Introduzione al ciclo del Cremaster: polarità che coesistono Di

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Introduzione al ciclo del Cremaster: polarità che coesistono Di
Introduzione al ciclo del Cremaster: polarità che coesistono
Di valentina valentini
1 opera-sistema,struttura ibridismo
2 mitologie
3rapporto con neoavanguardie, postmoderno, premoderno
4 Marketing sistema: restituire l’aura
1. opera = sistema / è così ma non proprio)
Il cremaster Cycle presuppone un sistema;una unità, un intero che assume diverse
conformazioni , una struttura modulare ( stato, edificio, corpo, opera). II maschile è la forma
che modellizza il sistema, la forma del dominio del caprone sulle menadi, .Il femminile è
alterità, ,perciò viene messo a morte “Dionisiaco è rapportarsi con l’alieno, il teriomorfo, è la
riproposizione del nostro alter ego non-umano che sfugge alle regole imposte, sua negazione è
infatti la repressione che traccia un solco ancor più profondo con il diverso” , lo straniero che è
l’incontrollato, l’irrazionale ( Fasolo , galleria p. 5)
Il Cremaster Cycle è architettura-scultura del corpo per cui ogni forma, ogni immagine, il mondo
stesso che raffigura, costituiscono un prolungamento protesico”, i cui artefici sono gli artisti,
Richard Serra, il maestro e Barney, suo allievo-apprendista discendenti entrambi dal mago
Houdini ( che congiunge in sé scienza, tecnica e arte) impegnati nella costruzione del Chrysler
Building- l’impresa eroica da portare a compimento - che nella deriva delle simmetrie e dei rimandi
simbolici corrisponde al Cremaster Cycle stesso, come osserva giustamente Antonio Fasolo.
Barney con questa opera, declina l’originaria forma scultorea-architettonica in materia audiovisuale
fluida (che può raggiungere nel contempo grandi masse), così come aveva trasformato un materiale
solido come il piombo –espressione e simbolo di una scultura d’epoca industriale – in un materiale
ignobile come la vaselina che rapprendendosi o sciogliendosi, mostra adattabilità e plasticità
(Galleria p.6 ). In tal modo il sistema delle simmetrie e -genealogie, dell’involucro-forma e della
sostanza-organo-operatrova espressione, oltre che nel Chrisler Building ,nella spirale della Rotunda
del Guggenheim i cui cinque piani corrispondono ai cinque episodi del Cremaster Cycle, allestiti
ciascuno come doppio, ovvero in corrispondenza di ciascun episodio del ciclo, nel senso che ne
accoglie il set, le figure e gli oggetti scultura e riassomma nello spazio museale , simultaneamente,
ciò che non è possibile dispiegare nel tempo della proiezione cinematografica.
Non è immediato sciogliere ,simbologie, allegorie, stabilire le giuste simmetrie ( lavoro
complicato svolto bene da Fasolo), in una storia il cui eroe vorrebbe portare ordine nel caos , ma
fallisce. Non c’è il lieto fine, ma non è una tragedia. A causa delle stratificazioni di rimandi,
, per eccesso di nessi e nodi non per mancanza, si ottiene una perdita di sequenzialità nel decorso
narrativo il cui montaggio è determinato dal criterio spaziale e non temporale.Lo spazio (euclideo
) e il corpo sono i dispositivi costruttivi dell’opera,
Sostiene Gilles Deleuze che teatro del corpo implica una drammaturgia dello spazio, perché Il
corpo ha bisogno di grandi spazi per esprimere i propri atteggiamenti (camminare, correre,
arrampicarsi, volare, scontrarsi…) per cui è il corpo che costruisce lo spazio, per cui è il corpo che
costruisce lo spazio e le relazioni con gli oggetti al di fuori della funzionalità, in quanto architetture
sia del corpo che del corpo nello spazio,non forme fisse ma in trasformazione ( superficie senza
struttura come l’architettura di Gery)
Questione!!!!
