La contessa di Castiglione, spia e fotografa © Virginia Oldoini

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La contessa di Castiglione, spia e fotografa © Virginia Oldoini
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La contessa di Castiglione, spia e fotografa
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Virginia Oldoini, contessa di Castiglione,
in un ritratto di Michele Gordigiani.
Giudicata una delle donne più belle del suo tempo, la contessa di Castiglione è passata alla storia per alcune vicende
della sua vita, non casuali, ma da lei consapevolmente volute.
Virginia Oldoini nasce a Firenze nel 1837 dalla marchesa Isabella Lamporecchi e dal marchese Filippo Oldoini di La
Spezia.
Educata alla scuola delle Orsoline, dimostrò ben presto una personalità originale, caratterizzata da intelligenza e stile
comunicativo brillante: cosa che faceva ancor più risaltare la sua straordinaria bellezza.
A diciassette anni sposa il conte Francesco Verasis di Castiglione Tinella, cugino di Camillo Benso di Cavour, e si
trasferisce a Torino nel palazzo di famiglia del conte. Ben presto fece ingresso alla corte dei Savoia, dove ottenne un
grande successo e conobbe il re Vittorio Emanuele II.
Non fu una moglie devota: ebbe numerosi amanti attratti dal suo fascino e, del resto, il narcisismo spiccato della
contessa aveva bisogno di continue conferme.
Ne approfittò Cavour, che ritagliò su misura per lei una audace missione: le propose di conquistare l’imperatore dei
francesi, Napoleone III, per convincerlo a sostenere la causa dell’indipendenza italiana. Pare che le si rivolgesse così:
«Cerca di riuscire, cara cugina, con il mezzo che più vi sembrerà adatto, ma riuscite!».
Virginia era donna colta e intraprendente, conosceva quattro lingue, ma era anche convinta sostenitrice della nuova
nazione italiana. Ben consapevole del suo fascino, accettò la sfida. Nel 1855 si trasferì a Parigi dove l’attendeva
Costantino Nigra, fidatissimo diplomatico di Cavour. Anche a Parigi ottenne un vero trionfo, suscitando come è naturale
feroci gelosie.
Si appuntava nel suo diario personale frasi come queste: «Ogni donna ha il dovere di essere bella, non per sé, ma per
gli altri. Per sé invece, deve essere ambiziosa, astuta e agguerrita» oppure «Io sono io, e me ne vanto; non voglio
niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro. Riconosco che posso non sembrare buona, dato il mio
carattere fiero, franco e libero, che mi fa essere talvolta cruda e dura. Così qualcuno mi detesta; ma ciò non mi importa
non ci tengo a piacere a tutti».
Divenne amante di Napoleone III per circa un anno. Sicuramente altri motivi di carattere internazionale convinsero
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l’imperatore a intervenire a favore del Piemonte alla Conferenza di Parigi del 1856 dopo la guerra di Crimea, ma il
contributo della contessa fu innegabile. La sua influenza sull’imperatore spinse l’imperatrice Eugenia a fare in modo di
allontanarla da Parigi. Pare che la polizia avesse organizzato un finto attentato all’imperatore di cui era responsabile un
italiano. Virginia abbandonò Parigi, dove rientrò solo nel 1870 dopo la caduta del Secondo Impero.
Soggiornò a Torino, dove divenne amante anche di Vittorio Emanuele. Infine, rimasta vedova, si trasferì in un
appartamento del centro di Parigi, dove si dedicò alla nuova arte della fotografia con la collaborazione del fotografo
Pierre-Louis Pierson. La sua creatività si espresse in opere molto originali, che testimoniano un modo innovativo di
accostarsi a questa nuova espressione fotografica.
Morì nel 1899 e fu sepolta nel cimitero parigino di Père Lachaise.
Le fonti che possono testimoniare le vicende della sua vita sono state eliminate, al punto che molti storici negano alla
contessa un ruolo significativo nelle vicende dell’indipendenza italiana. Resta il suo diario personale, che lei chiamava
Journal, in cui riportava riflessioni o episodi che mettono in risalto le sue doti. Solo raramente annotava fatti realmente
accaduti, ma trascritti con un codice cifrato che aveva imparato a utilizzare nella corrispondenza con Cavour. Invece
protocolli, documenti, corrispondenza con re, politici e banchieri con cui era entrata in contatto furono bruciati dalla
polizia segreta dei Savoia, che, dopo la sua morte, perquisì il suo appartamento parigino.
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Le fotografie del video raffigurano vari momenti della vita della contessa di Castiglione,
che si appassionò molto a questa forma di espressione artistica.
Immagine di pubblico dominio.
Video di begoodi, ultima consultazione 01/2015. Il video è rilasciato ai sensi dell’articolo 70 della Legge sul diritto
d’autore, comma 1 bis.
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In questa unità
Testo: Fare l?Italia, fare gli italiani
Autore: Cristina Cocilovo
Curatore: Silvana Citterio
Metaredazione: Elena Rossi
Revisione: Patricia Badji
Editore: BBN
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