Maniglie per interni
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Maniglie per interni
Studi di settore Il settore delle maniglie comprende tutti gli elementi che fanno da accessori a infissi, porte, mobili e portiere che sono dotati di un’impugnatura funzionale sia all’ apertura che chiusura degli stessi. L’analisi del settore è segmentata in tre aree: - Maniglie per interni (porte e finestre) - Maniglie per mobili - Maniglie per mezzi di trasporto Studi di settore Nel corso del 2006 è stato raggiunto un valore della produzione di circa 520 milioni di euro, con una crescita del 7.3 % ed una variazione media riguardanti gli ultimi cinque anni del 3.4%. Il campo delle maniglie per interni continua ad essere quello più significativo; esso rappresenta infatti circa il 70% del settore. Se prendiamo in considerazione l’anno 2005, la variazione vede una crescita del 9.9% mentre su base quinquennale la variazione è del 4.2%. Per quanto riguarda le maniglie per mobili nel corso del 2006 hanno avuto una ripresa del 6% rispetto al 2005. Per i mezzi di trasporto invece si è assistito ad un lieve calo (-1.1%) dovuto principalmente all’andamento della azienda leader del settore che a causa della sua ingente quota di mercato (superiore all’85% circa), influenza in modo determinante l’intera area di business. In questo settore è stata rilevata qualche difficoltà per le aziende che rivolgono la propria produzione ad una fascia medio-bassa del mercato, perché si ritrova un maggior impatto di politiche concorrenziali da parte dei competitors stranieri. Studi di settore Ciò che caratterizza il trend in questo campo è la disumanizzazione del progetto. Con questo termine si indica la difficoltà nel comprendere lo scopo degli oggetti, che hanno perso il contatto tra il mondo ideale del progetto e il mondo reale. Da questa situazione si sviluppa il bisogno di dare valore ad alcuni tipi di utensili, connessi all'uso fisico e che quindi hanno ancora un ampio margine di miglioramento. Da qualche tempo l'industria e i progettisti hanno mostrato molto interesse verso questi oggetti che forse possono apparire banali ma che in realtà sono indispensabili. La maniglia riassume in se molte problematiche: di tipo ergonomico, di praticità per l’accesso agli ambienti ed estetico. La maniglia quindi può rappresentare la relazione tra struttura architettonica e genere umano, infatti aprendo e chiudendo la porta simbolicamente prendiamo in mano l’architettura. Indagini sociologiche Il mondo delle maniglie sta cambiando, mentre prima non riscuotevano grande interessamento tra le persone, oggi è più che mai un dettaglio che fa la differenza. Con il contributo del design d’autore si propone di dare alle maniglie un ruolo di primo piano. “ I comandi fisici sono tornati di moda: manopole per la sintonia, manopole per il volume, leve per ruotare, o per accendere e spegnere. Evviva! ” Donald A. Norman, Emotional design, Apogeo, Milano, 2004 Questo cambiamento fondamentale in questo campo, non riguarda solamente le maniglie per interni e quindi per porte e finestre, che forse hanno sentito maggiormente di questo interesse da parte dei consumatori, ma anche le maniglie per la mobilia hanno avuto il loro incremento di popolarità . Queste ultime stanno poi cambiando il loro modo di essere come dimostra Cristina Morozzi : “.. Un rovesciamento semantico: al posto di una sporgenza, una fessura che invita ad un avvicinamento più gentile e circospetto, inaugurando un nuovo rapporto con l’aprire, il chiudere, funzioni dense di contenuto esistenziale..” Interviste designers “... Esiste, però, un’altro aspetto, di chi, come nella mia esperienza con Olivari, partecipa alla trasformazione dell’industria nella direzione, per esempio, di un controllo bio, di bio-design. Ecco che, è in quel momento che ci si