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Le emorragie diverticolari
THAD WILKINS, Medical College of Georgia; CHRISTINE BAIRD, Fort Hood, Texas; ANDREW N. PEARSON,
Cardiology Gastroenterology Associates of Myrtle Beach, South Caroline; ROBERT R. SCHADE, Medical College of Georgia, Augusta, Georgia
Le emorragie diverticolari sono una frequente causa di emorragie a partenza dal tratto gastrointestinale inferiore.
I pazienti presentano tipicamente un’emorragia rettale massiva e senza dolore. Nei casi di emorragia grave gli interventi iniziali di urgenza devono comprendere la valutazione della funzione ventilatoria e la somministrazione
di ossigeno supplementare; tali interventi devono essere seguiti dalla misurazione dei livelli di emoglobina e di
ematocrito, dalla determinazione del gruppo sanguigno e dal cross-matching. In alcuni pazienti può essere necessaria la somministrazione di liquidi per via endovenosa (soluzione salina normale o soluzione Ringer lattato) seguita, in presenza di un’emorragia persistente, da trasfusioni con emazie concentrate. In circa l’80% dei pazienti
le emorragie diverticolari si risolvono spontaneamente. Nei casi di emorragia grave o in presenza di gravi patologie associate il paziente deve essere ricoverato in un reparto di terapia intensiva. L’esame diagnostico iniziale è la
colonscopia, che va condotta entro 12-48 ore dalla presentazione clinica, dopo una rapida preparazione del colon
con la somministrazione di glicole polietilenico. Nei casi in cui la colonscopia identifica la sede di origine dell’emorragia sono possibili interventi terapeutici condotti direttamente per via endoscopica. Questi interventi possono comprendere l’iniezione di noradrenalina o la terapia di elettrocoagulazione. Nei casi in cui la sede di origine
dell’emorragia non viene identificata alla colonscopia occorre procedere ad esami di imaging con radionuclidi (ad
esempio una scintigrafia con emazie marcate con tecnezio-99m), solitamente seguiti da un’arteriografia. In presenza di un’emorragia diverticolare persistente occorre prendere in considerazione altri approcci terapeutici,
come l’embolizzazione selettiva, l’infusione intra-arteriosa di vasopressina, oppure l’intervento chirurgico. (Am.
Fam. Physician. 2009; 80 (9): 977-983. Copyright © 2009 American Academy of Family Physicians).
L
e emorragie diverticolari sono responsabili,
nei pazienti adulti, di una percentuale compresa tra il 17% ed il 40% delle emorragie a
partenza dal tratto gastrointestinale inferiore;
queste percentuali fan sì che le emorragie diverticolari rappresentino la causa eziologica più comune di queste emorragie. 1 In uno studio condotto su 1.539 pazienti con diverticolosi, emorragie diverticolari di gravità tale da mettere in pericolo la sopravvivenza del paziente sono state descritte nel 3,1% dei casi.2 Nella maggior parte dei
casi le emorragie diverticolari sono autolimitanti.
La loro presenza va sospettata in tutti i pazienti
con emorragia rettale massiva e senza dolore. Nei
pazienti di età superiore a 65 anni le emorragie diverticolari possono essere responsabili di una significativa morbilità, in particolare nei pazienti
con instabilità emodinamica e patologie associate,
come ipertensione, diabete mellito, patologie polmonari croniche ostruttive, insufficienza renale
cronica, coronaropatie.1,3 Il presente articolo riassume le attuali indicazioni riguardanti il trattamento delle emorragie diverticolari nell’adulto.
