Figlia di Silvana Mangano e del produttore Dino, Veronica racconta
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Figlia di Silvana Mangano e del produttore Dino, Veronica racconta
[L’INTERVISTA - VERONICA DE LAURENTIIS] È molto bella, dotata di un fascino magnetico. Nessuno le darebbe 56 anni: ne dimostra quindici di meno. Pensando al suo fortunatissimo libro, piazzatosi con la rapidità di un fulmine in vetta alle classifiche, verrebbe voglia di dire che il titolo è proprio azzeccato: Rivoglio la mia vita (Edizioni E/O). In effetti Veronica De Laurentiis trasmette una vitalità impressionante, l’entusiasmo di chi, trovatosi a barcollare nel buio, DI MARINO PARODI sa apprezzare la bellezza della luce e riesce a trasformare questa nuova consapevolezza in progetti concreti, a beneficio di sé e del prossimo. Se l’esperienza d’attrice risale alla fine degli anni Sessanta, Veronica, madre di quattro figli di età compresa tra i 22 e i 36 anni e ormai nonna, già fondatrice e titolare di una azienda di abbigliamento, è produttrice cinematografica, sceneggiatrice, autrice di opere teatrali e, da ultimo scrittrice. Figlia di Silvana Mangano e del produttore Dino, Veronica racconta la sua vita nella “famiglia reale” «In effetti, grazie a Dio, a coloro che ho incontrato nel corso della mia vita e un po’ anche a me stessa, credo di aver trovato l’equilibrio tra due opposte esigenze, con le quali si ritrova a far i conti chiunque nasca da una famiglia molto dotata e altrettanto impegnativa. Ossia, da un lato la gratitudine nei confronti della vita e dei miei genitori per le preziose opportunità che a noi, figli della coppia De Laurentiis-Mangano, sono state donate. Dall’altro, la responsabilità di scoprire, nel mio caso, la “vera Veronica”, al di là delle aspettative della famiglia, Qui accanto: Veronica De Laurentiis oggi. A sinistra: Veronica bambina con la madre Silvana Mangano e il padre Dino De Laurentiis Tutto su mia madre e su u di me Scritta a quattro mani e con grande capacità di penetrazione psicologica, insieme con l’amica americana Anne M. Strick, saggista e romanziera, la quale, come pure la stessa Veronica, vive a Los Angeles, Rivoglio la mia vita è un’opera avvincente e riuscita, molto più di un’autobiografia e di un libro di memorie personali e familiari. Non narra solo le vicende di una grande famiglia: è la storia vera di una grande avventura spirituale, a cavallo tra la fine degli anni Trenta e i giorni nostri. La prima dei quattro figli della “coppia reale del cinema italiano” pare così aver ereditato la vitalità e la natura estroversa del padre, il produttore cinematografico Dino De Laurentiis, uno dei maggiori al mondo, tuttora attivissimo a 87 anni; ma anche la classe della madre, la grande e popolarissima attrice Silvana Mangano. Ci incontriamo a Roma. Veronica, come sai è facile, quando si viene da una famiglia dal cognome altisonante, cadere in uno dei due eccessi o oscillare perennemente tra l’acritica adorazione o la rancorosa frustrazione legata all’ossessione di non sentirsi all’altezza del ruolo. Da tali eccessi risultano spessissimo viziati i libri scritti da figli di grande personaggi. Il tuo, invece, sembra assolutamente equilibrato. per quanto legittime; nonché quella di sfrondare la propria personalità dal peso dei condizionamenti sociali e culturali, particolarmente forti per una generazione come quella dei miei genitori che, pur con tutti i suoi meriti, certo non era stata formata alla spontaneità, alla comunicazione dei sentimenti e al confronto con le realtà dolorose». Infatti nel tuo libro racconti la realtà che si celava al di là di un’infanzia e un’adolescenza, da principessa, tra ville sull’Appia Antica, feste in Costa Azzurra e appartamenti a Hollywood e New York... «La realtà di una ragazza circondata dal gelo, ossessionata dalla preoccupazione di conquistare l’approvazione dei genitori, da lei adorati ma troppo prigionieri dei loro ruoli per farle percepire quell’amore che pure senti씮 CLUB3 35 GENNAIO 2007 [L’INTERVISTA] 씮 vano dal profondo. Mamma, bellissima, carismatica, affascinante, affabile con tutti ma distante e glaciale con i figli. Nostro padre, vulcanico, passionale, ipercinetico, gaudente, troppo concentrato sui propri progetti per dedicarsi a noi… Insomma, un padre e una madre dalla personalità fortissima, legati da un amore assai profondo malgrado il divorzio subentrato dopo oltre 30 anni di matrimonio, coi quali non è certo stato mai facile rapportarsi». La sete di verità ti ha spinto, pur senza giudicare nessuno, a rivelare fatti che forse qualcuno avrebbe preferito non divulgare. «Proprio così. Ti riferisci a mio padre, rimasto alla regola per cui i “panni sporchi” si lava- del tuo secondogenito (che se n’è andato a 30 anni, tre anni orsono), il tuo primo matrimonio, i