamente saranno infatti resi
disponibili da parte dell'Unione Europea circa 9 miliardi di euro tramite il
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e quasi 7 miliardi tramite il Fondo
di Coesione.
In questo contesto il sindaco di Bucarest, Adriean Videanu, ha annunciato
complessivamente 160 progetti destinati alla capitale, che troveranno realizzazione in questi anni. Prevedono
una rete di nuovi sotto/sovrapassaggi,
l'ammodernamento dell'attuale viabilità cittadina, con la deviazione del traffico dalle vie centrali della capitale, e
che al momento costituiscono un percorso quasi obbligatorio per recarsi da
un capo all'altro dell'area urbana. In
questo contesto, l'Ambasciata d'Italia
patrocinerà un'iniziativa di informazione dedicata alle imprese in collaborazione con ANCE, OICE, Unimpresa,
ICE e Camera di Commercio. I lavori
verranno concentrati nel corso di una
giornata di incontri. Nella mattinata, le
Autorità competenti esporranno i progetti proposti, indicandone le caratteristiche e fornendo un quadro generale
della strategia nazionale nel settore. Il
pomeriggio sarà dedicato a tavoli di lavoro tecnici che si focalizzeranno su
quattro sottosettori: reti di trasporto
stradale, rete ferroviaria, trasporto marittimo e aereo e infrastrutture sociali
(ospedali e scuole in primis).
Il seminario si propone di dare la possibilità alle imprese, anche piccole e
medie, di entrare in contatto diretto
con le Autorità di gestione, ottenendo
informazioni di prima mano, utili soprattutto in sede di presentazione di
eventuali candidature per le successive gare di appalto.
SETTORI E AZIENDE
Il settore è in forte ripresa grazie anche alla decisione del governo di consentire la cessione di quote fino al 35%
a gruppi stranieri in grado di fornire
tecnologia. Tra le operazioni più recenti la cessione dell'impianto di Beni Saf
al gruppo egiziano Pharaon, dei cementifici di Hadjar Soud e Sour El
Ghozlane all'italiana Buzzi-Unicem, di
quello di Zahana e Djelfa all'egiziana
Asec Ciment che intende ora realizzare un nuovo impianto di 3,3 milioni di
tonnellate.
Restano ancora da trovare partner per
gli impianti di Aïn Touta, Tebessa et
Hamma Bouziane. Con i diversi progetti di ampliamento avviati la produzione algerina dovrebbe raggiungere,
a partire dal 2010, i 24 milioni di tonnellate, trasformando il paese, che fino
a tempi recenti era importatore, in un
esportatore netto.
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Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
15
La compagnia aerea Meridiana ha annunciato un incremento del numero dei
voli diretti tra Cracovia e Torino che salirà a tre alla settimana, a partire dal
prossimo marzo. Anche Volareweb ha
annunciato un'intensificazione dei collegamenti tra Cracovia e Milano, nonché l'apertura di un collegamento tra
Milano e Varsavia.
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TURISMO
Indonesia: Costa Crociere
addestra personale di bordo
Costa Crociere ha aperto in Indonesia
una scuola in collaborazione con l'istituto di formazione alberghiera Meranti
Magsaysay Institute (MMI).
Istruirà il nuovo personale di bordo impiegato nelle aree ristorante, pulizie,
cucina e bar. Costa Crociere prevede
di formare circa 1.300 nuovi assunti all'anno, in prevalenza studenti provenienti dalle scuole alberghiere locali. Il
personale di nazionalità indonesiana a
bordo delle navi Costa passerà così da
1.200 a 2.500 dipendenti nel 2008.
I corsi compresi nel programma sono
veri e propri laboratori di preparazione
che simulano l'attività prevista a bordo:
presso la scuola sono stati installati
una vera cabina e le riproduzioni di ristoranti, cucine e bar di bordo. I corsi
avranno una durata di 4 settimane.
Attualmente gli indonesiani rappresentano circa il 14% del totale del personale di bordo della flotta Costa, il 49%
proviene da altri paesi dell'Asia, il 18%
da Centro e Sud America e il 13% dall'Italia.
Tra il 2008 e il 2012 Costa Crociere
prevede di effettuare 12mila nuove assunzioni in concomitanza con la graduale entrata in servizio di 5 nuove navi già ordinate.
L'apertura della scuola di Jakarta segue di pochi mesi quella di un altro
centro di formazione Costa a Manila,
nelle Filippine, avvenuta a fine ottobre
2007. Il gruppo dispone attualmente di
6 scuole di formazione in tutto il mondo, di cui 5 dedicate esclusivamente
alla formazione del personale di bordo.
Un'altra scuola nelle Filippine è dedicata alla formazione del personale di
coperta e macchina. Il personale alberghiero rappresenta circa l'80% degli
occupati a bordo. Costa Crociere ha
anche un centro di addestramento, situato presso il quartier generale di Genova, per la formazione tecnica e manageriale di tutto il personale di terra e
di bordo. Nel 2007 il gruppo, che dispone di una flotta di 12 navi, ha imbarcato oltre 1,1 milione di clienti su
250 destinazioni diverse nel Mediterraneo, Nord Europa, Mar Baltico, Caraibi, Sud America, Emirati Arabi, Fareast
e Oceano Indiano.
SETTORI E AZIENDE
TRASPORTI
Polonia: aumentano
i voli diretti con l'Italia
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Mauritius: afflusso turisti
+ 15,1% nel 2007
Secondo i dati pubblicati dall'Ufficio
Statistiche delle Isole Mauritius, nel
2007 sono affluiti nel paese 907mila
turisti, con un incremento del 15,1% rispetto al 2006. Il 65% dei visitatori sono di provenienza europea. L'Italia si
classifica al quarto posto dopo Francia, Germania e Regno Unito. Le entrate generate dal turismo ammontano
a 40,7 miliardi di rupie (circa 970 milioni di euro). Bank of Mauritius prevede
nel 2008 un aumento del 18% delle entrate generate dal turismo, grazie alla
diversificazione del mercato, alla costruzione di hotel e alla liberalizzazione dei servizi aerei.
