Caravaggio - Madonna dei pellegrini
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Caravaggio - Madonna dei pellegrini
82 COPERTINA:Layout 1 19/12/15 08:38 Pagina 2 Caravaggio - Madonna dei pellegrini 82 COPERTINA:Layout 1 19/12/15 08:38 Pagina 3 II PREMIO XXXIX EDIZIONE “MEDUSA AUREA” ARTI FIGURATIVE Gianni MATTONI Emanuela de FRANCESCHI "Straziami ma di baci saziami" cm 110x70 Anna PELLEGRINO “Infinito” pastello / carta Johann MEIER "Hommage an Albrecht Durer" tecnica mista cm 85x70 “Libertà negata” Due sono le ali che permettono all'uomo di sollevarsi al di sopra delle cose terrene, la semplicità e la libertà: la semplicità, necessaria nella intenzione; la libertà, necessaria nei desideri. La semplicità tende a Dio; la libertà raggiunge e gode Dio. Gianluca RUSSO “Libertà negata” cm 100x100 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 1 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 1 A L B O D ’ O RO Antonio Pietro Bruno Nunzio David Massimo Ferruccio Felipe Eduard Lamberto Guillaume Pericle Giannetto Salvatore Emilio Virgilio Alez Umberto Giacomo Ivan Marino Luciano Alfio H.AMARAL ANNIGONI BARBORINI BIBBÒ BOYD CAMPIGLI CASCIOLI CASTAÑEDA CHILLIDA CIAVATTA CORNEILLE FAZZINI FIESCHI FIUME GRECO GUIDI KATZ LILLONI MANZÙ MARCHUK MARINI MINGUZZI MONGELLI Henry Rodolfo Henry Ceng Josè Pablo Antonio Augusto Arnaldo Mario Mario Benedetto Mimmo Sveltin Aligi Gregorio Nello Luigi Orfeo Ernesto Mario Sandro MOORE MORALES MUELLER NAN- YAN ORTEGA PALAZUELO PASSA PEREZ POMODORO RADICE RIVOSECCHI ROBAZZA ROTELLA RUSSEV SASSU SCILTIAN SEGURINI SERVOLINI TAMBURI TRECCANI TOZZI TROTTI Il Trofeo "MEDUSA AUREA" Opera dello scultore Nunzio Bibbò IL NOTIZIARIO DELL' ACCADEMIA INTERNAZIONALE D'ARTE MODERNA (A.I.A.M.) Rivista trimestrale d’Arte e Cultura Direttore responsabile Andrea Apruzzese Redattore Capo Alfredo Bonomo Comitato di redazione Pietropaolo Cannistraci Francesca Graziano Aldo Jatosti Maurizio Marini Luigi Tallarico Segretaria di redazione Franca Di Furia La collaborazione è aperta a tutti , ma non è retribuita in alcun caso. I lavori pubblicati rispecchiano il pensiero degli autori, i quali assumeranno tutte le responsabilità di legge. I testi dovranno essere dattiloscritti e firmati dall'autore. É preferito in file archivio, I pezzi scritti e le fotografie, anche se non pubblicati ,non saranno restituiti. Non si effettua pubblicità a pagamento. Le inserzioni pubblicitarie che possono apparire in qualche numero sono da ritenere un omaggio ai sostenitori benemeriti della rivista. Il periodico viene inviato gratuitamente in abbonamento postale ad Enti Pubblici e Privati, Biblioteche e Associazioni Culturali. L'attività editoriale è di natura non commerciale a norma degli art. 4 e 5 del D.P.R. del 26 ottobre 1972, n.633 e successive modifiche. Reg./ne Tribunale di Roma - n. 16432 - 30/6/76 Iscritto al R.O.C. N. 499 -2001 Direzione e redazione 00167 Roma Via Giulio Sacchetti 10 Tel./Fax +39 06.6373303 Cell. +39 380.6373303 c.c.p. 11521002 - C.F. 80250430586 Poste Italiane S.p:A. Spedizione in Abb.Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 comma 1 - Roma Distribuzione ai soci A.I.A.M. - Biblioteche - Enti Pubblici Una copia fuori abbonamento = € 1,25 www.aiam.it - [email protected] TIRATURA 5.000 COPIE Designer Luciano Frontini Stampa: Arti Grafiche s.r.l - 00040 Pomezia via Vaccareccia, 57 Per conto di Grafiche Professionali s.r.l. Via Sequals 4 Roma NON GOVERNMENTAL ORGANIZATION N. 8886 - DESA - 5 JULY 2002 UNITED NATIONS - NEW YORK - NY - 10017 - USA © Testi - Fotografie AIAM 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 2 2 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 CONTENUTI Attribuzione dei PREmI DELLA CULTURA conferiti dall'A.I.A.m. per il TROFEO "mEDUSA AUREA" XXXVIII EDIZIONE “ Mai più di Girolamo Galluccio 7 Assegnatari 1° premio Poesia XXXVIII EDIZIONE 8 Assegnatari 1° premio Arti Figurative XXXVIII EDIZIONE 9 Quando la musica incontra la pittura di Enrico Olivieri 10 Assegnatari 2° premio Poesia XXXVIII EDIZIONE 11 Vanitas 2015 di Roberta Morzetti 12 Assegnatari 3° premio Poesia XXXVIII EDIZIONE 13 Dante e Virgilionella città di Dite di Aldo G Jatosti 14 Franco Fragale "L'Effettismo" 15/16 Cannes Festival della Danza di Francesca Graziano 17 Il caso di Julian Opie di Roberta Iolanda Lanzi 18 Cerimonia di chiusura Domenica 7 GIUGNO alle ore 10,30 nella Sala delle esposizioni TEATRO CENTRALE “ DOMUS TALENTI” in Via CELSA 6 - ROMA Giuria composta da: Nino CELLUPICA, Anna Pia CAPOCCI, Alfredo BONOMO, Aldo G. JATOSTI, A. Maria MARFè, Ester DE BENEDETTA Coordinatore: Franca Di Furia Les Moulins di Renoir di Emilio Locuratolo 19 1° Premio 2° Premio 3° Premio 4° Premio 5° Premio Risultati finali per la POESIA Medaglia Aurea ex aequo a: Mauro Montacchiesi Medaglia Argentea ex aequo a: Virgilio ATZ Rosario AVENI, Medaglia di Bronzo ex aequo a: Laura TONELLI, Lucia VASILE, Maria APICELLA Elena MICELI (FC) Attestato con pergamena ex aequo a: Catia PUGLIESE Attestato con pergamena a: Luigi Antonio PILO Giuria per le arti figurative composta da: Flavia de BENEDETTA Pietropaolo CANNISTRACI, Luca CELANO, Claudio MORLENI, Benedetto ROBAZZA, Laura TARANTOLA Coordinatore: Franca Di Furia Si sono classificati per la PITTURA 1° Premio Medaglia Aurea ex aequo a: Amparo SALVADOR, Joop Van Der LINDER 2° Premio Medaglia Argentea ex aequo a: Emanuela DE FRANCESCHI, Johana MEIER, Gianluca RUSSO,Gianni MATTONI. 3° Premio Medaglia di Bronzo ex aequo a: Maurizio RINAUDO, Daniel ROUCOUX, Carmela CALIMERA, Gianni MUNTONI, Maria FIOR 4° Premio Attestato con pergamena ex aequo a: Romeo MESISCA , Viorica PETROFF, Rosa DELLA MONICA, Loretta ANTOGNOZZI 5° Premio Attestato con pergamena ex aequo a: Ester MUNTONI, Matteo RENDINE, Antonella ROMANO, Paola Guia MUCCIOLI, Daniela HAAS, Tina BERNARDONE Si sono classificati per la SCULTURA 1° Premio Medaglia Aurea a : Roberta MORZETTI 2° Premio Medaglia Argentea a: Carol PAVIO 3° Premio Medaglia di Bronzo a: Franco AURIZI Si sono classificati per la GRAFICA 1° Premio Medaglia aurea, 2° Premio Medaglia Argentea a: Anna PELLEGRINO 3° Premio Medaglia di Bronzo a: Alessandra DE LEONI 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 3 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 3 “MEDUSA AUREA” ACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA ROMA ANNO ACCADEMICO 2015/2016 XXXIX Edizione ARTI FIGURATIVE Premio “Giacomo Manzù” PREmESSA: È bandito il concorso di pittura, scultura, grafica, architettura, fotografia, con frequenza annuale. Il premio è registrato in data 8-07-1978 al N°1/234602 Reg. P.G. a norma della Legge 22/4/41 N°633. in Bollettino della Proprietà Letteraria Artistica e Scientifica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il concorso è regolato dalle seguenti norme: Art. 1 - La partecipazione al concorso è aperta a tutti. Art. 2 - I concorrenti dovranno inviare tre fotocolor di opere diverse. L’opera originale dovrà avere dimensioni non inferiori a cm. 60x60 e non superiore a cm. 120x120. è’ ammessa una tolleranza del 10%. Le fotografie dovranno pervenire alla segreteria dell’A.I.A.m. in Via Giulio Sacchetti 10 -00167 Roma (Aurelio) a mezzo raccomandata, Mail, PEC, insieme alla scheda di adesione. Per la fotografia inviare 2 foto in bianco e nero e 2 a colori, in formato minimo 35x45 scatto originale non elaborato digitalmente, pena l’esclusione. Art. 3 - Il concorso ha i seguenti termini di scadenza: I) Invio della scheda di adesione e delle fotografie delle opere entro il 30 marzo 2016. II) Il contributo di cui alla scheda allegata dovrà pervenire entro il 15 aprile 2016 (se a mezzo posta, inviare copia della ricevuta) III) Invio dell’opera ammessa alla finale entro il 15 maggio 2016. IV) Richiesta di pubblicazione opzionale. Art. 4 - Una commissione di esperti curerà la selezione delle opere. Per ciascun concorrente sarà ammessa una sola opera. Le fotografie non saranno restituite. I finalisti che desiderano anche la pubblicazione dell’opera ammessa alla selezione del “Medusa Aurea” nel periodico” ACCADEMIA Il Notiziario dell’A.I.A.M.” dovranno effettuare il versamento dell’importo sotto indicato entro e non oltre il 30 aprile 2016 Tramite posta o banca (c.c.p. n° 11521002- IBAN IT78 C076 0103 2000 0001 1521 002) copia della ricevuta andrà inviata entro il 30/04/2016 a mezzo fax, mail, o posta ordinaria. Il costo della pubblicazione, per coloro che ne fanno richiesta, è di € 65,00 per riproduzione in bianco e nero e di € 85,00 per riproduzione a colori, in formato di cm. 6x9. I risultati saranno pubblicati entro il mese di maggio sul sito web www.aiam.it. e altri siti dedicati. L’elenco degli artisti finalisti sarà inserito a cura e spese della direzione del concorso nel periodico “ACCADEMIA Il Notiziario dell’A.I.A.M.”. e sul sito web www.aiam.it e siti dedicati. Art. 5 - Sono ammesse al concorso opere di: A) PITTURA qualsiasi tecnica. Per le dimensioni vedi Art. 2. Le opere saranno distinte per correnti e o generi artistici e saranno giudicate in unica categoria; B) GRAFICA (disegno, incisione) C) DECORAZIONE (pannello, affresco, mosaico, arazzo) D) SCULTURA (legno, metallo, pietra, argilla) con opere di scultura, fusione, intaglio, sbalzo, cesello e ceramica. Le sculture dovranno avere almeno un lato non inferiore a cm 50, ed il peso non superiore a Kg. 15 E) FOTOGRAFIA Inviare foto selezionata, stampata in formato minimo 35x45 F) ARCHITETTURA (decorazione, urbanistica, architettura d’interni, scenografia). Per le opere di grandi complessi, potranno essere esposte riduzioni fotografiche su pannelli, o modelli plastici in scala ridotta, corredati di tutti i dati tecnici. Si accettano DVD. Art. 6 - Al primo classificato verrà assegnata una medaglia aurea riproducente da una faccia l’Atena Farnese - effigie dell’Accademia - e dall’altra la Medusa inoltre verrà conferito diploma di benemerenza. - Al secondo classificato verrà assegnata una medaglia argentea, dalle caratteristiche simili a quella aurea, inoltre verrà conferito diploma di benemerenza. - Al terzo classificato verrà assegnata una medaglia bronzea, dalle caratteristiche simili a quella aurea, inoltre verrà conferito diploma di benemerenza. A tutti gli altri finalisti verrà rilasciato diploma d’onore. A tutti gli altri partecipanti ammessi al concorso verrà rilasciato diploma di merito. A tutti gli altri partecipanti ammessi al concorso verrà rilasciato diploma di merito. Art. 7 - Le opere dovranno essere recapitate a mezzo servizio postale o spedizioniere, od anche consegnate a mano all' A.I.A.M. presso Mail Boxes ETC. 089 con sede in Via Dei Mille, 38/40 – 00185 Roma Le opere pittoriche dovranno essere inviate con listello o cornice di cm. 3 senza vetri. La grafica e le fotografie dovranno essere protette da un foglio di plexiglas con un listello, pena la esclusione. Art. 8 - La cerimonia finale della manifestazione avrà luogo in Roma, contestualmente alla proclamazione dei vincitori dei Premi della Cultura il 5 giugno 2016. La data potrebbe subire lievi variazioni. Gli artisti ammessi alla selezione finale saranno tempestivamente informati. I concorrenti sono invitati a presenziare alla cerimonia di premiazione, rimanendo tutte le spese a proprio carico. Art. 9 - Le opere dei concorrenti classificati al 1°-2°-3°- posto saranno pubblicate in un numero successivo de “ACCADEMIA Il Notiziario dell’A.I.A.M.” a cura e spese della direzione del concorso. Art. 10 - Le opere sono assicurate per tutti i rischi (furto, incendio, danneggiamento) con una società assicurativa di primaria im- 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 4 4 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 portanza per un periodo che si conta da un giorno prima a un giorno dopo la esposizione delle opere, per i seguenti valori: grafica €. 