Franziska Hauser – Turinfoto Nei panni di scenografa ho perlustrato

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Franziska Hauser – Turinfoto Nei panni di scenografa ho perlustrato
Essere deboli è umano e perciò deve cessare
Una mostra fotografica di Eva Frapiccini e Franziska Hauser
Nell’ambito di „Brecht Camp 2“ – GI Turin 2011
Franziska Hauser – Turinfoto
Nei panni di scenografa ho perlustrato Torino con la macchina fotografica in cerca di possibili scenari,
bozze di scenografie. Con lo sguardo rivolto alle devastazioni e alle inumanità che hanno lasciato tracce in
ogni metropoli del nostro continente, sono rimasta impigliata nei dettagli di queste rovine. L’idea era
quella di collegare tali dettagli con l’incarnazione visibile di un potere dello stato attraverso molteplici
tempi di esposizione.
Ho utilizzato bandiere e rovine per la mia immagine della città, un’immagine in cui si mescolano lavoro e
storia. Ho scelto luoghi vuoti per il personaggio di Fatzer, che, in lotta contro l’inumanità, finisce per
diventare lui stesso inumano. Lui non è però nel mio spazio, ma dietro il mio obiettivo. Con lui ho
attraversato a piedi ciò che caratterizza una grande città: prigioni, cimiteri, fabbriche, strade, vicoli, cortili
e androni. Alla ricerca dei luoghi dell’inumanità e dalla loro prospettiva ho conosciuto i lati mistici di
Torino. Mi sono fatta trascinare per la città fluida, rumoreggiante, di cui non conosco la lingua, mi sono
presa ciò che potevo prendere e ho visto ciò che nessuno avrebbe potuto mostrarmi. Ciò che del passato
non si può vedere ma che è lì, sotto i nostri occhi. Nascosto nelle pietre, nei muri, nelle cavità.
I torinesi dicono che la loro città ha un’anima buona e una cattiva. Un’anima bianca e una nera. L’uomo
Fatzer incarna questi opposti in un solo corpo, così come fa la città di Torino nella circolazione del suo
spazio vitale concentrato in una dimensione urbana. Mentre un cortile è riconducibile alla magia nera
perché al suo interno fu vista l’ombra del diavolo, il cortile successivo è riconducibile alla magia bianca
perché lì un santo diede a un mendicante il suo ultimo pezzo di pane. “Sarà un diavolo o sarà un santo?”:
per scacciare quest’incertezza Torino fa sventolare le bandiere sulle aste, sui ponti, alle finestre e sui
risvolti dei cappotti.
Voglio sventolare le bandiere dell’Italia dove queste si sentono quasi a disagio, sullo sfondo, nel
sottofondo, in ciò che è rimasto. Nelle mie immagini.
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