lezione 19 - Dipartimento Metodi e modelli per l`economia, il
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Index Geografia del Made in Italy 10 novembre 2015 Economie di urbanizzazione: da Jane Jacobs alla related variety 1. Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala Andrea Simone – [email protected] 3. I fattori agglomerativi e le fonti delle economie di urbanizzazione 2. Jane Jacobs e le economie di urbanizzazione 4. Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety. L’approccio della Geografia Economica Evolutiva 12/11/2015 Pagina 2 Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala Una breve sintesi •Le attività economiche non sono uniformemente distribuite tra le regioni ma mostrano una spiccata tendenza a concentrarsi e a creare densi cluster di attività in specifiche aree come le città o le aree industriali. •Le imprese tendono a concentrarsi perché godono di alcuni benefici microeconomici associati alla reciproca vicinanza. Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala • Concentrazione delle attività economiche • Produttività e competitività delle imprese • Sviluppo di città e regioni • Concentrazione di individui • Esistenza di città e la loro crescita FONDAMENTALE PER ECONOMIE DI AGGLOMERAZIONE 12/11/2015 Pagina 3 SPIEGARE 12/11/2015 Pagina 4 Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala Cosa intendiamo per “economie di agglomerazione”? (1) • Le economie di agglomerazione sono difficilmente osservabili e quantificabili, pertanto sono state a lungo ignorate dalle prevalenti teorie economiche. • A. Marshall, in Principles of Economics (1890), è stato il primo economista a esplorare le dinamiche delle economie di agglormeazione, definendole in opposizione alle economie interne di scala. Cosa intendiamo per “economie di agglomerazione”? (2) • Le economie esterne di scala non dipendono dalla caratteristiche delle imprese, né dalla loro dimensione, bensì dalla loro localizzazione • Le economie esterne: “The manner in which the advantages [specialization] are discussed in the majority of treated economics is such as to imply that the most important of them can only be obtained through the concentration of large masses of workers into immense establishments” (A. Marshall, The early economic writings, MacMillan, 1975, p. 195) consistono in vantaggi liberamente accessibili alla imprese grazie alla prossimità con altre imprese. non si traducono immediatamente in effettivi risparmi di costo, ma possono anche migliorare l’efficienza produttiva e la competitività delle imprese (pecuniary vs. not-pecuniary economies) • • Pertanto, grazie alla prossimità spaziale e alla concentrazione geografica, le imprese possono sviluppare più facilmente tra di loro relazioni dirette e indirette. Ma alcune questioni rimangono aperte: Queste “concentrazioni” di attività presentano le stesse caratteristiche? Sono tutte uguali? (es. Tecnopoli vs. città) Per poter incentivare lo sviluppo di interrelazioni dirette e indirette, le imprese dovrebbero appartenere allo stesso settore o possono anche operare in ambiti industriali diversi? Quali tipologie di “economie di agglomerazione” possiamo identificare? 12/11/2015 Pagina 5 Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala 12/11/2015 Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala Economie di Localizzazione Æ Alfred Marshall (1842 – 1924) 12/11/2015 Pagina 7 Pagina 6 Economie di Urbanizzazione Æ Jane Jacobs (1916 – 2006) 12/11/2015 Pagina 8 Agglomerazione, prossimità ed economie esterne di scala ..ma questo non rende del tutto giustizia a Marshall, che riconobbe esplicitamente il valore delle diversità urbana, sia per raggiungere complementarità produttive a livello locale che per ridurre il rischio di crisi settoriali: “On the other hand a localized industry has some disadvantages as a market for labour if the work done in it is chiefly of one kind, such for instance as can be done only by strong men. In those iron districts in which there are no textile or other factories to give employment to women and children, wages are high and the cost of labour dear to the employer, while the average money earnings of each family are low. But the remedy for this evil is obvious, and is found in the growth in the same neighbourhood of industries of a supplementary character. Thus textile industries are constantly found congregated in the neighbourhood of mining and engineering industries, in some