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Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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Turchia: espansione Yapi
Kredi equivale a nuova
acquisizione (Profumo)
"Non siamo interessati ad acquisire
Halkbank: in Turchia abbiamo già una
posizione di rilievo e intendiamo crescere per linee interne. Del resto il programma di espansione della rete di Yapi Kredi equivale all'acquisizione di
una banca di medie dimensioni". Queste, in sintesi le dichiarazioni del Presidente di Unicredit, Alessandro Profumo, rilasciate a margine dell'ultimo
consiglio di direzione di Yapi Kredi, il
gruppo bancario turco controllato in
modo paritetico da Unicredit e Koc
Holding che insieme detengono il
57,4% del capitale. Quarta banca del
paese con circa 14 milioni di clienti, Yapi Kredi, concluso il processo di integrazione con Koc Bank, sta mettendo
il piede sull'acceleratore: 80 nuove filiali aperte nel 2007, 160 previste nel
2008 con la possibilità, entro la fine del
2009 di arrivare a mille filiali. Questo
almeno l'obiettivo indicato dal chief
executive, Tayfun Bayazit che prevede per la Turchia una crescita del PIL
nel 2008 pari al 4,9% con un rallentamento dell'inflazione al 6,1% , una riduzione dei tassi di interesse e un aumento totale dei crediti erogati dal sistema bancario pari al 25%, con punte
del 38% per il credito al consumo.
In Turchia Yapi Kredi si colloca al primo
posto nel segmento delle carte di credito con una quota di mercato pari al
25%, in quello del leasing e factoring
(circa il 20%) e al secondo posto nell'asset management (oltre il 19%). I
clienti della banca sono 14 milioni di cui
5,5 milioni operano in modo continuativo. Gli spazi di crescita sono individuati oltre che in una maggior copertura
del territorio, che in numerose aree (in
particolare in Anatolia) è tuttora 'sottobancarizzato', anche in una maggiore
attivazione dei conti meno attivi. In termini gestionali i punti di forza della
banca sono rappresentati dagli elevati
livelli di automazione (1.700 bancomat
di ultima generazione), dal sistema di
controllo dei costi, dal programma di
razionalizzazione con il graduale spostamento agli sportelli di personale occupato in funzione di back office.
Alessandro Profumo ha ricordato che
il numero dei clienti di Unicredit in Turchia è superiore a quello dell'Italia o
della Polonia. Unicredit è entrato in
Turchia nel 2002 con un investimento
di circa un miliardo di dollari che a fine
febbraio, nonostante l'andamento recessivo delle Borse, valeva 3,35 miliardi con una creazione di valore pari a
2,45miliardi. Al 30 settembre 2007 gli
asset della banca ammontavano a 32,8
miliardi di euro, i depositi a 20,2 miliardi, i crediti a 17 miliardi. La rete era costituita da 712 sportelli.
SETTORI E AZIENDE
FINANZA
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Yapi Kredi è nota per avere una dotazione di sportelli automatici tra i più moderni d’Europa
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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POLONIA
Gli imprenditori
chiedono riforme ai partiti
Rostowski promette
una riduzione del deficit fiscale
Il mondo imprenditoriale spagnolo, in
concomitanza con le elezioni politiche,
ha presentato un programma di richieste ai due grandi partiti in lizza.
La prima, avanzata dalla Confederazione imprenditoriale CEOE e da
CEPYME (piccole e medie imprese) e
accolta favorevolmente dai partiti, è diretta ad ottenere la partecipazione del
capitale privato nella gestione delle infrastrutture.
La seconda richiesta, che pure trova
gli interlocutori politici disponibili, punta a rendere più snelle le pratiche amministrative per la creazione di nuove
imprese. La terza proposta é diretta a
garantire l'unità del mercato interno
che, secondo gli imprenditori, è messa
a rischio da diverse normative delle
Comunità Autonome, soprattutto in
tema di distribuzione commerciale.
Altre richieste della CEOE si riferiscono al mantenimento dell'energia nucleare, alla riduzione dal 30 al 25%
dell'aliquota dell'imposta societaria
(per le PMI é già al 25%), e al ripristino di una serie di deduzioni.
Le Camere di Commercio, dal canto
loro, hanno in particolare richiesto una
riforma della giustizia che permetta di
ridurre drasticamente la durata delle
vertenze.
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Jacek Rostowski Il Ministro delle Finanze polacco
Il Ministro delle Finanze polacco Rostowski, ha indicato in una conferenza
stampa le linee guida nel settore fiscale del governo in carica, che prevedono una riduzione graduale al di
sotto del 40% del PIL entro il 2011, con
contrazioni annuali dello 0,6-0,8% a
partire dal bilancio 2009. Attualmente
la spesa pubblica copre circa il 42,3%
del PIL.
La riduzione verrà attuata attraverso
una attenta valutazione delle assegnazioni di spesa dei singoli Ministeri. Nello stesso periodo il governo polacco intende, inoltre, portare il deficit strutturale all'1% del PIL. Secondo il Ministro
delle Finanze, grazie al miglioramento
del disavanzo pubblico registrato nel
2007, già nell'anno in corso dovrebbe
essere rimossa la procedura di deficit
eccessivo a carico della Polonia.
Sul piano della tassazione il governo intenderebbe varare una riforma dell'imposizione dei redditi delle persone fisiche per ridurre e semplificare il carico fiscale, non escludendo l'introduzione di
una flat tax a partire dal 2011.
Quanto all'adozione dell'euro, il Ministro delle Finanze ha indicato che il
passaggio della Polonia all'ERM2 non
potrà avvenire che successivamente
alla stabilizzazione dei mercati finanziari internazionali. Ha anche confermato le previsioni sulla crescita dell'economia polacca nel 2008, che restano
improntate ad un prolungamento del
trend positivo con un tasso di crescita
del PIL pari al 5,5% per l'intero anno.
La fase espansiva dovrebbe essere favorita dalla crescita degli investimenti
(+14,5%), dei consumi (+6%) e dal
buon andamento dell'export, in presenza di un tasso di inflazione pari al 2,5%,
di una progressione costante dei salari
reali e di un miglioramento della situazione del mercato del lavoro.
