Futuro a benzina o elettrico?

Transcript

Futuro a benzina o elettrico?
Pubblicazione semestrale
Anno XIII
| n° 1 | maggio 2010
R I T R A T TO
Segretariato
UPSA, C.so Elvezia 16,
6900 Lugano
tel. 091 911 51 14
fax 091 911 51 12
SEZIONE TICINO
Comitato di redazione
Walter Robbiani, presidente
Armando Sonvico, responsabile
della comunicazione
Enrico Camenisch
Hansludwig Fritzsche
Gabriele Lazzaroni
Roberto Mazzantini
Sonia Simonetti
Redazione e impaginazione
Rezzonico Editore SA, Locarno
Stampa
Rprint SA, Locarno
Futuro
a benzina
o elettrico?
Istockphoto
L’INDICE
Editoriale
| Uno sguardo agli orizzonti della professione
Storia di copertina | Futuro elettrico o a benzina?
Camera con vista | Fra nuove sfide e nuove regole
Attualità
| Il barometro tende al bello
2
3-6
7
8
| Con Lorenzo Mammone
Ospite
| Il mestiere di Car Designer
Faccia a faccia | Autoincentivi, pro e contro
Inchieste | “Non demonizzate i giovani”
Io e l’auto
9
10-11
12-13
14-15
Formazione
| A scuola con i moderni meccanici
16-17
Marketing
| I Social Network oscurano l’email
19
Vita associativa | L’assemblea di aprile
20-21
EDITORIALE
Q
uesta edizione di ‘Autoritratto’
guarda al futuro economico, tecnico e politico del nostro settore.
Come ho affermato durante il mio
discorso all’assemblea tenutasi recentemente a Bodio, temo che i temporali
non siano finiti e che le nuvole all’orizzonte non spariscano da un giorno all’altro, anche se i risultati dei primi tre mesi
di quest’anno sono incoraggianti. La crisi
economica dalla quale stiamo lentamente
uscendo sta influenzando il comportamento dei consumatori. Si orientano sempre più verso automobili di minore
cilindrata ed ecocompatibili. Per soddisfare questa tendenza i costruttori investono ingenti somme di denaro nella
ricerca di modelli che consumano meno
benzina ed emettono meno gas di scarico.
Ma quale sarà il futuro dell’automobile a
livello tecnologico? Sarà con motori a benzina o elettrici? A queste domande dedichiamo il servizio d’apertura. Nonostante
gli esperti consultati esprimano pareri in
parte contrastanti, mi sembra che siano
concordi sul giudizio che per parecchi anni
ancora il mercato sarà dominato dai motori a benzina. Motori che grazie alle ricerche in corso, secondo gli esperti,
arriveranno a un consumo di 2 litri per
100 chilometri. Se questo accadrà davvero
c’è addirittura chi mette in dubbio il fu-
STORIA DI COPERTINA
Uno sguardo agli orizzonti
della nostra professione
di Walter Robbiani
presidente UPSA
turo delle vetture elettriche. Altri esperti,
invece, non hanno dubbi sul fatto che il
futuro a medio-lungo termine sia a favore
dei motori elettrici. Un ruolo importante
sul comportamento dei consumatori a
questo riguardo potrà essere giocato dalle
autorità politiche, che potranno accelerare o meno certi processi di cambiamento attraverso
gli ecoincentivi.
Una politica in
questo senso è
stata promossa a
titolo sperimentale negli anni
scorsi a Mendrisio
dalla Confederazione con il progetto Vel a favore delle vetture elettriche.
Questo progetto ha poi portato alla creazione
dell’attuale Centro di competenze cantonale
per la mobilità sostenibile (Infovel), con il
quale UPSA ha trovato una proficua collaborazione. A proposito di politica: peccato che
il Governo ticinese non abbia approfittato
della crisi, per eliminare dalle nostre strade
veicoli vecchi inquinanti e poco sicuri! Sarebbe stato possibile, grazie ai prospettati incentivi alla rottamazione.
L’auto del futuro non sarà diversa solo nei
motori, ma anche nel design, come racconta ad ‘Autoritratto’ l’ingegner Carlo
Bonzanigo, un Ticinese che si è fatto strada
a livello internazionale in questo settore.
Il nostro avvenire saranno anche i giovani che frequentano il Centro professionale UPSA di Biasca. Parlano delle loro
aspettative con un entusiasmo che è davvero di buon auspicio. L’impegno dei
giovani e la serietà con cui noi esercitiamo ogni giorno la professione nel rispetto del nostro Codice etico, ci
permettono di andare avanti con fiducia. Anche se – come fa notare il conduttore di ‘Patti chiari’ Lorenzo
Mammone – qualche pecora nera continuerà ad annidarsi nella nostra categoria,
come in qualsiasi altra professione.
NEL SUO VOCABOLARIO C’È UNA PAROLA CHE
NON ESISTE: «IMPOSSIBILE».
Mauro Tedeschini,
da dieci anni direttore
responsabile del noto mensile
automobilistico ‘Quattroruote’
I
l mercato dell’automobile sta cambiando rapidamente. Le auto di grossa
cilindrata stanno perdendo quota rispetto alle vetture meno potenti, più
maneggevoli e più ecologiche. Le case
automobilistiche stanno pertanto mutando
rotta: invece di puntare su potenza e prestazioni, come avveniva fino a poco tempo
fa, ora investono per diminuire i consumi
e le emissioni di Co2. Lo si è visto chiaramente al recente salone di Ginevra. Quale
sarà dunque il futuro dell’automobile e
quali gli orientamenti dei consumatori?
Per parlare di questo argomento abbiamo
intervistato Mauro Tedeschini, da dieci
anni direttore responsabile del noto mensile automobilistico ‘Quattroruote’.
Direttore, come sta cambiando il
mercato?
“In tutta Europa l’attenzione del mercato
si rivolge verso automobili più piccole”.
Come spiega questa tendenza?
“Da una parte è certamente causata dalla
crisi economica. Dall’altra, da normative
nazionali sempre più rigide in materia di
emissioni e di consumi, che spingono il
consumatore verso questo tipo di vetture”.
Cambia la domanda e si modifica l’offerta.
“Certo. Data questa tendenza del mercato
le case automobilistiche non hanno mai
investito così tanti
quattrini, come sta SECONDO IL DIRETTORE DELLA RIVISTA SPECIALIZZATA ‘QUATTRORUOTE’
avvenendo da due
anni a questa parte,
nella ricerca tesa a diminuire consumi ed
emissioni. E mentre in
passato le vetture di
piccola cilindrata erano
richieste soprattutto da
chi non si poteva permettere un’auto di caTorniamo alla politica dei costruttori.
Meno spazio per il nuovo, quindi?
tegoria superiore, oggi questi veicoli
“Sì, ma per i garagisti non sarà necessaQuali saranno le tendenze a breve
interessano pure alle classi più abbienti.
riamente un male. Venderanno probabiltermine?
Per questa ragione anche i marchi più premente qualche auto nuova in meno, ma
“Stiamo assistendo a un’attenzione spastigiosi stanno studiando modelli di lusso
aumenteranno le riparazioni. È infatti
smodica nei confronti dei consumi.
con dimensioni inferiori ai quattro metri”.
Cambiano anche le abitudini del connaturale che più una vettura sarà vecchia,
Tutti i quattrini che venivano destinati
sumatore.
più necessiterà di assistenza”.
fino a poco tempo fa dalle case automo“Soprattutto per effetto della crisi econoQual è il comportamento dei consumabilistiche per aumentare potenza, premica. Nei prossimi anni si prevede una
tori verso l’offerta di accessori sempre
stazioni e dimensioni dei veicoli
tendenza a sostituire l’auto meno frequenpiù sofisticati?
vengono oggi impiegati per studiare
temente. Non solo per risparmiare, ma
“I congegni troppo complicati non hanno
come consumare meno. Anche la pubanche perché la qualità dei veicoli misuccesso. Vanno per la maggiore quelli semblicità si sta orientando in questa diregliora continuamente e quindi la loro duplici, quasi banali, che aiutano il conduzione. Non si è chiesto per quale
rata è superiore. Anche nel mercato delle
cente senza distrarlo. La gente sale a bordo
ragione le grandi marche stanno abbanauto aziendali si nota che i contratti di nodi una vettura per spostarsi, poi ascolta mudonando le gare di Formula Uno? Perleggio o di leasing si stanno prolungando
sica, magari telefona, ma non vuole amché è diventato anacronistico puntare
dai consueti tre a quattro o più anni”.
mattire con dispositivi troppo complessi”.
sul concetto di potenza”.
“Nel futuro dell’auto
rimane la benzina”
Frank M. Rinderknecht, visionario dell’automobile e CEO di Rinspeed SA
ORA CAPITE PERCHÉ PUNTA SU DI NOI?
Da oltre 30 anni, Frank M. Rinderknecht è l’uomo simbolo della domanda «perché no?». Perché non costruire un’automobile
che si rimpicciolisce quando trasporta una sola persona e si ingrandisce quando sono di più? Oppure perché non farne una che
passa da 60 cavalli in città a 160 in autostrada premendo un pulsante? Superare i limiti, rendere possibile l’impossibile: una
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3
STORIA DI COPERTINA
4
LO AFFERMA IL DIRETTORE DEL CENTRO CANTONALE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE (INFOVEL)
“L’automobile elettrica
sostituirà quella a benzina,
ma non tanto presto!”
modelli tradizionali, di cui vengono prodotti 200-300 mila veicoli all’anno”.
E il motore a gas ha un futuro?
“Francamente non penso che avrà un futuro.
D’altra parte si tratta di una variante del
motore a benzina”.
Quindi il futuro è dell’auto elettrica?
“No, penso che in futuro rimarranno i motori tradizionali accanto a quelli elettrici.
Quest’ultimi saranno diffusi soprattutto
nelle città, ma per i lunghi trasferimenti la
parte del leone, per almeno altri vent’anni,
sono persuaso che spetterà ancora alle motorizzazioni tradizionali se il consumo sarà
di 1 litro per 50 chilometri”.
“LE AUTOMOBILI
ELETTRICHE
SI DIFFONDERANNO
SOPRATTUTTO
NELLE CITTÀ.
PER I LUNGHI
TRASFERIMENTI,
LA PARTE DEL LEONE,
PER ALMENO
ALTRI 20 ANNI,
SPETTERÀ ANCORA
AI MOTORI A BENZINA,
CHE CON UN LITRO
PERCORRERANNO
CINQUANTA CHILOMETRI”.
E altri tipi di motorizzazione? Solare,
per esempio?
