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Magneplanar Mini Maggie System
Magneplanar: serve una presentazione? Penso
proprio di no.
Il successo del marchio dura da quarant’anni; e se si
è degli improvvisati, non si resta sul mercato tanto a
lungo e mantenendo un’elevata considerazione da
parte degli utenti. Lo dimostra il fatto che i “paraventi”
del marchio statunitense sono presenti in tante
(veramente tante) abitazioni in giro per il mondo, a
testimonianza delle ottime prestazioni che hanno
premiato gli sforzi di Mr Whiney e collaboratori.
Peraltro, tra le tante caratteristiche di Magnepan, ci
sono i rari casi di revisione ed ammodernamento dei
prodotti; fatto un ammodernamento, il prodotto
resterà sul mercato a lungo. Ne consegue che quando Magnepan decide di immettere sul mercato un nuovo prodotto, si può star
sicuri che si tratta di un prodotto non meno che performante.
Devo dire che tra i miei rarissimi vanti audiofili, c’è proprio il fatto di essere stato, nel 1974 o 1975, uno dei primi italiani ad avere
in casa delle Magneplanar che nel mio caso (la mia stanza non avrebbe mai potuto accogliere le Tympani) erano le MG II prima
versione (quelle con la struttura lignea in noce e la tela bianco panna). Mi ricordo ancora l’impressione che mi fecero quando
arrivarono a casa; quella scena così alta, quel timbro morbido ma preciso … e devo anche aggiungere che il basso (il tanto
problematico basso delle Magneplanar) non mi pose alcun problema. Forse la metratura della stanza e le distanze dalle pareti
erano conseguenti ad un risultato eccellente.
Tempo da allora ne è passato parecchio,
ma Magneplanar continua ad avere
successo, anche con i modelli più recenti
tra i quali queste Mini Maggies che, come
suggeriscono le dimensioni, nascono per
l’utilizzo “da scrivania”. Ma il sistema può
anche essere utilizzato proficuamente in
piccoli ambienti. Io invece vi dico che si può
arrivare anche ad ambienti di buona
metratura, visto che la mia sala, non certo
piccola e anche abbastanza assorbente, è
stata riempita di musica da questi
“mostriciattoli”, anche se l’amplificatore è
stato sfruttato a fondo.
Il sistema è composto da tre pezzi; i due
satelliti, che possono essere appoggiati su una scrivania, o essere messi su stand in caso d’uso come satelliti + woofer e da un
unico pannello per le frequenze basse che si chiama DWM. Il taglio avviene a 200 Hz. L’efficienza è dichiarata in 86
db/2,83V/500 Hz, ma in ambiente pare più bassa e la risposta in frequenza è dichiarata a 40 Hz lato basse frequenze e 40.000
Hz lato alte frequenze. I tweeter e i mid sono una porzione di quelli che equipaggiano la MG 3.7 e quindi il tweeter è un vero
nastro; il woofer è mutuato direttamente dal modello superiore, le MG 20/7.
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Il collegamento è molto semplice ed in tutto simile a quanto richiesto da altri sistemi omologhi. I cavi in uscita dall’amplificazione
vanno prima collegati al woofer e poi, con altri cavi, il segnale viene portato dal woofer ai due “satelliti”. Nulla di difficile e peraltro i
connettori con vite di sicurezza rendono più tranquillo il collegamento perché anche in caso di inavvertito urto e conseguente
spostamento di un pannello, i connettori dei cavi che portano all’amplificatore non potranno toccarsi, scongiurando quindi il
rischio di cortocircuito.
Insomma, questo sistema non è un giocattolo e come ben precisa Magneplanar sul suo sito (www.magnepan.com), non è un
sistema per computer, ma un vero sistema, completo e a dipolo, per l’ascolto della musica “anche” stando seduti alla scrivania.
Il costo? 2.000,00 € il sistema completo, in Italia.
L’ascolto è avvenuto con il mio impianto costituito da giradischi Bauer Audio DPS, braccio
Morch DP 6, testina Lyra Kleos, pre-fono American Hybrid Technology –P, preamplificatore
Lavardin 6.2, amplificatore finale Wyred 4 Sound ST 250, altoparlanti le Audio Note AN E
Spx, oltre ai cablaggi più volte citati in altri scritti.