La metamorfosi nel Cremaster equivale al divenire di Deleuze (disorganizzare le forme di
contenuti, per liberare dei contenuti puri che si confonderanno con le espressioni in un’unica
materia intensa ( sono le immagini ottico-sonore, cfr il cap 10 testamento ). Barney non cerca le
linee di fuga, ma contenuti precisi e forme simboliche, non deterritorializza, ma cerca la struttura in
reazione all’architettura di nota a Lynn, di Novak, di Gehry che sono in diretta connessione con i
modelli elettronici, caratterizzati da informazioni dinamiche e relazionate le une alle altre, in cui
scomparsa la differenza fra dentro e fuori, involucro-pelle e struttura). Allora Barney sarebbe in
sintonia con il concetto di corpo senza organi, che significa organismo e contro l’idea di
assemblaggio?
Abbiamo già detto come in Drawing Restraint e nel Cremaster Cycle il gesto creativo consista
generalmente nella volontà di imprimere una forma. Una visione che trova più di un’assonanza in
ciò che Lars Spuybroek dei Nox Architect dice a proposito dell’architettura: “... costruire è
violenza, è forza, a volte, è forza eccessiva. Non è un disegnare o generare nuove geometrie nel
proprio ufficio per poi uscire e realizzarle - il disegnare stesso è parte della violenza necessaria per
trattare la materia ”. Ancora modellare, plasmare con forza quindi, sembra quasi la didascalia di
Drawing Restraint Series
Un altro carattere del sistema-opera che Barney aspira a costruire con il Cremaster, un altro dato
della sua estetica, riguarda l’uno, l’intero, l’unità,l’indistinto, l’asessuato:
nostalgia per lo stato indifferenziato, prima della distinzione in genere.uno stadio in cui il sistema
era perfetto, in equilibrio ( Armonia classica vs il disequilibrio di Richard Serra?)Il ciclo ha come
obbiettivo la costruzione del monumento che ha assunto come criterio costruttivo l’equilibrio.La
sua aspirazione è l’armonia classica-regressione rispetto alla quale il suo maestro – Richard Serra è inadeguato) Serra è contro l’architettura superficie, è per la tettonica -monumentale,Barney è
monumentale come facciata pubblicitaria ma superficie come Gery
“Da una parte l’organicismo antropocentrico dell’architettura di Frank Lloyd Wright, ne La
Rotunda del Guggenheim, dall’altra il neogotico Déco del Chrysler Building di William Van
Alen, non a caso due simboli dell’architettura americana del ‘900, ancora una scelta
alternativa alla contemporaneità, con valore istituzionale e regressivo.” ( cap 5 p 11)
Hubris, violenza
ibridismo perché il Cremaster Cycle è uno strano modo di essere un film ( è composto di
episodi,come una serie TV), è contemporaneamente –opera plastica-visuale e opera audiovisuale.E’
performance ripresa in video In che modo i due linguaggi si ibridano , quale domina sull’altro?
