questo - Triumph che passione!

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questo - Triumph che passione!
IN PROVA
TRIUMPH BONNEVILLE
182 KM/H
16.500.000 LIRE
britis
RISCOPRIAMO IL SAPORE DEL MOTOCICLISMO INGLESE ANNI
TM 51
Una bellissima
Bonneville d’epoca
restaurata
a puntino? No.
Potrebbe sembrare,
ma in realtà è la
nuovissima versione
della mitica Triumph
che dopo 12 anni
torna in produzione
per la gioia dei suoi
vecchi estimatori
e alla ricerca di nuovi
fan, magari tra
i giovani del 2000.
h bike
’60/’70, CON LA RIEDIZIONE DELLA MITICA TRIUMPH BONNEVILLE.
IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE
A
coloro che l’hanno
“vissuta” in prima
persona, e oggi
la ricordano
con nostalgia,
sembrerà
di sognare. Chi, invece,
non ha fatto in tempo
a viverla “in diretta” e l’ha
potuta ammirare soltanto
nelle fotografie di papà o, per
i giovanissimi, dei nonni, ha
ora la possibilità di scoprirne
tutto il fascino. Quello
magico, unico, della Triumph
Bonneville. Già, perché con
il cambio del secolo, il rinato
marchio inglese ha pensato
bene di riproporre, dopo 12
anni dall’ultima Bonneville
(era il 1988), una moto
che ha segnato un’epoca
e che per oltre trent’anni
ha rappresentato un mito
per generazioni di motociclisti.
La Bonneville nacque infatti
alla fine degli anni ’50 e più
precisamente nel 1959.
ANNI non sempre facili,
▲
quelli della Bonneville e, in
generale, per il motociclismo
inglese. Dopo un primo
periodo di indiscusso
successo e relativa calma
la “Bonnie”, come le altre maxi
di scuola inglese, fu costretta
a subire, sin dai primi anni
Settanta, l’arrembante
concorrenza delle moto
giapponesi e in particolare
modo le micidiali tre e quattro
cilindri orientali che
spaccarono il mondo
motociclistico in favorevoli
e contrari ai nuovi dettami
tecnici e stilistici provenienti
dalla terra del Sol Levante.
Moto “fredde” le jap, con poco
cuore, ma tremendamente
prestazionali e affidabili.
Dopo un periodo travagliato,
iniziato nel 1983 con
l’abbattimento dello storico
stabilimento di Meriden,
TM 53
IL COMPORTAMENTO
COME VA LA BONNIE
La moto e il tipo
di pneumatici non non
sono i più adatti,
e anche il peso non
aiuta certo, ma grazie
alla sua compattezza
e alla favorevole piega
del manubrio,
la nuova Bonnie
dimostra
di sapersi
destreggiare anche
sui tratti sterrati tipo
strade bianche, dove
non è difficile
cimentarsi in qualche
“derapatina”.
SULL’ASCIUTTO
Con la bontà della sua ciclistica,
l’inglesina “ci sa fare” un po’ in
tutte le condizioni. Figuriamoci
sull’asciutto. Buona stabilità e
ottima tenuta di strada.VOTO: 8
IN AUTOSTRADA
È il grosso limite di questo tipo
di moto. Il manubrio alto e largo
lascia esposti in pieno al vento
e, oltre i 120, la fatica si sente.
Quasi nulle le vibrazioni.VOTO: 6
CON I BAGAGLI
Non c'è molta possibilità
di carico. Esteticamente al
massimo ci si può concedere le
borse in pelle o tessuto laterali
e/o quella da serbatoio.VOTO: 6
SUL BAGNATO
Tutto sommato il feeling rimane
buono anche sul bagnato.
I pneumatici di serie offrono un
buon grip e la posizione di guida
favorisce le correzioni. VOTO: 7
IN CITTÀ
Pesantuccia ma solo da ferma,
questa moto. In città va quasi
meglio di uno scooter. Bisogna
solo fare attenzione al manubrio
piuttosto largo.
VOTO: 9
IN CURVA
Nelle curve strette evidenzia un
minimo di sottosterzo, risolvibile
con il manubrio largo. Per
il resto il comportamento è più
che soddisfacente.
VOTO: 7
SU STRADA
Veramente una gran bella
“motina”. Si fa portare in giro
con dolcezza senza affaticare
e dimostrando buone doti nella
guida sportiva.
