L`uso della maglieria come mezzo di espressione artistica

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L`uso della maglieria come mezzo di espressione artistica
ART&KNIT
L’uso della maglieria come mezzo di
espressione artistica
EXHIBITIONS
La relazione tra arte e maglieria sarà analizzata
attraverso lo sguardo di due mostre che trattano proprio
questo tema:
# RADICAL LACE AND SUBVERSIVE KNITTING
27Gennaio-17Giugno 2007, Museum of Arts and Design, NY
# DRITTO ROVESCIO: fili intrecciati tra arte, design e
creatività di massa.
24Febbraio-29Marzo 2009, Museo del design Triennale di
Milano
RADICAL LACE & SUBVERSIVE KNIT
Ciò che i curatori si sono proposti con questa mostra è di
suggerire una nuova definizione di ARTE, non
più separata dall’artigianato e dal design.
I progetti esposti stanno a sottolineare come attraverso
l’uso di diversi materiali si possa sottintendere la
presenza di una “ fibra”, anche se non intesa con il suo
tradizionale significato.
Il punto chiave che è importante sottolineare è che i
Materiali e le Tecniche scelte servono gli intenti
dell’artista come risultato di un processo di
e intenzoni,
scelte
mai per caso o incidentalmente.
!!REGOLA IMPORTANTISSIMA PER OGNI PROGETTO!!
Le scelte progettuali sono sempre
giustificate da una solida ricerca
Le opere all’interno della mostra seguono tre filoni:
HUMAN BODY:
Riflessione sulla relazione tra l’artista
e il materiale, considerando la funzione primaria della
maglia: coprire il corpo.
SCALE:
Le dimensioni influenzano l’interpretazione e la
comprensione dello spettatore rispetto ad un’opera d’arte:
cambiare le proporzioni significa in questo caso
sottolineare processi e significati.
COMMUNITY:
Performances ed esperimenti di arte
partecipativa. Attraverso l’arte idee e movimenti
d’attivismo possono parlare al mondo intero.
FREDDIE ROBINS
Artista inglese, nata nel 1965 e diplomata nel 1989 al
Royal College of arts, Londra.
Freddie Robins utilizza la maglieria per analizzare temi
legati alla famiglia, ai generi e alla condizione umana.
La maglieria è un mezzo di espressione e comunicazione
molto potente proprio per il preconcetto culturale che
l’accompagna.
Attraverso le sue opere Robins vuole sovvertire questi
preconcetti, ribaltando la concezione del lavoro a maglia
come passatempo passivo e benigno.
Per esprimere queste idee si concentra sull’esplorazione
del corpo umano: una serie di opere che trattano la
normalità e anormalità fisica unendo sentimenti di paura e
divertimento.
IL CORPO UMANO
un oggetto sconosciuto, qualcosa di cui abbiamo paura
BILLY WOOL, 2001
La ricerca si è svolta sui temi del
corpo, disabilità, medicina,
sfregio, mummificazioe, diversità,
freak show, iconografia religiosa e
altre “curiosità”.
Anche se l’intento “tecnico” è
stato quello di rappresentare la
figura umana con quanti più
dettagli e particolari,
avvicinandosi il più possibile al
reale, il risultato finale
rassomiglia più ad una pelle vuota
o ad un corpo mummificato: un
doppione senza vita.
SKIN, A GOOD THING TO LIVE IN, 2002
L’utilizzo del corpo per simboleggiare sentimenti e aspetti
intangibili della personalità umana.
L’artista vuole ricordarci che tutte le nostre paure e le
parti più fragili della nostra personalità sono tenute
assieme, precariamente, da una sottile pelle di ragione e
razionalità.
HEART2HEART, 1997/98
Questo progetto, in cui parti del corpo vengono rappresentate
attraverso tessuti e maglieria, vuole essere un lancio per
oltrepassare il tabù delle viscere, degli organi, l’inibizione
legata all’interno sconosciuto del corpo umano.
