Caos al Cairo, incendio nel museo egizio. Un morto e 350

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Caos al Cairo, incendio nel museo egizio. Un morto e 350
Caos al Cairo, incendio nel museo egizio. Un morto e 350 feriti in scontri di piazza
Mercoledì 02 Febbraio 2011 14:55 - Ultimo aggiornamento Giovedì 03 Febbraio 2011 15:03
Il Cairo, (Adnkronos/Aki/Ign) - E' di un morto e 350 feriti il bilancio ufficiale degli scontri di oggi in
piazza Tahrir al Cairo. I violenti scontri hanno causato anche un incendio al museo egizio che si
trova sulla piazza. Le fiamme si sono sviluppate all'interno dopo il lancio di decine di molotov
durante la contrapposizione tra sostenitori e oppositori del presidente Hosni Mubarak. Fiamme
si sono sviluppate nel giardino del museo e non è chiaro se abbiano raggiunto anche le sale
che custodiscono i reperti. Unità dell'esercito sono intervenute per spegnere le fiamme. Le forze
di sicurezza hanno cominciato a usare i lacrimogeni contro i manifestanti in piazza protagonisti
da ore di violenti scontri al centro del Cairo. Nel pomeriggio una decina di uomini su cavalli e
cammelli ha fatto irruzione in piazza. Secondo 'al-Jazeera', si tratta di agenti della polizia
egiziana in borghese. I manifestanti, inizialmente messi in fuga dall'improvvisa irruzione, li
hanno poi circondati, facendoli cadere per terra e picchiandoli. "L'aggressione di oggi contro i
manifestanti in piazza Tahrir rappresenta un crimine contro il popolo egiziano", ha affermato il
leader dell'opposizione Mohammed ElBaradei. "Chiediamo all'esercito di intervenire e di
assumersi le sue responsabilità - ha aggiunto - non possono restare con le mani in mano. Dai
documenti che abbiamo trovato addosso agli aggressori abbiamo scoperto che si tratta di
poliziotti in borghese". Secondo il leader dell'opposizione, "dopo l'episodio di oggi questo
regime ha perso ogni legittimità". Anche "gli Stati Uniti deplorano e condannano la violenza
esplosa in Egitto e sono profondamente preoccupati dagli attacchi contro i media e contro i
manifestanti pacifici", ha fatto sapere Robert Gibbs, portavoce della Casa Bianca, in una nota.
"Ribadiamo la nostra ferma richiesta di moderazione", si legge ancora nel documento. La tv di
Stato egiziana smetisce tuttavia la notizia circolata sui canali satellitari circa alcuni colpi di arma
da fuoco sparati in aria dai militari nel centro del Cairo. Citando fonti della sicurezza, l'emittente
smentisce anche che agenti di polizia in borghese abbiano aggredito i manifestanti
dell'opposizione in Piazza Tahrir. Intanto "il governo egiziano respinge gli appelli lanciati dalla
comunità internazionale per una transizione immediata nel Paese". E' quanto ha affermato il
portavoce del ministero degli Esteri del Cairo, Hossam Zaki, citato dalla tv 'al-Arabiya'. Secondo
la tv araba, la diplomazia egiziana si riferisce in particolare agli appelli lanciati dagli Stati Uniti e
dell'Unione europea per un'uscita di scena da parte del presidente Hosni Mubarak e l'avvio
immediato di una fase di transizione. Obama nelle ultime ore aveva chiesto infatti che "la
transizione cominci ora'' e la Commissione Europea aveva sollecitato una "transizione ordinata
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ed elezioni libere ed eque". A chiedere che il processo di transizione sia "rapido, reale e
pacifico" è stato anche il ministro degli Esteri Frattini così come il presidente francese Sarkozy
ha invitato Mubarak ad avviarlo "senza ritardo". "E' molto importante superare questo periodo
con un'amministrazione provvisoria'', ha sollecitato dal canto sui il primo ministro turco, Tayyip
Erdogan. E' il nono giorno di protesta contro il rais a piazza Tahrir all'indomani del discorso di
Mubarak. Alla popolazione non è piaciuto l'intervento di ieri sera del presidente, che ha
assicurato che non si ricandiderà alle elezioni di settembre, restando però al suo posto fino alle
consultazioni per gestire in prima persona la transizione. I manifestanti hanno assicurato che
resteranno in piazza fin quando Mubarak non abbandonerà il palazzo presidenziale. I Fratelli
Musulmani, attraverso il loro portavoce, Mohammed Mursi, hanno bocciato l'intervento
dell'anziano presidente, sottolineando come ''non soddisfi nessuna richiesta'' della popolazione.
