sistemi di codifica in sanita‟ per il medico di medicina generale

Transcript

sistemi di codifica in sanita‟ per il medico di medicina generale
AGGIORNAMENTO OBBLIGATORIO DEI MEDICI
CONVENZIONATI ANNO 2012
SISTEMI DI CODIFICA IN
SANITA‟ PER IL MEDICO
DI MEDICINA GENERALE
A cura del Dr SALVIO Giuliano
1
OBIETTIVI GENERALI :
Saper riconoscere, tenere aggiornate e impiegare le liste dei codici sanitari di utilizzo nella pratica
clinica della Regione Abruzzo.
OBIETTIVI SPECIFICI E SCOPI:
Saper applicare con appropriatezza i codici sanitari in relazione ad ogni situazione clinica che
necessita di classificazione, prescrizione o certificazione
DESTINATARI ED AMBITI ORGANIZZATIVI:
Medici di Medicina Generale convenzionati con la ASL 2002
INDICE
I Sistemi informativi sanitari………………………………………………………………pagina….3
La codifica ed i codici sanitari……………………………………………………………………….7
Lista dei codici sanitari………………………………………………………………………………7
ICD ………………………………………………………………………………………………….8
DSM………………………………………………………………………………………………...10
ICF………………………………………………………………………………………………….12
Codici patologie per l‟esenzione ticket………….………………………………………………….14
Classificazione nosologica INPS………………..………………………………………………….17
NOTE AIFA……………………………………………………………………………………… 18
DRG……………………………………………………………………………………………… 19
Codici per i farmaci…………………………………………………………………………………20
Nomenclatore tariffario dell'assistenza specialistica ambulatoriale……………………………….. 22
Nomenclatore tariffario delle protesi……………………………………………………………….23
Codici sanitari e Medicina Generale……………………………………………………………… 24
Bibliografia…………………………………………………………………………………………25
2
Sistemi Informativi Sanitari
La gestione dei dati in organizzazioni complesse ha comportato da sempre la difficoltà di
uniformare il linguaggio ad un livello standard di comprensione e riproducibilità comune a tutti gli
operatori.
A tal fin e i metodi utilizzati nel passato sono stati molteplici, liste, tabelle, appendici, simboli,
codici, ecc. Con il passaggio dal cartaceo al digitale si è aggiunta una variabile tecnica, appunto il
linguaggio informatico, che costringe all‟utilizzo di determinati codici pena l‟inceppamento del
sistema sia di rilevamento, che di elaborazione o di gestione dei dati.
Lo sviluppo e l„organizzazione dei Sistemi Informativi Sanitari (SIS) ha avuto un forte impulso a
seguito dell„affermarsi dei processi di rinnovamento del sistema sanitario nazionale. Il Servizio
Sanitario Nazionale (SSN) è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e
delle attività destinate alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica
di tutta la popolazione, senza distinzioni di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che
assicurino l'uguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio.
Il Servizio Sanitario Nazionale nasce nel 1978 con la Legge n. 833, con la quale lo Stato esprime
l'esigenza di garantire in modo gratuito la salute a tutti i cittadini italiani. Con questa legge, inoltre,
si voleva assicurare il massimo coordinamento tra le attività di prevenzione e quelle di cura di tutti
gli organi, centri, istituzioni e servizi che operano nel settore sociale e che fino a quel momento
erano tra loro slegate. A tal fine sono state create le Unità Sanitarie Locali (U.S.L.)
I successivi decreti 502 del 1992 e 517 del 1993 hanno definito un riordino del SSN basato
sull„introduzione di tre nuovi ed importanti concetti:
Regionalizzazione
Aziendalizzazione
Finanziamento a prestazione
La Regionalizzazione ha l'obiettivo di affidare alle singole Regioni il compito di strutturare un
proprio Servizio Sanitario Regionale (SSR), in termini di
tutela della salute,
criteri di finanziamento,
attività di controllo di gestione e della qualità,
assicurando però un Livello Assistenziale Uniforme valido su tutto il territorio nazionale.
Le regioni gestiscono la spesa sanitaria e ne esercitano il controllo; devono pertanto disporre
di tutte le informazioni relative agli atti sanitari (ricoveri, day hospital, esami, visite, ecc.)
erogati alla popolazione residente nel proprio territorio.
Per Aziendalizzazione si intende il processo di trasformazione delle U.S.L. in A.S.L.
(AziendeSanitarie Locali) e di trasformazione degli ospedali principali in Aziende Ospedaliere.
3
Questo processo tende, inoltre, ad evidenziare la distinzione tra quelli che sono i produttori di
assistenza sanitaria (Aziende Ospedaliere e istituti privati) e quelli che invece sono gli acquirenti
della stessa (A.S.L.);
Vengono stabiliti due principali criteri di finanziamento
1.
La quota capitaria: ovvero un importo prestabilito assegnato dalle regioni alle ASL in
rapporto al numero di residenti nel proprio territorio.
2.
La retribuzione per prestazioni erogate: ricoveri, esami, etc.
Con tali fondi le ASL retribuiscono le Aziende Ospedaliere e gli istituiti privati; deve pertanto
attivarsi un sistema in base al quale ogni Azienda Ospedaliera deve registrare tutta la propria attività
sanitaria per poterla “fatturare“ alla ASL e la ASL deve essere in grado di pagare le prestazioni che
gli vengono fatturate esercitando anche gli opportuni controlli sulla base dei principali archivi di
riferimento anagrafe assistiti, medici di base, strutture pubbliche e private, codifica diagnosi etc di
cui si vedrà in seguito il dettaglio.
Questo processo ha introdotto la necessità di adottare anche nelle strutture sanitarie adeguati
sistemi informativi tipici delle realtà industriali che permettessero una gestione ottimale delle
attività e delle informazioni per:
1. rispondere alla necessità di gestire adeguatamente i flussi informativi interni ed esterni alla
Azienda;
2. permettere una gestione manageriale sia al vertice aziendale (Direzione Generale, Sanitaria
ed Amministrativa) sia ai vertici dei reparti (Primari, Responsabili) che devono controllare il
rispetto dei budget prefissati.
3. Creazione dei flussi informativi che forniscono l’insieme dei dati necessari per la
conoscenza dell’assistenza sanitaria erogata, fornendo, al contempo, utili elementi
per individuare eventuali criticità, al fine di intervenire tempestivamente con
idonee misure correttive. Le informazioni che sono oggetto di trasferimento e
condivisione tramite appositi flussi hanno rilevanza rispetto l’andamento gestionale
sia relativamente all’aspetto economico-finanziario che all’attività sanitaria resa.
SISTEMA INFORMATIVO AZIENDALE
Il modello a piramide è classicamente usato per rappresentare i sistemi informativi per significare
che dalla registrazione di dati di dettaglio, molto specifici, si arrivi, per sintesi successive, a degli
indicatori molto sintetici che danno il quadro dell„azienda che si sta gestendo.
4
Sistema Direzionale (Regionale o Nazionale)
Fornisce alla Direzione lo strumento operativo per monitorare gli eventi significativi aziendali.