“Non per un futuro prossimo”!
Gli studiosi, quale ritengono possa essere il ruolo dell’automobile nei tempi
lunghi?
“Mi sembra fuori discussione che la mobilità individuale non venga eliminata, anche
se l’auto dovrà sempre più fare i conti con
l’ambiente circostante. Si pensa che l’elettronica di bordo assumerà un ruolo sempre
più importante a scapito di quello del conducente. Dispositivi automatici montati
sulle vetture potrebbero per esempio limitare la velocità in base alle indicazioni stradali, ma la mobilità dei singoli continuerà
certamente a rimanere un’importante
espressione di libertà individuale”.
Addio all’auto romantica, quindi…
“Purtroppo sì. I giovani non hanno più il
mito dell’auto come lo aveva la nostra generazione. I tempi cambiano e cambia il
tipo di mobilità”.
E l’estetica che ruolo avrà sull’auto del
futuro?
“Realizzare belle vetture di piccole dimensioni è molto difficile. Il ruolo del designer
diventerà pertanto sempre più importante”.
Prima spiegava che le grandi case automobilistiche si stanno ritirando dalla
Formula Uno. Che ne sarà delle corse?
“Le grandi marche non sembrano più disponibili a investire grandi cifre nelle vetture da competizione. Si continuerà
comunque certamente a correre perché torneranno in auge le scuderie. E forse non sarà
un male se l’automobilismo si allontanerà
almeno in parte dal business”.
Q
uale sarà il futuro dell’automobile e in
particolare quello delle vetture elettriche considerate finora le più ecologiche? Mauro Tedeschini, direttore
della rivista specializzata ‘Quattroruote’. nell’intervista pubblicata nelle pagine
precedenti si dichiara convinto che per i prossimi vent’anni la parte del leone spetterà ancora ai motori a benzina. Condivide questa
previsione il direttore del Centro di competenze cantonale per la mobilità sostenibile
(infovel) Raffaele Domeniconi?
Per conoscere la sua opinione ‘Autoritratto’ lo
ha incontrato nella sede del Centro a Mendrisio.
Iniziamo subito con una domanda scomoda. I suoi rapporti con i garagisti, in
quanto direttore del Vel, non sempre sono
stati idilliaci.
“In un primo tempo, effettivamente, i rivenditori dei marchi che non producevano veicoli
elettrici non ci vedevano di buon occhio. Da
quando sussidiamo anche auto a benzina con
scarsi consumi e basse emissioni di Co2, questo rapporto è cambiato, perché tutte le case automobilistiche offrono modelli in grado di
usufruire degli incentivi. D’altra parte non bisogna dimenticare che abbiamo sempre aiutato
il mercato dell’auto, anche se promuoviamo un
determinato tipo di veicoli”.
D’altra parte al Salone di Ginevra le maggiori novità andavano proprio in direzione
dell’auto verde.
“Certo! Gli espositori facevano a gara per dimostrare la loro sensibilità ecologica”.
Lei è ovviamente un fautore dell’auto
elettrica.
“Sì, ma solo per ragioni tecnologiche. I veicoli elettrici sono più razionali di quelli con
motori a scoppio, perché propongono un rendimento del 90 per cento contro il 20 per
cento dei propulsori tradizionali. Non ne faccio una questione ideologica, come molti
pensano, mi creda”!
Ma anche per produrre elettricità si inquina.
“Se prendiamo però una certa quantità di
benzina o di diesel e la bruciamo per produrre elettricità otteniamo più efficienza che
versando quegli stessi quantitativi in un motore a scoppio”.
Un’auto elettrica continua però a costare
mediamente circa 10 mila franchi più di un
modello a benzina della stessa categoria.
G.Putzu/Ti-Press
“I COSTRUTTORI
NON HANNO MAI INVESTITO
COSÌ TANTI SOLDI,
PER DIMINUIRE
CONSUMI ED EMISSIONI”
Istockphoto
Stiamo dunque assistendo a una netta
inversione di rotta!
“Nel giro di un decennio si pensa che grazie
alla ricerca si riuscirà a produrre veicoli in
grado di percorrere 50 chilometri con un litro
di benzina. Questo significa che se
il serbatoio avrà una capienza di
50 litri, garantirà un’autonomia
di 2'500 chilometri. Dato che la
percorrenza media, almeno in Italia, è di
7’500-8'000 chilometri annui, significa che si
farà il pieno tre volte l’anno. Stiamo insomma
parlando di un altro mondo rispetto a quello
odierno”.
Si tratta di obiettivi realistici?
“Con l’introduzione di nuove tecnologie
sempre più sofisticate e l’utilizzazione di
materiali leggeri ma resistenti, raggiungere
questi obiettivi diventa possibile, pur garantendo automobili assolutamente sicure”.
Questi cambiamenti sono dettati più dal
desiderio di risparmio o da un’accresciuta sensibilità ecologica?
“Penso da tutte e due questi fattori. Da una
parte si assiste a una sempre maggiore attenzione all’ambiente, non solo nel settore
dell’auto. Per questo una parte dei consumatori si interessa ai motori ibridi che inquinano poco e utilizza i mezzi pubblici quando
è possibile. Dall’altra esiste un fattore indotto dalla crisi. Fino a poco tempo fa, chi se
lo poteva permettere acquistava un Suv come
seconda automobile, oggi magari si accontenta di una citycar per evitare di ostentare
ricchezza durante un periodo di crisi”.
In tempi brevi e medi quali saranno i
tipi di motorizzazione più diffusi?
“Si sta certamente assistendo a un ritorno dei
motori a benzina. Anche perché sulle piccole
cilindrate il diesel perde significato. Molto
dipende e dipenderà poi dagli incentivi promossi dalla politica. In Italia, per esempio, i
motori a gas hanno avuto successo fino a
quando venivano incentivati. Le scelte politiche hanno quindi una forte influenza sul
comportamento dei consumatori”.
E qual è, secondo lei, il futuro dei motori elettrici?
“Sono la grande novità di quest’anno. Solo ora
infatti le vetture elettriche hanno fatto il salto
di qualità che ci si attendeva da tempo. Continueranno comunque a costare mediamente
circa 10 mila franchi più delle auto a motorizzazione tradizionale. Saranno pertanto ancora destinate a un mercato di nicchia. A
meno che i governi decidano di incentivarle.
Allora il discorso potrebbe cambiare”.
Potrebbero però anche scendere i prezzi
se il mercato le accoglierà con favore e
quindi aumenterà la produzione.
“Certo, se la produzione aumenterà costeranno meno. Per il momento si tratta però
ancora di produzioni limitate, non artigianali ma quasi. Non esistono ancora fabbricazioni su larga scala, come avviene per i
Raffaele Domeniconi,
direttore del Centro
di competenze
cantonale
per la mobilità
sostenibile (infovel)
“Per il momento è ancora così. Ma non lo sarà
più per molto. Finora i veicoli elettrici uscivano
da fabbricazioni quasi artigianali, ma tra pochissimo verranno prodotti su larga scala e allora i prezzi crolleranno e saranno paragonabili
a quelli dei modelli con motori a benzina. Presto si passerà insomma finalmente dall’era artigianale a quella industriale”.
Rimarranno però i problemi di percorrenza
e di approvvigionamento.
“Si stanno facendo passi da gigante anche in
questi settori. Presto disporremo di veicoli elettrici con un’autonomia di 400 chilometri e ricaricabili in meno di un’ora”.
Nell’intervista alle pagine precedenti il direttore di ‘Quattroruote’ sostiene che tra
non molto saranno a disposizione motori
tradizionali in grado di percorrere 50 chilomentri con un litro di benzina. Anche
ecologicamente saranno pertanto concorrenziali con i veicoli elettrici.
“In ogni caso il motore elettrico rimane più efficiente e razionale di quello tradizionale. Per
questo sono persuaso che a medio-lungo termine lo sostituirà”.
E nel frattempo cosa succederà?
“A garantire il graduale passaggio dall’auto
tradizionale a quella elettrica, saranno i motori
ibridi, che sfrutteranno sempre più l’energia
elettrica e sempre meno la benzina”.
E i motori a gas o idrogeno hanno un futuro?
“Credo francamente di no. In questi anni si
sono fatti esperimenti di ogni genere, ma
non hanno dato risultati soddisfacenti. Il motore a idrogeno, che è forse il più interessante, costa troppo”!
Quale pensa sarà in futuro il ruolo dell’auto
all’interno del sistema dei trasporti?
“Per i lunghi tragitti sono persuaso che ci si
orienterà verso i mezzi pubblici, ma per quelli
brevi l’automobile rimarrà insostituibile. Probabilmente in un futuro molto lontano si usufruirà di titoli di trasporto che comprenderanno
sia l’uso dell’aereo o del treno, sia quello di una
vettura quando si arriva a destinazione. Non
sarà quindi più necessario possedere un veicolo
proprio, perché ne troveremo dove e quando ne
avremo bisogno”.
Ma questa è musica di un futuro molto
lontano.
“Certo per il momento l’automobile continuerà
a rappresentare uno ‘status symbol’ e ad essere
poco considerata per quella che è la sua vera
funzione: la mobilità”!
5
STORIA DI COPERTINA
CAMERA CON VISTA
FORTE CAPACITÀ INNOVATIVA NEL SETTORE DELL’AUTOMOBILE
di Luca Albertoni
Direttore della Camera di commercio,
dell’industria, dell’artigianato
e dei servizi del cantone Ticino (Cc-Ti)
A
Lo sapevate?
L’auto elettrica ha una lunga storia. Il suo primo brevetto risale al 1837.
E nel 1899 fu proprio un veicolo elettrico a superare per primo la soglia
dei 100 chilometri orari. A partire dagli anni Venti quando Ford ha iniziato
a costruire automobili alla portata di tutte le tasche, le vetture elettriche,
che avevano un costo molto elevato, sono state dimenticate. Si è tornati
a parlarne insistentemente negli anni Settanta durante la crisi del golfo,
quando sono venuti meno gli approvvigionamenti di petrolio. Risolta
questa crisi l’auto elettrica è tornata nuovamente nel dimenticatoio, salvo
per piccole nicchie di mercato. Negli anni Novanta quando si è preso
coscienza dei problemi ecologici che minacciano il pianeta, si è tornati a
parlarne con una certa insistenza. È insomma una storia di alti e bassi.
I veicoli elettrici tornano in auge durante i periodi di crisi.