Anche il Cremaster, è film che è video che è installazione che è scultura
“Nella spirale del Guggenheim, durante l’esposizione, performance, video, sculture, disegni,
musica vivono in un rapporto di reciprocità e discendenza: Al centro de La Rotunda su
cinque monitor (incassati in una forma scultorea pentagonale) e appesi al soffitto, vengono
proiettati i cinque video del Ciclo; ognuno dei cinque piani prevede l’allestimento specifico
per ognuno dei cinque capitoli (come in The Order) ed è composto di una scultura
emblematica dello stesso episodio, disegni, storyboard, abiti, foto ecc. Lungo i passamani della
spirale sono stati reimpiantati le stesse protezioni che si ritrovano in The Order. Il visitatore è
quindi pienamente immerso in un luogo a metà tra set cinematografico e allestimento
museale, dove i video del Ciclo rappresentano una giustificazione degli oggetti-scultura, del
loro stadio metamorfico, li contestualizzano nello spazio della galleria, quasi donandoli una
valenza indicale il cui referente si trova nello spazio e nel tempo della performance
registrata1” ( Fasolo, galleria, p 8).cfr cap. IV
“ Il Cremaster Cycle dell’artista nordamericano Matthew Barney, si pone in una zona liminale tra
sistema produttivo cinematografico e mondo dell’arte visiva .. Spazio fisico –plastico-visuale e
diegetico coincidono fino al punto che la struttura narrativa equivale alla creazione e distruzione di
edifici simbolici ( e fallici) come il Chrysler Building, la penetrazione nel grembo ( la Rotunda) del
1
Molto interessante per l’argomento è il saggio di Nat Trotman, Spazio rituale/Tempo scultoreo, nel catalogo per la mostra, All
in Present Must Be Transformed: Matthew Barney e Joseph Beuys, The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York, 2007,
pp. 140-156.
Guggenheim Museum di New York, la realizzazione, trasformazione e distruzione ( per dar vita ad
altre forme) di una enorme scultura fatta di vasellina ( il materiale principale usato dall’artista)
“The Field”, il cui mutare di forma corrisponde alla diegesi del film Drawing Restrant 9, realizzato
insieme alla cantante Bjork. Essendo l’opera audiovisiva una costruzione spaziale, richiede di essere
fruita come una installazione: occorre guardarla e riguardarla, e girargli attorno. Infatti Per Barney
il procedimento costruttivo del montaggio viene trasferito all’organizzazione degli spazi, alla
costruzione dell’installazione ( al profilmico,). Montare il film è passare da uno spazio all’altro
Lo sguardo che Barney regista imprime alla telecamera digitale HD è quello di un visitatore che
percorre lo spazio di un museo soffermandosi su alcuni oggetti (il volto di un orso, il manifesto di
Houdini). Il visibile in Barney è scultura immobile o scultura cinetica, che non guarda ma può
essere guardato da più punti .in questo senso le inquadrature sono lunghe zoomate in avanti e
all’indietro per lo più raccordate per analogia di forma e movimento, quindi plasticamente, in un
continuo avvicinarsi fino a sfiorare la superficie dell’oggetto per poi allontanarsene di nuovo e
cambiare punto di osservazione.” ( Antonio Consolini, Close Up ).
Fasolo legge il modo di Barney di usare il linguaggio delle immagini in movimento come
sguardo scultorio, ovvero dato che si filma un set allestito in cui architettura e scultura diventano
paesaggio, animato da figure che ritornano da un episodio all’altro, trasformate, compito della
telecamera è quello di inquadrare,riprendere,documentare l’opera di Barney che è altrettanto il
profilmico, il set, quanto il filmato ( a differenza del cinema, dove il set è solo in funzione delle
riprese, non ha una preesistenza né autonomia rispetto ad esse). Come si riprende un’opera che è
scultura-architettura-paesaggio? Centrale è lo spazio vs la diegesi, vs il tempo, si inquadra ciò che
si vede camminando vs il guardare, uno sguardo che è legato al corpo dello spettatore che perlustra
e si si aggira intorno a una serie di volumi assemblati in un continuum
“ Perfino i dolly, le riprese a volo d’uccello oppure i vari traveling comunicano questa sensazione
corporea di toccare la superficie (scultorea, paesaggistica, architettonica, ecc) del rappresentato,
un‘esperienza aptica - letteralmente capace di venire a contatto con – cui soggiace una logica di
inclusione nello spazio…”. ( Fasolo, Galleria e sala).
Questo vagare avvicina il cinema all’architettura, agli sguardi distratti e veloci di cui parla
Benjamin?????? Esclusa è la contemplazione frontale
E quindi alle installazioni dove la vita ( in quelle a circuito chiuso) dell’opera coincide con la
durata della presenza dello spettatore Determinante è lo sguardo-presenza dello spettatore cfr
Motion-emotion aptico di Giuliana Bruno.