Eziopatogenesi
I diverticoli si formano a livello di siti di minore
resistenza della parete del colon, nei punti in cui i
vasa recta penetrano lo strato circolare della mu-
scolatura liscia. In seguito all’erniazione del diverticolo i vasa recta ricoprono la cupola del diverticolo stesso e sono esposti al rischio di traumi e di
rottura.5 I diverticoli che sanguinano non sono associati a segni istologici di infiammazione, per cui
la diverticolite e le emorragie diverticolari in genere non coesistono.5 Mentre i diverticoli si possono manifestare lungo tutta la lunghezza del colon, le emorragie diverticolari tendono a svilupparsi a livello del colon ascendente (destro), dove
lo spessore della parete intestinale è minore.6
Diagnosi
Anamnesi ed esame obiettivo
La presentazione clinica tipica di un’emorragia diverticolare è data dalla comparsa improvvisa di
un’emorragia rettale senza dolore.7 A volte i pazienti lamentano crampi addominali lievi o urgente bisogno di defecare; tali sintomi sono attribuibili alla presenza di sangue nel colon.7,8 Le feci
possono avere un colorito variabile tra il rosso vivo
ed il marrone scuro, 9 e sono spesso mischiate a
coaguli di consistenza gelatinosa.7 I pazienti possono avere una storia di diverticolosi o di emorragie diverticolari.1 La Tabella 1 riporta le principali
cause di emorragie a partenza dal tratto gastrointestinale inferiore.1
Una volta che l’emorragia si è interrotta i pazienti
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Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze):
Indicazioni per la pratica clinica
Indicazione clinica
Livello di Referenze
evidenza bibliografiche
Gravi capogiri posturali ed un aumento della frequenza cardiaca pari ad almeno 30 battiti
C
10
/ minuto in seguito all’assunzione della posizione eretta rappresentano accurati indicatori
della presenza di una perdita di sangue di gravità intermedia o grave
In presenza di una significativa perdita di sangue a livello gastrointestinale, ancora attiva, per
C
11, 12
escludere un’emorragia del tratto gastrointestinale superiore occorre eseguire un lavaggio
naso-gastrico; se l’aspirato risulta positivo per la presenza di sangue l’esame va seguito da
un’endoscopia gastrointestinale superiore
La colonscopia è un esame sicuro, possiede un buona capacità diagnostica, e andrebbe consiC
11, 16-18
derata la procedura iniziale di scelta per la valutazione di un’emorragia del tratto gastrointestinale inferiore
In presenza di un’emorragia del tratto gastrointestinale inferiore una colonscopia condotta
B
11, 16-18
d’urgenza è sicura
Pazienti con emorragia in corso e con un’endoscopia non-diagnostica possono essere sottopoC
12, 15
sti a scintigrafia con emazie marcate con tecnezio-99, o ad un’arteriografia
Nel trattamento di emorragie diverticolari possono essere condotte manovre terapeutiche per
B
12,25
via endoscopica, come l’iniezione di noradrenalina o la terapia di elettrocoagulazione
I pazienti, in conseguenza dell’associazione esistente tra questi farmaci e le emorragie diverC
37
ticolari, dovrebbero evitare di assumere acido acetilsalicilico e farmaci anti-infiammatori
non-steroidei
La supplementazione alimentare di fibre (32 g / giorno) ed un aumento del livello di attività
B
38-40
fisica possono prevenire la progressione della malattia diverticolare
A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici.
Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml
Tabella 1. Diagnosi differenziale delle emorragie del tratto gastrointestinale inferiore
Diagnosi
Emorragia diverticolare
Caratteristiche distintive
Frequenza (%)
Emorragia acuta, intensa, senza dolore, in presenza di malattia divertico17-40
lare nota o sospettata
Angiodisplasia
Episodi emorragici ricorrenti, senza dolore; può essere cronica, e causare
2-30
un’anemia sideropenia
Colite
9-21
Colite ischemica
Diarrea sanguinolenta autolimitante, seguita da dolore acuto a livello addominale inferiore, in pazienti con fattori di rischio di tipo cardiaco
Colite infettiva
Diarrea sanguinolenta con febbre e con dieta ad alto rischio o precedente
assunzione di antibiotici
Malattia infiammatoria
Diarrea sanguinolenta associata a dolore addominale ricorrente e calo ponintestinale
derale
Carcinoma del colon
Perdita cronica e di bassa intensità di sangue, con alterazioni dell’alvo o
11-14
anemia sideropenica
Emorragia post-polipectomia Emorragia autolimitante che si manifesta entro 30 giorni dopo una poli11-14
o post-biopsia endoscopica
pectomia o una biopsia
Emorroidi
Emorragie associate a movimenti del colon e prurito anale; solitamente
4-10
senza dolore, che può essere tuttavia presente in caso di trombi
Emorragie del tratto
Rapporto elevato tra azoto ureico e creatinina, positività per il sangue
0-11
gastrointestinale superiore
all’aspirato naso-gastrico
NOTA: le patologie sono elencate approssimativamente secondo un ordine decrescente di frequenza.
Modificata su autorizzazione da: Macmillan Publishers Ltd. Zuccaro G. Jr. Management of the adult patient with acute
lower gastrointestinal bleeding. American College of Gastroenterology. Practice Parameters Committee. Am J Gastroenterol. 1998; 93 (8): 1204
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possono presentare valori normali di
pressione arteriosa e di frequenza cardiaca. Se invece l’emorragia è in corso
e grave i pazienti possono essere tachicardici, ipotesi, e possono presentare ipotensione ortostatica (definita
come un aumento della frequenza cardiaca pari almeno a 30 battiti / minuto oppure una diminuzione della
pressione arteriosa sistolica pari almeno a 20 mmHg in seguito all’assunzione della posizione eretta).10 Significativi capogiri posturali ed un
aumento della frequenza cardiaca pari
almeno a 30 battiti / minuto con l’assunzione della posizione eretta costituiscono indicatori accurati (sensibilità del 97%, specificità del 98% [rapporto di probabilità positivo 48, rapporto di probabilità negativo 0,02])
di una perdita di sangue superiore a
630 mL.10 I segni più tardivi di una
grave perdita di sangue comprendono
scarso turgore cutaneo, eccessiva secchezza della cute, alterazioni del livello di coscienza. L’esame obiettivo
dell’addome è solitamente normale,
ma può evidenziare dolore alla palpazione. L’esame rettale riscontra tipicamente la presenza di sangue. I pazienti che eliminano grandi quantitativi di feci di colorito variabile tra
rosso vivo e marrone scuro vanno sottoposti ad un lavaggio naso-gastrico.
Nel 10-15% dei casi, infatti, tali emorragie sono attribuibili al tratto gastrointestinale superiore.11,12 Nei casi
in cui con il lavaggio naso-gastrico
viene aspirato sangue il paziente va
sottoposto ad un esame endoscopico
del tratto gastrointestinale superiore.
Diagnosi e trattamento in pazienti con emorragie
a partenza dal tratto gastrointestinale inferiore
Emorragia gastrointestinale inferiore
Valutazione iniziale, interventi di ripristino della volemia, stabilizzazione delle condizioni del paziente
- Valutazione delle vie aeree, della respirazione e del circolo
- Monitoraggio dei segni vitali in seguito all’assunzione della posizione eretta
- Inserimento di due cateteri venosi periferici di grosso diametro
- Nei casi di emorragia grave in corso occorre valutare l’opportunità di ricoverare il paziente in un reparto di terapia intensiva
- Misurazione dei livelli di emoglobina e di ematocrito, determinazione del gruppo sanguigno e cross-matching
- Ripristino della volemia con iniezione di cristalloidi per via endovenosa (es. soluzione salina normale o soluzione Ringer lattato)
- In pazienti con grave emorragia in corso procedere a trasfusione
con emazie concentrate
In pazienti con grave emorragia gastrointestinale in
corso procedere ad aspirazione con tubo naso-gastrico
Assenza di sangue
nel materiale aspirato
Endoscopia del tratto gastrointestinale superiore
Negativa
Positiva
Sede dell’emorragia nel tratto
gastrointestinale superiore
Colonscopia
Identificazio- Mancata identificazione della
ne della sede
sede di origine dell’emorragia
di origine
dell’emorragia
Trattamento,
in base alle
indicazioni
Impossibile eseguire la colonscopia
Sì
L’emorragia persiste?
