l`automobile è femminile!
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l`automobile è femminile!
L’AUTOMOBILE È FEMMINILE! La partecipazione al femminile ad una manifestazione automobilistica, nel solco del famoso detto “donne e motori, gioie e dolori” non può che rinnovare un eterno dubbio. Perplessità che risale ai primi anni di vita della automobile; o del automobile? Filippo Tommaso Marinetti, che già aveva pubblicato i manifesti di futurismo, sosteneva l’assoluta mascolinità del mezzo meccanico. A sancire definitivamente che “l’automobile è feminile” (con una sola emme), fu il vate, Gabriele D’Annunzio. Ragione dell’affermazione, la sua convinzione che un’automobile risponda docilmente ai comandi dell’uomo, proprio come le donne.... Per parafrasare Manuel Vigliani, giornalista bresciano di chiara fama, detto il “Menestrello della Mille Miglia”, le donne che hanno a che fare con la Mille Miglia si dividono in diverse categorie. Alla prima appartengono quelle che pilotano una vettura. Alla seconda quelle che stanno al fianco del pilota, sia esso il marito, il padre o il fidanzato e, infine, la terza categoria è quella delle donne che sopportano quelli che corrono (od organizzano) la Freccia Rossa. In questa occasione ci occuperemo solo di alcune donne. In stile gossip ricorderemo le donne più famose tra quelle che hanno preso parte alle Mille Miglia degli ultimi vent’anni. Ovviamente esploreremo solo le prime due categorie, quelle delle donne che hanno fatto la gara. Trascureremo di citare, anche per motivi di spazio, le tante magnifiche creature venute ad ingentilire la punzonatura di Piazza della Vittoria o la partenza di Viale Venezia. Sono state decine le “Veline” (quasi tutte), le show-girl, le top-model e le “aspiranti” che a maggio hanno presenziato – per lavoro o per passione - a Brescia. Disquisire di donne, di belle donne in particolare, richiede audacia e la consapevolezza che tutto ciò che dirai potrà essere poi usato contro di te. Unica giustificazione possibile è che i giudizi riportati sono riferiti, riportati da quanto il pubblico dice… Se si parla di donne alla Mille Miglia, innanzi tutto, si deve citare però un uomo… Si tratta di Massimo Natili, grande campione degli anni Sessanta. Il simpatico pilota laziale rischia di essere ricordato non tanto per le sue gesta sportive quanto per le sue coequipier alle Mille Miglia. Negli anni Novanta Natili ha alternato al suo fianco - inteso come seggiolino della sua BMW - donne di raro fascino e straordinaria bellezza. È sicuramente stato il pilota più invidiato. Ecco, una per una , le sue sei compagne di avventura: DALILA DI LAZZARO, ricordata come la più bella donna che abbia preso parte alla Mille Miglia. Alle 6 del mattino, alla partenza da Roma dopo poche ore di sonno, senza un filo di trucco e con i capelli raccolti, appariva come una visione dantesca, scesa in terra a mostrar beltà… Giudizio del pubblico: bella ed altera, la “Signora della Mille Miglia”. SIMONA VENTURA, protagonista - all’epoca - di “Mai dire goal”, stupì il pubblico per essere ancor più bella dal vero che in TV. Giudizio del pubblico: deliziosa e timida (allora). La trasformazione della ragazza della porta accanto. GABRIELLA CARLUCCI, la più esuberante e sportiva, tra tutte, quella maggiormente coinvolta dalla gara. Giudizio del pubblico: attraente e comunicativa. La più simpatica. ANNA FALCHI, più raffinata e meno statuaria di quanto normalmente appaia sui calendari. Terrorizzata dall’idea che il vento potesse rovinarle i capelli. Giudizio del pubblico: seducente e capricciosa. La più incostante. LORENZA MARIO, una delle star del Bagaglino, splendida ballerina, incuriosita dall’ambiente e disponibile, è stata tra le più interessate alle automobili. Giudizio del pubblico: incantevole e solare. Da dare in moglie a un figlio. PAOLA PEREGO, la bella conduttrice di Mediaset, ha stregato con il suo fascino tutto l’ambiente. Da tutti è ricordata la fascia elastica porta cronometri, da lei indossata a mo’ di intrigante giarrettiera. Giudizio del pubblico: Flessuosa, intelligente e affabile. La più affascinante. NATHALIE CALDONAZZO, calendari, filmetti e prorompenti forme l’hanno