La dominanza del dispositivo spaziale rende l’opera evento e il film documento? Profilmico
vince sul filmico. Spazio fisico –plastico-visuale e diegetico coincidono fino al punto che la
struttura narrativa equivale alla creazione e distruzione di edifici simbolici ( e fallici) come il
Chrysler Building, la penetrazione nel grembo ( la Rotunda) del Guggenheim Museum di New
York, la realizzazione, trasformazione e distruzione ( per dar vita ad altre forme) di una enorme
scultura fatta di vasellina ( il materiale principale usato dall’artista) . Il mutare della forma di
“The Field” Montare il film è passare da uno spazio all’altro, scrive Fasolo, Mentre lo . spettatore di
cinema è obbligato a proiettarsi nella diegesi se vuole “muoversi”, deve avere un altro corpo,la sua
percezione del racconto, del tempo, è spaziale, al contrario di quanto accade in un museo dove lo
spazio espositivo si fa tempo nella mente del visitatore, che mette in successione le percezioni
visive: costruisce nella memoria una sequenza” In questo caso Barney mette in serie dei luoghi
fisici ( episodi e contained forms ) da cui si sprigiona l’azione e le vicende di ciascuno dei cinque
episodi. “Nel Cremaster Cycle gli elementi della narrazione, come corpi-oggetto, iconicamente
raccontano e si raccontano proprio come i logo delle marche famose, che ne affollano la messa
in scena. Sono dei solidi organici o geometrici più che dei frammenti di storie. L’opera stessa è
una costruzione spaziale e plastica che dei morbidi movimenti di macchina mostrano allo
spettatore, per cui il profilmico dice e racconta molto più del filmico “ ( Fasolo galleria e sala p
4)
Questione: Come si esprime la visione non prospettica, il decentramento, la caduta del predominio
dell’ottico nel Cremaster
Quali sono i tratti peculiari dell’immagine elettronica?Barney non è immagine elettronica, non è
immagine filmicaDeleuze ribadisce che non ci può essere totalità, ma congiunzione spezzata,
interruzione irrazionale, Non c’è narrazione, ma crescita di situazioni alle quali non si può più
reagire secondo le modalità dell’immagine movimento e il problema dello spettatore diventa: “cosa
c’è da vedere nell’immagine?” (300) Queste si concatenano attraverso interruzioni irrazionali, per
frammentazione – come la scomparsa della verticalità della figura umana eretta nello schermo, per
cui questo riceve in disordine dati, siano oggetti o parole.Non c’è stato bisogno delle tecnologie
elettroniche per far sì che si separasse l’iimagine dal suono, perché “ “ Il nuovo automatismo
spirituale e i nuovi automi psicologici prima che dalla tecnologia dipendono infatti da un’estetica.” (
295)
2 rapporto con le neo-avanguardie ( cfr Bourriad, Foster e Schechner e antologia olumbia)
con la superficialità che caratterizza l’approccio critico, storico, teorico all’universo artistico
contemporaneo si è annesso senza sospetti il ciclo del Cremaster nell’ambito delle
sperimentazioni più up date degli anni Novanta Del XX secolo, senza lasciar trapelare il dubbio
che si trattasse di un’operazione interessante proprio per la sua ambiguità densa e problematica,
suo malgrado. Infatti l’opera può essere sì assunta come poderoso tentativo di oltrepassare
l’empasse del postmoderno, del decostruzionismo, del divenire come formula compositiva che
inneggia al nomadismo, al processuale, all’azzeramento dell’autore, alla desoggettivazione, etc…),
il cui risultato però non ci porta oltre il decostruzionismo, oltre il postmoderno, in una zona dove
nascono nuovi corpi modellizzati dal figurale ( un racconto che sta sull’orlo di precipitare), il c
s organi come un organismo che non è un aggregato di parti….). Il Cremaster non è neanche un
corpo macchina scisso dalla mente , bensì un corpo-cervello-pensiero.????
