Tangenti, ci risiamo I giorni del lutto Raggi senza sole
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Tangenti, ci risiamo I giorni del lutto Raggi senza sole
Anno V - Numero 161 - Martedì 5 luglio 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Brexit Cronache Renzi non incanta la direzione Pd Farage ha vinto e adesso lascia Migranti uccisi e organi venduti a pag. 2 Capasso a pag. 10 a pag. 6 A NOVE ANNI DALLA FONDAZIONE SI IMPONE UN PERCORSO DI RIAGGREGAZIONE. NON RASSEGNARSI ALLA FINE DI UNA STORIA di Francesco Storace asta riflettere. Bisogna agire. Questo nostro Paese precipita nell’alternativa - triste, truculenta, odiosa - tra grillini e Partito democratico, mentre il centrodestra si dilania al suo interno. Ci vorranno anni, chissà se basterà il tempo che scorrerà di qui alle Politiche, ma c’è bisogno di una svolta vera a destra. E noi dobbiamo portare la nostra pietra al cantiere. La Destra, la nostra destra, ha trascorso nove anni durissimi da quel luglio 2007, quando la fondammo assieme ad una trentina di pionieri. Tante prove, quelle sfortunate superiori a quelle con successo, ma pagine ricche di coraggio, in una straordinaria avventura di militanza coerente. Noi possiamo dire di aver sbattuto la porta in faccia al potere. Nel 2013, ad Orvieto - luogo di decisioni storiche per la nostra comunità - sospendemmo le attività elettorali del movimento, per lanciare un percorso che portasse alla riunificazione della destra italiana sotto le insegne di una nuova Alleanza nazionale. Quell’idea, bistrattata da molti, è stata poi fatta propria da Fratelli d’Italia, che pure la bollava come minestra riscaldata, scoprendo però poi la sede della fondazione An come luogo per far nascere partiti. Tre anni dopo, ora, abbiamo pagato sulla nostra pelle l’inesistenza di una volontà di aggregare a destra da parte del partito della Meloni e sentiamo il dovere di non mollare. Non ci ritireremo a vita privata come la leader di FdI ha volgarmente scritto all’indomani delle elezioni di Roma; ma faremo politica con ancora più passione, senza la smania delle candidature a tutti i costi e ovunque come scriviamo da tanti mesi, ma con la volontà di affermare un progetto sincero per la Nazione e non costruire un ap- B SVOLTARE Sabato il comitato centrale de La Destra per andare a congresso e creare un nuovo soggetto politico parato per pochi seguaci da sistemare. La storia gloriosa della destra italiana non merita di essere relegata al 3 per cento nazionale. FdI non è riuscito a conquistare consiglieri in grandi città come Milano, Torino, Napoli e Bologna. Il Msi li aveva. Bisogna ricostruire. E certo nel segno INDAGATO PARLAMENTARE NCD di un rinnovamento che deve essere sostanziale. Facce nuove, ancor più che giovanilismo. Servono idee e soprattutto comportamenti degni di essere identificati con una militanza a destra. Sabato ne parleremo al comitato centrale de La Destra, che ho convocato per indire il nostro terzo congresso nazionale: sarà quello - nelle mie intenzioni - della costruzione di un nuovo soggetto politico, di cui assieme agli amici di Azione nazionale si comincerà a parlare il 16 luglio a Napoli (dove invece è stata eletta una rappresentanza di questo mondo). In autunno dovremo arrivare alla rifondazione di una destra che sappia DA DACCA TORNANO LE BARE DEGLI ITALIANI calare le carte per costruire un’alternativa vera alla sinistra. Alla comunità che ci ha seguito in questi entusiasmanti nove anni rivolgerò l’appello ad offrire la propria disponibilità a lavorare al progetto. Affezionandosi più alle idee che a un leader: dobbiamo cercarne di nuovi, da aiutare con lealtà. GIUNTA DI ROMA IN ALTO MARE Tangenti, ci risiamo I giorni del lutto Raggi senza sole Zappa a pag. 3 Di Giorgi a pag. 4 Traboni a pag. 7 2 Martedì 5 luglio 2016 ATTUALITA’ DIREZIONE PD SENZA MORDENTE, CON LE SOLITE FRASI FATTE PURE SUL REFERENDUM Renzi: “Volete che me ne vada? Fate un congresso e vincetelo” Ma anche l’opposizione dem è apparsa sotto tono, come in un gioco delle parti di Igor Traboni hi si aspettava una direzione Pd da resa dei conti, alla fine deve essere rimasto quanto meno un po’ deluso: da una parte un Matteo Renzi sotto tono, in evidente