Da “fedele alla linea” a “reduce”

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Da “fedele alla linea” a “reduce”
INCONTRI
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23 agosto
Fraternità Sacerdotale San Carlo Borromeo: un’amicizia che dura nel tempo. E non smette di generare
Dio ha bisogno di uomini
Lo stand, la mostra, il libro di Marina Corradi. Le testimonianze di Giovanni Lindo Ferretti e don Camisasca
Sono le magliette più richieste del
Meeting e quella su Geremia è la mostra più imprevedibile. Loro invece
sono “Innanzitutto uomini” (ediz.
Piemme, p.162) come racconta il libro fresco di stampa di Marina Corradi. È stato presentato ieri mattina, in
un incontro a cui hanno partecipato il
direttore di Tempi, Luigi Amicone, il
cantautore Giovanni Lindo Ferretti e
il fondatore della Fraternità San Carlo, don Massimo Camisasca. “Questo
libro è una parola alla Chiesa e una
parola agli uomini, perché la fede
cresce laddove l’uomo cresce, è amato, non schiacciato dai propri limiti e
dal proprio peccato - ha detto il sacerdote - “una volta la crisi sacerdotale
era ideologica, oggi è una crisi affettiva, data dal venire meno di un popolo
di cui uno si sentiva padre e talvolta
maestro”.
E ancora: “ Il sacerdote non si giustifica da sé, ma in funzione di un popolo ed il primo segno di questo è l’amicizia con altri sacerdoti”. Eccolo,
lo spirito della San Carlo, nata proprio dalla profonda affezione di Camisasca a don Luigi Giussani: un’amicizia in grado di colpire chiunque,
dai padiglioni del Meeting fino a paesini sperduti dell’Appenino emiliano.
Lì, infatti, abita Giovanni Lindo Fer-
retti, l’ex cantante dei CCCP oggi
convertitosi al cristianesimo. “Di preti non mi intendo”, esordisce, però
poi ricorda la sua infanzia legata al
parroco di Cerreto, il cristianesimo
genuino respirato in famiglia, quando
ancora ci si sedeva tutti intorno ad un
tavolo prima di mangiare. Poi il liceo,
l’incontro con Lotta Continua e l’idea
che “preti basta. Colpa mia, che non
andavo più in parrocchia, colpa loro,
che erano diventati indistinguibili”.
Sono gli anni di “Live in Mosca, live
in Budapest” e di “Voglio rifugiarmi
sotto il Patto di Varsavia, voglio il
piano quinquennale, la stabilità”, per
citare due delle sue canzoni più famose. Eppure anche l’ideologia passa,
mentre il cuore che desidera resta.
Così, ecco la conversione: basta
punk filosovietico, oggi Ferretti compone litanie alla Madonna. E cerca i
preti. Preti veri, perché “solo chi dura
nel tempo, oltre il tempo, può rispondere all’esigenza di infinito che pervade l’uomo”. Cerca preti come don
Alberto, 96 anni, che dal ’45 vive in
un piccolo borgo dell’Appennino,
neanche cento anime e la messa celebrata comunque, anche se in chiesa
non c’è nessuno. “Preti di una volta,
che non si sentono soli e inutili, perché c’è Gesù”.
Come i sacerdoti della San Carlo.
Che cosa abbiano da dire questi tipi in
tonaca al mondo d’oggi lo ricorda
Luigi Amicone: “Dicono l’ideale umano. Perché vedendo loro, desideri
una pienezza così. Poi magari uno si
sposa, ma l’amore non è il sentimento
più o meno insorgente. L’amore è l’amore alla verità. Amore è un giudizio
di valore. Questo, oggi, i sacerdoti
della Fraternità ce lo insegnano”. Vivono un’amicizia profonda tra loro e
non cercano la gloria perché “la nostra unica gloria è che Cristo sia conosciuto e amato. Solo per questo vale la pena vivere, parlare e scrivere”,
conclude don Camisasca.
Maria Acqua Simi
È sempre festa allo Stand della Fraternità San Carlo Borromeo
Da “fedele alla linea” a “reduce”
“Reduce” è il titolo del primo ed ultimo libro di Giovanni Lindo Ferretti, già cantante dei CCCP – Fedeli alla linea, ora PGR (Per Grazia Ricevuta). “Reduce” è anche la chiave di lettura della sua vicenda umana che lo
ha portato, lui ex comunista anarchico, a presentare insieme a mons. Camisasca un libro che parla di preti. Infatti Ferretti spiega il suo “ritorno” al cristianesimo come “ritorno a casa”: per lui gli affetti di sua mamma e,
in particolare, di sua nonna coincidono con la professione di fede; il cucinare ed il preparare la tavola con l’esprimersi di una tradizione. A seguito dell’incontro in
A2, girando per la mostra sulla Resistenza con alcuni amici universitari, che lo scorso anno lo avevano invitato
in forma privata al Meeting, Ferretti ha raccontato alcuni dialoghi avuti proprio con sua nonna: “Mi diceva
sempre che la resistenza non era quella che cantavo nelle mie canzoni. Io non la capivo perché vivevo dei miti
della sinistra. Ora, però, scopro che ha ragione”. Non è
un caso infatti che il suo “ritorno” a casa sia cominciato
a metà degli anni novanta con l’album “Linea Gotica”,
proprio sulla guerra partigiana.
Matteo Forte