Esami di imaging
con radionuclidi
No
Esami riguardanti
Negativi
Positivi
il piccolo intestino
L’emorragia persiste?
No
Interventi di urgenza iniziali
Presenza di sangue nel
materiale aspirato
Esami riguardanti
il piccolo intestino
Sì
Arteriografia con embolizzazione o vasopressina
In presenza di instabilità dei segni vitali o di emorragia grave, una rapida
Consulto chirurgico
valutazione delle condizioni del paziente e l’adozione tempestiva di al- Figura 1. Algoritmo per l’approccio a pazienti con emorragie a partenza
cuni interventi di urgenza devono
dal tratto gastrointestinale inferiore
precedere la valutazione diagnostica.
Gli interventi di urgenza comprendono la valuta- la successiva somministrazione di una soluzione
zione della funzione ventilatoria, la somministra- salina normale o di una soluzione Ringer lattato.
zione di ossigeno supplementare e l’inserimento Gli esami di laboratorio devono comprendere test
di due cateteri endovenosi di grosso diametro, con della coagulazione; la determinazione dei livelli di
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Tabella 2. Confronto tra gli esami utilizzabili
nella valutazione di un’emorragia a partenza
dal tratto gastrointestinale inferiore
Esame
Vantaggi
Svantaggi
Colonscopia
Precisa determinazione
della
sede di emorragia e possibilità
di intervento terapeutico
Esclude altre cause di emorragia
gastrointestinale
Scarsa possibilità di
visualizzazione in
colon non adeguatamente preparati
o in presenza di
emorragie massive;
rischi associati alla
sedazione del paziente
Esami di
imaging
con radionuclidi
Non-invasivi; eccellente sensibilità
Determinazione sede
dell’emorragia solo
a livello regionale; vanno condotti
mentre l’emorragia
è in corso; non offrono possibilità di
intervento terapeutico diretto
Arteriografia
Non necessita della
preparazione del
colon; consente
una precisa determinazione della
sede anatomica
dell’emorragia
Va condotta mentre
l’emorragia è in
corso; rischio di infarto intestinale
NOTA: Gli esami sono elencati in base alla sequenza tipica di
utilizzazione
emoglobina, ematocrito e dei livelli sierici degli
elettroliti; la determinazione del rapporto tra
azoto ureico e creatinina.13 Quando risulta alterato, ed in particolare quando è inferiore o pari a
33, tale rapporto è in grado di escludere, con una
sensibilità del 96% ed una specificità del 17%
(rapporto di probabilità positivo 1,2; rapporto di
probabilità negativo 0,2) la presenza di un’emorragia a partenza dal tratto gastrointestinale inferiore.13 I pazienti vanno sottoposti a determinazione del gruppo sanguigno e a cross-matching
per emazie concentrate; in base alla gravità delle
condizioni generali del paziente ed alla presenza
di eventuali patologie associate occorre iniziare o
meno la trasfusione. Il paziente va ricoverato in un
reparto di terapia intensiva in presenza di gravi
patologie associate, quando presenta modificazioni posturali della pressione arteriosa, oppure rimane instabile da un punto di vista emodinamico
o necessita di trasfusioni dopo gli interventi iniziali.1,3
Figura 2. Immagine colonscopica di un colon contenente
sangue, con coaguli e diverticoli (indicati dalle frecce)
Figura 3. La scintigrafia con emazie marcate con tecnezio-99m
evidenzia la fuoriuscita dal vaso delle emazie marcate, la loro
presenza nel lume del colon a livello dei tratti sigmoide e
discendente, e l’accumulo di radionuclidi a livello del colon
discendente (accumulo indicato dalla freccia)
Esami diagnostici
La scelta degli esami diagnostici da eseguire è dettata, almeno in parte, dalle possibilità presenti
nella situazione specifica, sia in termini di esperienza degli operatori sia in termini di disponibilità logistiche. I metodi disponibili per visualizzare il tratto gastrointestinale inferiore alla ricerca
di emorragie comprendono la visualizzazione diretta con un colonscopio, gli esami di imaging
con radionuclidi e l’arteriografia. La Figura 1 presenta un algoritmo per l’approccio al paziente con
emorragia del tratto gastrointestinale inferiore; la
Tabella 2 riassume i vantaggi e gli svantaggi dei
diversi esami.
