Valentina Giovagnini: Un`artista dimenticata

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Valentina Giovagnini: Un`artista dimenticata
Valentina Giovagnini: Un’artista
dimenticata…
… “Come sabbia
sei, nel mio pensiero, aquila che ormai non ha più cielo e cade in volo” … (
Valentina Giovagnini – Il passo silenzioso della neve)
Gennaio 2009, navigando sul web, mi imbatto casualmente in una di quelle
notizie che mai vorremmo leggere. Una ragazza di soli 28 anni morta in un
tragico incidente stradale.
Quella ragazza si chiamava Valentina Giovagnini e alcuni anni prima, nel
2002, aveva partecipato al Festival di Sanremo con una canzone meravigliosa “
Il passo silenzioso della neve”.
La mente inizia a viaggiare a ritroso nel tempo e finalmente riesco a mettere
a fuoco quel nome, ad associarlo a quella melodia inconsueta per la musica
italiana, che tanto mi aveva colpito e affascinato, un miscuglio armonioso di
suoni celtici, elettronica e una voce potente, intensa e struggente, elemento
aggiunto alla particolare sonorità del pezzo…
Quell’anno, il festival lo vinse Anna Tatangelo, con una canzone mediocre,
scivolata via senza lasciare segni, priva di un qualsiasi spiraglio di
originalità, con un testo becero e scontato.
Un verdetto inconcepibile, che tuttavia rappresenta il riflesso di una certa
tendenza musicale che premia la staticità, la tradizione della canzone pop, e
non chi cerca di evolversi, o di trovare una strada atipica, ma di qualità.
Tuttavia, “ Il passo silenzioso della neve”, riscuote un ottimo successo di
vendite e di critica e funziona discretamente da traino per il primo album
della Giovagnini, “ Creatura nuda”.
Un lavoro appassionato e innovativo.
Una collaborazione perfetta con autori ispirati quali Vincenzo Incenzo e
Davide Pinelli.
Il secondo singolo estratto dall’album “Senza Origine”, è un gioiello che
esalta ulteriormente il talento di Valentina.
… “Piramidi che girano in un gioco di luce, non fermarti mai, in questo rito
che tempo non ha.
Balla fino a che pace non c’è, balla fino a che alba non è. Gira intono a me
canta con me, balla fino a che pace non c’è”… ( Valentina Giovagnini – Senza
Origine)
“Creatura nuda” è un album pieno di spunti. La voce di Valentina è il concept
del disco, che riesce a creare un filo conduttore tra le canzoni.
“ Madrigale” è un pezzo di sola voce, “ Accarezzando a piedi nudi l’erba
delle colline di Donegal” è invece un’affascinante intermezzo strumentale,
dove Valentina stessa, ci delizia con la cornamusa. Un lavoro eterogeneo con
evidenti contaminazioni celtiche.
Appartengo alla scuola di pensiero secondo cui il pop, non rappresenta il
male della musica e tracce come “ Mi fai vivere”, “ La formula” e “ Libera”,
sono la dimostrazione che ancora oggi, si può fare pop di qualità.
A mio giudizio “ Il trono dei pazzi” è il miglior pezzo del CD. Un suono
ricercato.
Un’esplosione vocale e musicale che sconfina nell’elettronica, ma riesce a
rimanere fedele allo spirito dell’album. Il testo si incastra alla melodia
con efficacia. Una traccia superba.
“ Creatura nuda” non è un album improvvisato. Il lavoro di ricerca che c’è
dietro si percepisce in ogni nota. E a distanza di oltre nove anni il suo
suono è ancora moderno.
Probabilmente, il grande merito di Valentina è stato proprio quello di aver
anticipato i tempi.
Alla fine del 2002 esce un nuovo singolo “ Non piango più” destinato ad
anticipare il suo nuovo lavoro discografico.
… “ Io vado via dai miei perchè. Meravigliosa la mia mente insegue me. No,
non piango più. No, non piango più. Pioggia d’estate, non mi fermerò” …(
Valentina Giovagnini – Non piango più)
La canzone è molto interessante, con archi iniziale e un insolito ritmo da
tango argentino, il tutto accompagnato da elementi elettronici e un testo
poetico.
Purtroppo l’album non vedrà la luce.
