i medici - Toscana Film Commission

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i medici - Toscana Film Commission
 rassegna
INDICE RASSEGNA STAMPA
rassegna
Si gira in Toscana
Corriere Fiorentino
24/07/2015
p. 13
I Medici all'americana
Edoardo
Semmola
1
Festival Cinematografici
Tirreno Viareggio
24/07/2015
p. VII
Il fotografo Matarazzo selezionato al Festival di Ariano
3
Iniziative ed eventi
Corriere Fiorentino
24/07/2015
p. 15
In piazza con il Perozzi, Amici Miei fa 40 anni
Antonio
Passanese
4
Alberto Pierini
5
Segnalazioni
Nazione Arezzo
24/07/2015
p. 8
Natalie Portman, un Oscar a tavola La «donna» di Thor
sceglie Cortona
Nazione Arezzo
24/07/2015
p. 8
Si riapre l'autostrada dei mille vip americani
Nazione Firenze
24/07/2015
p. 27
«La mia Firenze era così». Parola di Pratolini
Indice Rassegna Stampa
6
Giovanni Bogani
7
Pagina I
Televisione Dopo «il Trono di Spade» e «I Borgia» la fiction Usa sulle vile di Cosimo e Lorenzo
Spotnitz, autore anche di X-Files: «Sesso, violenza, potenza visiva». A settembre il set a Firenze
I
di Edoardo Semmola
Prendete il violento ardore
narrativo di Games of Thrones: sangue, sesso, l'intrigo
politico portato al parossismo che sta facendo scuola
in tante produzioni televisive. Aggiungete il mistero
noir di X-Files, l'angoscia
apocalittica di Millennium e
la componente mitologica di
Star Trek - L'ira di Khan. E
soprattutto la lezione di stile
de I Borgia, la serie di culto
canadese firmata da Neil Jordan con protagonista Jeremy
Irons. Mischiate tutto e immergete nella Firenze di cinque secoli fa: avrete I Medici
- Kingdom qf Gold, la nuova
fiction di Rai a in due stagioni che da settembre a Natale
sarà girata in città (e in altre
sette location in giro per la
Toscana) e che vedremo sugli schermi nel 2016.
E «tutto pronto, tranne il
cast che è in fase di completamento ma che dovremo tenere
segreto fino all'ultimo», racconta Frank Spotnitz, il regista
americano che la Rai ha ingaggiato per dare un volto nuovo,
più internazionale, alla sua
narrativa televisiva. Scrittore,
produttore e showrunner: è
sua la seconda mano, insieme a
quella celebre di Chris Carter,
che ha creato il mito dei cacciatori di alieni Mulder e Scully e il
sequel Millennium. «Sarà la
prima volta che una fiction del
genere verrà girata nei veri luoghi dei Medici, nei loro palazzi
e strade - ha aggiunto Matilde
Bernabei di Lux Vide, che produce la serie - e non ricostruita
in luoghi estranei».
A Spotnitz è stato affidato il
ruolo di showrunner, quindi di
principale regista e responsabile del progetto, da una coproduzione italo-americana che
vede al suo centro la Lux Vide
(che ha creato tra gli altri Don
Matteo, Anna Karenina, La
Bella e la Bestia, Romeo e Giulietta), oltre alla Rai. «E un'av-
Si gira in Toscana
ventura incredibile, la storia
che tutto il mondo attende di
farsi raccontare: quella della
nascita dell'era moderna». Già
in cantiere due stagioni di otto
episodi di un'ora ciascuno: «La
prima inizia dalla morte di Giovanni Bicci e avrà come protagonista Cosimo e la nascita della dinastia Medici. La seconda
sarà dedicata a Lorenzo il Magnifico». Al suo fianco avrà Nick Meyer come primo sceneggiatore e autore delle prime
due puntate: a lui dobbiamo
tra le altre cose Star Trek L'ira di Khan e Star Trek - Rotta verso l'ignoto, Houdini e
l'adattamento cinematografico
de La macchia umana di Philip
Roth con Anthony Hopkins e
Nicole Kidman.
«Ho accettato l'incarico
quando ho capito che c'è una
larghissima parte di pubblico,
soprattutto in America, che
aspetta una serie come questa».
