intervista - Dipartimento Politiche Europee

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intervista - Dipartimento Politiche Europee
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20-08-2007
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7 attualità
il Salvagente/23-30 agosto 2007
I L M I N I STRO PE R I L COM M E RC IO I NTE R NAZIONALE “R IC H IAMA” L’U E
Bonino: “Il caso Mattel
e le etichette carenti”
ENRICO CINOTTI
“Il sistema di allerta e monitoraggio comunitario
ha funzionato bene. Ora la Commissione europea
esaminerà i dossier dagli Stati membri per capire
se dovranno essere adottate misure particolari sul
fronte della sicurezza dei giocattoli. Quello che
serve, però, è l’etichettatura obbligatoria
per i prodotti importati da paesi extraeuropei: la proposta è ferma in Consiglio europeo da due anni”. Emma Bonino (nella foto in basso), ministro per il Commercio internazionale e le Politiche europee, già
commissario europeo alla Politica dei consumatori, interviene, in questa intervista al
Salvagente, sul caso Mattel. La multinazionale del giocattolo è stata costretta a ritirare in tutto il mondo centinaia di migliaia
di macchinine “Sargente” Cars, perché colorate con vernici al piombo altamente tossiche, e milioni di bambole Barbie, gadget
Polly Pocket e pupazzi Batman, tutti prodotti in Cina, a causa di piccoli magneti
che, staccandosi troppo facilmente, possono essere ingeriti dai bambini.
Ministro Bonino, dopo il caso dei
dentifrici contraffati e dei vestiti
tossici, ora tocca ai giocattoli pericolosi. Esiste un problema Cina?
L’entità del ritiro ha fatto scalpore. In
realtà tanti manufatti, prodotti non solo
in Cina, ogni settimana vengono ritirati
perché pericolosi, difettosi o semplicemente non in regola con le direttive europee. Devo dire che il sistema di allerta
rapida comunitaria, Rapex, ha funzionato molto bene. La Mattel ha avviato spontaneamente un ritiro dal mercato e ha informato per prima le autorità inglesi che,
a loro volta, hanno comunicato l’allerta
alla Commissione europea. Ora i 27 paesi membri dovranno fornire a Bruxelles
un dossier e sarà la stessa Ue a decidere
se intraprendere iniziative specifiche.
Lei auspica che si possa arrivare a un
bando per i giocattoli più pericolosi?
Io non chiedo nulla. Dico semplicemente che il dossier lo studierà la Commissione. Non escludo una messa al bando, ma non sono io a chiederla.
Dal caso Mattel quali considerazioni si possono cogliere?
Queste vicende possono essere anche
dei fenomeni patologici della globalizzazione. Quando si delocalizza la produzione, non si deve mai perdere il controllo
sul processo produttivo né limitare gli investimenti sulla qualità dei prodotti. Sul
caso specifico, aggiungo che i magneti finiti nel mirino sono frutto di un errore
grave di progettazione. Per cui, se il disegno era sbagliato, in origine potevano
staccarsi tranquillamente anche se i giocattoli venivano prodotti in Usa o in Italia
piuttosto che in Cina.
Se i controlli hanno funzionato, è
pur vero che continuano gli allarmi
sui prodotti provenienti dai paesi del
Sud Est asiatico. Il consumatore come si può tutelare?
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il Salvagente/23-30 agosto 2007
BONINO: “CASO MATTEL E ETICHETTE”
AR R IVA DALLA N UOVA ZE LAN DA
Per aumentare la sicurezza e la qualità
dei prodotti è importante avere anche un
consumatore sempre più attento e informato. Per arrivare a questo serve l’etichettatura obbligatoria, ovvero poter conoscere il paese di produzione del prodotto stesso. Purtroppo la proposta, voluta e sostenuta con forza dall’Italia, è ferma da 2 anni in Consiglio anche per l’opposizione di Germania e Inghilterra.
Essere a conoscenza del paese di
origine non equivale però a dire che
un prodotto è più o meno sicuro.
Sono d’accordo. Io infatti dico che l’etichettatura obbligatoria aumenta le informazioni per il consumatore, non è un giudizio sulla qualità del prodotto in sé. Uno
degli elementi importanti in questo complicatissimo settore è fornire un’informazione corretta per il cittadino. Per questo
insisteremo nel sostenere il regolamento
anche se a oggi non abbiamo la maggioranza in Consiglio europeo.