Nel 2003, le viene negato l’accesso alla categoria big del Festival di
Sanremo. La canzone che aveva presentato “ L’amore non ha fine”, uscirà nel
2009, nel suo album postumo e rappresenta un’ulteriore dimostrazione del suo
stile unico e sperimentale.
Ad affiancarla nella canzone è il tenore Aldo Caputo. Le due voci si
mescolano con particolare alchimia, creando un’atmosfera magica.
Negli anni successivi viene nuovamente respinta dai selezionatori del
Festival.
Pur vantando una nutrita schiera di estimatori, il mondo della discografia
dimenticò Valentina. Impedendole di tornare concretamente a calcare le scene.
Il 2 gennaio 2009, finisce fuori strada con la sua automobile, schiantandosi
contro un albero.
Le sue condizioni sono disperate sin dal principio e nonostante un intervento
chirurgico, perde tragicamente la vita.
Il destino ci ha privati di un’artista innovativa e non convenzionale.
Valentina non è semplicemente una cantante, Valentina è un mondo di suoni e
sfumature, che continuano ad esistere nelle sue canzoni.
La decisione delle case discografiche di non investire su di lei,
rappresenta, come già scritto, un riflesso dell’intero panorama musicale di
oggi.
Dove si cerca di spremere il “talento”, tale o presunto, soltanto per
ricavarne denaro.
La qualità è obsoleta.
L’esplosione dei fenomeni mediatici da reality o talent ne è la dimostrazione
comprovata.
Si cerca soltanto di cavalcare l’onda. Ad oggi, non si vendono più le
canzoni, ma i cantanti. Probabilmente, chi scende a tali compromessi, non ama
la musica, o almeno, non quanto chi decide di non vendersi per la gloria, ma
di farlo per rispondere ad un’esigenza interiore tipica dell’artista.
A maggio del 2009, viene distribuito nei negozi il suo ultimo lavoro “
L’Amore non ha fine”.
Un album postumo voluto fortemente dai suoi familiari. La title track, come
accennato, è il singolo che viene lanciato per promuovere il lavoro,
accompagnato da un videoclip commovente…
“Non avrai, non avrai fine. Lascerò, lascerò che sia un veleno dolcissimo a
uccidermi di te
Non mi senti non mi senti l’amore non ha fine. Orizzonti su orizzonti
superando le rapide
Non mi senti, non mi senti, ti vengo a cercare. Sulla bocca del vento mi
vedrai” …
( Valentina Giovagnini – L’amore non ha fine)
“L’amore non ha fine” è un album che si discosta dal precedente.
permettendoci di scorgere la versatilità di Valentina.
“ L’altra metà della luna” è un pezzo trascinante e sognante.
“Continuamente” è un piccolo capolavoro con un testo sublime.
In “ Ogni viaggio che ho aspettato” ritorna la cornamusa.
“Non dimenticare mai”, “Bellissima idea” e “La mia natura”, incantano nella
loro semplicità.
“ Sonnambula” richiama Björk e il suo sound ipnotico.
Chiudono l’album due cover intense e ben riuscite. “Hallelujah” e “Somewhere
over the rainbow”.
Molte frasi dei tuoi testi, risultano quasi profetiche.
Conoscendo la sua storia è impossibile credere che si tratti soltanto di
coincidenze. Eccone alcuni passaggi che mettono i brividi…
A cominciare dall’intero testo di “Bellissima Idea”.
L’eternità nasce da qui, petali del mio tempo io ti offrirò. Mi lancio nel
blu, bellissima idea, essere il mio respiro dentro di te. Andrò più in là, le
nuvole salirò più in là. È incredibile ma è così.
È impossibile ma è così. Andrò più in là, un’aquila seguirò, più in là. È
incredibile ma è così
È impossibile ma è così. Ritornerò, dolce marea, oltre l’amore e il tempo
arrivo in te
In volo quassù, bellissima idea, il mondo sta nascendo sotto di me.
Andrò più in là, le nuvole salirò, più in là. È incredibile ma è così. È
impossibile ma è così
Andrò più in là, un’aquila seguirò più in là. È incredibile ma è così. È
impossibile ma è così
Rinascerò come una dea come l’azzurro che c’è. E pioggia sarò, senza confini
scenderò su di te.
Andrò più in là le nuvole salirò, più in là…In volo quassù. Bellissima idea.