Colonscopia
In pazienti con un’emorragia a partenza dal tratto
gastrointestinale inferiore la procedura diagnostica iniziale di scelta è la colonscopia. L’esame
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consente all’operatore di valutare la presenza di alterazioni della mucosa, di alterazioni istologiche
indicative di un’infezione, di colite, o di alterazioni ischemiche. La colonscopia andrebbe eseguita entro 12-48 ore dall’insorgenza dei sintomi,
e va preceduta da un lavaggio preparativo del colon mediante un clistere (1 L di soluzione con glicole polietilenico ogni 30-45 minuti per almeno 2
ore, o fino a quando il liquido emesso è limpido).
Il reperto più frequente alla colonscopia è la presenza di diverticoli del colon, associati a feci di colorito variabile tra rosso vivo e marrone scuro e
con coaguli. In assenza di altre alterazioni istopatologiche questo reperto suggerisce la presenza di,
ma non è diagnostico per, un’emorragia diverticolare. Nei casi in cui la colonscopia viene condotta
per il sospetto di un’emorragia diverticolare l’esame
evidenzia un’emorragia attiva o stigmate di emorragia (vasi visibili o protuberanze pigmentate) solamente nel 10-20% dei casi.14 Quando sono presenti, questi reperti sono associati ad un rischio
elevato di emorragie continuate o ricorrenti.15
Rispetto ad altre modalità diagnostiche la colonscopia presenta il vantaggio di consentire una visualizzazione diretta del colon, con la possibilità
di escludere altre possibili cause eziologiche di
emorragie del tratto gastrointestinale inferiore; la
colonscopia offre inoltre la possibilità di proce-
dere ad interventi terapeutici immediati. La colonscopia è un esame sicuro ed efficace, ed in presenza di un’emorragia gastrointestinale inferiore
acuta la capacità diagnostica dell’esame è compresa tra il 69% e l’80%.11,16-18 In una review riguardante 4 studi comprendenti 549 colonscopie
condotte d’urgenza per emorragie gastrointestinali inferiori è stata evidenziata una sola complicanza (una perforazione del diverticolo).11,16-18 La
figura 2 presenta un’immagine colonscopica di un
colon contenente sangue, con coaguli e diverticoli.
Esami di imaging con radionuclidi
Se l’emorragia è in corso e la colonscopia non è
stata in grado di identificare la sede di origine dell’emorragia, è consigliabile eseguire una scintigrafia con emazie marcate con tecnezio-99m. Per
l’esecuzione di questo esame emazie ottenute dal
paziente vengono marcate con un isotopo radioattivo, e gli vengono poi risomministrate. In presenza di un’emorragia le emazie marcate vengono
riconosciute nel lume intestinale (Figura 3). Le
emazie marcate circolano per 48 ore. Nei pazienti
in cui l’emorragia persiste ed il primo esame ha
fornito risultati negativi è pertanto possibile una
ripetizione dell’esame.