crisi di astinenza da successi mediatici; dall’altra parte una opposizione interna al partito che comincia a somigliare parecchio a quel cane che sa abbaiare, e pure tanto, ma poi mordere è tutta un’altra faccenda. Renzi, nella par centrale del suo intervento, ha provato ad andare al nocciolo della questione, affermando con la sua solita sicumera: “Se volete che io lasci, convocate un congresso e, se possibile, vincetelo. Se volete che si scinda il ruolo di premier e di segretario, proponete una modifica regolamentare. In ogni caso, io sarà al fianco del vincitore: ma prima di tutto mettiamoci d’accordo sul dove vogliamo andare”. Anche sul nodo del referendum, il premier-segretario non è andato poi così lontano dal solito seminato, parlando di un referendum cruciale “non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana. C’è fuori un mondo che chiede al Pd se ha le idee chiare, quella che si apre è una stagione difficile e affascinante nella C quale scommetto sul fatto che il Pd possa essere protagonista e non comparsa”. Più di qualcuno, ad iniziare ovviamente dalle migliaia di italiani raggirati e senza più il becco di un quattrino dei risparmi d una vita, aspettava poi Renzi al varco del discorso sulle banche: “In questi anni, molte polemiche di commentatori nascono sul tema delle banche.Trovo ingiustificate le polemiche fatte anche da alcuni di noi, riprendendo un tema dei Cinquestelle – ha detto Renzi cercando i buttarla sulla ‘caciara’ interna, per poi aggiungere: “Noi non abbiamo salvato i bancari o i banchieri: noi abbiamo salvato i correntisti. E se le misure sulle Popolari fossero state prese dal governo di centrosinistra nel 1998, con ministro del Tesoro Ciampi e direttore generale del Tesoro Draghi, oggi molte cose non sarebbero successe. E se la politica si fosse tenuta fuori dalle banche prima, non avremmo visto quello che è successo a Siena con Montepaschi”. Dimenticando, ovviamente, di aggiungere che la ‘politica’ in questione è quella della sua parte… Insomma, per Renzi il tempo passa, ma i proclami restano: "È una stagione difficile ed entusiasmante quella che ci aspetta e io sono convinto che per il Pd ci sarà un futuro da protagonista e non da comparsa", ha detto ad esempio parlando delle prospettive di un partito consumato dall’emorragia dei voti delle ultime amministrative. E dopo che, anche prima della riunione, uno dei tanti predecessori alla guida del partito, Pier Luigi Bersani, lo aveva invitato a cambiare rotta: "Non puoi dirigere il traffico senza vedere cosa ci ha portato fin qua", paventando il rischio di “andarsi a schiantare". Più duro e crudo Gianni Cuperlo: “Hai legittimamente scalato il potere. Ma quanti voti ci è costata quella tua battuta su Marchionne e i sindacati? Sei costellato di persone che ti dicono ''vai avanti''. E io mi permetto di dirti ''fermati e rifletti''. Stai disperdendo anche una parte della storia politica, mia e di altri, che abbiamo portato in questo partito. Donne e uomini che vanno rispettati. Hai detto a Grillo: ''esci dal blog''. Io ora dico: ''Esci tu dal talent''. Senza una svolta, tu condurrai la sinistra italiana a una sconfitta storica". Un passaggio, questo del talent, che Renzi non ha digerito, rispondendo così nella replica: “Io sono fuori dal talent. Io voglio stare fuori dal racconto stereotipato che una parte di noi fa per cui al governo c’è un gruppo di arroganti chiuso nel suo giglio magico. Non potete sapere cosa significa vivere circondato da un apparato di sicurezza che non mi consente nemmeno di andare a vedere mio figlio giocare a calcio, perché si vergogna di me". OGGI LA PROTESTA CONTRO IL PREVISTO ACCORPAMENTO CON I CARABINIERI La Forestale scende in piazza Manifestazione davanti alla Camera per dire no alla militarizzazione i terrà oggi, promossa da diversi sindacati, una manifestazione per dire no alla militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato. Appuntamento dalle 10 alle 14 davanti alla Camera dei Deputati, in piazza Montecitorio a Roma, per protestare ancora una volta contro l'ipotesi di accorpamento delle donne e degli uomini dell'unico corpo di polizia ambientale nell'arma dei Carabinieri. "Un'iniziativa da cui prenderà