… Convincimi tu che quel cielo promesso ai miei occhi non c’è. Mi libererai
dall’attesa infinita dell’ultimo addio… ( L’attesa infinita)
Luce inviolata io ti darò. Continuamente il tuo ossigeno sarò, la tua anima
attraverserò. In ogni istante infinite vite avrò. La tua anima io disseterò…
( Continuamente)
Lasciami vivere così, sull’onda che non riposa mai, negli orizzonti liberi
tra vita e sogno… ( La mia natura)
…Siamo terra nella pioggia, dove affonda ogni segno di noi. Siamo un viaggio
nella mente. Un istante. ( Non dimenticare mai).
Ho imparato che il domani non c’è, ma le strade dei sogni non finiscono mai.
Ho imparato che il domani non c’è e i momenti perduti non ritornano. ( Ogni
viaggio che ho aspettato).
Non esisto solo qui. L’universo è in me. Come un fiore all’innocenza tornerò.
Mi libererò, falco io sarò. La natura che si risveglia. Per l’eternità mi
trasformerò… ( Metamorfosi)
Io sono in volo, sono libera. Non ho confini intorno a me. Sono un pensiero,
sono musica… ( Libera)
Voglio concludere questo omaggio a Valentina Giovagnini, con una frase
dedicatale da sua madre, presente sul booklet del tuo album postumo…
“ Continua a cantare dolcissima creatura, le tue note risuoneranno per un
tempo senza tempo, in uno spazio senza spazio…Per sempre”
Diapositive Cosmiche
Presentazione di “Diapositive Cosmiche”
VALERIO FRICO DIAPOSITIVE COSMICHE – Quando Mattia conobbe Claudio, il mondo
cambiò – Claudio si fece spazio dentro di lui, insinuandosi tenuemente nelle
sue molecole: in tutto quello che era, in tutto quello che sarebbe diventato.
Con la stessa impercettibilità del sole che sorge e tramonta, alternandosi
alla luna in un continuum coerente e salvifico. Eppure, in netto e poderoso
contrasto con le traiettorie della sua vita. Merito di coincidenze
inspiegabili, grazie alle quali si incontrarono, per non lasciarsi più. –
Quando Mattia conobbe Claudio, il mondo cambiò – Valerio Frico nasce a Roma
il 7 gennaio 1989. Nel 2011 pubblica “Poker Face” il suo primo romanzo edito
da Arduino Sacco. Nel 2013 distribuisce online la sua raccolta poetica
“Entropia / L’impero della Mente”. Diapositive Cosmiche, pubblicato l’11
settembre 2015 è il suo secondo romanzo.
Informazione del libro
Edizione : 1a
Anno pubblicazione : 2015
Formato : 15×23
Foliazione : 100 pagine
Copertina : morbida
Stampa : bn
Come Alive: Il ritorno alla musica di
Paris Hilton
Corone di fiori, unicorni, arcobaleni. Paris Hilton è tornata in forma
smagliante, per il lancio della sua nuova Hit estiva: ” Come Alive”.
Nel complesso, e laddove contestualizzata, la bionda ereditiera più famosa
d’America, è riuscita nell’impresa: confezionare un prodotto con cura dei
minimi dettagli . La canzone non brilla musicalmente, ma tutto sommato che
importanza ha?
Le luci dei riflettori si stavano
spegnendo, negli ultimi anni, i tabloid
hanno smesso di occuparsi delle sue
bravate. E così, l’ereditiera da 800
milioni di dollari è tornata ad occuparsi
di musica. Il suo ultimo disco di
inediti, “Paris” risale al 2006.
Lo scorso autunno, aveva anticipato l’uscita di nuovo progetto musicale,
rilasciando “Good Time” in coppia con Lil Wayne. Singolo passato del tutto
inosservato.
“Come Alive” è una canzone bruttina, dalle sonorità Dance, il video tuttavia,
esalta l’immagine che da sempre la Hilton ha cercato di coltivare. Una barbie
in carne ed ossa, dalle tinte rosa e lilla. Riuscirà la Hilton a scalare le
classifiche digitali?
http://youtu.be/6KXwYjG8txo
Tumblr: Parabola del cambiamento
interiore e sociale degli adolescenti
italiani.
