Alcuni utilizzano pupazzi di pelouche, altri animali veri

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Alcuni utilizzano pupazzi di pelouche, altri animali veri
Venerdì in 700 sale
I Simpson sbarcano in Italia
punto un piano diabolico per
contenere il disastro. [...]
ROMA - Ottantasette minuti
di risate politicamente
scorrette, che investono il
tema dell'ambiente, il potere
del presidente degli Stati
Uniti (che ha il volto di Arnold
Schwarzenegger), [...] i
personaggi dello spettacolo e
i volti più rappresentativi
dell'America bene, tra cui
l'attore Tom Hanks.
(Corriere della Sera, 12
settembre 2007)
http://www.corriere.it/Primo
_Piano/Cinema/2007/09_Sett
embre/12/Simpson.shtml
Dopo diciotto stagioni, 400
episodi e numerosi
riconoscimenti [...], i Simpson
diventano (in uscita venerdì
in Italia) un film la cui trama è
incentrata sulle avventure di
Homer, impegnato a salvare il
mondo da una catastrofe che,
neanche a dirlo, lui stesso ha
provocato. A contrastarlo, il
presidente Usa
Schwarzenegger [...] e il suo
braccio destro Russ Cargill,
responsabile dell'Epa, agenzia
per la promozione ambientale
[...], impegnati a mettere a
Il film 'I Simpson', tratto dalla
serie tv di Matt Groening,
stabilisce il nuovo record
assoluto di incassi nel primo
week end di programmazione
per una pellicola di
animazione, battendo il terzo
capitolo della serie 'Shrek':
nei primi tre giorni di
programmazione italiana ha
totalizzato circa 6 milioni di
euro di incasso. Il film e'
uscito in 702 copie e ha
totalizzando l'astronomica
media sala di 9.648 euro, non
solo la più alta nella storia per
24ore - Roma, 15:25
CINEMA: 'I SIMPSON',
RECORD AL DEBUTTO PER
UN CARTOON
1
un film non italiano, ma la
terza di sempre nel nostro
Paese dopo 'Ho voglia di te' e
'Manuale d'amore', battendo
film come 'I Pirati dei Caraibi:
la maledizione del forziere
fantasma' [...] e 'Harry Potter
e l'Ordine della Fenice' [...]. Il
successo de 'I Simpson' in
Italia ha assunto proporzioni
ben superiori a quelle di tutti
gli altri Paesi europei e degli
stessi Stati Uniti [...].
(La Repubblica)
I Simpson. L’irriverenza gialla
sbarca sul grande schermo
giovedì, 13 settembre 2007
di Arianna Luciani
[...] Il film si apre con il
concerto dei Green Day sul
lago di Springfield, che
termina con la morte del
gruppo rock americano nelle
acque inquinate. Durante il
funerale, nonno Abraham
Simpson, in preda a una
visione religiosa, prevede
enormi disgrazie per la città.
Solo Marge, però, gli presta
attenzione. Vista la
situazione, la piccola Lisa,
l’anima verde della gialla
famiglia, cerca di risvegliare le
coscienze dei suoi cittadini
sulla grave situazione
ambientale. E incontra
l’anima gemella: Colin, un
bambino irlandese, che ha a
cuore i temi ecologici.
Insieme, organizzano una
conferenza stampa e,
nonostante il totale
menefreghismo degli
springfieldiani, riescono a
convincerli a ripulire il lago.
Nel frattempo Homer ha
salvato e adottato un
maialino, Tress, protagonista
di una pubblicità di Krusty il
Clown. Per stare dietro al suo
nuovo amico, trascura il figlio
Bart, che cerca una figura
paterna nel vicino di casa
mancino e cattolico, Nedd
Flanders. Homer nasconde gli
escrementi del maialino
all’interno di un silos piantato
2
in giardino, ma solo quando
Marge gli impone di eliminarli
correttamente, cerca una
soluzione.
Mentre è in fila con la
macchina verso la discarica,
gli arriva notizia che il negozio
delle ciambelle, che non ha
passato un’ispezione
sanitaria, le sta regalando alla
folla. Per sbrigarsi e non
perdere tempo, decide di
liberarsi del silos buttandolo
nel lago. Gesto che causa il
totale inquinamento dello
specchio d’acqua,
trasformato in un’enorme
distesa di melma. Nel lago
cade uno scoiattolo che, dopo
aver subito un’immediata
mutazione genetica, incontra
Nedd Flanders e Bart. Uomini
dell’Epa, l’ente per la
protezione ambientale, si
impadroniscono dello
scoiattolo e il loro capo, Russ
Cargill, cerca una soluzione
per quella che è diventata la
città più inquinata d’America.