le mosse un intenso percorso di mobilitazione verso lo sciopero nazionale di settembre, attraverso cui vogliamo dare un segnale fermo al Governo e sensibilizzare l'opinione pubblica per denunciare gli effetti dell'accorpamento con l'Arma dei Carabinieri. Non possiamo permetterci, infatti, di disperdere le competenze della Forestale, uniche nel panorama dei corpi di polizia italiani, attraverso un'operazione che costringerà 7 mila lavoratrici e lavoratori a perdere il loro status civile e tutti i S loro diritti sindacali", fa sapere la Fp Cgil. "Abbiamo già predisposto una serie di misure necessarie per un piano efficace di riorganizzazione dei Corpi di polizia nel complesso. Un processo di riforma che avrebbe bisogno di più tempo e proprio per questo chiediamo che il decreto in questione, sbagliato, venga accantonato per un anno. Noi siamo pronti sin da ora a portare al tavolo le nostre proposte, ma serve un vero confronto col Governo. Un confronto che non può più attendere se si vogliono garantire ai cittadini dei servizi pubblici che siano veramente di qualità”. Anche la Federazione nazionale della sicurezza della Cisl, dice ''no'' alla militarizzazione del Corpo Forestale. "Noi non crediamo – afferma il segretario Pompeo Mannone - nella buona riuscita dell'' accorpamento dei 7000 forestali degli 8mila che compongono il corpo, con i Carabinieri. Finirebbero infatti in un grande calderone le com- petenze specifiche degli uni e degli altri sarebbe un vero caos. Vogliamo che il provvedimento riguardante il Corpo venga prorogato per consentire di trovare solu- zioni che garantiscano migliore e maggiore sicurezza tramite processi di riforma partecipati con i lavoratori e che siano più efficaci per i cittadini". LA CHAOQUI IN AULA COL FIGLIO NEONATO Vatileaks: chieste quattro condanne el processo Vatileaks, i promotori di giustizia hanno chiesto la condanna a 3 anni e 1 mese per mons Lucio Angel Vallejo Balda; 3 anni e 9 mesi per Francesca Chaouqui (i due sono ex componenti della Commissione Cosea sulle finanze N vaticane) e, un anno e 9 mesi per l'ex collaboratore Nicola Maio. Un anno per il giornalista, Gianluigi Nuzzi. Chiesta l'assoluzione, per insufficienza di prove, per l'altro giornalista, Emiliano Fittipaldi Il processo è relativo alla divul- gazione di alcuni documenti riservati della Santa Sede e che sarebbero poi finiti nel libri di Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. Questa udienza è stata dedicata alle requisitorie dei promotori di giustizia Gian Pietro Milano e Roberto Zannotti, prima delle arringhe dei difensori Francesca Chaouqui si è presentata in aula col figlio (nato il 14 giugno scorso: "Aver portato mio figlio con me in tribunale ha detto la donna, per molti versi al centro della vicenda non è una provocazione, ho necessità di allattarlo ogni tre ore ma in ogni caso lui è il protagonista fin dal primo giorno di questa vicenda in quanto si è voluto agire contro una donna incinta". La sentenza è attesa per domani. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Martedì 5 luglio 2016 ATTUALITA’ CORRUZIONE E RICICLAGGIO A ROMA, 24 ARRESTI. INDAGATI PURE IL PARLAMENTARE NCD MAROTTA E L’EX SOTTOSEGRETARIO DC PIZZA Un labirinto di tangenti: coinvolti politici, faccendieri e funzionari delle Entrate Strani legami tra il mondo della politica e quello dell’imprenditoria per spartirsi gli appalti dei ministeri el labirinto delle mazzette, nell’ennesima inchiesta della procura di Roma per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato, ricettazione e appropriazione indebita, finiscono pezzi grossi della politica, funzionari dell’Agenzia delle Entrate, faccendieri e pure l’ex direttore generale dell’Inps. Sono 24 le persone arrestate su ordine del giudice per le indagini preliminari capitolino (di cui 12 ai domiciliari) Maria Giuseppina Guglielmi. Sequestrati beni e quote societarie per 1,2 milioni di euro. Fra gli indagati eccellenti c’è anche un parlamentare Ncd-Udc, l’avvocato Antonio Marotta. Per lui i pubblici ministeri di Piazzale Clodio avevano chiesto le manette ma il gip non le ha concesse. Sotto inchiesta pure Giuseppe Pizza, ex sottosegretario all’Istruzione e segretario della Democrazia