L’ambiguità del Cremaster Cycle è data da una essenza premoderna ( non modernista) coperta da
una superficie postmoderna: mettendo insieme i dati non si va oltre l’empasse che l’arte di fine
millennio avrebbe il compito di superare, ma si ottiene un formidabile sistema automatizzante
all’insegna di valori estetici e morali, profondamente regressivi, .una sorta di polverizzazione
sincreticamente acritica, scaturita da una cultura postmodernista che attinge a fonti disparate ( lo
sport come le biotecnologie, le figure mitiche della classicità come l’intrattenimento popolare
made in USA ( i rodei, i sidecar corse il football stadium, ), l’etica laica massonica a fondamento
del puritanesimo razionalista insieme a saghe irlandesi tradizioni popolari, e non ultimo il culto
della personalità rispetto non al pensiero sull’arte, ma alla figura dell’artista: Richard Serra, Beuys
,Norman Mailer
Tutto questo non ci autorizza ad assimilare acriticamente l’opera di Barney in esame nell’alveo
Hal Foster cfr
Piuttosto che con la scultura minimalista, l’estetica della Performance Art, il Cremaster Cycle
mostra di essere più in sintonia con l’estetica dei cultural studies, a favore dei mass media piuttosto
che della cultura artistica d’avanguardia,che parificano alta e bassa a favore del basso, la mitologia
greca come minestra cambell, le tre grazie che fanno il pic nic nell’isola di Man
Il Cremaster appartiene legittimamente alla cultura postmoderna, ma di un postmoderno in
crisi.
Il passaggio dalla storia ( dell’arte) alla cultura ( visiva) rende naturale il dominio dell’antropologia
, ovvero se non si fa storia dell’arte, ma storia delle immagini, la differenza fra cultura alta e bassa
scompare e gli studi culturali “ rischiano di liquidare troppo velocemente l’autonomia estetica) in
quanto retrograda e abbracciare forme sottoculturali considerandole invece sovversive.Antropologia
dominante significa orizzontalità-spazio anziché verticalità e tempo “ In tal modo gli studi visivi
potrebbero privilegiare eccessivamente il presente, e ciò promuoverebbe, piuttosto che frenare, un
atteggiamento post-storico, comune a molte pratiche artistiche storiche e curatoriali d’oggi.” ( 85)
Dominio del l’antropologia equivale a privilegiare il contesto, facilita il passaggio dal testo al
progetto,dal finito al non finito ( i laboratori del quotidiano), si occupa di alterità ( a braccetto con la
psicoanalisi) e trova spazio per l’interdisciplinarietà: in mano ai postmoderni “ rievoca la morte
dell’autore e la dissoluzione dell’uomo” ( 85)
Si inscrive nell’ambito dei cultural studies che collocano al centro lo spettatore:
Scrive Hal Foster : Dagli anni 80 negli Usa si è abbandonata la storia dell’arte a favore degli studi
di cultura visiva ( performance) per i quali lo spettatore è centrale. Presentano lo spettatore come
costruzione sociale, singolare e specifico, per cui “ è il soggetto, non l’arte, che diventa <deposito di
relazioni sociali>, spesso anche il principale oggetto d’analisi. […] Lo spostamento parziale dalla
vecchia alla nuova storia dell’arte è segnato da un parziale spostamento dell’oggetto di studio,
lontano dallo stile e dalle analisi formali, e verso le genealogie del soggetto.” E dall’altro verso i
media popolari, verso., lo studio sulle forme di espressione popolare e sottoculturale, e i principali
soggetti d’indagine sono: film, televisione, Internet,e la rappresentazione visiva in medicina, nel
campo militare, nelle scienze e nell’industria..