250,00 - dipinti € 500,00- sculture: € 1.000,00. Il viaggio di andata e ritorno alla sede dell’A.I.A.M. è escluso dall’ assicurazione. Art. 13 - Il Trofeo, opera originale in bronzo, dello scultore Nunzio Bibbò di Ø 12 cm, riproduce la Gorgone dell’Athena Farnese verrà assegnato a personalità di spicco distintosi per motivi umanitari , sociali e culturali. Art. 11 - Esaurita la manifestazione le opere dovranno essere ritirate. A richiesta saranno spedite in porto assegnato. Le opere non ritirate entro 60 giorni dalla data della proclamazione dei vincitori, si intenderanno donate all’Accademia e pertanto non potranno essere più reclamate. (v.art.11). Per il ritiro si accettano deleghe. Art. 14 - Indipendentemente dall’esito della premiazione della Giuria, la presidenza dell’A.I.A.M. si riserva di attribuire alcuni dei seguenti premi: Art. 12 - La sottoscrizione della scheda di adesione al concorso comporta la conoscenza del presente regolamento e l’accettazione integrale di esso. 1) Una pagina sulla rivista “ACCADEMIA Il Notiziario dell’A.I.A.M.”. 2) Iscrizione all’Accademia I.A.M. honoris causa. 3) Targa al merito dell’A.I.A.M. 4) Coppe, targhe, medaglie di Enti Pubblici. 5) Inserimento di un’opera nella Galleria Telematica dell’A.I.A.M. per 3 mesi ai primi tre classificati. La scheda di adesione va inviata a: A.I.A.m. via Giulio Sacchetti,10 - 00167 Roma (Aurelio)Tel. /FAX 06-6373303 --------------------------------------------------------------------- S C H E D A D I A D E S I O N E A.I.A.m. ROmA ARTI FIGURATIVE “mEDUSA AUREA” 2015/2016 XXXIX EDIZIONE Premio “GIACOmO mANZÙ” Il sottoscritto nato a (nazione e città) il residente a (città) (nazione) via n° Codice Fiscale c.a.p. Telefono www. Sito internet Cellulare @ E-mail presa visione del bando di concorso ante scritto, chiede di partecipare con un’opera di PITTURA SCULTURA ARCHITETTURA GRAFICA Accetta il regolamento del concorso in ogni sua parte e versa all’uopo Euro 90,00 per recupero costi della polizza assicurativa e abbonamento a “Il Notiziario AIAM”, mediante versamento a mezzo posta c.c.p. n° 11521002 o banca IBAN IT78C0760103200000011521002 intestato a A.I.A.M.Via Giulio Sacchetti,10 - 00167 Roma, o anche per contanti, (sottolineare il tipo di versamento prescelto). Inviare copia della ricevuta di versamento con qualsiasi mezzo. Allega foto (vedi arti 2) Le fotografie non saranno restituite e saranno utilizzate per la polizza assicurativa «tutti i rischi». A manifestazione avvenuta l’opera dovrà essere spedita all’indirizzo sopra indicato, a spese del destinatario. Per ritirare l’opera anziché farsela rispedire, occorre informare la mail Boxes prima del termine dell’evento, ritirando l’opera a mano bisognerà riconoscere 10 euro come rimborso spese per il trasportatore, è possibile ritirare entro 10 giorni presso la mail Boxes ETC. 089 con sede in Via Dei mille, 38/40 – 00185 Roma Data Firma 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 5 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 5 “MEDUSA AUREA” ACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA ROMA ANNO ACCADEMICO 2015/2016 XXXIX Edizione CONCORSO DI POESIA Premio “Giacomo Leopardi” Il concorso di Poesie articolato in due sezioni: A) POESIA SINGOLA e B) LIBRO EDITO (Poesia - Narrativa - Saggistica - Romanzo) POESIA SINGOLA - LIBRO EDITO Il concorso è regolato dalle seguenti norme: Art. 1 - La partecipazione al concorso è aperta a tutti: soci e non soci . Sono esclusi i Senatori Accademici. Art. 6 - La giuria si riserva la facoltà di assegnare o meno i premi a suo insindacabile giudizio. Stralcio del verbale di giuria sarà reso pubblico a mezzo stampa e Internet. Art. 2 - Non è richiesta alcuna tassa d’iscrizione ma solo il mero rimborso delle spese organizzative e di segreteria. (Vedasi scheda di adesione in calce) Art. 7 - La scheda di adesione potrà pervenire a mezzo raccomandata o essere consegnata a mano in accluso agli elaborati, o in allegato file (firmata e digitalizzata) all'indirizzo e-mail [email protected], entro il 30 marzo 2016. Art. 3 - Per la sezione A i concorrenti potranno inviare da una a tre poesie (sia edite sia inedite) che non superino i trentasei versi ciascuna. I lavori dattiloscritti, in sei copie, non dovranno essere firmati né portare segni di riconoscimento, pena l’esclusione dal concorso. Le generalità del concorrente dovranno essere annotate in calce alla settima copia dei lavori. Su tale copia dovrà essere inserita la seguente annotazione autografa: “Dichiaro che il lavoro poetico sopra dattiloscritto è opera di mia esclusiva creatività”. Tale copia, con allegata dichiarazione, va chiusa in una busta. In caso di invio telematico spedire doppio file per ogni singola poesia (uno anonimo, l'altro contenente, in calce, la dichiarazione di cui sopra ed i dati personali) all'indirizzo e-mail [email protected] - Per la sezione B i concorrenti dovranno inviare una copia cartacea del libro + file Word o PDF (preferibilmente PDF) all'indirizzo e-mail [email protected] Art. 4 - Sono ammessi al concorso poeti italiani e stranieri con opere originali nelle lingue ufficiali riconosciute. I poeti stranieri dovranno allegare la traduzione in lingua italiana. Art. 5 - Al primo classificato verrà assegnata una medaglia aurea riproducente da una faccia l’Atena Farnese - effigie dell’Accademia - e dall’altra la Medusa inoltre verrà conferito diploma di benemerenza. - Al secondo classificato verrà assegnata una medaglia argentea, dalle caratteristiche simili a quella aurea, inoltre verrà conferito diploma di benemerenza. - Al terzo classificato verrà assegnata una medaglia bronzea, dalle caratteristiche simili a quella aurea, inoltre verrà conferito diploma di benemerenza. A tutti gli altri finalisti varrà rilasciato diploma d’onore . A tutti gli altri partecipanti ammessi al concorso verrà rilasciato diploma di merito. Art. 8 - I lavori non saranno restituiti. Art. 9 - La cerimonia di proclamazione dei vincitori relativa ad entrambe le sezioni di poesia avrà luogo in Roma , domenica 5 giugno 2016, contestualmente alla premiazione dell’assegnazione del Premio Giacomo Manzù per le Arti Figurative ( per il bando clicka qui ) e del conferimento del Trofeo Medusa Aurea. La Presidenza si riserva la facoltà di apportare variazioni ai termini di cui innanzi. Art. 10 - Le opere dei concorrenti classificati al 1°, 2°, -3° posto saranno pubblicate in un numero successivo di “ACCADEMIA - Il Notiziario dell’A.I.A.M.”, a cura e spese della direzione del concorso e sui siti dedicati . Art. 11 - I premi assegnati, non ritirati in sede di manifestazione, saranno spediti a mezzo raccomandata, gravata dei costi e dei diritti di segreteria pari a € 20.00, a richiesta degli interessati. Si accettano deleghe per il ritiro. Art. 12 - La sottoscrizione della scheda di adesione comporta la conoscenza del presente regolamento e la sua accettazione integrale. Art. 13 - Il Trofeo, opera originale in bronzo, dello scultore Nunzio Bibbò di Ø 12 cm, riproduce la Gorgone dell’Athema Farnese verrà assegnato a personalità di spicco distintosi per motivi umanitari , sociali e culturali. Art. 14 - Indipendentemente dall’esito della premiazione della Giuria, la presidenza dell’A.I.A.M. si riserva di attribuire alcuni dei seguenti premi: 1) Una pagina sulla rivista “ACCADEMIA Il Notiziario dell’A.I.A.M.”. 2) Iscrizione all’Accademia I.A.M. honoris causa. 3) Targa al merito dell’A.I.A.M. 4) Coppe, targhe, medaglie di Enti Pubblici. 5) Inserimento di un’opera nella Galleria Telematica dell’A.I.A.M. per 3 mesi ai primi tre classificati. 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 6 6 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 La scheda di adesione va inviata a: A.I.A.m. via Giulio Sacchetti,10 - 00167 Roma (Aurelio)Tel. /FAX 06-6373303 --------------------------------------------------------------------- S C H E D A D I A D E S I O N E A.I.A.m. ROmA CONCORSO DI POESIA “mEDUSA AUREA” 2015/2016 XXXIX EDIZIONE Premio “GIACOmO LEOPARDI” Il sottoscritto nato a (nazione e città) il residente a (città) (nazione) via n° Codice Fiscale c.a.p. Telefono Cellulare www. @ Sito internet E-mail Accetta il regolamento del concorso in ogni sua parte e versa all’uopo per la corrispondenza informativa e diritti di segreteria Euro 25,00, in contanti, a mezzo vaglia postale, c.c.p. n° 11521002 o bonifico bancario IBAN IT78C0760103200000011521002 intestato a A.I.A.M., Via Giulio Sacchetti 10/B/16 00167, Roma. Sottolineare il tipo di versamento prescelto. Ed inviare copia della ricevuta di eventuale versamento con qualsiasi mezzo. Partecipa alla Sezione POESIA SINGOLA LIBRO EDITO (Poesia - Narrativa - Saggistica - Romanzo) Segnare una x sul quadratino accanto alla sezione alla quale si partecipa o entrambI nel caso si partecipi a tutte e due. Data Firma --------------------------------------------------------------------Città del Vaticano, 14 settembre 2015 INVITI A CASA MIA, l’ultimo libro di Sua Eminenza il cardinale Giovanni Lajolo e illustrato dal noto pittore e scultore Franco murer, narra una serie di “viaggi letterari” volti a scoprire la bellezza delle “cose di casa” attraverso riferimenti dotti e biblici. L’idea, come spiega l’autore nella prefazione, trae origine da una serie di riunioni periodiche di persone amiche nella sua abitazione durante le quali, a volte, nascevano divagazioni letterarie a partire proprio da tutto ciò che tutti gli invitati potevano vedere e toccare: le “cose di casa”. Questo ed altro è contenuto all’interno del volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana che verrà presentato domani giorno 15 settembre alle ore 17 presso l’aula minor dell’Istituto Patristico Augustinianum di Roma (Via Paolo VI, 25). La presentazione sarà tenuta dalla Dr. Barbara Jatta, curatore del Gabinetto della Grafica della Biblioteca Apostolica Vaticana e dalla Dr. Francesca Rebecchini Lanfranchi, poetessa e critica letteraria. Sarà presente l’autore 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 7 AIAM il notiziario dell’ 7 n.82 gennaio-marzo 2016 “MAI PIÙ” Girolamo GALLUCCIO Papa Francesco ha detto di recente “è in atto la terza guerra mondiale a puntate” Ad intervalli quasi regolari, gli uomini hanno bisogno di farsi la guerra, sentirsi padroni del mondo, assaporare il sangue del fratello, odiare e sentirsi odiati, quasi un gesto catartico a giustificazione della loro presenza sulla terra e della loro condizione umana. Ciò non accade per decisioni improvvise, come lampi a ciel sereno sotto il sole di agosto, no!, questo è un lento progredire di piccoli abusi, screzi fra vicini, gruppi, razze, popolazioni che fino ad allora erano in apparente sintonia. Le nazioni più industrializzate, le più potenti o le più organizzate, hanno lentamente ma inesorabilmente invaso il mondo, occupando, prelevando, comprando, rubando, distruggendo le terre dei più poveri, bisognosi, deboli, razziando i loro beni e distruggendone l’habitat, la vita sociale e i rapporti umani consolidati nel tempo. Riducendo intere nazioni, altrimenti libere, ad una massa informe e miseranda, trasformando e derubando l’ambiente, la natura, la stessa vita della gente. Altri uomini, nazioni, gruppi economici o razze, hanno vissuto (abbiamo vissuto) e vivono, consumando e distruggendo viveri, vita sociale, usi e abitudini, ambiente naturale. Così, quasi senza accorgersene, senza remore o compassione. La Terra, la nostra “madre Terra”, l’intero globo terracqueo, è diventata una immensa discarica di veleni: l’aria, il mare, il cielo, sono solo un insieme di rifiuti. E similmente i fiumi, le montagne, i ghiacciai, le calotte polari. Una Terra invivibile, depredata, umiliata, violentata, trasformata, ad uso esclusivo del benessere di pochi. Quando infine, gli uomini stanchi di depredare e annoiati da tanta “normalità" non sanno chi incolpare per la loro frenesia di sangue e di uccisioni, parlano di “guerre di religione”, adducendo a movente dei dissidi e degli odi, la diversità ed incompatibilità delle fedi religiose, proclamando la “guerra santa” in nome di Dio. Ma di quale Dio?. “Egli”, quello a cui ci si rivolge “è lo stesso”, “l’unico”, venerato sia dagli offensori che dagli offesi. La solita meschina scusa del più forte, come fa il leone con l’agnello alla sorgente. Le guerre sono solo economiche, per l’accesso alle aree più strategiche del pianeta, alle materie prime, per il petrolio, il gas naturale, per impadronirsi delle regioni ricche, le risorse di ogni genere, il predominio territoriale. è la corsa sfrenata in atto per lo sviluppo irrazionale di beni di consumo spesso inutili, prodotti solo per guadagni e speculazioni sempre più spinte e accumulo di denaro. Da ciò ne derivano allora le frenetiche distruzioni di riserve di beni, foreste millenarie, paesaggi