VOTO: 8
IN MONTAGNA
Qui, ragazzi, se ci si prende
la mano (e non ci vuole molto),
ci si può divertire parecchio e
togliersi soddisfazioni. Occhio
però ai freni in discesa. VOTO: 8
CON IL PASSEGGERO
Di spazio non ce n’è granché.
Diciamo che se non si è molto
alti non è male. L’assetto,
comunque, con il secondo non
peggiora più di tanto. VOTO: 7
IN PISTA
Se una volta era considerata
una ipersport, oggi i riferimenti
sono un po’ diversi. Ci si diverte
di più su un bel misto stradale
da 100/140 km/h.
VOTO: 6
IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE
775 MM
Quote un po’ atipiche per una 800 cc, quelle della
Triumph Bonneville del terzo millennio. L’altezza
sella, in particolare, è molto contenuta e ciò avvicina
questa moto all’utenza femminile e ai principianti.
1493 MM
2250 MM
È un po’ povero il cruscotto. Si poteva
offrire di più, indipendentemente dal look.
la Triumph, che nel frattempo
aveva cambiato proprietà,
decise di abbandonare l’ormai
obsoleto e supersfruttato
progetto Bonneville: 300.000
esemplari prodotti in una
ventina di versioni da 650
e 750 cc; sempre più o meno
vicini alla stessa impostazione
tecnica e filosofia costruttiva.
Questo valeva anche per
l’affidabilità, un po’ scarsina,
a onore del vero, ne sanno
qualcosa quanti hanno avuto
Un piacevole tocco di modernità è dato
dai comandi elettrici: belli e funzionali.
Memori del
passato sportivo
della Bonnie
indossiamo un
casco integrale,
anch’esso
nostalgico.
Sarebbe auspicabile una serratura sul tappo
del serbatoio. Per evitare spiacevoli scherzi.
a che fare con i poco
“simpatici” (soprattutto per
scarpe e calzoni) trafilaggi
d’olio. Acqua passata.
NELLE MANI di John
Bloor dal 1983 e dopo alcune
scelte tecnico/commerciali
più o meno criticabili,
la Triumph è ora una solida
realtà nel panorama
motociclistico mondiale,
con una gamma ricca
TM 55
Gli spazi
di frenata
10 M
20 M
30 M
40 M
50 M
80 M
140
39 M
100
14 M
60
KM/H
LA VeLOCITÀ
182
300
250
860 MM
150
200
125
150
100
50
KM/H
99
71
1°
2°
3°
4°
5°
MARCIA MARCIA MARCIA MARCIA MARCIA
IL CONSUMO
10 KM 15 KM 20 KM 25 KM
EXTRA
URBANO
AUTO
STRADA
URBANO
19 KM/L
16,5 KM/L
15 KM/L
La sella, giustamente, ha assunto la forma di un tempo. Old style pieno, dunque,
con tanto di bordino, righe orizzontali e fascia di appiglio per il passeggero.
OCCHIO A...
CONSIGLI UTILI
OLIO L’oblò per il controllo e
bagnato. Press.di gonfiaggio
il tappo per il rabbocco sono
2,3 bar ant. e 2,7 post.
a destra del motore. Ogni
SERBATOIO a goccia; non
10.000 km, la sostituzione,
capiamo la mancanza della
(4,5 kg, Mobil 1 racing).
serratura sul tappo.
GOMME le Bridgestone
PEDANE sono ricoperte di
Battlax di serie, hanno
gomma; un po’ basse,
sorpreso per la tenuta
piegando in curva, strisciano
di strada, buona anche sul
facilmente sull’asfalto.
sovrastrutture con il modello
del ’68, è da quello del ’59
che è stato “copiato”
(stilisticamente) il motore,
anche se la cilindrata
dell’epoca era di 650 mentre
per questo nuovo modello
è di 800 cc, 790 per
l’esattezza. Il look, dunque,
è dunque uno degli elementi
di forza della nuova Bonneville;
si è cercato di riprodurre,
nel limite del possibile,
quell’inconfondibile linea
▲
e diversificata, con alcuni
modelli veramente affascinanti
(Speed Triple, un nome su
tutti). Eccoci dunque ai giorni
nostri, con questa splendida
riproduzione della Bonneville,
per la quale dobbiamo
innanzitutto stabilire il modello
ispiratore. Impresa non facile:
alla fine si può definire l’attuale
Bonnie un misto tra la T120
del 1959 e quella del 1968.
