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6/5/2016
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DALLE BANLIEUE DELLA FRANCIA AGLI
OSPEDALI IN AFGHANISTAN
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AL FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI, PRIMA DELLA PROIEZIONE DEL FILM
“QU’ALLAH BÉNISSE LA FRANCE !”, CECILIA STRADA HA ANNUNCIATO CHE
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EMERGENCY DEDICHERÀ
SUO
CENTRO
MATERNITÀ
IN AFGHANISTAN
A
VALERIA SOLESIN, VITTIMA DELL’ATTENTATO AL BATACLAN
di Paolo Riva
Accetto
Info
MATITA
Ci sono la violenza, la droga e tutto il disagio delle periferie francesi. Ma ci sono anche la musica, l’amore e la speranza.
Nel film, “Qu’Allah bénisse la France!” (Che Allah benedica la Francia), presentato in anteprima nazionale al Festival dei
Diritti Umani di Milano ieri sera, l’affermato rapper franco­congolese Abd al Malik racconta la vita dei giovani di un
quartiere periferico di Strasburgo e, in particolare, la sua parabola positiva.
La pellicola è un adattamento per il grande schermo dell’autobiografia del regista che, infatti, firma anche la sceneggiatura
di quello che è il suo esordio. “È un’opera prima e si vede”, ha spiegato prima della proiezione Vanessa Tonnini, curatrice
del programma cinematografico del festival. “Ne ha tutta l’ingenuità e, al tempo stesso, l’energia”. A fornirgliela
contribuiscono il coinvolgimento di numerosi attori non protagonist e la colonna sonora, rigorosamente rap. La musica
però non è l’unico tema. Ci sono anche la mancanza di opportunità per i giovani, il crimine e la violenza, anche se
volutamente mai resa esplicita.
E POI C’È LA RELIGIONE. QUELLA CHE SEGNA LA DIFFERENZA PIÙ MARCATA CON
“L’HAINE”, L’ODIO DI KASSOVITZ, AL QUALE “QU’ALLAH BÉNISSE LA FRANCE!”,
USCITO QUASI VENT’ANNI DOPO, VIENE SPESSO PARAGONATO, ANCHE PER L’USO
DEL BIANCO E NERO.
Il protagonista, infatti, nato e cresciuto in una famiglia cristiana del Congo Brazzaville, si converte all’Islam, lasciando il
suo vecchio nome Régis Fayette­Mikano e prendendo il nuovo e attuale, Abd al Malik. Durante il film, insieme a un
amico arabo, gira per la sua zona cercando di indottrinare gli altri giovani, si fa intervistare da un giornalista (che subito
dopo scriverà un pezzaccio definendo il quartiere una “bomba sociale”), discute con il fratello, anche lui convertito, se sia
giusto vestirsi in maniera tradizionale oppure “occidentale”, ricevendo una risposta che rimane una delle migliori battute
del film: “Perché, Maometto aveva forse le Nike Air Max?!?”.
COLLET TIVE
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May Allah bless France / Qu'Allah bénisse la France ! (2014) - Trailer (Engli...
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Nel frattempo, però, il gruppo con cui il futuro rapper cerca di sfondare perde i pezzi. Uno dei componenti finisce in
carcere per un crimine commesso parecchio tempo prima, mentre un altro decide di lasciare perché ora considera la
musica haram, impura, non in linea con la rigida interpretazione dell’Islam che ha abbracciato.
ABD AL MALIK, INVECE, FA UNA SCELTA DIVERSA E, ANCHE GRAZIE ALLE OTTIME
PERFORMANCE SCOLASTICHE CHE LO PORTANO DA UN LICEO DI SOLI STUDENTI
BIANCHI A UNA PRESTIGIOSA UNIVERSITÀ, OTTIENE IL SUCCESSO TANTO SEGUITO.
Non solo. Riesce anche a conquistare il cuore di una giovane marocchina vicina di casa con la quale, per tutto il film,
intesse lunghi e profondi dialoghi sulla religione, sulle differenze e le discriminazioni, sulla cittadinanza, sulla Francia e
sull’Occidente.
Agli organizzatori del FESTIVAL, quindi, deve essere sembrato logico invitare, prima di una pellicola che affronta certi
temi un’ospite come Cecilia Strada. La presidente di Emergency, infatti, ha annunciato che l’organizzazione ha deciso di
dedicare una delle sue strutture a Valeria Solesin, giovane italiana rimasta vittima dell’attentato di Daesh al Bataclan di
Parigi.
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“Insieme alla famiglia, abbiamo scelto un centro di maternità in Afghanistan perché è un simbolo dei diritti che
costruiamo coi nostri interventi e perché ci lavorano moltissime donne, cui Valeria aveva dedicato alcuni dei suoi lavori”,
ha spiegato. “Dopo gli ultimi attentati, si è reagito in molti modi: si è creato un noi e un loro, si è enfatizzato su difesa e
repressione, si sono colpevolizzati i pacifisti, si è costruito un nemico in casa. Questo è il nostro modo di reagire: opporre
alla violenza i diritti, che riteniamo l’unico vero antidoto a funzionare”.
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Giornalista e addetto stampa. Mi occupo di sociale, migrazioni ed esteri. E mi piace molto farlo. Sono volontario
dell'associazione Senegol. Amo Londra e Roma. Su Twitter sono @paolorivaz
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