Vengono utilizzate rappresentazioni grafiche per monitorare l„andamento dei principali valori che
esprimono l„attività (ricavi) e i costi aziendali attraverso opportuni indicatori. In un sistema
efficiente le informazioni sono raccolte automaticamente dai sistemi informativi sanitario ed
amministrativo
Sistema Informativo Sanitario
Ha al proprio interno la gestione amministrativa delle prestazioni sanitarie (anagrafe, accettazione,
prenotazioni…) finalizzata alla registrazione delle attività sanitarie da remunerare. Raccoglie inoltre
tutte le informazioni sanitarie (cartella clinica, referti…) per un corretto trattamento terapeutico del
paziente.
Sistema Informativo Amministrativo
E„ costituito da diversi moduli tra i quali: Contabilità: ordini, fatture, bilanci. Gestione consumi e
magazzini. Gestione del personale (presenze,turni, stipendi…). Servizi di assistenza e
manutenzione. Patrimonio immobiliare e mobiliare (apparecchiature, impianti). Contabilità per
centro di costo. Ecc.
In tale sistema le informazioni devono essere registrate in maniera univoca ed ottimizzata in
modo che la singola registrazione venga utilizzata dall„insieme dei moduli: per esempio il dato
anagrafico del paziente, controllato in un unico database, serve sia per scopi amministrativi sia per
scopi sanitari.
5
Vi sono diverse informazioni che sono registrate trasversalmente ai suddetti moduli e sono pertanto
comuni nella registrazione dei dati, tra le principali si ricordano:
Identificazione paziente
Codifica prestazioni Modalità di erogazione
Valorizzazione
Chi controlla
Anagrafe centralizzata
anagrafe regionale
codice fiscale
tessera sanitaria
codici di esenzione
ICD9
DRG
Nomenclatore
Tariffario
Codifica reparti
Centri di Costo
Codifica enti
Operatori
II patrimonio informativo attualmente disponibile nel SIS è costituito da un insieme di flussi informativi
relativi sia ad aspetti gestionali, organizzativi ed economici delle strutture del Servizio Sanitario
Nazionale, sia all'assistenza erogata (Livelli Essenziali di Assistenza) agli assistiti da parte delle
strutture del SSN .
L‟attuale processo di federalismo e, quindi, la sempre crescente esigenza di potenziare le funzioni di
monitoraggio e controllo da parte del livello nazionale, a garanzia dell'erogazione dei LEA e delle
misure della qualità, efficienza, appropriatezza e costo, ha reso necessaria un'evoluzione delle
caratteristiche dei flussi informativi raccolti dal NSIS relativamente alle prestazioni erogate dal SSN .
In particolare, constatato che nell'ambito dei singoli episodi di cura i cittadini possono attraversare più
livelli assistenziali, i dati raccolti devono consentire il monitoraggio delle prestazioni erogate nei diversi
setting assistenziali e, quindi, la riconoscibilità dei percorsi assistenziali seguiti, nonché dell'utilizzo
delle risorse del SSN.
6
CODIFICA DELLE INFORMAZIONI
I dati da elaborare ed elaborati sono di diversa natura (numeri, caratteri, immagini, suoni, etc.) ma
devono assumere una forma adatta ad essere trattata dal calcolatore. Questo, dal suo canto, tratta
soltanto dati rappresentati come sequenze di bit, perché i circuiti della macchina trattano segnali a
soli due valori.
Il processo che trasforma un dato in una sequenza di bit è detto di codifica, quello che
viceversa, data la sequenza di bit, ripropone il dato nelle sua forma originale è detto di
decodifica.
Con un solo bit è possibile distinguere fra due oggetti diversi, uno associato allo "0" e l'altro all' "1"
e sarebbe quindi possibile codificare due "oggetti"; con 2 bit è possibile distinguere e quindi
codificare 4 (=22) oggetti; con 3 bit è possibile codificare 8 (=23) oggetti e così via.
Quindi, con n bit è possibile codificare 2n oggetti distinti: ogni combinazione di 0 ed 1 è associata
ad un distinto oggetto in modo convenzionale (ad esempio attraverso una tabella) o con qualche
legge aritmetica.
Il processo di codifica è diverso a seconda della natura del dato (testo, numero, immagine, filmato).
La codifica dei caratteri è stata universalmente accettata adottando i codici di una tabella chiamata
ASCII, esiste una codifica per i suoni, le immagini, ecc. ma non è compito di questo corso illustrare
la tecnica delle varie codifiche.
Esistono nel mondo una moltitudine di codifiche utilizzate in ambito sanitario. Di seguito si
propone una classificazione delle codifiche sanitarie che sono di utilizzo pratico nel Sistema
Sanitario Italiano
LISTA DEI CODICI SANITARI
CODICI DIAGNOSTICI
1. ICD-10 - 10th revision Clinical Modification 2008: Classificazione delle Malattie, dei
Traumatismi, degli interventi chirurgici e delle procedure diagnostiche e terapeutiche
2. DSM IV : codifica della patologie psichiatriche
3. ICF: classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute
4. CODICI PATOLOGIA: Decreto Ministeriale 28 maggio 1999 n. 329 "Regolamento recante
norme di individuazione delle malattie croniche e invalidanti ai sensi dell'articolo5, comma
1, lettera a) del decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124" (Codici da 001 a 056). Codice
attribuito alle patologie per le quali si ha diritto all'esenzione dei relativi farmaci/prestazioni.
5. CLASSIFICAZIONE NOSOLOGICA I.N.P.S. (Istituto Nazionale Previdenza Sociale):
Codifica Patologia per visite fiscali
6. NOTE AIFA (provvedimento del 4 novembre 2004): Codici attribuiti alle Note limitative
prodotte dall'Agenzia Italiana del Farmaco, per definire ambiti di rimborsabilità di alcuni
farmaci.
7. DRG Diagnosis Related Groups.
7
CODICI PROCEDURALI
1. CODICE ASL: Codice assegnato dal Ministero della Salute
2. CODICE FISCALE: Codice individuale assegnato dal Ministero dell‟Economia e delle
Finanze
3. CODICE SANITARIO: Codice individuale assegnato dalla Regione attraverso la
iscrizione al SSN
4. CODICE PERSONALE DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE, PEDIATRA DI
LIBERA SCELTA, MEDICO DI CONTINUITA‟ ASSISTENZIALE, MEDICI
SPECIALISTI PRESCRITTORI: Codice identificativo, assegnato dalla Regione a ogni
singolo professionista
5. CODICE ISTAT COMUNE/REGIONE/NAZIONE: Codice identificativo per comuni,
regioni, nazione assegnato dall'Istat
6. RICETTARI: Codice dei ricettari assegnati ai Medici di medicina generale, Pediatri di
ibera scelta - Medici di Continuità Assistenziale, Carceri, Residenze Sanitario
Assistenziali, Aziende Sanitarie Locali.
