Book grafica
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1_ DISEGNO GRAFICO CAPITOLO 1 LA GRAFICA BITMAP UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di CAPITOLO 2 GRAFICA VETTORIALE 2_ DISEGNO WEB CAPITOLO 3 WEB DESIGN CAPITOLO 4 MACROMEDIA FLASH Design Mutidimensionale 3_ DISEGNO CAD CAPITOLO 5 GRAFICA 2D CAPITOLO 6 GRAFICA 3D 1_ DISEGNO GRAFICO CAPITOLO 1 Lezione 1 ore 3 LA GRAFICA BITMAP - IMAGING Elementi di base La grafica Bit Map - La grafica Vettoriale La risoluzione Gestire la risoluzione delle immagini - La risoluzione dello schermo La definizione Il formato Formati grafici e compressioni per il video Il formato GIF - Le animazioni GIF - Il formato JPEG – Il formato PNG– Formati grafici e compressioni per la stampa ll formato TiFF – Il formato PSD L'anti-aliasing Aliasing: che cos'è? - Come funziona l'anti-aliasing? - Quando utilizzare l'anti-aliasing e quando no Anti-aliasing e peso delle immagini. I formati di compressione per le immagini Cosa si intende per metodo di compressione? - Come funzionano i metodi di compressione? - Metodi Lossy Metodi Lossless Il colore nell’ immagine I colori Quadricromia CMYK - Colori RGB - Scala di grigio - Scala colori - Colori bitmap Caratteristiche Tinta - Saturazione - Luminosità - Contrasto I Programmi di Grafica Gestione delle immagini bitmap: Adobe Photoshop Lezione 3 ore 3 Lezione 4 ore 3 Lezione 5 ore 3 1_DISEGNO GRAFICO ELEMENTI DI BASE La grafica bitmap - La grafica vettoriale UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Introduzione Esistono due tipi di computer grafica: grafica a punti (bitmap graphics) e grafica vettoriale. Nella grafica a punti, l’immagine è una griglia rettangolare (raster) di pixel colorati: è un po’ come un mosaico, le cui tessere (i pixel) sono molto piccole. Nella memoria del computer vengono conservati i singoli pixel dell’immagine bitmap. Nella grafica vettoriale, una immagine è composta da oggetti grafici (punti, linee, rettangoli, curve, e così via) ognuno dei quali è definito, nella memoria del computer, da una equazione matematica. Poiché ogni oggetto è rappresentato (in memoria) da una equazione matematica, per riprodurre l’immagine su un dispositivo raster questa va trasformata in pixel, operazione che si dice rasterizzazione. Per le immagini bitmap ovviamente non esiste il concetto di rasterizzazione, in quanto sono già per definizione un rettangolo di pixel colorati. Grafica bitmap Questo tipo di grafica ha dei vantaggi, ma anche degli svantaggi: I vantaggi di questo tipo di grafica consistono nel fatto che i programmi di fotoritocco, funzionano con immagini a punti, e i ritocchi sono appunto possibili punto per punto. Per ingrandire l’immagine, (su monitor o in stampa) si deve aumentare la dimensione del pixel, che può diventare però visibile, e quindi rendere un effetto sgradevole all’immagine. Nello stampare una immagine bitmap, la stampante riproduce l’immagine punto per punto esattamente come i punti sono. Ciò indipendentemente dalla risoluzione della stampante, sia che si tratti di una stampa a risoluzione bassa (300 punti per pollice) o molto elevata (2000 punti per pollice). Grafica vettoriale La grafica vettoriale è un’evoluzione della grafica a punti. I programmi che consentono di creare immagini con curve, linee, rettangoli… memorizzano il disegno, ossia l’immagine attraverso formule matematiche e non coi punti; Poiché esistono moltissime curve diverse, e un programma non può gestirle tutte, in computer grafica vettoriale viene normalmente utilizzato un tipo di curva, studiato per la prima volta nel 1972 dal matematico Pierre Beziér. Queste formule matematiche, che descrivono i singoli oggetti che compongono l’immagine, sono scritte in qualche linguaggio (PostScript è il più noto). Consideriamo per esempio un cerchio. In modalità bitmap il cerchio verrà rappresentato con pixel neri su sfondo bianco. In modalità vettoriale il cerchio verrà rappresentato con una formula, per esempio con le coordinate del centro e la lunghezza del raggio. Grazie a questa tecnica gli oggetti si possono ingrandire, e al contrario della grafica raster, senza nessuna perdita di qualità. Quando poi si invia in stampa l’immagine, alla stampante non viene indicato dove vanno stampati i singoli pixel, ma a questa arriva la descrizione matematica. Quindi, contrariamente alla grafica a punti, la qualità con cui l’immagine verrà stampata è sicuramente migliore. Inoltre, più la stampante ha maggiori punti per pollici, più l’immagine sarà definita. I programmi che elaborano l’immagine con la grafica vettoriale, sono Macromedia Freehand e Adobe Illustrator. Formati grafici Quando l’immagine viene registrata su un supporto di massa, ossia, su disco rigido, bisogna scegliere un formato grafico. Vi sono due categorie di formati grafici: • le immagini bitmap; • le immagini vettoriali LA GRAFICA BITMAP - IMAGING La risoluzione La dimensione dei pixel in un’ immagine ne determina la risoluzione. La risoluzione è misurata in pixel per pollice (ppi, pixels per inch) o anche punti per pollice (dpi, dots per inch). Maggiore è la risoluzione, maggiore è il numero di pixel. Un’ alta risoluzione implica una maggiore quantità di informazioni contenute nell’ immagine e quindi anche una maggiore quantità di dettagli e di passaggi di colore registrati. Al contrario, a basse risoluzioni, con una registrazione di informazioni insufficienti, l’ immagine potrebbe risultare poco nitida. Il numero di pixel in un’ immagine è fisso, quindi gli ingrandimenti determinano ina riduzione della risoluzione. I monitor hanno una risoluzione di 72 dpi, pertanto la maggior parte delle immagini per il Web sono caratterizzate da questa risoluzione. Inoltre, la bassa risoluzione riduce i tempi di download delle immagini, tuttavia non è adatta per le immagini stampate. Alcune riviste vengono stampate ad un minimo di 300 dpi, ma gli imagesetter ad alta definizione possono stampare a 1.200 dpi, 2.400 dpi o più. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Ricampionare significa modificare la quantità di dati di un’immagine alterando le dimensioni in pixel o la risoluzione dell’immagine. Il ricampionamento verso il basso (riduzione del numero di pixel), o downsampling, elimina delle informazioni dall’immagine. Il ricampionamento verso l’alto (aumento del numero di pixel), o upsampling, aggiunge nuovi pixel. Per specificare come aggiungere o eliminare i pixel, dovete scegliere un metodo di interpolazione. Photoshop esegue il ricampionamento usando un metodo di interpolazione per assegnare i valori cromatici ai nuovi pixel sulla base dei valori cromatici dei pixel esistenti. Nel ricampionare la dimensione di un’ immagine, è consentito passare da una risoluzione alta, ad esempio 300 dpi (per la stampa), ad una bassa, ad esempio 72 dpi (per il monitor). In questo modo la definizione non cambia, invece per il passaggio inverso, l’ immagine non apparirà ben definita. Inoltre è importante tenere in considerazione la voce “ricampiona immagine”. Scegliendo tale voce e cambiando il numero di dpi, la quantità di pixel diminuisce e la definizione non si mantiene. Invece, non scegliendo il ricampionamento dell’ immagine, il numero dei pixel rimane uguale, come anche la definizione, diminuisce o aumenta solo la pesantezza del file, ossia il numero di dpi. La definizione Nelle immagini fisse, concentrandoci solo sulla fotografia digitale, il processo di incremento della definizione è stato continuo e procede tuttora, apparentemente senza un limite superiore. Il numero di elementi primari che compone una immagine digitale (pixel) è infatti in crescita ininterrotta dagli albori (anni '80) ad oggi, e ha raggiunto ormai i 3 M/pixel per immagine negli apparecchi miniaturizzati, gli 8 M/p negli apparecchi amatoriali ad ottica fissa zoom, i 12 M/p nelle macchine professionali reflex. Con questo livello di prestazioni è stata già raggiunta la qualità della fotografia analogica nel formato più diffuso (35mm) e il livello di crescita consente di prevedere che possa essere raggiunta a breve anche la qualità del formato professionale (6x6). La crescita continua di prestazioni è consentita, in questo settore, UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale a breve anche la qualità del formato professionale (6x6). La crescita continua di prestazioni è consentita, in questo settore, dalla quasi totale assenza di ogni vincolo di standard. Questo deriva dal fatto che lo strumento per trasformare l'immagine digitalizzata in una foto, visualizzata su schermo o stampata, è un PC, ed è quindi completamente flessibile, aggiornabile e interfacciabile con unità di memorizzazione sempre diverse e magari non ancora esistenti al momento della sua fabbricazione. Inoltre, uno standard esiste e si è affermato universalmente e senza deroghe: è il formato JPEG (o JPG) per le immagini in formato compresso. E' sufficiente che un PC trasformi le immagini provenienti da una macchina digitale in formato JPG, perché queste siano visualizzabili su qualsiasi unità (anche un lettore DVD collegato a uno schermo T V) o stampabili su qualsiasi stampante. Il formato Formati grafici e compressioni per il video Pixel per Pixel In PhotoShop inoltre esistono diversi "modi di ragionare": in pixel, in centimetri, in pollici ecc... Il Pixel è l'unità di misura per il web. Si tratta della dimensione in base alla quale l’immagine appare a video (visualizzazione che è condizionata anche dall'impostazione del monitor). Poiché potrà essere visualizzata anche su un monitor inferiore al vostro, si consiglia di limitarne la dimensione entro i 1024 per 768 pixel. Il numero di pixel visualizzati per unità di lunghezza sul monitor variano a seconda della macchina che stai usando: • PC: ha una risoluzione del monitor pari a 96 dpi (punti per pollice) • Mac: ha una risoluzione del monitor pari a 72 dpi Se si considera che la risoluzione usata per la stampa è di 300 pixel per pollice, è semplice comprendere quanto sia differente preparare un’immagine per il web piuttosto che un’immagine che debba poi essere stampata. Il numero di pixel visualizzato per unità di lunghezza in un’immagine è chiamato risoluzione dell’ immagine, solitamente misurata in pixel per pollice (ppi). Un’immagine ad alta risoluzione (usata solitamente per la stampa) contiene più pixel, che sono di conseguenza più piccoli, rispetto a un’immagine delle stesse dimensioni con una risoluzione inferiore (consigliabile per il web). E' inoltre da dire che tutto quello che resta a monitor avrà al massimo una risoluzione di 72Dpi e maggiore per definizione alta definizione bassa per l'uso in printing. Ricordate infine che un'immagine in PS supporta dimensioni sino a 2GB, ma per il web ne bastano molti, ma molti di meno. Il formato GIF GIF (si pronuncia “gif” ma anche “ghif”) è un formato standard di memorizzazione di file grafici bitmap a scala di colore (quindi RGB). GIF è la sigla di Graphics Interchange Format ed è stato creato da CompuServe, uno dei primi servizi online, per trasmettere in rete immagini grafiche in modo compresso, quindi rapido. GIF è superiore a JPEG se si tratta di disegni al tratto, logo, fumetti. In questi casi GIF non elimina pixel, come fa JPEG, ma anzi li riproduce esattamente, è prevalente su Internet quindi è probabilmente il formato grafico più usato al mondo. Un grande utilizzo del formato gif è la grafica web, anche grazie alla possibilità di avere trasparenze ed animazioni. GIF funziona bene sui grafici “al tratto”, sia in bianco e nero che a colori e supporta al massimoGIF funziona bene sui grafici “al tratto”, sia in bianco e nero che a colori e supporta al massimo 256 colori, quindi, se sono necessari più di 256 colori bisogna considerare JPEG. Ma non funziona bene con le fotografie e le immagini sfumate, per le quali è meglio usare JPEG. GIF funziona solo con immagini a scala di colore, con un massimo di 256 colori (o grigi). Utilizza una compressione lossless, il che significa che nessun pixel dell’immagine originale viene perduto (contrariamente ai metodo di compressione lossy). Altro tipo di GIF è quello Interfacciato, in questo caso, l'immagine verrà visualizzata gradualmente man mano che viene scaricata da un browser web, fino ad arrivare all’immagine più dettagliata. Quando si desidera che alcuni pixel dell'immagine non vegano visualizzati, ma lascino posto allo sfondo, si usa un GIF cosiddetto trasparente (deve essere un GIF89a). Tutti i pixel che devono essere trasparenti devono avere un certo colore, diverso da ogni altro colore dell'immagine. Quel determinato colore deve essere indicato come trasparente. Il GIF animato è una successione di diversi GIF che vengono visti successivamente. Photoshop non permette di creare GIF animati. Per farlo servono altri programmi, per esempio GIFBuilder. Il formato JPEG JPEG (si pronuncia “geipeg”) è un formato standard di compressione dei file grafici bitmapped. E' la sigla di Joint Photographic Experts Group, il nome del comitato cheha scritto le specifiche. Come abbiamo già detto prima, al contrario del formato GIF funziona bene sulle fotografie, sui quadri naturalistici e simili; ma non come detto prima, al contrario del formato GIF funziona bene sulle fotografie, sui quadri naturalistici e simili; ma non funziona bene sui fumetti, disegni al tratto, logo, lettering. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Questo formato è stato, infatti, progettato per memorizzare immagini a colori o a grigi di scene fotografiche naturali in modo compresso. Esso tratta solo immagini statiche, ma esiste un altro standard correlato, MPEG, per i filmati (immagini in movimento). Il JPEG è consigliato solo in fase di stampa o pubblicazione sul web, quando cioè non sono più necessarie ulteriori elaborazioni. Si usa per diminuire la dimensione di un file grafico, e per memorizzare ogni pixel con 24 bit invece che con 8 bit. Realizzare file di piccola dimensione è quasi obbligatorio se il file deve essere trasmesso su rete o archiviato. Riesce a comprimere una foto a colori fino a 20 volte, mentre GIF arriva di solito a 4 volte. Il secondo vantaggio di questo formato è che salva le immagini a colori a 24 bit per pixel (cioè potendo quindi scegliere da oltre 16 milioni di colori). GIF può scegliere solo da una paletta di massimo 256 colori. JPEG tuttavia non sostituisce interamente GIF. Su alcuni tipi di immagine, GIF funziona meglio sia per quanto riguarda le dimensioni del file che per la qualità dell'immagine. Parlando in senso generale, JPEG è superiore a GIF se si tratta di memorizzare o trasmettere scene realistiche a colori o a grigi. E quindi fotografie prelevate con lo scanner e simili. Le variazioni continue di colore e di grigio vengono rappresentate meglio e in meno spazio da JPEG che da GIF. Come si salva una immagine JPEG in Photoshop? Nel menù File si sceglie il comando Salva con nome e si seleziona il formato JPEG. Adobe Photoshop 4 ha una scala di qualità per la memorizzazione dei JPEG che va da 0 a 10. Per compatibilità con la versione 3 conserva anche una scala correlata, espressa con aggettivi, che va da Bassa a Massima. Attenzione che questi numeri e aggettivi si riferiscono alla qualità dell'immagine. E naturalmente maggiore è la qualità, maggiore è la dimensione del file (cioè minore la compressione) e maggiore il tempo di trasferimento. JPEG non supporta la trasparenza e probabilmente non la supporterà ancora per un po'. Aggiungere la trasparenza a JPEG non è semplice. Il metodo tradizionale, usato da GIF, consiste nello scegliere un colore tra i 256 disponibili e dire che quel colore è trasparente. Questo non si può fare in JPEG, perché JPEG perde i pixel: un pixel non necessariamente rimane dello stesso colore dopo aver decompresso l'immagine. Un altro approccio sarebbe di memorizzare un canale alfa (percentuale di trasparenza), ma questo aumenterebbe la dimensione dell'immagine. L'ideale sarebbe memeorizzare l'immagine JPEG lossy più una maschera di trasprenza lossless usando un altro algoritmo. Ma ancora non l'ha fatto nessuno. Il formato PNG Il formato PNG è superficialmente simile al GIF, in quanto è capace di immagazzinare immagini in modo lossless, ossia senza perdere alcuna informazione, ed è più efficiente con immagini non fotorealistiche (che contengono troppi dettagli per essere compresse in poco spazio). Essendo stato sviluppato molto tempo dopo, non ha molte delle limitazioni tecniche del formato GIF: può memorizzare immagini in colori reali (mentre il GIF era limitato a 256 colori), ha un canale dedicato per la trasparenza (canale alfa). Esiste inoltre un formato derivato, Multiple-image Network Graphics o MNG, che è simile al GIF animato. Formati grafici e compressioni per la stampa Il formato TIFF Tag Image File Format è il più usato, più flessibile ed affidabile metodo per memorizzare immagini bitmap in bianco e nero, a scala di grigio, a scala di colore, a colori RGB, CMYK, YCbCr, Lab. Un file TIFF può essere di ogni dimensione (in pixel) e di ogni profondità di bit. Può essere salvato con o senza compressione; Photoshop utilizza la compressione LZW, che è di tipo lossless. Oltre ai dati dei pixel TIFF può contenere qualunque metainformazione in locazioni di memoria chiamate tag. Le più comuni sono la risoluzione, la compressione, il tracciato di scontorno, il modello di colore, il profilo ICC. Esistono due versioni di TIFF, una per macchine Windows e una per macchine Macintosh. L’unica differenza consiste nel fatto che i byte sono ordinati in maniera diversa. I byte nei file per Windows iniziano con le cifre meno significative, nei file per Macintosh con quelle più significative. Il formato PSD PSD è un formato di file grafico di Adobe Photoshop, in grado di salvare un'immagine completa di tutti i livelli che la compongono. Un'immagine salvata in formato proprietario Adobe, ha il vantaggio di essere lavorabile in fasi successive. Lo svantaggio è dato dalle dimensioni eccessive che non rendono agevole il suo trasferimento, se non usando idonee connessioni veloci o supporti adeguati. Si tratta di un formato particolarmente ricco di dettagli e informazioni sull'immagine. Rappresenta per la sua completezza un buon punto di partenza per i professionisti della grafica, per ottenere quasi qualsiasi altro tipo d'immagine. Il formato supporta anche le animazioni basate su livelli. L’ anti-aliasing UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Anti-aliasing : cos’è? Photoshop è un programma con formato raster, questo tipo di formato, causa il fenomeno dell'aliasing (ovvero digitale non vettoriale) l'immagine il questo caso viene rappresentata da una griglia di pixel, che, essendo quadrati, riescono a rappresentare le linee oblique (o le curve) solo creando un effetto spezzettato. La scalettatura provocata da questi quadrati è meno visibile se l'immagine è di una risoluzione maggiore, in quanto il numero di quadrati aumenta e saranno quindi ovviamente più piccoli.. Da quanto detto sopra è facile capire cosa sia l'anti'aliasing: In effetti questo è un metodo utile per ridurre visivamente al minimo l'effetto della scalettatura, che, soprattutto per la visualizzazione dei caratteri tipografici, può risultare piuttosto antiestetica.. Come funziona l’ anti-aliasing? La maggioranza dei software per le immagini raster sono in grado di gestire l'anti-aliasing. Come fanno? Creano vicino alla seghettatura dei pixel che sfumano dal colore dell'oggetto a quello del suo sfondo, rendendo così il passaggio da un colore ad un altro più graduale. Nelle figure qui a lato si vede la differenza fra un testo scritto senza anti-aliasing e un testo scritto con. Il cerchio invece è l'ingrandimento di un pallino fatto utilizzando l'anti-aliasing. Si nota il passaggio graduale dal nero al bianco dei pixel sul bordo della figura. Quando utilizzare l’anti-aliasing e quando no - E' utile utilizzare l'anti-aliasing sulla maggioranza dei caratteri tipografici e su immagini con linee cur ve ed oblique. - In linea generale, invece, non va utilizzato l'anti-aliasing quando si lavora con font molto piccoli perchè ne peggiorerebbe drasticamente la leggibilità. - Un caso spinoso è quello della realizzazione di una gif con lo sfondo trasparente. Ci sono due possibilità: a. Si può applicare l'anti-aliasing a patto che al momento della realizzazione dell'immagine e dell'applicazione dell'anti-aliasing lo sfondo sia dello stesso colore di quello su cui poi verrà visualizzata. Il risultato altrimenti produrrà un antiestetico alone di un colore non compatibile con lo sfondo. b. Si può invece far a meno dell'anti-aliasing (se l'immagine lo permette e la scalettatura non è esageratamente vistosa) ovviando così al problema dell'alone e rendendo compatibile la trasparenza con qualunque sfondo. Una ulteriore possibilità prevede l'utilizzo del formato PNG al posto di quello GIF, che permette di gestire una trasparenza graduale (il cosiddetto canale alfa). Purtroppo, però, al momento in cui scrivo, Internet Explorer non lo supporta ancora. Anti- aliasing e peso delle immagini È da tener presente (anche se per alcune immagini si tratta di differenze quasi trascurabili) che salvando in GIF un'immagine a cui è stato applicato l'anti-aliasing questa sarà più pesante in kilobyte rispetto alla sua corrispondente senza anti-aliasing. Questo è dovuto al metodo con cui le GIF vengono compresse e che le penalizza nel caso in cui siano presenti più sfumature. I formati di compressione per le immagini Cosa si intende per metodo di compressione? Ogni immagine digitale è caratterizzata da tre aspetti: oltre alla risoluzione e alla profondità di colore,ossia il numero massimo di colori possibili, vi è il Formato/compressione: formato di salvataggio o codifica del file. Per ottenere dei file di dimensione ridotta, si possono comprimere i dati, bisogna fare attenzione però alla qualità dell'immagine, dato che certi metodi di compressione (detti lossy o distruttivi) possono influire negativamente. Esempio di formato non compresso: BMP (Windows/OS2 Bitmap). Esempi di formati compressi: TIFF, GIF, JPEG, PNG. Come funzionano i metodi di compressione? Il loro funzionamento dipende in maniera sostanziale dal particolare metodo matematico usato. Per darvi un'idea prendo ad esempio l'algoritmo di compressione usato dal formato GIF, uno dei più famosi. GIF utilizza il metodo di compressione LZW (iniziali dei suoi inventori Lempel-Ziv e Welch). Questo metodo, tra le varie tecniche che utilizza, si preoccupa anche di memorizzare il colore di una sequenza, quando questa è monocromatica, invece che il colore di ogni singolo byte di cui è composta. Per esempio, invece di memorizzare la sequenza rosso-rosso-rosso-rosso-rossorosso-rosso-rosso-rosso-rosso-verde-verde-blu-blublu-rosso, il metodo LZW memorizza i dati riguardanti il colore in questo modo: 10 rossi > 2 verdi > 3 blu > 1 rosso È facile capire come immagini con vaste aree di colore uniforme possano venire quindi molto compresse dal formato GIF, mentre immagini con sfumature molto graduali vengano ben poco compresse. Il formato JPEG, invece, si basa sulla scoperta che l'occhio umano ha dei recettori di luminanza (bianco e nero) molto più precisi rispetto a quelli di crominanza (colore). Il metodo JPEG infatti separa i due canali dell'immagine (luminosità e colore) e applica algoritmi differenti, più precisi sulla luminosità e più drastici sul colore, ottenendo così compressioni molto buone. Vediamo ora le principali distinzioni fra i metodi di compressione. Per questo metodi