PAESI E MERCATI
SPAGNA
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Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
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MADAGASCAR
Cresce l'export italiano
e si riduce il deficit
dell’interscambio
Miniere e turismo:
l'isola torna a crescere
Nel 2007 le esportazioni italiane in
Corea del Sud sono cresciute del
22,9% su base annua e hanno totalizzato 3,583 miliardi di dollari Usa. Le
importazioni, pari a 4,151 miliard,i sono invece calate del 3,1%.
Anche l'Unione Europea ha rafforzato
la sua posizione di partner di primissimo
piano della Corea: è seconda solo alla
Cina nell'interscambio commerciale
(quasi 93 miliardi di dollari Usa), ed è il
primo investitore assoluto nel paese.
Dopo decadi di isolamento e stagnazione l'economia del Madagascar, grazie anche ai consistenti investimenti in
corso nel settore minerario e alle
performance dei settori tessile, costruzioni e turismo, si attesterebbe al 7,3%
nel 2008 e potrebbe continuare a crescere nei prossimi tre anni, sino a raggiungere la media annuale dell'8%.
Lo dice l'ultimo rapporto del FMI che
prevede sino al 2011 una diminuzione
dell'inflazione media annuale al 5%.
PAESI E MERCATI
COREA DEL SUD
http://www.ambpretoria.esteri.it
http://www.ambseoul.esteri.it
Nosy Iranja Una delle nuove mete del turismo malgascio
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
19
Gli idrocarburi, che coprono il 35% del PIL, continuano a rappresentare la base di creazione della ricchezza ma in questi
anni è stata perseguita anche una decisa politica di diversificazione dell'economia verso le attività non petrolifere.
Nel 2007 il PIL reale degli Emirati Arabi
Uniti ha avuto una crescita reale stimata attorno al 7,5%. Tra i settori che più
hanno contribuito alla crescita, accanto
agli idrocarburi, figurano le attività manifatturiere che coprono il 13% del PIL, il
commercio (11%) e l'immobiliare (8%).
Il PIL pro-capite é stimato in circa 21.474
dollari Usa, che sale però a circa 46mila
dollari se rapportato ai soli cittadini di nazionalità emiratina. La popolazione residente, secondo le stime ufficiali che si basano su un censimento di tre anni fa, è di
circa 4,4 milioni, di cui almeno al 78 % è
rappresentato da espatriati provenienti da
altri Paesi a titolo stabile o provvisorio. È
quindi difficile fornire una fotografia 'istantanea' di questi flussi che comunque sono
in crescita. Le ultime valutazioni dell'Economist Intelligence Unit ad esempio,
stimano la popolazione residente negli
Emirati nel 2007 in 5,2 milioni di abitanti.
Il tasso di disoccupazione è estremamente ridotto. Risulta attestato tra il 2,5
e il 4 % e si riduce al 2,7% se riferito ai soli cittadini emiratini.
DOSSIER
Finanza, grattacieli e servizi hi-tech:
ecco il nuovo mondo degli sceicchi
L'economia è caratterizzata da un'elevata
apertura al commercio internazionale: il
volume degli scambi commerciali con l'estero é stato nel 2007 pari al 161% del PIL
totale. Gli Emirati aderiscono alla Organizzazione Mondiale del Commercio e alla
Greater Arab Free Trade Zone (GAFTA).
Hanno accordi commerciali bilaterali con
Siria, Giordania, Libano, Marocco, Irak.
Sono in fase di gestazione ulteriori accordi
di libero scambio a livello bilaterale con
Stati Uniti e Australia a cui si aggiungono
altri accordi del Consiglio di Cooperazione
del Golfo (di cui gli Emirati fanno parte) con
Cina, Turchia e India. Un negoziato con
l'Unione Europea è stato avviato da tempo
ma non è ancora concluso.
Un crescente
potere finanziario
Gli EAU dispongono di un'imponente ricchezza finanziaria - di difficile quantificazione - investita prevalentemente all'estero, anche in direzione di Asia ed Africa. Abu Dhabi - Il modo migliore per avere un bel colpo d'occhio sulla città è fare una passeggiata
lungo la Corniche, il lungomare panoramico.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
20
Boom immobiliare
Il fortissimo sviluppo del settore immobiliare è una delle caratteristiche salienti dell'attuale fase economica degli Emirati che
fino al recente passato imponevano forti limiti all'accesso ai diritti di proprietà da parte di stranieri. Ha aperto la strada del cambiamento Abu Dhabi, con una legge varata nel 2005 che, per la prima volta, apriva
sia pure con alcune limitazioni, l'accesso
alla proprietà immobiliare ai residenti degli
altri Emirati e dei Paesi aderenti al Consiglio di Cooperazione del Golfo, estendendola, sia pure con maggiori limiti, anche a stranieri esterni a quest'area. Nel
2007 la legislazione é stata ulteriormente
perfezionata con una serie di decreti che
ampliano i diritti degli stranieri e delle società di sviluppo immobiliare (il cui capitale può anche essere parzialmente in mano a investitori esteri). I limiti, per quanto
riguarda individui e società straniere, sono
costituiti dal fatto che i titoli a cui possono
accedere sono rappresentati dai soli diritti
di superficie (fino a un massimo di 99 anni) e dal fatto che la proprietà é consentita
solo in località specifiche individuate dal
governo locale. Nel 2006 una normativa
con caratteristiche analoghe è stata introdotta anche a Dubai che si è dotato di un
registro delle proprietà immobiliari. Un anno dopo il numero di nuovi contratti stipulati aveva raggiunto un valore complessivo di 14 miliardi di euro con un raddoppio
su base annua. Il risultato è stato un intenso sviluppo dell'attività di costruzione
residenziale.