7. A.I.C. (autorizzazione immissione in commercio)/A.T.C. (categoria terapeutica
anatomica): Codice che individua il numero di registrazione dei farmaci; codice alfa
numerico che individua il gruppo terapeutico dei farmaci, assegnati dal Ministero della
Salute
8. CODICE PARAFARMACO: Codice numerico per individuare il parafarmaco (protesica
minore, prodotti per diabetici e dietetici) assegnato dal Ministero della Salute
9. NOMENCLATORE TARIFFARIO DELLE PRESTAZIONI AMBULATORIALI
(D.M. 22/7/1996): Elenco delle tariffe delle prestazioni ambulatoriali.
8
ICD10 CLASSIFICAZIONE STATISTICA
INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE E DEI
PROBLEMI SANITARI CORRELATI
La Decima Revisione della Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari
Correlati è la più recente di una serie che si iniziò nel 1893 come classificazione di Bertillon o Lista
Internazionale delle Cause di Morte. Sebbene il titolo sia stato modificato, per rendere più chiari il contenuto
e lo scopo e per rispecchiare il progressivo ampliamento del campo dazione della classificazione, al di là
delle malattie e dei traumatismi, l‟abbreviazione familiare “ICD” è stata mantenuta. Nella classificazione
aggiornata, le condizioni morbose sono state raggruppate nel modo ritenuto più adeguato per scopi
epidemiologici generali e per la valutazione dell‟assistenza sanitaria.
La struttura tradizionale dell‟ICD è stata mantenuta, ma il precedente schema di codifica numerica è
stato sostituito da uno schema alfanumerico a tre caratteri, lettera seguita da due cifre . Questo
metodo fornisce una struttura di codifica più ampia, lasciando spazio per future revisioni, senza
modificazione del sistema di numerazione, diversamente da quanto avvenuto con le precedenti
revisioni.
La lista dei codici è suddivisa in settori.
Settore I Malattie infettive e parassitarie ( da A00 a B99. Esempio A00 colera, A01 febbre
tifoide e paratifo, B01 varicella, B99 altre malattie)
Settore II Tumori ( C00 - D 48)
Settore III Malattie del sangue e degli organi ematopoietici ed alcuni disturbi del sistema
immunitario (D50-D89)
SETTORE IV Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (E00-E90)
SETTORE V Disturbi psichici e comportamentali (F00-F99)
SETTORE VI Malattie del sistema nervoso (G00-G99)
SETTORE VII Malattie dell‟ occhio e degli annessi oculari (H00-H59)
SETTORE VIII Malattie dell‟ orecchio e dell‟ apofisi mastoide (H60-H95)
SETTORE IX Malattie del sistema circolatorio (I00-I99)
SETTORE X Malattie del sistema respiratorio (J00-J99)
SETTORE XI Malattie dell‟apparato digerente (K00-K93)
SETTORE XII Malattie della cute e del tessuto sottocutaneo (L00-L99)
SETTORE XIII Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (M00-M99)
SETTORE XIV Malattie dell‟apparato genitourinario (N00-N99)
SETTORE XV Gravidanza, parto e puerperio (O00-O99)
SETTORE XVI Alcune condizioni morbose che hanno origine nel periodo perinatale (P00P96)
SETTORE XVII Malformazioni e deformazioni congenite, anomalie cromosomiche (Q00Q99)
SETTORE XVIII Sintomi, segni e risultati anormali di esami clinici e di laboratorio, non
classificati altrove (R00-R99)
SETTORE XIX Traumatismi, avvelenamenti ed alcune altre conseguenze di cause esterne
(S00-T98)
SETTORE XX Cause esterne di morbosità e mortalità (V01-Y98)
SETTORE XXI Fattori influenzanti lo stato di salute e il ricorso ai servizi sanitari (Z00Z99)
9
L‟ultimo capitolo dell‟ICD10 è intitolato “Definizioni” e comincia con due definizioni che hanno
per i MMG molta importanza per la compilazione del modello ISTAT di morte:
1. Cause di morte
Le cause di morte da indicarsi sulla scheda di morte sono tutte quelle malattie, stati morbosi o
traumatismi che abbiano condotto o contribuito al decesso e le circostanze dell‟accidente o della
violenza che hanno provocato questi traumatismi.
2. Causa iniziale di morte
La causa iniziale di morte
(a) è la malattia o il traumatismo che avvia il concatenamento degli eventi morbosi che
conduce direttamente alla morte, o
(b) è costituita dalle circostanze dell‟accidente o della violenza che hanno provocato la
lesione mortale.
NB: per ovvi motivi legati alla legislazione precedente all‟introduzione dell‟ICD10, per molte
classificazioni sanitarie si fa ancora riferimento al vecchio ICD9, almeno fino a che specifiche
leggi, nazionali o regionali non impongano il passaggio alla nuova e più completa classificazione
DSM – CLASSIFICAZIONE
MENTALI
DEI
DISTURBI
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, noto anche con l'acronimo DSM derivante
dall'originario titolo dell'edizione americana Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorders, è uno dei sistemi nosografici per i disturbi mentali più utilizzato da medici, psichiatri e
psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca.
La prima versione risale al 1952 (DSM-I) e fu redatta dall' 'American Psychiatric Association,
(APA) come replica degli operatori nell'area del disagio mentale all' OMS, che nel 1948 aveva
pubblicato un testo, la classificazione ICD esteso pure all'ambito dei disturbi psichiatrici. Da allora
vi sono state ulteriori edizioni: nel 1968 la DSM-II, nel 1980 DSM-III, nel 1987 la DSM-III-R
(edizione rivisitata), nel 1994 la DSM-IV' e nel 2000 la DSM-IV-TR (testo revisionato), quella
attualmente in vigore). Sono state anche effettuate piccole modifiche nelle ristampe di alcune
versioni intermedie; particolarmente significativa la settima ristampa del DSM-II, che nel 1972
espulse l'omosessualità dalla classificazione psicopatologica. Il manuale DSM-V è in fase di
pianificazione, e dovrebbe essere pubblicato nel maggio 2013. Nel corso degli anni il manuale è
stato migliorato ed arricchito con riferimenti allo sviluppo attuale della ricerca psicologica in
numerosi campi, ma anche con nuove definizioni di disturbi mentali: la sua edizione più recente
classifica un numero di disturbi mentali pari a tre volte quello della prima edizione.
Consiste in una classificazione "nosografica ateorica assiale" dei disturbi mentali. I disturbi mentali
vengono definiti in base a quadri sintomatologici, e questi ultimi sono raggruppati su basi
statistiche.
10
La classificazione si basa sui seguenti principi:
nosografico: i quadri sintomatologici sono descritti a prescindere dal vissuto del singolo, e
sono valutati in base a casistiche frequenziali.
ateorico: non si basa su nessun tipo di approccio teorico, né comportamentista, né
cognitivista, né psicoanalitico, né gestaltico, ecc.
assiale: raggruppa i disturbi su 5 assi, al fine di semplificare e indicare una diagnosi
standardizzata.
su basi statistiche: si rivolge ad esse in quanto il sintomo acquista valore come dato
frequenziale; i concetti statistici di media, frequenza, moda, mediana, varianza, correlazione,
ecc. giungono ad essere essi stessi il "solco" mediante il quale si valuta la presenza o meno
di un disturbo mentale.