In Svizzera e in Ticino ecologia e politica
Q
uando negli anni Novanta da più parti è
stato lanciato un grido d’allarme sulle sorti
del pianeta, il Governo federale ha promosso
il programma Energia 2000, che prevedeva
anche di incrementare l’utilizzazione delle
auto elettriche. Serviva un territorio su cui realizzare
un esperimento pilota. Come sceglierlo? Attraverso
un concorso nazionale. Il comune di Mendrisio ha
partecipato e si è aggiudicato il mandato. Obiettivo
era di riuscire a diffondere nell’agglomerato l’8 per
cento di veicoli elettrici sul totale del parco automobili. A livello numerico si trattava di vendere 400 auto elettriche su un totale di circa 5
mila vetture immatricolate nella cittadina.
Scopo dell’esperimento era individuare quali fossero
i metodi più efficaci per raggiungere l’obiettivo.
Da un rapporto finale è chiaramente scaturito che
il sistema migliore per convincere i consumatori a
comperare un veicolo elettrico era quello di sussidiare gli acquisti. A livello federale si è però valutato che estendere questi incentivi a tutti i cittadini
elvetici sarebbe costato troppo. Terminato l’esperimento pilota, in Ticino si è comunque deciso di
non lasciare cadere il discorso e si sono stanziati 6
milioni di franchi per finanziare sull’arco di cinque
anni, dal 2001 al 2005, una politica di ecoincentivi. Con un obiettivo preciso: terminato il periodo
di prova questa politica avrebbe dovuto autofinanziarsi. Per cinque anni si è quindi continuato a sussidiare gli acquisti. Non solo di auto elettriche, ma
di tutte le vetture in grado di garantire consumi
contenuti di carburante e basse emissioni di Co2.
Più una vettura era ecologica e maggiore era il sussidio, che poteva arrivare mediamente a un massimo di 10 mila franchi e in ogni caso non era mai
inferiore a 1'500 franchi. Terminato questo periodo
è stata elaborata una nuova normativa, in base alla
quale chi meno inquina meno paga di tassa della
circolazione. Una politica che non comporta maggiori oneri per lo Stato, perché le vetture meno ecologiche sono soggette a imposizioni più salate.
Anche a livello federale l’amministrazione sta introducendo ecoincentivi. A partire dal gennaio dell’anno prossimo la tassa sull’importazione di
automobili verrà raddoppiata. Passerà da 4 a 8 per
cento. Gli incassi maggiori saranno destinati a sussidiare veicoli che consumano poco e producono
basse emissioni di Co2.
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6
nche in questo numero di ‘Autoritratto’ riemerge forte e chiara la
capacità innovativa del settore dell’automobile. Dopo avere affrontato mutamenti strutturali epocali
dovuti anche ad un importante cambiamento delle regole del gioco imposto negli anni passati in particolare dall’Unione europea, occorre ora gestire un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, maggiormente orientati ai bassi
consumi e alle vetture più piccole. I forti investimenti dell’industria automobilistica per ridurre consumi ed emissioni
testimoniano della capacità di adattamento alle nuove regole, siano esse giuridiche o di fatto. Capacità di adattamento e nuove regole che vengono richieste anche in altri settori, in primis
quello finanziario, responsabile del difficile periodo economico dal quale stiamo faticosamente e lentamente uscendo.
Eppure va rilevato che proprio il settore
finanziario è uno dei più regolamentati,
con norme anche molto rigorose, soprattutto in Svizzera, malgrado quanto dicono i nostri detrattori. L’esempio dell’Assemblea generale di UBS, che ha respinto lo scarico agli amministratori è illuminante. La relativa regola esiste da
tempo nel nostro Codice delle obbligazioni (CO), ma nessuno mai l’aveva usata, perché ci si era abituati ad avallare
quasi automaticamente tutto quanto
presentato agli azionisti. Ben vengano
quindi prese di coscienza di questo genere, soprattutto se evitano di portare alla creazione di ulteriori regole, inutili ed
eccessivamente restrittive. In questo
contesto è particolarmente minacciosa
l’iniziativa lanciata dall’imprenditore
Thomas Minder, che intende limitare gli
abusi salariali da parte dei manager. Le
Camere federali stanno andando verso
l’elaborazione di un controprogetto diretto da sottoporre al verdetto popolare,
ma dopo i dibattiti parlamentari non si
può nascondere una certa preoccupazione per il futuro del quadro giuridico elvetico, noto ed apprezzato per la marcata impronta liberale e quindi particolarmente
Fra nuove sfide
e nuove regole
Istockphoto
GLI INGENTI INVESTIMENTI
DELL’INDUSTRIA
AUTOMOBILISTICA
PER RIDURRE
CONSUMI ED EMISSIONI,
TESTIMONIANO
DELLA SUA CAPACITÀ
DI ADATTAMENTO
ALLE NUOVE REGOLE
favorevole alle attività aziendali. Nel
marasma della discussione politica, si è
parlato troppo poco di fatti e regole esistenti, trasformando una proposta volta
a rafforzare i diritti degli azionisti in un
minestrone di idee confuse, con addirittura l’ipotesi di fissazione degli stipendi
aziendali da parte dello Stato. Il rimedio
rischia in sostanza di essere molto peggiore del male. Nessuno nega che vi siano stati abusi inaccettabili e comportamenti scorretti ed è giusto pensare a
qualche correttivo, ma non si possono
criminalizzare tutte le aziende, né imporre lacci eccessivamente stretti, che di
fatto impedirebbero le normali dinamiche dell’attività imprenditoriale. Mai
come ora è necessario esigere che la politica mantenga una posizione lucida e
di buon senso, che metta di fronte alle
proprie responsabilità chi ha sbagliato,
ma senza distruggere un sistema che garantisce comunque una buona affidabilità. La voglia di giustizia di chi è stato
buggerato è comprensibile e va rispettata, ma non a scapito del 99% delle aziende che lavorano alacremente e garantiscono posti di lavoro anche in tempi difficili. Una revisione del diritto societario del CO, sede naturale per risolvere
questioni come quella sollevata da Thomas Minder, sarebbe senz’altro meritevole di discussione, mentre l’inserimento di regole societarie nella costituzione rappresenterebbe a media e lunga
scadenza una mossa poco saggia e lungimirante. Ma purtroppo il clima politico non lascia spazio a discussioni ragionate e il condivisibile malcontento
popolare viene alimentato ad arte e cavalcato per meri calcoli elettorali. Peccato. Il rischio di rovinarci con le nostre mani è molto concreto, perché affossare i vantaggi competitivi dati da
una legislazione liberale, aperta e flessibile avrebbe conseguenze irreparabili
in tempi nemmeno troppo lunghi, anche per le aziende che nulla hanno a che
vedere con il mondo finanziario e che
comunque costituiscono la struttura
portante della nostra economia.
7
ATTUALITÀ
IO E L’AUTO
A COLLOQUIO CON L’EX PRESIDENTE UPSA, ENRICO CAMENISCH SULL’ANDAMENTO DEL MERCATO
LORENZO MAMMONE, RESPONSABILE DELLA TRASMISSIONE TELEVISIVA ‘PATTI CHIARI’
Il barometro tende al bello
L
I
8
4’205
+7,7%
9’320
+11,6%
65’788
+12,10%
3’904
58’690
–12,6%
67’160
+5,64%
8’353
–8,9%
4’285
7’907
1’438
1’505
1’696
+4,66%
+12,7%
-0,88%
+20,88%
23’672
23’463
28’362
+24,75%
+17,27%
2’475
2’970
3’483
1’329
1’177
1’190
–11,43%
+1,10%
2’579
2’631
2’884
21’824
17’437
18’510
–20,1%
+6,15%
+2,10%
+9,61%
–19,5%
+7,95%
21’664
17’941
18’852
–17,18%
+5,07%
–3,54%
+7,30%
2’853
2’752
2’953
1’518
1’222
1’319
Dovuto unicamente al superamento
l barometro segna al bello. Le vendite
Enrico
della crisi?
di auto nuove in Ticino hanno fatto reCamenisch
“Anche, ma non solo. Questa nuova sengistrare rispetto al primo trimestre
sibilità verso un’auto più verde, ben veidell’anno scorso un incremento del 7,7
per cento, contro un aumento ancora
colata dal salone di Ginevra, ha certasuperiore a livello nazionale del 12,10 per
mente dato nuovo slancio al settore.
cento. Dopo un gennaio e un febbraio diD’altra parte non bisogna dimenticare i
screti, in marzo si è notato un
grandi sforzi di produttori e
Automobili nuove messe in circolazione in Ticino nel primo trimestre
netto incremento delle vendite
importatori, che hanno ofrispetto sia al 2008, sia al
ferto proposte commerciali
1’600
5’000
2009. Non solo i risultati sono
estremamente allettanti,
migliori rispetto all’anno scortassi di leasing molto inte4’000
1’200
so, ma hanno praticamente reressanti e condizioni di ri3’000
cuperato le quote del 2008.
presa che si sono quasi sosti800
Il mercato delle vetture d’octuite ai mancati incentivi
2’000
casione – di cui indichiamo
statali alla rottamazione”.
400
E
l’impennata del mercato
solo i dati ticinesi – dopo un
1’000
delle auto d’occasione è doincremento del 5,64 nel pri0
0
vuto unicamente alla crisi?
mo trimestre 2009 dell’anno
Gennaio
Febbraio
Marzo
Primo trimestre
“Solo in parte. I dati riguarscorso rispetto al 2008, nello
2008
2009
2010 % mese/trimestre rispetto anno precedente
danti queste statistiche
stesso periodo di quest’anno
comprendono non solo le
ha subito una nuova impenAutomobili d’occasione messe in circolazione in Ticino nel primo trimestre vetture messe in vendita, ma
nata: più 11,6 per cento. È
3’500
anche semplici cambi di inun dato che non deve sor10’000
testazione di un veicolo.
prendere, perché la vendita
3’000
8’000
Questi dati sono inoltre faldi auto usate nei periodi di
2’500
sati da altri fattori tecnici,
crisi economica tende ad au6’000
2’000
che sarebbe complicato spiementare. Per commentare le
1’500
gare in questa sede”.
cifre del primo trimestre e
4’000
Quali sviluppi ritiene si
per azzardare qualche previ1’000
2’000
possano prevedere per i
sione sull’evoluzione del mer500
prossimi mesi?
cato nei prossimi mesi ‘Auto0
0
“Sono
convinto che il mercaritrtatto’ ha raggiunto l’ex
Gennaio
Febbraio
Marzo
Primo trimestre
to confermerà nei prossimi
presidente UPSA Enrico Ca2008
2009
2010 % mese/trimestre rispetto anno precedente
mesi quanto avvenuto nel primenisch, titolare di una conFonte: Dipartimento delle Istituzioni, Sezione della Circolazione, Camorino Elaborazione: Centro sistemi informativi, Bellinzona
cessionaria a Lugano. “Una
mo trimestre”.
premessa mi sembra d’obL’orientamento dei consuAutomibili nuove messe in circolazione in Svizzera nel primo trimestre
Fonte: Ufficio federale delle strade (USTRA)
bligo. L’andamento del setmatori verso vetture meno
75’000 potenti e a minor consumo
tore dell’automobile non in- 30’000
teressa solo la nostra catego- 25’000
di carburante registrato in
60’000
ria, ma l’intera economia
questi ultimi anni ritiene
20’000
nazionale. L’industria auto45’000 sia legato unicamente alla
mobilistica in Svizzera dà 15’000
crisi oppure sia dovuto a
30’000 un vero e proprio cambialavoro a quasi 40 mila di10’000
pendenti. Questo significa
mento di mentalità?
