Comune Cagliari News - Alfieri, chiude il vecchio cine teatro

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Comune Cagliari News - Alfieri, chiude il vecchio cine teatro
ALFIERI, CHIUDE IL VECCHIO CINE TEATRO
Fonte: La Nuova Sardegna
9 giugno 2010
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Data scaricamento: 30 settembre 2016, 03:17
MERCOLEDÌ, 09 GIUGNO 2010
Pagina 1 - Cagliari
Il destino è segnato: a fine anno via ai lavori per costruire due palazzine
LO SCHERMO BIANCO Il progetto è già pronto al decollo, una petizione in rete per salvare la
sala
ANTONELLO DEIDDA
CAGLIARI. Stop, finito. Ora è sicuro, lAlfieri chiude. Alcuni mesi, il prossimo autunno o al
massimo linizio del 2011, poi lultimo dei vecchi cinema cagliaritani (anche se negli ultimi anni
veniva usato per questo scopo raramente) cambierà pelle, trasformandosi in qualcosa daltro. Un
condominio con negozi e uffici, con laggiunta di parcheggi. E la città perderà unaltra traccia del
suo passato culturale. Tra poco un altro schermo bianco andrà in soffitta e per vedere un film
occorrerà andare in uno dei centri commerciali spuntati come funghi in periferia. A meno di non
accontentarsi di una saletta dessai dove è facile trovare chicche interessanti ma dove assistere
ad uno spettacolo non è il massimo.
Lingegner Giudo Cossu, erede della famiglia che da sempre ha gestito lAlfieri, non si nasconde:
«Siamo in attesa delle autorizzazioni e poi si partirà con i lavori. Ma credetemi, non era possibile
fare altrimenti: negli ultimi tempi era diventato impossibile sopravvivere. Spero almeno che
qualcuno si ricordi che la mia famiglia ha ha regalato trentanni di teatro alla città quando non cera
una
sala».
Le
stesse
parole
che
aveva
pronunciato
Ennio
Dalmasso,
altro
imprenditore-cinematografaro, quando tanti anni fa era stato costretto a far demolire il mitico
Ariston.
Una passione al tramonto. O il tramonto di un passione. Da qui non si scappa. Cagliari ha capito
da tempo come butta: per guardare un film bisogna rifugiarsi in una multisala, in mezzo ad un
pubblico maleducato che sgranocchia patatine e succhia cocacola da un contentitore da litro,
commentando a voce alta ogni scena un po più animata del normale. Impossibile godersi un film
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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari in data 05.12.2005 al n. 31/05 - Direttore responsabile: Gianfranco Luigi Quartu.
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in santa pace come si poteva fare una volta, nel buio di una sala spesso non condizionata ma
accogliente come il ventre della mamma. Il progetto targato Alfieri dice che lattuale palazzo sarà
buttato giù, per costruire non uno ma due palazzi, sfruttando lenorme spazio che si trova dietro e
il 20 per cento di cubatura in più che il piano casa regala. La speranza è che salvino almeno i
quadri di Fantini che fanno bella mostra nella sala cantrale e che un tempo erano la caratteristica
del cinema. E che dal foyer spuntino fuori le foto dei tanti ospiti che negli anni hanno omaggiato la
sala. Una sala sempre allavanguardia, come ricorda Vittorio, la storica maschera. Basti ricordare
il tetto bucherellato (un sistema particolare per migliorare lacustica) e il primo impianto Dts
cittadino, che rendeva necessario un avvertimento allingresso in occasione di film davventura:
«Laudio vi sfonderà i timpani».
Nessuno scandalo, è così che va il mondo, anche se è partita una raccolta di firme per salvare lo
storico cine-teatro. On line è possibile leggere un messaggio: «Al signor sindaco chiediamo di
fare quanto in suo potere affinchè i cittadini non vengano privati di un altro dei luoghi simbolo
della città di Cagliari». Secondo voi quante sono le possibilità che lappello sarà ascoltato? Zero.
