Il Cavallino Ferrari vola all`estero e si apre il dibattito sulla

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Il Cavallino Ferrari vola all`estero e si apre il dibattito sulla
Roma, 11 Dicembre 2014
Il Cavallino Ferrari vola all’estero e si apre il dibattito sulla
perdita dei grandi marchi Italiani
“La Ferrari Vola A Londra” è stato il titolo della prima pagine de “Il Giornale”,
mentre “Bloomberg News” ha riportato ieri la presa in considerazione, da parte della
Ferrari, dello spostamento della sua sede fiscale fuori dall’Italia, che secondo indiscrezioni
riportate da persone vicino alla vicenda, la decisione sarebbe basata sul minor costo delle
tasse all’estero. Il trasferimento della sede fiscale della Ferrari fuori dall’Italia, è ancora del
tutto ipotetico, ma questo rappresenterebbe un colpo basso per l’Italia che sta cercando a
fatica di uscire fuori da un lungo periodo di recessione. La possibilità dello staccamento
dalla rappresentativa sede centrale di Maranello, dove nel 1947 vengono costruite le prime
importanti auto sportive, sta generando forti discussioni sul rischio della perdita dei grandi
marchi Italiani a seguito del periodo estenuante di crisi economica. Negli ultimi cinque
anni, diversi e importanti marchi Italiani come Bulgari, Loro Piana e Ducati sono stati
comprati da compagnie estere. Dopo che la Fiat e CNHI hanno spostato le proprie sedi
centrali nel Regno Unito, il rischio che anche la sede Ferrari venga dislocata ha subito
scaturito lo scontento di politici e sindacati che hanno chiesto al Primo Ministro Matteo
Renzi di intervenire in modo tale da fermare la perdita dei grandi marchi Italiani all’estero.
Gli sforzi del Premier Renzi di rianimare la crescita economica e di controllare la
spesa pubblica sono messi a dura prova dal quarto anno di recessione registrato in Italia,
ma ulteriori indiscrezioni rasserenano gli animi, riportando che un eventuale spostamento
della sede fiscale Ferrari non intaccherebbe in alcun modo la produzione manifatturiera e
il lavoro di ingegneria meccanica che avviene a Maranello; l’importante è che a Maranello
si continuino ad offrire posti di lavoro. Questo riconduce alle dichiarazioni di Marchionne
dell’Ottobre scorso, per quanto riguarda il movimento della sede Fiat, la quale non ha
avuto alcuna ripercussione sul piano quinquennale di investimenti messo a punto
dall’Azienda e sull’impegno alla riassunzione del personale in cassa integrazione. Il tutto
viene anche confermato dalle parole del Premier che esprime: “La base delle sedi centrali e
fiscali e di minore importanza, quello che è assolutamente importante è che il numero di
posti di lavoro venga incrementato”. A smentire ulteriori dubbi sono le parole di Roberto
Basso, portavoce del Ministro Pier Carlo Padoan, che hanno confermato “L’impegno del
Governo Italiano a migliorare le condizioni fiscali riguardanti le compagnie presenti in
Italia, in modo tale da diminuire le differenze presenti con altri Paesi Membri dell’UE”
inoltre “Il Governo ha piena coscienza che la pressione fiscale sia ancora a livelli alti nel
Paese e a tal proposito vi è il pieno impegno all’introduzione di ulteriori sgravi fiscali per
le imprese”.
La Fismic considera la pressione fiscale sulle aziende ancora troppo
alta, l’Italia si dimostra ancora fra le nazioni più care al mondo per livelli di tasse alle
imprese; c’è bisogno di un intervento concreto del Governo che eviti l’esodo delle
aziende Italiane e che permetta di investire nel Nostro Paese, conservando i nostri grandi
ed importanti marchi e facendo finalmente ripartire l’economia Italiana.
UFFICIO STAMPA FISMIC
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