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Cineteatro Stella
via Pezzotti 53 - 20141 Milano
BOYHOOD
Regia:
Sceneggiatura:
Montaggio:
Scenografia:
Durata:
U.S.A. 2014
Richard Linklater
Richard Linklater
Fotografia:
Sandra Adair
Costumi:
Rodney Becker, Guy Studebaker
165'
Lee Daniel, Shane Kelly
Kari Perkins
INTERPRETI:
Patricia Arquette (Olivia) Ethan Hawke (Mason Sr.) Ellar Coltrane
(Mason) Lorelei Linklater (Samantha) Tamara Jolaine (Tammy) Nick Krause (Charlie)
Jordan Howard (Tony) Evie Thompson (Jill) Sam Dillon (Nick) Marco Perella (Bill
Welbrock) Brad Hawkins (Jim) Jenni Tooley (Annie) Zoe Graham (Sheena)
IL REGISTA
Richard Linklater (Houston, 30/7/1960) è regista e sceneggiatore. Dopo
Slacker ('91), esperimento narrativo sulle 24 ore della vita di 100 personaggi, nel 1993 gira il
film La vita è un sogno. Nel 1995 realizza Prima dell'alba con il quale vince l'Orso d'Argento
per il miglior regista al Festival di Berlino. Seguono Newton Boys ('98), Waking Life (2001),
School of Rock (2003), Before Sunset - Prima del tramonto (2004), A Scanner Darkly e Fast
Food Nation (2006), Me and Orson Welles (2009), Bernie (2011), Before Midnight (2013).
Nel 2014 completa Boyhood, film vincitore dell'Orso d'Argento a Berlino 2014, del Golden
Globe 2015 e dell'Oscar per Patricia Arquette, attrice non protagonista.
IL FILM
Boyhood: infanzia e adolescenza di un bambino dagli 8 ai 20 anni, in un
film girato nell'arco temporale di dodici anni che è romanzo di formazione, esperimento
cinematografico, affresco sulla gioventù americana, ritratto di un'evoluzione famigliare,
riflessione sul trascorrere del tempo vissuta attraverso l'invecchiamento reale degli attori.
LA CRITICA
"Se all'inizio il film usa i due bambini per mostrarci soprattutto i
comportamenti degli adulti, con l'entrata nell'adolescenza vera e propria la macchina da presa
si concentra su di loro, sui loro problemi e le loro paure, sulla scoperta dei sentimenti e sulle
prime delusioni. E si rimane ammirati da come Linklater abbia saputo adattare il passare del
tempo sui corpi e sui volti dei propri attori senza perdere tensione narrativa ma facendoli
interagire con temi più generali (la politica, l'educazione, le varie sensibilità sociali) e senza
cadere nell'eccesso di intellettualismo e 'cinefilia' che aveva finito per soffocare la sua
precedente trilogia sul tempo."
(P. Mereghetti – Corriere della Sera)
"Perché inseguendo con grande tatto e finezza quelle che potrebbero sembrare banalità,
Linklater riesce a cogliere il cammino misterioso del tempo, il respiro silenzioso di un'intera
epoca con una nitidezza e - qualità più insolita - una tenerezza che danno al film il sapore della
prima volta. Molti altri registi, da Truffaut a Reitz (Heimat 2 e 3) allo stesso Linklater (la serie
Prima dell'alba) hanno seguito attori e personaggi per anni. Ma in questo mosaico di fatto di
dodici microracconti, curiosamente avari di crescendo e scene madri, è proprio il minimalismo
di fondo che lentamente, goccia a goccia, ci conquista. Fino a quel bellissimo finale che
rovesciando il vecchio 'carpe diem' insinua il dubbio decisivo. Forse Boyhood non è un
romanzo e nemmeno una cronaca. È un poema."
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Cineteatro Stella
via Pezzotti 53 - 20141 Milano
(F. Ferzetti – Il Messaggero)
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