Caso Orlandi. Spunta il nome di Marcinkus, “il banchiere di Dio”

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Caso Orlandi. Spunta il nome di Marcinkus, “il banchiere di Dio”
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Lunedì 23 Giugno 2008 22:15 - Ultimo aggiornamento Lunedì 23 Giugno 2008 22:21
di Alessandro Ambrosin
E’ incredibile come certi fatti di cronaca restino per 25 anni offuscati da un fitto mistero e poi
all’improvviso tornino a riempire le prime pagine dei giornali suscitando lo stesso interesse
dell’epoca. E’ bastata una dichiarazione di Sabrina Minardi, amante del boss della banda della
Magliana, Renatino De Pedis, per riaprire un caso ancora insoluto, quello della scomparsa il 22
giugno del 1983 di Emanuela Orlandi. La testimonianza della donna, ancora al vaglio degli
inquirenti, sta portando alla luce una verità inquietante.
Emanuela di appena 15 anni sarebbe stata rapita dalla banda criminale della Magliana, su
commissione di monsignor Marcinkus, che all’epoca ricopriva l’incarico di presidente delle Ior,
(Istituto per le Opere religiose).
Emanuela, come riferito dalla Minardi, sarebbe stata inizialmente tenuta prigioniera in un
appartamento al centro di Roma, e successivamente uccisa. Dopo il delitto il corpo della
giovane sarebbe stato gettato dentro una betoniera nei pressi di un cantiere a Torvaianica.
Sembrerebbe che anche i particolari forniti dalla Minardi siano abbastanza circostanziati, ma nel
“puzzle” dell’inchiesta manca un elemento fondamentale: il movente.
Perché La Orlandi sarebbe stata uccisa? E perché a questa intricatissima storia sono legati dei
personaggi così altosonanti, come monsignor Marcinkus? Quest’ultimo che si era guadagnato
l’appellattivo di banchiere di Dio fu coinvolto negli scandali finanziari del Banco Ambrosiano
collegato a suo volta con la loggia P2. Anche la banda della Magliana aveva allacciato stretti
rapporti con altre organizzazioni malavitose come la camorra e la mafia, e soprattutto con i
gruppi eversivi dell’estrema destra e con la loggia del venerabile Licio Gelli. La sostanza però
non cambia. Se le ramificazioni e connivenze tra malavita organizzata, poteri forti economici e
Vaticano rientrano tutte nel macchinoso movimento di questo delitto, le motivazioni del perché
Manuela Orlandi sia stata rapita, uccisa, e poi fatta sparire definitivamente lontana da occhi
indiscreti è ancora un enigma dai contorni misteriosi.
Rimangono solo ipotetiche congetture su questo atroce fatto italiano. Quell’estate romana di 25
anni fa Emanuela uscì di casa alle 16,30 e non vi fece più ritorno. Figlia di Ercole Orlandi,
commesso della Prefettura della Casa Pontificia, la famiglia Orlandi risiede nel cuore dello Stato
del Vaticano a Largo Sant’Egidio. Un appartamento vicinissimo alla sede dell’Osservatore
Romano ed alla caserma della guardia svizzera. Proprio dai balconi di questa casa è possibile
osservare il torrione dello Ior, il cui presidente all’epoca è monsignor Marcinkus. Forse Manuela
ha visto qualcosa che non doveva vedere? Oppure qualcosa di grave è accaduto tra le mura
vaticane dell’Istituto di musica Sacra "Tommaso Ludovico da Victoria", dove la Orlandi seguiva
tre volte alla settimana le lezioni di pianoforte?
Il tentato omicidio al papa compiuto da Ali Agca il 13 maggio 1981, sembrava avesse un forte
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collegamento con il rapimento Orlandi, e quindi le indagini furono orientate verso i servizi
segreti turchi. Dopo il rapimento si succedettero comunicati del “Fronte di Liberazione Turco
Anticristiano-Turkesh” i quali riscattavano il rilascio di Emanuela Orlandi contro la scarcerazione
di Agca.
Eppure, di fronte a tutte le incertezze di questo caso, anche l’ipotesi più semplice è ammissibile.
E cioè che Emanuela possa essere stata costretta a stringere rapporti con un alto prelato del
Vaticano, e forse la paura che qualche indiscrezione potesse trapelare e mettere a rischio la
credibilità della Santa Sede ha fatto tutto il resto. Marcinkus nell’89 venne trasferito
all’Arcidiocesi di Chicago, sua città natale, e dal 97 svolse la mansione di quarto parroco nella
Chiesa San Clemente a Sun City in Arizona. I giornali dell’epoca parlarono di una grave
responsabilità di Marcinkus sul caso Orlandi, ma non vi furono mai riscontri oggettivi.
Probabilmente se la testimonianza della donna troverà delle conferme tangibili, sull’alto prelato
graverebbero pesanti accuse. Ma Marcinkus ex banchiere del Vaticano e amico dei potenti morì
nel 2006 all’età di 84 anni, e forse con lui parte di una verità che tenta disperatamente di venire
a galla da 25 anni.
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