resa celebre, garantendole un paio d’anni al Bagaglino. Timorosissima delle fatiche della corsa, ha retto a stento, mettendo a dura prova il pilota. Giudizio del pubblico: Bellissima, ma il regolamento della Mille Miglia non prevederebbe solo la partecipazione di carrozzerie originali e non rifatte?. La più ritoccata. Le altre presenze femminili alla Mille Miglia sono state moltissime; difficile ricordarle tutte. In ordine sparso, proviamo a citarne alcune. ORNELLA MUTI, minuta ed affascinante. La sua Ferrari è stata urtata da una Fiat 127 di passaggio. Il conducente, sceso dalla vettura, si è tolto il cappello e si è scusato: avendo riconosciuto la Muti a bordo della Ferrari, aveva abbandonato i comandi, perdendo il controllo e tamponandola. Giudizio del pubblico: Intensa e misteriosa, autentica diva della Mille Miglia. La più fotografata. MOANA POZZI, contrariamente alla sua fama di pornostar, fu misurata, elegante e cordiale, mostrando cultura e savoir-vivre. Giudizio del pubblico: Avvenente ed ammaliante. La più amata ed acclamata. VIOLA VALENTINO la cantante di “Comprami”, l’unica a voler sempre condurre la sua Lancia B 24. Giudizio del pubblico: Sofisticata e piacente. Contegnosa ma non affetta da “divismo”. ANTONELLA ELIA, la starlette di “Non è la Rai”, in quell’anno a fianco di Vainello nelle trasmissioni sportive di Mediaset. Il tormentone della Elia era : “ ci fa o ci è?”. Giudizio del pubblico: fisico ben proporzionato e armonico; “ ci fa o ci è?”. ELENOIRE CASALEGNO, show-girl resa celebre dalla partecipazione alla trasmissione televisiva Pressing, con Raimondo Vainello, sostituendo la Elia. Giudizio del pubblico: statuaria e annoiata; da rivedere. GAIA DE LAURENTIS, lo splendido viso di “Target” e altre trasmissioni televisive, un poco spaesata dalla kermesse bresciana, ma reattiva. Giudizio del pubblico: bellezza vivace; da corteggiare. MARIA LEITNER, la esperta quanto graziosa giornalista di Tele Monte Carlo prima e Rai 2 Motori oggi. Giudizio del pubblico: leggiadra e determinata; la più competente. CARLA BRUNI, la Mille Miglia vissuta con l’elegante distacco di una Top Model. Giudizio del pubblico: semplicemente splendida. La più inavvicinabile. CAROL ALT, leggiadra e accattivante, molto professionale con il suo accento americano. Giudizio del pubblico: come un’opera del Botticelli; forse la più bella. BRIGITTE NIELSEN, la nordica attrice, ex di Stallone, è apparsa potente ed esuberante come il motore della Ferrari che la ospitava. Giudizio del pubblico: bellezza scultorea e appariscente, contrastante con la sua gentilezza. Monumentale. GLORIA VON THURN UND TAXIS, Principessa di Baviera e la Principessa ALESSANDRA BORGHESE. Le due nobili rampolle si sono presentate con una vettura al posto del cavallo bianco. Il loro libro dedicato al bon ton, purtroppo, non prevedeva un capitolo riguardo i rapporti tra le teste coronate e i comuni esseri umani. Giudizio del pubblico: perfette, indossavano e dicevano la cosa giusta al momento giusto. Altezze o altezzose? LUCIA GALLIANI, bionda bolognese, doverosamente citata per aver vinto – in compagnia del marito Giuliano Cané – nove Mille Miglia. Giudizio del pubblico: brava, anche troppo. Da leggenda. FRANCA BONI, bresciana dagli occhi azzurri, figlia dell’indimenticabile Sindaco della Mille Miglia, Bruno Boni. Con la figlia Monica Barziza, che le fa da navigatrice, trionfa da molti anni ininterrottamente nella Coppa delle Dame, la speciale classifica riservata agli equipaggi femminili, battendo anche molti uomini. Giudizio del pubblico: classe ed agonismo. Padrona di casa. SYLVIA OBERTI, mora californiana, divenuta celebre per essere stata la prima donna a disputare da sola - e terminare più volte - la Mille Miglia. Grazie ad un accordo con alcuni munifici sponsor, ad ogni chilometro da lei percorso corrisponde una somma da devolvere a favore di associazioni che si occupano di assistere bimbi malati. Giudizio del pubblico: estroversa ed innamorata dell’Italia. La “fatina” della Mille Miglia. LUDI MEI-LING, Miss Malaysia, seconda a Miss Universo, futuro da attrice e fascino orientale. Giudizio del pubblico: armoniosa ed esotica. Da conoscere meglio. LUISA CORNA, molto conosciuta e seguita, anche per le sue origini bresciane. Giudizio del pubblico: fisicamente ineccepibile, come raccontano i pochi fortunati che l’hanno incontrata sul percorso. Proposta per la prossima edizione di “Chi l’ha Visto?”