naturali, luoghi storici, di culto, opere d’arte e memorie condivise ed irripetibili dell’umanità intera. Incredibili atrocità perpetrate sempre nel nome di Dio, rapimenti di innocenti, torture, uccisioni, eccidi e bagni di sangue. In un mondo così globalizzato, le notizie più orribili vengono messe in mostra, raccontate, interpretate, discusse senza ritegno e senza pudore, nessun rispetto della dignità delle vittime, facendo a gara a chi arriva prima, a chi è più descrittivo, più esplicito, celandosi dietro il dovere di informare, diffondere, raccontare la verità. A tutto ciò si aggiunge l’elemento più importante e più deleterio: l’egocentrismo, la vanagloria, il bisogno congenito degli uomini di mostrarsi come il più capace, più forte, imprevedibile, o più intelligente, prendendo arbitrarie personali decisioni che coinvolgeranno inesorabilmente tutti nella tragedia. Avviene così che fra tutte le forze combattenti, non si capisce “Chi è contro Chi”, chi è la vittima, chi è invece l’aggressore. Perché molte e diverse nazioni sono fornitrici di armi e petrolio, aiuti e consigli sia agli assalitori che agli assaliti, nello stesso lasso di tempo o in tempi e modalità diverse. E tutte rinfacciano e negano la realtà. Un mondo di bugiardi, falsi e spergiuri. Dove coloro che hanno interessi a destabilizzare, seminare odio e morte in nome di un Dio, possono avere giustificazione e godimento nel togliere la vita ad altri uomini la cui colpa è solo di esistere in quel luogo e in quel momento. Seguire la loro fede distorta, deformata, abusata, violentata anch’essa. Occorre una pausa, un ripensamento, una presa di coscienza vera e generale, nella sola concreta considerazione che questo pianeta è l’unico che ci possiamo permettere, e non è infinito ma limitato, nelle dimensioni, nelle risorse, nella capacità di assorbire trasformazioni, maltrattamenti, violenze. E che gli altri esseri viventi, gli animali, le foreste, le acque, le terre, l’insieme tutto del Creato che lo popolano, non possono esistere solo per il nostro diletto, la nostra cupidigia, la continua rapina e devastazione, ma fanno parte dell’armonia di tutto l’Universo che ci circonda ed abbraccia in un unico afflato, con il quale siamo in continua relazione e simbiosi. Ben sapendo però che tutto ciò che gli uomini toccano con le loro mani, quando il vero Dio non li controlla e non li punisce, è sempre fonte di dolore, lacrime, patimenti. Il tempo non gioca a nostro favore, è lento e veloce contemporaneamente. Sta a noi scegliere come sfruttarlo cosciente-mente e da che parte stare per decidere serenamente della nostra sorte, delle nostre vere priorità. Ma come sempre queste sono “voce di colui che grida nel deserto”. La Storia si ripete, come nel giardino dell’Eden, di Adamo ed Eva, Caino ed Abele. Papa Francesco ha detto di usare Misericordia. “Essa è il sentimento per il quale la miseria altrui tocca il nostro cuore”. Sapremo farlo? 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 8 8 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 1° PREMIO MEDUSA AUREA XXXVIII Edizione Poesia SONO AQUILA AUSTERA Mi sono sbigottito magicamente stupito d'un vespro di limone tra lisergiche zagare s'incastonano intricati cammei tra rughé di sabbia nell'anima ... nei suoi scrigni fragorosi elisir di silenzio. Sono aquila austera incastrata tra solitarie rupi lassù acuminate algide eterne dove il respiro del tempo scandito elisir di mughetto lusinga fragili stelle avatar di ologrammi di eterno. Impenitente giocatore d'azzardo ho puntato tutto anche l'ultimo centesimo di dignità sull'aroma della vita ... ho redento l'anima l'ho lasciata librare come leggiadro albatro che le ali dispiega sereno oltre iridescenti lucori. oltre postreme galassie. La realtà cinica ha dipinto lacerti di utopie su tele trapunte di variopinti colori ... lentamente ho libato agro-dolce il sacro graal del tormento. Mauro MONTACCHIESI Biografia Mauro Montacchiesi (Roma 1956), poeta, scrittore e saggista, vive a Roma. Bancario di professione. Note onorifiche ricevute: Console Ad Honorem di Fiaba (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche); Anthai (Associazione Nazionale Tutela Handicappati ed Invalidi); socio onorario dell'Associazione Culturale "AnteRem"; "Maestro Lirico" e "Letterato del XXI secolo", titoli conferiti dall'Accademia Internazionale "Francesco Petrarca" di Capranica; Accademico dell'Accademia "Il Convivio"; Direttore del sociale e del volontariato Onlus "Mecenate" di Arezzo; responsabile "Artisti dello Stretto"; membro di "World Poetry Forum"; socio dell'Accademia "Giuseppe Gioachino Belli" di Roma. Co-fondatore del "Labirintismo"movimento artistico ideato dal prof. Massimiliano Badiali. Pubblicazioni Quando l'anima parla (2008, poesia), È la voce del cuore (2008, poesia), Il diorama del mio labirinto (2008, saggio sul labirintismo), Teocentrismo (2008, poesia), Labirintismo (2009). Ha vinto i seguenti primi premi: 2008: "Mario Dell'Arco", Roma; "Parole ed immagini", Mellana; "Auxilium", Palermo; "Aics", Grosseto; "Nicola Martucci", Valenzano; "Omaggio a Van Gogh"; "Maddaloni-Città degli angeli"; "Città di Castellana Grotte"; 2009: "La Contessa Lara". E' presente nell'Enciclopedia "Ali-Penna d'Autore", nella "Grande Antologia dei Poeti Italiani Contemporanei (Montedit) e nelle antologie; "Vittorio Alfieri; "Gaetano Errico"; "Gennaro Sparagna"; "Dedicato a... poesie per ricordare (2007); "Tra un fiore colto e l'altro donato" (2007); "Fili di parole" (2008); "I grandi temi della poesia" (2008); "Habere Artem"; "I porti sepolti" (2008). Da Lunedì 7 dicembre, alle 21.00, prende il via “Nel mezzo del cammin”, appuntamento settimanale con Franco Nembrini, esperto divulgatore di Dante Alighieri, per rileggere la Divina Commedia, approfondirne i contenuti, riflettere sul desiderio di verità, libertà e giustizia che i suoi versi suggeriscono. Programma in 33 puntate che porta a compimento la sperimentazione fatta lo scorso anno con il ciclo breve “El Dante”, e che (a 750 anni dalla nascita del Sommo Poeta) propone un approfondimento culturale sulla misericordia, tema cardine del Giubileo Straordinario che si aprirà l’8 dicembre. Franco Nembrini non è uno specialista, ma un innamorato della Commedia, un insegnante che ama definirsi figlio d'arte perché il padre era bidello nella scuola media del suo paese, Trescore Balneario, in provincia di Bergamo. A quattordici anni giura nelle mani della professoressa di lettere delle medie che diventerà insegnante di italiano, a sedici è costretto per esigenze familiari - dieci fratelli - a lasciare il liceo e a lavorare come operaio. A diciotto decide di prendere il diploma di maturità magistrale, e in tre mesi prepara gli esami da privatista. Si laurea in pedagogia nel 1982 all'Università Cattolica di Milano e l'anno seguente può finalmente mantenere il suo giuramento: diventa insegnante di letteratura nelle scuole superiori. Fondatore di una scuola libera, "La Traccia", Nembrini è il ruvido ma carismatico professore che con le sue lezioni di letteratura riempie i teatri, le parrocchie e i centri culturali di tutt'Italia, trascinando giovani e adulti alla scoperta delle opere che, a suo dire, esprimono il bisogno più profondo e più vero dell'uomo. Insieme a Franco Nembrini, in studio, una platea di giovani che, attraverso le domande, cercano di capire meglio la vita e le opere del Poeta subìto svogliatamente da milioni di alunni sui banchi di scuola. Le risposte, oltre che dal professore, arrivano anche attraverso i dipinti appositamente realizzati da Gabriele Dell’Otto, fumettista e illustratore della Marvel. 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 9 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 9 1° PREMIO MEDUSA AUREA XXXVIII Edizione Arti figurative Salvador AMPARO “Scugnizzi” olio / tela cm 80x80 Joop van der Linden “ Ballerina vestita con mantello” pastello cm 40x50 ASSEGNATA AL ROMA FICTION FEST LA TARGA SIAE - IDEA D'AUTORE Va a Francesco Caronna e a Gianluca Argentiero il premio della Società Italiana degli Autori ed Editori per la sceneggiatura più originale 13 novembre 2015 - è stata assegnata ieri sera ex aequo a Francesco Caronna e a Gianluca Argentiero la Targa SIAE – Idea d’Autore. Il premio è stato consegnato con il Premio Bixio - andato all’autrice di “Strangers”, Alessandra Pomilio - nell’ambito del Roma Fiction Fest. La Targa SIAE - Idea d’Autore è stata assegnata a “In caso di incendio” di Francesco Caronna, storia di un padre tradito e disilluso che cerca di ricostruire un rapporto con la figlia ventenne, decisa a partire per l'estero. Caronna è stato premiato “per l’originale centralità di un protagonista “scorretto” e pieno di contraddizioni, ma ricco di una sua irresistibile simpatia”; “miranda & io” di Gianluca Argentero, incontro tra una casalinga del 1958 e una giovane donna stressata di oggi, è stato scelto invece “per la fresca suggestione dell’ironica trovata iniziale, tale da costituire un innesco efficace per l’intero meccanismo narrativo”. Roberta MORZETTI “C5C7” tecnica mista - gesso e fiamma ossidrica La Targa SIAE – Idea d’Autore accompagna il percorso del Premio Bixio con uno speciale riconoscimento di 3.000 euro per la sceneggiatura che si sia distinta per l’originalità dell’invenzione tra quelle sottoposte all’attenzione dei giurati - Ivan Cotroneo, Graziano Diana, Leonardo Ferrara, Francesca Galiani, Riccardo Milani, Francesco Vicario e Gabriella Campennì Bixio. 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 10 10 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 Quando la Musica inconra la Pittura Brani dedicati ai “lussuriosi”, ai “razzisti” ed a “Lucifero” I l gruppo musicale Metamorfosi forma musicale della “canzone”. La rivisita in chiave rock progressive voce solista si poggia su un tapla Divina Commedia di Dante Alipeto musicale fatto, anche questa ghieri.” “Infe-rno”, il primo LP volta, di suoni prodotti da struviene pubblicato nel 1972,” Paramenti a tastiera. I quattordici brani diso” viene pubblicato nel 2004, alternano ambientazioni squisita“Purgatorio” verrà pubbli-cato ufmente “rock” ad atmosfere clasficialmente nei primi mesi del sico-melodiche fino a raggiungere, 2016. Stupisce il lungo arco di in alcuni punti, espressioni liricoectempo che intercorre fra la pubclesiastiche sottolineate da un orblicazione di un’opera e l’altra. gano a canne. In alcuni brani si dà Metamorfosi dedica alle proprie voce a tutti coloro che avrebbero opere lunghi tempi di ricerca per voluto occupare un posto in ParaEnrico Olivieri metamorfosi “Inferno” copertina poter metabolizzare ed interprediso e che non è stato loro contare le ambientazioni ed i personaggi che il Sommo Poeta incontra cesso a causa dei peccati commessi sulla terra, come nel caso del durante il suo viaggio immaginario. “Purgatorio” , che verrà proposto cielo di Saturno e frammenti di altri cieli. La copertina del disco è al pubblico con un CD accompagnato da un “book” contenente imstata realizzata da Stefania Zarfati, tecnica informatica ed esperta di magini dedicate all’opera, è l’ultima realizzazione musicale del gruppo arte. Ha composto e sintetizzato un quadro virtuale composto da che ha avuto una gestazione di quasi dieci anni. “Inferno” (1972), immagini tratte da altre opere e comuni immagini disponibili sul WEB. prima opera di Metamorfosi dedicata a Dante, lascia molto spazio “Purgatorio” (2016), terza opera, nasce da uno studio molto più apalla descrizione musicale basata prevalentemente sulle sonorità di profondito del viaggio di Dante, eripercorre minuziosamente luoghi strumenti a tastiera come il pianoforte, l’organo Hammond, l’organo e personaggi del Purgatorio citando, in alcuni casi, intere terzine del a canne, il clavicembalo, la spinetta ed uno strumento elettronico che Sommo Poeta. La connotazione musicale ed i testi sono molto più nasce tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70: il sintetizzatore. è provicini, rispetto alle precedenti opere, alla cantica di Dante Alighieri. prio questo strumento che, avendo la possibilità di creare infinite e Tutto questo denota una raggiunta maturità compositiva grazie alla inascoltate combinazioni sonore, conferisce all’opera, insieme all’utiacquisizione dei significati più reconditi dell’opera