Un altro vantaggio della scintigrafia, con emazie
Figura 4. Arteriografia che evidenzia: A) Fuoriuscita dal vaso del mezzo di contrasto, che giunge nel lume dell’intestino, nel
corso di un’arteriografia superselettiva. B) Completamento dell’embolizzazione superselettiva della sede di origine dell’emorragia
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marcate con tecnezio-99, deriva dalla possibilità,
nei casi in cui l’emorragia continua, di individuare anche emorragie con basso flusso di sangue
(0,1 mL / minuto, o 144 mL / giorno).19 In presenza di un’emorragia del tratto gastrointestinale
inferiore la probabilità di una scintigrafia positiva
è compresa tra il 51% ed il 59%; una scintigrafia
positiva presenta un’accuratezza compresa tra il
75% ed il 97% nel riferire la sede dell’emorragia a
livello di una regione dell’addome.20,21 La scintigrafia viene in genere condotta prima dell’arteriografia, anche se l’efficacia di questo approccio non
è mai stata confermata da studi specifici. In presenza di una scintigrafia negativa anche l’arteriografia non riesce in genere ad identificare la sede
di un’emorragia attiva.
Arteriografia
L’arteriografia prevede l’iniezione di un mezzo di
contrasto nelle arterie mesenteriche superiore ed
inferiore e nelle loro diramazioni, che forniscono
sangue al colon ascendente e discendente. In presenza di un’emorragia gastrointestinale attiva
l’esame evidenzia un’area di fuoriuscita dal vaso
del mezzo di contrasto (Figura 4).
Nei pazienti con emorragia attiva a partenza dal
tratto gastrointestinale inferiore la capacità diagnostica dell’arteriografia è compresa tra il 40%
ed il 78%. Il 2-4% dei pazienti sottoposti all’esame va incontro a complicanze, che possono
comprendere reazioni allergiche al mezzo di contrasto, insufficienza renale indotta dal mezzo di
contrasto, emorragie nella sede dove viene condotta l’iniezione intra-arteriosa, embolie da distacco di un trombo.22-24
Trattamento
Nei casi in cui la colonscopia evidenzia, in associazione al diverticolo, stigmate dell’emorragia,
come una protuberanza vasale o aree pigmentate,
è possibile intervenire terapeuticamente in maniera diretta a livello dell’area interessata. Uno
studio retrospettivo di piccole dimensioni (10 pazienti) riguardante la terapia endoscopica di emorragie del tratto gastrointestinale inferiore non ha
evidenziato nuovi episodi emorragici in seguito
all’associazione di un’iniezione di noradrenalina e
di una terapia di elettrocoagulazione.12,25
In tre studi di piccole dimensioni, riguardanti descrizioni di casi clinici, l’inserimento di clip per
via endoscopica, la terapia con colla di fibrina e la
legatura sono risultate efficaci nel controllo di
emorragie diverticolari.26-28 Nei casi in cui non è
possibile eseguire la colonscopia, oppure l’esame
non riesce ad evidenziare o a controllare la sede
dell’emorragia sono necessari altri tipi di intervento. In questi pazienti viene tipicamente condotta una scintigrafia con emazie marcate, che ha
l’obiettivo di individuare la sede di origine dell’emorragia e di consentire una terapia mirata,
mediante arteriografia o terapia chirurgica.
L’infusione intra-arteriosa di vasopressina nel
corso di arteriografia è efficace nell’identificare la
sede di origine dell’emorragia nel 72% dei pazienti, e nel controllare l’emorragia nel 90% dei
casi. Una complicanza dell’intervento è costituita
da un tasso del 50% di nuove emorragie; l’infusione intra-arteriosa di vasopressina viene pertanto raramente utilizzato nella pratica clinica.29
L’arteriografia selettiva con embolizzazione terapeutica rappresenta un intervento efficace (ottiene
il controllo dell’emorragia nel 76-100% dei pazienti) e sicuro (meno del 20% dei pazienti presenta un’ischemia in seguito all’embolizzazione).30,31
Dal momento che l’emorragia è autolimitante
nell’86% dei casi, ed in conseguenza dei tassi elevati di successo delle terapie non-chirurgiche,
l’intervento chirurgico è raramente necessario.32
Le indicazioni all’intervento chirurgico comprendono: grossi fabbisogni di trasfusioni (più di 4
unità di emazie concentrate in un periodo di 24
ore); emorragie ricorrenti refrattarie alla terapia;
instabilità emodinamica che non risponde alla terapia medica. I pazienti con emorragie incontrollate che necessitano di un intervento chirurgico
presentano una mortalità elevata (10-20%), spesso
attribuibile all’ipotensione o ad altre patologie associate.2,23,33
La procedura chirurgica di scelta è la resezione
segmentale diretta; prima dell’intervento è necessario individuare la sede di origine dell’emorragia.