Cristiana che rivendica il simbolo del partito. Oltre che suo fratello Raffaele, figura (secondo gli inquirenti) chiave dell’inchiesta, che è finito dentro e deve rispondere anche di riciclaggio. Nei guai pure Vittorio Crecco, già direttore del- N Antonio Marotta l’istituto nazionale della previdenza sociale. E ancora: due dipendenti dell’Agenzia delle Entrate. L’operazione, ribattezzata “Labirinto”, ha portato alla luce un presunto sistema criminale costruito attorno a Raffaele Pizza, sospettato di aver fatto da perno nei rapporti tra politica e imprenditoria per spartirsi gli appalti dei ministeri. Al vertice dell’organizzazione, sempre per i pubblici ministeri, pure un commercialista: Alberto Orsini. Immischiato nell’inchiesta, come già detto, il parlamentare del Nuovo Centrodestra, Marotta, ex componente del Consiglio superiore della magistratura, che ha rischiato se- riamente di finire dentro. I pm lo avevano indagato per corruzione, finanziamento illecito dei partiti, riciclaggio e partecipazione ad associazione a delinquere. Addebiti pesanti e non riconosciuti dal gip, che ha riqualificato il tutto in traffico di influenza illecita e ricettazione. Reati che prevedono una pena non superiore ai tre anni e per la quale non è previsto l’arresto in sede di indagini preliminari. I magistrati credono che Marotta abbia aiutato nell’illecita attività di intermediazione Raffaele Pizza. Che sfruttando – la tesi degli inquirenti – i legami con la politica e l’imprenditoria che conta della Capitale, si sarebbe adoperato per sostenere la nomina, ai vertici di enti e società pubbliche, di persone a lui vicine per poi ottenere trattamenti di favore. E per farlo, avrebbe utilizzato uno studio posto accanto al Parlamento. Un meccanismo rodato quello dell’organizzazione. Accusata di aver movimentato oltre 10 milioni di euro giustificati da fatture false a scopo di evasione e per costituire riserve occulte da destinare a finalità illecite. Come quella relativa alla gestione della “gara” del call center unico Inps Inail al centro dell’indagine. Affidato in maniera regolare con condotte immorali che si sarebbero però registrate in un secondo momento, nei rapporti con i sub appaltatori. Altri arresti a Roma, nelle maglie della giustizia finiscono pure personaggi di spicco della politica. M.Z. CAOS TOTALE A PIAZZA AFFARI DOPO LA LETTERA DELLA BCE CHE OBBLIGA IL GRUPPO TOSCANO A RIDURRE LE SOFFERENZE DI DIECI MILIARDI Il crollo del Monte dei Paschi Milano in rosso per colpa di banca rossa che ritocca i minimi storici e rischia un nuovo aumento di capitale, ora impossibile a situazione drammatica del Monte dei Paschi di Siena affonda il sistema di credito italiano e fa guadagnare la maglia nera in Europa a Piazza Affari. La lettera dell’Eurotower recapitata a Rocca Salimbeni lo scorso 22 giugno, alla vigilia del referendum sulla Brexetix, con tanto di ultimatum, ha mandato Milano in rosso. Duro, questa volta, il monito della Bce. Che “obbliga” Mps a portare entro il 2018 le sofferenze lorde a 32,4 miliardi (non un euro in più) dai 46,9 del 2015. Mentre quelle nette devono scendere di altri 10, da 24,2 a 14,6. Venderle sul mercato comporterebbe però un nuovo aumento di capitale, l’ennesimo, difficilmente sostenibile. Uno scenario ipotizzato nei giorni scorsi proprio dal Giornale d’Italia, drammatico. Visti pure gli imminenti risultati degli stress test (con i risultati previsti per il 1° agosto) da parte di Francoforte, con banca rossa che rischia un’altra bocciatura. La notizia del diktat dell’istituzione guidata da Mario Draghi ha fatto scivolare ulteriormente in Borsa i titoli del Monte dei L Paschi, che ha ritoccato i minimi storici (negli ultimi sei mesi ha perso il 71% del suo valore). Il gruppo toscano ha confermato in una nota di aver ricevuto la missiva, che rappresenta “una bozza di decisione” alla quale seguirà una dettagliata risposta di Siena. Che ha spiegato come le richieste siano “in linea con gli obiettivi di un programma di specifiche azioni recentemente approvato dagli organi della banca e sottoposto alle valutazioni di Francoforte, finalizzato all’incremento dell’importo delle dismissioni di non performing loans (crediti