cases having been attracted by almost imperceptible steps; in others, as for instance at Barrow, having been started deliberately on a large scale in order to give variety of employment in a place where previously there had been but little demand for the work of women and children...A district which is dependent chiefly on one industry is liable to extreme depression, in case of a falling-off in the demand for its produce, or of a failure in the supply of the raw material which it uses. This evil again is in a great measure avoided by those large towns or large industrial districts in which several distinct industries are strongly developed. If one of them fails for a time, the others are likely to support it indirectly; and they enable local shopkeepers to continue their assistance to workpeople in it.” (1920, p. 273-4) 12/11/2015 Pagina 9 Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione 12/11/2015 Pagina 10 Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione The Economy of Cities (1970) 1. Attività economiche consolidate od obsolete possono dare origine a nuove attività correlate (related) 1. Attività economiche consolidate od obsolete possono dare origine a nuove attività correlate (related) 2. Nuove forme di divisione del lavoro scaturiscono da quelle esistenti quando nuove attività economiche prendono piede 3. Vecchie e nuove attività si combinano tra loro aumenando il livello di diversificazione offerto dalla città. 4. Imitazione, branching e reskilling sono tre le modalità più proficue per incrementare il livello di diversificazione all’interno di un sistema economico urbano. 5. Una rigida divisione del lavoro non è compatibile con una “fertilità” economica a lungo termine. 6. Città ben diversificate sono più fertili e resilienti di quelle mono-specializzate 12/11/2015 Pagina 11 Le innovazioni in un determinato campo non nascono esclusivamente all’interno dello specifico settore merceologico a cui tradizionalmente vengono ascritte. Al contrario, esse emergono frequentamente da settori industriali diversi, ma correlati (related), in virtù di intense dinamiche di cross-fertilization tra le imprese. 12/11/2015 Pagina 12 Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione 2. Nuove forme di divisione del lavoro scaturiscono da quelle esistenti quando nuove attività economiche prendono piede 3. Vecchie e nuove attività si combinano tra loro aumenando il livello di diversificazione offerto dalla città Dalla esistenti forme di divisioni del lavoro si orginano nuove attività dalle quali scaturiscono a loro volta nuove divisioni del lavoro e così via. Se un sistema economico introduce un numero elevato di nuovi prodotti, nuove forme di divisione del lavoro prenderanno piede prima che le precedenti diventino obsolete. Pertanto, maggiore è la varietà offerta da queste nuove divisioni del lavoro, maggiore sarà la capacità del sistema economico di produrre innovazione. • • • • • • Il punto è che, quando una nuova attività si aggiunge a una già esistente, questo compounding di attività spesso mette in discussione i precedenti schemi produttivi. Solo le economie stagnanti rimangono docilmente allinterno delle tradizionali categorie e, laddove tale irrigidimento è forzoso, difficilmente si realizza un processo di diversificazione. GIOIELLIERI COLTELLINAI Source: Jacobs, J., L’economia delle città, Garzanti, 1971, p. 57 Design di reggiseni Packaging di reggiseni Marketing e commercializzazione di reggiseni Produzione di etichette e ganci per reggiseni Fornitura di materie prime per reggiseni Ecc. 12/11/2015 Pagina 13 vs Nel Medioevo, a Londra, la Gilda dei Coltenninai inventò un nuovo metodo di placcare lo stagno in argento, entrando in competizione con la Gilda dei Gioellieri che rivendicò l’esclusività nella lavorazione dei metalli preziosi. 12/11/2015 Pagina 14 Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione 4. Imitazione, branching e reskilling sono tre le modalità più proficue per incrementare il livello di diversificazione all’interno di un sistema economico urbano. 