15’000 “Penso che questo orienta5’000
che un impiego su otto nel
nostro paese gravita attorno
mento sarà confermato anche
0
0
Gennaio
Febbraio
Marzo
Primo trimestre
a questo mercato, che genedopo la crisi. Si assiste infatti
2008
2009
2010 % mese/trimestre rispetto anno precedente
ra un fatturato annuo attora una maggiore sensibilità
no ai 90 miliardi di franverso l’ambiente e quindi a
chi”.
una maggiore attenzione per i consumi.
La vostra categoria può comunque
D’altra parte i produttori stanno spingenessere soddisfatta dell’andamento nel
do molto la vendita e la ricerca su questi
primo trimestre.
fattori e propongono veicoli di minor ci“Sì possiamo essere soddisfatti perché il
lindrata, ma con ottime prestazioni, semmercato è in netto risveglio”.
pre più sicuri e rispettosi dell’ambiente”.
orenzo Mammone è noto nell’ambiente dei garagisti e dei carrozzieri
perché ha dedicato loro due edizioni
della trasmissione televisiva ‘Patti
Chiari’ (che si occupa dei diritti dei
consumatori), mettendo in risalto aspetti
positivi ma anche negativi delle loro attività. Lei è dunque critico verso queste categorie? “Il mio mestiere mi impone di
avere un atteggiamento critico verso tutti, non solo verso garagisti e carrozzieri”.
Ma che immagine si è fatto durante le sue
inchieste giornalistiche? “Non mi sono
fatto un’immagine negativa. Ho incontrato professionisti di ottimo livello, ma anche qualche pecora nera, come avviene in
tutti i mestieri. Le mie esperienze come
cliente sono ottime. L’importante è poter
stabilire un rapporto di fiducia, un po’ come avviene con il medico, fatte le dovute
proporzioni. Personalmente ho sempre incontrato persone oneste”. Ha trovato una
differenza tra i garagisti membri UPSA
rispetto ad altri? “I soci UPSA sono usciti meglio dalle nostre indagini”. Qualcuno accusa la sua trasmissione di essere
troppo critica, di parte. “Noi ci limitiamo a portare avanti inchieste giornalistiche serie. Per questo ci avvaliamo della
collaborazione di esperti nei vari settori
che andiamo a toccare. Non vogliamo
mettere alla berlina nessuno. Cerchiamo
semplicemente di verificare se ciò che è
offerto corrisponde alla realtà. Se il consumatore viene correttamente informato
“Non mi sono fatto
un’immagine negativa
dei garagisti ticinesi”
su quanto gli si propone. A volte vengono a galla errori di comunicazione commessi in buona fede. Tutti sbagliamo e
possiamo sempre migliorare i nostri servizi. Si tratta di ammettere i propri errori senza fare drammi. Alcune aziende che
hanno saputo gestire situazioni delicate
ne sono addirittura uscite rafforzate nella
loro immagine, perché i cittadini, i consumatori capiscono che tutti possono sbagliare senza malizia”.
Ma veniamo al suo rapporto con l’automobile, che è il vero tema di questa rubrica.
“È molto utilitaristico, afferma Lorenzo
Mammone. Mi situo assolutamente all’opposto di chi considera l’auto uno status symbol. Per me l’importante è che sia
funzionale, sicura e non mi lasci per strada. Mia moglie mi accusa di trascurarla e
penso che abbia ragione”. Questo significa
che non le piace nemmeno guidare? “No.
Questo no. Guidare mi piace. Quando ci
spostiamo con la famiglia sono sempre io
al volante. L’auto mi dà un senso di libertà. In vacanza, se è possibile, prediligo
sempre le quattro ruote sia al treno, sia all’aereo, perché mi permettono di fermarmi dove voglio e quando lo desidero. Prossimamente andremo con la famiglia a Berlino, ma ci trasferiremo in auto”. Con quale criterio sceglie un veicolo? “In base alle
esigenze familiari. Ora ho un’auto spaziosa, a sette posti. Prima di sposarmi prediligevo modelli più sportivi, grintosi e veloci. Dispongo comunque anche di una seconda macchina più piccola ma 4x4, perché ho molta paura di guidare sulla neve”.
Percorre molti chilometri? “Ora non più.
Ma c’è stato un periodo in cui ne macinavo tantissimi. Da giovane ero infatti arbitro di basket e mi spostavo in tutta la
Svizzera, sempre in automobile, per dirigere partite di serie A. E spesso venivo
chiamato anche per gare internazionali”.
S.Golay/Ti-Press
Lorenzo
Mammone
“GARAGISTI
DI OTTIMO
LIVELLO,
MA ANCHE
QUALCHE
PECORA NERA”
9
OSPITE
Il ‘Concept car’
di Carlo Bonzanigo per indicare
i futuri sviluppi di design
del gruppo automobilistico
francese Citroên-Peugeot
LA STRADA DEL LUGANESE CARLO BONZANIGO, FORMATOSI ALLA SCUOLA DEL ‘MADE IN ITALY’
Il mestiere di Car Designer
tra arte e industria
“È
il peggior periodo per l’industria automobilistica,
dalla fine della seconda
guerra a oggi” lo ha detto
Sergio Marchionne al termine del Salone dell’Auto di Ginerva.
La mostra ginevrina ha però anche dimostrato la forza e la creatività che anima il settore capace di reagire alla crisi con una straordinaria vitalità e originalità. Le numerose innovazioni tecnologiche proposte hanno infatti
sedotto ancora una volta i potenziali
acquirenti. Fra le testimonianze strategiche più accattivanti si è imposta una
‘Concept-car’ studiata dalla squadra diretta dall’ingegnere luganese Carlo
Bonzanigo, uno fra i più validi esponenti del ‘Design’ automobilistico internazionale, che attualmente lavora
per il gruppo Citroên-Peugeot.
Ma cosa si intende con la definizione di
‘Concept-Car’? “Si tratta di un veicolo
sperimentale che ha parecchie funzioni” –
ci ha precisato Carlo Bonzanigo durante un suo breve soggiorno luganese.
“La Concept è in primo luogo un mezzo di
comunicazione. Vi sono indicati i nuovi indirizzi stilistici e il tipo di tecnologia che
si vuol dare alla propria ricerca. Non tutte le creazioni sperimentali trovano però
un’applicazione pratica ma servono spesso
da vetrina per far conoscere l’ambizione e il
coraggio insiti nel marchio.”
Carlo Bonzanigo non è un uomo di
molte parole. Preciso, attento ai dettagli è giustamente considerato un perfetto team-leader. È nato a Lugano 44
anni fa. Oggi abita poco lontano da
Versailles con la moglie e i due figli. È
il responsabile dei progetti ‘Concept
Cars’ e della cooperazione internazionale del gruppo. Frequentate le scuole
dell’obbligo tra Milano e Bellinzona si
è laureato in ingegneria meccanica al
Politecnico federale di Zurigo. Il primo impiego lo ha portato fra i dipendenti della ABB. Attratto dalla forma
dell’automobile si è però deciso, poco
tempo dopo, a frequentare l’Art Center College of Design negli USA. Ottenuto il bachelor in ‘Transportation
10
Carlo Bonzanigo, leader del dipartimento
Advanced Disegn e Concept Cars
e di cooperazione internazionale
(Peugeot-Citroên, Fiat, Toyota, Mitsubishi)
Design’ ha quindi raggiunto Torino,
dove è stato assunto dalla mitica Pininfarina. Alla firma del contratto di lavoro questo figlio del suo tempo vede
realizzarsi un magnifico sogno. Da ammiratore dei modelli firmati dai leggendari carrozzieri italiani, si butta
con entusiasmo nel magico clima degli
stabilimenti torinesi. Sin dai primi
giorni viene però anche confrontato
con la dura gavetta che il tradizionale
artigianato dei grandi carrozzieri non
ha mai abbandonato. Rimarrà alla Pininfarina per ben nove anni. Il primo
lavoro che gli venne affidato non l’ha
44 ANNI,
UNO DEI PIÙ VALIDI
ESPONENTI DEL DESIGN
AUTOMOBILISTICO,
OGGI LAVORA IN FRANCIA
MA SI È FORMATO
IN ITALIA,
ALLE DIPENDENZE
DELLA MITICA PININFARINA
mai dimenticato. Affascinato dai magnifici modelli del celebre ‘Made in
Italy’, dalle linee armoniose ed equilibrate accompagnate da un carattere
forte e determinato, venne chiamato a
disegnare …dei copri cerchioni di plastica! Il mestiere lo ha quindi imparato a piccoli passi, durante circa quattro anni. Bonzanigo non si vergogna di
ammettere che sono stati momenti difficili. La funzione di ‘car designer’ si
apprende soprattutto osservando, cercando di capire, rubando il mestiere.
È un lavoro artistico che comprende
molti aspetti difficilmente spiegabili
e quindi non sempre trasmissibili a voce. La fortuna ha voluto che nel gruppo delle officine piemontesi ci fossero
dei personaggi carismatici, dei colleghi più anziani di grande talento. Un
giorno gli affidarono il compito di sviluppare piccoli accessori passando infine a soggetti più complessi fino alla
gestione totale di una vettura con
esterni, interni,colori e scelta dei materiali. Un percorso non semplice, ma
indubbiamente fecondo per chi ha le
necessarie qualità ed è animato dalla
voglia di affermarsi.