Che consiste nel mettere una
enorme cupola di plexiglass
su Springfield, con il
beneplacito di Arnold
Schwarzenegger, presidente
degli Stati Uniti.
Quando la polizia tira fuori il
silos dalle acque e mostra in
diretta televisiva la scritta
“Restituire a Homer Simpson
– non avrete nessuna
ricompensa”, la folla
inferocita e armata di torce si
reca verso la casa rosa per
bruciarla. I Simpson riescono
a fuggire dai tentativi omicidi
degli abitanti e dalla cupola
attraverso un buco nel
terreno, e si rifugiano in
Alaska, terra ancora
incontaminata. Nel
frattempo, l’Epa decide di
distruggere la città di
Springfield e far sorgere al
suo posto un nuovo Grand
Canyon, il tutto con tanto di
pubblicità interpretata
dall’attore Tom Hanks.
Quando Marge vede la
pubblicità, decide di salvare la
sua città e gli abitanti, ma
3
Homer si rifiuta. Così le loro
strade si dividono, e mentre
Marge e i figli arrivano a
Springfield e sono rinchiusi
nella cupola, Homer, pentitosi
del suo gesto, si perde tra i
ghiacci ed è salvato da una
sciamana inuit. Grazie a lei,
ha un’epifania e decide di
salvare la sua città. Quando
arriva, una bomba dell’Epa è
già all’interno della cupola.
Homer, in sella ad una
motocicletta, e con l’aiuto di
Bart, riesce a scaraventare
l’esplosivo fuori dalla cupola,
che esplode, e a salvare la
città. Il film termina con la
fuga romantica di Homer e
Marge in motocicletta e tutti
gli abitanti di Springfield
impegnati a ricostruire la
città.
http://www.fondazioneitalian
i.it/index.php?option=com_c
ontent&task=view&id=1871&
Itemid=53
Le disavventure dell'inetto
Homer. Un interminabile
fuoco d'artificio
Forse il mondo si divide
davvero in due: chi è già un
fan dei Simpson e chi deve
ancora diventarlo, tanto è il
fervore con cui i
«simpsoniani» difendono i
loro eroi e si impegnano nel
diffonderne il culto. [...]
Per chi [...] non si muove con
familiarità tra gli abitanti di
Springfield, l'immaginaria
cittadina dove è ambientato il
cartoon, ricordiamo che i
Simpson sono una famiglia
piccolo-borghese (se non
addirittura proletaria)
composta dall'inetto Homer,
pigro e incompetente
ispettore di sicurezza alla
centrale nucleare della città,
desideroso solo di strafogarsi
di cibo e birra; dalla moglie
Marge, con la tipica
pettinatura a pinnacolo,
casalinga a tempo pieno
inevitabilmente frustrata; e
dai figli Bart (dieci anni, furbo,
4
insolente e grande fan dello
skate), Lisa (otto anni,
intellettuale politicamente
correttissima, vegetariana e
animalista) e Maggie (un
anno, praticamente muta,
sempre con il ciuccio in
bocca). Furono creati nel
1987 dal disegnatore Matt
Groening che insieme al
regista James L. Brooks
(quello di Voglia di tenerezza
[...]) si inventò dei minicartoon di un minuto da
mandare in onda durante il
Tracey Ullman Show:
raccontando la vita
quotidiana di una famigliatipo americana [...] voleva
ironizzare sui valori che la
cultura statunitense
diffondeva e insieme mettere
alla berlina i difetti di una
intera società.
Lo spirito anarchico e
dissacratore, che non
sembrava risparmiare
nessuno e faceva del padre di
famiglia il simbolo di tutti i
possibili difetti (scansafatiche,
pigro, inetto, irresponsabile,
bugiardo, immaturo, e via di
questo passo) conquistò
immediatamente il pubblico
più giovane che ne decretò il
successo e la diffusione,
proteggendo così la serie
dalle possibili ritorsioni
politiche (non si salva
nessuno dalla ferocia di
Groening e C., repubblicano o
democratico che sia), ma
anche dai fulmini della
Fox/Cbs di Rupert Murdoch, il
cui conservatorismo mal si
adatta allo spirito ribellistico
della serie. Ma in America,
quando c'è il successo, la
coerenza passa in secondo
piano...
