Millionaire VI13

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officine
innov azione
dell’
di Maria Spezia
[email protected]
Si diffondono i Fablab, le
palestre degli inventori.
Persone di ogni età si
incontrano, condividono
competenze e producono
3D
(a costi ridotti)
oggetti con la stampante
28 millionaire
in Italia!
In inglese si chiamano Fablab, ossia fabrication
laboratory. Sono officine della creatività, laboratori attrezzati con stampanti 3D, frese, scanner
e sensori. Nati a Boston (Obama li sostiene), all’estero
sono diffusi da oltre 10 anni e in Italia stanno iniziando
a fare capolino ora. Sono già presenti a Torino (www.
fablabtorino.org), Bologna (www.uniluna.com), Novara
(www.wedofablab.com), Salerno (www.medaarch.com),
Roma e Pisa.
«A fine luglio è prevista l’apertura di quello in Trentino,
all’interno del Museo delle scienze» esordisce Francesco Bombardi, 40 anni, fondatore e responsabi-
:
100
fablab
NEL MONDO
9 in italia
6 in svizzera
9 in sudafrica
42 negli usa
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il primo è nato a Boston
: le del Fablab Reggio Emilia (www.
fablabreggioemilia.org). Funzionano
così: volete realizzare un oggetto che
avete inventato? Volete cimentarvi in
nuovi ambiti? Potete andare un in
Fablab e costruire quasi tutto: troverete spazi e macchinari, ma anche
competenze e supporto dal punto di
vista tecnico per la progettazione, eseguita in 3D con software dedicati, come anche per gli studi di fattibilità e il
funzionamento della stampante in 3D.
Tutti maker
«Un inventore che volesse sottoporre un prototipo a un’azienda per la
produzione, qui può ottenere un
campione tangibile»
sottolinea Gualtiero
Fantoni, ingegnere,
ricercatore presso
l’Università di Pisa
e propulsore del Fablab locale (www.fablabpisa.org). C’è di
più. Le porte sono aperte anche per le
imprese che in loco possono fare ricerca
e sviluppo. «I costi sono più contenuti
rispetto a quelli industriali. E anche
i tempi» puntualizza Bombardi, che
all’interno dello spazio, aperto lo scorso ottobre in collaborazione con l’uni30 millionaire
La storia dei Fablab inizia al Boston
nel 2002 grazie a Neil Gershenfeld,
professore al Mit.
«Mi sono reso conto per la prima
volta della possibilità della
fabbricazione personale a seguito
del responso entusiastico a un corso
che tengo al Mit (Massachusetts
institute of Technology), intitolato
How To Make - Almost - Anything
(Come fare - praticamente - tutto,
ndr). [...]. Inaugurato nel 1998,
era rivolto a un piccolo numero di studenti. Immaginate la nostra sorpresa quando si
sono presentati artisti, architetti, ingegneri. Erano motivati dal desiderio di costruire
le cose che da sempre avrebbero voluto, ma che non esistevano nella realtà» scrive
Gershenfeld in Dal personal computer al personal fabricator (Codice, 24 euro).
Nei primi sei anni di vita, la struttura avviata con 20mila dollari è stata in piedi grazie
a 1,5 milioni di euro donati in beneficenza da fondazioni ed enti governativi. Intanto
Gershenfeld ha cercato il profitto con la creazione di un fondo e l’avvio di corsi di
formazione. INFO: http://fab.cba.mit.edu
viderle. Perché sta proprio nella condivisione dei saperi il valore aggiunto
che i Fablab propongono al mondo
imprenditoriale. L’ impatto è rivoluzionario sulle industrie tradizionali,
perché i costi e i tempi sono contenuti.
La realizzazione di un semplice anello
di bigiotteria richiede 20 minuti, per
un bicchiere sono necessarie circa sei
ore – a seconda di forme e dimensioni
– e i materiali usati sono, per ora, “non
nobili”.