DOSSIER
Contestualmente, accanto agli investimenti di portafoglio, stanno assumendo
rilevanza anche quelli diretti. Ad esempio
Dubai International Capital, braccio di
investimenti del governo di Dubai, ha acquistato nel novembre 2007 una quota
tra il 3 e il 5% della giapponese Sony. Diventa meno tradizionale lo stile di investimento. In agosto Dubai World, un'altra
holding del governo di Dubai ha acquisito il 9,5% del gruppo MGM Mirage, secondo operatore di case da gioco al mondo, per 5 miliardi di dollari entrando così
nel controverso business del gioco d'azzardo. Significativa anche la recente decisione dell'ente petrolifero statale di Abu
Dhabi, ADNOC, di realizzare, in joint
venture con il gruppo austriaco OMV, un
impianto di polipropilene che sorgerà a
Shanghai e inizierà a produrre dal 2010.
Complessivamente gli investimenti all'estero delle istituzioni locali sono stimati dalla Banca Centrale degli EAU
e dall'Economist Intelligence Unit, tra
i cinquecento e gli ottocento miliardi di
dollari USA, di cui almeno 250 - 300
miliardi gestiti dalla Abu Dhabi Investment Authority (ADIA) che è uno dei
maggiori fondi sovrani al mondo. Nel
novembre 2007 ADIA ha acquisito il
4,9% di Citigroup per un controvalore
di 7,5 miliardi di dollari USA ed è così
diventato il maggior azionista singolo
della banca. A queste cifre si devono
peraltro aggiungere gli investimenti
connessi al patrimonio privato dei principali sceicchi del Paese.
Investimenti in partneship
Nel maggio 2007 Mariella Burani Fashion Group e il gruppo DAMAS - di Dubai - hanno siglato una joint venture con sede in Italia che gestirà l'acquisizione di aziende nei
settori gioielleria e moda. Mariella Burani - nella foto un occhiale griffato dalla stilista romagnola - controllerà il 51%. Sempre nel maggio 2007 il gruppo Gabetti ha finalizzato un accordo di
partnership con DAMAC Properties, per effettuare investimenti
immobiliari sul mercato europeo e
su quello medio-orientale.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
21
Ad Abu Dhabi, i progetti più importanti
sono gestiti dalle tre società di sviluppo immobiliare collegate al governo locale. Sono ALDAR (www.aldar.com),
Surouh Real Estate (www.sorouh.com)
e Reem Investments, (www.reeminvestments.com). ALDAR sta avviando
il progetto Central Market di Abu
Dhabi, dove dovrebbero sorgere un
centro commerciale, un souk arabo e
varie società di servizi municipali.
Un'ulteriore iniziativa è lo sviluppo di
Al Raha Beach (una delle aree della
capitale dove é concessa la proprietà
immobiliare agli stranieri) alla periferia
di Abu Dhabi. Si tratta di un nuovo insediamento urbano in grado di ospitare 120mila persone, completo di servizi e infrastrutture sia residenziali che
turistiche che occuperà un'area di 6,8
milioni di metri quadri. Entro il 2009
dovrebbe essere operativo anche il
nuovo parco tematico con marchio
Ferrari realizzato da Aldar sull'isola di
Yas, con una pista che ospiterà un
Gran Premio di Formula 1 e un'area divertimenti, nonché un hotel, sempre a
marchio Ferrari. Reem Investments in
partnership con Surouh Real Estate e
Tamouh Investments ha avviato invece un progetto di valorizzazione di Al
Reem Island, un'isola localizzata a 300
metri al largo di Abu Dhabi che prevede
la realizzazione di infrastrutture residenziali per 80mila persone. Anche in
quest'area é concessa l'acquisizione di
proprietà immobiliari da parte di stranieri. L'investimento previsto è di 7 miliardi di dollari USA.
A Dubai le principali iniziative sono gestite da EMAAR (www.emaar.com) e
Nakheel, (www.nakheel.com). Entrambe le società sono connesse al governo
locale. Il portafoglio progetti di EMAAR
include una cinquantina di operazioni
di sviluppo tra cui l'area di Burj Dubai,
ove sorgerà il grattacielo più alto del
mondo e sarà localizzato anche uno
dei primi hotel di una nuova catena che
porterà il marchio Armani (Armani Hotel and Resorts).
Si aggiungono diverse grandi lottizzazioni con migliaia di appartamenti e villette di tipologia diversa, tra cui Arabian
Ranches, Emirates Hills, The Lakes,
The Springs e via dicendo. Nakheel gestisce altri progetti residenziali e commerciali, inclusi gli insediamenti insulari artificiali di Palm Jebel Ali, Palm Ju
meirah, Palm Deira e The World.
DOSSIER
Nuovi quartieri
e isole artificiali
Formula 1 Dal 2009, gli Emirati ospiteranno
un Gran Premio del massimo campionato
automobilistico. I lavori per la costruzione del
circuito, lungo circa 5,6 Km, sono già in corso
sull’isola di Yas.
Nell’immagine una simulazione 3D dell’evento.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
22
Dubai ha deciso di volare
A partire dal 2005 gli Emirati hanno mostrato anche una crescente capacità di
attrarre investimenti dall'estero. L'obiettivo è di promuovere lo sviluppo di attività industriali e di servizio in cui serve
l'apporto di tecnologie e know-how stranieri. Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale emiratina, il flusso é stato di 11 miliardi di dollari USA nel 2005 e di 12,8 miliardi nel 2006. Non sono ancora disponibili i dati del 2007. Su incoraggiamento
degli organismi internazionali, l'esecutivo
degli EAU sta preparando una serie di
modifiche all'attuale normativa per consentire alle imprese straniere di detenere
la quota di maggioranza in società locali
anche al di fuori delle zone franche dove
questo è già possibile. Le nuove norme
dovrebbero entrare in vigore entro il
2008. Gli EAU dispongono di vaste disponibilità di manodopera locale a basso
costo, costituita in grande prevalenza da
immigrati dai Paesi del sub-continente indiano. Nelle zone franche le condizioni
fiscali e normative offerte agli investitori esteri sono particolarmente vantaggiose: non ci sono limiti alle quote di partecipazione, è garantito il diritto di rimpatrio dei capitali e dei profitti, non vengono
applicati dazi. Attualmente se ne contano
23 specializzate in diversi settori di attività. Punta al comparto dei servizi l'Emirato del Dubai con una serie di iniziative
mirate: Dubai Internet City, Dubai Media
City, Dubai Healthcare City, Knowledge
City, Dubai International Financial Center. Focalizzate su attività di produzione
industriale sono invece Industrial City of
Abu Dhabi (ICAD), Hamryah Free Zone,
Ajman Free Zone ed altre.