Tumblr, la piattaforma di microblogging di Yahoo! Fenomeno culturale e
sociale degli ultimi anni, esploso in tutto il mondo
(Eccezione fatta per il Marocco, ove il sito non è disponibile)
Vetrina per artisti e fonte inesauribile d’ispirazione. Una volta entrati in
tumblr, uscirne è impossibile.
Centro nevralgico, per gli utenti della piattaforma, è la dashboard, da cui è
possibile creare post,
Pubblicare immagini, citazioni, link, conversazioni, filmati, e file sonori.
Il gusto del surreale, il must della generazione wireless. In costante
espansione, inarrestabile.
Avremo modo di approfondire le dinamiche e gli aspetti meno noti della
community, analizzare con occhio analitico le ragioni del fenomeno,
ma non oggi. Perchè oggi, sotto le luci dei riflettori, ci sono loro, gli
adolescenti su Tumblr, Nello specifico, gli adolescenti italiani.
E il panorama innanzi ai miei occhi, è desolante.
Adolescenti che amano, che odiano, che invidiano, che sorridono a fior di
labbra, che vomitano dolore, il dolore di essere adolescenti,
inutili, peggiori degli altri, inferiori. Diversi.
Adolescenti ignoranti, perdonatemi, ma la foto qui sotto parla da sola…
Lana Del Rey? No, Allen Ginsberg, ma che importanza ha per gli adolescenti di
oggi?
Nessuna…
Se sino a pochi anni fa, l’ignorantometro vedeva trionfare Jim Morrison, uno
tra i poeti più sensibile degli anni sessanta,
Che ha visto la sua eredità artistica e il suo patrimonio culturale,
dissiparsi in un’infinita serie di versi da baci perugina.
Oggi, regna incontrastata Lana Del Rey, emblema con le sue canzoni – nenie,
dell’apatia e della depressione.
Ma rammentate sempre, giovani adolescenti, che dietro ogni cantante, c’è il
business e Lana Del Rey, canta di morte,
Perché qualcuno ha stabilito che quella è la strada giusto per il guadagno.
E’ soltanto un prodotto confezionato.
Neppure troppo bene, ma questa è un’altra storia.
Hai ragione, non servi a niente, come
nessuno di noi, e allora? Dov’è il
problema?
Beh, sì, effettivamente se cadiamo a
terra, rischiamo di tagliarci i polsi, a
chi non è successo almeno una volta?
Perché non puoi baciarlo? e soprattutto
perché ce lo devi raccontare su Tumblr?
Ma che significa? Spegni il computer e
chiama i carabinieri.
No, siete la generazione del vorrei, ma
non ho voglia di fare un cazzo.
Patetica.
Hai mangiato troppi dolci e patatine
Non voglio neppure immaginare cose
sarebbe in grado di scrivere se il suo
dolore decidesse di sbandierarlo.
…
Fatti una domanda e datti una risposta.
LOL
Beata te che non hai niente da fare tutto
il giorno!
Così concluso, citando Martin Heidegger…
“Il nichilismo. Non serve a niente metterlo alla porta, perché ovunque, già
da tempo e in modo invisibile, esso si aggira per la casa. Ciò che occorre è
accorgersi di quest’ospite
e guardarlo bene in faccia.”
Tv spazzatura: Frisbee TV promuove la
tortura degli animali.
Tra una replica e l’altra di Lizzie
McGuire, con un’Hilary Duff, oramai
sponsor di dentiere e calzature
ortopediche, Frisbee TV , canale 44 del
digitale terrestre, dedica la prima
serata della domenica agli amici animali.
Sin qui, tutto nella norma, se non fosse che le trasmissioni in questione,
rasentano il ridicolo. Un miscuglio di luoghi comuni e banalità, spacciati
per informazione.
Per Frisbee TV , esistono soltanto i cani e i gatti di razza. Per quanto
deprecabile, possiamo soprassedere ad un simile atto d’ignoranza, ma vale la
pensa ricordare, che i canili pullulano di animali in cerca di una casa e
nella scelta di quello più adatto a noi, la razza, o la non razza, non
dovrebbe avere alcuna importanza.
Ma il peggio, arriva nella puntata di DOGS 101, trasmessa il 13 luglio. La
voce narrante, invita le persone interessate “all’acquisto” di dobermann e
pincher, ad avere la premura di tagliare loro le orecchie, giudicando poi il
taglio della coda, come una scelta a discrezione del proprietario.