Si tratta di un manuale che raccoglie attualmente più di 370 disturbi mentali, descrivendoli in base
alla prevalenza di determinati sintomi
La sua struttura segue un sistema multiassiale: divide i disturbi in cinque Assi, così ripartiti:
ASSE I: disturbi clinici, caratterizzati dalla proprietà di essere temporanei o comunque non
"strutturali" e altre alterazioni che possono essere oggetto di attenzione clinica: lo psichiatra
cerca la presenza di disturbi clinici che possono essere riconducibili non solo al cervello e al
sistema nervoso, ma anche a qualsiasi condizione clinica significativa che il soggetto può
avere (per esempio valuterà se il soggetto è sieropositivo, malato cronico, etc.)
ASSE II: disturbi di personalità e ritardo mentale. Disturbi stabili, strutturali e difficilmente
restituibili ad una condizione "pre-morbosa"; generalmente, ma non necessariamente, si
accompagnano a un disturbo di Asse I, cui fanno da contesto. Questo asse è divisa in
sottoparagrafi corrispondenti ai diversi disturbi di personalità.
ASSE III: condizioni mediche acute e disordini fisici
ASSE IV: condizioni psicosociali e ambientali che contribuiscono al disordine
ASSE V: valutazioni globali del funzionamento
Per fare qualche esempio, il DSM inserisce nell'ASSE I disturbi come schizofrenia ed altre forme di
psicosi, e disturbi altrimenti noti come nevrosi, che il manuale ha "abolito" dalla sua nomenclatura.
Nell'ASSE II invece sono raccolti disturbi di personalità come quello borderline o quello paranoide.
I restanti tre assi possono inquadrare sotto aspetti più ampi il paziente.
Per ciascun disturbo mentale è effettuata una breve descrizione del cosiddetto "funzionamento
generale", che allude alle strategie di gestione psichica ed ambientale dell'individuo, a grandi linee,
ed un elenco di comportamenti sintomatici o stili di gestione delle emozioni o altri aspetti della vita
psichica. Generalmente il DSM richiede un cut-off, un numero minimo di sintomi raccolti per poter
effettuare una corretta diagnosi. Ad esempio per il "Disturbo antisociale di personalità" si parla di
un «quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri» (APA, 1994) e di «tre (o
più)» caratteristiche elencate, fra cui disonestà, incapacità di conformarsi alle norme sociali,
irritabilità e aggressività.
Di solito il DSM richiede un periodo minimo di presenza dei sintomi per poter effettuare una
diagnosi (si parla di alcuni mesi). Altri criteri di esclusione sono l'età di insorgenza del disturbo (per
i disturbi di personalità ad esempio si richiede l'insorgenza nell'adolescenza) ed una diagnosi
differenziale rispetto a disturbi che potrebbero essere accomunati dagli stessi sintomi.
11
ICF - CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE
DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITÀ E
DELLA SALUTE
Il 21 maggio 2001, 191 Paesi partecipanti alla 54° Assemblea Mondiale della Sanità hanno
accettato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute
(International Classification of Functioning, Disability and Health -ICF) come “standard di
valutazione e classificazione di salute e disabilità”
.
Lo scopo generale dell‟ICF è quello di fornire un linguaggio standard e unificato che serva da
modello di riferimento per la descrizione delle componenti della salute e degli stati ad essa correlati.
Quest‟ultime sono descritte dal punto di vista corporeo, individuale e sociale in due elenchi
principali: 1) Funzioni e Strutture Corporee, 2) Attività e Partecipazione
.
La classificazione elenca anche i fattori ambientali che interagiscono a determinare una situazione
di disabilità. La classificazione è universale perché riguarda tutti, non solo i disabili.
Innovativo è il concetto di disabilità. Questo infatti viene definita come la conseguenza o il
risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, i fattori personali e i
fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive l‟individuo.
Descrizione del sistema di classificazione
L'ICF usa un sistema di classificazione alfanumerico "a grappolo".
-Le lettere denotano:
b (body): Funzioni corporee;
s (structure): Strutture corporee;
d (domain): Attività e Partecipazione;
e (environment): Fattori contestuali.
- Il codice numerico indica:
- il numero del capitolo (prima cifra);
- il secondo, terzo, quarto livello di analisi (seconda, terza, quarta cifra).
B Funzioni corporee
1. Funzioni mentali
2. Funzioni sensoriali e dolore
3. Funzioni della voce e dell'eloquio
4. Funzioni dei sistemi cardiovascolare, ematologico, immunologico e dell'apparato
respiratorio
5. Funzioni dell'apparato digerente e dei sistemi metabolico ed endocrino
6. Funzioni genitourinarie e riproduttive
7. Funzioni neuro-muscoloscheletriche e correlate al movimento
8. Funzioni della cute e delle strutture correlate
S Strutture corporee
1. Strutture del sistema nervoso
2. Occhio, orecchio e strutture correlate
3. Strutture coinvolte nella voce e nell'eloquio
4. Strutture dei sistemi cardiovascolare, immunologico e dell'apparato respiratorio
5. Strutture correlate all'apparato digerente e ai sistemi metabolico ed endocrino
6. Strutture correlate ai sistemi genitourinario e riproduttivo
12
7. Strutture correlate al movimento
8. Cute e strutture correlate
D Attività e partecipazione
1. Apprendimento e applicazione delle conoscenze
2. Compiti e richieste generali
3. Comunicazione
4. Mobilità
5. Cura della propria persona
6. Vita domestica
7. Interazioni e relazioni interpersonali
8. Aree di vita principali
9. Vita sociale, civile e di comunità
E Fattori ambientali
1. Prodotti e tecnologia
2. Ambiente naturale e cambiamenti ambientali effettuati dall'uomo
3. Relazioni e sostegno sociale
4. Atteggiamenti
5. Servizi, sistemi e politiche
L‟ultima cifra va a quantificare la presenza o meno della menomazione ed il suo grado secondo lo
schema:
0 Nessuna menomazione 0-4%
1 Lieve menomazione 5-24%
2 Moderata menomazione 25-49%
3 Grave menomazione 50-95%
4 Totale menomazione 96-100%
8 Non specificato
9 Non applicabile
Così, ad esempio, la classificazione b11420 (relativa ad una persona sana rispetto all‟aspetto
valutato) viene inserita nella seguente gerarchia di livelli:
b Strutture corporee
b1 Funzioni mentali
b11 Funzioni mentali globali
b114 Funzioni dell‟orientamento
b1142 Orientamento alla persona
b11420 Orientamento a se stessi
La classificazione ICF viene utilizzata per la valutazione iniziale (o ricovero) e finale (o dimissione)
di un trattamento riabilitativo o di un percorso socio-assistenziale.
13
CODICI PATOLOGIA PER ESENZIONE TICKET
Le malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo delle
prestazioni sanitarie correlate (ticket) sono individuate dal Decreto ministeriale n. 329/1999,
successivamente modificato dal Decreto 296/2001 e dal regolamento delle malattie rare (DM
279/2001).