Dantesca. La parlizzo del neonato linguaggio musicale rock progressive, quella carattitura musicale predilige perteristica che la rende diversa da tutte le altre rivisitazioni della Divina corsi classici con arie Commedia. I testi prevalentemente molto brevi ma penetranti, inrinascimentali a soluzioni rock troducono e sottolineano la descrizione musicale che segue. Solo i progressive pur presenti in brani dedicati ai “lussuriosi”, ai “razzisti” ed a “Lucifero” hanno una molti brani come “Catone”, connotazione strettamente legata alla forma “canzone” così come “Superbi”, “La chiesa e l’Imviene intesa oggi. L’opera rivisita solo alcuni gironi infernali, i più impero” e “Il carro e l’aquila”. portanti a nostro giudizio, ed aggiunge una nuova categoria di pecLa forma musicale principalcatori: “gli spacciatori di droghe”. La copertina del disco è un’opera mente utilizzata, come nel del maestro Adelchi Riccardo Mantovani, in arte Adelchi, pittore itaParadiso, è quella della “canliano emigrato a Berlino, città dove inizia a dipingere ed a sviluppare zone”: i brani sono caratterizla propria tecnica. Molti commenti e recensioni riguardanti il suo dizati da una voce solista che si pinto, che è poi diventata la copertina del nostro LP, sono state fatte, poggia su un tappeto musiBruno TARANTOLA“Il carro e l’aquila” una fra tutte quella di PETIT MELODIES: “La copertina dal sapore cale fatto di suoni di strusurrealista, opera del pittore Adelchi, merita un plauso particolare, menti a tastiera e su di una robusta base ritmica. La copertina del non solo per la bellezza in sé, ma anche per l’originalità con cui indisco è la riproduzione di un acquarello di Giuseppina Laura Taranterpreta il tema infernale concepito da Metamorfosi: infatti, attratola. E’ qui che, per la seconda volta, la musica incontra l’arte della pittura, come nel caso di Inferno con il pittore Adelchi. Il dipinto di Giuseppina Laura Tarantola interpreta e conferisce un enorme valore aggiunto alla rivisitazione di Metamorfosi. Le linee di fuga aperte, i tratti gentili ma ben marcati ed i colori tenui descrivono perfettamente la ambientazione dantesca, sottolineano la caratura del peccato veniale senza nulla togliere alla espiazione della pena. La sagoma umana ricurva in primo piano, ben rappresenta la sofferenza delle pene inferte nel Purgatorio.Trionfante è l’immagine del vascello condotto dall’angelo con le anime a bordo che aspettano l’approdo. Dante e Virgilio, infine, vigilano dalla estremità sinistra del dipinto. L’interno del mini book che accompagna il CD Purgatorio, oltre ai testi, contiene le immagini che Bruno Tarantola, fratello di Giuseppina Laura, ha dedicato a ciascun brano musicale. La sua tecnica è completamente diversa da quella della sorella e le sue immagini ben si Giuseppina TARANTOLA “Purgatorio” copertina accompagnano ai contenuti musicali. verso una tecnica di contrasto, supera l’immagine stereotipata Considerata l’importanza dell’apporto pittorico, Metamorfosi pubdell’Inferno che il senso comune potrebbe suggerire (colori caldi, viblicherà anche un “book” contenente la storia del gruppo, la storia sioni incandescenti, fiamme a perdita d’occhio) per proporre colori artistica di Giuseppina Laura e Bruno Tarantola, le immagini che i due freddi dominati dal bianco, dal grigio e dal blu, distese di ghiaccio e artisti hanno dedicato alla rivisitazione del Purgatorio nonché i testi sagome umane curve e deformi, statiche ed indolenti, rassegnate dell’opera. Il “book” sarà disponibile anche in lingua inglese. nella loro posa dimessa a subire l’eterna dannazione in un atmosfera Grazie di cuore a Giuseppina Laura e Bruno Tarantola per questo afflitta e desolata”. “Paradiso” (2004), seconda opera, rivisita i cieli loro omaggio alla nostra opera. della terza cantica di Dante con brani caratterizzati dalla classica 82:Layout 1 19/12/15 08:29 Pagina 11 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 11 2° PREMIO MEDUSA AUREA XXXVIII Edizione Arti Figurative - Poesia DEL QUALUNQUE DICENDO Nel coacervo delle virtù mediatiche ove scorrono molte arterie telematiche suona quasi ischemico, a rischio corto circuito l'obsoleto mondo del qualunque così fuori-sistema e imprevedibile da definirsi, a lungo andare (potenza dei tempi) radicale-anarchico, coi relativi allarmi Col relativo allarme se non accetta intanto le suadenti forme di convincimento, il pressing dei migliori guru della comunicazione, dei geni chiamati a imporre, democraticamente, la strategia gendarme Economia politica, la chiamano, ovvero sia Potere Potere senza più bandiere ne distinzioni vere Finanza & Potere, bella storia, non c'è che dire Che par nascere dal nulla e lo ritrovi -ragno- a intrappolar in rete nella sua rete tutti con nessuno che sappia a chi dover dire Grazie In rete, nella sua rete, coi suoi dati che intanto ci infittiscono addosso, e si incrociano e si incollano e ci classificano e ci spiano, ci incasellano e ci ordinano ci inseguono ci minacciano eppoi, ci chiudono Lasciando a noi di definire tutto questo Sicurezza & Privacy Mentre l'idiota qualunque, ironizzando e andando va chiamando tutto questo Democrazia della Beffa e del Danno Virgilio ATZ Carole PAVIO “Simplecomplèxìte” tecnica mista - legno, pigmento, resina I VECCHI Leggono il giornale sulle panchine del lungomare confondono il volo dei gabbiani con quello delle rondini Gettano sassi dalla riva anelano cerchi di ritorno l'estate primavera l'inverno autunno pretesti per far di un'ora un anno Rubini in casseforti che nessuno vuole aprire pesano i lustri sacchi di coriandoli mai aperti avvolti in teli di rimpianti I vecchi bagnasciuga lambiti dall'onda fanghiglia ma anche trasparente luccicanza fiamme tremule. destinate a spegnersi nell'indifferenza. Rosario AVENI Si è conclusa a Roma, la terza edizione dell'As Film Festival, festival internazionale di cinema ed arti visive diretto da Giuseppe Cacace, curato dall'associazione Not Equal e realizzato con la partecipazione attiva di giovani nella condizione autistica e Sindrome di Asperger, che si è tenuto a ingresso gratuito presso il MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo il 14 e il 15 novembre. Due giorni fitti di proiezioni, incontri, performance teatrali, letture, con ospiti l'attrice e regista Valentina Carnelutti e l'attore e musicista Stefano Fresi. In programma un doppio omaggio allo scrittore Oliver Sacks, ma anche la performance teatrale Emoticons!, di Paolo Manganiello e Chiara Palumbo, che ha visto in scena 15 giovani attori nella condizione autistica. Premiati corti provenienti da Italia, USA, Cuba, ma anche Iran, Grecia e Spagna. Ecco i premi finali della terza edizione dell'As Film Festival e relative motivazioni: Sezione Punti di Vista Premio miglior Corto Italiano “ Bellissima “ di Alessandro Capitani Sezione Punti di Vista menzione Speciale Corto Italiano “La sedia di cartone” di Marco Zuin Premio Confronti Il Cinema come rappresentazione del sociale “Namnala” di Nacho Solana (Spagna) Sezione Punti di Vista Premio Best International Short “Younaisy” di Juan Pablo Daranas Molina (Cuba) Sezione Punti di Vista menzione Speciale International Short “Single room “ di Saman Namnik (Iran) 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 12 12 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 VANITAS 2015 di Roberta Morzetti Antonio de PEREDA A ppartengo ad una generazione che ha imparato a conoscere, purtroppo, i concetti della Precarietà, della Caducità, della Transitorietà della Vita, poiché, anche da giovani, si può morire in tanti modi. Si può morire per il disprezzo di diritti inviolabili, quali il Lavoro, la Giustizia sociale, la Meritocrazia, e poi, dopo l'atroce 13 novembre 2015, in tutti, giovani e non, sorge anche la paura di vivere la propria quotidianità, si muore di terrore. Giorni terribili, di inferno, in apnea. Torna alla mente uno dei periodi più difficili per l'Uomo europeo: il Seicento, un secolo assai complesso. L'Europa era sprofondata in una lancinante crisi. La Guerra dei trent'anni, pandemie di peste, stagioni climatiche nefaste che azzerarono i raccolti, causando carestie. Le economie della Spagna e delle grandi città commerciali italiane furono deteriorate dallo spostamento dei traffici marittimi dal Mediterraneo all'Atlantico. La Controriforma e le strazianti lotte religiose che ne conseguirono, il rogo di Giordano Bruno a Campo dei Fiori il 17 febbraio del 1600, la Concezione Geocentrica dell'Universo che andava frantumandosi contro quella Eliocentrica di Galileo Galilei, togliendo l'Uomo dal centro del Creato e tanto, tanto altro ancora... Tutto questo non poteva non scuotere l'Animo degli Artisti, che, da sempre, non fanno altro che raccontare il loro Tempo attraverso il loro linguaggio. La lingua del '600 è chiamata Barocco. Argan ha definito il Barocco come «Rivoluzione Culturale in nome dell'ideologia cattolica… in cui la tecnica dell'artista, come quella dell'artigiano e dell'operaio, non è fine a se stessa: qualsiasi cosa si faccia, si fa “ad maiorem Dei Gloriam”, accresce la gloria, il prestigio di Dio sulla terra... l'arte è rappresentazione, ma lo scopo della rappresentazione non è di meglio conoscere l'oggetto che si rappresenta, bensì di impressionare, commuovere, persuadere trascinando con l'enfasi del discorso… »: in questo contesto, nacque la rappresentazione della Vanitas. Il nome, che letteralmente significa vuoto, vacuità, deriva dalla frase «Vanitas Vanitatum, Omnia Vanitas» (Vanità delle Vanità, tutto è Vanità), tratta dal testo biblico dell'Ecclesiaste, in cui ricorre due volte (Ecclesiaste 1,2;12,8) ed incarna lo stesso concetto del Memento Mori. Il senso di smarrimento, di fragilità, di transitorietà della vita, sensazioni disperatamente conosciute sin troppo bene oggi giorno, trovano, nella pittura del '600, la rappresentazione più sublime, a mio avviso, mai realizzata. L'artista diviene filosofo e, attraverso i suoi mezzi, colori e pennelli, mette in scena l'unico concetto “perennemente” contemporaneo che possa esistere: la Fuggevolezza della Vita. Come se l'Innocenza fosse andata perduta. Tutto, ormai, è troppo corrotto dal Tempo e dall'Uomo. Il Buio che ingloba la Luce. Cominciano ad apparire, nelle composizioni pittoriche, teschi, candele spente e strumenti musicali non suonati, a simboleggiar la morte; clessidre ed orologi, a rappresentar l'inarrestabile trascorrere del tempo; frutta e verdura marcescente con insetti, simbolo della corruzione fisica a cui ogni creatura è destinata; fiori spezzati e petali sparsi, per ricordarci sia che la bellezza è destinata a sfiorire, sia che siamo nelle mani di un destino beffardo, che in un attimo può toglierci il nostro prezioso alito vitale. La rappresentazione dell'estrema fragilità della vita continua con le bolle di sapone, spesso accompagnate da un putto o da un adolescente che David BAILY le crea, soffiando in una cannuccia; con gli strumenti del fumo, piacere effimero, che simbolicamente rimanda al ciclo esistenziale dalla fiamma alla cenere, mentre gioielli, monete, tiare e mappamondi rappresentano la fine inevitabile di qualsiasi ricchezza, potere temporale ed impero. Nella natura morta del Caravaggio “La canestra di frutta” del 1599, la frutta è presentata come assoluta protagonista, ottenendo la medesima onorabilità del soggetto umano. Ma ciò che dona al quadro un significato ben più profondo è la mela bacata messa in primo piano, è la pera bruciacchiata dal sole, son le foglie raggrinzite dal tempo... tutti simboli della Vanitas. Nel dipinto “San Girolamo” del 1605-1606, il Caravaggio ritrae il Santo di tre quarti, rendendolo parte integrante di una composizione in cui l'insieme di ogni oggetto rappresentato crea un Unico Soggetto, proprio come in una natura morta fiamminga. Il capo spigoloso del Santo fa da eco al teschio poggiato sulla scrivania, che annuncia la morte. San Girolamo, avvolto nel suo manto rosso, colore simbolo per eccellenza della passione e del martirio, è intento a scrivere probabilmente la traduzione della Bibbia dall'Ebraico al Latino – fu, infatti, grazie al suo lavoro che il Verbo Divino si diffuse. La composizione urla la drammaticità espressiva dell'incontenibile genio e, attraverso il contrasto luce-tenebre, il meraviglioso Verbo Pittorico Caravaggesco