Nel 2007 l'aeroporto di Dubai è stato
uno degli scali aerei con la maggiore
crescita di passeggeri al mondo: + 19%
su base annua. Il flusso totale è stato di
oltre 34 milioni di persone e si prevede
che cresca ulteriormente nel 2008 a 40
milioni di unità.
L’aereoporto è gestito dalla Abu Dhabi
Airports Company (www.adac.ae) che
ha avviato un progetto di espansione
con un investimento previsto pari a
quasi sette miliardi di dollari USA. In
particolare, quattro miliardi saranno
stanziati per la realizzazione di un terzo terminale che dovrebbe consentire
un flusso aggiuntivo pari a 20 milioni di
passeggeri anno. L'aeroporto sarà connesso al porto di Jebel Ali da un tunnel
sotterraneo lungo 10 chilometri, che
consentirà il trasbordo dei container dal
vettore aereo a quello navale e viceversa.
D O C U M E N TA Z I O N E
Investimenti dall'estero
Ma non è tutto. Il programma più ambizioso prevede la costruzione di un
nuovo polo integrato chiamato Dubai
World Central (www.dubaiworldcentral.net) che sorgerà su un'area di 140
km2 localizzata in prossimità di Jebel
Ali, a 30 chilometri dalla capitale. Il progetto é gestito da un ente specifico,
chiamato Dubai Aerospace Enterprise (DAE), www.dubaiaerospace.com,
controllato dai maggiori gruppi finanziari ed enti amministrativi dell'Emirato.
L'investimento previsto, a conclusione
delle diverse fasi, ammonta ad oltre 20
miliardi di dollari USA. Prevede la realizzazione, in prossimità dell'aeroporto, Telecomunicazioni
Gli Emirati sono il primo Paese nel mondo arabo per diffusione dei mezzi di telecomunicazione. Nel febbraio 2006 il comitato per la supervisione del settore TLC ha rilasciato la concessione a un secondo gestore di telefonia fissa e mobile, EITC che mette fine al decennale
monopolio di Etisalat. La nuova società dispone di un capitale iniziale di un miliardo di euro
ed appartiene per il 50% al Governo federale, per un altro 25% al gruppo Mubadala (holding
del governo di Abu Dhabi per gli investimenti) e per il restante 25% a una sussidiaria della Dubai Technology, e-commerce & Free Zone Authority. È diventata operativa nel febbraio
2007 con il marchio Du. Cresce anche la presenza in campo satellitare. Mubadala ha firmato
nell'agosto 2007, tramite la controllata Yahsat, un contratto del valore di 1,7 miliardi di dollari
con un consorzio europeo formato da EADS Astrium e Thales Alenia Space per la realizzazione e messa in opera, dalla seconda metà del 2010 di due satelliti di telecomunicazioni.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
23
La 'città aeronautica'
Un ulteriore aspetto qualificante del nuovo polo sarà lo sviluppo di una serie di attività di servizio connesse al trasporto aereo che faranno capo a sei società sussidiarie di Dubai Aerospace Entreprise:
DAE Capital, DAE Manufacturing, DAE
University, DAE Airports, DAE Engineering e DAE Services. Le attività
svolte copriranno la gestione di operazioni aeroportuali, il finanziamento di velivoli, l'alta formazione e ricerca nel settore
della manutenzione e riparazione degli
aeromobili. In questo contesto un primo
accordo è stato concluso con la britannica Cranfield University con l'obiettivo di
formare 8.000 studenti per anno entro il
2015. DAE ha anche acquisito, con un
esborso di 1,9 miliardi di dollari, due operatori statunitensi, Standard Aero e
Landmark Aviation che operano nel settore della manutenzione degli aerei e ha
trasferito a Tempe in Arizona, la propria
divisione di attività di ingegneria.
Infine il governo di Dubai, tramite il
fondo Global Strategic Equities Fund
ha acquisito il 3,12% del capitale di
EADS (European Aeronautic Defence
and Space Company).
Da rilevare che anche Abu Dhabi punta
a sviluppare nuove attività nel settore
aeronautico. In particolare Mubadala,
holding di investimenti del Governo (e
azionista di Piaggio Aero Industries)
ha siglato con Boeing un accordo per la
creazione di un centro di produzione e
ricerca aerospaziale incentrato soprattutto sullo studio dei nuovi materiali.
Con la stessa Boeing e con Lockheed
Martin intende anche realizzare un
centro di manutenzione dedicato so
prattutto ai velivoli militari.
DOSSIER
di una città dotata di un distretto residenziale (Dubai Residential City), commerciale (Dubai Commercial City), scientifico-tecnologico (Science & Technology
Park), logistico (Dubai Logistics City).
Hub di interscambio mondiale
Dubai è stato il primo Emirato a puntare decisamente sulla creazione di
un hub di interscambio mondiale, basato su un'offerta congiunta di servizi
di trasporto marittimi ed aerei, sul modello di Singapore e di Hong Kong.
L'obiettivo è di valorizzare la posizione geografica situata sulle rotte che
collegano India e Fareast all'Europa.
L'offerta include anche la disponibilità
di aree attrezzate (free trade zone)
per operazioni industriali e logistiche
a valore aggiunto. Nel marzo del
2007 l'Ufficio di statistica di Dubai ha
pubblicato una serie di dati da cui
emergeva che il valore delle importazioni dell'Emirato nell'anno precedente aveva raggiunto 46,7 miliardi di euro, di cui 16,6 riesportati verso altre
destinazioni. Nelle 15 zone franche di
Dubai sono stati importati ed esportati beni rispettivamente per il valore di
26 e 18 miliardi di euro.
