Intervista Guizol

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Intervista Guizol
Scuola Internazionale Europea “Altiero Spinelli”, classe IVB
anno scolastico 2005/2006
Intervista a Arlette Guizol-Bardoux
Quando sei nata e dove?
Sono nata il 12 Maggio 1934 in Francia. Ho un fratello maggiore e una sorella più piccola
Che lavoro facevano i tuoi genitori?
Mia madre non lavorava e mio padre lavorava nel casinò a La Baule che apparteneva a suo zio.
Durante l’occupazione sono fuggiti dal Nord e si sono trasferiti nella Francia libera a Vence dove
allevavano delle galline.
Come ti vestivi di solito?
Siccome non c’era tanta presenza dei tedeschi, avevamo tanti vestiti. Disfacevamo le maglie per
poter farne altre. Aggiustavamo la suola delle scarpe con le gomme delle macchine.
Cosa mangiavate di solito?
Avevamo diritto a 100 gr di pane al giorno e ad una bottiglia di vino alla settimana fino al 1949
quando hanno abolito il tesseramento. Abitavamo in una fattoria nella quale c’era un orto di rutabaga e topinambur.
Com’era organizzata la scuola, le lezioni?
Ogni giorno ci facevano cantavamo la canzone “Maréchal, nous voilà” e ci facevano la morale.
Avevamo un solo professore per tutte le materie. Non c’erano classi miste e in ogni classe cerano
25/30 allievi. Eravamo disposti in banchi da due. C’era una stufa in mezzo alla classe e ogni allievo
doveva portare una pigna o del carbone per poter riscaldare la classe. La scuola è stata in seguito
requisita dai tedeschi e si faceva lezione dove si poteva.
Quali erano le punizioni o i premi?
Le punizioni consistevano nel tirare le orecchie oppure dare dei colpi con la bacchetta sulle dita.
Durante le lezioni non potevamo parlare, in caso contrario, ci punivano facendoci ricopiare delle
frasi oppure posticipando l’uscita di un’ora.
Quando rispondevamo correttamente ad una domanda, ci davano un punto. Con 10 punti ricevevamo un’immagine. Adesso mi sembra una cosa sciocca ma all’epoca ero felice quando tornavo a casa e potevo far vedere di aver avuto un’immagine
Che cosa ti faceva più paura?
Erano soprattutto i miei genitori ad avere paura. La Domenica andavamo sempre a Messa. Un
giorno è scoppiata una bomba: da allora non siamo più usciti di casa i giorni festivi. Ovviamente
avevamo timore della milizia. Durante lo sbarco dal Midi per Fréjus, mio padre, soldato della Prima
Guerra Mondiale (poilus), aveva scavato un fosso per la paura.
Come festeggiavate per esempio il Natale?
Non facevamo molte feste, nemmeno a Natale. Come albero di natale utilizzavamo un ramo
d’ulivo
Intervista realizzata dagli studenti della classe IVB della Scuola Internazionale Europea “Altiero Spinelli” di Torino (a.s. 2005/2006) coadiuvati da Katia Miranda
Data: ottobre 2006