irradierà, fra il II ed il III decennio del '600, l'intera Europa. Il Guercino, al secolo Giovanni Francesco Barbieri, tra il 1618 ed il 1622, realizza “Et in Arcadia Ego”, la prima rappresentazione del Memento Mori ambientata in Arcadia, regione interna della Grecia, divenuta Mito attraverso le Egloghe di Virgilio, ampiamente diffuse nel Rinascimento. L'artista ritrae due pastori allibiti, dinanzi ad un cippo che sostiene un teschio, alla cui base si legge “ Et in Arcadia Ego”, anche io sono in Arcadia. è la Morte stessa a parlarci e lo fa attraverso il linguaggio dei suoi simboli: il teschio, il topolino, la mosca ed il verme. Il Guercino restituisce, così, il Mito alla Storia. Non esistono creature o luoghi che possano sfuggire alla Onnipresente Caducità, nemmeno l'Arcadia. è la fine dell'Innocenza. Amleto: “Ecco Alessandro, morto e seppellito, ritorna polvere. Polvere è terra; e con la terra che si fa? La creta. E perché con la creta in cui è ridotto non possiamo turare un barilotto? L'imperial Giulio Cesare potrebbe ben servire a chiudere uno spiffero di vento. Quella creta che tenne il pugno duro sul mondo, messa a far da rammendo alla crepa d'un muro, fa da riparo al soffio dell'inverno.” Amleto, atto V, scena I, William Shakespeare 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 13 AIAM il notiziario dell’ 13 n.82 gennaio-marzo 2016 3° PREMIO MEDUSA AUREA XXXVIII Edizione Poesia NEL SILENZIO LA PACE VIVO no schiamazzi, no volgarità, ma dell'anima l'armonia nel palpito silente del cielo. Il mondo s'allontana, nell'etere si perde e della sua natura lo spirito, nell'azzurro, si riappropria. A cavallo delle capricciose nubi a liberare corro mete occultate, dimensione che mano non contiene, e della poesia sulle note ballo. Di vento ammantata, di margherite coronata, felice petali distribuisco e profumi; senza peso, di ne. ssuna piuma, le ali dispiego e nell'arcano, felice, mi apro incontro al futuro mio. Gli occhi riapro, il mondo col peso suo torna, ma il nuovo coraggio mi ricopre e luminosa di gioia brillo Laura TONELLI NON PENSO MAI AL DI LÀ Non penso mai all'al di là come sia fatto nell'oltre di mistero e vago ignoto. Non so neanche se esista veramente. Se attenda il nostro arrivo uno spazio astrale o una luce celeste scia di magnetiche atomiche energie Sarà, che a dire il vero di ciò non me ne curo Il mio pensiero senza immaginazione e alcun impegno, nell'argomento si adagia pigro nell'oscurità. Le lampade le accendo per l'altrove di un futuro migliore che doppi l'angolo, affronti la curva delle terrene crudeli asperità alla ricerca del qui son io nella responsabilità, che sola può regalare riposo alle coscienze che dentro di sé l'hanno scoperta Non penso mai all'al di là ma forse aspiro e spero nella sua pace nel suo quieto silenzio e in quell'armonia di cui siam privi in questo nostro mondo che annaspa e affoga nell’andarci contro. Luciana VASILE ARS POETICA Guarda il poeta Nella cieca certezza altrui ed il poeta vede il proprio dubitare come luce. Quando sale, si perde negli abissi, scava il diamante di una idea prigione, se scende nelle vette capovolte del suo cercare. Conosce la stridente ferita della carne, il macerarsi tacito dell' anima che brancola. Impavido teme le sue visioni sugli altri proiettate. Archeologo di ogni futuro, scopre il passato. Ovunque specchi per il poeta ed ombre. Maria APICELLA Elena MICELI “STORIA DI CLOTO E DI CHIROTONEO I FANTASmIRNI. COL mARAmEO” ovvero Come si diverte un “Poeta” Prefazione “ La Storia di Cloto e di Chirotoneo i fantasmirni. Col marameo - ovvero- Come si diverte un poeta" affonda le radici negli archetipi della narrazione orale, con contaminazione di genere; nella fattispecie eroico-comico e favolistico. Il lungo titolo in cui è palese il gioco del’autrice contiene già, nella scelta lessicale della denominazione e nel sottotitolo, una dichiarazione esplicita della finalità perseguita. L'incipit del racconto rimanda immediatamente all "Ortando furioso" dell'Ariosto da cui l'autrice apprende, forse, quel narrare senza inizio e senza fine,come puro divertimento; vi aggiunge di suo il colpo di ala di una fantasia agile e generosa che ha il guizzo del funambolo e del giocoliere. Il risultato è una fiaba che ha per protagonisti due fantasmini dai nomi pretenziosi, i quali vagano serza meta con l'unico intento di ritrovarsi e accompagnarsi in amicizia e, nel loro andare per avventura, incontrano altri strani personaggi (allusivi di condizioni esistenziali umane?) che abbandonano e riprendono, secondo la necessità del momento. Edizione Il Convivio 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 14 14 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 Nel 750°anniversario della nascita Aldo G. JATOSTI Dante e Virgilio nella città di Dite Il giudizio del “ghibellin fuggiasco” dei peccati con risvolto sociale “L’uomo può liberarsi dal dolore solo con l’arte, la moralità, l’ascesi” (Arthur Schopenhauer) Introduzione Siccome non si può esaurire Dante con un articolo, ho dovuto prima tacere delle altre sue opere(“Vita Nuova” compresa) per dire qualche cosa sulla “Commedia”; secondo parlare solo di un argomento che il Poeta, insieme a Virgilio, affronta nell’ “Inferno”. Uno dei tanti, giacché parlando di se stesso, delle sue vicissitudini, delle selva del peccato, che gli «avea di paura il cor compunto» (Inferno, Canto I, n. 15), in realtà disegna in affresco di vizi e virtù dell’umanità tutta, inclusi i suoi contemporanei, fiorentini o non, famosi e non. Può farlo perché è fermamente certo - è la coscienza a dirglielo - d’essere stato investito da Dio della missione di predicare agli uomini la “diritta via”, usando la poesia, le migliaia di endecasillabi di cui si compone il poema per eccellenza. «Che cos’è la Commedia? - si chiedeva Francesco De Sanctis è il mondo universale del Medio Evo realizzato nell’arte», perché - come giudicava il suo coevo e collega inglese Thomas Carlyle - Dante «diede voce a dieci secoli di silenzio». I peccatori Dante nomina con chiarezza non sette categorie di “peccatori” (più che peccati, si tratta di tendenze della natura umana - lussuria, superbia, eccetera - La vita cristiana è una lotta per cercare di contrastare queste tendenze), quanti sono i vizi capitali, ma soltanto di cinque: lussuriosi, golosi, avari, iracondi, accidiosi. Quanto a superbi e invidiosi, che pure non mancano nel suo oltretomba, sono identificabili sotto altre specie, con dei sinonimi, in passi ben precisi. Una cosa è certa, che già i primissimi commentatori - tra i quali Pietro Alighieri – identificano nelle tre “fiere” che sbarrano il cammino a Dante, cioè la “lonza”, il leone e la lupa, rispettivamente la lussuria, la superbia e l’avarizia. Giova comunque sottolineare che Dante - che non vuole seguire integralmente San Tommaso (che a sua volta seguiva Aristotele) - tuttavia ricorre proprio alla sua autorità (Summa theologiae, Parte II, Sez. II, quest. 162) per sostenere che il peccato di superbia è principio di tutti gli altri peccati, (in questo senso è “capitale”, cioè causa principale di altri peccati). Insomma Dante basa le proprie speculazioni sulle istituzioni di diritto romano ed il Corpus iuris civilis, ma nell’assegnazione delle pene sovrappone a delle strutture non attuali antiche lo spirito d’una concezione etica nuova: quella cristiana. Il concetto etico che guida la sua penna è che ad una maggiore ingiuria (iniura di San Tommaso) debba corrispondere una colpa maggiore e l’iniura non è tanto nell’azione quanto nell’intenzione. La città di Dite Tutti gli impedimenti e gli ostacoli nei quali si imbattono il Nostro ed il suo maestro Virgilio (non starò certo a raccontarli tutti) prima di fare ingresso nella città di Dite ci dicono che la parte più difficile e significativa del viaggio sta per cominciare. è la più difficile perché la città di Dite è davvero la “città dolente”, in cui l’antica divinità infernale - Dite, appunto - si identifica con Lucifero, il superbo per eccellenza. Per questo Dante annovera invidia e superbia solo in questa “città”. Ha scritto un acuto critico che egli «con accorgimento artistico-culturale acutissimo le lascia confluire, al termine del quinto cerchio, nel sesto con cui ha inizio il viaggio all’interno della città di Dite, non a caso il cerchio degli eretici, dei senza Dio. C’è bisogno di ricordare tutta la superbia che, sia pure con sfumature e motivazioni diverse, anima di volta in volta, personaggi come Farinata, Capaneo, Taide, Niccolò III, Vanni, Fucci, Ulisse, Guido di Montefeltro, Marra, il Conte Ugolino, Bruto e Cassio?» (Claudio Angelini, Invidiosi e superbi nell’Inferno di Dante, Edizione Novembre 1997, Roma, p. 11). Il racconto di ciò che è la città di Dite inizia nel canto X. Allo sguardo dei due “viaggiatori” si offre una landa vasta, dentro la quale stanno sparse qua e là dei grandi avalli dai quali escono lingue di fuoco. Virgilio spiega a Dante che i coperchi di quei sepolcri «tutti saran serrati / quando di Iosafat qui torneranno / coi corpi che là sù hanno lasciati» (Canto X, vv. 10-12). Dante si dirige verso le fiamme del sepolcro dove stanno Cavalcante Cavalcanti (padre del suo caro amico filosofo e poeta Guido) e Farinata degli Uberti. Nei due personaggi l’arte di Dante isola le caratteristiche di due psicologie diversissime: magnanima e fine quella di Farinata, irrequieta e sensibile quella di Cavalcante. Commenta il Sapegno: «E ciò non tanto perché la magnanima e chiusa fierezza del politico, in Farinata, e al pathos accorato dell’esclusivo amore paterno, in Cavalcante, s’illuminino a vicenda nella violenta contrapposizione, sì anche perché entrambi si riflettono nella perplessità del pellegrino Dante, in un intrico di sentimenti molteplici» (Natalino Sapegno, La Divina Commedia, Inferno, La Nuova Italia, 1955, pp. 108-109). Ma ciascuna delle due figure induce, oltre che alla negazione di Dio, all’isolamento dell’animo in sé: in Farinata, vittima della passione di parte e in Cavalcante, per motivi diversi. Conclusione In Dante, più che in qualsiasi altro poeta, ogni personaggio risulta nella sua dimensione. Considerare il carattere d’una figura dantesca significa allora non solo valutarla sulla scorta dei dati storici ma anche cercarne l’individuare le ragioni strutturali, le leggi proprie dell’impostazione poetica e fantastica. E, citando ancora Angelini, «proprio questo spessore fantastico e profondo in cui la figura è inserita fa di essa […] un carattere multidimensionale […] capace di mantenere la sua attualità in ogni tempo» (C. Angelini, cit., p. 25). Esattamente come i sommi poeti e scrittori hanno saputo fare. 