«Se chiunque può proPrima che in Italia, sono stati aperti Fablab
durre qualsiasi cosa in
in: Burkina Faso (http://ouagalab.info)
qualsiasi luogo, il siAfghanistan (www.fablab.af)
gnificato del business
Cile (http://fablabsantiago.org)
ne viene modificato
Vietnam (http://mdshue.blogspot.fr)
in modo fonda- :
Colombia (www.fablabcolombia.com)
versità locale, la Provincia, il Comune
e alcune associazioni imprenditoriali,
propone alle aziende l’accesso a un database di professionisti, esperti, e appassionati di più campi (ingegneria,
fisica, informatica, ma anche cucina,
comunicazione...) disposti a collaborare a progetti innovativi.
Insomma, benvenuti maker, creatori di
fabbing (fabbricazione digitale). Qui
troverete competenze e potrete condi-
© David Cuartielles
Neil Gershenfeld,
inventore dei Fablab.
iL primo in italia
qui imparerete a
fare tutto con le mani
È il “papà” di Arduino, cioè un hardware grande
come una carta di credito che consente di
creare oggetti. Massimo Banzi, 44 anni, è
artefice delle Officine Arduino e tra i promotori
di Fablab Torino, tra i primi in Italia.
Quali gli obiettivi di un Fablab?
«I Fablab sono la dimostrazione che sta
cambiando il modo di fare industria e
innovazione. I metodi vecchi non funzionano
più e bisogna anticipare il cambiamento. Non
subirlo. La comunità dei maker è in crescita
costante, l’Economist ha parlato di Terza
rivoluzione industriale. L’economia, il rapporto
con gli oggetti, la condivisione, la creatività
sono gli elementi di questa trasformazione.
Ecco perché i Fablab rendono disponibili gli
strumenti per sperimentare e condividere idee
e conoscenza. Internet non basta: le persone
hanno bisogno di incontrarsi. Le connessioni
verso l’esterno (cioè con il contatto con
i fornitori di materiali, la riscoperta di
distretti produttivi...) trasformano in
realtà i sogni dei partecipanti».
Come definirebbe il
laboratorio di Torino?
«È un incubatore di cultura
scientifica e tecnologica per le
nuove generazioni, un luogo dove
imparare con le mani, costruendo
nella nostra mente mondi che
funzionano».
Quali i risultati?
«Si è creata una comunità di persone
interessate a capire come inventare nuovi
processi produttivi e nuovi modelli di business
partendo dalla fabbricazione digitale, dall’open
source e dalla collaborazione. Il bilancio
dopo poco più di un anno di attività è molto
positivo: la comunità è cresciuta così come
i riconoscimenti provenienti dall’esterno.
L’attenzione della stampa e di importanti realtà
come il Salone Satellite, che ci ha invitato
quest’anno a mostrare al pubblico i nuovi modi
di lavorare (e di inventarsi un lavoro), sono le
conferme di un successo crescente».
Il Fablab di Torino è situato
all’interno di Officine Arduino:
una sinergia?
«La sede è negli edifici di Toolbox Coworking,
spazio progettato per ospitare imprese e
nuove professionalità secondo un principio di
condivisione. La collaborazione tra Officine
Arduino e Toolbox Coworking è basata sulla
condivisione di spazio e di un punto di vista sul
mondo del lavoro, che riconosce la centralità di
una rete di “saperi” e di “saper fare”. A febbraio
abbiamo aperto una Officine Arduino (Verkstad
Arduino) a Malmö (Svezia), a brevissimo ne
apriremo un altro a Bangalore, sullo stesso
modello di integrazione tra ufficio di Arduino e
fablab aperto alla comunità».
INFO: www.arduino.cc
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Sotto, Francesco
Bombardi ha aperto
un Fablab a Reggio
Emilia. Offre a tutti
i creativi le macchine
per realizzare le
proprie idee.
I Fablab si stanno diffondendo
in tutto il mondo: favoriscono
il do it yourself, permettendo
a tutti l’uso della stampante 3D
0
euro: non si paga l’ingresso
ma, a seconda della struttura,
possono essere previste tariffe
per l’uso dei macchinari e dei
materiali.
5mila
euro, la spesa
minima per avviarne un Fablab.
La spesa può essere 10 volte più
alta, a seconda della qualità dei
macchinari. Non è un franchising.
26%
crescita del
mercato delle
stampanti 3D
nel 2011.
