I primi personal computer Olivetti: M20 e M24 L`idea di portare un

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I primi personal computer Olivetti: M20 e M24 L`idea di portare un
I primi personal computer Olivetti: M20 e M24
L’idea di portare un computer su ogni scrivania, in ufficio e in casa, impiega molti anni a
maturare. Nel 1965 un primo passo lo compie l’Olivetti con la Programma 101: è un
microcomputer programmabile a schede magnetiche, senza video e senza
microprocessore (non è stato ancora inventato), ma è già pensato per un uso personale.
Più avanti, nel 1973, la Xerox presenta “Alto”, una macchina che ha tutte le caratteristiche
architetturali del PC. Ma è costosa e non arriva sul mercato: la Xerox ne cederà a
università e centri di ricerca circa 2.000 unità.
Nel dicembre 1974 una piccola società americana, la MITS, annuncia l’Altair 8800, un
“hobby-computer” basato sul microprocessore Intel 8080 e sul linguaggio Basic sviluppato
dai giovanissimi Bill Gates e Paul Allen. Le prestazioni sono modeste, ma il prezzo molto
basso attira il grande pubblico. Per gli storici dell’informatica è il primo vero PC arrivato sul
mercato; precede di qualche mese i PC di Apple, Commodore, Tandy e altri.
All’inizio queste macchine non suscitano l’interesse del mondo business, ma lo scenario
cambia quando nell’agosto 1981 anche l’IBM scende in campo con il suo PC 5150, basato
sul microprocessore Intel 8088 e sul sistema operativo MS-DOS di Microsoft. Nonostante
costi 4.500 $, è accolto con un favore superiore a ogni attesa. E’ la svolta che segna
l’avvio del mercato di massa del personal computing.
In questo settore all’inizio degli anni ’80 l’offerta Olivetti si basa sui microcomputer P6060
(1976) e P6040 (1977) e non è in grado di competere con i nuovi PC. Scartata l’idea di
aggiornare i prodotti esistenti, si opta per un progetto completamente nuovo, affidato al
gruppo di ricerca che opera presso l’Olivetti Advanced Technology Center di Cupertino,
nella Silicon Valley californiana. Valutate diverse alternative, il progetto prende corpo e nel
marzo 1982 anche l’Olivetti presenta il suo primo personal computer: è l’Olivetti M20.
Il risultato è molto valido: il sistema operativo PICOS e il microprocessore Z8001 a 16 bit,
fornito da Zilog, offrono ottime prestazioni; il design curato dallo studio di Ettore Sottsass è
attraente. Ma la macchina non rispetta gli standard di fatto (Intel e Microsoft) che si stanno
affermando e quindi non può utilizzare il software applicativo già disponibile sul mercato.
Nonostante il rapporto prezzo/prestazioni sia competitivo, le vendite annue si fermano a
poche decine di migliaia di unità.
L’esplosione del mercato mondiale dei PC sollecita Olivetti a progettare subito l’evoluzione
dell’M20. L’incarico è nuovamente affidato al gruppo di progetto di Cupertino, dove viene
sviluppato l’Olivetti M24. La macchina, presentata nel marzo 1984, utilizza un
microprocessore diverso da quello dell’IBM (Intel 8086 vs. Intel 8088), ma offre piena
compatibilità e migliori prestazioni.
La superiorità tecnologica dell’M24, disegnato anch’esso nello studio di Ettore Sottsass,
crea le premesse per un grande successo di mercato, grazie anche alla maggiore
esperienza nel frattempo acquisita dalla rete di vendita, all’accresciuta dinamica della
domanda europea e all’importante accordo strategico con l’americana AT&T.
Attraverso il canale AT&T l’Olivetti riesce a vendere sul mercato americano importanti
quantitativi di M24. La produzione di personal computer si impenna e nel 1986 sfiora il
mezzo milione di unità, di cui 220mila venduti in Europa e quasi altrettanti negli USA. Con
questi volumi l’Olivetti diviene il terzo produttore mondiale di PC e il primo europeo.