Frisbee TV, la rete dedicata ai bambini, che andrebbe oscurata seduta stante.
Disturbo ossessivo compulsivo:
Shopping sfrenato nei negozi cinesi.
La storia di una ragazza che ha perso
tutto.
Martina, maestra d’asilo, era una ragazza come tante
altre, sin quando non ha sviluppato un disturbo
ossessivo compulsivo per lo shopping.
Non le interessavano le boutique del centro, o il
lusso, Martina per sentirsi compiuta e realizzata
aveva bisogno di un negozio specifico: “Convenienza
Casa”
Gestito da una famiglia cinese.
“Abito in un quartiere abbastanza noioso, non è facile sconfiggere l’apatia.
In un certo senso, questo mio disperato bisogno di novità ha dato origine al
mio disturbo.
Una mattina, mi accorsi che a pochi km da casa avevano aperto una nuova
attività, gestita dai cinesi: ” Convenienza casa.” La mia vita non è stata
più la stessa.
Non mi è rimasto più nulla, ho perso i miei amici, i soldi, la mia dignità.
Ad oggi, considero i miei acquisti inutili, ma non riuscivo a fermarmi, mi
sembrava di udire una voce nella mia testa che mi suggeriva di comprare
qualsiasi cosa: oggetti per la casa, vestiti. Anche se non mi piacevano.
La sua ossessione le è costata cara. Se all’inizio spendeva una media di 5/10
euro al giorno, con il passare del tempo, ha perso completamente il
controllo.
“Compravo qualsiasi cosa. La dispensa in cucina era gonfia di tovaglioli,
piatti, e bicchieri di plastica. Nella sala da pranzo,
accendevo un’infinità di candele aromatiche. Per non parlare del reparto
abbigliamento. Tutte le mattine alle 9.00 in punto,
verificavo se fossero arrivati nuovi capi da indossare, ed acquistavo di
tutto: biancheria, magliette, pantaloni, non mi interessava neppure che
fossero da uomo.
La cosa importante per me, non era l’utilità dell’acquisto, avevo bisogno di
spendere. Alcune mattine 50 Euro, altre, 100.
Ho smesso di lavorare, di frequentare amici e parenti, almeno tre volte al
giorno dovevo visitare il negozio.
Martina trascorreva una media di 3 ore al giorno all’interno di Convenienza
Casa, ciò le rendeva impossibile avere una vita sociale.
” Capitava che alcune amiche venissero dopo pranzo per bere un caffè insieme.
Hanno rinunciato, o meglio, le ho costrette a rinunciare. Dalle 14:00 alle
15:00
ero solita fare un salto al negozio. Senza dubbio era l’orario migliore,
poiché nel negozio c’ero soltanto io, e potevo girare indisturbata tra gli
scaffali dei reparti. Una mattina poi, ho ricevuto una chiamata dalla banca.
Martina aveva prosciugato il suo conto bancario, non vi era più nulla, aveva
dissipato i risparmi interi di una vita.
” Piansi ininterrottamente per un paio di
giorni, con gli occhi arrossati indossavo
i miei occhiali da sole cinesi e
nascondevo il dolore,
Stranamente l’unico antidoto contro la
sofferenza era proprio la causa dei miei
problemi: Il negozio cinese. Una mattina
acquistai una serie di gadget per il
giardinaggio, ma non avevo alcun
giardino. Con la scusa di essere una
maestra d’asilo, spendevo 50 euro al
giorno al reparto giocattoli. Tornavo a
casa e mettevo tutti nello
sgabuzzino,senza neppure togliere le etichette dai peluche o dai giocattoli
chiusi in scatola.
Quando tutto sembrava essere irrimediabilmente perso, la famiglia di Martina,
è riuscita a placare la sua ossessione.
” Mia madre mi ha aiutata a superare la mia dipendenza. é stato un percorso
lungo e complicato, composto da varie tappe e risultati raggiunti.
I 50 euro sono diventati 20. Le tre passeggiate giornaliere, sono diventate
due, e così via. Devo la mia sopravvivenza a lei, e alla sua temerarietà.
Quando racconto la mia storia, la gente pensa che io sia una stupida. Ma
posso garantire, che non è vero. Ho sviluppato una vera e propria dipendenza,
un’ossessione compulsiva. Sbagliavo, ma non potevo fermarmi. Mi auguro che la
mia storia possa servire ad altre persone che versano nelle mie stesse
condizioni. Non sono ancora guarita del tutto.