. BARBARA CHIAPPINI, che dal vero conferma tutto il bene che mostra in fotografia. La sua presenza fisica, al limite dell’inquietante, ha turbato i sogni di molti. Giudizio del pubblico: timorosa - a ragione - del contatto fisico. La più sensuale. PRISCA TARUFFI, figlia del grande Piero, vincitore della Mille Miglia 1957 (si veda il paragrafo dedicato a sua madre Isabella). Dopo una discreta carriera di pilota, la rossa Prisca fa la commentatrice della F1 su RAI 1. Giudizio del pubblico: bella e bisbetica come sullo schermo. FERNANDA LESSA, la sua apparizione in Piazza della Vittoria ha mandato in tilt i fotografi. Meno statuaria di quanto appaia in fotografia, ha conquistato tutti con il suo modo di fare. Giudizio del pubblico: curiosa e - per quanto possibile tra la folla - disponibile. Assolutamente deliziosa Tra le “signore della Mille Miglia” deve essere citata anche la Contessa Camilla Maggi, consorte di Aymo Maggi, uno dei quattro fondatori della “corsa più bella del mondo”, nel 1927. Fintanto che l’età glielo ha consentito, la Contessa ha ospitato alcuni concorrenti britannici nella sua casa di Calino, vicino a Brescia. Negli anni Ottanta, sono state celebri le serate organizzate in onore del Duca di Kent, appassionato pilota di auto storiche. Di grande spessore è la partecipazione – che continua anche oggi - di due signore che portano nomi che evocano le Mille Miglia di altri tempi. Cica Lurani, figlia del conte Giovanni Lurani Cernuschi, che corre su vetture che sono state di proprietà del padre. “Giovannino” Lurani fu ingegnere, pilota e giornalista. Disputò nove Mille Miglia, alla guida di Alfa Romeo, MG, BMW, Healey, Bristol, vincendo tre volte la propria categoria. Vittoria ripetuta anche a Le Mans e Brooklands. Fu per anni il direttore di Auto Italiana e Autorama. Tra le molte pubblicazioni da lui curate il più famoso è certamente “La Storia della Mille Miglia”, il più bel libro dedicato alla corsa bresciana. In compagnia di Cica Lurani c’è spesso Iria Cornaggia Medici, figlia del marchese Gian Maria, avvocato e Senatore ma, soprattutto, gentleman driver che detiene un record straordinario: per ben quattordici volte ha portato a termine la Mille Miglia, sempre con ottimi piazzamenti. Questa opinabile e incompleta rassegna al femminile, non può che essere conclusa con una frase di una donna, una delle più apprezzate e delicate rappresentanti della poesia. Ada Negri, negli anni Venti, scrisse sul Secolo XIX: «Fra i piaceri moderni non ve n'è uno che sorpassi o uguagli quello di un viaggio in automobile. Nel veicolo nostro, obbediente a noi soltanto, che ci conduce soltanto dove il nostro capriccio vuole, il bisogno di libertà che è in noi diviene certezza di libertà, senso di plenitudine, d'evasione, di possesso dello spazio e del tempo, che trascende il limite umano». LE DONNE DELLA MILLE MIGLIA 1927 -1957 INGRID BERGMAN E LINDA CHRISTIAN Entrambe attrici all’epoca all’apice della loro fama - con i dovuti distinguo a favore della divina svedese - appartengono alla categoria delle donne che trepidavano per il loro compagno impegnato nella competizione. Ingrid Bergman seguiva il marito, Roberto Rossellini, che prendeva parte alla gara sua Ferrari. Il celebratissimo regista del neorealismo italiano, disputava solo la prima parte della corsa: partiva da Brescia e si ritirava a Roma, dove Ingrid lo attendeva. Linda Christian è legata alla pagina più triste della Mille Miglia. L’attrice americana - più nota in Italia come consorte di Tyrone Power e madre di Romina che per le sue interpretazioni - dopo la separazione dal marito prese a seguire le corse di Alfonso Cabeza de Vaca, 17° Marchese De Portago, Grande di Spagna e nipote del Re. Alla Mille Miglia del 1957 la bella Linda salutò il pilota della Ferrari al passaggio di Roma. De Portago invitò la compagna a prendere un aereo per andare ad attenderlo a Brescia. Poche ore dopo, a Guidizzolo, 40 km da Brescia, Alfonso dopo