di compressione si distinguono in due grandi gruppi: - Metodi con perdita (o Lossy) - Metodi senza perdita (o Lossless) UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale I metodi Lossy I metodi Lossy sono quei metodi che, proprio per comprimere al massimo i dati, scartano alcune delle informazioni riguardanti l'immagine originale. Sono metodi molto vantaggiosi per aumentare al massimo la velocità di scaricamento, ma irreversibili:ogni qual volta una immagine viene salvata in un formato lossy, vengono perse alcune informazioni, che non sono più recuperabili. L'esempio più classico di formato lossy per quanto riguarda le immagini è il JPEG; un altro esempio di formato lossy assai usato oggi in rete è l'MP3. I metodi Lossless I metodi Lossless sono invece i metodi che non hanno perdita di informazioni; ovviamente essi risultano sempre meno efficaci nell'ottimizzare lo scaricamento dei dati, ma hanno il grande pregio di mantenere costanti e stabili le informazioni contenute nell'originale. Formati lossless per le immagini web sono il GIF e il PNG, uno dei tanti formati lossless per l'audio è il WAV. Attualmente nel Web vengono usati solo tre formati per le immagini: GIF, JPEG e PNG. Questi formati comprimono le dimensioni dei file delle immagini per ridurre i tempi di caricamento. È importante sapere quale formato utilizzare per ogni diverso tipo di immagine. Esempi metodi Lossless: · RLE (Run Length Encoding) · LZW (Lempel - Zif - Welch) · JPEG (Joint Photographic Experts Group) · CCITT (Comitato Consultivo Internazionale di Telegrafia e Telefonia) · Fractal · Photo CD Lossy compression Il colore nellí immagine UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale I colori Per poter completare la nostra preparazione dell'immagine, bisogna conoscere sin dall'inizio anche la destinazione di queste, infatti per definire qual'è il metodo di colore da utilizzare, bisogna sapere se si stanno preparando immagini per la stampa oppure per il web. Bisogna sapere che monitor e stampanti non elaborano i colori alla stessa maniera. I colori RGB sono usati per lavori che restano a monitor, che possono essere: immagini web, clip art, gif ecc. Al contrario il metodo CMYK è usato per la stampa. Il monitor del computer utilizza una combinazione di raggi di luce rossi, verdi e blu, mentre per la stampa il metodo CMYK "colori in quadricromia", in quanto la quasi totalità delle macchine da stampa commerciali e una grande quantità di stampanti a colori utilizzano una combinazione di quattro colori - ciano, magenta, giallo più un colore chiave .I principi che regolano questi due modi "di vedere i colori" sono detti: composizione e scomposizione. La composizione e la scomposizione dei colori sono regolate da due diversi principi: la sintesi addittiva e la sintesi sottrattiva. La prima si riferisce al colore sotto forma di luce, la seconda al colore come pigmento. Prendiamo in esame la sintesi addittiva. La luce bianca contiene in sé tutti gli altri colori, come viene evidenziato dalla sua scomposizione attraverso un prisma, ma i colori-luce primari sono tre, rosso, verde e blu, spesso indicati con le iniziali dei loro nomi inglesi (R - Red, G - Green, B - Blue). Il termine primari indica che i tre colori sommati in uguali proporzioni ( per esempio facendo convergere tre fasci di luce rossa, verde e blu ) generano luce bianca, mentre se vengono miscelati tra loro a due a due creano altri colori, detti secondari. Ogni colore primario ha un complementare, che è quello dato dalla somma degli altri due primari. Se davanti ad un fascio di luce bianca viene posto un filtro giallo, e così via per gli altri colori secondari. Questo è il principio di base al quale funzionano gli schermi televisivi e monitor dei computer, che vengono appunto definiti schermi RGB. Diverso è il discorso quando dobbiamo riprodurre i colori tramite la stampa: in questo caso dobbiamo fare riferimento al principio della sintesi sottrattiva, che è quella che si applica agli inchiostri. I pigmenti depositati sulla carta, colpiti dalla luce bianca, ne assorbono alcune componenti e ne riflettono altre: per esempio, l'inchiostro giallo assorbe tutte le componenti della luce tranne quella gialla. I colori primari della sintesi sottrattiva non sono altro che i colori secondari della sintesi addittiva, e cioè cyan, magenta e giallo. Anche in questo caso si usano spesso le iniziali inglesi (C - Cyan, M - Magenta, Y - Yellow). Miscelandoli insieme tra loro in proporzioni diverse si ottengono tutti gli altri colori, sommando tutti e tre al massimo dell'intensità si ottiene il nero. Photoshop usa il modello RGB, assegnando un valore d'intensità ad ogni pixel compreso fra 0 (nero) e 255 (bianco) per ognuna delle componenti RGB di un'immagine a colori. Ad esempio, un colore rosso luminoso può avere un valore R di 246, un valore G di 20 e un valore B di 50. Quando i valori di tutte le tre componenti sono uguali, si ottiene una sfumatura di grigio. Quando il valore di tutte le componenti è 255, si ottiene il bianco puro, mentre quando il valore di tuttele componenti è 0, si ottiene il nero puro. Per convertire le immagini seguite alcuni accorgimenti: · Eseguite modifiche e ritocchi quando l'immagine si trova nel suo formato originale; · Salvate sempre copie di riserva prima della conversione; · Unite sempre i layer (livelli) prima della conversione CYAN MAGENTA GIALLO Come convertire in modo veloce: · Dal menù selezionate IMMAGINE · Selezionate METODO · E scegliete il metodo: da RGB a Scala di colore (per formati GIF e BMP) da CMYK a Multicanale, da Lab a Multicanale, Bitmap o Scala di grigio, da Scala di grigio a Bitmap, Scala di colore o Multicanale, da Due tonalità a Bitmap, Scala di colore o Multicanale Quadricromia CMYK CMYK è l'acronimo per Cyan, Magenta, Yellow, Key black; è un modello di colore detto anche di quattricromia o quadricromia. La “K” in CMYK si riferisce a key (chiave), in quanto i sistemi di stampa che utilizzano questo modello usano la tecnologia Computer to plate (CTP), nella quale mediante una “lastra chiave” (“key plate” in inglese) si allineano correttamente le lastre degli altri tre colori (il ciano, il magenta ed il giallo appunto). Yellow Cyan Key black Magenta UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Quando sono sovrapposti nelle diverse percentuali, i primi tre possono dare origine quasi a qualunque altro colore. Il 100% di tutte e tre le componenti (CMYK 100,100,100,0) non genera solitamente il nero, bensì il bistro, colore simile a una tonalità di marrone molto scura. Nelle immagini CMYK, il bianco puro si ottiene quando tutte le quattro componenti hanno valore 0 percento. CMYK è il metodo da usare per la preparazione di un'immagine da stampare in quadricromia. Ricordando che nella maggior parte dei casi le immagini RGB, in scala di grigio e CMYK contengono 8 bit di dati per ogni canale di colore, un'immagine RGB con tre canali, otterrà una risoluzione in bit RGB a 24 bit (8 bit x 3 canali), una risoluzione in bit in scala di grigio a 8 bit (8 bit x 1 canale) e una risoluzione in bit CMYK a 32 bit (8 bit x 4 canali). Con PhotoShop è inoltre possibile convertire i vari formati tra loro, tale passaggio crea una modifica permanente ai valori cromatici dell'immagine.Ad esempio, quando convertite un'immagine RGB in metodo CMYK, i valori cromatici nella gamma RGB non contenuti nella gamma CMYK sono regolati in modo da rientrare nella gamma CMYK, in poche parole, il quarto colore viene aggiunto. Colori RGB Le immagini RGB usano tre colori per riprodurre fino a 16,7 milioni di colori sullo schermo; sono immagini a tre canali, per cui contengono 24 (8 x 3) bit per pixel. RGB è il metodo predefinito per le nuove immagini Photoshop. Photoshop usa anche il metodo CMYK, assegnando ad ogni pixel di un'immagine un valore percentuale di ciascun inchiostro di quadricromia. Ai colori più chiari (luci) vengono assegnate piccole percentuali di colori di quadricromia, mentre ai colori più scuri (ombre) vengono assegnate percentuali più alte. Ad esempio, un rosso brillante può contenere 2% di cyan, 93% di magenta, 90% di giallo e 0% di nero. Scala di grigi Se ci si limita ai grigi la scala sviluppata è detta scala di grigi. Una scala di grigi è una scala uniforme di chiarezza, con vari gradi di grigio che vanno da bianco a nero che dunque, fissato il numero, sono sempre gli stessi, indipendentemente dall'illuminazione. Il modello Scala di grigio usa le tinte di nero per rappresentare un oggetto. Ogni oggetto in scala di grigio ha un valore di luminosità compreso tra 0% (bianco) e 100% (nero). Le immagini prodotte con gli scanner in bianco e nero o in scala di grigio vengono visualizzate in scala di grigio. La scala di grigio consente di convertire i disegni a colori in disegni in bianco e nero di alta qualità. In questo caso, Adobe Illustrator ignora tutte le informazioni sui colori del disegno originale: i livelli di grigio (tonalità) degli oggetti convertiti rappresentano la luminosità degli oggetti originali. Quando convertite gli oggetti dalla scala di grigio al modello RGB, i valori di grigio dei singoli oggetti vengono tradotti in colori. Potete anche convertire un oggetto da scala di grigio in CMYK. Immagini convertite in CMYK CMYK Immagini convertite in RGB RGB Cyan Red Magenta Green Yellow Blue Key black Potete anche convertire un oggetto da scala di grigio in CMYK. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Scala colori Per scala di colori si intende un sistema di codificazione standardizzato per l'identificazione univoca dei colori. I sistemi di standardizzazione cambiano a seconda dell'ambito di utilizzo (tipografia, fotografia, grafica video o per computer, colori per edilizia eccetera). Attualmente si utilizzano diversi sistemi di riferimento: - RAL - NCS - Pantone - RGB Colori bitmap Un'immagine a colori richiede più informazione di una in bianconero o a sfumature di grigio; la quantità di informazione necessaria sarà tanto maggiore quanto maggiore il numero di colori (sfumature) possibili. Le immagini bitmap a colori usano sempre la sintesi additiva dei colori, basata sui tre colori fondamentali Rosso-VerdeBlu (RGB red-green-blue). Un'immagine bitmap a 16 colori sarà formata da pixel che possono assumere solo 16 colori possibili. Poichè 16 = 24 ogni pixel richiede solo 4 bit di informazione. Dunque un'immagine 800x600 a 16 colori richiede 800x600x4 = 1920000 bit = 240000 bytes e cioè circa 120K. Naturalmente con soli 16 colori non è possibile riprodurre tutte le sfumature di colore di un quadro e se si vuole una qualità migliore è inevitabile passare a un numero di colori maggiore e a un maggior consumo di informazione. Nel mondo dell'informatica sono usati gli standard dell’ immagine accanto. L'ultimo standard (16 milioni di colori ovvero 24 bit) è detto anche True Color (vero colore) ed è molto diffuso oggi sui personal computer dando una qualità di livello fotografico. Si stanno comunque diffondendo anche standard a 30, 32, 36 bit con numero di colori dell'ordine dei miliardi. Caratteristiche del colore Tinta Il principale attributo percettivo del colore è la tinta, cioè quella caratteristica del colore che si indica con i nomi rosso, giallo, verde, blu, viola, arancio e così via .Quando si cita una tinta, per esempio "rosso", non si intende parlare di un colore rosso particolare, ma dell'intera famiglia di tutti i rossi, dai più saturi ai meno saturi e dai più luminosi ai meno luminosi. In questo senso, i colori rosso e rosa fanno parte della stessa famiglia, cioè hanno la stessa tinta. Non tutti i colori hanno una tinta: bianco, nero e varie gradazioni di grigio sono colori senza una tinta, ovvero colori acromatici. I colori cromatici sono quelli che hanno una tinta (eventualmente mescolata con bianco, nero e grigio). Pare che l'occhio umano possa distinguere circa 250 tinte diverse. saturazione 0% proporzione bianco 100% luminosità100% proporzione nero 100% luminosità 0% Pare che l'occhio umano possa distinguere circa 250 tinte diverse. Di queste ce ne sono solo quattro che non vengono percepite come mescolanze di altre tinte: si tratta del rosso, del giallo, del verde e del blu che sono dette tinte unarie. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Saturazione La saturazione o purezza è l'intensità di una specifica tonalità. Una tinta molto satura ha un colore vivido e squillante; al diminuire della saturazione, il colore diventa più debole e tende al grigio. Se la saturazione viene completamente annullata, il colore si trasforma in una tonalità di grigio. .La saturazione di un colore dipende dall'intensità della luce e dallo spettro di lunghezze d'onda su cui viene distribuita. Il colore puro si ottiene quando la luce è su una singola lunghezza d'onda (come nel caso del laser). Per desaturare un colore in un sistema sottrattivo si possono aggiungere bianco, nero, grigio, o il colore complementare. Corso di Design Mutidimensionale Luminosità Lavorare sulla luminosità di un’ immagine vuol dire eseguire semplici regolazioni sulla gamma tonale dell'immagine, regolando in modo uguale ogni pixel dell'immagine (regolazione lineare), a differenza di Curve e Livelli, che invece, applicano regolazione non lineare in base al punto (nero o Bianco) che viene impostato. I valori possono essere compresi tra -100 e +100, e trascinando il cursore verso sinistra, si diminuisce la luminosità, mentre se si sposta il cursore verso destra, si aumenta. Contrasto Lavorare sul contrasto significa, come per la luminosità, eseguire semplici regolazioni sulla gamma tonale dell'immagine, regolando in modo uguale ogni pixel dell'immagine, a differenza di Curve e Livelli. Basta solo trascinare i cursori per regolare il contrasto. I valori possono essere compresi tra -100 e +100, e trascinando il cursore verso sinistra, si diminuisce il contrasto, mentre se si sposta il cursore verso destra, si aumenta. Tono Lavorare sui toni consente di colorare una foto in scala di grigio oppure in un qualsiasi colore scelto, che sia ciano, magenta, nero, giallo, e così via. E’ possibile aggiungere un colore in tutta la gamma tonale, ad esempio l’effetto seppia, oppure creare un effetto di divisione dei toni in cui viene applicato un colore diverso alle ombre e alle luci. Le ombre e le luci più estreme rimangono rispettivamente nere e bianche. 1_ DISEGNO GRAFICO CAPITOLO 1 LA GRAFICA BITMAP UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali CAPITOLO 2 GRAFICA VETTORIALE 2_ DISEGNO WEB CAPITOLO 3 WEB DESIGN CAPITOLO 4 MACROMEDIA FLASH Corso di Design Mutidimensionale 3_ DISEGNO CAD CAPITOLO 5 GRAFICA 2D CAPITOLO 6 GRAFICA 3D 1_ DISEGNO GRAFICO CAPITOLO 2 Lezione 2 ore 3 GRAFICA VETTORIALE Coordinate Coordinate cartesiane - Coordinate polari Vettori Grafica publishing Il formato pagina - Scelta del formato pagina - Il layout Sezione aurea e numeri di Fibonacci - Griglia delle linee di base - Organizzazione dei contenuti - I livelli Editing La scelta dei caratteri Il tipo di carattere - Leggibilità dei caratteri sul monitor La leggibilità delle pagine - Diamo risalto alle parole Quanto scrivere? - Gli allineamenti - Immagini come testo I formati di font Font bitmap e vettoriale - Il formato PostScript - Il formato Type1 - Il formato TrueType - Il formato ATM - Il formato OpenType Caratteri e testo grafico Il corpo del carattere - Unità di misura - Crenatura - Legatura - Spaziatura - Giustezza - Paragrafi e allineamenti - Lunghezza di riga e interlinea - Font size Labeling Web labels - I principali problemi del labeling - guida di progettazione - Esempio di titolazione non chiara Lettering Cos’è il lettering - Lettering rivista - Lettering busta lettere - Lettering biglietti da visita - Lettering carta intestata I Programmi di Grafica Gestione delle immagini vettoriali: Macromedia Freehand Lezione 6 ore 3 Lezione 7 ore 3 Lezione 8 ore 3 Revisione progetti ore 6 giorni 1 GRAFICA VETTORIALE INTRODUZIONE UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale La grafica vettoriale si basa totalmente su "vettori" cioè segmenti orientati individuati dalle loro coordinate in un piano cartesiano: ciò permette di svincolare la resa dalle dimensioni, che pur se modificate notevolmente, non modificano la qualità dell'immagine come invece avviene nei programmi di grafica bitmap che come le fotografie peggiorano con l'ingrandimento. Nella grafica vettoriale un'immagine è descritta mediante un insieme di primitive geometriche che definiscono punti, linee, curve e poligoni ai quali possono essere attribuiti colori e anche sfumature. È radicalmente diversa dalla grafica raster in quanto nella grafica raster le immagini vengono descritte come una griglia di pixel opportunamente colorati. Tutti i programmi di grafica tridimensionale salvano i lavori definendo gli oggetti come aggregati di primitive matematiche. Nei personal computer l'uso più evidente è la definizione dei font. Quasi tutti i font utilizzati dai personal computer vengono realizzati in modo vettoriale, per consentire all'utente di variare la dimensione dei caratteri senza perdita di definizione. COORDINATE Le coordinate sono degli enti che servono a individuare la posizione di un punto rispetto ad un prefissato sistema di riferimento, e che i sistemi di riferimento più utilizzati per rappresentare un punto sul piano sono quello CARTESIANO e quello POLARE. Il sistema cartesiano si compone di 2 assi ortogonali tra loro (asse delle x o delle ascisse, ed asse delle y o delle ordinate) che si intersecano in un punto O che prende il nome di origine. Il sistema polare si compone invece di un solo asse (asse polare) e di un punto O detto polo nell'origine del suddetto asse .Su ciascuno dei sistemi di riferimento è assegnata un'unità di misura, e su quello polare anche un verso positivo delle rotazioni (generalmente coincidente con il verso antiorario, anche autocad utilizza questa convenzione). Una volta fissato il sistema di riferimento sul piano, per individuare univocamente un qualsiasi punto presente su di esso si possono utilizzare due differenti tipi di coordinate: le coordinate cartesiane se il riferimento è cartesiano, le coordinate polari se il riferimento è polare. Coordinate cartesiane Quando si voglia determinare la posizione di un generico punto P sopra una superficie, si può considerare questo punto come intersezione di due rette tracciate su di essa e parallele rispettivamente a ciascun asse. Queste due rette intersecheranno gli assi x ed y in due punti P' e P'', la misura (denotiamola con x) della distanza tra l'origine O ed il punto P' (quello sull'asse delle x) è detta ascissa del punto; la misura (denotiamola con y) della distanza tra l'origine O ed il punto P'' (quello sull'asse delle y) è detta ordinata del punto. In tal modo ad ogni punto P del piano resta associata una coppia In tal modo ad ogni punto P del piano resta associata una coppia di numeri (x, y) questi due numeri si chiamano le coordinate cartesiane del punto P, e si dicono rispettivamente l'ascissa e l'ordinata di P. Coordinate polari Il sistema di coordinate polari è un sistema di coordinate bidimensionale nel quale ogni punto del piano è identificato da un angolo e da una distanza da un punto fisso detto polo. Il sistema di coordinate polari è utile specialmente nelle situazioni in cui le relazioni tra due angoli possono essere espresse più facilmente in termini di angoli e distanza. Siccome il sistema di coordinate è bidimensionale, ogni punto è determinato da due coordinate polari: la coordinata radiale e quella angolare. La prima, di solito identificata con la lettera r, denota la distanza del punto da un punto fisso detto polo (equivalente all'origine del sistema cartesiano). La coordinata angolare, solitamente denotata con la lettera greca ∏, è anche detta angolo azimutale ed identifica l'angolo che la retta a 0° deve spazzare in senso antiorario per andare a sovrapporsi a quella che congiunge il punto al polo. Coordinate cartesiane Coordinate polari y II I Q” Q (5, 5) P” P (3, 3) x0 x P’ III Q’ IV VETTORI Un vettore è un segmento orientato nello spazio euclideo tridimensionale. Gli elementi che caratterizzano un vettore applicato sono: direzione: la retta su cui giace il segmento; verso: uno dei due possibili versi su questa retta; punto di applicazione: punto di inizio del segmento, ovvero il punto che precede tutti gli altri punti del segmento; modulo o intensità: lunghezza del segmento. modulo direzione verso punto di applicazione GRAFICA PUBLISHING Il formato pagina UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Il formato è dato dalla forma e dalle dimensioni del prodotto finale, che sia un libro, una rivista, un volantino o una confezione. La scelta del formato spesso passa in secondo piano per la presenza della serie di formati casrta ISO (International Organization for Standardization), basati su un rettangolo con i lati in rapporto di 1:1,4142. La serie fornisce una gamma di punti di riferimento per le dimensioni che esonera il designer dalla necessità di dedicare un’ eccessiva attenzione all’ argomento. L’ esistenza di dimensioni standard offre un certo grado di uniformità al mondo delle produzioni stampate; tuttavia, le istruzioni di progetto possono richiedere l’ utilizzo di formati diversi. Scelta del formato pagina La scelta del formato si basa generalmente su: - la tipologia del pubblico destinatario - la natura dell’ informazione fornita - l’ entità del budget disponibile, in quanto i processi di stampa e finitura dei formati non standard sono più costosi. Un approccio creativo alla scelta del formato può produrre ottimi risultati. Con una maggiore varietà di opzioni per la scelta dei supporti, si otterranno sensibili variazioni del risultato finale, che si tratti del rapporto annuale sui profitti di un’ azienda o dell’ inserto di una rivista. In teoria, un grafico è libero di scegliere qualunque formato pagina anche se, in pratica, l’ impatto visivo potrebbe risultare discutibile. La divisione dello spazio su una pagina, frutto di una serie di studi, ha una sua logica e una semplicità d’ uso che agevola il lavoro oltre a offrire proporzioni gradevoli alla vista. Poter disporre di un’ ampia gamma di formati significa, per un grafico, risparmiare tempo e avere un buon punto di partenza per il proprio lavoro. Il layout Il layout è la disposizione degli elementi grafici in relazione allo spazio che occupano all’ interno di un progetto complessivo. Lo si potrebbe anche definire come la gestione della forma e dello spazio. Scopo del layout è offrire una presentazione degli elementi grafici e testuali che ne consenta la comprensione con il minore sforzo possibile. Un buon layout permette all’utente di orientarsi attraverso informazioni, anche complesse, presentate sia con un supporto di stampa che elettronico. Il layout affronta gli aspetti pratici ed estetici del lavoro e delle modalità di visualizzazione del contenuto, che si tratti di una rivista, di un sito Web, di una rete televisiva o dell’ etichetta di un prodotto. è un esempio di simmetria e staticità, infatti in questa gabbia c'è un certo equilibrio per cui le immagini sono disposte in modo ordinato. TITOLO si tratta in questo caso di una gabbia molto versatile. infatti può accogliere immagini di diverse dimensioni e blocchetti di testo di diversa lunghezza. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Sezione aurea e numeri di Fibonacci Secondo gli antichi la sezione aurea rappresentava in modo infallibile le proporzioni del bello. Se si divide un segmento in un rapporto approssimativo di 8:13, la proporzione tra la parte più lunga e quella più corta sarà uguale a quella tra la parte più lunga e il tutto. Gli oggetti che rispettano queste proporzioni risultano gradevoli alla vista e tale rapporto è presente in una serie di numeri chiamati NUMERI DI FIBONACCI, ma anche in natura, negli steli di alcune piante o nel guscio di certi animali. Forse proprio perchè esistono in natura, risultano tanto gradevoli alla vista. Nel campo delle arti grafiche, la sezione aurea è alla base dei formati carta e i suoi principi possono essere assunti quale punto di riferimento per creare lavori di design di proporzioni armoniche. Se si disegnano due piccoli quadrati uniti per poi disegnarne un terzo usando come lato la somma delle lunghezze dei due lati precedenti, e si procede in questo modo, si ottiene una serie di rettangoli di Fibonacci, i cui lati sono due numeri successivi di Fibonacci in lunghezza, costituiti a loro volta da quadrati i cui lati sono numeri di Fibonacci. Una curva simile è presente in natura nel guscio delle lumache. Griglia delle linee di base La griglia delle linee di base è il fondamento grafico su cui si costruisce un progetto di design. Svolge una funzione simile a quella delle impalcature in edilizia, fungendo da guida e supporto per posizionare elementi all’ interno della pagina con una precisione che sarebbe difficile ottenere ad occhio nudo. Ideare un progetto diverso per ciascuna pagina è un lavoro dispendioso in termini di tempo, ma talvolta necessario. La griglia aiuta a stabilire le proporzioni di una pagina sia sull’ asse verticale che su quello orizzontale, rendendo la fase di progettazione più rapida e facile, garantendo allo stesso tempo coerenza visiva e chiarezza. Spesso, per presentare informazioni diverse in modi diversi, la griglia può variare anche all’ interno di uno stesso lavoro.La griglia delle linee di base è in rapporto con molti elementi chiave del design, ad esempio la distanza rispetto alla linea di base e, quindi, le dimensioni del carattere e l’ interlinea. Un altro aspetto di cui tenere conto è il posizionamento della griglia rispetto all’altezza delle minuscole e delle maiuscole. Le griglie possono costituire un utile strumento a seconda di come il designer intende usarle. Alcuni le ritengono fondamentali, altri ingombranti. La flessibilità è importante per rendere la grafica accessibile e interessante, e ciò è reso possibile dalle griglie. Le pagine divise in colonne verticali risultano familiari, ma l’aggiunta di una griglia orizzontale offre delle aree in cui inserire testo e immagini. Complessità e libertà posso essere aumentate sovrapponendo due o più griglie che creano spazi di forma originale in cui posizionare gli elementi. arte Pompei in fiore Suggestivi percorsi didattici tra i giardini pompeiani Fino al due giugno sarà aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza la manifestazione “Profumi e Semine di Primavera”, appuntamento del ciclo “Le Stagioni nell’antica Pompei 2008”. I visitatori saranno guidati, sulla scorta delle indagini fornite dai laboratori di ricerche applicate della Sap, tra le dimore antiche e le loro fioriture. Un viaggio suggestivo, che porterà il turista dalla Casa dei Casti Amanti, alla Casa di Polibio, passando per la Casa dei Pittori al lavoro, fino alla Casa di Ebe. di Francesca Chiarolanza 36 Torna la Primavera nell’antica Pompei: dal 18 marzo si è, infatti, aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza “Profumi e semine di Primavera”, l’appuntamento del ciclo “Le stagioni nell’antica Pompei 2008”. Fino al 2 giugno i visitatori saranno guidati in un suggestivo percorso didattico sulla composizione dei prati che ornavano i giardini di alcune più belle case pompeiane, studiati dal laboratorio Ricerche applicate della SAP (Soprintendenza Archeologica di Pompei) sulla scorta delle indagini botaniche: dalla Casa del Profumiere, che si mostrerà ancora più bella nella stagione delle piante in fioritura, alla Casa dei Casti Amanti, (dove il prato faceva parte di un giardino pensile) fino alla Casa dei Pittori al lavoro, la Casa di Polibio e la Casa di Ebe. Sarà possibile inoltre osservare semi di ortaggi e piante annuali, comuni negli antichi orti pompeiani e oggi di non facile reperimento. Sempre nell’ambito della manifestazione, il 21 aprile, all’Auditorium della Soprintendenza di Pompei si è svolta una mattinata di studi dedicata alla gestione del UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Organizzazione dei contenuti Nell’impaginazione di qualsiasi tipo di testo – romanzo, racconto, poesia, illustrazione, libro fotografico, ecc. – c’è alla base una organizzazione delle forme – e di conseguenza dei contenuti – che viene denominata gabbia grafica. Essa serve a dare una coerenza visiva all’intero libro, a organizzare in modo chiaro e leggibile i contenuti, a dare alle pagine un aspetto armonico e ben curato, in breve ad offrire al lettore un valore estetico aggiunto all’opera nella sua totalità. L’importanza di scegliere una buona proporzione tra lo spazio bianco del foglio e lo spazio dedicato a immagini o testo, determina anche il piacere della lettura. Solitamente una gabbia può essere simmetrica (speculare) o asimmetrica. Nella gabbia simmetrica solitamente la zona di bordo bianco è maggiore nella parte bassa per permettere di sfogliare con le dita il foglio senza toccare i caratteri di stampa. Nell’immagine seguente una gabbia grafica utilizzata con questo canonico modello – oggi non più molto seguito – la cui conoscenza è comunque utile per cercare nuove soluzioni grafico-visive. All’interno della griglia potranno essere sistemati gli elementi della pagina – testi, immagini, disegni, intestazioni, ecc. I livelli I livelli consentono di organizzare facilmente i contenuti di un documento. È possibile disegnare e modificare gli oggetti di un livello senza alterare gli oggetti contenuti in un altro livello. E’ consigliabile aggiungere ulteriori livelli per organizzare le immagini, il testo, i titoli, la grafica, e altri elementi del documento. I livelli possono anche essere nascosti, bloccati o modificati. Il numero di livelli che è possibile creare è limitato solamente dalla memoria del computer;infatti il numero di livelli non influisce sulle dimensioni dei file . Solo gli oggetti che vengono inseriti nei livelli ne incrementano le dimensioni.. Ogni tipo di impaginazione può avere numeri di livelli diversi, a seconda della materia da trattare. arte arte Pompei in fiore Suggestivi percorsi didattici tra i giardini pompeiani Fino al due giugno sarà aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza la manifestazione “Profumi e Semine di Primavera”, appuntamento del ciclo “Le Stagioni nell’antica Pompei 2008”. I visitatori saranno guidati, sulla scorta delle indagini fornite dai laboratori di ricerche applicate della Sap, tra le dimore antiche e le loro fioriture. Un viaggio suggestivo, che porterà il turista dalla Casa dei Casti Amanti, alla Casa di Polibio, passando per la Casa dei Pittori al lavoro, fino alla Casa di Ebe. Torna la Primavera nell’antica Pompei: dal 18 marzo si è, infatti, aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza “Profumi e semine di Primavera”, l’appuntamento del ciclo “Le stagioni nell’antica Pompei 2008”. Fino al 2 giugno i visitatori saranno guidati in un suggestivo percorso didattico sulla composizione dei prati che ornavano i giardini di alcune più belle case pompeiane, studiati dal laboratorio Ricerche applicate della SAP (Soprintendenza Archeologica di Pompei) sulla scorta delle indagini botaniche: dalla Casa del Profumiere, che si mostrerà ancora più bella nella stagione delle piante in fioritura, alla Casa dei Casti Amanti, (dove il prato faceva parte di un giardino pensile) fino alla Casa dei Pittori al lavoro, la Casa di Polibio e la Casa di Ebe. Sarà possibile inoltre osservare semi di ortaggi e piante annuali, comuni negli antichi orti pompeiani e oggi di non facile reperimento. Sempre nell’ambito della manifestazione, il 21 aprile, all’Auditorium della Soprintendenza di Pompei si è svolta una mattinata di studi dedicata alla gestione del di Francesca Chiarolanza 36 36 Pompei in fiore Suggestivi percorsi didattici tra i giardini pompeiani Fino al due giugno sarà aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza la manifestazione “Profumi e Semine di Primavera”, appuntamento del ciclo “Le Stagioni nell’antica Pompei 2008”. I visitatori saranno guidati, sulla scorta delle indagini fornite dai laboratori di ricerche applicate della Sap, tra le dimore antiche e le loro fioriture. Un viaggio suggestivo, che porterà il turista dalla Casa dei Casti Amanti, alla Casa di Polibio, passando per la Casa dei Pittori al lavoro, fino alla Casa di Ebe. di Francesca Chiarolanza 36 Torna la Primavera nell’antica Pompei: dal 18 marzo si è, infatti, aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza “Profumi e semine di Primavera”, l’appuntamento del ciclo “Le stagioni nell’antica Pompei 2008”. Fino al 2 giugno i visitatori saranno guidati in un suggestivo percorso didattico sulla composizione dei prati che ornavano i giardini di alcune più belle case pompeiane, studiati dal laboratorio Ricerche applicate della SAP (Soprintendenza Archeologica di Pompei) sulla scorta delle indagini botaniche: dalla Casa del Profumiere, che si mostrerà ancora più bella nella stagione delle piante in fioritura, alla Casa dei Casti Amanti, (dove il prato faceva parte di un giardino pensile) fino alla Casa dei Pittori al lavoro, la Casa di Polibio e la Casa di Ebe. Sarà possibile inoltre osservare semi di ortaggi e piante annuali, comuni negli antichi orti pompeiani e oggi di non facile reperimento. Sempre nell’ambito della manifestazione, il 21 aprile, all’Auditorium della Soprintendenza di Pompei si è svolta una mattinata di studi dedicata alla gestione del Editing La scelta dei caratteri UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Il tipo di carattere Al fine di realizzare un buon sito web o un’ impaginazione grafica, è bene dare il giusto peso, ad uno degli elementi più importanti, ossia, il tipo di carattere utilizzato. In ogni sistema operativo, ci sono dei caratteri predefiniti che sono: Arial, Courier, Georgia, Times New Roman, Trebuchet e Verdana. Analizzando nellospecifico possiamo fare un'altra distinzione: 1.Sistemi Windows: Times New Roman, Arial e Courier New 2. Sistemi Mac OS: Times, Helvetica e Courier. E' possibile dividere questi caratteri in tre grandi famiglie: - Times e Times New Roman sono caratteri serif. Vanno bene per i documenti stampati, ma sono meno leggibili sullo schermo di un computer. - Arial e Helvetica sono caratteri sans-serif. Sono chiaramente leggibili sullo schermo. - Courier e Courier New sono caratteri a larghezza fissa, e simulano i caratteri di una macchina da scrivere. La leggibilità dei caratteri sul monitor La leggibilità di un font dipende soprattutto dalla cosiddetta altezza x (l'altezza di una x minuscola) e dalla dimensione generale del carattere. Per questo, un tipo di carattere come il Times New Roman ha una leggibilità media sullo schermo del computer in quanto ha un'altezza x moderata.Invece caratteri quali Georgia e Verdana sono stati progettati per essere letti su schermo, le altezze delle x sono esagerate se paragonati a tipi di caratteri più tradizionali con la stessa dimensione di punti. La leggibilità delle pagine Si consiglia di utilizzare sempre pochi font e poche dimensioni, per dare alle pagine un aspetto più chiaro, mentre l'uniformità è garantita dallo stesso tipo di carattere e la stessa combinazione di stili in tutte le pagine evitando cambiamenti casuali. La tipografia è l'equilibrio e l'interrelazione