La battaglia per il teatro Alfieri di Cagliari, che rischia la chiusura e la demolizione, è stata invece
il simbolo della giornata di lotta contro i tagli alla cultura promossa dal Pd. Liniziativa, che prevede
appunto una petizione on line cui hanno aderito personaggi della cultura e dello spettacolo anche
a livello nazionale: «La chiusura dellAlfieri rappresenterebbe una grave perdita per la città, per la
sua memoria e la sua cultura». Secondo il segretario cittadino Yuri Marcialis, «si ha la sensazione
che la maggior parte dei tagli, anche agli enti locali, si abbattano in particolar modo sui settori
della cultura e dellistruzione». Per il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Ninni Depau, «la
cultura rischia di essere considerata come un lusso che lItalia non si può permettere, quindi un
settore nel quale effettuare tagli». Dal Pd è partito un appello al comune per salvare il cine teatro:
«Basterebbe finanziare le compagnie teatrali aiutandole a sostenere i costi dellaffitto del teatro
che ammontano a circa 1.500 euro a giornata».
Nostalgia e rimpianti. Basta fare un giro per le strade di Cagliari per accorgersi che fine hanno
fatto i vecchi cinema. Anche non ricordando Eden o Arena Giardino, è un passato che non
ritornerà più. Andiamo indietro con la memoria. Via Roma. Il Capitol, nei primi anni Ottanta era un
gioiello con il Dolby incorporato per non perdere nemmeno una battuta: è passato da Sala Bingo
a Casa dello studente. Poco più avanti, il Nuovo Olimpia è oggi un negozio grande grande di
abbigliamento, dove resite la vecchia insegna e allinterno si possono intuire la vecchie
architetture. In centro cera il Nuovo Odeon, enorme, grandissimo, un migliaio di posti tra platea e
galleria, con un fascino particolarissimo: ora è chiuso in attesa di venire riciclato. E il Quattro
Fontane? Da ragazzini ci si mettava daccordo con la maschera che stava allingresso di via
Alagon e si entrava in uno spazio buio dove cowboys e indiani sembravano invincibili. Di fontane
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neanche lombra ma lì hanno fatto il classico spazzatino, costruendo intorno ad un nucleo centrale
una miriade di negozi di mutande e vestiti, oltre che un ristorante di cinesi. In via Grazia Deledda
si trovavano due sale: sopra lAriston (un cinema nel vero senso dalle parola, dove sono passati
tutti gli spaghetti western di Sergio Leone e quando uscivi ti ricodavi solo del volto di Eli Wallach,
il brutto) e sotto il Fiamma (poi chimaato un po altezzosamente Ariston 2 nel primo modesto
tentativo di multisala alla cagliaritana), stretto stretto e puzzolente, dove quando vedevi il film (su
sedie scomodissime e durissime) avevi limpressione di stare nel bagno della stazione. Adesso cè
un condominio, oltre alla sede del giudice di pace. Chissa cosa avrebbe detto la sua
indimenticata maschera, il signor Ferino. In via Caboni ecco il Nuovo Cine, emorme foyer e una
sala che si è rimpicciolita nel corso degli anni prima di chiudere i batenti e far posto ad un
supermarcato. E come dimentricare il Due Palme, un mito, quello con lo stemma più cool che sia
mai stato creato da che luomo ha inventato il cinema e con la scalinata più lunga del mondo.
Tutto arazzi e lazzi: tipico cinema da soldatesche in libera uscita o da lunedì sera, nel senso che i
più grandi pornazzi a luci rossissime passati per Cagliari. Cerano tanti progetti per recuperarlo,
non se ne è fatto niente e oggi il Due Palme muore nella tristezza. A proposito di altre visdioni: al
dopolavoro ferroviario lAdriano (doventato sede del Dlf e poi un bar) e a SantAvendrace il Nuovo
Astoria, patria delle commedie sexy anni Settanta e Ottanta, con le giovannone coscialunga e i
Bombolo dannata, prima della conversione finale al porno spinto. Oggi è tutta unaltra cosa. In
peggio forse. Infine il Corallo, regno di patiti del cimena di serie B alla Corman o Godzilla. Il suo
apogeo venne toccato quando nelle lnghe estati calde si proiettarono poliziotteschi e musicarelli,
con la galleria che si sporgeva per commentare il film in diretta e insultare chi stava in platea. La
settimana dopo avveniva il contrario in uno scambio di ruoli che ha sempre divertito il pubblico
neutrale. Non serve ricordare come è finito il cinema. Ora tocca allAlfieri. E viene in mente un film
di Wim Wenderd, Nel corso del tempo. La scena finale, dove un riparatore di proiettori incontra la
padrona di un cinema ormai chiuso che gli dice pressopoco così: «Aspetto che lo schermo bianco
si riaccenda nuovamente». È troppo sperare qualcosa del genere a Cagliari?
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