deteriorati, ndr) già previsto nel piano industriale 2016-2018”. Dichiarazioni di circostanza, quelle dei vertici dell’istituto, decisamente terrorizzati per le sorti di banca rossa. Che entro il prossimo 3 ottobre dovrà fornire all’Eurotower un piano convincente con le misure da adottare per ridurre al 20% il rap- SCIOPERO E POLEMICHE A NON FINIRE Oggi difficile viaggiare con Alitalia e Meridiana ggi dalle 11 alle 15 sciopereranno i piloti e gli assistenti di volo di Alitalia e Meridiana. I due scioperi sono stati indetti da sindacati diversi e per motivi differenti e rischiano di mettere in ginocchio il traffico aereo ben oltre il lasso di tempo dell’astensione. Nel caso di Meridiana, lo sciopero arriva dopo tre giorni difficili, con cancellazioni e proteste informali di alcuni dipendenti. Lo sciopero dei dipendenti di Meridiana è stato indetto dai sindacati Usb, Apm e Cobas, quelli che non hanno firmato l’accordo sui nuovi contratti trovato durante la trattativa di vendita della società al gruppo del Qatar Qatar Airways: l’accordo, che è stato accettato da Cgil, Cisl, Uil, Anpav e Anpac, prevede una riduzione degli stipendi dei piloti O porto tra crediti deteriorati e il totale dei crediti. Il caso Mps preoccupa e molto l’esecutivo e il Pd, da sempre vicino alle sorti della roccaforte di sinistra. Nel corso della riunione tra Tesoro, Cassa depositi e prestiti e il fondo Atlante, andata in scena ieri pomeriggio, si sarebbe parlato anche e soprattutto delle vicende relative al terzo istituto di credito più importante in Italia. Il più antico al mondo. Che torna a versare in acque agitatissime, immi- schiando nella tempesta l’intero sistema di credito italiano: al collasso. Sotto pressione a Milano sono finite anche banche sane del calibro di Intesa, Bper e Fineco. Con le vendite che hanno colpito un po’ tutti i settori. Davvero un incubo quello che sta tornando a vivere il Monte dei Paschi, con le indiscrezioni che continuano a dare l’amministratore delegato Fabrizio Viola vicino all’addio. Marco Zappa di circa il 20 per cento nei prossimi tre anni e il taglio di 396 posti di lavoro. Già ci sono state diverse cancellazioni di voli anche negli ultimi due giorni, dovute alle assenze per malattia di molti dipendenti; per la compagnia le assenze fanno invece parte di una strategia di protesta informale e ha definito “vile” l’atteggiamento dei suoi dipendenti. Lo sciopero di Alitalia è stato invece indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto per protestare contro “il mancato rispetto dell’orario di lavoro come da contratto e da normativa vigenti, il mancato rispetto dell’esonero dal lavoro notturno, la cessione di attività di volo del gruppo a vettori extraeuropei, le vessazioni e immotivati licenziamenti del personale”. 4 8 Martedì 5 luglio 2016 PRIMO PIANO STRAGE DI DACCA In viaggio verso casa le vittime italiane Ieri l’omaggio delle autorità bengalesi alle salme. Tra oggi e domani il rientro in patria di Cristina Di Giorgi ono dieci le vittime italiane della violenza barbara dei terroristi di Dacca. Nove connazionali uccisi e un decimo che non vedrà mai la luce: Simona Monti era infatti incinta. E proprio per questo stava per rientrare in patria. Ora ci tornerà in una bara, insieme a coloro che ne hanno condiviso la drammatica morte. Tra oggi e domani, infatti, l’aereo di Stato giunto in Bangladesh appositamente, riporterà a casa le salme. Ad attenderle all’aeroporto di Ciampino, le loro famiglie e le autorità. Subito dopo – rende noto una fonte vicina all’inchiesta - il trasferimento all’Istituto di medicina legale di Roma, dove verranno effettuati gli esami autoptici. Intanto, nel secondo giorno di lutto proclamato in Bangladesh per la strage di venerdì nel caffè di Dacca, la premier Sheikh Hasina ha portato il suo personale omaggio alle ventidue vittime della strage (20 ostaggi e due agenti di polizia) nel corso di una cerimonia svoltasi nello stadio di Banani. Il capo del governo locale – riferiscono i media - ha deposto una corona di fiori su una piattaforma rialzata allestita sul prato della struttura con le bandiere delle nazioni di cui erano originarie le vittime straniere (Italia, Giappone, In- S dia e Stati