Gli oggetto possono essere il mezzo per superare le paure, in
questo caso la coscienza della fragilità del corpo umano. Queste
opere non sono pensate per "educare“, ma per stimolare a
riflettere e ad auto-analizzarsi.
"Body Parts" combina l’interesse di Freddie Robins per I giochi di
parole, l’ironia e la medicina.
ODD GLOVES, 1997/98
HAND OF GOOD, HAND OF GOD, 1997
Segue la serie "Odd Gloves".
In quest’opera Robins gioca con
la matematica: il guanto più
grande è ottenuto grazie alla
moltiplicazione del numero di
punti e righe usati per
ottenere un guanto di
dimensioni normali, mentre I
guanti piccoli sono ottenuti
per divisione.
(H)ARMLESS, 1997
Questi elementi sono stati realizzati partendo da maniche
di vecchi maglioni, come fossero tante protesi.
Con questo materiale di base sono state sviluppate forme
divertenti e inumane, come l’uncino, riprendendo l’idea
delle mutilazioni e deformazioni corporali.
ADORN, EQUIP,2000
BODY
NO BODY
SOME BODY
ANY BODY
La disabilità è stata per lungo
tempo, e lo è ancora, soggetto di
scherzi e di scherno.
Giocando con le parole(scritte
jaquard su maglioni)forziamo noi
stessi a fare una riflessione
sull’uso del linguaggio e sulle
nostre convinzioni sociali.
In questo caso il gioco di parole
tra “armless” (disarmato) e
“harmless” (senza braccia).
LEGROOM
NOWAY
ARMED
HEADLONG
HEADCASE
IL CORPO UMANO
Come qualcosa che sperimentiamo, una presenza
ANYWAY, 2002
Con quest’opera di grandi
dimensioni l’artista vuole
esaltare il mezzo della
maglieria come vero mezzo
artistico e scultoreo.
Grida la presenza del corpo
con 27 busti e 108 braccia,
connessi l’uno con l’altro
per creare una struttura 3D
ripetibile, modulare e
potenzialmente infinita.
CRAFT KILLS, 2002
"Craft Kills“ è un
autoritratto ispirato alla
famosa figura di San
Sebastiano martire.
In questo caso un corpo
martirizzato dall’arte, o
meglio dallo stereotipo della
maglieria, che dovrebbe
essere un’attività pacifica e
passiva.
Cosa ne sarebbe dell’arte se
I mezzi artistici possero
considerati pericolosi e
sovversivi?
Dall’attentato dell’11
settembre I ferri da maglia
sono vietati in volo nel
bagaglio a mano: la maglieria
è diventata un’attività
pericolosa.
THE PERFECT, 2007
Quest’opera simboleggia il
compromesso con la costante
ricerca della perfezione.
È realizzata utilizzando la
tecnologia, sviluppata
proprio per raggiungere la
perfezione tecnica, per
produrre in serie capi
esattamente uguali, che non
richiedono nessuna
rifinitura, la cui produzione
non crea sprechi e non
richiede l’intervento umano.
Capi che si possono quindi
ritenere perfetti.
La perfezione tecnica prende
la forma di un corpo umano
tridimensionale a grandezza
naturale. Ovviamente
riproducibile.
HANDS OF HOXTON, 1999
Commissionato dal London Borough of Hackney
for Shoreditch Library
I guanti realizzati per questa commissione
pubblica simboleggiano una parte di storia locale:
ogni guanto prende il nome di un personaggio
storico o contemporaneo legato alla città.
I guanti, e quindi le mani, sono un simbolo
universale di linguaggio, parlano al di sopra
delle lingue, della razza, del sesso, della classe
sociale.
Con le mani si sfogliano le pagine, si scrive, si
usa il computer…si svolgono tutte le attività
legate alla biblioteca.