Il ticket, introdotto nel 1989, è una forma di compartecipazione dei cittadini al costo delle
prestazioni sanitarie. Le sue caratteristiche sono state definite in maniera organica dalla
Legge n. 537 del 1993. Da allora in poi, diversi provvedimenti legislativi nel hanno modificato
natura e modalità di applicazione, introducendo:
nel 1998, l'Isee, quale criterio per l'esenzione in relazione alla situazione economica
del nucleo familiare e alle condizioni di malattia;
nel 2001 il criterio che il ticket dovesse servire anche per la copertura dei disavanzi
sanitari regionali;
nel 2006, la quota fissa di 10 euro a ricetta per le prestazioni ambulatoriali, poi
abolita nel 2008;
nel 2099 con decreto del Ministero delle Finanze del 11 dicembre sono stabiliti nuovi
codici per esenzione reddito da applicare a partire dal 1 aprile 2011
nel 2011 la Manovra economica correttiva ha rispristinato la quota fissa di 10 euro per
le ricette sulle visite specialistiche e di 25 euro per gli interventi del pronto soccorso
in codice bianco.
Nel corso del tempo, il ticket sanitario, da strumento di responsabilizzazione dei cittadini mirato soprattutto a disincentivare gli eccessivi consumi di farmaci e prestazioni mediche - è
diventato sempre di più, a livello regionale, una voce significativa di finanziamento della
sanità.
CODICI ESENZIONE TICKET
La Regione Abruzzo con DGR n° 178 del 12 marzo 2011 ha regolamentato il ticket sui farmaci
con identificazione degli esenti classificando i cittadini in esenti totali (allegato A), esenti per
patologia (allegato B) ed esenti parziali (allegato C). Tali allegati riportano i codici
aggiornati per tutte le categorie di cittadini e per le patologie esenti.
La stessa delibera per l’attribuzione dei codici fa riferimento all’allegato 12 del Decreto del
Ministero dell’Economia e delle Finanze 17 marzo 2008 “codifica nazionale delle condizioni di
esenzione dalla partecipazione alla spesa”, che si riporta di seguito:
14
15
16
NB: Per effetto della autonomia regionale in ambito sanitario le Regioni possono con proprio
atto deliberativo modificare o introdurre nuovi codici.
CLASSIFICAZIONE NOSOLOGICA INPS
Con la trasmissione telematica della certificazione di malattia, entrata ormai a pieno regime nella
medicina generale, i programmi gestionali in uso, al momento della scelta della diagnosi,
inseriscono in automatico la relativa codifica utilizzando i codici ICD9.
Nel passato le cose sono state molto complicate per i MMG e vi riassumo brevemente la storia.
Il Decreto 30 settembre 1991 del Ministero della Sanità “Disciplina dell'impiego di modulari
standardizzati a lettura automatica per la certificazione di malattia ai fini dell'erogazione delle
relative prestazioni economiche da parte dell'Istituto nazionale della previdenza sociale”
introdusse una nuova modulistica di certificazione di malattia (Mod. OPM), predisposta per la
lettura ottica delle informazioni.
La certificazione della malattia prevedeva anche “la diagnosi e la classificazione nosologica della
stessa”, predisponendo tre caselle per l‟iscrizione del codice. L‟INPS forniva insieme ai certificati
anche un pieghevole con i principali codici da utilizzare. Negli anni successivi si passò all‟utilizzo
dei codici del ICD9.
La compilazione dei modelli da parte del medico era regolata dalle disposizioni vigenti in
materia di regolamentazione dei rapporti con i medici di medicina generale. Poiché l‟imposizione
ex legis di inserire il codice nosologico e quindi classificare la malattia (utile esclusivamente per
elaborazioni statistiche da parte dell‟INPS) era sembrato un compito non attinente alla Medicina
Generale, fu proclamato lo stato di agitazione con l‟invito a non compilare quella parte del modulo.
In conseguenza nel corso degli anni, mediamente solo il 20% dei certificati inoltrati all‟INPS erano
forniti con il codice nosografico.
17
NOTE AIFA
Le Note sono uno strumento regolatorio che definisce alcuni ambiti di rimborsabilità dei farmaci
senza interferire con la libertà di prescrizione del medico. Rappresentano, tuttavia, delle indicazioni
che ogni medico deve obbligatoriamente rispettare per poter prescrivere alcuni farmaci a carico del
Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Le Note limitative nascono nel 1993, a seguito dell'istituzione del nuovo Prontuario Terapeutico del
Servizio Sanitario Nazionale e sono prodotte dall‟Agenzia Italiana del Farmaco.
Originariamente pensate come strumento di governo della spesa farmaceutica, le Note sono
progressivamente diventate un mezzo per assicurare l‟appropriatezza d‟impiego dei farmaci,
orientando, in alcuni casi, le scelte terapeutiche a favore di molecole più efficaci e sperimentate. In
questo senso, tra gli strumenti che regolano l‟accesso ai farmaci, le Note, più di altre norme, si
ispirano ai criteri della medicina basata sulle prove di efficacia. Si fondano cioè sui risultati,
criticamente valutati, di sperimentazioni cliniche randomizzate e, possibilmente, multiple. La
revisione periodica delle Note risponde, quindi, appieno all‟esigenza di aggiornare le limitazioni
rispetto alle nuove evidenze disponibili nella letteratura scientifica. Nel corso del tempo, infatti, le
Note hanno subito un‟evoluzione nei contenuti e nelle finalità, sempre per tenere conto delle novità
emerse sull‟efficacia dei singoli farmaci o sulla presenza e frequenza di reazioni avverse.
Attualmente le Note sono 42, rispetto alle originali 59 del 1993. Le Note, nel corso del tempo hanno
subito delle importanti revisioni, sempre tenendo conto sia dell'efficacia dei singoli farmaci nelle
differenti patologie, sia delle possibili reazioni ai trattamenti, ma, soprattutto, sulla base dei più
recenti studi scientifici. Il primo riesame risale all'ottobre del 1998, mentre l'ultima revisione
sistematica è stata approvata dalla Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell'AIFA nel novembre
del 2004. L‟ultima nota introdotta nel maggio 2012 è la 92 del relativa all‟utilizzo della
Benzilpenicillina benzatinica. Oggi non solo le Note sono diminuite di numero rispetto alla prima
stesura, ma alcuni farmaci, prima coperti da Nota, sono stati ammessi direttamente alla classe A
senza limitazioni di rimborsabilità, mentre altri sono passati dalla classe C (a carico del cittadino)
alla prescrivibilità a spese del SSN limitatamente ai casi previsti dalla relativa Nota.
18
DRG - DIAGNOSIS RELATED GROUP
Questi codici sono attualmente di utilizzo ospedaliero ma in un futuro prossimo potranno
interessare anche la MG per definire pacchetti assistenziali nel territorio.
Alla dimissione da ricovero ospedaliero il medico ospedaliero deve di redigere la Scheda di
Dimissione Ospedaliera (SDO), indicando in codice ICD-9-CM le diagnosi e le procedure
diagnostiche e terapeutiche che hanno caratterizzato un ricovero.
La SDO, che per la normativa italiana è parte integrante della cartella clinica, rappresenta la fonte
informativa per la versione 24 dei DRG.