Perché la storia dei Medici, sostiene Spotnitz, «ha un enorme
significato per tutto il mondo
proprio perché tratta delle origini dell'era moderna, di come i
Medici hanno realizzato, partendo da un'arte considerata
volgare e pagana, gli standard di
bellezza ancora in vigore; di come hanno rivoluzionato la società creando le banche e inventando di fatto la classe media e
la mobilità sociale. Prima di loro se nascevi povero morivi povero. E se nascevi ricco, ed erano veramente in pochi, avevi
tutto dalla vita. Con i Medici
Il mondo vuole sapere
tutto di questa famiglia
La Rai mi ha chiesto
di conquistare
il pubblico giovane
questo è cambiato» ed è un
aspetto, una prospettiva diciamo «protestante» sulla storia
fiorentina, che «agli americani
interessa tantissimo».
«Il secondo motivo per cui
ho voluto fare questa fiction è il
desiderio da parte di Lux Vide e
Rai di alzare finalmente il livello qualitativo della narrazione,
avvicinandosi ai grandi prodotti americani nati sul satellite e
non per un pubblico generalista, come 24, The Walking
Dead, Game of Thrones, il top
della qualità della tv americana. Anche se non potremo
competere con i budget inarrivabili di queste produzioni,
tentiamo l'ardua missione di
far integrare la mentalità e le
esigenze di qualità che abbiamo imparato da queste serie
con le necessità di una televisione popolare e generalista.
Non a caso la stiamo già vendendo in America e su network
di altri paesi prima ancora di
aver girato il primo ciak».
Sarà, promette, «una fiction
di impatto e grande potenza visiva, sul modello di Gomorra,
puntando su un pubblico giovane che non guarda Don Matteo e cercale serie americane di
qualità. Una generazione che
altrimenti la tv italiana rischierebbe di perdere». E avrà un
cast mezzo italiano e mezzo anglosassone «con alcuni nomi
famosi, che non posso anticipare». Hanno individuato in
Spotnitz l'uomo giusto per
questa operazione non solo
per la fama maturata con il lavoro in X-Files ma anche perché lui è un autore ponte tra
due culture: vive e lavora a Parigi, insegna televisione all'università di Berlino, ed è sposato
con una donna italiana.
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Pagina 1
I suoi lavori
Frank Spotnitz
è un autore
televisivo
americano nato
in Giappone 55
anni fa
Creatore di
molte serie tv
tra cui
«X-Files»
insieme a Chris
Carter, lavora a
Parigi e insegna
televisione
all'Università di
Berlino. Al suo
fianco Nick
Meyer,
autore di
«Star Trek»
Si gira in Toscana
Riferimenti
A sinistra
«La congiura
dei Pazzi»
di Stefano Ussi
Sotto
una scena
dalla fiction
«I Borgia» di
Neil Jordan con
Jeremy Irons
Pagina 2
ARTE IN GARA
s eleziOnato
1 VIAREGGIO
Lo street photographer viareggino Salvatore Matarazzo, 35
anni, libero professionista, è
fra i 19 finalisti nella sezione fotografia dell "Ariano International Film Festival ", manifestazione finalizzata a valorizzare e
promuovere l'arte cinematografica in tutte le sue espressioni. La proclamazione del vincitore avverrà venerdì 31 luglio.
Con una selezione del portfolio di Street PhotographyVersilia, dieci foto scattate in tutto il
comprensorio nel 2014 e nei
primi mesi dell'anno in corso,
Matarazzo è entrato nel lotto
dei 19 finalisti nella sezione fo-
Festival Cinematografici
tografia del Festival, ideato e organizzato dall'associazione Rai.
Co. ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Matarazzo,
membro del collettivo italiano
"InQuadra" e di quello internazionale "Elephant Gun", sarà
protagonista insieme agli altri
finalisti di una mostra collettiva che si svolgerà nei locali del
Festival dal 30 luglio al 2 agosto. Insieme a Matarazzo e altri
5 italiani, infatti, la giuria presieduta dal giornalista e critico
fotografico Sandro Iovine e dal
fotografo di scena dell'agenzia
Contrasto, Angelo Turetta, ha
selezionato autori provenienti
da Russia, Stati Uniti, Canada e
Asia.