[...] Ci sono le citazioni per il
patito di cinema: il palco dove
si esibiscono i Green Day che
affonda come il Titanic, la
folla con le torce che si
muove minacciosa verso la
casa dei Simpson
(Frankenstein di James Whale
o Furia di Fritz Lang?), le mani
che si protendono attraverso
5
la porta sbarrata (Zombie)
mentre Homer cerca di
imitare Leatherface, la moglie
siamese di Big Fish di
Burton... C'è la polemica
ecologista: il concerto iniziale
dei Green Day, le frecciate
alla politica del governo,
l'ironia su Al Gore e il suo Una
scomoda verità... C'è il
piacere di ritrovare i
personaggi resi popolari dalla
serie: il nonno Abraham, il
proprietario della centrale
nucleare Montgomery Burns,
il religiosissimo vicino di casa
Ned Flanders... C'è la
tradizione di «ospitare» una
star all'interno di ogni storia
(qui Tom Hanks, che
nell'edizione originale
naturalmente parla con la sua
vera voce). [...]
(Corriere della Sera, 14
settembre 2007)
http://www.corriere.it/Primo
_Piano/Cinema/Mereghetti/2
007/09_Settembre/14/mereg
hetti_isimpson.shtml
Sezione: Italians
(20 settembre, 2007)
Corriere Online
Perché in Italia abbiamo
famiglie strambe ma non i
Simpson
Beppe Severgnini,
Domanda: perché non ci sono
i Simpsons italiani? Famiglie
disfunzionali ne abbiamo in
abbondanza. Strambi
egocentrici, pure. Figli
complicati, anche. Dove sono
Homer, Marge, Bart, Lisa e
Maggie in versione
nazionale? Dov'è la
Springfield italiana? A
Spriana, Spirano, Spoleto,
Spineto Scrivia, Spinone al
Lago, Spilimbergo?
[...] Butto lì qualche risposta.
La prima, produttiva: i
Simpsons - prodotto
iconoclasta in onda sulla rete
più conservatrice (Fox) sembrano semplici, ma sono
il risultato dell'enorme lavoro
di tanta gente. Ogni episodio
è curato in modo maniacale,
6
dall'ideazione alla messa in
onda. In Italia la tecnica più
usata - non solo in TV - è la
NcFS (Nozze coi Fichi Secchi):
si cerca di ottenere molto
spendendo poco e
preparando l'indispensabile.
Talvolta esce un prodotto
decoroso. Ma dura una sera,
non vent'anni.
Il secondo motivo, collegato
al primo, è artistico. Gli autori
televisivi USA hanno più
tempo, più soldi, più stimoli,
più rispetto. Se amate le serie
americane sapete che i
dialoghi, apparentemente
semplici, sono efficacissimi: si
arriva sempre alla "punch
line" che chiude la scena, e
non c'è mai una parola di
troppo. In Italia le parole di
troppo, ogni volta, sono
migliaia (in questo la TV
riproduce fedelmente la
realtà, bisogna dire).
Il terzo motivo è sociale: in
Italia, la famiglia media della
classe media nella città media
è impossibile da identificare.
Non solo perché ognuno di
noi ritiene d'essere speciale.
La "società a coriandoli", di
cui parlava Giuseppe De Rita
[...], produce continui
carnevale, ma pochi
autoritratti.
[...] La classe media cambia
troppo: lo sa bene chi cerca di
venderle qualcosa. E' più
facile la classificazione
generazionale (gli orari e gli
acquisti dei trentenni non
sono quelli dei sessantenni) o
economica. Un cartone
animato sui "redditofisso",
forse, sarebbe possibile
(invece dei Simpsons, la
famiglia Spremuti).
Non esiste, in Italia, un
Cipputi borghese. Homer
Simpson, qui tra noi,
capirebbe che la
combinazione di
conformismo, scarso civismo
e aspettative crescenti
produce stranezze uniche,
non riproducibili. Briatorini e
7
salutisti, risparmiatori ed
edonisti, conservatori nei fatti
e rivoluzionari a parole: se
qualcuno riesce a mettere
questa roba in una striscia
televisiva, è un mago.
Aggiungiamo il divario tra
nord e sud, che invece di
chiudersi s'allarga: una
famiglia di Casal di Principe
(Caserta) non ha le stesse
preoccupazioni, le stesse
possibilità e le stesse
abitudini di una famiglia di
Casalmorano (Cremona).
Voi direte: anche negli USA
c'è di tutto. Nord e sud,
bianchi e neri, latini e asiatici,
alveari urbani e casette linde
nei sobborghi. E' vero: ma un
Paese di 300 milioni di
persone continua ad avere un
corpo centrale che conserva per ora - gli stessi rituali.