La mancata individuazione della sede di origine
dell’emorragia può rendere necessaria una colectomia subtotale; questo tipo di intervento è associato a tassi più elevati di morbilità (37%) e di
mortalità (11-33%) e va riservato, in assenza di alternative, a pazienti con emorragie massive e incontrollate.29,34 Uno studio condotto osservando
un periodo medio di follow-up di un anno ha evidenziato un tasso di recidive pari a 0% in seguito
a colectomia subtotale, al 14% in seguito a resezione segmentale con individuazione della sede
dell’emorragia, ed al 42% in seguito a resezione
segmentale senza individuazione della sede dell’emorragia.35 Una resezione elettiva va presa in
considerazione nei pazienti con due o più episodi
di emorragie diverticolari.
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Prognosi e follow-up
Note bibliografiche
Nella maggior parte delle emorragie diverticolari
la perdita di sangue è auto-limitante e si risolve
spontaneamente.8,34 Nel 9-19% dei pazienti, d’altro canto, la perdita di sangue è massiva e rapida.29,36 I pazienti esposti ad un rischio elevato di
effetti avversi comprendono coloro con patologie
associate, precarie condizioni di nutrizione, patologie epatiche preesistenti. Dopo la risoluzione
dell’emorragia diverticolare e la colonscopia iniziale non è consigliabile eseguire di routine una
colonscopia di controllo; tale regola non riguarda
i casi in cui l’esame viene condotto per altri scopi,
come ad esempio per lo screening di un carcinoma
colon-rettale.
L’assunzione di acido acetilsalicilico e di altri farmaci anti-infiammatori non-steroidei risulta associata ad un aumento del rischio di emorragie diverticolari (odds ratio 1,9-18,4). Per prevenire la
progressione della malattia diverticolare i pazienti
devono aumentare l’introduzione alimentare di fibre o iniziare una supplementazione di fibre (32 g
al giorno); è inoltre consigliabile un aumento del
livello di attività fisica.38-40
L’obesità (indice di massa corporea superiore o
uguale a 30 kg / m2) rappresenta un significativo
fattore di rischio per le emorragie diverticolari (rischio relativo 2,0).41 Ai pazienti con malattia diverticolare non viene più consigliato, per la prevenzione delle complicanze, di evitare l’assunzione di alcuni tipi di noci / nocciole, di mais e
popcorn.42
/2',
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J
La Figura 3 e la Figura 4 sono state fornite, rispettivamente, dal Dr. Hadyn Williams e dal Dr. William Bates II, del Dipartimento di Radiologia,
Medical College of Georgia, di Augusta.
Gli Autori
Il Dr. Thad Wilkins è Associate Professor presso il
Department of Family Medicine, Medical College
of Georgia, di Augusta, Georgia (Stati Uniti). La
Dr. Christine Baird lavora a Fort Hood, Texas. Il
Dr. Andrew Pearson lavora presso Cardiology
Gastroenterology Associates, di Myrtle Beach,
South Carolina. Il Dr. Robert R. Schade è Professor presso il Department of Medicine, Medical
College of Georgia.
Gli autori non riferiscono interessi economici con
gli argomenti trattati nell’articolo.
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