ANALISI DELLA SOCIETÁ
La mente umana, la tradizione, il web
KNITTED HOMES OF CRIME,
2002
Queste case sono la
riproduzione fedele delle
abitzioni in cui alcune
famose donne assassine
hanno commesso I loro
crimini.
Ancora una volta il mezzo
della maglieria è
utilizzato per
rappresentare una realtà
cruda, l’omicidio e la
pazzia. La maglieria non
racconta solo di salotti
di anziane signore…
CHARLOTTE
ELANOR
CHRISTIANA
ETHEL
ROBY
STYLLOU
IT SUCKS, 2005
Scialle fatto a
mano con una
delicata tecnica
pizzo Shetland,
basato su un
tradizionale
scialle da
battesimo.
La scritta ricamata
“it sucks” vuole
evidenziare che
nonostante la
bellezza
dell’oggetto, anche
l’artigianato perde
la sua bellezza se
chi lo produce è
obbligato a farlo
in modo seriale
solo per guadagno.
BUGBEAR
1999 Sito internet sperimentale
http://www.iniva.org/xspaceprojects/robins
Commissionato da: Institute of International Visual Arts
(inIVA) for X-Space, their experimental web space.
RUTH MARSHALL
È nata in Astralia nel 1964 e vive a NewYork. Si è
diplomata nel 1995 al Pratt institute of Brooklyn, NY.
Ruth Marshall usa la maglieria per riprodurre pelli
animali, affascinata dalle superfici e dai colori.
Parte da questa fascinazione il proposito di produrre una
copia fedele, altrettanto bella e dettagliata delle pelli
reali, ma che non danneggi gli animali.
Riproducendo il vello di un animale in ogni suo dettaglio,
attraverso precise misurazioni, l’artista matura l’idea del
possesso. Conoscere per possedere.
Esattamente come per la tecnica della maglieria: per
conoscere la tecnica bisogna saperla riprodurre.
ROCKY RUG, 2005
Tappeto lavorato
a maglia.
Riporduce nei
dettagli il manto
del gatto
dell’artista. Il
risultato è
l’animale stesso,
svuotato e aperto
sul pavimento.
CORAL SNAKE
SERIES, 2006
Riproduzioni in
dimensione
reale di ogni
varietà di
serpente
corallo
presente al
mondo.
I colori,le
texture e la
bellezza della
pelle sono
stati
accuratamente
studiati e
misurati epr
essere
ripordotti
fedelmente.
DAVE COLE
David Cole è nato nel 1975 a Rhode Island, si è diplomato
dal Landmark College in Visual arts nel 1997.
L’opera di Dave Cole si fonda sull’uso del materiale e
sulla matericità: lo spettatore deve essere coinvolto
dall’arte, non deve rimanere passivo. Per aiutare questo
tipo di avvicinamento l’utilizzo di un media comprensibile
da tutti, come una lavorazione tradizionale, aiuta lo
spettatore a cogliere il significato di ciò che sta
guardando.
Giocando anche con le aspettative di chi guarda, Cole
propone elementi riconoscibili in taglia oversize, o gli
stessi in materiale del tutto inaspettati.
KNITTING MACHINE, 2005
Cole utilizza spesso la complessità della struttura e il
cambiamento di scala per attirare l’attenzione delle persone
sul prcesso creativo. Il processo che porta ad un’opera
d’arte è importante quanto l’opera stessa: in particolare la
maglieria rappresenta il lavoro continuo, ossessivo e
ripetitivo sull’opera.
DRITTO ROVESCIO
Fili intrecciati tra arte, design e creatività di massa
La mostra Dritto Rovescio, svoltasi a Milano, è stata in
realtà molto più di una semplice esposizione di lavori
d’artista. È stata infatti il pretesto per un intendo più
ampio: considerare la metafora della struttura tessile come
struttura sociale, coinvolgendo nel processo creativo
persone, visiatori, cittadini, luoghi.