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 15 AIAM il notiziario dell’ 15 n.82 gennaio-marzo 2016 L’EFFETTISMO: Franco FRAGALE Corrente di pittura contemporanea L’ “Effettismo” è stato fondato dal Maestro Franco Fragale, pittore, scrittore, ingegnere, decano e segretario dell’Associazione Cento Pittori di Via Margutta. Si tratta di una corrente eclettica sorta a difesa della Pittura intesa come segno – colore – disegno su supporto partendo dalla tradizione delle Accademie. Dalla “Transavanguardia” fondata da Achille Bonito Oliva negli anni ‘70 è la prima volta che una corrente di pittura si deve confrontare con l’uso divenuto quotidiano del computer anche come strumento di creazione per chiedersi se un’opera eseguita con il computer possa essere considerata Arte. L’ “Effettismo” nasce come reazione alla crisi economico – sociale in atto: l’obiettivo è che l’osservatore riesca almeno per un istante a distogliere l’attenzione dalle sue problematiche contingenti guardando un’opera che abbia un notevole effetto impattante. Nell’“Effettismo” rientra qualsiasi stile pittorico inclusa la street art quando il pittore: suscita stupore emotivo; la sua opera non necessita di spiegazione; la sua opera, in antitesi ai divisionisti e agli impressionisti, può essere vista da vicino e da lontano. L’effettista: ha grande rispetto dell’osservatore atecnico che, al pari dei critici e dei galleristi, rimane giudice ultimo della validità dell’opera; è obbligato a tendere all’originalità o mediante la scelta peculiare del soggetto o mediante una resa inusuale di un soggetto o suscitando riflessioni e suggestioni o entusiasmando per il bello o adoperando tecniche pittoriche innovative. L’effettista rifiuta: ogni forma di compiacimento, di plagio e di imitazione, le ripetizioni di un’opera, le copie numerate senza la distruzione dell’originale; l’uso pedissequo del computer, della carta copiativa, dei proiettori, delle stampe e delle incisioni ripetibili. Nella seconda edizione del suo “Manuale di Pittura” (Editore SCIALPI 2012) ha teorizzato il movimento pittorico ed ha formulato il manifesto tecnico, così ponendone le basi: “L’Effettismo è la corrente di pittura contemporanea che si propone di innovare la tecnica pittorica dei Maestri pur restando nel solco della migliore tradizione, creando nell’osservatore uno stupore, una impressione viva e un’intensa emozione che catturino immediatamente prima il suo sguardo e poi il suo spirito. […] Come hanno teorizzato Duchamp, Masson e Baumeister, nell’Estro creativo del pittore è sempre compreso il ruolo dello spettatore, alla cui fantasia e ai cui sentimenti il pittore si affida: al processo di produzione di ogni opera d’arte partecipano così da una parte l’Artista e dall’altra lo Spettatore che a sua volta col tempo diventa la Posterità. […] Effettisti sono pertanto quei pittori che con il loro estro riescono a dare immediatamente a chi guarda una commozione viva, un senso di stupore che trasmette allo spirito una intensa sensazione, ricorrendo a speciali accorgimenti di tecnica pittorica. Le tecniche pittoriche degli Effettisti sono tante quanti sono i pittori che le applicano e differiscono tra loro soprattutto per il tocco con cui i colori sono applicati sul supporto, con il sistema “a mettere” o “a togliere”, con il dripping, l’accumulo o lo spruzzo, facilitati dai moderni procedimenti consentiti dai nuovi mezzi materiali e tecnici messi a disposizione per l’esecuzione dell’opera d’arte. Negli anni 70, sono stati creati i nuovi colori per la pittura, come gli acrilici, gli alchidici, l’olio classico che si diluisce con l’acqua, e le altre sostanze materiche colorate, che hanno consentito ai pittori di creare delle tecniche veramente innovative, sempre nel rispetto della migliore tradizione pittorica. Alcuni pittori, per ottenere gli effetti desiderati, impiegano tuttora pigmenti e medium classici, perché li ritengono più confacenti alla creazione del momento, altri, pur avendo raggiunto ottimi livelli nella pittura, per creare nuovi effetti e stili d’arte, si sono spinti ad impiegare materiali, mezzi e sostanze diverse da sperimentare. Invece i legni combusti, i tagli, i collages, le fotografie, le proiezioni, le elaborazioni al computer, potranno essere considerate opere artistiche, ma ovviamente non pitture, così come le installazioni e le composizioni di fili e travi di ferro, di curve di tubi o i vari manufatti di cemento non compresi nelle Arti classiche della scultura e dell’architettura”. Di questa nuova corrente è stata data notizia su varie testate giornalistiche, su “Radio Città Aperta”, su “Il Finanziere” e nel febbraio 2014 sul mensile “Area” in un articolo a firma del noto architetto giornalista esperto di storia dell’arte Leonida Valeri, che tra l’altro ha scritto: “Si sta facendo largo, nella capitale, una nuova corrente pittorica. Si chiama, non a caso, “Effettismo”: tra i suoi obiettivi c’è quello di valorizzare l’effetto antidepressivo dei dipinti. E parte da via Margutta, culla dei pittori di strada. Questa è la prima buona notizia. La seconda è che era dai tempi della Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, e dei “suoi” Chia, Cucchi, De Maria e Paladino, quindi dalla Biennale del 1980, che non nasceva qualcosa di innovativo su cui scrivere. Quell’anno, in antitesi all’arte concettuale, ergo all’esposizione di qualsiasi oggetto, meglio se brutto (che vide tra gli ispiratori l’inossidabile Marcel Duchamp, artista e pure scacchista), vennero rilanciati i colori e la manualità della pittura tradizionale. Ora l’Effettismo auspica il superamento del momentaccio, cercando di risollevare lo spirito. “Sboccia in un periodo storico di recessione, nel quale tutti soffriamo; il mondo appare grigio, le attività chiudono” ha spiegato Franco Fragale. “L’effettismo – ha proseguito Fragale – si pone come reazione alla crisi economica del Paese, imponendo il necessario ricorso alla fede nelle capacità dell’uomo, alla speranza nel futuro, alla luce per contrastare il buio quotidiano”. Nel corso delle guerre globali scatenate sul pianeta Terra, quindi delle fasi di congiuntura negativa, l’arte ha reagito di conseguenza. Qualche esempio, qua e là. Durante il primo conflitto si sviluppò, nella neutrale Svizzera, il Dadaismo, che proponeva la negazione dell’estetica Marcel Duchamp dipinse beffardamente sulla Gioconda (non quella vera, ovviamente). Prese pure un orinatoio di porcellana, lo chiamò “R. Mutt” e lo espose come una preziosa statua classica. Più o meno nello stesso periodo, in Germania nacque l’Espressionismo, che trascinò su tela le tensioni e le angosce dell’animo. Il precursore fu un norvegese, un certo Edvard Munch, celebre per l’urlo del suo omino, scaturito – a quanto risulta – da un vero attacco di panico. In America un tizio di nome Paul Jackson Pollock, vissuto tra le due guerre e morto tra le lamiere della sua auto, giovane, ricco e ebbro, s’inventò l’Espressionismo astratto: faceva sgocciolare i colori sulla tela con una tecnica detta, appunto, dripping. L’Europa, terminato il secondo conflitto mondiale, rispose con l’Arte informale, ergo con la negazione delle forme, soprattutto figurative, e della razionalità intrinseca in esse. […] “La prima virtù di un dipinto è essere una festa per gli occhi”, scrisse Eugene Delecroix, esponente del Romanticismo francese, morto alla nascita dell’Impressionismo. L’ispirazione dell’Effettismo arriva proprio dall’Impressionismo, sorto in Francia quando un gruppo di artisti decise di dipingere en plein air, trasferendo lo spettro luminoso sui quadri. Eravamo nella seconda metà dell’800. Il mondo si muoveva a cavallo, erano state scoperte la fotografia e le peculiarità 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 16 16 AIAM il notiziario dell’ della retina dell’occhio umano. In commercio c’erano i colori a tubetti, banali per noi, ma una straordinaria novità per l’epoca, che, assieme ai cavalletti leggeri, rendevano agili gli spostamenti fuori città. Il parigino Claude Monet dipingeva “Impression, soleil levant”, scomponendo le tinte: una rivoluzione. Seguirono poi vari spin off, tra cui il Puntinismo: sulla tela venivano accostati tanti puntini colorati, quasi fossero pixel. Un blu e un giallo a un’occhiata ravvicinata, fondevano in un verde alla corretta distanza, quella in cui si percepiva la coerenza dell’immagine. In Francia c’erano Seurat e Signac e da noi Pellizza Da Volpedo e Segantini con il Divisionismo. Riportiamo la ruota del tempo al 2014. Il termine Effettismo è stato coniato dal fondatore Franco Fragale, che ha spinto gli artisti a confrontarsi con la piazza e le strade, abbandonando l’umidità di studi e atelier, e a interagire attivamente con il pubblico. […] Quella Effettista è “innovazione nel solco della tradizione”: i quadri, al contrario di quelli impressionisti, possono essere guardati sia da vicino sia da lontano. “Crediamo nella vita, per questo utilizziamo artefici pittorici che producono una “reazione antidepressiva”, è il refrain degli artisti della nuova corrente. […] “Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che trasformano una macchia gialla nel sole”, disse un certo Pablo Picasso”. Al manifesto, oltre a Alberto Vespaziani, storico Presidente dell’Associazione Cento Pittori di Via Margutta, che rappresenta il caposcuola, hanno aderito, tra gli altri: Antonio Alberti, Oscar Tirelli, Salvatore Nota, Laura Anetrini, Luigi Salvatori, Rossana Agostini, Italia Bucci, Elisa Camilli, Walter Iagnocco, Gene Pompa, Giuseppe Marchetta, Paolo Veneziani, Claudio Morleni, Massimo Rosa, Paola Sardelli, Mariagrazia Benvenuti, Stefano Illuzzi, Patrizia Cologgi, Gabriella Blandi, Daniela Di Bitonto, Alessandro Trani, Fabio Vespaziani, Mario Vespaziani, Marisa Barbantini Fidotti, Donatella Tirelli, Marco Cavini, Francesca Romana Fragale. Il famoso critico d’arte Gen. Dott. Antonio Sorgente ne ha seguito la genesi avallando con la sua perizia la prima presentazione pubblica a Roma della corrente tenutasi lo scorso ottobre all’ “Universale” e la prima mostra presso il Comando provinciale della n.82 gennaio-marzo 2016 Guardia di Finanza in Viale XXI Aprile, che è stata presentata dal Prof. Arnaldo Colasanti e dal Dott. Francesco Parente della RAI. Gli aderenti al manifesto hanno convenuto che corretto fondamento ideologico della corrente siano le teorie di Jean Pierre Changeux. I Surrealisti teorizzarono l’importanza dell’inconscio descritto dai sogni a seguito della nascita della psicoanalisi. La Transavanguardia propugnava tra l’altro un ritorno all’espressione intimistica di ogni singolo aderente. Gli Effettisti hanno registrato la teoria di Jean Pierre Changeux, celebre Professore di neuroscienze dell’istituto Pasteur di Parigi, che ha spiegato scientificamente la relazione tra arte e cervello umano e ha scritto in proposito saggi rivoluzionari. è l’empatia la chiave del meccanismo, secondo Changeux: è artista chi riesce a comunicare emozioni nel modo con cui “il cervello vede il mondo”, in perfetta armonia tra ragione ed emozione. Secondo il Professore qualsiasi forma di pittura può risultare empatica, quella figurativa e quella astratta. L’opera non deve essere spiegata all’osservatore. Deve immediatamente colpire il cervello, tanto l’emisfero destro(emozione) quanto quello sinistro (ragione). Porta l’esempio di due grandi artisti, Caracci e Pollock in evidente antitesistilistica. L’Effettista è chi riesce nell’arduo compito di divenire empatico utilizzando tecnica e sentimento, senza dovere alcuna spiegazione verbale per suscitare nell’osservatore uno stupore emotivo. Nel suo noto saggio “L’uomo neuronale” Changeux sostiene che fin dalla nascita l’uomo elabora memorie ed immagini. Di fronte ad un’opera può avvenire il “riconoscimento”, ossia l’identificazione delle immagini offerte con le memorie ed immagini elaborate. L’Effettista riesce a porre in essere il meccanismo di “riconoscimento”: l’osservatore recepisce l’opera come immagine della propria memoria reale o subconscia. (Francesca Romana Fragale) Oggi coordina il movimento Francesca Romana Fragale, già avvocato di cause sociali, scrittrice e pittrice, che con il padre in vita ha contribuito alla elaborazione dei fondamenti della corrente. INFO: [email protected] tel. 328.3356326 www.associazionefuturosostenibile.it sede di Roma: via Germanico, 1 Il corso di pittura "Effetto natura" Si tratta di un Corso al contrario. L'idea mi è venuta ricor- L'ACCADEMIA INTERNAZIONALE D'ARTE MODERNA È LIETA DI ORGANIZZARE IL CORSO DI PITTURA CLASSICA E CREATIVA "EFFETTO NATURA" I CORSI SI TERRANNO A ROMA VIA GERMANICO 12 INFO 16,30 ALLE 19,00 06.6373303 - 380.6373303 DALLE LUNEDI E IL MERCOLEDI dando il mio corso di pianoforte, solfeggio, agilità delle dita, coordinamento mano destra e sinistra, scale. Si cominciava a fare musica dal quarto anno. La tecnica è fondamentale in tutte le Arti. Ma per la pittura si può sfruttare la ancestrale capacità innata in chiunque di esprimersi con il disegno. Gli uomini primitivi già disegnavano, le caverne dei luoghi nei quali vi erano i primi insediamenti ne conservano importanti testimonianze; ideogrammi stilizzati sono alla base delle prime forme di scrittura. Così per i geroglifici, per la grafia cinese anche moderna. Anche per il disegno è fondamentale la tecnica ma in questo corso il processo è invertito. Così per la pittura, cominciamo prima possibile e poi ognuno, dopo le lezioni di acquarello, olio e prospettiva deciderà con quale tecnica continuare. Con me farete disegno e acrilici. Il disegno serve per foto, scultura, progettazione, pittura e per le mappe mentali. Non bisogna avere paura. Innegabile è il potere liberatorio e catartico del disegno. Tutto nasce dalla ideazione di una corrente di pittura contemporanea, l'"effettismo" ad opera di mio Padre, Franco Fragale, che ha consentito a me ed un ristretto gruppo di sodali di apprendere la tecnica antica e moderna e di avere il