Ma quali sono le predisposizioni che
deve avere un designer? “Alla base c’è la
creatività. Si tratta infatti di immaginare, di disegnare e infine di mettere in tre dimensioni, in volumi, le proprie idee integrando le esigenze tecniche nel progetto senza snaturarne lo stile immaginato. Bisogna infatti anche conoscere i vincoli tecnici
che pone un’automobile. Si tratta di essere
pure armati di un carattere forte che ti per-
mette di metterti in gioco. Bisogna infatti
saper gestire la propria emotività e la frustrazione che ti prendono quando perdi un
concorso, visto che il giorno dopo devi chinarti su un nuovo progetto. Sono attimi che
esigono una solida forza d’animo. Statisticamente, le delusioni sono infatti superiori
alle soddisfazioni!”
Oggi consiglierebbe a un giovane di affrontare la carriera del Designer di automobili? “Se c’è talento e molta passione,
senz’altro. Il giovane deve però sapere che
la strada è complicata. Le soddisfazioni sono centellinate. Inoltre, con la globalizzazione e l’apertura di nuove scuole di Design
in tutto il mondo, la concorrenza professionale si è centuplicata. Ciò non toglie che si
tratta di un mestiere che può dare molto.
Ma ci vogliono costanza e passione”.
È però utile avere anche idee nuove per
offrire all’acquirente l’opportunità di
personalizzare la propria automobile.
O mi sbaglio? “È una tendenza che esiste.
Nella società dell’iperconsumo ognuno di
noi desidera distinguersi dalla massa. Le
La vettura progettata dal gruppo di studio
diretto da Carlo Bonzanigo, che aumenta di 80°
verso l’alto il campo visivo dei passeggeri e offre
una visuale illimitata, in alta definizione, a tutti
gli occupanti, incrementando pure la sicurezza.
“LA VETTURA
NELLA SUA FORMA ATTUALE
CI ACCOMPAGNERÀ
ANCORA PER MOLTI ANNI,
INTEGRANDO OVVIAMENTE
LE EVOLUZIONI DETTATE
DAL CONTESTO ESTERNO.
CREDO INOLTRE
FERMAMENTE
CHE L’ESSERE UMANO
SARÀ SEMPRE ALLA RICERCA
DEL PIACERE ESTETICO.
PER QUESTA RAGIONE
VI SARÀ SEMPRE BISOGNO
DI DESIGNERS”.
personalizzazioni sono quindi una valida
risposta a questa moda sempre più diffusa.”
Nelle sue riflessioni non affiorano
quindi dubbi sul futuro dell’automobile? “No. La vettura nella sua forma attuale ci accompagnerà ancora per molti anni, integrando ovviamente le evoluzioni
dettate dal contesto esterno. Sono convinto
che l’uomo avrà sempre bisogno di mobilità. Muoversi fa parte delle nostre necessità primarie; ora lo facciamo a bordo di
quei veicoli che chiamiamo automobili, fra
un secolo forse le chiameremo in modo diverso. Ma continueremo ad aver bisogno di
spostarci. Credo inoltre fermamente che
l’essere umano sarà sempre alla ricerca del
piacere estetico, ragion per cui vi sarà sempre bisogno di designers, così come ve ne
erano già, con denominazioni differenti,
migliaia di anni fa: penso ad esempio agli
architetti che costruirono le piramidi egizie o i templi greci. L’AUTO-MOBILE
(...in due parole!) e la professione di designer non scompariranno!”
m.b.
11
FACCIA A FACCIA
12
Il Consigliere di Stato
Luigi Pedrazzini (a sinistra)
con il presidente UPSA
Walter Robbiani
durante il faccia-faccia
FACCIA-FACCIA TRA IL CONSIGLIERE DI STATO PEDRAZZINI E IL PRESIDENTE UPSA ROBBIANI
Autoincentivi, pro e contro
PEDRAZZINI:
CI RENDIAMO CONTO
CHE ANCHE IL MERCATO
DELL’AUTO È STATO
COLPITO DALLA CRISI,
MA NON HA SUBITO
UN CROLLO DRASTICO
Semplicemente non è entrata in vigore. Se dovesse verificarsi un cambiamento di tendenza
nel settore dell’automobile…
AUTORITRATTO – Non sembra essere il
caso. Il primo trimestre del 2010 registra
anzi una ripresa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
ROBBIANI – Effettivamente nel corso dei
primi tre mesi dell’anno si è assistito a una
cauta ripresa rispetto al 2009 con un incremento delle vendite del 7 per cento.
AUTORITRATTO – Le cifre danno quindi
ragione al Governo…
ROBBIANI – L’introduzione di questi incentivi non va vista solo come un aiuto alla categoria che rappresento. Va vista anche
come sostegno ai tanti cittadini messi in
difficoltà dalla crisi per i quali non è facile
trovare i quattrini per cambiare l’auto.
D’altra parte questa misura avrebbe avuto
anche interessanti risvolti ecologici.
AUTORITRATTO – In che senso?
ROBBIANI – In Ticino il 20 per cento del
parco veicoli ha più di 12 anni. Questo significa che oltre 40’000 automobili in
circolazione consumano e inquinano tre
volte più di una vettura attuale della stessa categoria e offrono una sicurezza che lascia ormai a desiderare.
PEDRAZZINI – Vede, un conto è prevedere
una misura per aiutare l’economia in un periodo di crisi. Ben altra cosa è un intervento
strutturale come quello a cui lei si riferisce
per modernizzare il parco veicoli.
ROBBIANI – Ma non sarebbe buona cosa
rendere questo parco veicoli più ecocompatibile ?
PEDRAZZINI – Bisognerebbe studiare la
questione per capire se i vantaggi ambientali giustificano i costi di un’operazione
del genere. D’altra parte, grazie a un’efficace politica dei collaudi, il Cantone garantisce una buona efficienza delle vetture in circolazione e induce i proprietari di
auto non più idonee a cambiarle.
ROBBIANI:
I SUSSIDI AVREBBERO
AIUTATO MOLTE
FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ
A CAMBIARE L’AUTO
ELIMINANDO LE VETTURE
PIÙ INQUINANTI
ROBBIANI – Certo, ma in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo
i consumatori tendono a sostituire auto molto
vecchie con veicoli d’occasione, non con vetture nuove e quindi meno inquinanti.
PEDRAZZINI – Bisogna valutare anche l’atteggiamento dei consumatori ticinesi, che
S.Golay/Ti-Press
N
elle “misure di sostegno all’occupazione e all’economia per il periodo 20092011” proposte dal Governo ticinese
nel giugno dell’anno scorso, figuravano anche 4 milioni e mezzo per aiutare il settore dell’automobile concedendo sussidi a quei cittadini che intendevano mettere
fuori funzione un’auto ormai vecchia per sostituirla con una nuova. Questi cosiddetti “incentivi alla rottamazione” avevano un duplice
scopo: sostenere il settore durante la crisi economica e togliere dalla circolazione veicoli
vecchi e inquinanti. Questo principio era stato accolto anche dal Gran Consiglio. Si trattava però di una misura inserita nella cosiddetta “fase 2”, considerata quindi meno urgente
rispetto ad altri interventi previsti per fronteggiare la crisi. Il Consiglio di Stato ha poi
deciso di rinunciare agli incentivi alla rottamazione in sede di elaborazione del preventivo per il 2010. Una decisione che non
è andata giù ai garagisti. Come mai questo
cambiamento di rotta del Governo?
Per discuterne ‘Autoritratto’ ha organizzato
un faccia-faccia tra il presidente dell’Associazione di categoria (UPSA) Walter Robbiani e
il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Luigi Pedrazzini, da cui dipende l’Ufficio
della circolazione e quindi tutto quanto ha a
che fare con l’automobile.
AUTORITRATTO – Come mai questo voltafaccia del Governo?
PEDRAZZINI – Non mi pare corretto parlare di voltafaccia. Gli incentivi alla rottamazione erano stati previsti per la “fase 2”, quindi
non erano stati considerati prioritari. Quando
abbiamo elaborato il preventivo 2010 siamo
stati costretti a prevedere tagli e questa misura è stata accantonata. Non abbiamo cambiato idea sulla sua validità, ma l’abbiamo ritenuta meno urgente rispetto ad altre.
ROBBIANI – Perché non è stata considerata
prioritaria?
PEDRAZZINI – Sebbene ci rendessimo conto che il mercato dell’auto fosse stato anch’esso colpito dalla crisi, non abbiamo giudicato
che avesse subito un
crollo. Abbiamo così pensato che potesse farcela anche
senza gli incentivi
alla rottamazione.
ROBBIANI – Il discorso su questi aiuti è quindi da considerarsi chiuso?
PEDRAZZINI –
Secondo il Consiglio di Stato sì. Rispondendo alla Mozione
Quadri, che riproponeva l’adozione di questa
misura, il Governo ha ribadito il suo parere
contrario. L’ultima parola spetta però al Gran
Consiglio, che dovrà esprimersi a breve termine nuovamente su questa tematica. Formalmente, comunque, la proposta non è caduta.
quando acquistano un’auto nuova scelgono
modelli sempre più potenti. Questo lo si
desume chiaramente dagli incassi delle tasse di circolazione, che aumentano nonostante il numero di veicoli rimanga sostanzialmente stabile. D’altra parte mi chiedo
in quale misura la crisi del vostro settore
sia dovuta alla situazione economica e
quanto invece dipenda da una sostanziale
saturazione del mercato. Rendiamoci conto che il Ticino è al secondo posto in Svizzera per quanto attiene il rapporto tra auto
in circolazione e numero di abitanti.
ROBBIANI – È vero. Ma non si tratta
necessariamente di un lusso. Per chi abita nelle regioni più distanti dai centri,
l’auto è spesso un mezzo di trasporto indispensabile. Per quanto riguarda invece la potenza delle automobili, in questi
ultimi anni stiamo assistendo a un’inversione di tendenza: i consumatori si
orientano sempre più verso modelli di
cilindrata inferiore.
AUTORITRATTO – La nuova politica cantonale è basata sul principio: chi più inquina, più paga. Questo permette al Cantone
di promuovere le auto ecologiche senza
spendere soldi in sussidi. Non esistono
quindi margini per una politica più attiva?
PEDRAZZINI – Non dimentichi che lo Stato nel corso degli ultimi anni, sostenendo il
progetto “Vel”, ha investito parecchio nella
promozione delle auto elettriche e che questo tipo di veicoli non paga la tassa di circolazione, mentre le vetture con motori ibridi hanno una riduzione del 75 per cento.
Questi vanno considerati interventi attivi.
AUTORITRATTO – Mi pare di capire che
l’incidente di percorso dei mancati incentivi alla rottamazione non abbia compromesso i buoni rapporti dell’Associazione
dei garagisti con il Dipartimento diretto
da Pedrazzini.
ROBBIANI – I rapporti sono buoni. Il dialogo nel corso degli ultimi anni è migliorato.
