Vogue.it, 2016-05-25

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G I O R N O
PD AE RL T I E SV O & G U E E N C Y C L O
E V E N T S A R T S
V O G U E
A R T S
Punk & New Wave Covers in the Age
of Vinyl

18 photos
V I E W
G A L
L E R Y
News / Vogue arts / Punk & New Wave Covers in the Age of Vinyl
M A Y
2 5 ,
2 0 1 6
6 : 3 0
A M
b Ry I C C A R D O
A N G I O L A N I
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Ammettiamolo: a chi non è capitato almeno una volta di scegliere
39
un disco solo perché attratto, affascinato, ammaliato dalla
V O G U E
S U B S C R I B
copertina, senza neppure avere la più pallida idea del contenuto
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musicale?
Al tempo del vinile, la copertina, con i suoi 31,5 x 31,5 centimetri,
era fondamentale per il successo di un microsolco e
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rappresentava il volto della band: era l’icona che condensava la
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personalità dell’artista e la sua musica in un unico contagioso
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pittogramma. Le copertine, quindi, erano concepite insieme al
prodotto musicale e a questo inscindibilmente legate, perché
aggiungevano significato al lavoro del musicista.
Un legame che si è fatto ancora più stringente ed evidente negli
anni della musica o, meglio, del movimento punk e new wave,
che accoglieva in sé non solo musicisti, ma anche artisti di varie
discipline – grafica, fotografia, poesia, live performances –
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O N L Y
€ 1 9 , 9 0
finendo per rappresentare un’attitudine, un’estetica, una vera e
propria avanguardia artistica.
Oggi la tecnologia ha cambiato profondamente questo
panorama: l’avvento del cd prima (solo 12 x 12 centimetri) e
degli mp3 poi (la musica “liquida”) ha relegato all’immagine di
copertina un ruolo molto meno importante.
E tuttavia, ecco che un rinnovato interesse per il vinile si sta
riaccendendo. E non stiamo parlando solo del disco di “plastica”
in sé, o di collezionismo, ma di un’attenzione a tutto ciò che il
vinile ha rappresentato: un mondo fatto di musicisti, fotografi,
grafici, talents scout, etichette discografiche… quel mondo che
“The Nice Guys” – Intervista a Ryan Gosling e
Russell Crowe
Martin Scorsese ci ha raccontato nella meravigliosa serie tv
intitolata proprio Vinyl
Vinyl, andata in onda nell’inverno appena
trascorso.
Vinyl
Un mood che si può respirare anche nelle vive pagine di Walk
Walk
o
this
this way
way (Editions 213), il libro fotografico di Sophie Bramly;
Walk
nella mostra Total
Total records
records al Fotomuseum di Winterthur, che fino
this way
al 16 maggio ha presentato centinaia di cover, tutte firmate dai
Total records
grandi nomi della fotografia.
Appuntamento importante anche in Italia con la mostra,
organizzata da BDC Records (BDC6), Grandi
Grandi artwork
artwork di
di grandi
grandi
Parma): più di 30
dischi
dischi (1/6-19/6, Borgo Delle Colonne 28,
Grandi artwork di grandi
artwork originali firmati, foto a tiratura limitata e pezzi unici di
dischi
copertine di dischi cult stranieri e italiani; come lo scatto originale
della copertina del primo disco di The Ramones o quello di
London
London Calling
Calling di The Clash; presenti anche gli italianissimi
Linea.
CCCP
alla
CCCP Fedeli
Fedeli
alla Linea
Linea
London
Calling
CCCP
Fedeli
alla Lineasulle copertine, è di pochi mesi fa anche
E, sempre
rimanendo
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l’uscita di Pics off! L’estetica della nuova onda punk. Fotografie
e dischi. 1976-1982. Il volume, pubblicato dall’editore Nomos e
curato da Matteo Torcinovich, non è il solito libro di musica che
celebra le band del passato; è, prima di tutto, un libro di
fotografia che racconta sì le copertine degli anni d’oro del punk e
della new wave, ma, come dice il titolo stesso, ciò che ci viene
svelato sono gli scatti secondari, i tentativi falliti, i provini a
contatto, gli scarti di lavorazione, le stampe di prova, il
V O G U E
N O W
backstage. Insomma tutto ciò che ha contribuito a fare la
copertina, ma che copertina non è mai diventato.
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Un viaggio, dunque, negli archivi di trenta fotografi che hanno
lavorato con alcune delle band punk e new wave più interessanti
I S C R I V I T I
O R A
dell’epoca; un centinaio di immagini che a tratti fanno sorridere e
a tratti suscitano emozioni da far passare i brividi. Perché i
provini a contatto, ingranditi, diventano sequenze di fotogrammi,
una specie di videoclip mai girato, e sono anche una preziosa
testimonianza del lavoro sul campo di fotografi musicali come
Gered Mankowitz, che nel 1978 immortalò, per il primo album
dei Generation
X,
Generation X
X un giovanissimo Billy Idol.
Generation
Ci vengono
cosìXsvelate pose, punti di vista, dettagli diversi dallo
scatto originale, quello finale, offrendoci la possibilità di uno
sguardo inedito. Ecco, allora, fermata nel tempo, una smorfia di
Nina Hagen sul set di Unbehagen
Unbehagen; un diverso modo di guardare
l’obiettivo di John Lydon; un attimo di distrazione per un
Unbehagen
problema con il vestito di Debbie Harry mentre Edo Bertoglio
scatta la cover di Parallel
Ramones,
Parallel Lines
Lines. E, ancora, The
The Ramones
Ramones The
The
Cure
The
Cure,
Bauhaus,
Japan,
Mode, Iggy Pop
Pop,
B-52’s,
Cure Bauhaus
Bauhaus Japan
Japan Depeche
Depeche Mode
PopRamones
The B-52’s
B-52’s
The
Parallel
Lines Mode IggyThe
Lydia
Lunch
Ultravox!
Echo
and
the
Bunnymen
Suicide
The
Lunch,
Ultravox!,
Bunnymen,
Suicide,
Lydia
Lunch
Ultravox!
Echo
and
the
Bunnymen
Suicide
The
Cure Bauhaus Japan Depeche Mode Iggy Pop The B-52’s
Damned
The
Jam
Damned,
altre
band “prese”
un istante
Damned
TheUltravox!
Jam e molte,
Lydia
Lunch
Echomolte
and the
Bunnymen
Suicide
The
prima,
o dopo,
che uno scatto le “pietrificasse” in una posa da
Damned
The Jam
copertina che sarebbe entrata nella storia della musica.
Con forza, ovviamente, emerge anche il lavoro dei fotografi: la
preparazione del set, la creazione delle pose, il loro interagire
con gli artisti.
Oggi, alcuni di questi scatti, divenuti copertine di brani o album
immortali, si sono così impressi nell’immaginario collettivo che
non si riesce neppure a immaginarli diversamente da come sono.
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Pensiamo solo all’iconica cover di Heroes
Heroes, con quel David Bowie
in bianco e nero in una posa innaturale, robotica, enigmatica,
Heroes
risultato di decine e decine di scatti realizzati da Masayoshi
Sukita. Non era mica scontato che il fotografo, alla fine,
scegliesse proprio quell’immagine lì!
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Jeans with a cause
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The Formation World Tour: Tutti i look
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Per-Anders Pettersson • African Catwalk
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Clara Cohen
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