coraggio di sperimentare al fine di impattare con l'osservatore suscitando con empatia stupore emotivo. In questo corso cercheremo tutti insieme di lasciare a ruota libera l'emisfero destro del cervello anche tramite l'ausilio della musica e della poesia nella speranza di creare veri pittori "effettisti" in grado di suscitare le emozioni più profonde. In bocca al lupo a tutti quelli che vorranno partecipare. Francesca Romana Fragale 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 17 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 Cannes Festival 17 Francesca GRAZIANO della DANZA Una magnifica edizione piena di sorprese I l Festival della Danza di Cannes fondato nel 1984 e poi divenuto Biennale è, accanto al Festival del Cinema, fra le grandi manifestazioni della città. Danzare dunque per entrare nel ritmo della vita, perché la danza è rappresentazione drammatica, spettacolo ed opera d’arte che dà forma e sostanza ai vissuti più profondi, è sacrificio e atto magico e per questa via partecipazione stessa al divino che pure abita l’umanità: Brigitte Lefèvre, nuova direttrice artistica del Festival e celebre nome della danza francese, ha più volte ricordato negli incontri, che numerosi hanno punteggiato la manifestazione di Cannes, il valore, i significati e le finalità simboliche della danza nel suo porsi sulla linea ideale di incontro fra tradizione e innovazione. Donna di potere, (è stata per lunghi anni direttrice della danza all’Opéra National de Paris e prima delegata alla danza del ministero della Cultura francese), ha proposto al pubblico un viaggio poetico ed estetico sulle tendenze della danza di oggi. Il Festival ha reso omaggio a Rosella Hightower, prima partner di Rudolf Nureiev in terra di Francia e al Centro internazionale di danza da lei fondato e aperto nel ’61, restaurato, ampliato e riaperto in occasione della manifestazione cannoise. Il Centro, che con la sua lunga attività pedagogica amplifica e magnifica la danza, è oggi nelle solide mani della direttrice artistica Paola Cantalupo che porta avanti un discorso di formazione fra i migliori di Francia. Ampio spazio è stato infatti dedicato ad ateliers di danza, master class, incontri con i coreografi e colloqui in partenariato con l’Università di Nizza Sophia Antipolis e il Centro nazionale della danza. Quest’anno in particolare la Croisette è stata invasa da un sempre più numeroso pubblico di appassionati, molti i giovani attirati dalle grandi star della danza e dalla diversità degli spettacoli allestiti al ritmo di due, tre al giorno nei teatri della città. Fra i tempi forti della manifestazione, per la prima volta in Francia la Compagnia nazionale di danza di Corea ha portato sul palcoscenico del Grand Auditorium Vortex, un balletto nato dall’incontro tra il coreografo finlandese Tero Saarinen e i danzatori coreani, un turbine di movimenti e vibrazioni capaci di fondere, sublimandoli, due universi molto differenti. La bella avventura di Hela Fattoumi ed Eric Lamoureux si basa sulla coreografia di Wawes in cui i corpi si muovono come onde seguendo la musica di Peter von Poel, incontro tra la danza contemporanea e il post rock svedese. Palimpseste di Michele Noiret e Dentro di Catherine Diverrès esplorano la memoria del corpo: le due interpreti, Majella Stockausen e Suzanne Stephens (Palimpseste) si sono divise la scena del Teatro La Licorne con Harris Gkekas ed Emilio Urbina (Dentro). E un omaggio all’oscurità ha innalzato Christian Rizzo, singolare artista a capo della CCN di Montepellier con Ad Noctum, universo sonoro in referenza ai Notturni di Chopin. Una carrellata sulla danza contemporanea europea ha proposto Eric Oberdoff con il programma Plateforme Studiotrade, pezzi coreografici che riflettono la ricchezza e la diversità della danza della scena europea indipendente. Passioni, colpi di fulmine, gelosie, frustrazioni, amori non corrisposti, duelli e morte: la coreografa brasiliana Deborah Colker e la sua Compagnia provano ad evocare l’anima slava in Tatyana, libera interpretazione del celebre romanzo di Puskin Eugenio Onieghin incentrata sul dramma della protagonista Tatiana. La rilettura di Deborah Colker è improntata a una grande libertà coreografica, abile sintesi tra danza classica ed audaci performances virtuosistiche su musiche di Rachmaninov, Ciaikovski, Stravinsky, Prokofiev. Meraviglie, sortilegi e incanti di una Belle che si apre alla femminilità e alla vita: Kader Belarbi a capo dal 2012 del Ballet du Capitol di Tolosa, ha invertito il titolo del racconto di Madame LePrince de Beaumont nel suo nuovo balletto La Bete et la Belle. Percorso iniziatico e metamorfosi di una Belle che da un idealizzato mondo infantile approda e scopre l’amore, il desiderio, la sessualità, la Bete et la Belle, creato per Les Grands Balletts canadiens, è stato interamente rivisitato dal coreografo che per il Ballet du Capitol ha creato fra l’altro A nos Amours, Etranges voisins, Bach suite III… 35 ballerini di 12 nazionalità differenti danno vita ad un mondo visionario, onirico, dove animalità e umanità si intrecciano e si fondono nelle oscure regioni dell’inconscio. Le scene e costumi si devono alla fervida fantasia di Valérie Berman: fra cigni, gru, giraffe, cobra, cani, aristocratici la scenografa ha creato uno strano, ambiguo universo alla Hieronymus Bosch. Musiche di L.C. Daquin, F.J. Haydn, G. Ligeti, M. Ravel. Energia, dinamismo, passione abitano la Compagnia Grenade di Josette Baiz: in Guest II il gruppo di Aix-en-Provence incontra i grandi coreografi di oggi con un interessante viaggio attraverso la recente storia della danza: estratti da Desert d’amour di Dominique Bagouet su una sinfonia salisburghese di Mozart, da Entity del coreografo britannico Wayne Mc Gregor, l’Evocation di Damien Jalet, Brilliant Corners e Uprising dei coreografi israeliani Emanuel Gat e Hofesh Shechter dalle possenti percussioni ritmiche. Rimarchevole e tenero l’ omaggio alla grande Trisha Brown coreografato da Josette Baiz per un gruppo di giovanissimi danzatori … Dbddbb la nuova creazione di Daniel Linehan per la Compagnia Hiatus è una suggestiva (e deliziosa) indagine sulla marcia: cinque danzatori ballano e recitano poesie sonore che ricordano il Lautgedicht (poesia fonetica) di H. Ball, suoni e fonemi in libertà tipici dell’onomatopeia futurista o lo zaum dell’avanguardia russa, riecheggiano il paroliberismo marinettiano, ma seguendo lo stesso ritmo e cadenza. Esplorando qui la marcia intesa come “un modo di misurare il tempo con il corpo”, Daniel Linehan si serve della voce per ingenerare un ibrido movimento-suono dove i danzatori si inventano nuovi linguaggi, anarchie verbali, nonsense, vibrazioni inattese, coordinazioni dinamiche compositive in cui si può aprire, forse, un qualche spazio per l’individuo. Lo sguardo dada-futurista, ludico e dissacrante del coreografo attivo a New York e a Bruxelles prima di stabilirsi come artista residente all’Opéra di Lille ricerca interazioni tra la danza e frantumi di nuovi codici artistici. Il Ballet de l’Opéra di Lione diretto dal coreografo di origine ateniese Yorgos Loukos, a capo del Festival di danza di Cannes per 16 anni, ha dedicato una serata a Jiri Kylian, Bella Figura, Heart’s Labyrinth, 27’52’, opere emblematiche del celebre coreografo di Praga danzate da una Compagnia fra le più importanti d’Europa. In Bella figura il gioco scenografico del sipario disegna quadri di rara bellezza, di assoluta perfezione “Qual è veramente la differenza fra ciò che chiamiamo arte e l’artificio, fra la realtà e l’immaginario? Si chiede Jiri Kylian a proposito di Bella Figura - Io ricerco il momento in cui il sogno si introduce nella nostra vita oppure dove la vita entra nei nostri sogni”. Lo sguardo dell’artista si posa sugli interpreti che seminudi volteggiano in scena con una fluidità quasi irreale. Barocca, surrealista, sorprendente, la coreografia si accorda a meraviglia con le musiche di Pergolesi,Vivaldi, Benedetto Marcello,Torelli, Foss. Sublime e struggente la partitura di Heart’s Labyrinth scritta per Karen Tims, ballerina del Nederlands Dans Theater di cui Kylian è stato direttore artistico. Vuoto, sentimenti ed emozioni dinanzi alla morte sono resi con straordinaria fluidità ed esattezza di gesti: rappresentazione visiva di un’esperienza che lo ha profondamente segnato, il suicidio di Karen, la coreografia sui labirinti del cuore è stato il primo passo per l’elaborazione psichica del lutto e l’accettazione di una fine assurda. Un dichiarato sentimento del tempo è invece alla base di 27’52’’coreografia creata nel 2002 in occasione dei 25 anni del Nederlands Dans Theater. Che cos’è il tempo? “Se nessuno me lo chiede lo so, se voglio spiegarlo a chi me lo chiede non lo so più” rispondeva Sant’Agostino già 15 secoli fa. Tempo ciclico o escatologico, tempo vissuto, amore e malinconia dove il tempo viene solo subito, tempo dell’Io e tempo del mondo, la velocità, l’invecchiamento o soltanto “l’istante dello sguardo, il tempo per comprendere, il tempo per concludere” (Lacan): nella dinamica gestuale di 27’52” il tempo diviene per noi spettatori appassionati una confortante esperienza della memoria sottolineata con rara eleganza di stile dalle musiche del compositore tedesco Dirk Haubrich che qui rende omaggio alla Sinfonia n.10 di Gustav Mahler. Les Nuits barbares ou Les premieres matins du monde di Hervé Koubi è una pièce ispirata ai popoli del mare, affascinante ipotesi sulla storia dell’umanità e le origini mediterranee della civiltà, mito condiviso ed affrescato da Jean Cocteau nella sala degli Sposi di Mentone. Il compito di chiudere questa magnifica edizione dei 20 anni è toccato alla Compagnia nazionale di danza di Spagna guidata dall’ex etoile dell’Opéra di Parigi José Carlos Martinez: che ha presentato Carmen coreografata dallo svedese Johan Inger su musiche di Radion Shchedrin e Georges Bizet. 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 18 18 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 Japonisme: Roberta Iolanda LANZI a contemporary perspective. Il caso di Julian Opie A bstract - The definition of Japonisme raises many doubts which still remain without satisfactory an- swers. Taking into account the case of Julian Opie in the context of Japonisme can offer the opportunity for a freshdiscourse about the phenomenon itself. Il termine japonisme sta ad indicare l’influenza giapponese nell’arte occidentale che si osserva dalla seconda metà dell’800 fino agli inizi del 900. Tale definizione lascia irrisolte molte perplessità circa l’applicazione di tale terminologia: si parla di giapponismo riferendosi a molteplici aspetti, spesso in contrasto tra di loro. Ma un altro fattore può essere messo in discussione – quello temporale, che considera il fenomeno concluso – se si guarda ad alcune opere di Julian Opie. Artista britannico di fama internazionale, Opie parte dalla lezione minimalista e pop per poi superarla in una poetica personalissima, che combina il personale con l’impersonale, il reale con l’illusorio, nonché l’uso di nuove tecnologie con elementi appartenenti alla tradizione giapponese dell’ukiyo-e, e in particolare alle stampe di maestri come Utamaro e Hiroshige. Nei suoi ritratti – eseguiti tramite una manipolazione digitale di fotografie scattate in studio – si riscontra la stessa abilità di Utamaro nel rendere l’individualità dei caratteri, sebbene basati su dei “tipi” sociali: ogni persona, per quanto schematizzata, è ancora riconoscibile da alcuni dettagli, come il modo in cui i capelli cascano sulle spalle o l’arco delle sopracciglia. Inoltre, è possibile tracciare molte corrispondenze tra le pose delle belle donne raffigurate dai due artisti: ne è un esempio Hijiri with silk scarf (2005), dove la protagonista sostiene una stoffa velata di fronte al volto in una posizione che ricorda quella della donna del primo pannello a sinistra nel trittico Lavoro di sartoria (1794 circa) di Utamaro. Invece, da una serie paesaggistica dal titolo Eight views of Japan (2007), frutto di un’esperienza di viaggio dell’artista in Giappone, spicca un richiamo alle stampe di Hiroshige. Oltre ai soggetti e al formato verticale, il taglio di figure in primissimo piano e le gradazioni di colore giustapposte (spesso in qualità di riflessi sull’acqua) che accompagnano