aver forato una gomma a circa 300 km/h piombò sul pubblico, morendo sul colpo con il copilota e dieci spettatori. Tre giorni dopo il Governo decretò definitivamente la fine delle corse su strada. ISABELLA TARUFFI Isabella è stata moglie di uno dei più grandi piloti italiani, Piero Taruffi. L’ingegnere, com’era chiamato, iniziò a disputare la Mille Miglia negli anni Trenta. La corsa bresciana sembrava per lui stregata: per ben cinque volte si trovò a condurla e altrettante volte fu costretto al ritiro. Ai box o all’arrivo delle gare, spesso anche in prova, c’era sempre la giovane moglie Isabella. Ormai cinquantunenne, rispondendo alle sue pressanti richieste, Taruffi ripeteva alla moglie che si sarebbe ritirato solo dopo aver vinto la Mille Miglia, la corsa che più amava e che gli era sempre sfuggita. Nel 1957 si presentò a Brescia con la nuova Ferrari 335, erogante l’incredibile potenza di 400 cv; nonostante le potenzialità la vettura Taruffi era però quasi rassegnato a non vincere mai la corsa cui teneva di più. La conclusione della corsa, autentica, è degna del copione film di quegli anni. Scena: traguardo di Brescia della Mille Miglia 1957. Mentre Renzo Castagneto gli sventola la bandiera a scacchi, Piero è delusissimo per le noie meccaniche che gli hanno impedito di contrastare il dominatore della gara, l'inglese Peter Collins con l’altra Ferrari gemella. Arrestata la macchina, il boato della folla di viale Venezia e il pianto della moglie elegantissima nel suo tailleur “piedipull” - lo sorprendono un po’. Lui guarda Isabella e le sorride, esprimendole la sua soddisfazione per aver almeno portato a termine la gara. Lei, con il viso stravolto dalla felicità, tra le lacrime, gli urla: «Ma hai vinto, hai vinto tu!». Incredulo, dovettero ripetergli più e più volte che Collins si era ritirato 200 km prima, per un guasto, e che proprio lui è il trionfatore. MARIA ANTONIETTA AVANZO Pioniera dell'automobilismo sportivo italiano, aviatrice, giornalista, la Baronessa Maria Antonietta Avanzo nacque a Contarina Veneta (Rovigo) nel 1890. Debuttò nel mondo delle competizioni nel 1918, giungendo prima assoluta al giro del Lazio, al volante di una Spa 35/50 HP. Nel 1920 prese parte con una Buick alla undicesima Targa Florio, ma un guasto al motore la costrinse al ritiro dopo soli due giri. Nel 1921 gareggiò sul Circuito del Garda dove sostituì un pilota ufficiale della squadra Ansaldo, ammalatosi alla vigilia della corsa; concluse al terzo posto dietro Corrado Lotti e Tazio Nuvolari, anch'essi su Ansaldo. Sempre in quell’anno acquistò una Packard 12 cilindri con la quale partecipò in Danimarca alle gare del chilometro lanciato sulla spiaggia di Fanö vicino a Copenaghen. Nella prima corsa la Baronessa vinse la sua categoria, mentre non portò a termine la seconda a causa di un incidente, senza gravi conseguenze. Dopo l'esperienza danese, sempre nel 1921, ritornò in Italia e disputò sul Circuito di Brescia il Gran Premio Gentlemen, con un’Alfa Romeo. Erano presenti, fra gli altri, Giulio Masetti su Mercedes, Alfieri Maserati su Isotta Fraschini e Tommaso Saccomanni su Ceirano. La gara fu caratterizzata dal lungo duello fra il conte Masetti e l'Avanzo, che, con a fianco il meccanico Giulio Ramponi, nipote di Antonio Ascari (futuro copilota di Campari nelle vittoriose Mille Miglia del 1928 e 1929), si classificò al terzo posto. Dopo Brescia, l'Avanzo si recò in Francia dove sostenne sulla pista di Le Mans delle prove con una Bugatti. Ritornata in Italia si allontanò temporaneamente dal mondo delle competizioni per farvi ritorno nel 1926 prendendo parte con una Mercedes 180 HP tipo K alla Coppa della Perugina e aggiudicandosi il terzo posto nella classe oltre 2000 cc. Nel 1928 si iscrisse con Manuel de Teffé, alla Mille Miglia con una Chrysler; ma non poté portare a termine «la gara più bella del mondo» perché per noie meccaniche al motore dovette abbandonare a Perugia. Tre anni dopo, nel 1931 giunse terza, al volante di un’Alfa Romeo, nella Coppa Pierazzi. L'anno successivo (1932) il pilota statunitense Ralph De Palma sfidò la guidatrice italiana a partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis. Ottenuta una licenza