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Aurelia Rivarola
Neuropsichiatra Infantile
Tecnologie per l’autonomia e
l’inclusione sociale delle persone con
disabilità
4 marzo 2014
Comunicazione
Aumentativa Alternativa
VIA SERCOGNANI, 17 20156 MILANO
TEL & FAX +39 02 39 26 39 40
Settore Comunicazione Aumentativa e Alternativa (C.A.A.)
AGENDA
Attività formativa
Attività clinica
- Valutazioni
- Interventi
- Consulenze
- Supervisioni
PROGRAMMA
COMUNICAZIONE
AUTISMO
- Scuola annuale
- Iniziative di II° livello
- Corsi facilitatori
- Corsi genitori
- Seminari tematici
- Convegni
Prestito ausili
Consultazione bibliografia C.A.A.
Supporto tesi C.A.A.
Biblioteca Speciale
Scuola di Formazione in C.A.A.
Se tutte le cose che possiedo
mi venissero tolte ad eccezione di una,
io sceglierei di mantenere
la forza della comunicazione,
perché per mezzo suo
potrei presto recuperare tutto il resto
Daniel Webster
• DIRITTO ALLA COMUNICAZIONE
• C.A.A.: DEFINIZIONE, STORIA, SCOPI
• CATEGORIE CLINICHE DI INTERESSE PER LA
C.A.A.
COMUNICARE E’ VIVERE
Scrivi, parla,disegna.
Fai la più pazza cosa,
ma non stare fermo.
A cosa serve vivere
se ti manca il
coraggio
di esprimerti?
Se sei uomo giusto
in mezzo a
un’umanità sbagliata,
lotta di più.
Qualcuno
se ne accorgerà.
Comunicare è vivere.
A. Signorello, 1996
“…… E poiché oggi desidero parlare dell’importanza
della comunicazione, dirò anche di come la mia vita è
cambiata da quando ho iniziato ad emergere come
persona pensante e capace dunque di esprimere
emozioni o bisogni dopo gli anni bui di un silenzio
assoluto. Un silenzio che mi obbligava a dovere
scegliere il bianco, mentre invece avrei preferito il
nero oppure qualche altro colore magari un po’ più
vivace. Invece non si poteva in quanto erano sempre
gli altri che si appropriavano, certamente in maniera
involontaria, delle mie idee, dei miei desideri, dei
miei sentimenti, cioè della mia stessa identità”
Angelo Signorello
La comunicazione
è un diritto, non
un dono!
è
un fondamentale
Ruth Sienkewicz-Mercer
Spesso la gente fa un
parallelo fra la
capacità di parlare
e la nostra
intelligenza.
La C.A.A. rende più
difficile ignorarci e
permette
a ciascuno di noi di
far sentire la propria
voce…..
Ruth Sienkewicz-Mercer
Ruth Sienkewicz-Mercer
…coloro che
pensano che chi
non può parlare
non può pensare,
dovranno per forza
riconoscere
la nostra
intelligenza, e la
nostra umanità,
una volta che
iniziamo a
“parlare” con loro.
Ruth Sienkewicz-Mercer
COMUNICAZIONE
... fino a che la
gente ha pensato
che il mio cervello
non servisse a
niente e che le
espressioni del
mio viso e i suoni
che emetto fossero
senza significato,
io sono stata
condannata a
rimanere senza
voce ...
“La Comunicazione è un atto per mezzo del
quale una persona dà o riceve informazioni sui
bisogni, desideri, percezioni, conoscenze e
realtà di altre persone.
La Comunicazione può essere intenzionale e
non intenzionale, può implicare segnali
convenzionali o non convenzionali, può
assumere forma linguistica o non linguistica e
può avvenire attraverso modalità orali o altri
modi .”
Linee guida per i bisogni comunicativi delle persone con grave
disabilità
National Joint committee for Communication Needs of Persons with
Severe Disabilities. - 1992
COMUNICAZIONE CON BAMBINI DISABILI
CHE NON PARLANO
•
Quando tu non
puoi parlare e la
gente crede che
la tua mente è
handicappata
come il tuo corpo
è veramente
difficile cambiare
la loro opinione…
COMUNICAZIONE CON BAMBINI DISABILI
CHE NON PARLANO (continua)
Rischio che i processi di adattamento siano stati disturbati
• L’adulto non lascia al bambino tempo sufficiente o
nel primo periodo di vita
l’opportunità di prendere il turno nell’interazione
•
Difficoltà per i genitori di conoscere le intenzioni del
bambino
•
• L’adulto non si aspetta che il bambino risponda
I turni comunicativi del bambino non sono riconosciuti come
• La comunicazione diventa difficile sia per il
tali dall’adulto e quindi non ottengono risposta
bambino che per i genitori
•
Rischio
di
interpretazione
sbagliata
o
eccesso
di
interpretazione dei segnali o delle azioni del bambino
segue
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA e ALTERNATIVA
La Comunicazione Aumentativa rappresenta un’area della
CAA.:
DEFINIZIONE, STORIA, SCOPI
pratica clinica e di ricerca, che cerca di ridurre, contenere,
compensare la disabilità temporanea e permanente di persone
che presentano un grave disturbo della comunicazione sia sul
versante espressivo sia sul versante ricettivo, attraverso il
potenziamento delle abilità presenti, la valorizzazione delle
modalità naturali e l’uso di modalità speciali.