Sì, perché se appare evidente
la parentela estetica delle
IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE
DENTRO
LA BONNEVILLE
TECNICA IN PRIMO
PIANO
MOTORE
TIPO bicilindrico parallelo frontemarcia
a 4 tempi, raffreddamento ad aria,
alesaggio e corsa 86 x 68 mm; cilindrata
totale 790 cc, lubrificazione a carter umido
con radiatore ; rapporto di compress.
9,2:1, avviamento elettrico.
DISTRIBUZIONE a doppio albero a camme
in testa comandata da catena centrale
e 4 valvole per cilindro.
ALIMENTAZIONE due carburatori Keihin
con diffusore da 36 mm dotati
di preriscaldamento elettrico e sensori
di apertura collegati all’accensione.
ACCENSIONE elettronica digitale CDI.
TRASMISSIONE primaria ad ingranaggi,
finale a catena.
prova al banco
40
30
Prova eseguita su un banco
Inerziale Fuchs.Le curve sono
riferite al la misurazione
pneumatico. Correzioni a
norme CE95/1.
FRIZIONE multidisco in bagno d’olio
20
a comando meccanico.
avancorsa 117 mm.
5
CAMBIO in blocco a cinque rapporti:
SOSPENSIONE ANTERIORE forcella
10
kgm
cv
GIRI X
1000
2
3
4
5
6
7
POTENZA MAX. 48.5 cv a 7200 giri
1° (41/15); 2° (37/19); 3° (34/22);
teleidraulica da 41 mm, corsa 120 mm.
4° (31/24); 5° (29/27.)
REGOLAZIONI nessuna.
POTENZA MAX 62 CV a 7400 giri/min.
SOSPENSIONE POSTERIORE forcellone
COPPIA MAX 6,2 kgm (60 Nm).
bibraccio in acciaio con due ammortizzatori
a 3500 giri/min.
idraulici, escursione ruota 105 mm.
(63,2 cv a 7200 giri corretta all’albero)
REGOLAZIONI precarico della molla
CICLISTICA
COPPIA MAX. 5,1 kgm a 3300 giri
(6,6 kgm a 3300 giri corretta all’albero) TELAIO tubolare in acciaio a doppia culla
che, specialmente nel primo
decennio di produzione,
ovvero negli anni Sessanta,
ha letteralmente stregato
e affascinato i motociclisti
di tutto il mondo.
È STRANO pensare,
e fa sorridere che all’epoca
la Triumph Bonneville,
soprattutto se vista
con i canoni stilistici sportivi
di oggi, fosse considerata
chiusa. Inclinazione cannotto 29°;
6
su 5 posizioni.
FRENI ant. a disco singolo da 310 mm con
una ipersportiva. In ogni caso
la sua linea vince il confronto
con il tempo e mantiene
inalterato tutto il suo fascino.
Non ce ne vogliano quei puristi
che in alcuni dettagli
del nuovo modello potrebbero
non ravvisare quelle
corrispondenze estetiche
che tanto li avevano intrigati
in un non lontano passato.
Piuttosto, potremmo giudicare
questa moto fin troppo
“semplice” in alcuni dettagli
TM 57
pinza a doppio pistoncino; post. a disco
da 255 mm con pinza a doppio pistoncino.
PNEUMATICI Bridgestone Battlax ant.
100/90-19”; post. 130/80-17”.
DIMENSIONI lunghezza: 2250 mm;
larghezza: 860 mm; altezza: 1105 mm;
altezza sella: 775 mm; interasse:
1493 mm.
PESO DICHIARATO 205 chili a secco.
CAPACITÁ SERBATOIO 16 litri.
Eccolo il cuore della
nuova Bonneville: inedito,
studiato appositamente
per lei. Sembra vecchio
ma non lo è: la
distribuzione è bialbero
in luogo delle aste
e bilancieri, e la
lubrificazione a carter
umido anziché secco.
Gli ammortizzatori sono
regolabili su 5 posizioni.
COLORI green/silver; scarlet red/silver.
che guarda più all’immagine,
alla tradizione e al fascino che
non agli orpelli tecnologici.
La “new Bonnie” è stata
interamente progettata
a Hinckley, dove ora risiede
l’azienda Triumph. Non è stato
facile per i tecnici inglesi
coniugare la coerenza tecnica
con il mito e le esigenze
costruttive e di utilizzo di oggi.
Anche perché sono passati
quarant’anni, non cinque.
Di fatto, nell’analizzare
▲
o su parte delle componenti.