Sul fronte delle certificazioni, invece, non sarebbero necessari criteri
più stringenti per aumentare la sicurezza dei prodotti?
I requisiti per ottenere il Certificato
Europeo, CE, sono piuttosto elevati.
Che poi vengano rispettati o meno ci
porta sul tema dei controlli, sui quali
non si può mai abbassare la guardia. Ma
ripeto: i criteri ci sono e i prodotti vengono ritirati proprio perché non rispettano quelle prescrizioni. Quello che potremmo chiedere sia ai paesi di produzione sia alle aziende stesse è di investire di più nei controlli.
Molto spesso si sente dire: scegliete
i giocattoli nei negozi e non comprateli nelle bancarelle perché possono
essere insicuri. Il caso Mattel ha un
po’ messo in crisi questo assunto.
In Italia siamo i campioni della contraffazione e anche in casa nostra un po’
d’ordine non farebbe male. Detto questo, il consumatore deve stare attento ai
marchi di sicurezza e alle informazioni
che vengono diffuse. Il sistema Rapex
assicura un monitoraggio attento e ritiri
veloci qualora un prodotto non rispetti i
canoni europei di sicurezza.
Per cui non servono criteri di conformità più stringenti?
No. Basterebbe che continuassero ad
essere applicati quelli che ci sono e che
non fosse mai abbassata la guardia sui
controlli.
E scatta un nuovo
allarme sugli abiti
alla formaldeide
INTANTO LA MATTEL METTE A
DISPOSIZIONE DEI CLIENTI
ITALIANI UN NUMERO VERDE.
hissà se il vestito della bambola Barbie contiene anche formaldeide? Non
ancora placato l’allarme sui giocattoli Mattel
prodotti in Cina, dal paese del Dragone arriva
un altro pericolo. Secondo un’indagine della
tv neozelandese i tessuti esportati dalla Cina sarebbero impregnati di formaldeide,
una sostanza conservante e battericida.
Agente chimico altamente cancerogeno, la
formaldeide è una sostanza ben nota ai lettori del Salvagente, visto che nei ripetuti test
condotti dal nostro settimanale la sua presenza è stata rinvenuta addirittura in alcuni
cosmetici e mobili. Ora, in base alle analisi
effettuate dal canale della Nuova Zelanda, i
livelli accertati negli indumenti made in
China sono 900 volte maggiori di quelli
consentiti dall’Oms.
Ma è ancora il caso Mattel a tenere in ansia
migliaia di famiglie in tutto il mondo. La casa
C
produttrice ha approntato un piano di ritiro
e di sostituzione dei giocattoli incriminati.
Oltre alla macchinina “Sergente” (la cui
pittura presenta livelli non consentiti di
piombo), bambole (Barbie e Tanner) e altri accessori (Batman, Polly Pocket, Doggie Day Care, Pollyworld, ecc..) contengono piccoli magneti che, in situazioni di uso improprio, potrebbero staccarsi dal giocattolo.
Chi fosse in possesso dei prodotti in questione può contattare il numero verde della
Mattel 800-113711 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18), oppure il sito www.service.mattel.com o scrivere una mail a [email protected]. L’azienda assicura che fornirà tutte
le informazioni necessarie e provvederà alla
rapida sostituzione del giocattolo.
Intanto nei scorsi giorni sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza circa 75mila prodotti ancora in commercio in Italia, mentre il
procuratore aggiunto di Torino Raffaele
Guariniello ha aperto un’indagine sui giochi Mattel pericolosi per i bambini e nominerà un perito per sottoporre ad analisi i prodotti incriminati.
Dal canto suo anche il ministero dello Sviluppo Economico ha approntato un piano
di controlli ad hoc. In un comunicato, il direttore per l’Armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori Antonio Lirosi ha chiarito che il ministero ha deciso di avviare una serie di verifiche, in collaborazione con il nucleo Tutela Mercati delle Fiamme gialle e il
ministero della Salute, per accertare la presenza di vernici tossiche in tutti i prodotti “made
in China” della Mattel e a marchio Fisher Price, oltre quelli segnalati e ritirati dai mercati
mondiali. Controlli che, assicurano dal ministero di Pierluigi Bersani, verranno ripetuti prima
delle feste natalizie, in concomitanza con il
picco di vendite stagionali dei giocattoli. ●