Il posizionamento. Se usate il sistema appoggiato sulla scrivania e questa è poggiata
contro il muro, attenzione alla resa dei bassi che possono essere più potenti del
necessario; in questo caso seguite le istruzioni di Magneplanar e mettete le resistenze
consigliate per il controllo della quantità di segnale propagato nell’ambiente. Se la scrivania
è distante da uno a due metri (situazione abbastanza normale per l’uso in ufficio o
comunque in molte abitazioni/studio) siete a cavallo perché il basso diventa corretto e
contribuisce a dare una sensazione di grande spazio aperto davanti ai vostri occhi. Se
avete un ambiente piccolo e usate il Mini Maggie System (d’ora in poi lo chiamerò MMS) è
meglio che stiate ad almeno 50 cm dalla parete di fondo, spostando poi il woofer in avanti
o indietro sino a che la gamma medio-bassa e la gamma bassa non si sovrastino l’una con
l’altra. Se avete un ambiente medio, un metro e mezzo è la posizione di partenza ottimale;
se tenete i “satelliti” abbastanza distanti tra loro e se fate sì che il woofer sia alla loro stessa
distanza dalla parete di fondo, il sistema suona bene e anche parecchio forte (il woofer mi
è parso molto robusto e digerisce energiche quantità di watt senza scomporsi).
Una cosa è certa; non pensate di affidare l’amplificazione a un finalino con una manciata di watt. Questo MMS è figlio di
Magneplanar che non ha mai fatto sistemi efficientissimi e quindi è necessaria una buona dose di watt stabili, sui 4 ohm di
impedenza presentati dal sistema di altoparlanti in esame.
Dico subito che fortunatamente il sistema che mi è stato consegnato era già stato rodato; chi ha avuto a che fare con il mondo
Magneplanar sa benissimo che il loro “rodaggio” è parecchio lungo e che le caratteristiche variano in differente maniera (ora si fa
preponderante il medio, ora il medio-basso, poi il medio-acuto ecc., sino a che non si stabilizzano le membrane e il sistema
inizia a suonare come sa fare). Dico poi subito che non è il caso che vi aspettiate l’altezza della scena che caratterizza gli altri
prodotti del marchio (se quel parametro è per voi importante, meglio pensare alle MG12) perché la scena è ben riproposta, ma
non è alta come lo era con le mie MG 1.6 (ne ho cambiate due coppie, tanto mi piacevano). Infine, la presenza dei nastri “veri” si
sente; il loro suono è privo di granulosità (a tratti sembra persino morbido) e fila via liscio come i possessori delle Maggies più
grandi ben sanno.
All’inizio ho litigato un po’ con il sistema usato come “sistema principale” (cioè non su una scrivania, ma messo in ambiente
come un normale sistema di altoparlanti). Il basso non andava proprio; era monocorde, corto, in affanno, tranne poi ricordare che
con le mie MG 1.6, più le allontanavo dalla parete di fondo, migliore era l’integrazione del basso con le altre frequenze. Infatti,
posti sia i satelliti che il woofer ad una distanza di 160 cm dalla parete di fondo, ho scelto il cd della Foné con opere di Vivaldi
trascritte per organo da Johann Sebastian Bach e mi sono stupito della correttezza della gamma bassa; i satelliti erano poi stati
posizionati ben distanti tra loro e assolutamente non orientati verso il punto d’ascolto (con i tweeter all’interno, come specificato
dalla Magnepan stessa) e l’organo sembrava là in fondo, chiaro nei timbri, abbastanza potente nel “pedale”, senza particolari
gamme in evidenza. E intanto, mentre ascoltavo, alzavo il volume sino ad arrivare a potenze ragguardevoli, con l’MMS che
andava dritto per la sua strada senza cedere (a parte il fatto che quella registrazione Foné è fatta talmente bene che invoglia lei
stessa ad aumentare costantemente il volume).
La sonorità è quella tipica di Magneplanar; quindi il basso non ha il punch adatto all’ascolto dei generi più violenti (ma
l’estensione, quella c’è), ma è anche vero che ci sono poi tutti i vantaggi in termini di ricostruzione della scena (a condizione che
sia buona già nel disco), di pulizia e verità del timbro (i nastri non sono mai, neppure lontanamente aggressivi o “sopra le righe”)
e anche in quanto a dinamica, il sistema non fa difetto e per giunta sa anche suonare parecchio forte.
Gli strumenti “principe” della riproduzione con le Maggies, tipo il pianoforte, ovviamente sono riprodotti bene anche dall’MMS;
ascoltare il Mozart eseguito da Pogorelic (CD DGG) è un piacere. I suoni nascono dal silenzio e nel silenzio di fondo si
diffondono; i particolari sono tutti presenti, integrati perfettamente nel suono; le ultime due ottave sono riprodotte con accuratezza
di timbro mentre le prime due sono ovviamente un po’ arretrate. Ma lo strumento è credibile, posto all’interno di una scatola
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sonora di dimensioni congrue.
Ottima la restituzione dei fiati contenuti nel CD Delos dell’American Brass Quintet, ma eccellente anche la resa dei sempiterni
Concerti Brandeburghesi di J.S. Bach su RCA Seon con Leonhardt alla direzione, con gli archi che non si fanno mai fastidiosi e
mantengono un timbro piacevolmente vero (ed anche la tromba del secondo concerto “passa” senza nessuna difficoltà).