L'America, ha scritto
qualcuno, resta un solvente
potente. L'Italia di oggi è un
ventilatore: soffia lontano i
coriandoli. E' dura andarli a
raccogliere per farci un
puzzle.
Beppe Severgnini
http://sitesearch.corriere.it/e
ngineDocumentServlet.jsp?do
cUrl=/documenti_globnet5/m
ondo_corriere/Italians/2007/
09/20/01070920.xml&templa
teUrl=/motoriverticali/italians
/risultato.jsp
I Simpson? Buonisti e
politicamente corretti
di Goffredo Fofi
[...] Un paragone che si
impone [...] è quello tra la
banda di Charlie Brown, Lucy,
Linus e compagni e la famiglia
Simpson, metropolitani e
intellettuali i primi, cresciuti
negli anni della
contestazione, e provinciali e
rozzi i secondi, cresciuti negli
anni della reazione. Ma che
hanno saputo opporre alla
restaurazione forme di
autodifesa più adeguate che
quelle del semplice humour:
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quelle di una difensiva-eaggressiva maleducazione.
Insomma, non erano più i
tempi in cui l’intelligenza e il
politicamente corretto erano
dei valori forti, [...] ed
essendo diventato il
politicamente corretto uno
strumento di affermazione
per minoranze molto decise o
molto abili che diventano,
grazie alle loro lotte, delle
nuove corporazioni forti però
dentro i meccanismi abituali
del potere, minoranze che
perdono di senso etico e
pensano a sé, e sono tutto
meno che universaliste.
la formula dei videogiochi e
non quella delle comiche
classiche. Il loro film ci è
sembrato “politicamente
corretto” e perfino
“buonista”, nonostante
qualche graffio ben assestato.
Questo vuol dire che anche
loro si sono fatti
“recuperare”? E’ presto per
dirlo, ma il sospetto è
legittimo e doveroso.
Il coraggio di essere
“politicamente scorretti” ha
premiato i Simpson, ma si
direbbe che essi l’abbiano per
gran parte perduta con
l’arrivo sul grande schermo,
con un film comunque pieno
di idee, e semmai
sovraffollato di gag, che non
dà il tempo per assaporarle e
digerirle, e cioè anche per
riflettere, seguendo in questo
Evviva i Simpson: esaltazione
della Provincia e della
Comunità per sconfiggere la
globalizzazione
19/09/2007
(Il Messaggero, 20 settembre)
http://www.ilmessaggero.it/a
rticolo.php?id=9436&sez=HO
ME_SPETTACOLO
(di O.K. - destrasociale.org) [...] In oltre vent'anni, il cast
ha superato gli ottanta
personaggi che affollano una
piccola cittadina americana e
provinciale: Springfield. In
9
America, sono molte le città
che si chiamano Springfield,
motivo per cui non è facile
darle una concreta
collocazione geografica: molti
sostengono che in realtà
Springfield coincida con
Portland, città dello Stato
dell'Oregon da cui proviene lo
stesso Matt Groening.
Ma se non possiamo dire
dove sia situata questa
ridente e provincialissima
cittadina americana,
possiamo per lo meno
affermare che Springfield,
altro non è che l'inno alla
provincia, l'inno alla
comunità, tutto quel che
manca alla grande città.
"I Simpson" non sono
soltanto una famiglia: sono
qualcosa di più. Sono parte
integrante di una divertente e
a volte irriverente comunità,
composta da parenti, vicini,
amici, cittadini, istituzioni.
Una comunità in cui non
manca niente e che è
talmente radicata e
"consapevole", da riuscire
prima ad ignorarsi per poi
salvarsi la vita cinque minuti
più tardi. E' eccezionale
notare che in questo "The
Simpson - Movie" nulla sia
basato sull'individualismo o
sull'egoismo. In tema il
peggiore di tutti (guarda caso)
è il solito vecchio Homer, che
è vero che è tonto, egoista e
superficiale, ma è anche vero
che sarà sempre lui "il
salvatore della Patria", della
piccola Springfield, della sua
comunità.
Springfield è l'emblema della
provincia, della dimensione
umana che questa ha. Tutto
quel che un individuo
produce/compie/fa si
ripercuote sulla comunità.