Uniti). Alla cerimonia, blindatissima per ragioni di sicurezza, hanno partecipato, oltre alle famiglie delle vittime bengalesi, anche rappresentanti delle autorità italiane, indiane, giapponesi e americane. Subito dopo, l’accesso è stato aperto al pubblico. Dal punto di vista diplomatico, va registrata la permanente tensione – nonostante qualche tentativo di smentita di Palazzo Chigi – tra le autorità del Bangladesh e quelle italiane, che hanno criticato la tempistica del blitz effettuato dalle forze dell’ordine locali. Che in proposito, forse anche per tentare di placare almeno in parte le polemiche, per bocca dell’ispettore generale Shiddul Haque hanno fatto sapere che a loro dire gli ostaggi dell’Holey Artesan Bakery sono stati “uccisi nei primi venti minuti del sequestro”. Senza contare, dice ancora Haque, che “molti giornali hanno scritto che abbiamo tardato l’inizio dell’operazione di salvataggio, ma non è stato così. Abbiamo compiuto il blitz nell’arco di 12 ore, quando in Paesi come il Kenya ci sono voluti 4 giorni per affrontare una situazione simile”. Una situazione che, nell’immediatezza dell’attentato, ha indotto la Farnesina a diramare un’allerta per gli italiani che vivono in Bangladesh ai quali è raccomandata massima prudenza. Sul sito “Viag- giare sicuri” del ministero degli Esteri si legge infatti che “in considerazione della presenza nel Paese di formazioni di ispirazione jihadista, non si può escludere il ri- PARLA UN MISSIONARIO ITALIANO schio di possibili ulteriori atti ostili”. Massima attenzione dunque, “in particolare nei luoghi abitualmente frequentati da stranieri” e “limitare gli spostamenti, soprattutto a piedi, allo stretto necessario”. Un analogo messaggio è stato diramato anche dalle autorità australiane, canadesi, tedesche, spagnole, britanniche e statunitensi. LE INDAGINI SUI TERRORISTI “La conflittualità religiosa Benestanti islamizzati è sempre pronta a esplodere” ricercati da tempo Padre Sergio Targa: “Il governo bengalese deve affrontare le diseguaglianze sociali. È lì che ha radice l’odio” La procura di Roma chiederà una rogatoria per avere il fascicolo della polizia locale e interrogare testimoni e arrestati uello che il governo non deve fare è prendere di mira l'opposizione politica, dimenticandosi di affrontare le enormi sperequazioni sociali che fanno da sfondo alla violenza”. Lo afferma, parlando con l’agenzia Dire, padre Sergio Targa, da tempo in missione apostolica in Bangladesh e determinato a restarci. “Ieri sera ci ha fatto visita la polizia, lasciandoci numeri telefonici da usare in caso di bisogno e compilando liste con i nostri nomi” racconta il missionario. Che aggiunge: “a parte un po’ di apprensione, per noi non cambia nulla, siamo decisi a restare” Padre Sergio parla da Jassore, una cittadina del Bangladesh centro-occidentale, dove si trova per dirigere il Centro nazionale sociale e catechetico, che forma le future leve della Chiesa locale. Un impegno che però, dato che nel Paese i cattolici sono appena 350 mila, va di pari passo con l’assistenza ai fuori casta Rishi, una minoranza hindu che ha grosse difficoltà in uno Stato a maggio- e autorità bengalesi, a proposito delle indagini sull’attentato di venerdì a Dacca, hanno dichiarato che la responsabilità dello stesso, nonostante la rivendicazione, non è del Califfato (si continua infatti a negare la presenza del Daesh nel Paese) ma di un gruppo estremista interno, responsabile sembra di un serie di omicidi compiuti negli ultimi 18 mesi in tutto il Bangladesh. I sette membri del commando (sei dei quali morti e solo uno preso vivo) apparterrebbero dunque a tale formazione. E si tratterebbe di criminali provenienti da famiglie benestanti che, oltretutto, pare fossero ricercati da tempo, senza che però la polizia riuscisse ad arrestarli. Nelle scorse ore, comunque, le autorità hanno confermato l’arresto di altre due persone collegate alla strage: nessuna indicazione è stata però fornita sulla loro identità. Si sa solo che non sono in buone condizioni di salute e che verranno interrogati non appena lo loro condizioni lo consentiranno. I due fermi di ieri vanno ad ag- “Q ranza di musulmani. Quello di padre Targa risulta dunque essere un