Non so quanto valga la pena soffermarsi sulla voce umana, da sempre cavallo di battaglia dei sistemi del marchio statunitense;
certo è che sia Jessie Norman, che Anne-Sophie von Otter, che Luciano Pavarotti, che Aretha Franklin, che Frank Sinatra o
Justin Timberlake sono stati restituiti senza difficoltà. Né i cori hanno saputo impensierire l’MMS che ha restituito con chiarezza e
pulizia sia i Mottetti di J.S. Bach (Suzuki-BIS o Harnoncourt-Telefunken), che la Passio Secundo Johannes di Arvo Part (ECM). A
titolo esemplificativo, nell’ascolto dell’aria “Ich will bei meinem Jesu wachen” dalla Passione Secondo San Matteo di Bach
(Herreweghe, Harmonia Mundi, anno 2000), al di là del timbro del tenore, erano proprio le minime variazioni della dinamica, la
chiarezza della pronuncia del testo cantato, i tanti piccoli particolari della fonazione che colpivano l’ascoltatore.
I momenti di crisi ci sono stati con i soliti dischi che praticamente mandano in crisi quasi tutti i sistemi di altoparlanti di dimensioni
ridotte, come il Miserere di Arvo Part o il Départ di Wolfgang Rihm o la Fanfara dell’Uomo Comune di Aaron Copland. In questi
casi non ci sono problemi di restituzione del timbro o della scena, ma permane una sensazione di fatica della regione più bassa
che alla fine in qualche modo denuncia che il limite degli altoparlanti è giunto; il tutto, ovviamente, a volume sostenuto.
Nel jazz non ci sono stati troppi problemi; La restituzione del contrabbasso è stata eccellente, senz’altro più leggero di quanto
ottenessi con le MG 1.6 ma allineato a quello che si pensa di poter ottenere da un woofer delle dimensioni del DWM e con
registrazioni ostiche, come l’A Night In Tunisia di Art Blakey, vinile Philips ad incisione diretta, anche i piatti, solitamente (mi
riferisco sempre ai miei ascolti con le 1.6) frizzanti al punto da diventare fastidiosi, mantengono qui un timbro chiaro, aperto, ma
mai pungente.
Semmai è stato solo con certo rock duro che il modo di restituire i bassi delle Maggies mi ha poi fatto preferire le AN E Spx che
in ogni caso sono più care ed ingombranti (se invece si parla del sistema ascoltato dalla scrivania, il punch non manca. Non è lo
stesso di un sistema con woofer a cono, ma certo la botta allo stomaco non manca).
Il sistema, nel suo complesso, è molto trasparente e confermo che per me trasparente non significa molto aperto in alto (che non
lo è, mentre ha un controllo preciso e attento), ma solo che lascia passare molto della registrazione; ed infatti le differenze tra una
registrazione e l’altra sono ben evidenti e questo su tutta la gamma di frequenze (a dire che il basso dell’organo presente nella
registrazione della Toccata e Fuga della Crystal Clear Recording è molto diverso da quello dei Canti Mormoni della Miller &
Kreisel che a sua volta è ancora diverso dal basso del Corali Schubler della Erato; per le restanti gamme di frequenze non serve
che confermi quanto già scritto per i bassi).
E’ chiaro che le considerazioni qui fatte tengono conto del costo del sistema, perché è altrettanto chiaro che le MG 3.7 vadano
globalmente meglio dell’MMS e guai se così non fosse! Vorrebbe dire che si è perso ogni riferimento e che il rispetto per il
danaro è andato a quel paese. Chiaro anche che se uno cerca una collocazione in ambiente grande possa preferire le MG 12 o
le MG 1.7 che però non hanno la raffinatezza estrema della gamma medio-alta di questo MMS. Insomma, secondo me se la
Magneplanar fornisse il sistema con due pannelli woofer, si potrebbe avere un sistema poco invasivo dal punto di vista estetico e
sicuramente completo (in modo totale) per l’ascolto di tutti i generi musicali.
Direi che il sistema è unico nel suo genere (esistono altri sistemi con woofer o subwoofer e satelliti; ma non magnetoplanari e a
dipolo) e quindi se si è interessati a un sistema come questo, non mi pare che le alternative siano poi così tante.
Quale ultima precisazione, segnalo che quando qui ho scritto della gamma bassa leggermente arretrata, mi riferivo all’uso come
sistema fisso domestico e non certo nell’uso stando seduti ad una scrivania con i satelliti sulla stessa e il woofer sotto, vicino ai
vostri piedi. In tal caso il basso è senz’altro sufficiente.
Quindi … Magnepan è partita con i sistemi per uso in ambiente domestico … ora è passata a quelli da tavolo … mancano quelli
per l’auto. Io, uno spazietto sul cruscotto ce l’avrei … e aspetto!
Domenico Pizzamiglio
Prezzo: 2.000,00 euro
Produttore: Magnepan
Distributore: DML Audio
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