AUTORITRATTO – Ma quali richieste si
sente di fare allo
Stato per migliorare ulteriormente
questa relazione?
ROBBIANI
–
Vorremmo essere
maggiormente
consultati quando
si prendono decisioni che riguardano il settore
dell’automobile.
PEDRAZZINI – Mi fa molto piacere
che il presidente dell’UPSA sia soddisfatto dei rapporti con l’amministrazione cantonale. Prendo atto della sua richiesta di consultare maggiormente
l’Associazione e mi impegno a portare
avanti questo suo auspicio.
13
“L’INESPERIENZA LI ESPONE
CERTAMENTE A RISCHI,
MA NÉ LE STATISTICHE,
NÉ IL COMPORTAMENTO
SULLA STRADA
DEI NOSTRI GIOVANI
SONO PARTICOLARMENTE
PREOCCUPANTI”
UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO
“I giovani al vola nte?
Non vanno demo nizzati!”
Le cifre concernenti la sicurezza stradale non chiamano in causa unicamente i giovani
conducenti, ma è importante dedicare loro una particolare attenzione. Il cambiamento
più significativo nel recente passato è stato quello dell’introduzione del cosiddetto
sistema della patente in due fasi, che ha condotto ad un grado di preparazione e di
responsabilizzazione maggiore dei nuovi conducenti.
Ci si può chiedere, perché insistere così tanto sui giovani, se anche altre categorie di
utenti causano incidenti? È una domanda scontata, così come – forse – la risposta,
eppure vale la pena di sottolineare che è importante insistere sulla qualità della
preparazione dei nuovi conducenti e sulla necessità di una loro forte sensibilizzazione: i
giovani patentati di oggi rappresenteranno domani la maggioranza degli utenti della
strada. Investire oggi sulla loro formazione e creare quindi una nuova generazione di
conducenti ‘migliori’, significa investire anche sul futuro dell’intera circolazione stradale
e contribuire così a ridurne le vittime!
sono stati 1620 con 260'000 auto immatricolate, mentre l’anno scorso 1121 con
ben 300'000 vetture targate”.
Si tratta di dati incoraggianti. Riguardano anche i motociclisti? “Purtroppo no.
Il numero delle vittime in questa categoria di veicoli è rimasto sostanzialmente
“Che non provocano molti incidenti e in
particolare non gravi. Più di 4 su 10 coinvolgono persone tra i 25 e i 44 anni e meno di 2 su 10 i giovani tra 18 e 24 anni”. Come spiegate questo fatto? “Dipende dalla potenza dei veicoli. I ragazzi dispongono di motociclette meno veloci”. Qual è il rapporto di
Luigi Pedrazzini
Consigliere di Stato
Direttore Dipartimento delle Istituzioni
Vittime a piedi e in bici (2000-2009)
Vittime in auto e in moto (2000-2009)
Fonte: Polizia Cantonale
Fonte: Polizia Cantonale
2004
2005
2006
2007
2008
2009
0
2000 2001 2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
0
2000 2001 2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
0
>=90
2003
85-89
200
20
75-79
200
200
80-84
190’000
70-74
400
65-69
400
40
60-64
60
400
55-59
195’000
50-54
600
45-49
600
600
40-44
80
100
35-39
800
800
30-34
800
210’000
25-29
1’000
20-24
1’000
15-17
140
120
1’000
200’000
2003
2008
1’200
160
215’000
663
Automobilisti
Motociclisti
1’200
1’400
18-19
1’200
205’000
Ciclisti
Pedoni
180
Fonte: Polizia Cantonale
1’400
5-9
Autoveicoli
Vittime auto
200
Persone coinvolte in incidenti (per fascia d’età)
10-14
1’400
220’000
14
costante nel corso degli anni. Bisogna però dire che anche il numero di motociclette sulle nostre strade, soprattutto nel traffico cittadino, ha subito un notevole incremento, passando da 28 a 41 mila in
dieci anni”. Cosa indicano le statistiche
sul comportamento dei giovani in moto?
Autoveicoli immatricolati e vittime in auto
2000 2001 2002
sono un po’ eccessivi? “Questa misura non
va vista come repressiva, ma come un invito alla prudenza. I giovani devono dimostrare di essere buoni conducenti, non di
essere semplicemente in grado di superare
l’esame di guida”.
Affrontiamo l’argomento della scelta della
prima automobile. “È fuori dubbio che le
vetture, di qualsiasi categoria siano, diventano sempre più sicure. Fino ad alcuni anni fa certi dispositivi di sicurezza attiva
(per evitare incidenti) e passiva (per attutire l’urto) venivano proposti unicamente
sui modelli di lusso. Bisogna però rendersi conto che un veicolo, per quanto sicuro
possa essere, ha dei limiti che non vanno
valicati. Per un giovane è forse più difficile capire dove si situa questo confine. Per
questo penso sia bene iniziare con gradualità, partendo da una vettura non troppo
potente”. E i garagisti come devono comportarsi, secondo lei, con un cliente giovane? “Devono aiutarlo a fare una scelta assennata, in base alle sue capacità di guida.
Ma soprattutto non devono prestarsi a
montare cerchioni, centraline o altri accessori non in linea con le normative e non
previsti dal costruttore”.
AD AFFERMARLO È DAVIDE CACCIA, RESPONSABILE DEL PROGRAMMA ‘STRADE PIÙ SICURE’
Fonte: Polizia Cantonale
230’000 1’293
225’000
185’000
rischio tra moto e auto? “Quello delle motociclette è quattro volte più elevato”.
A Davide Caccia sta particolarmente a
cuore il discorso della formazione come
prevenzione. “L’istruzione deve iniziare sin
dalle elementari, come in effetti avviene.
Mi preoccupa invece il fatto – spiega – che
le regole della circolazione non abbiano un
posto fisso e specifico nel programma delle scuole medie. Verso i dieci anni infatti
i ragazzi iniziano a circolare in bicicletta
e per la sicurezza stradale è estremamente
importante che conoscano le norme del
traffico. Stiamo rimediando a questa mancanza grazie agli interventi educativi delle Polizie, così come grazie al programma
EDUSS dell’Istituto Educazione Stradale,
ma non riusciamo ancora a impartire lezioni a tutti gli allievi del Cantone”.
Ottenere la patente d’automobile è diventato molto impegnativo e costoso.
Non pensa che si stia un po’ esagerando?
“Scopo delle nuove disposizioni è di ottenere conducenti capaci e responsabili. La
qualità della formazione deve essere proporzionale alla complessità del traffico”.
Ma quei due anni di prova prima di ottenere il permesso definitivo di condurre non
0-4
“N
on si aspetti che demonizzi i
giovani! Non lo faccio per
principio, ma nemmeno le
statistiche mi autorizzerebbero in modo particolare a
farlo”. Ad esprimersi così, sorridente e
sempre costruttivo, è Davide Caccia, responsabile del programma ‘Strade più sicure’ voluto dal Dipartimento delle Istituzioni nel 2002. Sta interpretando in modo molto dinamico il suo compito di promuovere campagne a favore della sicurezza
sulle strade. Eppure, ribattiamo, a livello
svizzero gli incidenti stradali sono la seconda causa di morte dei giovani dopo il suicidio. “Ma, mi creda – prosegue
Caccia – né le
statistiche, né il
comportamento
sulla strada dei
nostri giovani
sono eccessivamente preoccupanti. Anche se,
naturalmente,
l’inesperienza li
Davide Caccia
espone a rischi
insiti nella loro età”. In effetti, secondo le
statistiche, la fascia di età più coinvolta in
incidenti stradali non riguarda i giovani,
ma è quella tra i 40 e i 44 anni. Nel 2008
ne ha registrato 1’120 contro gli 855 della fascia 20-24 anni. “Queste statistiche
– spiega Caccia – vanno però prese con
le pinze, perché è anche vero che i quarantenni percorrono molti più chilometri rispetto ai ventenni. Evitare di puntare il dito contro una sola categoria serve anche a ricordare che tutti gli utenti
della strada devono fare la loro parte per
promuovere la sicurezza”. Ma gli incidenti stradali in Ticino aumentano o diminuiscono? “Nel corso degli ultimi dieci anni il numero delle vittime sulle nostre strade si è praticamente dimezzato
se si mette in rapporto a quello delle auto in circolazione. Nel 2000 i ferimenti
Istockphoto
INCHIESTE
15
FORMAZIONE
AUTORITRATTO INCONTRA UNA CLASSE DI MECCATRONICI ALL’ISTITUTO UPSA DI BIASCA
A scuola con i moderni
meccanici
Fotoservizio S.Golay/Ti-Press
FILIPPO TAvERnELLI
ALAn zUFFI
Oriele Lamberti, al centro,
con la sua classe
di meccatronici
DAnIELE MASCIOnI
TIzIAnO SCIOLLI
16
D
a tre anni è nato un nuovo profilo professionale, quello del meccatronico. In sostanza si
tratta del meccanico moderno, che vista l’evoluzione della tecnologia deve avere ancora più
competenze anche nel campo dell’elettronica. Il primo anno di formazione prevede un orario
scolastico a tempo pieno. I ragazzi vengono assunti
da un’azienda, ma seguono lezioni durante tutta la
settimana alla sede SPAI e nel laboratorio UPSA di
Biasca e trascorrono solo le vacanze scolastiche nell’officina del datore di lavoro. “Questa nuova forma
di curriculum è stata introdotta tre anni or sono”, ci
spiega Oriele Lamberti responsabile del corso e ‘primus inter pares’ della nuova direzione collettiva della scuola UPSA. Il percorso di formazione complessivo si articola su quattro anni. Gli anni successivi al
primo, l’apprendista li trascorre secondo la formula
classica: in azienda, alla SPAI e ai corsi interaziendali. “Sono soddisfatto di questa esperienza – spiega
Lamberti ad ‘Autoritratto’ – giunta ormai al terzo
anno. Gli allievi dei primi due anni mi sembrano
bene integrati nelle officine dove lavorano. L’anno
prossimo usciranno i primi meccatronici che hanno
seguito il nuovo curriculum. Si tratta di ragazzi motivati. È bello lavorare con loro”.
La redazione di ‘Autoritratto’ è andata nel laboratorio UPSA a Biasca ad incontrare la classe del primo
anno che frequenta lezioni a tempo pieno. I banchi di
scuola ci sono, ma soprattutto nell’officina ci sono automobili e motori sui quali i giovani verificano quanto apprendono durante le ore di teoria. L’atmosfera è
rilassata e simpatica. Non sembra di entrare in un’aula scolastica. Sei ragazzi provengono dalla scuola media, tre dal liceo. Gli allievi appaiono davvero motivati. Terminati i quattro anni di formazione base, tutti pensano di proseguire gli studi. Quattro intendono conseguire l’attestato federale di meccanico
diagnostico, che solitamente permette di diventare capo officina. Cinque vorrebbero invece continuare la
formazione al Tecnicum o al Politecnico.