Ad oggi, frequento “Convenienza Casa”, un paio di volte alla settimana, ma
soltanto se accompagnata. La tentazione di acquistare senza logiche è forte,
ma resisto perché sono una combattente. Lo faccio per mia madre, che non mi
ha voltato le spalle e lo faccio per me stessa, perché ho 29 anni e innanzi a
me vedo una strada in salita. I negozi cinesi ci saranno ancora,
probabilmente ci saranno per sempre, ma tutto dipende da me. Sono io
l’artefice del mio destino.
Eros Alesi: Alla scoperta del Rimbaud
italiano
Nato a Ciampino nel 1951 e morto suicida
a soli vent’anni, Eros Alesi è stato uno
tra i poeti italiani più interessanti
degli anni sessanta.
Dotato di uno straordinario talento
artistico, la sua poetica, pubblicata
postuma, è composta, purtroppo, da poco
materiale.
La sua vita, costellata da gravi
dipendenze da droghe, è un mistero
assoluto e la conoscenza che abbiamo di
lui, e dei suoi vent’anni di vita, è
racchiusa nelle opere che vi presentiamo
quest’oggi.
Un urlo straziante che mette i brividi, rimanere distaccati innanzi alla
lettura di tali poesie, è praticamente impossibile.
Contorce le viscere, proprio come la sua scrittura; l’impostazione e il ritmo
delle sue parole risucchiano in un vortice emozionale.
La semplicità del linguaggio, mette in mostra l’animo puro e nudo
dell’artista.
Nel 2004, scrisse di lui Sergio Cordelli: «è un linguaggio che parla a noi da
un “oltre”. Ma da un oltre che è qui, non è altrove.
Ha come una vibrazione fosforica, shocking. Come l’apparizione di un
fantasma. È una voce, nello stesso tempo, presente e postuma. Postuma fin da
subito.
Il «Che» iniziale di ogni frase non ha solo un valore percussivo (come nella
musica orientale): è l’elemento minuscolo e decisivo che mette tutto il
discorso “a rovescio”.
Cioè lo colloca tutto intero “fuori contesto”. A testa in giù».
Noto con lo pseudonimo di “Pasticca” poiché era costantemente alla ricerca di
anfetamine, soprattutto di Maxiton e Romilar, Alesi può essere definito il
Rimbaud italiano dal sapore beat.
Caro Papà, Tu che ora sei nei pascoli celesti, nei pascoli terreni, nei
pascoli marini.
Tu che sei tra i pascoli umani. Tu che vibri nell’aria. Tu che ancora ami tuo
figlio Alesi Eros.
Tu che hai pianto per tuo figlio. Tu che segui la sua vita con le tue
vibrazioni passate e presenti.
Tu che sei amato da tuo figlio. Tu che solo eri in lui. Tu che sei chiamato
morto, cenere, mondezza.
Tu che per me sei la mia ombra protettrice. Tu che in questo momento amo e
sento vicino più di ogni cosa.
Tu che sei e sarai la fotocopia della mia vita.
Che avevo 6-7 anni quando ti vedevo Bello – forte – orgoglioso – sicuro –
spavaldo rispettato e temuto dagli altri,
che avevo 10-11 anni quando ti vedevo violento, assente, cattivo, che ti
vedevo come l’orco che ti giudicavo un Bastardo perché picchiavi la mia
mamma.
Che avevo 13-14 anni quando ti vedevo che vedevi di perdere il tuo ruolo.
Che vedevo che tu vedevi il sorgere del mio nuovo ruolo, del nuovo ruolo di
mia madre.
Che avevo 15 anni e mezzo, quando vedevo che tu vedevi i litri di vino e le
bottiglie di cognac aumentare spaventosamente.
Che vedevo che tu vedevi che i tuoi sguardi non erano più belli, forti,
orgogliosi, fieri, rispettati e temuti dagli altri.
Che vedevo che tu vedevi mia madre allontanarsi. Che vedevo che tu vedevi
l’inizio di un normale drammatico sfacelo.
Che vedevo che tu vedevi i litri di vino e le bottiglie di cognac aumentare
fortemente.