L‟acronimo “DRG” sta per Diagnosis Related Group, ed è un sistema di classificazione isorisorse
dei ricoveri ospedalieri. I ricoveri ospedalieri sono, cioè, raggruppati in modo che tutti i ricoveri
afferenti ad un medesimo DRG presentino approssimativamente un simile carico assistenziale e
consumo
medio
di
risorse.
.
Questo sistema viene attualmente impiegato in Italia come strumento di finanziamento delle
strutture ospedaliere nel sistema sanitario nazionale; infatti, ad ogni DRG è associata una tariffa che
rispecchia una stima del costo medio di ciascun ricovero, in base alla quale si remunera l‟attività
ospedaliera erogata. Ogni DRG è inoltre caratterizzato da un peso relativo, spesso utilizzato per
calcolare indicatori di complessità ed efficienza quali: il peso medio della casistica, l‟indice di casemix e l‟indice comparativo di performance.
Il sistema DRG è stato mutuato dagli USA, apportando solo lievi modifiche per renderlo adatto al
sistema sanitario nazionale. Ogni anno l‟Agenzia governativa statunitense Center for Medicare &
Medicaid Services (CMS), precedentemente denominata Health Care Financing Administration
(HCFA), predispone una nuova versione del sistema
.
In Italia è stato impiegato il sistema DRG versione 10 dal 1994 al 2005; a partire dall‟1 gennaio
2006 è stata adottata la versione 19 mentre dall‟1 gennaio 2009 è stata adottata la versione 24.
Il linguaggio con cui si compone tale sintesi clinica sono sei codici diagnosi e sei codici
intervento‐procedura. La scelta dei codici compete al medico dimettente, che li deve individuare
nella classificazione ICD‐9‐CM 2007. L’attribuzione del codice avviene seguendo un criterio di
suddivisione apparato‐organo e di assorbimento delle risorse di tutto l’ospedale, mediamente
necessarie a trattare casi clinici di quel tipo. Tale assorbimento di risorse è espresso mediante
un peso, cui corrisponde una tariffa in proporzione.
Generalmente, poiché l’assorbimento di risorse è maggiore nei casi clinici gravi, il peso è
proporzionale della gravità clinica
.
La prima delle sei diagnosi è detta diagnosi principale, perché deve essere la patologia che alla
fine del ricovero è la principale responsabile dello stesso, il ricovero, a prescindere dai
trasferimenti interni.
Le diagnosi secondarie sono quelle condizioni documentate che: coesistono al momento del
ricovero o che si sviluppano in seguito [prima condizione]e che influenzano il trattamento
ricevuto e/o la durata della degenza [seconda condizione irrinunciabile].
Tra le diagnosi secondarie obbligatorie devono essere riportate: le infezioni insorte e trattate
nel corso del ricovero; l’esito del parto nella SDO della madre.
19
CODICE ATC PER I FARMACI
ATC è l'acronimo che sta per "Anatomical Therapeutic Chemical Classification System",
Sistema di Classificazione Anatomico Terapeutico e Chimico. Viene usato per la classificazione
sistematica dei farmaci ed è controllato dall'OMS.
L'ATC è un sistema di classificazione di tipo alfa-numerico che suddivide i farmaci in base ad uno
schema costituito da 5 livelli gerarchici.
Il primo livello contiene il Gruppo Anatomico principale (contraddistinto da una lettera
dell'alfabeto). In totale ve ne sono 14.
A: Tratto alimentare e metabolismo
B: Sangue e organi eritropoietici
C: Apparato cardiovascolare
D: Farmaci dermatologici
G: Apparato genito-urinario e ormoni sessuali
H: Preparazioni ormonali sistemiche, esclusi ormoni sessuali e insulina
J: Anti-infettivi per uso sistemico
L: Antineoplastici e immunomodulatori
M: Apparato muscolo-scheletrico
N: Sistema nervoso
P: Prodotti antiparassitari, insetticidi e repellenti
R: Apparato respiratorio
S: Organi sensori
V: Vari
Il secondo livello contiene il Gruppo Terapeutico principale (contraddistinto da un numero di due
cifre).
Il terzo livello contiene il Sottogruppo Terapeutico Farmacologico (contraddistinto da una lettera
dell'alfabeto).
Il quarto livello contiene il Sottogruppo Chimico-Terapeutico Farmacologico (contraddistinto da
una lettera dell'alfabeto).
Il quinto livello contiene il Sottogruppo Chimico (contraddistinto da un numero di due cifre) ed è
specifico per ogni singola sostanza chimica.
ESEMPIO: nella classificazione ATC il Diazepam è contraddistinto dal codice: N05BA01; il
Lorazepam dal codice: N05BA06
N → Sistema Nervoso - Gruppo Anatomico principale
N05 → Psicolettici - Gruppo Terapeutico principale
N05B → Ansiolitici - Sottogruppo Terapeutico Farmacologico
N05BA → Derivati denzodiazepinici - Sottogruppo Chimico-Terapeutico Farmacologico
N05BA01 → Diazepam - Sottogruppo Chimico
N05BA06 = Lorazepam - Sottogruppo Chimico
20
CODICE AIC ED IL FARMACODE
Il codice AIC identifica in modo univoco ogni confezione farmaceutica in commercio in Italia. Tale
codice che viene rilasciato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), permette di identificare la
confezione farmaceutica distinguendola anche in base al numero di compresse/unità, alla
percentuale di principio attivo, alla via di somministrazione, etc.
Il codice oggi utilizzato per individuare i farmaci è il Farmacode che, nella rappresentazione in
barre (Code 39), è alfanumerico.
IL FARMACODE (o “codice 32”)
L‟identificazione dei farmaci (con o senza bollino adesivo) avviene tramite il Farmacode, che
riporta il Codice di Autorizzazione in Commercio (A.I.C.) del medicinale sia mediante la
rappresentazione a barre, sia in chiaro con carattere OCR-A.
Come da decreto del 2 agosto 2001, la rappresentazione in chiaro (nell‟esempio: A023399013)
riporta una lettera fissa non significativa (A) e il codice A.I.C. vero e proprio:
1 carattere (nell‟esempio: 0, perché si tratta di un farmaco, sarebbe 9 per i parafarmaci)
7 caratteri (nell‟esempio: 2339901) che identificano il prodotto
1 carattere (nell‟esempio: 3) di controllo o check-digit.
Nella rappresentazione a barre troviamo invece, in formato Code 39 (*), la conversione del codice
A.I.C. effettuata tramite un algoritmo di conversione in base 32 (per questo a volte il farmacode
viene chiamato anche “codice 32”). Nel nostro esempio nelle barre, “visibile” solo ad uno scanner,
abbiamo 0QB2M5 che è, appunto, la conversione delle 9 cifre numeriche del codice 023399013.
Questa trasformazione serve per ridurne la lunghezza (che passa da 9 a 6 caratteri) riducendo lo
spazio occupato sulla confezione dal codice a barre.
(*) Code 39
È da anni il tipo di codice più utilizzato per l'automazione di processi nel settore industriale. Ha
lunghezza variabile, può rappresentare caratteri alfanumerici ed alcuni caratteri speciali. Del Code
39 sono state create alcune varianti a livello nazionale, per utilizzi specifici, come il codice
farmaceutico.