tra la forma delle lettere sulla pagina, un' equazione verbale e visiva che aiuta il lettore a comprendere la forma e ad assorbire la sostanza del contenuto. Ha quindi un duplice ruolo in qualità di comunicazione verbale e visiva; quando i lettori analizzano una pagina, sono inconsciamente consapevoli di entrambe queste funzioni: per prima cosa studiano i modelli grafici generali della pagina e poi analizzano il linguaggio leggendo il testo. Una buona tipografia stabilisce una gerarchia visiva per la prosa sulla pagina e fornisce punteggiatura visiva e accenti grafici che aiutano il lettore a capire le relazioni tra la prosa e le immagini, i titoli e i blocchi subordinati di testo. Le pagine web con testo denso, sono percepite dal lettore come un muro grigio senza contrasto visivo. Anche ingrandire tutti gli elementi allo stesso modo risulta essere un'operazione sbagliata; mentre i caratteri in grassetto diventano monotoni perché, se tutto è in è in grassetto, niente risalta nel modo giusto. Un buon uso dei margini e dello spazio bianco aumenta la leggibilità di una pagina. Il contrasto visivo tra i vari caratteri e i blocchi di testo, i titoli e lo spazio circostante sono fondamentali per ottenere una buona tipografia. L'occhio del lettore è attratto da un contrasto forte e da motivi caratteristici frutto di un progetto accurato delle pagine. Dare risalto alle parole E' possibile attirare l'attenzione del lettore anche attraverso un giusto "movimento" del testo. Anche se le regole di base della tipografia sono molto simili per le pagine web e i documenti di stampa tradizionali, i caratteri stampati su carta e quelli visualizzati su schermo mostrano alcune differenze di base. La prima delle differenze riguarda la risoluzione con la quale sono visualizzati i caratteri sui due supporti. Su quello cartaceo è assai superiore. Infatti la tipografia di riviste e libri è in maggior parte composta da 1200 punti per pollici (dpi), mentre lo schermo di un computer visualizza raramente più di 85 dpi.La peculiarità della tipografia web è data dalla sua variabilità: le pagine web vengono create al momento dello scaricamento sul browser web; ogni singola riga di testo, titolo, carattere e relativo stile sono ricreati al momento dello scaricamento da un'interazione tra browser, server web e sistema operativo dell'utente. Quindi, un carattere mancante, un browser obsoleto, o un set particolare di caratteri rappresentano una serie di imprevisti del processo di visualizzazione di una pagina web. Corsivo (es: Corsivo) - Il testo corsivo attira l'occhio perché è in contrasto con la forma del corpo del testo ma non è molto leggibile sullo schermo, si può utilizzalo all'interno del testo per parole o frasi accentuate o straniere e comunque quando non si può proprio farne a meno. lorem ipsum dolor sit am tempore Grassetto (es: Grassetto) - Il testo in grassetto conferisce risalto essendo in contrasto con il colore del testo normale. Il grassetto è abbastanza leggibile su schermo, ma è bene usarlo il solo per evidenziare singole parole e non intere frasi, altrimenti la sua funzione viene a cadere. lorem ipsum dolor sit am tempore Sottolineato (es: Sottolineato) - Il testo sottolineato è una convenzione tipografica che risale ai tempi delle macchine da scrivere, quando il corsivo e il grassetto non erano disponibili. È buona norma evitare la sottolineatura nei documenti web poiché generalmente indica un collegamento ipertestuale. lorem ipsum dolor sit am tempore Testo Colorato (es: Testo Colorato) Generalmente il testo colorato come il testo sottolineato ha funzione di collegamento ipertestuale, perciò va usato solo per questa funzione, cercando di dare lo stesso colore a tutti i link presenti nei testi. lorem ipsum dolor sit am tempore Lettere maiuscole (es: LETTERE MAIUSCOLE) - Il testo in lettere maiuscole è uno dei metodi più comuni e meno efficaci per aggiungere risalto. LOREM IPSUM DOLOR SIT AM TEMPORE incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib INCIDUNT UT LABORE DOLORE.ATQUE UT ODIA, INVIDIA ET UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Ha più o meno la stessa funzione del grassetto, ma probabilmente non ha la stessa efficacia. L'occhio legge soprattutto riconoscendo la forma generale delle parole, non analizzando tutte le lettere e riunendole in una parola riconoscibile. Le parole o i titoli tutti maiuscoli formano rettangoli monotoni che non catturano l'occhio. Per leggere un blocco di testo tutto maiuscolo è necessario leggere il testo lettera per lettera, il che si traduce in una lettura scomoda e lenta. È consigliabile anche evitare di utilizzare le lettere iniziali maiuscole in tutte le parole delle intestazioni. Spaziatura tra paragrafi - Uno dei modi più efficaci e sottili per variare il contrasto visivo e l'importanza relativa di una porzione di testo consiste semplicemente nell'isolarla o trattarla in modo diverso dal testo circostante. Dividendo il testo in tanti piccoli blocchi e distanziandoli leggermente tra di loro sarà più facile leggerli e comprenderli. Quanto scrivere Scegliere parole corte che entrano più facilmente nel processo di comprensione, con frasi composte da un massimo di 24, 25 parole, ed espressioni concrete, tangibili. Anche la lunghezza delle righe di testo delle pagine gioca un ruolo fondamentale per la leggibilità. È necessario che la lunghezza delle righe di testo sia di circa 60/70 caratteri per riga. Righe di testo troppo ampie richiedono al lettore di spostare leggermente la testa o di affaticare i muscoli dell'occhio; allora la leggibilità ne soffre perché, lungo la distanza di ritorno al margine sinistro, il lettore può perdere la posizione della nuova riga. Il conteggio esatto dei caratteri è difficile da prevedere perché le dimensioni dei caratteri variano a seconda dei browser e dei sistemi operativi. Una soluzione consiste nell'usare griglie di pagine con celle di testo impostate della dimensione che si desidera che il testo abbia. Un valido aiuto potrebbe consistere nell'utilizzo del carattere Times New Roman da 12 punti. Tale larghezza di cella produce una riga lunga circa 50 caratteri con una media di circa 9 o 10 parole per riga. Immagini come testo Se si vuole utilizzare un carattere non standard per un titolo o un capolettera, bisogna creare un'immagine GIF del testo o lettera in un programma di gestione delle immagini e semplicemente inserirla come immagine nel documento. Il colore di sfondo del testo deve essere lo stesso della pagina. Questo non è un metodo a cui ricorrere spesso perchè, un file con immagini è di dimensioni superiori rispetto ad un file di testo e ciò comporta un aumento del tempo necessario allo scaricamento della pagina. Questo trucco, inoltre impedisce ai motori di ricerca di leggere i testi. Gli allineamenti Le opzioni di allineamento standard sono: - Giustificazione a destra; I blocchi di testo allineati a destra nel mondo occidentale sono difficili da leggere. Leggiamo da sinistra a destra attenendoci alla linea verticale del margine sinistro. La giustificazione del testo a destra crea dei margini sinistri irregolari e questi rende difficile la lettura perché l'occhio deve cercare l'inizio di ogni nuova riga. -Giustificazione al centro; Sconsigliabile per le stesse motivazioni della giustificazione a destra. -Giustificazione a sinistra; E' l'opzione più leggibile soprattutto per le pagine web, perché il margine sinistro è uniforme e prevedibile mentre quello destro è irregolare aggiungendo così diversità e interesse alla pagina, senza interferire con la leggibilità. - Testo giustificato; I blocchi di testo giustificato creano superfici piene e le intestazioni dei blocchi sono generalmente centrate per ottenere documenti dall'aspetto simmetrico e formale. lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib giustificazione a destra lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib giustificazione al centro lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib giustificazione a sinistra lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib testo giustificato I formati di font UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Font bitmap e vettoriale Cosa si intende per font vettoriale? Un font vettoriale definisce i singoli caratteri descrivendoli attraverso formule matematiche, o per meglio dire, vettori. Queste 'formule' descrivono le linee che costituiscono il singolo carattere, esattamente come succede per le immagini vettoriali, che tradizionalmente si manipolano con programmi come Illustrator, CorelDraw o FreeHand. In realtà i font file di qualsiasi formato contengono, oltre alla descrizione dei singoli caratteri, molte altre informazioni; ad esempio, alcuni font file vettoriali contengono anche dati di hinting. Lo hinting è un sistema che, in base ad esigenze dimensionali, modifica la forma del carattere o della sequenza di caratteri. Il formato PostScript Il formato PostScript é un formato vettoriale di immagine creato per la stampa; questo formato permette per la prima volta di descrivere in modo vettoriale e quindi più preciso e meglio scalabile un font, un riempimento od una immagine al tratto ad una stampante PostScript in grado di comprenderlo e passarlo su carta. Il formato Type1 Il formato Type1 è un formato vettoriale di font, basato sulla tecnologia Postscript, rivolto inizialmente alla sola stampa. Il sistema è stato integrato subito da Apple; i Macintosh sono quindi i primi computer ad aver avuto a disposizione un così potente e versatile mezzo di stampa. La Apple, cui andavano stretti questi vincoli imposti da Adobe, si allea con la allora nascente Microsoft per creare una nuova specifica per i font. Nasce così il formato TrueType (TTF). Il formato TrueType Il formato TrueType è un formato vettoriale; nella sua versione per Mac è nato per contrastare il monopolio di Type1, e resta un formato vettoriale solo per la stampa. Microsoft o integra nei suoi sistemi operativi, rendendone possibile per la prima volta anche la visualizzazione corretta sullo schermo. Il supporto TrueType in Windows è infatti in grado di gestire il font, convertendolo, a seconda dell'uso a cui è destinato, nei formati più adatti per essere visualizzato al meglio, sia su schermo che in stampa. Adobe, naturalmente, fa la sua contromossa: pubblica tutte le specifiche di Type1 rimaste riservate fino a quel momento, in modo da espandere il mercato dei font Type1, e, immediatamente dopo l'uscita di TrueType per Windows, lancia il Formato ATM. Il formato ATM Il formato ATM (che prende il nome da Adobe Type Manager, il software che lo gestisce) è un'evoluzione di Type1 che, tramite un'ulteriore file, permette una visualizzazione di qualità sullo schermo di tutti i font Type1 che, prima d'allora, erano visibili correttamente un'ulteriore file, permette una visualizzazione di qualità sullo schermo di tutti i font Type1 che, prima d'allora, erano visibili correttamente solo in stampa. Il formato OpenType Il formato OpenType è un formato vettoriale, nato prima di tutto dall'idea di unificare finalmente i due formati Type1 e TrueType.Capace di essere visualizzato e stampato correttamente sia dalle stampanti PostScript che da quelle di altro tipo, il formato OpenType ha inoltre meccanismi di 'intelligenza' (simili al sistema di hinting) che scelgono la versione più adatta del carattere a seconda del testo circostante, o si occupano di convertire o meno una serie di caratteri in un unico simbolo (ad esempio, sostituire 1/2 con _). Caratteri e testo grafico Il corpo del carattere La parola "font" è difficilmente traducibile in italiano. Potrebbe essere resa con “disegno del carattere". Un font può assumere diverse dimensioni che vengono scelte sulla base del "corpo". Il corpo è la misura della distanza verticale tra il punto più alto e il punto più basso di un gruppo di caratteri. Da questa osservazione deriva che il “corpo” fornisce un’idea molto approssimativa delle dimensioni vere e proprie di un carattere ed è molto approssimativo anche per quel che riguarda la leggibilità; infatti font diversi ma con lo stesso corpo possono avere livelli di leggibilità molto diversi. apice braccio asta curva C DE G I J K LM P R S T VW XYZ barra montante arco ispessimento coda Unità di misura Il corpo si esprime in punti tipografici. Punti sono misure molto complicate, vi sono diversi tipi di "punti" si parla infatti di "punto cicero", "didot", "pica"... Essi non sono basati sul sistema metrico decimale. Il punto tipografico è un dodicesimo della riga tipografica. Il sistema anglosassone prevede una riga tipografica di circa 4,2 mm, per cui un “punto” è circa 0.35; che sarebbe il punto pica. La riga nella trazione europea è di 4,512 mm e quindi il "punto didot" è di 0,376 mm. La dimensione in punti di un carattere va dal punto più basso dei caratteri che hanno un'asta discendente (come la q o la g) al punto più alto di un carattere che ha un'asta che sale (ad esempio, la d). Per misurare un font nel senso orizzontale in molti casi si usano i punti “em” o “n”. Sono espressi in percentuale rispetto alla larghezza della lettera m e alla larghezza della lettera n che cambiano al cambiare del font. Questa unità di misura relativa al font viene usata con profitto per la spaziatura tra i caratteri e per altre spaziature orizzontali. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Crenatura Con il termine crenatura o kerning si indica la riduzione dello spazio in eccesso fra due caratteri, attuata al fine di eliminare spazi bianchi antiestetici e dare un aspetto più omogeneo al testo. Le distanze fra lettera e lettera non devono ritenersi necessariamente uguali. Di fatti potrebbe darsi il caso che tutte o gran parte delle lettere che formano una parola vengano ad avere la medesima distanza fra le singole lettere: questo tuttavia sarebbe un caso dovuto agli aspetti costruttivi delle lettere stesse e per nulla dovuto al preconcetto che tali distanze debbano calcolarsi uguali. La crenatura nelle lettere di stile lineare sarà differente da quella nelle lettere di stile graziato; nelle prime lo spazio fra due aste verticali supera, di solito, lo spessore dell’asta stessa, eccetto nel caso in cui lo spessore dell’asta sia molto largo. Ciò è determinato dal fatto che il bianco interno alla lettera esige un corrispondente bianco esterno.quando bisogna affiancare lettere particolari (con molto spazio bianco al loro interno) la crenatura diventa la correzione ottica della spaziatura tra lettera e lettera. Legatura Nei font graziati l'ascendente della lettera "f" e la grazia dell'ascendente della lettera che la segue possono sembrare fastidiose alla vista per questo spesso vengono unite da una legatura. Allo stesso modo il puntino della "j" può essere eliminato e unito alla lettera "f". Spaziatura Per rendere i caratteri distinguibili è possibile regolare la spaziatura fra tutte le lettere. Una spaziatura minore permette l'inserimento di più lettere in un'area ma una riduzione esagerata della spaziatura può provocare una sovrapposizione delle lettere mentre un'eccessiva spaziatura rende le lettere troppo distanti l'una dall'altra. Giustezza La giustezza definisce la larghezza di una colonna di testo, si regola in base all'interlinea e viceversa, ciò vuol dire che due blocchi di testo aventi stesso carattere, stessa interlinea e stessa dimensione del carattere avranno leggibilità diversa se distribuiti su colonne di diversa dimensione. La giustezza si misura in righe tipografiche o in centimetri. Stabilisce la lunghezza massima delle righe tipografiche. Ciò non vuol dire che la riga di testo debba essere lunga come la giustezza, cosa che si verifica solo nella composizione a blocchetto; la riga può essere di differente lunghezza, stabilendo appunto, per la giustezza il massimo della lunghezza delle righe sulla quale è centrato o allineato, a sinistra o a destra, il testo. nulla potest mulier tantum se dicere amatam vere, quantum a me lesbia amata mea est. nulla fides ullo fuit umquam foedere tanta, quanta in amore tuo ex parte reperta mea est. crenatura 0 nulla potest mulier tantum se dicere amatam vere, quantum a me lesbia amata mea est. nulla fides ullo fuit umquam foedere tanta, quanta in amore tuo ex parte reperta mea est. crenatura 5 n u l l a p o t e s t m u l i e r t a n t u m s e d i c e r e a m a t a m ve r e , qu a n t u m a m e l e s b i a a m a t a m e a e st . n u l l a f i d e s u l l o f u i t u m qu a m fo e d e re t a n t a , qu a n t a i n a m o re t u o e x p ar te reper t a m e a e st . crenatura 10 colonna di 7 cm lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib 7 cm colonna di 13 cm lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib 13 cm massimo della lunghezza delle righe sulla quale è centrato o allineato, a sinistra o a destra, il testo. La sproporzione fra un corpo del carattere e la lunghezza delle linee può nuocere alla leggibilità, nel senso che, se il corpo è troppo grande l’effetto risulterà sgradevole, mentre se è troppo piccolo renderà faticosa la lettura. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Poiché l’occhio legge per gruppi di parole anziché per parole singole, il loro numero sulla riga è molto importante. per una corretta giustezza, bisogna ricordare che: • i caratteri con grazie danno i migliori risultati con 9-12 parole per riga. • i caratteri senza grazie hanno bisogno di righe da 7 a 10 parole. • i caratteri con occhio grande accettano righe più lunghe, mentre quelli con l’occhio piccolo impongono meno parole per riga. • il numero di parole contenute in una riga può essere modificato aumentando o diminuendo il corpo, cambiando carattere o modificando la giustezza. • la lunghezza di una linea di testo dovrebbe contenere circa da 1 a 2 volte le lettere dell’alfabeto minuscolo di un carattere tondo, neretto, normale. • quando si lavorara su giustezze più lunghe bisogna aumentare lo spazio interlineare ed evitare confusione ed inciampi nel passaggio della lettura da una linea a quella sottostante Paragrafi e allineamenti Paragrafi Sia per un’ impaginazione grafica che per un sito internet, affinchè la lettura sia fluida, è necessario dividere il testo in paragrafi, in articolar modo nei casi in cui è presente troppo testo e non vi sono immagini che possano allegerire la lettura. Allineamenti di testo Nel linguaggio HTML, per impostare gli allineamenti di testo che valgono paragrafo per paragrafo si usa l'attributo ALIGN del tag <P> secondo la sintassi: <P ALIGN="valore">paragrafo da allineare</P> dove il valore di ALIGN può essere: left per l'allineamento a sinistra, center per l'allineamento al centro, right per quello a destra e justify per l'allineamento giustificato. L'allineamento a sinistra è quello predefinito, quindi specificare l'attributo ALIGN="left" è superfluo, mentre il valore justify è stato introdotto a partire da Html 4.0 e quindi non tutti i browser sono in grado di interpretarlo correttamente. Allo stesso modo di <P ALIGN="valore">....</P> si può usare il tag <DIV ALIGN="valore">....</DIV> per identificare e formattare in modo omogeneo interi blocchi di testo anziché i singoli paragrafi. Quindi usando il tag <DIV>....</DIV> si contrassegna una sezione di testo, costituita da uno o più paragrafi. Esiste anche un tag che permette di definire un paragrafo di testo preformattato. Si tratta del tag <PRE>....</PRE> che fa in modo che il testo venga visualizzato dal browser nel modo in cui è stato digitato nel codice HTML usando un carattere a spaziatura fissa. align = left|center|right|justify [CI] Possibili valori: left: le righe di testo sono riprodotte livellate a sinistra. center: le righe di testo sono centrate. right: le righe di testo sono riprodotte livellate a destra. justify: le righe di testo sono giustificate su entrambi i margini. <HEAD> <TITLE>Come intagliare il legno</TITLE> <STYLE type="text/css"> H1 { text-align: center} </STYLE> <BODY> <H1> Come intagliare il legno </H1> Lunghezza di riga e interlinea Lunghezza di riga Il testo visualizzato su schermo è difficile da leggere per via della bassa risoluzione degli schermi. Anche la lunghezza delle righe di testo delle pagine web gioca un ruolo fondamentale per la leggibilità. Righe di testo troppo ampie richiedono al lettore di spostare leggermente la testa o di affaticare i muscoli dell'occhio; allora la leggibilità ne soffre perché, lungo la distanza di ritorno al margine sinistro, il lettore può perdere la posizione della nuova riga. E' opportuno restringere la lunghezza delle righe di testo a circa 60/70 caratteri per riga. Il conteggio esatto dei caratteri è difficile da prevedere perché le dimensioni dei caratteri variano a seconda dei browser e dei sistemi operativi. Una soluzione consiste nell'usare tabelle di layout di pagine con celle di testo non superiori a 365 pixel di larghezza. Ad esempio utilizzando il carattere Times New Roman da 12 punti, tale larghezza di cella produce una riga lunga circa 50 caratteri con una media di circa nove/dieci parole per riga. Partendo da questa base provate a variare caratteri e dimensioni per ottenere il migliore equilibrio tra efficienza spaziale e leggibilità. Interlinea Anche l'interlinea influenza notevolmente la leggibilità dei blocchi di testo: un'interlinea eccessiva rende difficile all'occhio trovare l'inizio della riga successiva, mentre un'interlinea troppo ridotta confonde le righe di caratteri. Nella stampa tradizionale si imposta l'interlinea dei blocchi di testo sommando circa 2 punti alle dimensioni dei caratteri; ad esempio un carattere a 12 punti dovrebbe essere impostato con un'interlinea di interlinea di 14 punti interlinea di 18 punti interlinea di 20 punti lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib lorem ipsum dolor sit am tempore incidunt ut labore et dolore. atque ut odia, invidia despicatione et adver antur luptabib un'interlinea di 14 punti. Purtroppo l'HTML semplice non ha un controllo affidabile sull'interlinea. Se si vuole gestire correttamente l'interlinea bisogna ricorrere ai fogli di stile. UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Font- size Per modificare le dimensioni dei caratteri la sintassi è: <FONT SIZE="valore"> testo </FONT> dove il valore si esprime con un numero intero che può essere indicato in senso relativo o assoluto. In senso relativo il valore va da -3 (molto piccolo) a +3 (molto grande). In senso assoluto il valore va da 1 (molto piccolo) a 7 (molto grande). Tutti gli attributi del tag <FONT> esaminati possono essere combinati fra loro secondo la sintassi: <FONT FACE="tipo di carattere" COLOR="#colore" SIZE="dimensione"> testo </FONT> Si può indicare la dimensione di un testo in diversi modi. Ecco quali sono: In pixel: E' un modo molto preciso per indicare le dimensioni del carattere. Stabilite voi esattamente di quanti pixel deve essere grande il carattere. Headline 1 - 20px Headline 2 - 18px Headline 3 - 16px Main text - 14px Sub text - 12px Footnotes - 10px - Dichiarando un valore relativo: vale a dire scrivendo chiaramente " grosso ", " molto grosso ", " piccolo ", " minuscolo ". ovviamente in inglese. Ecco la lista dei differenti valori che potete assegnare con il loro significato: xx-small : minuscolo x-small|: molto piccolo small : piccolo medium : medio large: grande x-large: molto grande xx-large: . gigantes - Con em: è un altro modo di indicare in modo relativo la dimensione del testo. Unpo' più difficile da capire , ma con un po' di pratica diventa intuitivo e facile da applicare. Si deve