punto di osservazione privilegiato della situazione locale, grazie al quale ha già tempo fa denunciato derive fondamentaliste. “La conflittualità religiosa è sempre pronta a esplodere” diceva infatti nel luglio 2014, usando per descrivere la situazione l’espressione “tolleranza fragile”. “Negli ultimi due anni - dice ancora il missionario - c’è stato uno stillicidio di episodi, diciamo così, di basso profilo, che però indicavano con chiarezza una tendenza”. Episodi che hanno avuto come vittime una quarantina di attivisti impegnati a difendere i diritti delle minoranze, professori con vocazione civile e anche cooperanti stranieri, come l'italiano Cesare Tavella. Secondo padre Sergio, per prevenire la violenza finora il governo di Dacca ha fatto poco e male: “Nel quadro di un'operazione anti-terrorismo il mese scorso sono stati effettuati 11 mila arresti, ma l'idea diffusa è che siano stati presi di mira soprattutto esponenti dell'opposizione politica”. Oltretutto, mentre le autorità preferiscono negare la presenza di miliziani dell’Isis o il collegamento al Califfato di gruppi locali, crescono gli squilibri sociali che “soprattutto nel settore tessile si traducono i livelli di sfruttamento gravissimi” dice ancora padre Sergio. Che conclude: “Qui da noi non c’è stata un’invasione come in Iraq o in Afghanistan, ma nella popolazione c’è grande (Dire) rabbia”. L giungersi agli altri delle delle scorse ore, disposti in capo ad alcuni clienti del ristorante (le cui dichiarazioni sono attualmente al vaglio delle forze dell’ordine), a Saiful Choukidar (che lavorava nel ristorante ed è sospettato di essere il basista del commando) ed al professor Hasnat Karim, che stava festeggiando un compleanno nel locale ma che sembra sia stato ripreso da alcune telecamere insieme ai membri del commando. In tutto questo la procura di Roma – in particolare il pm Francesco Scavo, titolare delle indagini – ha fatto sapere che presenterà quanto prima alle autorità del Bangladesh una richiesta, tramite rogatoria internazionale, finalizzata all’ottenimento di copia degli atti di inchiesta compiuti dalla polizia locale sull’attacco terroristico di venerdì sera. Contestualmente potrebbe essere richiesta anche la possibilità di ascoltare non solo i testimoni, ma anche i terroristi agli arresti. Tutto questo, dato che tra Italia e Bangladesh non ci sono trattati di reciproca assistenza, potrebbe essere possibile – ed in questo confida la magistratura romana – grazie ad un “atto di cortesia” delle autorità di Dacca. Stella Spada 5 Martedì 5 luglio 2016 ESTERI UNA NUOVA STRAGE IN IRAQ Doppia esplosione nel cuore di Baghdad L’Isis rivendica la prima azione. La rabbia della gente contro il governo: “Non garantite la sicurezza” di Cristina Di Giorgi ontinua a salire il numero delle vittime del doppio attentato che nella notte tra sabato e domenica, ha insanguinato Baghdad: sono infatti almeno 213 i morti e più di 300 i feriti. Tra loro molti bambini e parecchie donne. Lo riferisce l’agenzia Dpa, che cita fonti del locale ministero dell’Interno. Quanto alla ricostruzione dell’accaduto, era da poco passata la mezzanotte (orario in cui, durante il Ramadan, la gente interrompe il digiuno) quando un’esplosione potentissima nei pressi dell’affollato centro commerciale Hadi Center, causata da un camion bomba, ha fatto strage nel quartiere sciita di Karada, nel cuore della capitale irachena. La detonazione tra l’altro ha innescato un grosso incendio, le cui fiamme si sono rapidamente propagate a case e negozi circostanti. E solo dopo molte ore sono state spente dai soccorritori. Poi la seconda azione in un mercato popolare a Shaba, nell’area nord della città (anch’essa a maggioranza sciita), dove è esploso un ordigno che ha però per fortuna avuto conseguenze ed impatto di minore portata rispetto al primo (cinque vittime). Mentre i mezzi di soccorso stavano ancora facendo avanti e indietro tra i luoghi degli attentati e gli ospedali, l’Isis ha rivendicato la prima azione nel solito modo: un comunicato diffuso in rete in un sito di solito utiliz- ARABIA SAUDITA C Attentatore suicida si fa esplodere davanti a consolato Usa a Gedda eri mattina un jhadista si è fatto esplodere di