al
iv
Una delle foto con le quali Matarazzo partecipa alla competizione
Pagina 3
piazza c on Pero zzi,
Amici Miei 4 0
La proiezione sulla facciata di Santo Spirito
Non sarà solo l'occasione per rivedere il film insieme tutti insieme, ma una vera festa popolare
per ricordare e celebrare Amici
Miei a 4o anni dall'uscita al cinema. Il film culto diretto da Mario
Monicelli che ha reso delle icone
per due generazioni i personaggi
del giornalista Perozzi, del conte
Mascetti, dell'architetto Melandri.
del barista Necchi e del primario
chirurgo Sassaroli, rivive inunavisione collettiva: giovedì 30 luglio
l'atto I della celebre trilogia sarà
infatti proiettato sulla facciata della chiesa più amata dal regista,
quella di Santo Spirito. Ma prima
sarà riproposta anche L'Ultima
zingarata, il divertente e amaro
film-omaggio che racconta il funerale del Perozzi, ideato e prodot-
Iniziative ed eventi
to cinque anni fa da Francesco
Conforti e diretto da Federico Micali e Yuri Parrettini.
«Non ci saranno strutture, non
ci saranno sedie, ma sarà comunque una festa popolare - racconta il presidente della commissione
Cultura del Quartiere i Mirco Ruffilli che, insieme all'associazione
Bang, ha dato vita all'iniziativa Ringrazio la Filmauro e Aurelio de
Laurentis per averci dato la possibilità di proiettare gratuitamente
la pellicola, e i bar della piazza che,
prima della visione, offriranno da
bere a tutti coloro che saranno con
noi a festeggiare i 4o anni del film
e i loo dalla nascita del maestro
Monicelli». Ospite d'onore di questa iniziativa intitolata «Buon
compleanno Amici Miei» sarà
Athina Cenci che proprio con Monicelli, nel 1986, vinse il David di
Donatello come miglior attrice
non protagonista in Speriamo che
sia femmina. «Santo Spirito è rimasto uno degli ultimi baluardi di
quella "fiorentinità" che ci contraddistingue, è un luogo dove ancora è possibile imbattersi in qualche "zingarata" improvvisata aggiunge Ruffilli - ed era quindi
la piazza giusta dove proiettare il
film che meglio di ogni altro è riuscito a rappresentare il nostro carattere ironico e cinico».
Antonio Passanese
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Pagina 4
Natalie Po an, w scar a tz
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La «donna» di ï hor sce
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liconiere col man*to coreogra e ilR li . «E ' una ci ® si
di ALBERTO PIERINI
«PERFETTO... ERA perfetto».
Ricordate? Erano le sue ultime parole nel «Cigno nero», un po' amare perché un attimo dopo sarebbe
morta: ma le avrebbe potute riproporre pari pari anche a Cortona.
A Cortona, dove Natalie Portman
si è affacciata golosa come l'ultima dei turisti, insieme a Frances
Mayes la nostra ambasciatrice a
Hollywood. E lei è tra le prime
stelle del cinema mondiale, un
po' per bravura e un po' per un cachet che ormai la avvicina a Julia
Come al solito la scrittrice
resta il punto i riferimento
per tanti divi di passaggio
Roberts. «E' una città bellissina:
siamo venuti apposti a visitarla».
Parla al plurale, non perché si sia
calata nei panni della regina Amidala (un altro dei suoi ruoli, quello in Guerre Stellari) ma perché
con lei c'erano anche il marito e il
figlio. Il figlioletto Aleph, che ha
quattro anni appena compiuti e
che si è regalato un menu quasi
bambini. E il marito Benjamin
Millepied: collega ma soprattutto
coreografo.
E' lo stesso al quale rivolge le parole finali del «Cigno nero» e insieme quello che le ha insegnato a
ballare per un film con cui ha vintio tutto, meno il Festival di Venezia, perché qui andiamo sempre
sul difficile.
«Lì per li non l'avevo riconosciu-
ta - raccomta Riccardo Baracchi
- è una ragazza veramente semplicissima». E' arrivata al Falconiere
consigliata non si sa da chi, in arrivo dal senese, dove sarebbe in questi giorni nella zona di Montefollonico, unOscar in un paese di
500 abitanti.
MA IL PASSAPAROLA è passato presto.Era proprio lei, martedì
a pranzo, la donna di Thor, uno
dei suoi ruoli più famosi, protagonista del blockbuster sui supereroi. Senza il martello del «fidanzato» ma al massimo con una guida
della città.