L’aereoporto internazionale di Abu Dhabi è il primo
biglietto da visita della città. La sua architettura,
misto di orientaleggiante e avveniristico,
rappresenta appieno lo spirito della città
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
24
Trasporti urbani 'sostenibili'
Di particolare rilevanza a Dubai sono
anche i progetti, gestiti dall'Autorità
dei Trasporti (www.rta.ae) che prevedono, tra l'altro, la costruzione della
metropolitana leggera entro il 2012.
La prima fase dovrebbe diventare operativa dal 2009. A questa si aggiunge la
realizzazione di un sistema di trasporto
marittimo, la riorganizzazione dell'assetto del traffico basato su un programma specifico (Dubai Urban Development Framework) di ampliamento della rete stradale urbana che prevede investimenti valutati in 5 miliardi di dollari USA. Dovrebbe essere completato
nel 2015. L'obiettivo è di conciliare lo
sviluppo urbano con la crescita del traffico in un contesto in cui le immatricolazioni di nuovi veicoli stanno crescendo nell'ordine del 30% all'anno. Separatamente, il Governo ha annunciato,
nel settembre 2007, un nuovo piano di
sviluppo urbano incentrato sulla sostenibilità la cui redazione è affidata al
gruppo australiano Urbis. La valutazione e successiva gestione farà capo ad
un apposito comitato presieduto dal
Segretario Generale del Governo a cui
partecipano anche gli Enti pubblici che
operano nel campo dei trasporti, servizi a rete e via dicendo, nonché i principali operatori immobiliari.
Nell'ottobre 2007 anche il governo di
Abu Dhabi (www.abudhabi.ae) ha varato un nuovo masterplan chiamato Abu
Dhabi 2030, incentrato sullo sviluppo
urbano sostenibile. Il masterplan Abu
Dhabi 2030 può essere reperito sul
portale www.abudhabi.ae, all’indirizzo
http://www.abudhabi.ae/Sites/Portal/Cit
izen/EN/root,did=83360.html.
Il piano prevede la creazione di alcuni
distretti tematici: Business District per
gli affari, Capital District per uffici pubblici, sanità, istruzione. Sull'Isola di
Saadyat (Isola della Felicità) sorgerà il
Distretto Culturale con una concentrazione di musei, alberghi e residenze turistiche. Infine sarà realizzato un
Grand Mosque District, con nuove
aree residenziali per decongestionare il
resto della città, situato intorno alla
Grande Moschea. Anche in questo caso è prevista la realizzazione di una
metropolitana leggera e di servizi basati su taxi d'acqua e mini-traghetti. Il progetto prevede l'interconnessione delle
diverse modalità di trasporto: su strada, rotaia e su acqua. Una particolare
enfasi viene attribuita anche all'uso di
energie rinnovabili sulla base di un progetto annunciato due anni fa e che at- DOSSIER
Abu Dhabi: il nuovo volto
della capitale
Una Ferrovia per il Golfo
Prosegue il progetto di realizzazione di una rete ferroviaria nazionale, annunciato per la prima volta nel dicembre 2005. I risultati di uno
studio di pre-fattibilità (nella foto una
mappa), inizialmente affidato dal Governo di Abu Dhabi ad un consorzio tedesco
formato da Dornier Consulting e DeConsult ha subito a metà del 2007 consistenti modifiche in ragione della decisione dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo di affidare a un consorzio
formato dalla canadese Canarail, dalla
francese Systra e dalla società di consulenza libanese Khatib & Alami, uno studio di fattibilità per una ferrovia che coprisse l'intero arco dei Paesi del Golfo, da
Kuwait City fino allo Yemen. Dovrebbe
essere completato entro ottobre 2008. Il
Consiglio di Cooperazione del Golfo ha
inoltre stabilito che ogni Paese membro
finanzierà la propria tratta. In questo contesto
la tratta emiratina sarà gestita dall'Autorità
Nazionale dei Trasporti.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
25
Ora il Governo
punta sul turismo
Abu Dhabi, visto il crescente successo
ottenuto da Dubai in campo turistico,
sta avviando un intenso programma
per sviluppare anche questo settore.
L'obiettivo è di raggiungere entro il
2015 un flusso annuo di 3-5 milioni di
turisti nella capitale federale. Particolarmente attiva Abu Dhabi Tourism
Authority (ADTA), www.abudhabitourism.ae, che ha aperto anche due uffici in Europa, a Londra e Francoforte e
opera in sinergia con Etihad Airways.
È impegnata nel promuovere un aumento della ricettività alberghiera di
15.000/17.000 camere entro il 2015
con una particolare enfasi sulla fascia
alta: il 45% dell'offerta addizionale
sarà in hotel a cinque stelle. ADTA ha
anche ricevuto dal governo di Abu
Dhabi la proprietà di Sadiyat Island,
isola di 2.700 ettari, in gran parte disabitata, situata al largo della costa di
Abu Dhabi in direzione est, con il mandato di sviluppare nuove infrastrutture
turistiche e un Distretto Culturale. Uno
degli strumenti operativi di ADTA è la
Tourism Development and Investment Company (TDIC), www.tdic.ae,
dotata di un capitale iniziale di circa 25
milioni di euro e incaricata dello sviluppo del progetto. Sono previsti sull'isola
sei distretti, 19 chilometri di spiaggia,
29 hotel per un totale di 7mila camere,
8mila ville private e più di 38mila appartamenti, con l'obiettivo finale di accogliere 150mila residenti.
Il Distretto Culturale di Abu Dhabi ospiterà un Guggenheim Museum, una
sede organizzata dal museo Louvre,
un Museo Nazionale intitolato al padre
della Patria, sceicco Zayed bin Sultan
Al Nahyan, un Museo di storia marittima ed un Museo delle perle. La crescente vocazione turistica degli Emirati
è stata individuata come un'importante
opportunità di business anche dal gruppo italiano Costa Crociere, che in partnership con la DP World di Dubai ha
avviato, a partire dal dicembre 2006,
un importante programma di crociere
con base a Dubai e scali a Manama
(Bahrein), Doha (Qatar), Muscat
(Oman) e Abu Dhabi. Il successo riscosso ha portato all'apertura di un ufficio di rappresentanza a Dubai e al
raddoppio delle frequenze. Il calendario 2007/2008 prevede venticinque crociere con l'impiego di due navi: Costa
Romantica e Costa Europa.