può trovare nelle condizioni di fare in modo che tra questi semilavorati ce ne siano alcuni con determinate qualità rispetto ad altri. Comunque per quanto riguarda,credo, molti architetti, una riflessione di questo genere è quasi una seduta di autocoscienza; raramente, infatti, uno si pone con profonda serietà al controllo di tutti i materiali e procedimenti che usa e, inoltre, occorre considerare anche le attitudini culturali e umanistiche dei progettisti stessi, perché un oggetto, grande o piccolo che sia, è una specie di concentrato di esigenze di funzione, di rispetto della materia, di attenzione alla qualità della materia e poi di estetica e di psicologia. Ognuno di noi tende a far oscillare il progetto nella direzione che gli è più congeniale. Per quanto mi riguarda, preferisco, a scapito di un maggiore impatto ambientale, garantire di più l’aspetto psico-sensoriale e visivo dei materiali …” Alessandro Mendini, designer “.. Nell'architettura, la maniglia è una specie di miniatura. Essa appartiene alla storia del costume, e rispetto a una casa ha lo stesso compito estetico che un gioiello ha rispetto corpo umano. Inoltre, per svolgere bene la sua reale funzione di strumento, la maniglia condensa in sé materiali e finiture sempre più sofisticate. E anche va detto che la maniglia è l'impugnatura, quella zona della porta da toccare con la mano per passare da una in un'altra stanza, cioè per aprire o chiudere, per accettare o negare il possibile mistero di una soglia. E' per questo che ogni architetto tende volentieri a impegnarsi in questo progetto, che è tanto piccolo, quanto difficile e virtuoso: spesso anche per marcare i propri edifici con un segno personale sulle loro porte, così come pure è successo a Marcello Nizzoli, Gio Ponti e ad altri maestri ancora ..” Alessandro Mendini, designer Interviste designers Aziende Maniglie per interni Almar Brass Technology Citterio Giulio Colombo Design S.p.A. Cottali Entra S.p.A. FMN Martinelli Ghidini Pietro Bosco Giacinto Rivadossi Hoppe Linea Calì Mandelli & C. Olivari S.p.A. Pasini Metals Reguitti Rossetti Sicma maniglie S.r.l. Valli & Valli S.p.A. Maniglie per mobili Pamar Gem Paradisi Maniglie per mezzi di trasporto Ferremi Rodolfo Prodotti internazionali (maniglie per interni) Maniglia Agata di Franco Albini e Franca Helg (1965 prod. Olivari) Maniglia Club di Vico Magistretti (1999 prod. Olivari) Maniglia Emma di BBPR (1967 prod. Olivari) Maniglia Anello di Gio Ponti (1954 prod. Olivari) Maniglia Garda di Ignazio Gardella (1951 prod. Olivari) Maniglia Icaro di Paolo Portoghesi (1996 prod. Olivari) Prodotti internazionali Colombo Design Spa Daytona di Pininfarina Colombo Design Spa Pegaso di Alberto Meda Art. PF 11 R/RY Finishing = Polished brass Art. AM 11 R/RY Finishing = Chrome Valli&Valli Milano Sole 24 ore Anno 2004 Progettista Renzo Piano Building Workshop Prodotti Serie PNovantotto H 333 R8 FMN Martinelli – Dnd Twist di Karim Rashid Prodotti internazionali Valli&Valli Berlin Parlamento Reichstag Anno 1999 Progettista Foster and Partners Prodotti Serie NF Novantacinque K 310 Valli&Valli Lisboa Centro Cultural de Belem Anno 1992 Prodotti Serie Otto G H 33 Valli&Valli Castelnuovo del Garda (VR) Gardaland Hotel Resort Anno 2004 Progettista Creative Kingdom Prodotti Serie Ulisse L H 196 R8 Y Valli&Valli Venezia Teatro ”La Fenice” Anno 2004 Progettista Studio Aldo Rossi Associati Prodotti Serie Luigi XVI K 121 R8 Serie Medea H 1010 R8 Prodotti internazionali (maniglie per mobili) Prodotti internazionali Prodotti internazionali (maniglie per mezzi di trasporto) Memoria Le basi per la nascita della lavorazione industriale delle maniglie partono dall’artigianato legato a William Morris e alla Casa Rossa (1860). Durante l’Art nouveau è con Victor Horta che le maniglie per porte e finestre trovano la loro