Che avevo 15 anni e mezzo che vedevo che tu vedevi che io scappavo di casa,
che mia madre scappava di casa.
Che tu hai voluto fare il Duro. Che non hai trattenuto nessuno. Che sei
rimasto solo in una casa di due stanze più servizi.
Che i litri di vino e le bottiglie di cognac continuavano ad aumentare. Che
un giorno.
Che il giorno. In cui sei venuto a prendermi dalle camere di sicurezza di
Milano ho visto che tu ti vedevi solo.
Che tu volevi o tua moglie o tuo figlio o tutti e due in quella casa da due
stanze più servizi.
Che ho visto che tu hai visto che eri disposto a tutto pur di riavere questo.
Che ho visto che tu hai visto la tua mano stesa in segno di pace, di
armistizio.
Che ho visto che tu hai visto sulla tua mano uno sputo. Che ho visto che tu
hai visto i tuoi occhi lacrimare solitudine incrostata di sangue masochista,
punitivo.
Che ho visto. Che tu hai visto il desiderio di voler punire la tua vita.
Che ho visto che tu hai visto il desiderio di non soffrire. Che ho visto che
tu hai visto i litri di vino e le bottiglie di cognac continuare ad
aumentare.
Che ho visto che hai visto in quel periodo la tua futura vita.
Che ho saputo che hai saputo che tuo figlio era un tossicomane che tua moglie
attendeva un figlio da un altro uomo (figlio che a te non ha voluto dare).
Che ho visto che hai visto 3 anni passare. Che ho visto che hai visto che il
giorno 9-XII-69 non sei venuto a trovarmi al manicomio. Perché eri morto.
Che ora tu vedi che io vedo. Che ora il 1° sei tu che giochi questo tresette
col morto facendo il morto.
Ma che giochi ugualmente, che ora vedi che io vedo che ti adoro che ti amo
dal profondo dell’essere.
Che ora vedi che io vedo che mia madre rimpiange. ALESI FELICE PADRE DI ALESI
EROS Che vedi che io vedo che sono fuggito ancora una volta verso la
solitudine.
Che tu vedi che io vedo solo grande grandissimo nero lo stesso nero che io
vedevo che tu vedevi.
Che ora continuerai a vedere ciò che io vedo ***
Cara, dolce, buona, umana, sociale mamma morfina.
Che tu solo tu dolcissima mamma morfina mi hai voluto
bene come volevo.
Mi hai amato tutto. Io sono frutto del tuo sangue.
Che tu solo tu sei riuscita a farmi sentire sicuro.
Che tu sei riuscita a darmi il quantitativo di felicità
indispensabile per sopravvivere.
Che tu mi hai dato una casa, un hotel, un ponte, un
treno, un portone, io li ho accettati, che tu mi hai
dato tutto l’universo amico.
Che tu mi hai dato un ruolo sociale, che richiede e che
dà.
Che io a 15 anni ho accettato di vivere come essere umano “uomo” solo perché
c’eri tu, che ti sei offerta a ricrearmi una seconda volta.
Che tu mi hai insegnato a muovere i primi passi. Che ho imparato a dire le
prime parole.
Che ho provato le prime sofferenze della nuova vita. Che ho provato i primi
piaceri della nuova vita.
Che ho imparato a vivere come ho sempre sognato di vivere. Che ho imparato a
vivere sotto le innumerevoli cure, attenzioni di mamma morfina.
Che non potrò mai rinnegare il mio passato con mamma morfina. Che mi ha dato
tanto.
Che mi ha salvato da un suicidio o una pazzia che avevano quasi del tutto
distrutto il mio salvagente.
Che oggi 22-XII-1970 posso strillare ancora a me, agli altri,
a tutto ciò che è forza nobile, che niente e nessuno mi ha dato quanto la mia
benefattrice, adottatrice, mamma morfina.
Che tu sei infinito amore infinita bontà.
Che io ti lascerò soltanto quando sarò maturo per l’amica morte
o quando sarò tanto sicuro delle mie forze per riuscire a stare in piedi
senza le potenti vitamine di mamma morfina.
*** O cara. O padrona morte. O serenissima morte. O invocata morte. O paurosa
morte. O indecifrabile morte. O strana morte.
O viva la morte. O morte che è morte. Morte che mette un punto a questa
saetta vibrante.