indicare la dimensione del testo rispetto alla dimensione normale del testo. " 1em " significa " taglia normale ". Se indichiamo un numero superiore ( generalmente un numero decimale ) come " 1.3em ", il testo sarà di una dimensione 1 , 3 volte più grande. Lo stesso per ridurre: " 0.8em " e il vostro testo sarà di una dimensione 0 , 8 volta più piccolo. Fate attenzione, bisogna mettere un punto al posto della virgola per i numeri decimali. Voi dovete dunque scrivere " 1.4em " e non " 1, 4em " ! Headline 1 - 1.25em (16 x 1.25 = 20) Headline 2 - 1.125em (16 ◊ 1.125 = 18) Headline 3 - 1em (1em = 16px) Main text - 0.875em (16 x 0.875 = 14) Sub text - 0.75em (16 x 0.75 = 12) Footnotes - 0.625em (16 x 0.625 = 10) - In percentuale: Questo è facile. Se voi indicate " 100 % ", il testo avrà una dimensione " normale ". Se indicate" 130 % ", il testo di aura una dimensione corrispondente al 130 % della dimensione normale. Ciò somiglia enormemente al "em" ( in realtà è più o meno simile ), dopo tutto è una questione di gusto. var percentuale = "80%"; // default if (size == 1) percentuale = "70%"; if (size == 2) percentuale = "80%"; if (size == 3) percentuale = "90%"; if (size == 4) percentuale = "100%"; if (size == 5) percentuale = "110%". Labeling Cos’è il labeling Per labeling s'intende l'attività di "nominare" o "etichettare" concetti e cose. All'interno del sito Web l'attività di labeling può riguardare: - le sezioni del sito, - i menu, - i link stessi Insomma qualsiasi cosa funga da etichetta. Ogni tipo di linguaggio è fondamentalmente ambiguo. Nel dialogo diretto con una persona il contesto e il condizionamento sono molto forti e noi abbiamo dei costanti feedback che ci aiutano a capire meglio il messaggio: immagini, suoni, l'espressione del viso, ecc. Nella comunicazione scritta il feedback dell'utente non è immediato e la comunicazione diventa più difficile. Risulta perciò cruciale progettare un sistema di labelling per evitare errori grossolani e permettere agli utenti di capire i contenuti del sito e navigarlo: attraverso il labeling le parole (labels) sono scelte attentamente per suddividere e rappresentare gruppi di informazioni molto ampie in sottoinsiemi più gestibili, differenziandole chiaramente tra di loro. Esse devono, quindi, riflettere i contenuti del sito ma al tempo stesso parlare il linguaggio dell'utente al fine di rendere più efficiente lo sforzo cognitivo di chi naviga sul sito UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Benecon Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali Corso di Design Mutidimensionale Web labels Le label possono essere testuali o iconiche. Le label iconichecostituiscono un linguaggio più limitato del linguaggio testuale e si utilizzano dove la lista di possibili scelte è molto ridotta. Sul Web le label possono essere utilizzate in 4 modi. - Label contestuali: descrivono i link ipertestuali presenti all'interno di un testo in una pagina del sito. I link contestuali non sono progettati in modo sistematico, come invece accade per gli indici o i vocabolari controllati: è il contesto che ne circoscrive il significato. Si deve quindi fare in modo che esse risultino rappresentative per gli utenti che consulteranno il sito. - Titoli: le label vengono utilizzate per indicare i titoli delle pagine e molta attenzione deve essere posta alla coerenza tra titolo e contenuto. - Label in un sistema di navigazione: dopo aver categorizzato i contenuti del sito strutturandolo in sezioni e sottosezioni si procede all'attività di labeling delle sezioni. Fondamentale è garantire la rappresentatività di tutti i contenuti del sito, poiché in questo caso le label formano il sistema di navigazione principale del sito e quindi il sistema prioritario di accesso alle informazioni. - Label come indici: l'attività di labelling è fondamentale anche per realizzare l'indice di un sito (organizzato ad esempio alfabeticamente). Si tratta di un sistema di navigazione alternativo dei contenuti: l'indice - navigabile - suddivide in blocchi di informazioni molto dettagliate i contenuti del sito. I principali problemi del labeling Una cattiva attività di labeling è spesso fonte di problemi di navigazione e accesso alle informazioni. Ecco i principali problemi che possono sorgere da una mancata progettazione: · label non sufficientemente rappresentative dei contenuti o non abbastanza differenziate tra di loro. Un caso esemplare è l'utilizzo della label "novità" o "news"; · abel fondate sul gergo e sulla cultura aziendale e non sui bisogni dell'utente; · label confuse o male organizzate. E' il caso frequente di nomi di sezioni che non corrispondono ai nomi delle pagine a cui rimandano, generando disorientamento nell'utente; · label troppo sintetiche. Spesso si ha la tendenza a condensare le label in due o tre parole a prescindere dal significato che riescono a trasmettere. Questo accade spesso perché le label non sono ideate in fase di progettazione del sito ma quasi sempre in fase di elaborazione e devono quindi adeguarsi all'estetica complessiva, adattandosi allo spazio concesso nella barra di navigazione o allo spazio a fianco o all'interno di un'icona. Linee guida di progettazione Progettare il labeling prevede una stretta collaborazione tra copywriter e Information Architect. L'Information Architect non scrive direttamente le label ma pone delle linee guida generali e specifiche per ogni sito che servono al copywriter come riferimento per la realizzazione delle labels. Ecco alcune linee guida: - Costruire sistemi di labeling e non semplicemente delle label. Il sommario di una rivista indica gli argomenti degli articoli proposti ed è ben diverso dall'indice alfabetico dei contenuti di un libro così come dall'archivio cartaceo o elettronico di una biblioteca. Questi sono tutti sistemi di labeling distinti ma facilmente riconoscibili. Sono basati su una logica di fondo che permette di estendere l'uso delle labels man mano che i contenuti aumentano. - Il labeling segue l'attività di categorizzazione dei contenuti. L'attività di labeling parte dall'analisi di ogni contenuto individuato nell'attività di categorizzazione dopo che si è creato un inventario dei contenuti. Partendo da questo inventario si estraggono alcune parole chiave. Queste ultime rappresentano ogni sezione, sottosezione e contenuto del sito e diventano il punto di partenza per la costruzione di un inventario delle label. - Partire dagli obiettivi del sito e dagli utenti Dopo aver raccolto una lista di parole chiave relative al contenuto stesso occorre progettare le labels facendo riferimento agli altri due assi fondamentali analizzati in fase iniziale di progettazione: obiettivi del sito e utenti. Occorre progettare labels che rispettino gli obiettivi del sito (vendita, intrattenimento, comunicazione, ecc.) tenendo conto anche del target di riferimento e, quindi, del suo linguaggio e dei suoi bisogni. - Utilizzare altre fonti E' sempre utile analizzare siti competitors che si riferiscono allo stesso target, mutuando da questi un sistema di labeling che possa funzionare. Nel caso di siti specialistici può essere utile consultare vocabolari controllati realizzati da professionisti del settore. - Monitorare e migliorare continuamente Il labeling non è mai definitivo: una volta messo online il sitema deve essere continuamente monitorato. Esempio di titolazione non chiara · I nostri prodotti · Oggettistica in vetro soffiato · Lampade da tavolo · Il design di Artemide · Faretti appesi · Luci per il computer · I consigli dei nostri clienti L'indentazione chiarisce i legami logici tra gruppi di info I nostri prodotti Oggettistica in vetro soffiato Lampade da tavolo Il design di Artemide Faretti appesi Luci per il computer I consigli dei nostri clienti LETTERING UNIVERSIDAD DE LAS ARTES SUN Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale Luigi Vanvitelli Per lettering si intende tutta la fase di progettazione di un elaborato grafico per quanto riguarda il carattere tipografico (il font per intenderci). E' la scelta adeguata di un particolare tipo di font da usare nelle circostanze giuste, oltre allo studio dello spazio che il testo deve occupare in un impaginatoscelta delle font, eventualei effetti (ombre, bombature, eccetera) posizionamento, che si tratti di un lavoro cartaceo o multimediale. E’ necessario far si che i font scelti si adeguino alla grafica ed alla griglia utilizzate nel lavoro grafico, in modo da realizzare impaginati eleganti ed armoniosi. Benecon Lettering biglietto da visita Corso di Design Mutidimensionale Carattere Optima corpo 11 colore Pantone blu 541 Antonio Devivo Riviera di Chiaia, 86 • 80121 Napoli Carattere BlairmdITC TTMedium corpo 5colore Pantone blu 541 Tel 39 081 3134344 Fax 39 081 3134345 Carattere BlairmdITC TTMedium corpo 5 colore Pantone silver 877 il pallino è Pantone blu 541 ww w.fergi.it [email protected] Carattere Optima corpo 7 colore Pantone blu 541 5 mm 12,5 mm 35 mm 20 mm Centro Regionale di Competenza per i Beni Culturali ferg 14 mm 5 mm Antonio Devivo KOMPAR spa Riviera di Chiaia, 86 • 80121 Napoli Tel 39 081 3544344 Fax 39 081 3164345 [email protected] Lettering rivista Utilizzo di due tipi di colori e font combinati in modo armonioso. Il titolo di pagina, il paragrafo ed il testo sono disposti in due colonne dalla larghezza di 74, 6 mm. FONT PUNTI TONALITA’ arte FONT gill sans PUNTI 18 TONALITA’ 50% nero optima 33 100%nero Pompei in fiore Suggestivi percorsi didattici tra i giardini pompeiani FONT PUNTI TONALITA’ Fino al due giugno sarà aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza la manifestazione “Profumi e Semine di Primavera”, appuntamento del ciclo “Le Stagioni nell’antica Pompei 2008”. I visitatori saranno guidati, sulla scorta delle indagini fornite dai laboratori di ricerche applicate della Sap, tra le dimore antiche e le loro fioriture. Un viaggio suggestivo, che porterà il turista dalla Casa dei Casti Amanti, alla Casa di Polibio, passando per la Casa dei Pittori al lavoro, fino alla Casa di Ebe. optima 18 100%nero Torna la Primavera nell’antica Pompei: dal 18 marzo si è, infatti, aperto all’Orto Botanico della Soprintendenza “Profumi e semine di Primavera”, l’appuntamento del ciclo “Le stagioni nell’antica Pompei 2008”. Fino al 2 giugno i visitatori saranno guidati in un suggestivo percorso didattico sulla composizione dei prati che ornavano i giardini di alcune più belle case pompeiane, studiati dal laboratorio Ricerche applicate della SAP (Soprintendenza Archeologica di Pompei) sulla scorta delle indagini botaniche: dalla Casa del Profumiere, che si mostrerà ancora più bella nella stagione delle piante in fioritura, alla Casa dei Casti Amanti, (dove il prato faceva parte di un giardino pensile) fino alla Casa dei Pittori al lavoro, la Casa di Polibio e la Casa di Ebe. Sarà possibile inoltre osservare semi di ortaggi e piante annuali, comuni negli antichi orti pompeiani e oggi di non facile reperimento. Sempre nell’ambito della manifestazione, il 21 aprile, all’Auditorium della Soprintendenza di Pompei si è svolta una mattinata di studi dedicata alla gestione del di Francesca Chiarolanza 36 FONT PUNTI TONALITA’ optima 11 0c45m100y0k Lettering busta da lettere Rimane il Marchio Fergi in bianco in basso a destra. Le informazioni tipografiche e la tipologia della carta sono le stesse per la carta da lettere. 10 mm 5 mm 10 mm ferg KOMPAR spa Riviera di Chiaia, 86 80121 Napoli w w w.fer gi.it in fo @ferg i . i t 10 mm 30 mm 20,5 mm L’indirizzo è posto subito al di sotto del Logo allineato a destra sul limite della fascetta al 10%. 10 mm Sulla busta il Logo è riportato in misura 10x30 mm ed è posto nell’angolo superiore sinistro. 40 mm FONT PUNTI TONALITA’ optima 8 nero 100% FONT gill sans PUNTI 10 TONALITA’ 100% nero