Piaccia, o non piaccia. Non è
una dimensione collettiva,
perché in Springfield non c'è
alcuna testuggine. Ma è una
dimensione comunitaria, con
i suoi pro ed i suoi contro:
fatta sì di una mentalità
10
talvolta troppo presa dalle
beghe di quartiere per
scoprire cosa c'è al di fuori,
ma che riesce ad
autorigenerarsi di volta in
volta. C'è unità e irriverenza,
ma anche sentimenti diffusi:
non ci sono sentimenti
complessi, non ci sono vite
stressate. Ci sono solo
persone che condividono
praticamente tutto,
dimostrando che nulla v'è di
più pericoloso che l'ombra
dell'individualismo e della
solitudine, due tra i principali
motivi di disagio della società
moderna.
Vedo Springfield, ed io, che
amo la provincia, mi sento di
amarla anche più di prima.
Me ne frego delle
contraddizioni, o della
"cattiva pubblicità": la
provincia, con la sua
dimensione umana, con la
sua condivisione, è ancora
fonte di compattezza, di
umanità, di coesione sociale.
E' l'incontro fisico e tangibile
della solidarietà e della
sussidiarietà. E' l'anima della
comunità.
http://www.destrasociale.org
/articolo_testata_dettagli.asp
?ArticoloCategoria=13&Artico
loId=461
19/9/2007
Springfield, Italia
I Simpson siamo noi
GUIDO TIBERGA
TORINO - I Simpson sono la
maestra Krabapel che
costringe il piccolo Bart a
scrivere cento volte sulla
lavagna «Il rutto non è una
risposta»; sono il bambino
ignorantissimo che copia ai
test di ammissione e finisce in
una scuola per secchioni
iperdotati; sono il vecchio
Homer che non lavora,
combina guai, si fa licenziare
ma in qualche modo riesce
sempre a farsi riassumere;
sono Arnold Schwarzenegger,
improbabile presidente degli
11
Stati Uniti, che dichiara
impunito: «Mi pagano per
comandare, non per leggere».
I Simpson sono la
professoressa di Palermo che
costringe il bullo di turno a
scrivere cento volte «Io sono
un deficiente»; sono gli
studenti che barano ai test
universitari; sono la Corte di
Cassazione costretta a
decidere se si può o no
licenziare chi fa di tutto per
non lavorare; sono Silvio
Berlusconi e Walter Veltroni,
possibili premier d’Italia, che
cadono nel tranello dei
ragazzi di An e disquisiscono a
lungo su «Pai Mei dittatore
del Laos» o sulla «borgata
Pinarelli», ignari e indifferenti
del fatto che né l’una né
l’altro siano mai esistiti.
I Simpson siamo noi con la
faccia gialla e i capelli blu:
Homer è il padre debole e
succube dei figli che ciascuno
di noi è diventato suo
malgrado, Bart è il ragazzino
maleducato e sbruffone che,
alle prime difficoltà, torna a
farsi consolare dalla mamma,
Lisa è la figlia che tutti
vorrebbero mostrare al
mondo: saggia studiosa
giudiziosa, e quasi
certamente infelice.
http://www.lastampa.it/_we
b/cmstp/tmplrubriche/base/g
rubrica.asp?ID_blog=47&ID_a
rticolo=130&ID_sezione=70&
sezione=
Spiderpork, la mania targata
«Simpson»
MILANO - Avete beccato
vostro fratello o la vostra
fidanzata mentre fa
camminare sul soffitto di casa
un maiale a testa in giù,
canticchiando "Spiderpork"
sulle note di "Spiderman"?
Niente paura: è solo il
sintomo di una nuova mania
che sta contagiando la Rete. E
che ha già prodotto centinaia
di video caricati su Youtube.
12
SCENA CULT - Tutto nasce
dall'uscita sugli schermi
italiani del film sui "Simpson",
campione di incassi. La scena
cult, stando alle reazioni nelle
sale, è senza dubbio quella in
cui Homer fa camminare un
maialino sul soffitto di casa
mentre canta "Spiderpork,
Spiderpork, il soffitto tu mi
sporc. Tu mi balli sulla test, e
mi macchi tutto il rest. Tu
qua, ti amo Spider-pork!".
(Corriere della Sera, 27
settembre 2007)
http://www.corriere.it/Primo
_Piano/Spettacoli/2007/09_S
ettembre/27/spiderpork_sim
pson_youtube.shtml
FILMATI SUL WEB - La trovata
è piaciuta così tanto che in
molto hanno deciso di
"replicarla" nelle proprie
abitazioni. E ovviamente, in
piena era-Youtube, i filmati
sono stati pubblicati sul web.
Tra emuli fedeli e altri più
fantasiosi: ce n'è uno che
utilizza per la sua
"performance" il proprio
cane, un altro che costringe
un gatto a interpretare la
parte di Spiderpork e
addirittura una ragazza che si
fa sollevare da due amici. [...]
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