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA e ALTERNATIVA
Tutto quello che aiuta chi non può parlare a comunicare
strumenti, tecniche, ausili,
ma soprattutto
che interagiscono realmente con chi non può parlare
e ne facilitano la comunicazione.
Prenditi il tempo
Prenditi il tempo per guardarmi
Prenditi il tempo per ascoltarmi
Prenditi il tempo per conoscermi
Prenditi il tempo per occuparti di me
Prenditi il tempo per farmi domande
Prenditi il tempo per le mie risposte
Prenditi il tempo per comprendermi
Prenditi il tempo per essermi amico.
KARI HARRINGTON (1980)
QUANDO I PARTNER SONO BARRIERE
BASI DELLA COMUNICAZIONE
• anticipano i bisogni senza una richiesta
1. Avere il desiderio di comunicare
• non attuano pause
2. Avere qualcosa da comunicare:
• strutturano e dominano l’interazione, così
che il bambino si limita a rispondere e
non ha possibilità d’iniziare
• provvedono poche opportunità di fare scelte
• parlano “su” il bambino
• se non familiari con il grado d’intenzionalità,
non riconoscono la joint attention e il vocabolario
del bambino
• Bisogni
• Idee
• Sensazioni
3. Avere qualcuno con cui comunicare
4. Realizzare che si può comunicare attraverso
l’esperienza di essere compresi e non compresi
5. Avere lo strumento per comunicare bisogni e
idee
6. Capire ciò che gli altri cercano di dire
C.A.A. STORIA
SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE
Tabelle di Comunicazione
•
1960-1970
Necessità di “esperienze”
Linguaggi gestuali
che portano a soddisfare i bisogni,
incoraggiano a comunicare e a fare
1971:
BCI - Prima applicazione simboli Bliss
1975:
The education for all handicapped children
1983:
ISAAC
1985:
AAC
gratifica gli sforzi comunicativi porta a
1989:
ASHA COMMITTEE ON AAC
un deterioramento della comunicazione
1992:
2006:
2013:
domande, ricevere risposte e fare
nuove domande
•
Ausili tecnologici
Un ambiente non ricettivo e che non
CARTA DEI DIRITTI ALLA COMUNICAZIONE
ISAAC diventa O.N.G. c/o NAZIONI UNITE
ACCESSIBILITA’ ALLA COMUNICAZIONE
IN ITALIA
1981:
Affiliazione B.C.I.
1989:
GISCAA Gruppo Italiano per lo Studio sulla
Comunicazione Aumentativa Alternativa
1994:
Servizio CAA Centro Benedetta D’Intino
1996:
Scuola di Formazione in CAA
2002:
Chapter ISAAC-Italy
2005: 1° Conferenza Italiana ISAAC - Genova
2007: 2° Conferenza Italiana ISAAC - Roma
2009: 3° Conferenza Italiana ISAAC - Torino
2011: 4° Conferenza Italiana ISAAC - Napoli
SCOPI DELLA CAA
COSTRUIRE
COMPETENZE COMUNICATIVE
PERSONA DISABILE
AMBIENTE
PARTECIPAZIONE
Categorie cliniche di
interesse per la C.A.A.
CONDIZIONI DI DISABILITA’ CHE POSSONO
RICHIEDERE INTERVENTI DI C.A.A.
• Condizioni congenite
• Condizioni acquisite
• Condizioni neurologiche evolutive
• Condizioni temporanee
INDAGINE DEMOGRAFICA
NELLO STATO DI WASHINGTON
(U.S.A.)
• Individuati 865 bambini con gravi problemi di
espressione verbale dovuti a deficit neuromuscolari o
fisici, non in grado di
utilizzare il linguaggio come mezzo primario di
comunicazione;
= 0’3%
della popolazione in età scolare
= 3,5-5% della popolazione che riceve una “Special
Education”
A chi giova il programma di C.A.A.?
Persone con:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Paralisi cerebrali
Ritardi di sviluppo
Malattie metaboliche e genetiche
Disordini dello spettro autistico
Malattie neuromuscolari
Lesioni traumatiche cerebrali
Disordini acquisiti del linguaggio
Aprassia del linguaggio
Disartria
Malattie mitocondriali
MITI E PREGIUDIZI
LA CAA INIBISCE LO SVILUPPO
DEL LINGUAGGIO ORALE
LA CAA PER CHI HA DETERMINATE
ABILITA’ E UN PARTICOLARE
LIVELLO COGNITIVO
LA CAA COME “ULTIMA SPIAGGIA”
EVIDENZE
ACCELERA LO SVILUPPO
DEL LINGUAGGIO ORALE
E LA CONOSCENZA DELLA
LINGUA
LA CAA PER TUTTE LE
PERSONE CON B.C.C.
