L`avventura del Poseidon
Transcript
L`avventura del Poseidon
Mare&Cinema L’avventura del Poseidon Roberto Valentini Giornalista C he furbo quel Wolfang Petersen , tedesco dalle ascendenze scandinava, di cultura mitteleuropea, eppure saldamente legato, da oltre venti anni, alla macchina produttiva hollywoodiana. Con un occhio guarda,innanzitutto, ai risultati del box-office, mentre con l’altro cerca una valenza estetica, più vicina al gusto europeo. Con Poseidon è ritornato al suo primo amore: il mare, drammatizzando al massimo un copione già ricco nella sceneggiatura di suspense, e tratto da un romanzo di Paul Gallico, che ebbe,a suo tempo,un buon successo. 20 Marinai d’Italia Novembre 2014 Uscito sui nostri schermi a giugno il film ha fatto incassare alla Warner, in Italia, oltre 5 milioni di euro, dopo i ricavi più che soddisfacenti ottenuti nel resto d’Europa. Ovviamente in questa pellicola si affonda a piene mani nella “mitologia americana” fatta di eroi buoni e di avversari cattivi, di grandi catastrofi (chi non ricorda il primogenito della serie: L’inferno di cristallo?) e di eroismo da fumetto da parte dei protagonisti. A volerlo criticare, sotto questo aspetto, il film rientrerebbe nelle pellicole vietate ai maggiori di 18 anni, ma considerando l’angosciante suspense, la verosi- miglianza degli effetti speciali e la grandiosità del tutto, il giudizio diviene più morbido con l’ attenuante data dal fatto che i film di cassetta sono rivolti al grande pubblico, che ,a sua volta, vuole forti emozioni e l’immancabile happy end. Alla fine muoiono tutti e i soli a salvarsi, dopo innumerevoli peripezie, sono solo i protagonisti. La premessa fatta sulla predilezione di Petersen verso l’elemento acqua, in particolare quella oceanica, nasce dal suo primo grande successo internazionale: quel “Das Boot 96” girato nel 1981, a tutt’oggi, il più grande successo cinematografico tedesco del dopoguerra, corredato di due candidature agli Oscar. Girato negli studi di Monaco della Bavaria Film con una equipe di tecnici e maestranze di buon livello, “Das Boot” ambientato nella seconda guerra mondiale raggiunge vette estreme di terrore claustrofobico nell’episodio in cui i sommergibilisti tedeschi sfuggono alle navi da guerra della Royal Navy sotto una martellante pioggia di bombe di profondità. Girato interamente con una macchina a spalla nell’angusto ventre dell’U-Boot, ricreato dagli scenografi,le sequenze indugiano sui primi piani degli uomini dai visi contratti dal terrore nella penombra data dalla fioca luce delle lampade d’emergenza. Un film di grande tensione da rivedere in videocassetta. Dopo questo fortunato esordio la sirena hollywoodiana attirò Petersen affidandogli fantasy e thriller come “La storia infinita”, “Virus letale” e “Air Force One”, ma seppe sfruttare sapientemente il ritorno nostalgico alle sue acque affidandogli la regia di “Perfect storm-La tempesta perfetta” con il divo George Clooney. Una storia vera; la scomparsa, nel 1991, di un peschereccio con sei uomini a bordo al largo delle coste del New England, durante una tempesta provocata da una combinazione di fattori così rara che i meteorologi definirono “perfetta”.. In una vasca enorme della Warner di Los Angeles il cast inondato da valanghe d’acqua non potè fare ricorso a controfigure per le riprese “strette” e si portò in esterni sfruttando l’occasione di un vero tifone e dove nessuno si salvò ...dal mal di mare. Era l’anno 2000, e guarda caso, Dino e Marta De Laurentiis affidarono al giovane ma già esperto Jonathan Mostow la regia di “U-571” che ricalcava il “cult”tedesco Marinai d’Italia Novembre 2014 21 Mare&Cinema firmato da Petersen mentre la Paramount produsse l’ottimo“Caccia a Ottobre rosso” con la regia di John Mc Tiernan che aveva attirato nelle sale anche il pubblico femminile grazie all’imponente presenza di Sean Connery. Ottobre rosso era il più moderno sottomarino della flotta sovietica, dotato di un rivoluzionario sistema di 22 Marinai d’Italia Novembre 2014 propulsione che lo rendeva silenzioso e difficilmente individuabile. Ma quando il comandante (l’ormai ex 007 già semicalvo e con tanto di barba fluente) decise di disertare e di consegnarsi agli americani divenne preda di una caccia spietata da parte dei russi e degli stessi americani che temevano un attacco nucleare a sor- presa. Tratto da un best-seller di Tom Clancy che ha venduto ben sei milioni di copie,il film ha una sua verosimiglianza con la realtà in quanto gli equipaggi erano composti, non da comparse, ma da autentici sommergibilisti della marina militare statunitense. U-571, girato in esterni a Malta e