Menu? Rigorosamente vegetariano, anzi vegano: uno stile di vita e
di alimentazione che ha abbandonato solo durante la gravidanza, o
almeno è questo che assicurano
tutte le riviste gettonatissime dal
barbiere. Fiori di zucca pieni di
burrata e alici e pici al sugo sempre con i fiori di zucca. E qualche
pasticcino.
Al figlio una capresina al pomodoro, il marito non si sa ma 1 ce ne
faremo una ragione. I proprietari
del Falconiere si sono messi a parlare amichevolmenrte con lei e
con Frances Majes: la scrittrice è
sempre la protagonista dei grandi
agganci di Cortona al mondo delle stelle.
Una Cortona che con una canottierina scura, un paio di jeans e le
scarpette Natalie ha girato in lungo e in largo, quasi invisibile a chi
non si aspetta di incrociare a 40
gradi un premio Oscar. «Piccinina ma bella» ha detto a Riccardo
Baracchi. Una descrizione che le
starebbe quasi su misura: che sotto sotto la regina Amidala parlasse di se stessa?
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L'attrice, premio Oscar nel
2011 per «Il cigno nero», ha
spiegato di essere nel
senese con la famiglia: la
zona sarebbe quella di
Montefollonico
IL
menu a pranzo
Ha scelto fiori di zucca
ripieni di burrata e alici e pici
al sugo sempre con i fiori di
zucca. L'attrice è
vegetariana e vegana. Tra i
suoi ruoli la donna di Thor
L'INCONTRO Natalve Poreman con Riccardo Baraceli e Frances Mayes.
I. alto a dertra snl red carpet di Cannes col marini Benjamin Millepied
Segnalazioni
Pagina 5
SEMBRA DI ESSERE tornati sotto il sole della
Toscana. Quel «Tuscan Sun» che, sulla scia del libro famoso di Frances Mayes, era diventato anche
un festival che per anni ha dato del tu allo star system americano . Qui sono arrivati davvero protagonisti di tutti i tipi . Da Roberto Redford,divo in
genere refrattario agli appuntamenti mondani, a
Jererny Irons, da Anthony Hopkins alle regine della musica classica, come Anna Netrebko. Un percorso interrotto e portato a Fiesole ma che qui ha
trovato nel Mix un degno erede: e in Cortona una
città che continua a richiamare i nomi forti del cinema e dello spettacolo mondiale.
Segnalazioni
Pagina 6
UN DOCUMENTARIO Di CECILIA MANGINI GI RATO NEL '56 CON TESTO DELLO SCRI TTORE
«Lamia Firenze era così». Parola di Pratolinï
di GIOVANNI B
ANI
IL FESTIVAL è giù, in Salento . Ma la «cosa» che propone oggi il festival è tutta fiorentina. È «La Firenze di Pratolini», il rarissimo documentario a colori girato a Firenze
nel 1956 dalla regista Cecilia Mangini, con
un testo composto direttamente da Vasco
Pratolini. Al festival di Specchia, vicino Lecce, diretto da Paolo Pisanelli - un regista salentino che ha vissuto molti anni a Firenze
- Cecilia Mangini, oggi ottantottenne, presenterà questo suo documentario sui luoghi
cari a Pratolini.
La Mangini è una delle documentariste più
importanti del cinema italiano, un'icona del
cinema al femminile in Italia: ha lavorato
con Pier Paolo Pasolini e ha realizzato deci-
Segnalazioni
Cecilia Mangini
ne di film. Il documentario « La Firenze di
Pratolini» è girato principalmente nel quartiere di San Frediano, ed è uno spaccato sulla vita quotidiana della Firenze degli anni
'50 attraverso i luoghi privilegiati dello scrittore fiorentino. Ci sono le botteghe artigiane, le strade, le facce di una Firenze ormai
quasi del tutto sparita. All'epoca, Vasco Pratolini pensò anche ad un documentario su
Firenze, che non venne mai realizzato. Ma
questo è, in parte, ciò che Pratolini non riuscì mai a fare. Esiste una versione in dvd di
questo documentario , pubblicata otto anni
fa da Kurumuny, e curata da Andrea Vannini e Mirko Grasso.
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