Donne e potere - Gianluca Tenti

Transcript

Donne e potere - Gianluca Tenti
DONNE TENTI_PB:Layout 1
5-06-2008
21:42
Pagina 80
DONNE TENTI_PB:Layout 1
5-06-2008
21:43
Pagina 81
Monsieur uomo elegante uomo
In Italia e nel mondo i maschi, a furia di considerarsi
superiori, stanno lasciando campo a femmine guerriere.
Dannatamente brave (in qualche caso anche dannatamente
fascinose) nei loro campi di competenza, dalla politica al
business fino alla vita militare. Un segno inequivocabile
che il mondo sta cambiando: a quando le quote azzurre?
I N A LTO , L E « M I N I S T R E » D E L G O V E R N O B E R L U S C O N I . DA S I N I S T R A , S T E FA N I A P R E S T I G I AC O M O ( A M B I E N T E ) , M A R A CA R FAG N A ( PA R I O P P O RT U N I T À ),
MARIASTELLA GELMINI (ISTRUZIONE) E GIORGIA MELONI (POLITICHE GIOVANILI). NELLA PAGINA A FIANCO, «LIZ (CLEOPATRA)», OPERA DI DAVID PARRISH.
80
LUGLIO 2008
Mutamenti epocali
ATTENTO UOMO
CHI DICE DONNA
DICE POTERE
[ DI
GIANLUCA TENTI
]
LUGLIO 2008
81
DONNE TENTI_PB:Layout 1
5-06-2008
21:43
Pagina 82
DONNE TENTI_PB:Layout 1
5-06-2008
21:44
Pagina 83
Mutamenti epocali
a
82
LUGLIO 2008
CONTRASTO - GRAZIA NERI
CARLOS JONES - GETTY IMAGES - CORBIS - OLYCOM
CONTRASTO - GRAZIA NERI
A CENTRO PAGINA, MARGARET THATCHER. A FARLE DA CORONA, DALL’ALTO A SINISTRA E IN SENSO ORARIO, LAURA GERVASONI (DIRETTORE GENERALE DI PATEK PHILIPPE
ITALIA), BARBARA FONTANA (CONTITOLARE DI LAFOCE), MARINA BERLUSCONI (PRESIDENTE MONDADORI), LAURA BURDESE (A.D. SWATCHGROUP ITALIA), DANIELA
GIORDANO (LA PRIMA DONNA PILOTA MILITARE ITALIANA), BARBARA FALCOMER (A.D. DI MONTBLANC ITALIA), LUCIA BALESTRIERI (BRAND MANAGER LANGE & SÖHNE
PER ITALIA, GRECIA E CIPRO) E FEDERICA GUIDI (VICEPRESIDENTE DEI GIOVANI DI CONFINDUSTRIA, FOTOGRAFATA ALLA CERIMONIA DEL PREMIO VEUVE CLICQUOT 2008).
CARLOS JONES - GETTY IMAGES - CORBIS - OLYCOM
Anche in Lombardia politica e industria sono il
banco di prova di una concretezza tutta femminile
Altro che quote rosa, qui se non stiamo attenti ci vorranno le quote azzurre. Proprio così. Seduti al «Barretto» di Milano a sorseggiare Champagne, con Franz ci siamo guardati negli occhi. Appena il giorno prima Antonio Orlando mi aveva stuzzicato: «Hai visto che c’è una donna alla guida dell’Accademia della Crusca? Nicoletta Maraschio (eletta il 16 maggio 2008, ndr). Si potrebbe farle un’intervista, una donna che
difende la nostra lingua…». E ora eccomi a Milano, per una colazione
fugace con l’editore-direttore. «Monsieur non si è mai avvicendato troppo nel sentiero al femminile», è stata l’apertura di Botré, «ma stavolta
penso che la storia possa funzionare». Ed ecco la storia. Non più circoscritta al caso, pur stimolante, della Crusca. Ma una presa di coscienza
al limite del maschilismo sull’avanzata delle donne al potere.
Attento uomo, a furia di considerarti superiore, stai lasciando campo a
femmine guerriere. Dannatamente brave (e in qualche caso anche spietatamente fascinose). E il dramma è che tutto questo non è un risultato negativo, ma un segno inequivocabile che il mondo è cambiato.
Che accanto a un Monsieur non c’è più solo una Madame, ma una donna fiera e orgogliosa, consapevole della propria determinazione, motivata e vogliosa di dimostrare che le bambole certe volte battono pure i
soldatini. Ma da che mondo è mondo, obietterà qualcuno, le donne hanno sempre comandato. Non v’è dubbio. Come ben sa chi si è fermato
davanti a un altare o ha siglato un candido verbale in municipio. Come
ben sa chi ha scelto di convivere e chi gioca a fare il conquistador illudendosi di tenere in mano la bacchetta della regia. In principio era Eva.