in interni nello studio 15 di Cinecittà,il più grande d’Europa, invece è ambientato nella seconda guerra mondiale e ricalca, compresa una certa retorica, gli stereotipi precedenti senza mai arrivare ad eguagliarli tanto da ottenere critiche poco favorevoli. Buoni gli interpreti: il veterano Harvey Keitel e l’allora pivellino Matthew MC Conaughey, oggi star da copertina di giornali femminili per esser stato, per un certo periodo,l’affettuoso compagno di Penelope Cruz e giudicato uno degli attor più sexy di Hollywood. E poi venne il successo planetario di Titanic. Film dai molti record: ben 14 nomination all’ Oscar con 11 statuette vinte tanto per giustificare i quaranta milioni di dollari che era venuto a costare. Una sceneggiatura “furba” che inserisce nel tragico viaggio inaugurale del transatlantico più famoso di tutti tempi una struggente love story e una colonna sonora da hit parade. Un film giusto uscito al momento giusto, Titanic è stato subito amato dal pubblico di tutte le età ed è sfociato subito nella “Dicapriomania” ma ha dimenticato ben presto la burrosa protagonista Kate Winslet. Buon ultimo questo Poseidon dai super effetti speciali. Remake di un film di parecchi anni fa ,diretto da Ronald Neame con Gene Hackman, Shelley Winters e Ernest Borgnine e con un titolo più a sensazione: “l’avventura del Poseidon. Uno di quei film che restano ancorati alla memoria. Quel transatlantico, prossimo alla demolizione,alla sua ultima crociera, durante la notte di Capodanno, viene investito da un terremoto sottomarino che provoca la morte di quasi tutti passeggeri. Ma una decina di croceristi,con a capo un sacerdote, cercano di uscire dalla nave, riescono ,alla fine, a salvarsi. Un classico, ormai, del genere. Poseidon 2006 è un rifacimento, come è sempre più facile quando vengono a mancare idee nuove, che prende in prestito l’idea di un lussuoso transatlantico con migliaia di persone a bordo, colpito da un’onda anomala. Le prime immagini, grazie al computer, ci mostrano una delle imbarcazioni più belle nel suo genere, alta più di un palazzo di 20 piani, con 8oo cabine e una dozzina di ponti passeggeri. Qualcosa di simile a Musica, l’ultima nata fra le navi italiane da crociera lunga circa 300 metri con 13 ponti e una capienza di tremila passeggeri. Quando il Poseidon investito dall’onda anomala , si rovescia,il comandante fa chiudere le paratie e prova a sigillare gli scompartimenti per rallentarne l’affondamento. La nave emette profondi gemiti metallici, man mano che cedono i sostegni e l’acqua lentamente la trascina verso il fondo. Come un’enorme bestia ferita a morte dove tutto implode, brucia e affonda. Il film si snoda così in un’angosciante corsa dei prota- gonisti, fra sorprendenti effetti speciali, in cerca della salvezza dal salone delle feste su su fino a ...riveder le stelle. Il ritmo estremamente sostenuto ammorbidisce il nostro senso critico nei confronti di alcune situazioni che finiscono per essere poco credibili facendoci tenere, in questa estenuante corsa verso la salvezza,con il fiato sospeso per un’ora e quaranta minuti. Onde anomale esistono - afferma il regista in una recente intervista: queste che un tempo erano leggende di mare,questi veri e propri muri d’acqua,così descritti da testimoni oculari,sono diventate in anni recenti oggetto di analisi scientifica grazie alla tecnologia satellitare dell’ESA ( Agenzia Spaziale Europea). A lungo sospettate, senza prove, di essere la causa di un numero imprecisato di disastri oceanici, sono oggi ritenute responsabili di danni alla imbarcazioni da crociera e alle piattaforme petrolifere grazie alle ricerche avviate negli anni Novanta. I rapporti radar provenienti da un campo petrolifero nel Mare del Nord indicano quasi 500 onde anomale negli ultimi dodici anni e, cosa più grave, l’ESA ritiene che potrebbero essere queste la causa dell’affondamento di molte delle duecento petroliere colate a picco negli ultimi venti anni, circostanza genericamente attribuita alla difficili condizioni meteorologiche. Un esempio rilevante è quello della petroliera Munchen di 43 mila tonnellate, rovesciatasi nell’Atlantico nel 1978 senza sopravissuti. Nel 1995 la nave da crociera Queen Mary 2 è stata più fortunata,scampando per poco, durante un uragano, ad uno scontro con un’onda alta circa 30 metri. Sebbene gli scienziati menzionino come probabile origine le forti correnti che fanno convergere i flussi naturali degli oceani in una singola forza, ci sono anche casi di onde anomale che si sviluppano in assenza di forti correnti, venendo fuori letteralmente dal ...Nulla. nnn Marinai d’Italia Novembre 2014 23