DOSSIER
tualmente è gestito da MASDAR una
controllata di Mubadala. Prevede in
particolare la realizzazione di un intero
distretto modello alimentato con energie alternative.
Spazio d’autore per la cultura L’Abu Dhabi Performing Arts Centre sarà uno dei
cinque poli del distretto culturale di Saadiyat Island (isola della Felicità), al largo di
Abu Dhabi. L’intervento è promosso dalla Solomon R. Guggenheim Foundation per
conto della Tourism Development and Investment Company di Abu Dhabi (TDIC).
L’edificio, alto 62 metri e firmato Zaha Hadid, ospiterà cinque teatri - varietà,
sala da concerti, opera, teatro e uno spazio multifunzionale - per una
capacità totale di 6.300 posti a sedere. ll centro sarà inoltre la sede
della nuova accademia di arte drammatica dell’Emirato.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
26
Go global: si apre una nuova
partita per mercati
e istituzioni finanziarie
Il tasso di crescita previsto per i consumi di energia elettrica ed acqua negli
Emirati nei prossimi anni è pari al 45 per
cento rispetto ad oggi. In questo contesto è previsto che il settore delle utilities
richiederà investimenti per circa 10 miliardi di dollari. Gli EAU prevedono di
elevare del 50 per cento nei prossimi
dieci anni la capacità di produzione nazionale di energia elettrica, che attualmente si attesta a 10 GW. Le responsabilità sono però suddivise tra diversi organismi. Federal Electricity and Water
Authority, fornisce acqua ed energia
elettrica agli Emirati del Nord. Ad Abu
Dhabi, Dubai e Sharjah i servizi a rete
fanno invece capo a entità locali. Sono,
rispettivamente Abu Dhabi Water and
Electricity Authority, Dubai Electricity
and Water Authority, Sharjah Electricity and Water Authority.
Il settore si sta aprendo, in parte, all'ingresso di capitali privati. In particolare
Abu Dhabi Water & Electricity Authority
ormai opera come una holding a cui
fanno capo diverse società produttrici in
parte controllate al 100% e in parte con
apporto di partner privati. Nell'ottobre
2007 il Governo federale ha deliberato
la privatizzazione della produzione e
della distribuzione di acqua ed elettricità dell'Autorità federale per l'Acqua e
l'Energia Elettrica (Federal Electricity
and Water Authority), mentre a breve
dovrebbe essere realizzata la privatizzazione di Dubai Electricity and Water
Authority.
L'industria dei servizi finanziari negli
Emirati, finora, è stata caratterizzata da
una netta separazione tra attività rivolte
al mercato interno e attività offshore. In
particolare Dubai si è affermato quale
distretto finanziario di rilevanza
mondiale, concentrandosi sull'attrazione delle maggiori istituzioni bancarie e
finanziarie, operanti soprattutto nella
zona franca finanziaria (Dubai International Financial Centre). Questa compartimentazione sta però diventando
meno rigida in concomitanza con il processo di internazionalizzazione delle
stesse istituzioni finanziarie locali. Particolarmente significativa la decisione di
Borse Dubai di acquisire nel settembre
2007 il 28% della Borsa di Londra.
Borse Dubai è una holding governativa
che gestisce il Dubai Financial Market
e il Dubai International Financial Centre (DIFC). In giugno DIFC, che già detiene una quota della borsa lussemburghese Euronext, ha acquisito una partecipazione del 2,2% in Deutsche
Bank, per un controvalore stimato in 1,8
miliardi di dollari. In precedenza la stessa DIFC aveva acquisito una quota di
Euronext. La Borsa di Abu Dhabi (Abu
Dhabi Securities Market) ha invece siglato in novembre un protocollo d'intesa
con il ministero delle Finanze siriano, in
base al quale si impegna a partecipare
all'avviamento della nuova Borsa di Damasco. Abu Dhabi punta anche a sviluppare il comparto del reddito fisso.
DOSSIER
Utilities: grandi investimenti
con più spazio ai privati
I player del trasporto aereo
Emirates
Airlines È controllata dal Governo di Dubai.
La flotta è composta da velivoli Airbus
e Boeing dell'ultima generazione. Figura tra
le prime cinque compagnie aeree al mondo.
Etihad Airways è il vettore federale degli
EAU. Opera da Abu Dhabi su 45 destinazioni in tutto il mondo, tra cui Melbourne, Toronto, Shanghai, Manila, Casablanca, New
York, Johannesburg, e le principali città europee. Dal 2 settembre 2007 Etihad Airways
collega con tre frequenze settimanali Abu
Dhabi con Milano.
Air Arabia Opera dall'Emirato di Sharjah, il
terzo del Paese per rilevanza politico-economica.
RAK Airways Opera dal 15 marzo 2007
dall'Emirato di Ras al Khaimah, inizialmente
con due Boeing 757 in leasing. Collega gli
Emirati con India e Iran da cui proviene un
alto numero di immigrati. Da quest'anno si
aggiungeranno Bangladesh, Pakistan e Sri
Lanka e nel 2009 saranno collegate anche
alcune destinazioni europee. La compagnia
prevede di trasportare 250mila passeggeri
nel primo anno di attività.
Diplomazia Economica Italiana - n. 5 - 20 marzo 2008
27
Impiantistica:
imprese italiane in primo piano
L'interscambio complessivo tra Italia ed
Emirati Arabi Uniti ha fatto registrare
nei primi 9 mesi del 2007 un valore di
3.403,6 milioni di euro, e un saldo attivo per l'Italia (che non importa petrolio
da questi Paesi) di 2.965 milioni di euro. Il valore dell'export italiano é stato
di 3.184 milioni con un aumento del
47,3% su base annua. Particolarmente
rilevante l'ammontare dei contratti acquisiti da società italiane di ingegneria
e impiantistica: tra il luglio 2006 e il
gennaio 2007 ammontano complessivamente a 4 miliardi e 492 milioni di
euro. Dal luglio 2006 al gennaio 2008
le commesse acquisite da imprese italiane sono pari a 4 miliardi e 492 milioni di euro (pari a 6 miliardi e 468 milioni di dollari USA). Dal 2002 al giugno
2006 le commesse acquisite negli EAU
da imprese italiane erano state pari a
circa 4 miliardi e 990 milioni di dollari
USA. Di seguito sono segnalate le operazioni più rilevanti del 2007-2008.