dolcemente lo sguardo verso lo sfondo, sono di chiara ispirazione giapponese. Dello stesso stampo sembrano le più recenti serie (entrambe del 2014) Bamboo forest, dove i bamboo si stagliano neri in primo piano lasciando intravedere sottili spiragli di bianco, e Boats, barche disegnate da diverse angolature – non a caso frequente oggetto di rappresentazione anche tra gli impressionisti. è dunque possibile pensare alle opere di Opie in rapporto al giapponismo e viceversa? Sulla base delle definizioni convenzionali probabilmente no.Tuttavia, le sue opere costituiscono la prova della necessità di riformulare i criteri del japonisme in chiave contemporanea, in modo da volgere la ricerca ad altre esperienze artistiche che ancora si ispirano a modelli giapponesi, sia antichi che moderni. Utagawa Hiroshige, Iris a Horikiri, 1856 –1859 da Cento vedute celebri di Edo. Stampa policroma. Collection du Musée national des arts asiatiques Guimet Oeuvre. Source: L'exposition Samouraï (Château des Ducs de Bretagne, Nantes) Julian Opie, View of Nambu Bridge from Route 52, 2007 Computer film, doppio schermo LCD. The National Museum of Mdern Art,Tokyo. ImageLicense: <a href="https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/">(license)</a> 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 19 AIAM il notiziario dell’ n.82 gennaio-marzo 2016 LES MOULINS DI RENOIR Al volgere del XIX secolo, la collina di Montmartre manteneva ancora un aspetto poco urbanizzato, caratterizzato da casette rurali separate da stradine in terra battuta, da cui Vincent Van Gogh trasse più volte ispirazione al suo arrivo a Parigi. L’apertura del Moulin Rouge, nel 1889, costituì lo spartiacque tra la Montmartre bohémien e la Montmartre dell’intrattenimento borghese; cantiere della nuova industria del divertimento, le sue pale rosse rimandavano ai trascorsi rurali della collina e, in particolare, a uno dei luoghi di ritrovo ivi più noti: il Moulin de la Galette, osteria popolare ove si ballava il sabato, la domenica e il lunedì, e si beveva alla mescita il vino popolare prodotto dalle uve coltivate sulle colline appena fuori dall’amministrazione cittadina. Il Ballo al Moulin de la Galette, che Pierre-Auguste Renoir dipinse nel 1876, sembra fermare – come in un fotogramma – un momento di spensieratezza e divertimento, nel quale un ambiente semplice, privo di lusso fa da cornice a coppie di avventori che danzano tra la luce del giorno e l’ombra degli alberi, mentre in primo piano alcuni giovani siedono in conversazione intorno a un tavolo senza tovaglia, sul quale sono poggiati bottiglie e bicchieri. Le rapide pennellate di Renoir riempiono la tela di colori saturi, tipici della tecnica impressionistica: la luce bluastra che pervade la scena si anima di punti di luce, raggi solari che trapassano le fronde degli alberi e risaltano volti e superfici. La sproporzione fra le figure dei ballerini in primo piano e quelle retrostanti denota un volontario discostarsi dalle regole della prospettiva, lasciando emergere la volontà dell’artista di raffigurare la profondità dello spazio come viene percepita dall'occhio, senza ancorarla ad alcuna razionalità geometrica. L’immediatezza della scena, colta dal vivo, risalta nelle differenti posture in cui sono raffigurate le coppie di ballerini; la folla in movimento, che trascorre qualche ora di riposo a ballare, chiacchierare, bere e fumare, lascia trasparire il carattere gioioso del momento, colto da Re- 19 Emiliano LOCURATOLO noir come un frammento di vita nella periferia, ancora rurale, di una Parigi in pieno fermento urbanistico. Nel Ballo al Moulin de la Galette, Renoir sembra puntare al confronto con Musica alle Tuileries (1862), ove Manet, alternando pieni e vuoti, aveva messo in scena la Parigi contemporanea come fosse un fregio antico e trasformato la folla in puro ritmo. L’opera di Renoir ne riprende le caratteristiche, ma si trasforma in moto pulsante, che accende i corpi a ritmo alternato di luci e ombre, ove la prospettiva lascia spazio alla continuità spaziale. Nell’aria di festa c’è la vivacità e lo spirito di mutamento che pervadeva Parigi negli anni della ricostruzione: una città in moto perenne, ove la notte è finalmente illuminata dalle luci a gas e le differenti classi sociali si mescolano avvicendanBallo moulin de la Galette dosi nei grandi boulevard. Pierre-Auguste Renoir Tutto ciò sembra evocare quanto scritto da Edmond Duranty: “Ho visto commedie di gesti e di volti che erano davvero da dipingere. Ho visto un gran movimento di gruppi costituito dai rapporti tra le persone, quando si incontrano sui diversi terreni della vita. Le differenze ne vestiario avevano una parte di rilievo e corrispondevano alle variazioni della fisionomia, dell’andatura, dei sentimenti e dei gesti.Tutto mi sembrava predisposto, come se il mondo fosse fatto unicamente per la gioia dei pittori, la gioia degli occhi. LUNGO LA STRADA DI BALTHUS Antonella ROMANO esprime attraverso la luce lattiginosa dei nudi di giovinette adoIn questi mesi Roma accoglie nel suo grembo due importanti molescenti, le lineeprospettiche degli edifici e delle strade, il colore stre di un artista curioso e scandaloso, che porta porta nei suoi tenue dei suoi paesaggi. Il mondo si rivela all’artista come un dipinti il segno indelebile dell’eternità: Balthus. Divertente,libidigrande teatro in cui si consuma la quotidianità della vita. Come noso e atemporale, l’artista provvede a rappresentare come un marionette, i personaggi de La Strada ocregista a teatro, il dramma dello straniacupano tutto lo spazio della scena, profonmento dell’uomo, mettendo in scena, in damente distanti tra loro, e dallo una ricerca della forma fino alla più alta spettatore. Tutto è fermo, in attesa: la rasintesi, delle creature perdute e perdenti. gazza vestita di nero che incrocia un bamNelle sue opere, l’artista distorce la pobino con le sembianze di un Pinocchio, stura delle spalle e delle braccia delle la madre con un bambino-fantoccio, il pagiovanissime modelle, accentuandone il nettiere che porta la sua croce di legno, la candore delle carni e le forme acerbe. bambina con il suo gioco solitario. Solo in L’opera di Balthus, nell’ossessione corpoun secondo momento lo sguardo dello rale ed erotica che intreccia lecito ed ilspettatore si posa su due corpi uniti dalla lecito, non condensa solo un’epoca violenza e dalla brutalità del desiderio che chespinge a galla il rimosso, ma resta a il forte impone al debole; ma la drammasegnalare una temperatura che sale ogni La strada ticità di quell’aggressione, ibernata nella qualvolta l’individuo si senta minacciato Balthus (Balthazar Klossowski) de Rola 1933-1935 staticità forzata delle pose e delle espresnella sua integrità, rendendo lo spettasioni, lascia lo spettatore spiazzato nella sua impotenza. La strada tore complice insospettabile del crimine più efferato: il furto delè gremita, non uno spazio è lasciato libero dal passaggio delle perl’innocenza. Partendo da un profondo studio delle opere di Piero sone; eppure è il silenzio a calpestare realmente quel luogo. Mai della Francesca, Balthus fa sua l’armonia, la proporzione e la misura la solitudine ha avuto tanta compagnia. Fin dai suoi esordi, setipiche dello spirito artistico del Quattrocento italiano. Nato a Pacondo il critico Vittorio Sgarbi, Balthus mostra di avere le carte in rigi, dopo un lungo periodo trascorso nei freddi ed eleganti paeregola, in quanto “perfettamente contemporaneo pur essendo saggi svizzeri, a partire dal 1961, l’artista si trasferisce a Roma per antimoderno”. Con lucidità spietata e conturbante cinismo, l’artidirigere l'Accademia di Francia a villa Medici, ove resterà per molti sta ritrae un’immagine mentale forte di una umanità costretta anni. Ricercatore instancabile di una nuova gestualità, Balthus dalle strutture e sovrastrutture sociali. Il volto della marginalità paruba l’innocenza dalle pose intime ed eccentriche dei bambini gliaccesca dell'essere umano viene esibito da Balthus con la quieta e cattura i gesti dell’anima colpendola alle spalle. In La Strada attitudine di chi sa ben manovrare gli strumenti del proprio teatro. (1933) si riconoscono i segni di Cézanne e Seurat, i colori e le É nell’opera La Strada che l’artista porta ai nostri occhi la violenza forme di Piero della Francesca, con il risultato di un’immagine indell’esistenza umana liberandoci dall’ipocrisia di un’ignoranza contrisa di elaborato classicismo e assoluta modernità. Quella di Balsapevole e, per questo, colpevole... thus è un’esaltazione morbosa e dotta della storia dell’arte che si 82:Layout 1 19/12/15 08:30 Pagina 20 AIAM il notiziario dell’ 20 n.82 gennaio-marzo 2016 WORKSHOP DI "STREET PHOTOGRAPHY"A PADOVA 12/13/14 febbraio 2016 Presso il Centro Universitario diVia Zabarella 82 Il corso è aperto a tutti sia principianti che esperti e con qualsiasi apparecchio fotografico è un corso intensivo nel quale vengono suggeriti, attraverso la storia della Street Photography e la conoscenza dei grandi fotografi che l'hanno fatta, nuovi stimoli. Pone l'attenzione a quello che si fotografa imparando a essere più selettivi, si avrà modo di individuare più chiaramente il proprio percorso fotografico, per chi è alla ricerca di uno stile personale in fotografia. Questo corso vi farà appassionare ancora di più a questa bellissima arte quale è la Fotografia www.mignon.it https://www.facebook.com/MignonStreetPhotography?ref=hl http://mignonphotos.blogspot.it/ RITAGLIARE E SPEDIRE ALLA DIREZIONE A.I.A.m. via Giulio Sacchetti,10 - 00167 Roma (Aurelio) --------------------------------------------------------------------SITUAZIONE PATRImONIALE dell’A.I.A.m. al 30 giugno 2015 ATTIVITA’ A) ENTRATE ORDINARIE 13.404,00 RISERVE DI CASSA (anno precedente) 21.0259,13 TOTALE VOCE A 34.429,13 B) DISPONIBILITÀ SCORTE deposito Poste It 1.394,29 deposito aurei 20.000,00 TOTALE VOCE B 21.394,39 C) IMMOBILIZZAZIONI D’ESERCIZIO Attrezzature Mostre 12.000,00 Apparecchiature Telematiche 10.000,00 Mobili e macchine ufficio 11.305,00 TOTALE VOCE C 33.305,00 D) IMMOBILIZZAZIONI FISSE Opere d’arte ( 516) Biblioteca (vol. 1225) TOTALE VOCE D TOTALE DI BILANCIO (A+B+C+D) ENTRATE USCITE 4.200,00 450,00 600,00 4.000,00 100,00 600,00 258.000,00 6.250,00 264.250,00 353.378,42 canone di locazione segreteria energia elettrica (ACEA) telefono rimborsi forfetari diritti di segreteria 4.000,00 manutenzione estintori materiali di consumo cancelleria e inchiostri per due stampanti 700,00 spese postali e circolari ai soci servizi informativi internet servizi assistenza alla programmazione servizi assistenza alle apparecchiature Imposta rimozione rifiuti (AMA) 23.920,52 23.920,52 B GESTIONE EDITORIALE (ROC) Il Notiziario dell’A.I.A.M. (2 n.x3.500 copie) 3.700,00 200,00 4.800,00 12.000,00 10.000,00 11.305,00 33.305,00 C ATTIVITÀ ARTISTICHE XXXVII Edizione Trofeo Medusa Aurea 7.000,00 2.500,00 PASSIVITÀ A/1 USCITE ORDINARIE TOTALE VOCE A B/1Poste Rettificative Dell’attivo Fondo AMM/TO Attrezzature Mostre Fondo AMM/TO Apparecchiature Telematiche Fondo AMM/TO Attrezzature ufficio TOTALE VOCE B/1 C) FONDO DI DOTAZIONE Opere D’arte Biblioteca Riserve TOTALE VOCE C/1 D) CONTI D’ORDINE Depositi aurei Deposito poste italiane Partita di giro TOTALE VOCE D/1 TOTALE DI BILANCIO A/1-B/1/C/1 D/1 BILANCIO PREVENTIVO DELL’ A.I.A.m 2014/2015 258.000,00 6.250,00 10.144,33 274.394,93 A GESTIONE UFFICIO CENTRALE 800,00 450.00 500,00 500,00 250,00 D ORGANIZZAZIONE SOCIALE Quote annuali dei soci 15.000,00 Perdite per mancato incasso Contributi di iscrizione dei soci nuovi 1.400,00 Spese non previste 10.000,00 31.500,00 31.100,00 TOTALE DI BILANCIO (A+B+C+D) 700,00 20.000,00 1.394,29 498,53 21.892,90 353.378,42 Approvo il conto economico chiuso il 30/06/2014 dell’A.I.A.m. relativo all’anno accademico 2015/2016 ed il bilancio preventivo 2014/2015 Data Firma del Socio 82 COPERTINA:Layout 1 19/12/15 08:39 Pagina 4 III PREMIO XXXIX EDIZIONE “MEDUSA AUREA” ARTI FIGURATIVE Daniel ROUCOUX "Tableau T 91" "Havane1" huil sux toile cm 25X35 Maurizio RINAUDO Gianni MUNTONI “Villagrande: sguardi del passato” acrilico / tela cm 50x70 Franco AURIZI tecnica mista Carmela CALMIERA “Irrefrenabile sentimento” TM / tela cm 100x120 Alessandra de LEONI “Annamaria” cm 100x100 82 COPERTINA:Layout 1 19/12/15 08:38 Pagina 1 Luca CELANO