21
NOMENCLATORE
TARIFFARIO
PRESTAZIONI AMBULATORIALI
DELLE
La legge di riferimento della materia è il DM 22 luglio 1996 che definisce un nuovo modello di
erogazione e di remunerazione delle prestazioni nell’ambito del SSN e di
attribuzione di competenze ai diversi livelli di governo del SSN.
Quindi non è un semplice elenco delle prestazioni specialistiche e diagnostiche erogate dal Ssn.
Relativamente al nuovo modello il decreto ha introdotto il sistema di remunerazione dei
soggetti erogatori del SSN basato su tariffe predeterminate per prestazione ed ha
previsto l’abolizione dell’istituto del convenzionamento, stabilendo che l' "Unita’
sanitaria locale assicura ai cittadini l’erogazione delle prestazioni specialistiche, ivi
comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio ed
ospedaliere contemplate dai livelli di assistenza, secondo gli indirizzi della
programmazione e le disposizioni regionali”, mediante appositi rapporti con i soggetti
erogatori, pubblici e privati, ”fondati sul criterio dell’accreditamento delle istituzioni,
sulle modalita’ di pagamento a prestazione e sull’adozione del sistema di verifica e
revisione della qualita’ delle attivita’ svolte e delle prestazioni erogate”.
Relativamente all’ attribuzione delle competenze ai diversi livelli di governo
del SSN, i provvedimenti citati hanno stabilito che spetta al Ministro della sanita’
l’individuazione e la specificazione dei livelli di assistenza, che le Regioni e le Province
autonome e le Unita’ sanitarie locali hanno, quindi, il compito di assicurare in
condizioni di uniformita’ sul territorio nazionale.
L’elenco di prestazioni riportato nell’ allegato n. 1 al decreto ministeriale 22
luglio 1996 definisce il contenuto del livello uniforme di assistenza
specialistica e sostituisce l’elenco di prestazioni di assistenza specialistica
ambulatoriale contenuto nel decreto ministeriale 7 novembre 1991, che
definiva precedentemente le prestazioni erogabili nell’ambito del SSN.
La normativa sul riordino del SSN ha stabilito, inoltre, che spetta alle regioni e
province autonome la determinazione delle tariffe delle prestazioni valide nei
rispettivi ambiti territoriali, nel rispetto dei criteri generali definiti a livello nazionale
al fine di garantire la necessaria omogeneita’ all’interno del SSN.
Affinche’ le disposizioni contenute nel decreto 22 luglio 1996, trovino
concreta e completa applicazione e’ necessario che le singole regioni e le
province autonome emanino propri provvedimenti di recepimento, regolino i
vari momentiorganizzativi connessi alla loro applicazione ed avviino i
connessi flussi informativi.
PROVVEDIMENTI DELLA REGIONE ABRUZZO
Solo nel 1998 la Regione Abruzzo ha recepito la legge 22 luglio 1996 con un atto legislativo
provvisorio seguito nel corso degli anni da una serie di delibere di aggiunte, rettifiche, adeguamenti,
riordini ecc. che con grossa difficoltà si va ad elencare:
1. DGR n° 565 del'11.03.1998 con la quale è stata disposta l‟applicazione del nomenclatore
tariffario nazionale di cui al DM 22.06.1996, quale nomenclatore regionale delle prestazioni
specialistiche ambulatoriali, di diagnostica strumentale e di laboratorio, da applicare sino
all‟adozione di un autonomo tariffario regionale.
22
2. DGR n° 230 del 10.02.1999 “Tariffario Regionale per le prestazioni di immunopatologia e
medicina trasfusionale in ottemperanza del decreto del Ministero della Sanità 1° settembre
1995”
3. DGR n° 897 del 05.05.1999 “Approvazione a modifica ed integrazione ella Delibera di
Giunta Regionale n° 565/1998 del tariffario delle prestazioni specialistiche ambulatoriali
con decorrenza 1° maggio 1999”
4. DGR n° 378 del 26.05.2004 “Modifica della Deliberazione Giunta Regionale n° 504 dell
01.07.2003
5. DGR n° 1361 del 29.12.2004 “Livelli essenziali di assistenza – ulteriori provvedimenti
relativi alòle prestazioni di medicina fisica e riabilitativa ambulatoriale
6. DGR n° 805 del 17.07.2006 “Modifica ed integrazione del DGR n° 1361
7. del 29.12.2004
8. DGR n° 152 del 22.03.2002 “Recepimento DPCM in materia di livelli essenziali di
assistenza – Primi provvedimenti”
9. DGR n° 675 del 19.06.2006 Approvazione del Nomenclatore Tariffario Regionale –
prestazioni ambulatoriali sanitarie – DM 22.07.1996
10. DGR 880 del 07.09.2007 “Revoca della DGR 675 del 19.06.2006 ed approvazione del
nuovo Nomenclatore Tariffario Regionale per le prestazioni ambulatoriali sanitarie
NOMENCLATORE TARIFFARIO DELLE PROTESI
Il DM 27 agosto 1999, n. 332 individua le prestazioni di assistenza protesica che comportano
l‟erogazione dei dispositivi erogabili nell‟ambito del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e ne
definisce gli aventi diritto alle prestazioni di assistenza protesica e le relative modalità di
erogazione.
Il Nomenclatore è costituito dagli elenchi n° 1 , n° 2 e n° 3.
1. L‟elenco n. 1 del nomenclatore contiene i dispositivi (protesi, ortesi e ausili tecnici) costruiti
su misura e quelli di serie la cui applicazione richiede modifiche eseguite da un tecnico
abilitato su prescrizione di un medico specialista ed un successivo collaudo da parte dello
stesso. L‟elenco n. 1 contiene, altresì, i dispositivi di fabbricazione continua o di serie finiti
che, per essere consegnati ad un determinato paziente, necessitano di essere specificamente
individuati e allestiti a misura da un tecnico abilitato, su prescrizione del medico specialista.
I dispositivi contenuti nell‟elenco n. 1 sono destinati esclusivamente al paziente cui sono
prescritti. La loro applicazione è effettuata da un tecnico in possesso del titolo abilitante
all‟esercizio della specifica professione o arte sanitaria ausiliaria, ai sensi del regio decreto
27 luglio 1934, n. 1265, dell‟articolo 6 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e
successive modificazioni e integrazioni e dell‟articolo 4 della legge 26 febbraio 1999, n. 42.
2. L‟elenco n. 2 del nomenclatore contiene i dispositivi (ausili tecnici) di serie la cui
applicazione o consegna non richiede l‟intervento del tecnico abilitato.
3. L‟elenco n. 3 del nomenclatore contiene gli apparecchi acquistati direttamente dalle aziende
unità sanitarie locali (Usl) ed assegnati in uso con le procedure indicate nell‟articolo 4.
23
CODICI SANITARI E MEDICINA GENERALE
LA Medicina Generale Italiana si caratterizza secondo i principi espressi dalla Definizione Europea
di Medicina Generale da WONCA Europa (la sezione europea dell'associazione mondiale dei
medici di famiglia) nel 2002.