migliore applicazione ispirata nella fluidità delle forme astratte della natura. Anche Gaudì nelle case Batlò (1904-1906) e Milà (1906-1910) a Barcellona arricchisce le sue architetture con una leva apriporta pensata nei minimi particolari. Questi esempi però fanno ancora parte del mondo dove è ancora indispensabile l’abilità di artigiani modellisti perché non è ancora presente la standardizzazione geometrica. L’autore della prima maniglia prodotta in serie è Walter Gropius con la maniglia cilindrica, con la quale lega la teoria alla progettazione reale. Nella fabbrica Fagus, disegnata da Gropius (1923) faceva la sua comparsa la prima maniglia per la serie consciamente disegnata con forme basiche. Le due opposte concezioni ( quella di Horta e Gaudì e quella di Gropius) rappresentano una grande ispirazione per la maniglia e la loro forza dura anche fino ai giorni nostri. In Italia la conciliazione tra geometria e organicità è costantemente presente nel design e anche nel campo delle maniglie. Memoria Fasi più significative nella storia della maniglia: 1 In Italia Mussolini incarica Pagano, Piacentini, Piccinato, Ettore Rossi e Vietti di redigere il piano dell’ E42 (esposizione del1942 a Roma) ai quali viene imposto l’uso di materiali tradizionali Marcello Piacentini disegna due diverse maniglie a seconda della destinazione per il Palazzo di Giustizia di Milano (1932-1938). Una maniglia era massiccia in ottone per gli uffici direzionali, mentre una più leggera in bronzo era destinata agli uffici operativi. Alla fine della seconda guerra mondiale si fa vivo il problema della ricostruzione ed emergono i primi designers soprattutto grazie alla VIII Triennale di Milano. Nascono i primi rapporti collaborativi tra designers e l’azienda Olivari. Il primo in assoluto fu Angelo Mangiarotti che commissionò all’azienda la sua maniglia per la Triennale 2 Collaborazioni dalla quale nasce nel 1950 la Garda ( di Gardella), nel 1957 la Velasca ( dei BBPR), nel 1959 la Bica ( di Magnaghi e Terzaghi) usata per il palazzo Bica e per la sede dell’azienda Olivari. 1) Libertas, maniglia in ottone Palazzo di Giustizia di Milano (1932 prod.Olivari) 2) Maniglia Como esposta all'VIII Triennale di Milano (1947 prod. Olivari) Memoria Gio Ponti afferma che non è la maniglia che deve adattarsi all’uso, infatti è la mano che grazie alle sue caratteristiche può adattarsi. Nascono così i modelli per l’azienda Olivari, Anello, Cono e Lama disegnati tra il 1954 e il 1957. La maniglia Cono e Anello vengono tolte dalla produzione perché non produce abbastanza vendite sul mercato. Sergio Asti tra gli anni Cinquanta e Sessanta crea la Tizianella di stampo geometrico. Franco Albini e Franca Helg disegnano Agata nel 1965 e Ambra nel 1973 inserite nella linea organica. Il distacco dalla tradizione alla modernità si ha in modo definitivo con l’avvento della plastica e dei nuovi materiali. I progettisti più avveduti si avvicinano in modo entusiastico a questo moderno materiale. Joe Colombo sempre per l’azienda Olivari disegna la Paracolpi Alfa, una maniglia con un elemento in resina che migliora la presa della mano e rende inutile l’uso di fermaporte perché funziona anche come paraurti. Luigi Caccia Dominioni sviluppa le maniglie in resina, ricreando quella raffinatezza che lo distingue. Con e dopo il Postmoderno si continuano tutte le più importanti collaborazioni tra designers e l’azienda Olivari. Experience Definizione Essenzialità Linearità Nitidezza Ortogonalità Semplicità Dream ro e s fos no gli e s e so m o o l e ,c e m t o n a ti c e l n l a u t s or e p r a m i tacc i abiti, . t a gl da Da u o s m e i spill ssori d e acc Non sce anonim g l’arr liere co e ma d ’aut edo n cu or . ra p erch e, da é no bilita no Non solo c omode da afferrare, m anche orna a mentali, pr o babilmente misteriose .