Tale enfasi sullo spettatore nel Cremaster Cycle si ritrova sia nel l’astrazione del field emblem, - del
corpo-organismo tra Situation e Condition),che è l’idea germinativa del ciclo, sia nel concepire il
dispositivo narrativo come spazio percorso-osservato da uno spettatore-visitatore all’interno di un
museo o di una galleria, sia “ come un inventario di luoghi preposti allo spettacolo e
all’esperienza spettatoriale” “. Si va dal museo (Il Guggenheim) al salone espositivo (World’s
Colombia Exposition), dal teatro (Opera di Budapest) allo stadio (Boise), dal circuito
Motociclistico (Tourist-Trophy) all’arena (Salt Lake).
Le aporie del minimalismo: Serra
Abilità a impadronirsi di concetti delle neoavanguardie utilizzando l’alto per autolegittimazione
Krauss e
Inquadrare la figura di Serra: come Norman Mailer rappresenta la potenza americana, il
monumentale e l’industriale, il peso
(l’antiminimalismo e il minimalismo al contempo,
allegorizzata nel precipitare della scultura incapsulata nel Chrysler che uccide???? , nel Cremaster
3 ( riferimento all’episodio vero in cui una scultura di Serra fa crollare il pavimento della galleria
Castelli? E uccide…?) Del minimalismo ( Serra) e Barney mantiene il modulare e lo trasforma in
seriale ( il ciclo); processuale diventa la perlustrazione dello spazio per cui lo spettatore deve
investire non solo la vista, ma tutto se stesso, mettendo in gioco il proprio corpo che esperimenta
fisicamente lo spazio non a colpo d’occhio, : tattile o scopico?
Il processuale e il disequilibrio vs equilibrio? sono due concetti da verificare ( cade perché è
squilibrata?) critica architettura contemporanea che è liquida, a favore della tettonica? E’ per la
stabilità!!!!! Il crollo è epitome tragica della sconfitta architettura disequilibrata minimalista
Processuale originariamente significa il fare esperienza dell’opera nel tempo: per Barney invece
costruire una genealogia di rimandi in cui il compimento è dato? Le strutture che costruisce sono
È Gehry ma critica Gehry
. Per Serra, in linea con il rapporto osmotico e cogenerativo, che accomuna scultura e architettura in virtù dell’origine comune - è proprio della scultura (linguaggio diverso che diviene
metalinguaggio) compiere un’azione critica nei confronti di un’architettura postmoderna, che si
ferma alla superficie, alla pelle e trascura il valore costruttivo della tettonica ( Fasolo)
.“In questo modo il Cremaster Cycle si pone quindi in netto contrasto con la logica decostruttiva e
con i principi dell’architettura contemporanea, allineandosi in maniera tanto formale quanto
ambigua con le posizioni di Richard Serra e di Kenneth Frampton.” ( V cap) .( mi viene il dubbio
che sia una interpretazione di Serra forzata: è vero che le sue sculture sono imponenti per
materiali e dimensioni, ma concorda Foster con questa interpretazione di Serra? E allora il
minimalismo è d’accordo con Serra o no?
Nella critica di Serra al postmoderno si esprime la critica di Barney che aspira a un’arte che sia
organica, in cui ci sia un nucleo che struttura e dà forma alle diverse parti.
Nodo da scioglier: se Serra è minimalista, è nel contempo monumentale, tettonica, ma non è
organica come Wright. Perché crolla? Serra –Barney è vs Gery?