Ma lasciamo ora la parola ai giovani.
AUTORITRATTO - Perché avete scelto proprio
questa professione?
Dalle risposte dei ragazzi trapela una grande passione per l’automobile, ma cerchiamo di andare un
po’ più a fondo.
TIZIANO – Chiedermi perché mi piace l’auto è come domandarmi perché mi piace il gelato. Da sempre sono appassionato. Da quando mia mamma portava a riparare la sua vettura e io seguivo quello che
faceva il meccanico.
DANIELE – Già da bambino la mia passione era
costruire modellini. Ne ho anche costruito uno con
il motore a benzina.
JONATHAN – Mi affascina la continua evoluzione
che contraddistingue il
mondo dell’automobile.
Ho scelto questa strada per
diventare ingegnere senza
passare dal liceo.
JOEL – Da piccolo una volta ero in auto con il nonno e
siamo rimasti per strada.
Quando ha aperto il cofano
mi ha colpito la complessità
del motore. È nata così la
mia curiosità.
DOMENICO – Mi ha sempre affascinato il mondo
delle corse.
FILIPPO – Più dell’aspetto
esteriore ad attrarmi sono le
parti nascoste di una vettura:
l’elettronica e la meccanica.
GIANLUCA – Mio papà
era meccanico e lavorava per
un team di gokart. Più all’auto in generale sono interessato ai motori.
RICCARDO – Anch’io sono
attratto dall’ambiente delle
competizioni e spero di poter proseguire gli studi al
Tecnicum di Bienne.
ALAN – Sono un patito dell’automobile e mi interessano tutte le sue componenti.
AUTORITRATTO – Filippo, Riccardo e Gianluca
hanno scelto la professione dopo aver frequentato
per alcuni anni il liceo. Come vivete questa nuova
esperienza?
FILIPPO – Questa scuola mi piace perché tutti
sono più motivati che al liceo.
RICCARDO – Per me l’insegnamento al liceo era
troppo teorico e poco concreto. E poi qui seguo
una mia passione!
GIANLUCA – L’ambiente era molto diverso. Mi
piace il rapporto con il mondo del lavoro.
AUTORITRATTO – Se tornaste indietro rifareste dunque la stessa scelta? Ma senza passare per
il liceo?
In coro Filippo, Riccardo e Gianluca rispondono
che sì rifarebbero questa scelta. Non rifiutano però l’esperienza del liceo e non considerano persi
quegli anni.
AUTORITRATTO – Non è facile optare a quattordici o quindici anni per una professione, anche se si è appassionati di automobili. Come è avvenuta la vostra scelta? E perché vi siete orientati
proprio verso il curriculum in meccatronica, che
è il più impegnativo?
ALAN – A Espoprofessioni mi sono reso conto che
questa era la formazione più completa.
GIANLUCA – Me la sentivo di fare qualcosa di più
impegnativo nell’ambito di un settore che mi attrae.
RICCARDO – Dopo un periodo al liceo, non si è certamente trattato di una scelta di comodo.
FILIPPO – Mi interessava la doppia formazione di
meccanico e di elettrauto.
DOMENICO – Per capire il più possibile del mondo dell’automobile.
JOEL – Penso che questa formazione sia proiettata
verso il futuro.
JONATHAN – Quando ho seguito lo stage in azienda ho capito che sarebbe stata la scelta giusta.
DANIELE – Sebbene l’orientatore mi proponeva
altro, io ho voluto seguire questa strada.
AUTORITRATTO – Quali sono i vostri progetti,
gli obiettivi e magari i sogni per il futuro?
ALAN – Diventare diagnostico e continuare a
sporcarmi le mani in officina. Poi si vedrà.
GIANLUCA – Diventare ingegnere nel campo
dell’aviazione.
RICCARDO – Lavorare nell’ambito delle corse
automobilistiche.
FILIPPO – Studiare da ingegnere ed aprire una
mia officina.
DOMENICO – Anch’io vorrei lavorare nel mondo della competizione.
JOËL – Lavorare in officina come diagnostico.
JONATHAN – Studiare al Tecnicum e aprire
un’attività in proprio.
TIZIANO – Anch’io vorrei continuare a lavorare
in officina come diagnostico.
DANIELE – Spero di poter proseguire gli studi
per lavorare nella ricerca.
AUTORITRATTO – Cosa consigliate a un giovane
che si appresta a compiere la vostra scelta?
ALAN – Di fare parecchi stage prima di decidere.
GIANLUCA – La cosa principale è dedicarsi a ciò
che si ama.
RICCARDO – Per scegliere questa professione ci
vuole molta passione.
FILIPPO – Credo sia importante scegliere bene il
posto di lavoro. Capire se le persone che ti dovranno insegnare il mestiere hanno davvero voglia di
passarti la loro esperienza.
DOMENICO – Il mondo del lavoro è molto diverso da quello scolastico. Per affrontarlo ci vuole motivazione.
JOEL – Bisogna avere il piacere di imparare continuamente cose nuove.
JONATHAN – Quando si finiscono le scuole medie si è ancora molto giovani per scegliere. Bisogna pensarci su bene.
TIZIANO – Sì, credo che Jonathan abbia ragione.
Per evitare di sbagliare è bene convincersi della propria scelta visitando diversi ambienti di lavoro.
DANIELE – Ma soprattutto non si pensi che questa sia una scorciatoia…!
jOnAThAn ROSSETTI
jOEL PInTO
DOMEnICO CITRInITI
GIAnLUCA MACCAGnI
RICCARDO SAnTInI
17
MARKETING
PUBLIREDAZIONALE
MOBIL
MOBIL
è l’istituzione
è l’istituzione
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previdenza
previdenza
delle
delle
associazioni
associazioni
professionali
professionaliUPSA
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ASTAG USMCM
USMCM
La Cassa pensione MOBIL offre ora un allettante accredito contributivo
d
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Grazie a un accredito contributivo annuo le
grandi aziende affiliate alla CP MOBIL possono
ora risparmiare dal 5 al 20 percento sui premi. Il
nuovo approccio, basato fra l'altro sulla promo-
zione della salute al posto di lavoro, determina
una riduzione dei premi di cui approfittano tutti
i membri, indipendentemente dalle dimensioni
dell'azienda.
un capitale che resta conservato sul
lungo periodo. L'ambiente di lavoro
migliora e, con l'aumento della
soddisfazione sul posto di lavoro,
diminuisce in modo comprovato anche
il tasso d'assenza. Questo contribuisce
a garantire l'andamento dell'invalidità e
a stabilizzare i costi dei premi a un
livello sostenibile.
Il management della salute in azienda
della CP MOBIL prevede anche un
semplice tool basato sul web per la
registrazione di assenze e vacanze,
che riduce l'onere amministrativo a
circa un'ora la settimana. Soprattutto
per le piccole imprese questo sgravio
è senz'altro un vantaggio decisivo.
Per beneficiare dell'accredito contributivo devono essere soddisfatte
le seguenti cinque condizioni:
«L'offerta dell'accredito contributivo
ha un duplice vantaggio: per l'impresa
e per ogni singolo collaboratore»,
afferma il direttore Roland Graf. Infatti,
a seconda del volume dei contributi, le
aziende ricevono un accredito di 100 o
200 franchi per collaboratore con
piano di risparmio per la vecchiaia. Lo
stesso importo viene accreditato
anche al contributo di risparmio
individuale di ogni collaboratore.
Grazie al suo impegno l'azienda può
posizionarsi come datore di lavoro
interessante nei confronti dei propri
dipendenti. Anno dopo anno anche le
ditte più piccole traggono vantaggio da
questa nuova offerta: grazie alla
soluzione settoriale della PC MOBIL
unica nel suo genere diminuiscono
anche i loro premi.
L'accredito contributivo è correlato
all'offerta gratuita del management
della salute in azienda (MSA). «In
qualità di cassa pensione ci sta a
cuore l'individuo. Ecco perché
sosteniamo i nostri membri nel loro
impegno per la salute dei dipendenti»,
aggiunge Roland Graf.
Vantaggi su tutta la linea
Oltre a essere interessante sotto il
profilo finanziario, il management della
salute in azienda è vantaggioso su tutta
la linea anche come strumento di
gestione aziendale: collaboratori sani e
motivati sono infatti un fattore di
successo decisivo per ogni azienda.
Quando i dipendenti sono apprezzati e
assistiti in modo adeguato la loro
capacità di fornire prestazioni diventa
• Contributi previdenziali dell'azienda
pari ad almeno CHF 100 000 l'anno
• Convenzione di adesione non disdetta
il 1° luglio dell'anno
• Introduzione del management della
salute in azienda prima del 1° luglio
dell'anno e impiego del tool per la
gestione delle assenze
• Notifica di massimo un nuovo caso
d'invalidità per ogni 20 assicurati
attivi presso la CP MOBIL nell'anno
precedente
• Pagamento regolare dei contributi
nei 18 mesi prima del giorno di
riferimento (senza lettere di diffida)
Per ulteriori informazioni:
CP MOBIL - tel. 031 326 20 19
[email protected]
Roberto Mazzantini
(Mazzantini & Associati SA,
agenzia di comunicazione
a servizio completo)
Membro Commissione
Comunicazione UPSA
I Social Network
oscurano l’email
D
a tempo ormai il mercato dell’auto
‘viaggia’ verso il web marketing ed
oggi oltre il 50% del settore europeo
utilizza gli strumenti offerti da Internet per comunicare con i propri clienti. Una recente indagine ha rilevato come il
36% degli utenti interpellati abbia dichiarato di affidarsi a Internet per avere delle informazioni riguardanti la vettura che è in procinto di scegliere. Ed allora, se è sul web che
i vostri affezionati o potenziali clienti si ritrovano, sarà lì che dovrete andarli a cercare
utilizzando quelli che rappresentano
gli strumenti più in voga del momento: ‘social network’. In italiano ‘reti sociali’, i social
network sono gruppi
che raggruppano
gli individui in
base ai loro interessi e passioni: network professionali, culturali, di amicizia che permettono l’interazione
tra gli individui e la condivisione di informazioni. Diventa quindi sempre più importante essere presenti su questi nuovi canali, in maniera relazionale ed interattiva,
con la volontà di trovarsi virtualmente ‘in
piazza’ ed osservare quali siano gli interessi
del proprio target, presentarsi ed interagire. Come individuare i social network da cui
la vostra azienda non dovrebbe mancare?