tuoi figli e tu stessa eravate stati colpiti da un dramma oggi assai sentito… «Già: si tratta della violenza sessuale, di cui si era reso responsabile il mio primo marito, il quale ha ormai scontato il suo debito davanti alla legge. Sono comunque riuscita a perdonare anche lui. Ancora una volta, è il perdono che ti dà la forza di ricominciare. È importante sapere che anche da traumi come quelli legati alla violenza sessuale si può guarire». Altrettanto importante è capire che “guarire” significa ritrovare l’amore alla vita che non di rado prima mancava. Quindi impara- «Mamma bellissima, carismatica, affabile con tutti e no in famiglia. Comunque so che oggi è fiero di me e contento dell’esito del libro. D’altra parte, ho vissuto il libro come una missione, e infatti la stesura è durata 12 anni: volevo trasmettere una testimonianza di speranza e di amore alla vita che certo andava al di là della famiglia De Laurentiis. Quindi non potevo non essere crudamente sincera. Da tutto, anche dalle ferite più profonde, si può guarire. Ma occorre la volontà di affrontare il percorso che la guarigione richiede. Occorrono volontà, fede, coraggio, disponibilità a chiedere aiuto, quando è il caso, nonché a perdonare». In queste foto: Veronica De Laurentiis bambina con la madre Silvana Mangano e con il padre Dino. In alto: Dino De Laurentiis oggi, a 87 anni. A destra: un’altra immagine di Veronica 36 GENNAIO 2007 CLUB3 Il perdono è un punto fondamentale per chi vuole comprendere la vita e guarire dalla sofferenza, ma spesso frainteso. «Proprio così: senza perdono non vi può esser alcun passo avanti nel proprio percorso di vita, non si può comprendere quanto questa sia bella. Soltanto perdonando possiamo riuscire a comprendere l’altro ma anche noi stessi, poiché è proprio a noi stessi che noi dobbiamo il primo perdono. Finché non ci perdoniamo, la sofferenza che ci è stata inflitta continua a perseguitarci. Ad esempio, nel mio caso: è facile covare un certo risentimento nei confronti di genitori che tanto hanno sempre avuto da dare a tutti, eppure incapaci di trasmettere ai figli quell’amore senza il quale l’esistenza è così difficile. Eppure solo il perdono ti aiuta comprendere che i tuoi genitori ti hanno dato ciò che ti potevano dare, quello che potevano sulla base della consapevolezza da loro raggiunta. Se ne avessero saputo di più, insomma, ti avrebbero dato di più, di conseguenza non ha senso attribuire loro alcuna colpa. È proprio questa scoperta a renderti libera nei loro confronti, capace di amarli così come sono». Tornando alla possibilità di guarire da ogni dolore... Tu ne sai qualcosa: oltre al trapasso dell’amato fratello Federico e retti” in cui si impegnava costantemente». A rendere avvincente la tua, la vostra storia, vi è infine il fatto che tu dichiari apertamente ciò che tanti scrittori, benché ne siano consapevoli, tacciono... «Suppongo che si tratti della presenza costante della figura di mia madre, che sento tuttora viva nella mia vita, così come sento vicino anche mio figlio. In fondo è stata lei a ispirare il libro, ma è importante sapere che coloro che ci hanno lasciato per approdare all’altra dimensione sono comunque sempre vivi, continuano ad amarci e aiutarci e il rapporto con loro continua, se noi ne diventia왎 mo consapevoli». “ ” È importante sapere che anche da traumi gravi come la violenza sessuale si può guarire distante con i figli. Papà vulcanico e passionale...» re a vivere meglio di prima, molto al di là della mera accettazione di cui spesso si contenta chi è reduce da gravi ferite. Sei d’accordo? «Assolutamente. Mi hai davvero tolto le parole di bocca». Alla vita hai dato un’impostazione profondamente spirituale. Una scoperta tutta tua? «Diciamo che rivolgermi a Dio nei momenti drammatici della mia esistenza è stato del tutto naturale, e sono stata ascoltata. Ciò mi ha motivato a vivere la dimensione spirituale in maniera sempre più consapevole. In questo percorso la terapia mi è stata di grande aiuto, una preziosa opportunità mancata ad esempio alla generazione dei miei genitori. Credo in una legge di natura, che lo Zen esprime bene: quando l’allievo è pronto, il maestro compare. Se davvero vogliamo dare una svolta alla nostra esistenza, la vita ci viene in aiuto. Non a caso, dal coraggio di cercare la verità sulla mia famiglia e su me stessa, dalla scelta di amarmi per me stessa, per la mia famiglia e per i miei figli, è scaturita un’energia del tutto nuova, seguita dall’affermazione professionale, dall’incontro col mio secondo marito e da un secondo, felice, matrimonio. E ancora, da una gran voglia di aiutare il prossimo a tutti i livelli. Sul piano familiare, mia madre è sempre stata una cattolica fervente: ripensando alla mia infanzia, mi colpivano in particolare la sua devozione alla Madonna e i “fio-