. Ma la distanza di Barney dall’architettura contemporanea è ancora ravvisabile nel senso di
nostalgico bisogno di struttura
Siamo paradossalmente davanti al cantiere di un monumento, che per sua natura è simbolico,
trans-storico, ideologico, che marchia e significa lo spazio. Il corpo decostruito e ricostruito della
contemporaneità che si traduce anche in architettura, ha smarrito codici linguistici ormai secolari, li
ha confusi. L’arte per Matthew Barney deve tentare di ricodificare, ricostruire o mostrarne allo
stesso tempo l’impossibilità, il Cremaster e Drawing Restraint ne sono rappresentazione, contro la
fluidità delle forme, che l’artista ambirebbe fissare, anche brutalmente.” ( cap.5)
Oltre il modernismo e il postmoderno: il premoderno ( progetto impossibile, forse tragico:
oltrepassare l postmoderno Gery, ma non ci riesce, cade nel premoderno?
Ritorno ai miti premoderni P 145 fissare la forma, p 147 conservarsi e mutare, divenire, p 149: al
di là della coazione a ripetere il divenire deleuziano
. Il Cremaste Cycle è un’opera che si legge come reazione al decostruzionismo e quindi alle
avanguardie? Se è contro l’avanguardia è contro il modernismo ( che inizia, per Krauss già con
Rodin) Raccontando attingendo alle saghe, affastellando figure e miti il tutto saldato
strettissimamente con nodi e rimandi simmetrici a specchio, è un tentativo di reazione alla fluidità
delle forme, al flusso. Come contrastare il flusso senza regredire, è possibile sfuggire al
decostruzionismo senza regredire?
Quando si è in crisi si ritorna alle origini : infatti p 16 Bruno? inserisce il cinema delle origini nelle
dinamiche spaziali ( e quindi visuali) , all’ibridazione e sconfinamento
? In effetti il Trattamento del tempo- astorico e spiraliforme, che va avanti e indietro, fa sì che la
storia non ci sia, sovrapporre le ere e le epoche …. arcaicizza, nostalgia postmoderna per il
monumento ,
3.miti,mercato aura
Barthes cosè il mito oggi: artista demiurgo eroe/ opera –america/ Cremaster cycle, Chrysler b
scultura VIDEO
mitologia personale dell’artista che è al contempo una mitologia degli Stati Uniti dalla parte però
imperialista: massonica, mitologia del costruire, scultura-che è architettura, che è corpo: un sistema
triadico incui si fondono, stato, città e corpo,in cui ogni cosa combacia nell’altra e si fonde con
l’altra, si riavvolge come in una genealogia in cui tutto trova un prima e un poi, una causa e un
effetto, una discendenza che presuppone la trasformazione
mitologia Antifemminista e maschilista Cfr le figure femminili: Diva, Good Year, regina ( Ursula
Andrews), damigelle
La presenza del femminil nel Cremaster Cycle (è intrisa della medesima ambiguità, di cui sono
affette altre forme-miti- concetti???): ragazze pon-pon, sirene, ancelle, regine uterine, cori che, in
funzioni di siparietti, aprono e chiudono il Ciclo , come il sorriso ammiccante della soubrette del
Goodyear Chorus Girls nel 1 e le lacrime della Queen of Chain nel 5).La figura centrale (nel
secondo episodio), di Aimee Mullins ha un destino di vittima, viene uccisa ( ammesso pure che
l’artista si identifichi con Dioniso, nel Cremaster non ritroviamo il trionfo delle menadi che
coltivano il culto di Dioniso
Marketing sistema: restituire l’aura ( cfr Damien Hirsch, cranio di platino con diamanti di 50 carati
l’opera è un logo, un marchio di fabbrica che serve a ribadire il nome dell’autore e del prodotto, in
modo ossessivo (operando un’ azione distruttiva nei cfr del sistema dell’arte, proprio quando
vorrebbe salvarla, perché non inneggia all’opera ma alla sua riconoscibilità, alla pubblicità e
all’immagine che si produce intorno ad essa. Riprendiamo quanto scrive Fasolo :
“Non è un caso che i cinque capitoli del Cremaster, siano custoditi in cofanetti d’oro al
Guggenheim Museum in qualità di originali. Ironicamente, quest’opera digitale (codice
numerico infinitamente riproducibile) spinge l’intento mitico della sua narrazione ad un
altrettanto mitico recupero ( corsivo mio) di quell’aura che Walter Benjamin considerava già
perduta negli anni trenta e lo fa attraverso, forse l’unico canale “estetico” oggi possibile, la
strategia distributiva( cfr La Galleria e la sala) “, trasferendo l’originario prodotto audiovisuale in
digitale su un supporto tradizionale come la pellicola, mirando a raggiungere oltre al pubblico che
frequenta i musei, anche quello, molto più popolare che frequenta le sale cinematografiche.