Come il cruscotto: va bene
l’epoca, ma se lo avessero
fatto un po’ più ricco crediamo
che nessuno, anche
dei puristi, si sarebbe offeso.
La Bonneville per quanto offre
come equipaggiamento
di serie non è così economica:
allo stesso prezzo c’è chi
dà di più, ma non bisogna
dimenticare che la Bonnie
si rivolge in primo luogo
a un pubblico un po’ snob
IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE
LE CONCORRENTI... LA PIÙ OLD STYLE È GIAPPONESE
BONNEVILLE 2001
MOTORE
VELOCITÀ MASSIMA
400 M DA FERMO IN
POTENZA MASSIMA
COPPIA MASSIMA
PESO SENZA BENZINA
PREZZO
2 CILINDRI IN LINEA
182 km/h
13”7
63,2 CV a 7210 giri
6,6 kgm a 3300 giri
215 kg
16.500.000 Lire
2 CILINDRI BOXER
201 km/h
12”3
83 CV a 6850 giri
10,2 kgm a 5500 giri
228 kg
20.700.000 Lire
Ovviamente la Bonnie è dotata
di avviamento elettrico.
A CONFERMA della
bontà e della modernità
del progetto vanno segnalati
la distribuzione bialbero
in testa con 4 valvole
per cilindro, oltre a ben due
contralberi antivibrazione.
I carburatori sono dotati
di preriscaldamento elettrico
e sensori di apertura collegati
HARLEY 883
KAWASAKI W 650
2 CILINDRI A “V”
160 km/h
15”9
30,7 CV a 5710 giri
5,8 kgm a 2800 giri
225 kg
18.500.000 Lire
all’accensione. Mai, inoltre,
su una Bonneville, era stata
raggiunta la potenza
di i 62 cavalli, dichiarata per
quest’ultima versione.
Altra differenza sostanziale
è rappresentata dal cambio
che, anziché essere del tipo
separato a 4 marce come una
volta, è in blocco a 5 rapporti.
Per quanto riguarda
la ciclistica, pur rimanendo
all’insegna della semplicità,
va sottolineato il passaggio
2 CILINDRI IN LINEA
176 km/h
14”6
45 CV a 7280 giri
5,1 kgm a 5320 giri
205 kg
13.980.000 Lire
dal telaio monotrave all’attuale
doppia culla chiusa. La forcella
ha guadagnato un ben 6 mm
di diametro (da 35 a 41).
Posteriormente, si è invece
rimasti fedeli alla tradizionale
coppia di ammortizzatori
che tuttavia sono regolabili
nel precarico molla. Logico
il passaggio ai freni a disco,
un po’ meno il considerevole
aumento del peso, passato
dai 178 kg della T 120
del ’59 ai 205 dichiarati
▲
la moto si scopre che, a parte
l’aspetto, c’è ben poco
in comune con l’originale,
se non il motore bicilindrico
in linea simile esteticamente
al primo, e con il manovellismo
a 360°. Questi sono gli unici
punti di contatto tecnici col
passato, perché per il resto
la Bonneville 2001 è una moto
di oggi. Ad esempio, il sistema
di lubrificazione non è più
a carter secco, ma dispone
di coppa e radiatore dell’olio.
BMW R 1100 R
TM 59
UNA BELLA
GEMELLA
DI 30 ANNI
OR SONO
Ad accompagnarci
in questo viaggio nel
passato c’è una splendida
Bonneville T120 del 1970
di proprietà del signor
Alberto Buccolo,
presidente del British,
Bike’s Best: un motoclub
che riunisce una
cinquantina di
appassionati motociclisti
inglesi. A guidarla,
Roberto Frosini che
insieme al padre Tullio
ha un negozio/officina
(Ruote a Raggi, Milano,
T. 02-57403809)
specializzato in tutti
i marchi inglesi. Presso
la sede c’è un anche
un piccolo salone
con esemplari originali
o restaurati, dove
si può comprare o solo
lustrarsi gli occhi.
Roberto Frosini, in sella a una T120 R del 1970. La sigla R distingue la versione per il mercato americano, che ha il serbatoio più piccolo.
Sotto, il bicilindrico parallelo di 650 cc con distribuzione ad aste e bilancieri al posto del bialbero di oggi e gli strumenti con il contagiri.
IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE
NOI LA GIUDICHIAMO COSÌ: È UNA NOSTALGICA
VOTO
Potenza
7
Coppia
6
Prontezza
7
Erogazione
8
Regolarità minimo
8
Avviamento
7
Rumorosità meccanica
6
TRASMISSIONE
Innesto cambio
9
Rapportatura cambio
7
Rumorosità cambio
8
Innesto frizione
8
GOMME
Maneggevolezza
9
Aderenza
8
Comfort
7
VOTO
MOTIVAZIONE
MOTORE
Questo motore lo giudichiamo bene
per le sue caratteristiche
costruttive. Molto apprezzabile
la dolcezza di erogazione mentre,
secondo noi, sarebbe stato più
divertente se avesse avuto un
maggior tiro ai bassi regimi, anche
se a discapito degli “alti”.
Notevole il cambio, che garantisce
facili e silenziosi innesti coadiuvati
da una frizione più che discreta.
Forse, sarebbe più divertente se
fosse un po’ più “corto” di rapporti.
I Bridgestone Battlax forniti
in primo equipaggiamento hanno
fornito un ottimo comportamento
generale, un po’ in tutti i sensi.
STRUMENTAZIONE
Completezza
6
Stabilità indici
7
Leggibilità diurna
6
Leggibilità notturna
6
Posizione
9
COMANDI
Acceleratore
8
Frizione
8
Freno anteriore
7
Freno posteriore
7
Apertura sella
6
Starter
8
FARI
Potenza faro anteriore
7
Ampiezza faro
7
Stabilità fascio luminoso
7
MOTIVAZIONE
D’accordo, il tipo di moto vuole
l’estrema essenzialità. Ma così
è fin troppo, anche perché non
è cosi economica, perciò qualche
servizio in più non guasterebbe.
Pur mantenendo lo stesso stile.
Sotto questo aspetto, in Triumph
hanno lavorato bene, specie sui
comandi elettrici: belli da vedere
e funzionali. Quelli meccanici sono
un po’ meno moderni nell’aspetto
(giustamente) morbidi d’azionare
anche se un filo meno efficienti.
Esigenze estetiche hanno spinto
i progettisti ad adottare gruppi
ottici di stile tradizionale.
Ma il compito lo svolgono bene.
IL VOTO FINALE
ACCESSORI:
QUALI SCEGLIERE
BORSA SERBATOIO utilissima se non
indispensabile su una moto che non offre
alcuna possibilità di carico. (L. 335.000).
PARABREZZA idem come sopra, nel
momento in cui si voglia fare dell’autostrada o
del turismo. Ed essendo trasparente non rovina
della Bonneville 2001. Non
riusciamo a spiegarcene
il motivo... Una curiosità:
la sella è rimasta alla stessa
distanza da terra: 775 mm.
Ed eccoci al contatto fisico
con la nuova Bonneville.
Ci rendiamo conto di avere vita
facile rispetto ai cultori
originali di questa moto se non
altro per il bottoncino
dell’avviamento elettrico che
ci risparmia tempo, fatica, e...
lividi. Abbiamo di contro
una piccola delusione: il suono
degli scarichi, nulla a che
vedere con il rombo pieno
del passato. Non è colpa
del costruttore, ma delle
più recenti normative
sull’inquinamento acustico
che hanno costretto i tecnici
della Triumph a soffocare
parecchio il rumore emesso
dalla nuova Bonneville.
Il risultato che ne deriva
è una poco esaltante e timida
tonalità talmente bassa che
è quasi coperta dal rumore
di meccanica del propulsore.
SOLLEVIAMO la moto
dalla stampella laterale
e ci rendiamo conto che non
è affatto leggera come
le compatte dimensioni
farebbero pensare. In nostro
soccorso, per modo di dire,
ci sono l’altezza della sella
molto contenuta e il baricentro
basso della moto che facilitano
un bel po’ le manovre da fermo
di una moto di fatto piuttosto
pesante. Partiamo: tutto
è morbido, i comandi, le leve
(non molto quella della
frizione), il gas, l’ottimo
cambio. Da qui, capiamo che
si tratta di una moto moderna
a tutti gli effetti. Altro aspetto
che emerge rapidamente
TM 61
VOTO
FRENI
Potenza anteriore
6
Modulabilità anteriore
8
Potenza posteriore
7
Modulabilità posteriore
8
Tendenza bloccaggio ant. 8
Tend. al bloccaggio post.
7
MOTIVAZIONE
Chiaramente, sono stati
abbandonati i tamburi per i dischi.