3 miliardi
quasi
di euro: previsioni sul mercato di prodotti
e servizi delle stampanti 3D nei prossimi
2 anni (fonte: Wholers Associates, http://
wohlersassociates.com).
(INFO: http://fablabinternational.org)
: mentale»
ha commentato Neil
Gershenfeld, l’inventore americano
dei Fablab. «Immaginate un Fablab
nel Terzo mondo, nei pressi di un
ospedale, dove è possibile produrre
in tempi brevi un pezzo di ricambio
per un’incubatrice che si è rotta, anziché aspettare settimane per i ricambi»
suggerisce Fantoni.
E io apro un Fablab
dell’iniziativa però è necessario avere
competenze meccaniche, elettroniche,
di design. E poi, di comunicazione, per
farsi conoscere nel modo appropriato
da più tipi di pubblico: studenti, artigiani, hobbisti, ingegneri» consiglia
Bombardi. Più complicato invece riuscire a dare un ritorno economico: i
motivi sono molteplici, non ultimo la
mancanza di conoscenza da parte della
maggior parte dei consumatori italiani,
Dal punto di vista dell’avviamento,
l’iniziativa è fattibilissima: gli investimenti per i macchinari partono
da circa 5mila euro, a cui aggiungere i costi dello spazio. «Per la riuscita
che impedisce per ora un’affluenza da
“massa critica” sufficiente a far quadrare i conti. «A Pisa la struttura, aperta
lo scorso dicembre, è attiva all’interno
dell’università e dà quindi libero accesso agli studenti. È il tempo il nostro
grosso investimento: chiediamo solo il
pagamento del materiale usato per la
realizzazione dell’oggetto, ma diamo
supporto anche a chi si rivolge
a noi pur non avendo un
background scientifico,
proponendo nuove
soluzioni per ridurre i
costi, materiali diversi
per la produzione
in larga scala, aiuto nella progettazione. Un impegno che per ora non
abbiamo ancora deciso come quantificare dal punto di vista economico:
con royalty oppure scambi merce. Per
ora, per avere un ritorno economico,
stiamo studiando la stampa in silicone, per produrre oggetti destinati a
più ambiti, dalla cucina al teatro, che
potrebbero essere commercializzati su
ampia scala. Altre strutture cercano di
rientrare dai costi proponendo corsi»
testimonia Fantoni. Ma le possibili soluzioni sono infinite. «A Reggio Emilia
l’investimento iniziale è stato di alcune decine di migliaia di euro, ma io
mi ripropongo il pareggio di bilancio
entro l’anno. In che modo? Con l’organizzazione di soluzioni innovative
dedicate alle aziende locali progettate
dalla comunità dei nostri maker. Certo,
si tratta di una sfida. Ma qui il valore
oltre a essere economico è anche sociale» conclude Bombardi.
le stampanti 3d
Chiedi al
erto
nostro esp
Indistruttibile
La più nuova
Semplice nell’uso,
rispetto alle precedenti
è più precisa. Solidoodle,
3rd Generation 618 euro
INFO: www.solidoodle.com
32 millionaire
C’est plus facile
Quella di quarta generazione è dotata
di un software più semplice ed è molto
curata nel design esterno. Makerbot,
Replicator 2. 1.700 euro
INFO: www.makerbot.com
A tutto colore
Di piccole dimensioni,
consente di stampare
in oltre 10 colori.
3D System, Cube
1.213 euro
INFO: http://cubify.com
Maggiore l’area di lavoro
rispetto alle precedenti,
molto solidi i materiali
di costruzione. Kent Strapper,
Galileo Next 660 euro
INFO: www.kentstrapper.com
Non solo stampante
Interamente Made in Italy,
può anche incidere e tagliare
materiali. Centro sviluppo progetti,
PowerWasp 1.450 euro
INFO: www.wasproject.it
I Fablab vi incuriosiscono?
Vorreste avere informazioni in
più sul futuristico mondo delle
stampanti in 3D? Scrivete a:
[email protected] entro
e non oltre il 30 giugno, vi
risponderà Francesco Bombardi,
fondatore e responsabile
del Fablab di Reggio Emilia. ‹‹‹
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