DOSSIER
In particolare il governo dell'Emirato
ha varato nel 2007 una prima emissione per un importo di 1 miliardo di dollari Usa. È il primo benchmark (rating
'AA' di S&P) per la creazione di un
mercato dei titoli di Stato. È ora attesa
una prossima emissione di bond anche
da parte del governo di Dubai.
Il processo di internazionalizzazione si
sta poi estendendo alle banche locali.
Punta in questa direzione la fusione,
ufficializzata nel marzo 2007, tra Emirates Bank e National Bank of Dubai
che ha dato luogo a un nuovo istituto
che si colloca oggi al primo posto negli
Emirati, con asset per circa 50 miliardi
di dollari USA. Sarà guidato dall'attuale presidente di Emirates Bank, Ahmad Humaid Al Tayer, uno dei maggiori imprenditori del Paese, mentre la
vicepresidenza sarà affidata all'attuale
presidente di National Bank of Dubai,
Abdullah Mohammad Saleh.
Prima della fusione Emirates Bank era
il secondo istituto bancario del Paese,
mentre National Bank of Dubai figurava al quarto posto.
La nuova banca è presente all'estero
con sedi e/o uffici di rappresentanza a
Londra, Teheran, Mumbai. Nell'ottobre
2007 anche First Gulf Bank (FGB) ha
siglato con il Fondo per lo Sviluppo
Economico e Sociale (Esdf) libico un
protocollo d'intesa che prevede la
creazione di una nuova banca che si
chiamerà Gulf-Libyan Bank.
Aprile 2007
MAIRE-Tecnimont si aggiudica una
commessa del valore di 1 miliardo e
855 milioni di dollari USA per l'EPC
(Engineering, Procurement and Construction) di due unità di polipropilene Motonautica Negli Emirati Arabi Uniti gli sport a motore sono tra i più amati.
Se dal 2009 (vedi box) Abu Dhabi ospiterà un Gran Premio di Formula 1, sono ben
20 anni che a Dubai si tengono gare internazionalidi offshore. Parecchi sceicchi sono
coinvolti in prima persona, stretti nell’abitacolo dei motoscafi più veloci del mondo,
tanto che lo scorso anno proprio Dubai, con le sue megastrutture, i grattacieli sempre
più alti e le isole artificiali, ha ospitato il campionato del mondo Class 1. Complice,
non da ultima, la forte presenza come sponsor della stessa Emirates Airlines e di diverse importanti aziende locali di energia e telecomunicazioni.
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Maggio 2007
Un consorzio italiano si aggiudica un contratto del valore complessivo di 14 milioni
di euro per la fornitura di un laminatoio
per la produzione di tondini di cemento
armato al gruppo Al Nasser. È composto
da Vai Metal Technologies (gruppo Siemens), Ansaldo Sistemi Industriali,
Forni e Combustione e Sideridraulic.
La Municipalità di Al Ain nell'Emirato di
Abu Dhabi, assegna ad un consorzio
guidato da Nahel Bin Harmal IdroExport Establishment, di cui fa parte
anche l'italiana Lavagest, una commessa del valore di 95 milioni di dollari USA per raccolta e trasporto rifiuti.
Giugno 2007
cazione satellitare. Il lancio dei satelliti
è previsto nella seconda metà del
2010.
Dicembre 2007
Emirates Float Glass affida a Ianua
Engineering un contratto del valore di
103 milioni di dollari per la progettazione di un impianto di produzione di vetro piano nella nuova zona industriale
di Abu Dhabi.
DOSSIER
(800mila tonnellate) e una di polietilene (540mila tonnellate) nel quadro del
progetto Borouge 2 localizzato in Abu
Dhabi. Borouge è una joint venture tra
l'ente petrolifero locale ADNOC e Borealis, società controllata al 65% dal
governo di Abu Dhabi e al 35% dal
gruppo austriaco OMV.
Gennaio 2008
Swissboring Oversead Piling Corporation (Gruppo TREVI) si aggiudica
una commessa del valore di 27 milioni
di dollari per realizzare le fondazioni
dell'isola su cui sorgerà il parco tematico Ferrari.
Todini Costruzioni Generali vince
una gara del valore di 83 milioni di euro, bandita dall'Autorità dei Trasporti
di Dubai, per l'ampliamento della rete
stradale della città.
Febbraio 2008
La Municipalità di Al Ain assegna al
gruppo italiano Ansaloni una commessa del valore di 5 milioni di euro
per la manutenzione ed il landscaping
delle aree verdi.
Aster si aggiudica una commessa di
66 milioni di dollari per la fornitura di
due impianti di condizionamento, nel
quadro del progetto di ampliamento
dell'Aeroporto Internazionale di Abu
Dhabi.
Agosto 2007
Thales Alenia Space (joint venture tra
Finmeccanica e Thales) e Astrium
(gruppo Eads) si aggiudicano una
commessa di Yahsat per la realizzazione di un sistema duale di telecomuni-
Il gruppo Danieli firma col governo di
Abu Dhabi un contratto da 745 milioni
di dollari USA per la fornitura chiavi in
mano di un'acciaieria che sorgerà nella nuova Zona Industriale alla periferia
di Abu Dhabi. Avrà una capacità produttiva di 1,8 milioni di tonnellate. Si
aggiunge ad un precedente impianto,
sempre fornito da Danieli, della capacità produttiva di 1,4 milioni di tonnellate. Prevista anche una linea da 1,6
milioni di tonnellate/anno per la produzione di spugna di ferro a riduzione diretta (dri) che riceverà il materiale trattato in prevalenza da Bahrein e Brasile. In programma, a valle, la realizzazione di due laminatoi per barre e vergella rispettivamente da 620 mila e
480 mila tonnellate.
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