Concordando con Hal Foster che sostiene che ogni tentativo di restaurare l’aura si converte in….
potremmo definire tale operazione attribuzione fittizia di aura
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Dalle analisi condotte su vari autori e spettacoli teatrali del secondo Novecento emergono due
direttrici principali, una tendenza ritualizzante, prelogica, irrazionale, antilogos,
antiintepretativa che punta alla rigenerazione attraverso l’annientamento di sé, dell’io, della
soggettività, dell’organismo individuale, anche attraverso miti di fondazione di natura cyborg,
biotecnologica (Barney Sanzio, Abdoh); attraverso la mutazione e la trasmutabilità delle
identità, dei sessi, della natura (umana-animale), l’esaltazione del molteplice in stretta
correlazione con il mito dell’indistinzione pretragica, il congelamento dei sentimenti ed
emozioni (Wooster), lo svuotamento del pathos dalle situazioni drammatiche - che non è
derisione - ma azione senza motivazione (Garcia). La rincorsa per un sentire autentico,
primigenio, lo smantellamento dionisiaco dell’edificio teatrale, il mito del tempo presente,
dell’istante che recide il prima e il poi, il cortocircuito dell’attimo, non sono diametralmente
in opposizione alla dimensione autoriflessiva, il circuito chiuso in cui si rinchiude l’esperienza
dell’opera, perché entrambi portano all’autodistruzione, alla autosufficienza dello spettacolo
nei confronti dello spettatore, escluso, separato dall’evento che si rappresenta da velari, teche,
congegni che ingessano l’evento in fruizione visiva-spaziale senza tempo. Contrastare il
figurativo, approdando al figurale, è la strada indicata da Deleuze (cfr. contro
l’informatizzazione del mondo), rendere minore un testo per sottrarsi all’ordine gerarchico
del padre (Kafka) per combattere autorità, potere, tracciare delle linee di fuga, mettere in
tensione i bordi (Squat).
(rileggere le strategie per superare l’autodistruzione); disorganizzare l’organismo ma non
esaltare la parcellizzazione, quanto tendere a una diversa unità delle parti… Agamben con
scetticismo prova a chiedersi se l’emergere dell’animale sull’uomo sia in effetti una via per
ricongiungersi con il divino, ma sempre passando per l’abiezione, l’annientamento
dell’umano.sconnesso
note
a
( è Deleuze Per una letteratura minore) Il sapere e l’analisi devono tendere a disegnare mappe
transeunti (scrive Deleuze!” Di grande, di rivoluzionario non c’è che il minore. Odiate ogni
letteratura di padroni…. Possibilità di Fare della propria lingua un uso minore. Essere nella propria
lingua uno straniero Deterritorializzare ( ma rimanendo all’interno! Della lingua e della letteratura!)
Le linee di fuga del linguaggio, il silenzio, il soffio, l’interrotto, l’interminabile, Servirsi del
polilinguismo nella propria lingua, trovare i punti di non cultura e di sottosviluppo ( anche lui come
Adorno? È contrario alla strapotenza della psicoanalisi che si presenta
Note
Cfr Hal Foster per atteggiamento vs avanguardia sia di modernisti che di postmodernisti ( vs
avanguardia e modernismo) hanno un punto in comune!) Le avanguardie storiche sono
moderniste