Arte, design, creatività e persone devono trovare un punto
d’incontro per migliorarsi e apprendere.
La mostra nace dall’esperienza del gruppo “do-knit-yourself”
e NABA, insieme al Triennale design museum, che ha creato il
tradizionale appuntamento del Knit cafè all’interno del
suoi spazi.
Grazie a quest’esperienza di ritrovo creativo e didattico è
nato il primo pezzo della mostra, creato direttamente da
quelle persone che si credevano spettatori.
Il family dress è nato cucendo assieme tutti I piccoli
campioni fatti durante le giornate d’incontro al Knit café,
ed è cresciuto grazie al contributo di altri spettatori, ad
esempio grazie all’appello fatto da un programma
radiofonico. Queste persone hanno spedito piccoli pezzi
fatti a mano per contribuire alla crescita del family dress.
La trama della stoffa espreime in un certo senso la trama, il
legame presente tra le persone e gli altri attori o prodotti
della società: musica, arte, design, scienza…lo scopo della
mostra è quindi quello di rappresentare l’unione di
situazioni e soggetti che normalmente, nella nostra visione
quotidiana, non si incontrano. Creare un punto d’incontro per
far nascere una performance, un’opera d’arte, un oggetto che
veste la città…
KNITTA GROUP
MILAN,DIVERSE LOCATIONS, 2009
Durante il periodo della mostra Magda Sayeg ha rivestito la
città di Milano con divertenti elementi in maglieria. In
questo modo la città intesa come cittadini e quella fisica
hanno partecipato ad un evento d’arte.
TAIMINA DAINA
Taimina Daina è uno scienziato che crea rappresentazioni
fisiche dello spazio iperbolico all’uncinetto.
Le sue creazioni possono sembrare creature marine, piante,
foglie arricciate, grandi sfere. Sono in realtà il frutto di
calcoli matematici e rappresentano concetti per lo più
astratti. L’interazione di diversi attori della società, tra
arte, musica e scienza, si completa con successo con queste
opere.
Per rispondere a questo intento infatti la mostra non si
limitava allo spazio museale, bensì continuava all’interno di
workshops organizzati da artisti e designers ai quali tutti
I visitatori potevano partecipare.
Questi workshop hanno portato alla produzione di altre opere
e quindi di altre piccole esposizioni: fuori dalla mostra
comincia un’altra mostra.
ALDO LANZINI
Artista italiano nato a Sodrio nel 1968. Ha frequentato
l’Accademia di belle arti di Brera e si è quindi
specializzato in arti multimediali alla Rijsakademie di
Amsterdam.
Le sue opere sono maschere e creature immaginarie che
nascono da un processo totalmente spontaneo: molto lontano
dal design e vicino invece alla scultura.
Questi “iIlegal aliens” vengono costruiti, montati in modo
intuitivo, partendo da piccoli campioni, sviluppandoli
senza sapere quale sarà il risultato.
L’artista stesso dichiara di “filosofeggiare con
l’uncinetto”, facendo un parallelo tra la forza del
pensiero filosofico e quella creativa dell’arte. Come la
filosofia, anche l’arte è una battaglia ideologica, e in
questo caso l’uncinetto ne è l’arma.
GLI OCCHI DI TUTTI, EVERYBODY’S EYES
PRESENTAZIONE DELLA COLLEZIONE PE 2011 MISSONI, MILANO
Gli ospiti della sfilata Missoni sono stati accolti da tante
maschere…
-end
TESTI:
- “Radical Lace & Subversive Knitting” di David Revere
McFadden, Jennifer Scanlan, Jennifer Steifle Edwards. Ed
Antique Collectors Club, 2008
- “ Diritto rovescio. Fili intrecciati tra arte, design e
creatività di massa. Catalogo della mostra. (Milano, 24
febbraio-29 marzo 2009)”. Ediz. italiana e inglese edito
da Mondadori Electa , 2009