Conoscendone le funzionalità, il target e
quindi le potenzialità. Ecco quindi i quattro network più frequentati, una breve descrizione di ognuno ed un piccolo consiglio
per sfruttarli al meglio:
YouTube
Probabilmente il social network più conosciuto e frequentato, è dedicato alla condivisione di video e può essere utile alla vostra
azienda per diffondere i propri video, gli spot
pubblicitari e per migliorare la visibilità del
proprio sito nei risultati di Google. Comunicazione tipo: “Abbonati al nostro canale
YouTube per vedere tutti i video delle prove
dei nostri modelli più recenti”.
Flickr
Social network dedicato alle immagini e fotografie, vi offre la possibilità di caricare e
condividere immagini e foto. Vi può essere
molto utile per pubblicare foto di prodotti,
eventi e fiere, per organizzare concorsi e interagire con altri utenti, creando gruppi di
discussione dedicati alle proprie iniziative
ed ai propri prodotti. Comunicazione tipo:
“Carica le tue foto in compagnia della tua
vettura, le più belle e originali vinceranno bellissimi premi”.
Facebook
Il più famoso tra i social network. Favorisce la creazione di
reti personali, ad esempio gruppi di amici, ex compagni di scuola o di lavoro. Vi offre la possibilità di creare ‘pagine fan’ dedicate
ai modelli della vostra gamma, di
stimolare la discussione e di invitare
‘amici’ a tutti i vostri eventi. Comunicazione tipo: “Sulla nostra pagina troverai tanti contenuti speciali dedicati a
tutti i fan della nostra Marca e potrai discuterne con noi e con tutti i nostri amici”.
Istock
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Promozione della salute
e risparmio sui premi
OLTRE IL 50% DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO EUROPEO
FIDELIZZA IL CLIENTE CON IL WEB MARKETING
SECONDO
UN’INCHIESTA,
IL 36 PER CENTO
DEI CLIENTI
SI AFFIDA A INTERNET
PER INFORMARSI
SULLA VETTURA
DA ACQUISTARE
Twitter
Social network di messaggistica, è nato come
strumento di comunicazione personale ma si
sta trasformando in un mezzo di informazione su eventi, notizie, articoli ecc. Può esservi certamente utile per offrire un servizio informativo veloce (tipo sms) a tutti i vostri
utenti iscritti. Comunicazione tipo: “Stai
sempre connesso con la tua passione, iscriviti e riceverai tutte le novità e gli aggiornamento in tempo reale”.
Come avrete potuto comprendere la rete di
seconda generazione sta galoppando ad una
velocità impressionante a scapito della vecchia email, ormai considerata da molti superata e penalizzata dall’ingombrante fenomeno dello spamming (la posta indesiderata).
I nuovi strumenti per presentarvi e fidelizzare la clientela ci sono, sono facili da utilizzare e sono di fondamentale importanza per
ogni Associato UPSA.
19
VITA ASSOCIATIVA
ome sarà il nostro futuro? Se potessi, lo dipingerei con gli allegri colori dell’arcobaleno. Temo
invece che i temporali non siano
finiti e che le nuvole all’orizzonte
non spariscano da un giorno all’altro. Che fare
allora? Aumentiamo la nostra professionalità in
tutti i settori dell’automobile e ricordiamoci
sempre che il cliente è il fulcro della nostra
azienda”. È con queste parole che il presidente
dell’UPSA Walter Robbiani ha concluso il suo
intervento all’assemblea dell’associazione dei garagisti ticinesi tenutasi giovedì 22 aprile al ristorante Stazione di Bodio.
Alla presenza di un centinaio di associati è
intervenuto dapprima il presidente del Governo ticinese Luigi Pedrazzini, che ha sottolineato i buoni rapporti e il dialogo
Da sinistra: Paolo Donelli, hansludwig Fritzsche,
aperto instaurato in questi ultimi anni tra
Renato Canziani (seduto), Barbara Ferrari,
Sonja Simonetti, Walter Robbiani,
l’amministrazione dello Stato e l’associaPierluigi vizzardi, Pino vescovi,
zione dei garagisti. Ha inoltre assicurato ai
Oliviero Milani (seduto), Marco Doninelli
presenti che la collaborazione con UPSA
si intensificherà ulteriormente come auspicato dal ALL’ASSEMBLEA IL PRESIDENTE ROBBIANI HA ELENCATO UNA LUNGA LISTA DI ATTIVITÀ
presidente Robbiani nel
faccia-faccia pubblicato su
questa edizione di ‘Autoritratto’ alle pagine 12-13.
“Chi pensa che l’UPSA
dorma – ha ammonito il
presidente Robbiani – si
sbaglia”! Buona parte del diVISIBILITÀ E IMMAGINE
RAPPORTO CON LE AUTORITÀ
scorso dedicato da Robbiani al rapporto an“La Sezione Ticino – ha affermato il presiDopo le due riunioni organizzate con i renuale di gestione è stata improntata a sfatare
dente – è certamente quella che appare più
sponsabili della Sezione della circolazione
le voci di corridoio secondo le quali UPSA
di tutte le altre sulla stampa e sui mezzi radi Camorino, in cui tutti gli associati
non farebbe nulla per i suoi associati. “Da due
diotelevisivi. Sovente, infatti, siamo chiahanno avuto occasione di discutere la teanni presiedo il Comitato cantonale – ha promati dalle redazioni dei giornali, della radio
matica dei collaudi, verrà organizzato un
seguito Robbiani – e mi rendo conto che per
altro incontro destinato alle pratiche ame della televisione per sostenere il punto di
chi non conosce da vicino le mansioni a noi afministrative. Tutti i soci avranno l’opporvista della categoria”. Dal primo gennaio
fidate possa risultare difficile capire quanto
tunità di segnalare prima della riunione
inoltre il sito internet di UPSA è stato inviene fatto”. Per rispondere concretamente a
eventuali lacune o inefficienze riscontrate
cluso nel portale dell’Associazione a livello
queste critiche il presidente ha quindi elendurante il disbrigo delle pratiche. “Con
federale. “Grazie a questa innovazione – ha
cato una lunga serie di realizzazioni portate in
l’Ispettorato del lavoro, ha ricordato il
osservato Robbiani – siamo più performanti.
porto nel corso dell’ultimo anno. Ha anche ripresidente, abbiamo invece raggiunto un
Possiamo dialogare in ogni momento con i
cordato che tutte le aziende di qualsiasi ramo
interessante accordo che ci concede quatnostri clienti e con il singolo associato. Alla
d’attività che operano in Svizzera devono vervisibilità – ha concluso a questo proposito il
sare un contributo al Fondo federale per la fortro permessi annuali cumulativi per le
presidente – bisogna però accostare l’immamazione. Per gli affiliati all’UPSA questa
esposizioni organizzate nei giorni festivi,
gine! Raggiungeremo questo scopo solo con
quota è inclusa nella tassa sociale.
all’infuori delle manifestazioni di
un corretto comportamento quotidiano nel
Ecco in breve sintesi le principali realizzazioni
gruppo”. A livello politico, invece, “anche
rispetto del Codice etico”.
menzionate da Robbiani.
se abbiamo subito qualche sconfitta come
PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE
“I nostri rapporti con Infovel, il centro di competenza per la mobilità sostenibile – ha assicurato il presidente – sono ottimi. UPSA aderisce
alla manifestazione ‘Mendrisio mobil Ti 2010’,
che ha per tema il mercato dell’auto elettrica”.
D’altra parte – ha proseguito Robbiani – facciamo parte anche dell’Associazione Acquanostra, unico gremio ambientale che si occupa di
uno sviluppo sostenibile e garantisce un equilibrio tra la sfera ambientale, quella sociale e
quella economica”.
“Chi pensa che dormiamo
si sbaglia di grosso!”
20
S.Golay/Ti-Press
“C
quella del congelamento degli incentivi
alla rottamazione – ha osservato Robbiani
– siamo ben sostenuti e particolarmente
ascoltati dal ‘Gruppo parlamentari mobilità’. Questo gruppo vede la presenza di
oltre una decina di parlamentari ticinesi
pronti a intervenire con mozioni o interpellanze e a sostenerci nelle votazioni che
riguardano la mobilità in generale e l’automobile in particolare”.
RINNOVO DEL CCL
“UPSA – ha spiegato Robbiani – ha saputo
mantenere le retribuzioni minime dell’anno precedente e le nostre nuove professioni sono state inserite con salari
‘abbordabili’ con l’indice nazionale dei
prezzi al consumo di riferimento, fermo
al mese di settembre 2008. Nel nuovo
CCL è stato inoltre inserito un articolo
che disciplina le modalità per la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale del nostro personale”.
SERVIZIO SOCCORSO STRADALE
“Stiamo traghettando il servizio soccorso
stradale UPSA verso un nuovo servizio soccorso stradale cantonale, in collaborazione
con il TCS sezione Ticino e l’USIC, l’Associazione dei carrozzieri”.
SOLVIBILITÀ E RECUPERO CREDITI
“Grazie a una speciale convenzione stipulata
con la Creditreform di Lugano, potrete accertarvi in ogni momento sulla solvibilità dei
vostri clienti ed effettuare recuperi di crediti”.
Il presidente UPSA Walter Robbiani ha ringraziato “tutti i membri che si adoperano con
grande impegno per il bene dell’Associazione.
Come succede per la riuscita dei migliori film
– ha proseguito – un cast d’eccezione non è
sufficiente per essere preposto a ricevere
l’Oscar. Gli attori devono essere sostenuti sia
da un’importante scenografia, sia da un’altrettanto buona regia. Cari soci – ha concluso
il presidente – la nostra scenografia è costituita dalla Camera di commercio. Detto della
scenografia non rimane che parlare del regista. Mi riferisco alle molteplici mansioni del
nostro segretario, che mette in atto qualsiasi
nostra decisione e sostiene le iniziative provenienti dai nostri Gruppi di lavoro. La sua
esperienza, maturata in 23 anni di segretario
sezionale, permette a Gabriele di gettare
acqua sul fuoco o di tirare il freno a mano a
seconda delle circostanze e delle esigenze”.
CHI DESIDERA RICEVERE
ULTERIORI COPIE DELLA RIVISTA,
PUÒ RIVOLGERSI
AL SEGRETARIATO UPSA
(TEL. 091 911 51 14)
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A Bioggio e Viganello
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Fax 091 091 60 90
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Brembo
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