E sappiamo com’è andata a finire. Ci hanno espulsi dall’Eden per una
mela. Poi sono state regine, consorti del potere. Nell’antico Egitto
Hatshepsut arrivò a proclamarsi faraone. Ma fu un caso isolato tra
mille esempi di fascinose macchinazioni, tra Penelope e Cleopatra:
unite nel ruolo di strateghe che hanno segnato la Storia. Ma questo non
è un dotto trattato. Non ha la pretesa di essere un testo onnicompren-
sivo. Vuol solo essere un saggio di come, più del femminismo alla sessantottina, poté l’ingegno femminile. Perché non furono certo i cortei
a portare Matilde Serao (autrice del mirabile Ventre di Napoli) al vertice della stampa quotidiana. Non furono le nobili rivendicazioni urlate
in piazza («L’utero è mio e lo gestisco io») a far di Margaret Thatcher
la lady di ferro che rovesciò il declino del Regno Unito, mosse l’attacco sulle Falkland, contrastò il disegno di Unione Europea e chiuse il contenzioso su Hong Kong. Il fatto è che rispetto allo stereotipo della bellezza al femminile, rispetto alla Marilyn resa immortale da un’overdose di barbiturici più che dal florilegio di celebri amanti, rispetto alla mascolinità del tratto di Greta Garbo e allo stile immarcescibile di Audrey,
quel che è cambiato – per sempre – è il carattere femminino. Prendete Miranda del Diavolo veste Prada. Forse non sarà Anna Wintour come il pierrame ha cercato di dire per non turbare la signora Vogue, ma
certo una donna alla guida di un impero incute un timor-panico negli
astanti. Sia essa una Diana Vreeland o Coco Chanel.
Plauso quindi al fascino del potere rosa che ha il volto di Oprah Winfrey
o Angela Merkel. Plauso alle quattro ministre del governo Berlusconi, Stefania Prestigiacomo (Ambiente), Giorgia Meloni (Politiche giovanili), Mariastella Gelmini (Istruzione), che hanno in Angela Carfagna la più bella politica di rango dell’intera galassia europea, come ha evidenziato
Bild. Plauso a Emma Marcegaglia, che è stata al vertice dei Giovani industriali (1996-2000) e ora è arrivata alla presidenza di Confindustria con
125 sì (su 132): in Europa l’avevano preceduta Laurence Parisot (Francia, 2006) e Arzuhan Dogan Yalcindag (Turchia). Una donna d'acciaio,
in tutti i sensi. Che ha già fatto molto parlare di sé, per meriti oggettivi,
ma anche per le gonne vertiginose, il tacco alto e «a’ mossa» su un tavolo a Capri («Fu divertente ma me ne sono vergognata per anni», disse in
seguito). Ecco, credo che se Emma Marcegaglia è salita al vertice degli industriali non sia certo per le sue mise, ma per la serietà del suo lavoro.
L E T I Z I A M O R AT T I ( I N A LTO , A S I N I S T R A ) È S TATA P R E S I D E N T E D E L L A R A I DA L 1 9 9 4 A L 1 9 9 6 , M I N I S T R O D E L L ’ I S T RU Z I O N E N E L L A X I V L E G I S L AT U R A E D
È SINDACO DI MILANO DAL 2006. A DESTRA, DIANA BRACCO, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI BRACCO SPA E PRESIDENTE DI ASSOLO MBARDA.
LUGLIO 2008
83
DONNE TENTI_PB:Layout 1
5-06-2008
21:44
Pagina 84
DONNE TENTI_PB:Layout 1
5-06-2008
21:45
Pagina 85
Mutamenti epocali
p
84
LUGLIO 2008
GRAZIA NERI
IN ALTO, A SINISTRA, FRANCESCA DI CARROBIO, AMMINISTRATORE DELEGATO DI HERMÈS ITALIE. A DESTRA, BARBARA MONTI, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE
DELEGATO DI EBERHARD ITALIA. DUE DONNE DI INDUBBIO FASCINO MA, SOPRATTUTTO, DUE ESEMPI CHE MOLTI UOMINI VORREBBERO SAPER SEGUIR E.
CARLOS JONES
militare. Perché la donna, nella sua metamorfosi, è riuscita a smettere
la corazza di Jeanne d’Arc e a metter su divisa. Anche in quelli che sembravano templi della mascolinità. Prendete lo storico collegio navale Morosini. Dopo 70 anni di corsi, il capitano di vascello Francesco Corella ha dato l’annuncio che la Scuola navale militare dall’anno scolastico
2009-2010 presente sull’isola di Sant’Elena aprirà al gentil sesso. Appena ho letto l’articolo su la Stampa (per me, da anni, il più bel giornale
d’Italia) ho pensato subito ad Alessandro Botré, il figlio di Franz, che
si è fatto in quattro per coniugare disciplina a conoscenza. Ma pensa te,
mi sono detto, se un povero ex cadetto ora deve scoprire che nella
scuola-caserma arrivano anche le donne. Dopo nottate insonni e addestramenti. Ma si consoli, la procedura è avviata. Anche il Carlton club
di Londra, dopo secolare tradizione, apre alle donne.