5. Una rigida divisione del lavoro non è compatibile con una “fertilità” economica a lungo termine. • • • Imitazione: nuovi prodotti importati o innovazioni realizzate in un altro Paese generalmente portano all’acquisizione di nuove abilità e all’emergere di nuove attività che si aggiungono a quelle già esistenti. Branching: le dinamiche di spin-offs o breakaways aziendali possono consentire al sistema ecnomico di diversificarsi in nuovi settori industriali Reskilling: implica che le vecchie attività siano riconvertite in nuove attività, evitando così la loro obsolescenza. IMITAZIONE BRANCHING 12/11/2015 La divisone tecnica del lavoro non produce, di per sé, nuove attività. È solo un modo di organizzare la produzione di prodotti già esistenti, incrementando l’efficienza produttiva. L’eccessiva specializzazione non favorisce la “fertilità” economica. Gli spilli descritti da Adam Smith venivano prodotti in Inghilterra da svariate piccole imprese che erano specializzate in fasi specifiche della produzione. La catena di montaggio ha consentito senz’altro di stimolare l’efficienza produttiva (quantità di output/quantità di input), ma non ha dato origine a nuove abilità o attività. RESKILLING Pagina 15 12/11/2015 Pagina 16 Jane Jacobs e le Economie di Urbanizzazione 6. Città ben diversificate sono più fertili e resilienti di quelle monospecializzate Città mono-specializzate (c.d. company towns) consentono di ottenere un rapido sviluppo economico, ma sono più esposte all’obsolescenza e alla crisi in caso di crolli repentini della domanda in quello specifico settore di specializzazione. Al contrario, città ben-diversificate possono accogliere un vasto range di settori industriali, con alto livello di varietà interna, aumentando in tal modo la possibilità che possano nascere nuove attività. Dimostrano di essere più resilienti e durevolmente produttive. 12/11/2015 I fattori agglomerativi e le fonti delle economie di urbanizzazione Pagina 17 I fattori agglomerativi e le fonti delle economie di urbanizzazione 12/11/2015 Pagina 18 I fattori agglomerativi e le fonti delle economie di urbanizzazione Le fonti delle economie di urbanizzazione Input sharing Presupposto teorico: la concentrazione industriale consente il raggiungimento di economie di scala esterne nell’approvvigionamento di input Proxy: (1) grado di disintegrazione verticale (calcolato come rapporto tra input acquistati e fatturato); (2) livello di concentrazione di fornitori specializzati nell’area Principali evidenze: è verosimile l’esistenza di una relazione positiva tra livello di disintegrazione verticale e concentrazione industriale 12/11/2015 Pagina 19 12/11/2015 Pagina 20 I fattori agglomerativi e le fonti delle economie di urbanizzazione Knowledge spillover Presupposto teorico: la gemmazione di imprese che esternalizzano processi precedentemente svolti in un’altra impresa (spin off) o ovviano un’attività collaterale/affine grazie allo scambio di conoscenze che si realizza all’interno dell’area. Approcci: (1) diretto: si identifica un c.d.“paper trail” ovvero si osserva il grado di knowledge spillover nella progressiva richiesta di depositi di brevetti nell’area (Jaffee et al., 1993); (2) indiretto: si osserva la correlazione tra i processi agglomerativi e l’innovazione (ricerca universitaria, spese in R&D, disponibilità di lavoro specializzato); (3) human capital: livello di educazione dei lavoratori come ilPagina veicolo 12/11/2015considerati 21 principale dei knowledge spillover Principali evidenze: i settori knowledge- I fattori agglomerativi e le fonti delle economie di urbanizzazione Labour pooling Theoretical basis. vi sono due principali interpretazioni: (a) le grandi città (effetto di urbanizzazione) o le aree caratterizzate da forte concentrazione industriale (effetto di localizzazione) migliorano la qualità del matching tra lavoratori e imprese ; (b) rischio che può essere interno al rapporto tra impresa e lavoratore (worker and firm specific) o interno al settore (industry specific) Approcci: (a) misurare la bontà del matching osservando i tassi di licenziamento, turnover aziendale o il grado di specializzazione; (b) individuare la correlazione tra livello di specializzazione dell’area e tasso di disoccupazione Principali evidenze: (1) l’agglomerazione favorisce il processo di specializzazione; (2) l’effetto di localizzazione riduce il rischio interno al rapporto 12/11/2015 tra lavoratore e impresa;Pagina (3)22 la diversificazione dell’offerta lavorativa offerta dalla grandi città riduce il rischio industry-specific (es. “ l ”) I fattori agglomerativi e le fonti delle economie di urbanizzazione UNA VISIONE D’INSIEME Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety. L’approccio della Geografia Economica Evolutiva 12/11/2015 Pagina 23 12/11/2015 Pagina 24 Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety L’approccio della Geografia Economica Evolutiva L’approccio della Geografia Economica Evolutiva Esternalità à-la Jacobs Related variety Unrelated variety Settori che non condividono competenze complementari Complementarità tra settori Inter-sectorial knowledge spillovers precedentemente noti come Jacobs’ externalities “The literature on Jacobs’ externalities suffers from two shortcomings. First of all, one can question whether knowledge spillovers are expected to take place between sectors that are unrelated. For example, it is unclear what a pig farmer can learn from a microchip company despite the fact that they are neighbours” (Boschma, R., & Iammarino, S. (2009). Related variety, trade linkages, and regional growth in Italy. Economic Geography, 85(3), p. 292. ? vs. Capacità di un’economia locale di assorbire shock settoriali (portfolio effect) 12/11/2015 Pagina 25 12/11/2015 Pagina 26 Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety L’approccio della Geografia Economica Evolutiva L’approccio della Geografia Economica Evolutiva Concetti chiave Concetti chiave Le imprese si differenziano tra loro in virtù di specifiche routines (Nelson & Winter 1982) La varietà è un driver fondamentale per la crescita regionale Knowledge spillover avvengono tra imprese e settori Tuttavia, affinché lo scambio si traduca in apprendimento effettivo, deve esserci un certo gradi di prossimità cognitiva tra i settori Ma un’eccessiva prossimità cognitiva può essere dannosa (lock-in) Quindi, un certo grado di prossimità cognitiva è necessario, ma non troppo, per attivare dinamiche di knowledge spillovers (Nooteboom, 2000) 12/11/2015 Pagina 27 Esternalità alla Jacobs e crescita regionale? Ciò che conta per la crescita regionale è che i settori siano technologically related Maggiore è il livello di related variety in una regione, maggiore sarà la crescita regionale: affinché i knowledge spillover si realizzino in maniera efficace è necessario un livello ottimale (non troppo altro, non troppo basso) di prossimità cognitiva tra i settori Frenken et al. (2007) per l’Olanda: effetto della RV sulla crescita dell’occupazione regionale Studi in altri paesi (es. Italia, Regno Unito, Finlandia, Spagna, Europa): la maggior parte degli studi conferma l’esistenza di un effetto positivo della RV sulal crescita regionale (ma non tutti) 12/11/2015 Pagina 28 Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety L’approccio della Geografia Economica Evolutiva L’approccio della Geografia Economica Evolutiva Regional branching Regional branching Nel lungo termine, la related variety è inoltre un input fondamentale per i processi di diversificazione regionale: nuovi settori si ramificano (branch out) da quelli esistenti. Nuove industrie si originano a partire da settori tecnologicamente correlati, ricombinando e sfruttando le conoscenze e le abilità già presenti a livello locale Creative destruction (Schumpeter): l’ascesa e il declino delle industrie nelle regioni Æ dipende dal livello di relatedness tecnologica tra i settori presenti nella regione? In altre parole, le regioni hanno maggiori possiiblità di diversificarsi in un settore se questo è tecnologicamente correlato (related) ai settori già presenti nella regione? Neffke, F., M. Henning and R. Boschma (2011), How do regions diversify over time? Industry relatedness and the development of new growth paths in regions, Economic Geography 87, 237-265 Æ analisi a lungo termine su 70 regioni svedesi 1969-2002 12/11/2015 Pagina 29 Esternalità à-la Jacobs in termini di related variety L’approccio della Geografia Economica Evolutiva Regional branching 12/11/2015 Pagina 31 Co-occurrence analysis: per determinare il grado di technological relatedness tra ogni coppia di imprese Svezia: dati di produzione a livello di stabilimento per il periodo 1969- 2002; a ogni prodotto è associato un codice standard di classificazione merceologica (per un totale di 174 settori a 6-cifre) La co-occorrenza di prodotti che appartengono a settori diversi nel portfolio produttivo delle imprese: economie di scopo Obiettivo di ricerca: misurare la probabilità che un settori “entri” in una regione (entry-probability), e come ciò sia influenzato dalla vicinanza tecnologica con il sistema produttivo pre-esistente nella regione Risultati: i settori che sono tecnologicamente related a quelli già esistenti nella regione hanno maggiore entry-probability 12/11/2015 Pagina 30