Uno davanti e uno dietro: la
modulabilità è buona su entrambi
i reparti ma alle alte velocità,
per quanto questa moto ispiri ad
andarci, peccano un po’ in potenza.
VOTO
COMFORT PILOTA
Posizione naturale
8
Assorbimento sosp;
7
Vibrazioni manubrio
9
Vibrazioni pedane
9
Riparo aerodinamico
5
COMFORT PASSEGGERO
ACCESSORI
Uso cavalletto
8
Stabilità cavalletto
9
Stabilità specchietti
8
Funzionalità specchietti
8
Vano sottosella
4
Capacità di carico
5
CARATTERISTICHE DI GUIDA
Stabilità sterzo
7
Stabilità sospensioni
7
Maneggevolezza
7
Identificazione traiettoria
8
Sensazione di aderenza
8
Libertà di movimento
8
Tutto sommato i pochi accessori
presenti di serie sulla moto,
assolvono a dovere il compito
a essi assegnato. A partire dal
cavalletto laterale, divaricabile
anche stando seduto sulla moto,
per finire agli specchi retrovisori.
Soddisfatti, sicuramente per
il comportamento globale
di questa moto che abbiamo
trovato facile e divertente da
guidare e adatta anche ai neofiti o
all’utenza femminile, grazie anche
al piano sella vicino a terra.
Posizione naturale
8
Assorbimento sosp.
7
Vibrazione pedane
8
Riparo aerodinamico
6
Appigli
5
MOTIVAZIONE
Chi è alto accusa un po’ la sella
bassa e la conseguente posizione
assunta sulla moto. Per il resto la
posizione è rilassante, le vibrazioni
sono molto contenute mentre
la protezione aerodinamica manca.
Stesso discorso di chi sta davanti.
I ridotti ingombri costringono un
po’, ma solo se il passeggero è più
alto della media. Se non altro la
posizione eretta del conducente non
affatica chi sta dietro. Zero appigli.
USO PRATICO LA PAGELLA
DELLA MANUTENZIONE
SCIVOLATA c’è poco da rovinare: solo telaio e motore. VOTO: 8
MECCANICO il tagliando è ogni 10.000 km.
VOTO: 8
RICAMBI disponibili presso la rete vendita in crescita. VOTO: 6
GARANZIA 2 anni, come su tutta la gamma.
VOTO: 8
7,0
più di tanto la linea della moto. (L.536.000).
SCHIENALINO Questo tipo di accessori
ha più funzione estetica che pratica, Anche
se il parere è comunque soggettivo. E c’è anche
una versione più bassa (L. 669.000).
CUPOLINO un optional che dà un tocco
moderno alla Bonnie, per chi lo desideri.
Nonostante le piccole dimensioni, allevia
parecchio la resistenza all’aria. (L.366.000).
è la quasi assenza
di vibrazioni: i nostalgici più
incalliti, magari, potranno
rimpiangerle, se non altro
per un fattore emozionale,
ma vi garantiamo che senza
è meglio. In tutti i sensi. E poi,
quanto è lineare e dolce
l’erogazione! Fin troppo, forse,
nel senso che anche se
avesse un po’ più di grinta
ai bassi regimi, non ci
dispiacerebbe. In compenso,
le doti di allungo sono più che
discrete, anche se per come
andrebbe concepito l’uso
di questa moto oggi, sarebbe
stato meglio il contrario.
Ci ha soprattutto convinto
la grande guidabilità.
Nonostante la considerevole
mole, la Bonnie si dimostra
maneggevole e allo stesso
tempo piacevolmente stabile
sul veloce. Proprio come
era la sua progenitrice.
Per quanto riguarda
le prestazioni in frenata,
queste sono più che sufficienti
per andare a spasso, ma
se si viaggia veloci ai freni
manca un pelo di potenza.
La tenuta di strada offerta
dalle Bridgestone Battlax
di serie ci ha soddisfatti.
Pur non avendo le doti delle
moto da turismo, è doveroso
valutare questa moto anche
nell’uso autostradale. Come
prevedibile, vista la totale
assenza di sovrastrutture
e il manubrio alto, la Bonnie
risulta un po’ affaticante, ma
solo oltre i 120/130 km/h.
Si può ovviare con il cupolino
o il parabrezza offerti
in optional dal costruttore,
a costo di interferire con
la linea. A essi si aggiungono
altri, molteplici accessori.
Tm Team - foto Carrstudio
e Alberto Cervetti