E neppure James Bond può più pensare alla donna come a un oggetto di
piacere o a una nemica. No, le donne hanno messo la divisa e la sposano
con una dedizione che deve far riflettere i maschietti. E non parlo del fascino che la donna in divisa suscita. Ma anche dei primi esempi di questa metamorfosi. Penso a Daniela Giordano di Taranto, prima donna pilota in Italia. Penso a Silvia Russo di Latina, la nostra prima «marine». Penso alla nave scuola Vespucci che riserva 35 posti alle donne. Penso alle colleghe nei giornali e nei ruoli chiave delle attività imprenditoriali. Sono tutti pensieri positivi. C’è anzi un motivo d’interesse in più nel confronto professionale ed è sicuramente più intrigante una colazione di lavoro con una
donna preparata e determinata che con decine di «uniformati» pieni di saccenza per aver frequentato il corso tal dei tali ma senza neppure un briciolo d’esperienza acquisita all’Università della Vucciria. E poi penso a me.
E al mio piccolo Francesco spiego: «L’antico adagio popolare “Chi dice donna dice danno” è una concezione arcaica della società. No, dopo le donne con le gonne oggi è più che mai doveroso tenersi stretti i pantaloni».
Con buona pace di certi stilisti e dell’uomo-pavone.
GRAZIA NERI
Perché la donna è potere. Non solo nella città delle donne di felliniana memoria, piuttosto nella realtà. Che si chiami Diana Bracco (presidente e amministratore delegato di Bracco Spa, ma anche della potente Assolombarda) o Federica Guidi (presidente dei Giovani industriali), il discorso non cambia. E anzi trova in Letizia Moratti, sindaco di
Milano (già ex ministro), una leader politica assai capace e seria, in grado di assicurare all’Italia tutta l’Expo 2015. Fatti, altro che discorsi. Come nel caso di Marina Berlusconi, presidente Fininvest e Mondadori,
una donna capace assai più di quanto si possa immaginare, perché per
governare due colossi di questa portata non basta certo avere un nome,
pur prestigioso, come il suo: occorrono competenze e capacità.
E l’elenco potrebbe continuare a lungo. Da Lucia Balestrieri (brand manager Lange & Söhne Italia-Grecia-Cipro) ad Anna Bolletta (responsabile comunicazione e relazioni esterne di Lorenz), da Laura Burdese (a.d. e country manager Swatch Group Italia) a Francesca di Carrobio (a.d. di Hermès Italie), fino a Barbara Falcomer (a.d. di Montblanc
Italia) a Laura Gervasoni (direttore generale di Patek Philippe Italia),
Barbara Monti (presidente e a.d. Eberhard Italia), per non dire di Barbara e Federica Fontana (contitolari di Lafoce). Nomi, questi ultimi, che
ho «scippato» a interessanti brani avidamente letti sulle nostre pagine,
dove il fascino fa la sua parte, ma soprattutto contano i numeri che vengono prodotti ogni anno. Testimonianze, queste, che obbligano l’uomo
a prender coscienza di sé. A non dar più per scontato nulla. A non vivere più su posizioni di rendita presunta. Sbeffeggiato da serial come Sex
and the city, sciupato da campagne pubblicitarie che lo fanno sempre più
efebico, l’homo novus corre il rischio di ritrovarsi spaesato davanti a una
concorrenza giustamente agguerrita. È un po’ l’ultimo dei mohicani nella riserva sbagliata. Vede invadere i propri spazi da quella che un tempo era la compagna o al più la confidente. E che ora è un punto di confronto su ogni tema del vivere quotidiano, sia esso civile o militare. Sì,
CARLOS JONES
Le loro referenze non sono fatte di parole ma di
solidi numeri. Che quantificano la professionalità
E M M A M A R C E GAG L I A R I C O P R E N E L L' A Z I E N DA D I FA M I G L I A L A CA R I CA D I C O N S I G L I E R E E A M M I N I S T R ATO R E D E L E GATO I N S I E M E A L F R AT E L LO A N TO N I O .
LO S C O R S O 1 3 M A R Z O È S TATA E L E T TA ( P R I M A VO LTA P E R U N A D O N N A ) A L V E RT I C E D I C O N F I N D US T R I A C O N U N VOTO P L E B I S C I TA R I O : 1 2 5 S Ì S U 1 3 2 .
LUGLIO 2008
85