INTERVENTO PRECOCE
LA CAA PER CHI NON PARLERA’
LA CAA PER CHI HA BISOGNI
COMUNICATIVI
LA CAA PER LE DIFFICOLTA’
ESPRESSIVE
LA CAA PER LE DIFFICOLTA’
RICETTIVE; SOSTIENE
COMPRENSIONE E PENSIERO
PRINCIPI GENERALI IN CAA
•
CAA significa sistemi multimodali
•
Non sono necessari prerequisiti ma bisogna considerare punti di
forza e possibilità all’accessibilità e alle opportunità di
comunicazione
•
La CAA è efficace se insegnata in modo interattivo e
pragmatico
•
Un training al partner comunicativo riveste un ruolo
importante per il successo della comunicazione
•
I sistemi di CAA sono inutili senza un training appropriato ed un
ambiente che li sostenga
•
L’integrazione tra scuola, casa e luoghi di vita è cruciale
per un buon esito dell’intervento di CAA
•
La valutazione e l’implementazione del programma sono processi
in progressione che vanno gestiti da operatori formati in CAA
•
Il campo della CAA è in continua via di sviluppo
•
La scelta del sistema grafico e la selezione del vocabolario sono
processi in progressione
•
L’implementazione della CAA impegna una enorme
quantità di tempo ed energia da parte di terapisti,
insegnanti, genitori e del bambino
•
Durante lo sviluppo del linguaggio in bambini con
carenza/assenza del linguaggio orale è importante sperimentare i
sistemi di CAA in uso ricettivo
SISTEMA COMUNICATIVO MULTIMODALE IN CAA
•
Componenti verbali
•
Componenti non-verbali
•
Modalità aumentative standard
•
Modalità aumentative speciali:
–
Sistemi di simboli
–
Tecniche di trasmissione
–
Ausili low tech
–
Ausili tecnologici
–
Strategie che il bambino e l’ascoltatore
possono adoperare per migliorare la
comunicazione
SIMBOLI GRAFICI
• Set di simboli
–
–
–
–
Core
PIC
PCS
altri
Simboli tangibili
–
–
–
–
–
–
–
identici o simili
imitazioni di oggetti
miniature
oggetti connessi
parti di oggetti
oggetti per una classe di oggetti
simboli tangibili astratti
•
Fotografie
–
–
–
–
fotografie a colori e in bianco e nero
foto polaroid
da cataloghi
logo di prodotti
PERCHE’ I SIMBOLI
• Comunicazione “faccia a faccia”
• Lettura
Blissymbols
Picsyms
altri
• Parole e alfabeto
–
–
–
–
–
–
•
• Comunicazione scritta
• Sistemi di simboli
–
–
–
SIMBOLI PER LA C.A.A.
parole singole
frasi
modi di dire
lettere
Morse
Braille
DOVE I SIMBOLI
• Simboli isolati, mobili
• su striscia
• su pareti, superfici, ecc
• su tabelle, libri, ecc
• su Voca’s
• Comunicazione a distanza
• Utilizzo a sostegno della didattica
• NON utilizzo indiscriminato
all’interno della didattica
• Sostegno alla comprensione
• Sostegno al pensiero
TABELLE DI COMUNICAZIONE
• Tabelle con il vocabolario principale
– contengono una buona quantità di termini
posseggono il vocabolario di base da
usare in molte situazioni
– hanno possibilità di espansione del
vocabolario
– forniscono forme grammaticali
TABELLE DI COMUNICAZIONE
• Tabelle a tema
– vocabolario più limitato
– basato su situazioni/attività
– forniscono una
comunicazione più semplice
con i partners
CAA E’ IMPORTANTE:
•
La CAA migliora l’immagine e la stima di sé
•
La CAA fornisce motivazione
•
La CAA riduce le frustrazioni e i problemi di comportamento
•
La CAA aumenta la partecipazione nella vita di ogni giorno
•
La CAA facilita l’apprendimento rendendolo un processo
interattivo invece che passivo
•
LA CAA cambia le aspettative dell’ambiente nei confronti
del bambino
Da: Linda Burkhart: Total Augmentative Communication
in the Early Chilhood Classroom, 1993
GLI AUSILI CON USCITA IN VOCE
VOCAs
Il termine vocas è l’acronimo
della espressione
Vocal Output
Communication Aids
ora chiamati
SGDs
acronimo di
Speech Generating Devices
vale a dire ausilii che producono
linguaggio verbale

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