speciale, perché in America, o almeno a Indianapolis, le donne non erano ammesse a correre in circuito, l'Avanzo prese parte alle prove di qualificazione al volante di una Miller Special, messale a disposizione dallo stesso De Palma. Purtroppo non poté prendere il via alla corsa perché gravi motivi familiari la costrinsero a tornare in patria. L'ultima competizione di Maria Antonietta Avanzo fu la Tobruk-Tripoli nel 1940, dove conseguì il sesto posto di classe. Dopo questa prova l'Avanzo abbandonò lo sport attivo. MARIA TERESA DE FILIPPIS Di origine napoletana, Maria Teresa è l'unica donna del volante che abbia saputo cimentarsi con un certo successo nelle gare di Formula 1. La De Filippis iniziò a correre giovanissima, nel 1948. Dinamica, sportiva, provvista di un carattere risoluto, debuttò per scommessa alla Salerno-Cava dei Tirreni: sfidò, infatti, tutti gli amici alla guida della sua Fiat Topolino. Vinse la classe e, sulle ali di questo insperato successo, continuò a correre. Altre due gare con la piccola Fiat e poi passò alle Sport di 750 cc. Guidò le Urania e le Giaur ottenendo sempre ottimi piazzamenti di categoria; ormai la chiamavano «pilotino» e i campioni più affermati delle categorie in cui gareggiava impararono a temerla e ad ammirarla. Nel 1954 Maria Teresa De Filippis acquistò una OSCA 1100 e con questa disputò un magnifico Campionato Italiano. Il titolo sarebbe stato suo, ma durante il Giro della Sardegna ebbe il primo grave incidente: usci di strada accecata dalle balle di paglia rotte e mandate in aria da due concorrenti che la precedevano. Perse quasi completamente l'udito dall'orecchio sinistro. Il forzato ritiro la costrinse ad accontentarsi del secondo posto. Si deve ricordare che – in quegli anni – le corse riservate alle vetture della categoria Sport erano assai popolari e combattute, così come il Campionato Italiano. Rimessasi dall'incidente, comprò una Maserati Sport 2000, con la quale fu nuovamente seconda nel Campionato Italiano di quell’anno. Alla Casa del Tridente restò fedele fino al termine della propria attività, che conobbe ancora tre paurosi incidenti, dai quali usci miracolosamente viva. Alla 1000 Km di Buenos Aires era prima di categoria e quarta assoluta: usci di strada per evitare un con-corrente più lento, volò fuori dalla vettura e ricadde sulla pista fratturandosi un braccio. Al Mugello uscì nuovamente di strada dirigendosi verso un burrone, ma un albero le fu provvidenziale. In Portogallo, infine, la Maserati si spezzò in due tronconi: la De Filippis si raggomitolò nell'abitacolo riuscendo a salvarsi. Nel 1958 si presentò alle corse con una Maserati F.1, non eccessivamente competitiva, con la quale si impegnò sempre al massimo delle possibilità, figurando notevolmente bene. Da ricordare la sua prestazione al G. P. d'Italia del 1958 quando fu per un periodo di tempo l'unico pilota italiano in gara. Si ritirò a 12 giri dalla fine per noie meccaniche. Si ritirò dalle corse nel 1959 dopo un quinto posto nel G. P. di Siracusa sulla sua Maserati F.1. MIMY AYLMER Mimy, o Mimì come è spesso citata, fu attrice e cantante di operetta e varietà. La sua notorietà al portò anche a girare dei film. Tra questi ricordiamo Come Le Foglie (1934) con Isa Mirando e Lohengrin, girato nel 1935 Vittorio De Sica. Nel 1929 prese parte, come pilota, alla terza Mille Miglia su una Lancia Lambda Berlina ufficiale. Alla fine fu ventinovesima assoluta, ai primi posti della sua categoria e con la soddisfazione di aver battuto La Baronessa Avanzo, ritirata, e Arturo Mercanti, “Frate Ignoto”, il fondatore del Circuito di Monza che correva con identica vettura Lancia OLGA VILLI La bella Olga fu attrice di cinema e di teatro. Il suo esordio, nel dopoguerra, fu nella compagnia teatrale del Principe De Curtis, meglio noto come Totò. Al suo fianco recitò anche il suo primo film da protagonista, Yvonne La Nuit, nel 1949. Prese parte in seguito ad altri film, tra i quali Quattro Rose Rosse e Signore e Signori di Pietro Germi. La sua carriera proseguì fino al termine degli anni Sessanta; l’ultimo suo film fu Il Fischio Al Naso di e con Ugo Tognazzi. Era una delle ospiti, abituali e assai apprezzate, della Mille Miglia.