Le parole di Mubarak, secondo Mursi, sono arrivate troppo tardi. Anche il movimento giovanile
del '6 aprile' ha bocciato il discorso del presidente egiziano. ''Continueremo a manifestare - ha
detto un portavoce del gruppo dal Cairo - fin quando non verranno soddisfatte le nostre
richieste, soprattutto la domanda di dimissioni di Mubarak e del suo governo''. Il ministro delle
Finanze egiziano, Samir Radwan, parlando alla radio della 'Bbc', ha detto che il governo
egiziano ''è aperto al dialogo con tutti i settori dell'opinione pubblica'', quindi anche con i Fratelli
Musulmani. Riprendendo le parole del vice presidente Omar Suleiman, Radwan ha ''assicurato''
che le autorità sono pronte al dialogo anche con l'opposizione. Secca la risposta dei Fratelli
Musulmani: "Nessun dialogo con il vice presidente Omar Suleiman senza le dimissioni del
presidente Hosni Mubarak". Quanto ai sostenitori di Mubarak in piazza Tahir, ''si tratta di bande
armate inviate dal governo - ha sottolineato il dirigente Mohammed al-Baltanji - per attaccare i
nostri militanti con azioni preordinate". I partiti che fanno capo al Raggruppamento egiziano per
il cambiamento, in particolare al-Wafd e i nasseriani, si dicono invece favorevoli ad avviare il
dialogo con Suleiman. Nel corso di una conferenza stampa al Cairo, i rappresentanti delle forze
politiche dell'opposizione storica egiziana hanno annunciato di "accettare la richiesta di dialogo
avanzata ieri da Suleiman". Secondo quanto riporta 'al-Arabiya', i leader delle formazioni di
opposizione hanno anche commentato gli scontri in corso a piazza Tahrir, sostenendo che "la
responsabilità di quanto sta accadendo è del governo". Il ministero della Difesa del Cairo, in un
comunicato letto alla tv di Stato oggi ha chiesto ai manifestanti di tornare a casa ''per
permetterci di riportare la sicurezza nel Paese". "Il vostro messaggio è chiaro e le vostre
richieste sono state recepite - ha affermato il portavoce dell'esercito che ha letto la nota possiamo mai continuare a stare in strada ancora a lungo interrompendo la vita del Paese,
tenendo le scuole chiuse e le attività lavorative ferme?". Il ministero della Difesa ha chiesto
quindi ai manifestanti di interrompere la protesta: "Dobbiamo pensare al futuro del Paese e
pensare all'Egitto. Non ve lo chiediamo con la forza, ma con il dialogo". Le autorità egiziane
hanno ridotto le ore di coprifuoco, decretate nei giorni scorsi al Cairo, ad Alessandria e a Suez.
Secondo quanto riferisce la tv di stato egiziana, a partire da oggi il coprifuoco entrerà in vigore
alle 17 ora locale, le 16 in Italia, per terminare alle 7 di domani mattina, le 6 nel nostro paese. In
Egitto, intanto, è stata sospesa l'attività della Camera e del Senato, in attesa che il tribunale del
Cairo si pronunci in via definitiva sui ricorsi presentati da alcuni candidati non eletti nelle ultime
consultazioni politiche. E, dopo giorni di blocco e oscuramenti, sta tornando a funzionare la rete
Internet nel Paese. Lo riferisce 'al-Arabiya'. Funziona di nuovo anche 'Facebook' e la pagina del
movimento giovanile '6 aprile' ha riperso a pubblicare notizie e messaggi dall'Egitto.
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