Il vigente ACN del 22 marzo 2005 stabilisce all‟art. 13 bis Compiti e Funzioni del Medici di
Medicina Generale, tra le altre cose:
4. Per ciascun paziente in carico, il medico raccoglie, aggiorna e trasmette le informazioni
all‟azienda sanitaria come previsto dall‟art. 59 bis del presente accordo.
5. Ai fini dell‟assolvimento dei compiti previsti del DM 4 aprile 2008 e DPCM 26 marzo 2008, per
la realizzazione del progetto Tessera Sanitaria e Ricetta Elettronica nonché per l‟assolvimento dei
compiti relativi al flusso informativo di cui all‟art. 59 bis, il medico aderisce ed utilizza i sistemi
informativi messi a disposizione dalle regioni secondo modalità e strumenti definiti fra le parti a
livello regionale.
L‟ACN 10 marzo 2010 regolamenta il percorso di implementazione del “patient summary”. Si
riporta integralmente l‟articolo relativo.
ART. 3 – DISPOSIZIONI SUI FLUSSI INFORMATIVI E COMUNICAZIONI “PAPERLESS”.
1. Dal momento dell‟avvio a regime da parte della regione o provincia autonoma della rete
informatica regionale di cui all‟art. 59ter dell‟ACN 23 marzo 2005 e s.m.i., nell‟ambito dei compiti
del medico di assistenza primaria, è avviato il percorso di implementazione del “patient summary”
attraverso le seguenti fasi da attuare progressivamente:
a) l‟implementazione ha inizio con l‟invio sperimentale, al fine della valutazione della qualità del
dato, di un set concordato di informazioni riferito agli assistiti in carico ultra 75enni;
b) stabilizzato il flusso di cui al punto a), viene stabilita concordemente a livello regionale la
graduale implementazione dell‟invio dei dati, riferita agli assistiti in carico con patologie croniche;
c) al termine delle fasi di cui ai precedenti punti a) e b) è prevista una verifica congiunta a livello
regionale al fine di valutare il raggiungimento degli obiettivi ed introdurre gli eventuali ed
opportuni aggiustamenti per il consolidamento del “patient summary” riferito a tutta la popolazione
assistita, al fine dell‟utilizzo da parte del Sistema Sanitario Regionale.
Le regioni definiscono, d‟intesa con le OO.SS. firmatarie del presente accordo, la tempistica più
opportuna del percorso di implementazione del “patient summary” per rendere coerente lo sviluppo
della sanità elettronica con la programmazione regionale.
2. L‟individuazione dei pazienti cronici per i quali è prevista l‟integrazione della quota capitaria di
cui all‟art. 8 del presente accordo viene effettuata con criteri definiti e condivisi a livello regionale.
Per tali pazienti i medici di assistenza primaria inviano all‟Azienda sanitaria uno specifico prospetto
informativo contenente i principali dati epidemiologici relativi ai pazienti cronici in carico. I dati
epidemiologici in loro possesso da trasmettere nel prospetto informativo sono individuati e
condivisi a livello regionale.
3. Le informazioni di cui al presente articolo, così come quelle previste all‟articolo 59bis dell‟ACN
23 marzo 2005 e s.m.i. e più in generale qualsiasi altra informazione amministrativa rilevante sotto
il profilo del rapporto convenzionale, vengono trasmesse dal medico all‟Azienda sanitaria e da
quest‟ultima al medico esclusivamente attraverso modalità informatizzate e l‟impiego della posta
elettronica certificata.
4. Gli obblighi di cui ai commi 2 e 3 del presente articolo devono rispettare la tempistica prevista al
1° comma dell‟art. 59ter dell‟ACN 23 marzo 2005 e s.m.i., fatto salvo quanto previsto al comma 4
dell‟art. 59bis e al comma 5 dell‟art. 13bis del medesimo ACN.
24
Patient Summary
Per favorire la continuità di cura e la gestione delle situazioni di emergenza è stato progettato il
Documento di Sintesi Clinica del cittadino, anche detto Patient Summary.
Questo strumento permette di: aiutare gli interventi in emergenza fornendo un quadro degli
elementi essenziali che riguardano la salute del cittadino; favorire la comunicazione, tra MMG/PdF
e Medico Specialista, di tutte le informazioni sanitarie utili per la corretta valutazione del caso in
esame; acquisire gli esiti di accertamenti diagnostici o strumentali, ove significativi, per una veloce
sintesi dello stato di salute del paziente.
Altro importante motivo per la introduzione del patient summary è che sempre più i cittadini
comunitari si muovono sul territorio dell‟Unione Europea per lavoro, studio, turismo. L‟accesso via
web alle informazioni contenute nei documenti di sintesi clinica dei cittadini europei da parte dei
professionisti sanitari che svolgono la propria attività in un Paese diverso da quello del paziente,
favorisce la continuità di cura e la gestione delle situazioni di emergenza.
Data la necessità di compatibilità tra i differenti sistemi sanitari europei e di assicurare un adeguato
livello di raccordo e coordinamento fra i progetti e le iniziative avviati in tale ambito al fine di far
condividere i risultati conseguiti,le pratiche realizzate e le soluzioni tecnologiche adottate nonché di
mettere a sistema il bagaglio di conoscenze acquisite e le realizzazioni sviluppate, a livello
Nazionale, a naturale complementazione dell‟iniziativa europea su descritta, nel settembre del 2009
sono state lanciate le attività del progetto IPSE “Sperimentazione di un sistema per
l‟Interoperabilità europea e nazionale delle soluzioni di fascicolo sanitario elettronico: componenti
Patient Summary e ePrescription”. Prendono parte al progetto 10 Regioni: Lombardia, Friuli,
Veneto, provincia di Trento, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo,Molise e Sardegna.
Il fascicolo dovrebbe contenere:
Informazioni generali relative al paziente (nome, età, …)
Una sintesi delle informazioni sanitarie più importanti (allergie, cure precedenti,
vaccinazioni, eventi chirurgici, patologie in corso, dispositivi medicali …)
Una sintesi dei trattamenti in corso.
Informazioni relative al patient Summary stesso (ad es. quando e chi lo ha generato…)
25
BIBLIOGRAFIA
1. G Bracchi, C.Fracalanci, G. Motta Sistemi informatici d‟impresa. The McGraw-Hill
Companies srl 2010
2. Codici, Acronimi e Definizione. Regione Lombardia ASL Pavia
3. Ministero della Sanità, ICD-10 : classificazione statistica internazionale delle malattie e dei
problemi sanitari correlati:10ª revisione, 3 volumi, Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello
Stato, 2001.
4. V. Andreoli, G. B. Cassano, R. Rossi (a cura di), DSM-IV. Manuale diagnostico e statistico
dei disturbi mentali, Milano, Elsevier, 2ª ed: 2002
5. OMS, Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute
(ICF), Erickson, Trento, 2001.
6. Portale Ministero della Salute: www.salute.gov.it
7. Portale Sanità Abruzzo . Regione Abruzzo: http://sanitab.regione.abruzzo.it/
8. Portale Agenzia Italiana del Farmaco: www.agenziafarmaco.gov.it.
26