fronte al consolato degli Stati Uniti a Gedda, sulle rive del Mar Rosso in Arabia Saudita. L’azione non è stata rivendicata, ma si sospetta dell’Isis. Fonti interne alla sede diplomatica hanno riferito che l’azione, compiuta nella data simbolo dell’Independence day, festa nazionale americana, non ha coinvolto nessuno degli appartenenti allo staff della rappresentanza. Che ha fatto sapere anche di essere in contatto I zato dagli estremisti. Nessuna rivendicazione, invece, per quanto riguarda la seconda bomba, anche se sono in molti a ritenere sia anch’essa opera dei terroristi del Califfato. Che, in difficoltà su più fronti quando si tratta di scontri in campo aperto (come a Fallujah, recentemente tornata sotto il controllo delle forze governative), cerca di riconquistare posizioni seminando terrore, anche per dimostrare che nonostante le sconfitte sul terreno, il loro potere è rimasto intatto. E che, di contro, le autorità locali non sono in grado di mantenere la sicurezza. Dal canto suo il premier iracheno Haider al-Abadi si è recato sul luogo dell’attentato principale. E, stando ad alcune fonti, non è stato accolto bene dalla gente inferocita, che lo ha contestato accusandolo di non mantenere essere in grado di garantire l’incolumità dei cittadini (sul web hanno in proposito iniziato a circolare video della gente che lancia pietre contro il convoglio presidenziale). “Tutti i politici iracheni sono responsabili per questi attacchi. Se non è l’Isis - ha detto una donna ai media locali - è al-Qaeda e se non sono né l'Is né al-Qaeda è la schifosa politica corrotta di questo Paese. Noi veniamo colpiti mentre loro sono seduti al sicuro nei loro palazzi. Sono loro che permettono all'Is di venire qui e uccidere la gente”. Il premier iracheno, riferisce la tv Alsumaria che cita fonti governative, ha comunque ordinato al suo ministero della Giustizia di procedere con l'esecuzione “immediata” delle condanne a morte emesse nei confronti di “tutti i terroristi” detenuti nelle prigioni irachene. Ed ha fatto sapere, stando a quanto si legge in una dichiarazione diffusa dai suoi collaboratori, che i colpevoli del massacro saranno puniti e che verranno predisposte nuove misure per la sicurezza. Quanto accaduto “è il risultato per Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio con le autorità saudite riguardo all’inchiesta. L’esplosione – riporta il sito Sabq – si è verificata poco prima dell’alba nel parcheggio dell’ospedale Suleiman Faqeeh, dove era parcheggiata un’auto con dentro una persona, che ha innescato l’esplosione quando la polizia si è avvicinata per un controllo. Secondo il locale ministero degli interni, l’attentatore è rimasto ucciso e due poliziotti leggermente feriti. Tutta l’area, riferisce la stampa, è stata circondata. St.Sp. le sconfitte subite sul campo di battaglia” ha detto riferendosi agli sviluppi militari sul fronte di Anbar. Abadi – riferisce la stampa – ha poi anche inviato le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e ha promesso che “la vittoria su questi gruppi terroristici è molto vicina”. Per bocca del suo portavoce, inoltre, ha spiegato di aver compreso la rabbiosa reazione dei residenti nelle aree colpite e ha annunciato di aver proclamato tre giorni di lutto nazionale per rendere omaggio alle vittime di quello che si configura, al momento, come il peggior attentato portato a termine in Iraq dall’inizio dell’anno. 6 Martedì 5 luglio 2016 ESTERI CAOS INGLESE Farage: “Ha vinto il Leave. Lascio da vincitore” Il leader dell’Ukip si dimette e negli altri partiti è sfida per la candidatura a premier Nel frattempo uno studio legale valuta le procedure dell’uscita dall’Ue di Cristina Di Giorgi on accenna minimamente a placarsi la tempesta di polemiche che si è scatenata, a vari livelli ed in diverse sedi, attorno al Brexit. Per quanto riguarda quel che sta accadendo, in proposito, all’interno dei confini della Gran Bretagna, va registrato innanzitutto l’annuncio del leader dell’Ukip Nigel Farage, che ha fatto sapere di aver intenzione di voler rassegne le dimissioni dalla guida del partito da lui fondato (ma continuerà comunque a ricoprire il suo seggi al Parlamento europeo): “Ora ho la certezza di aver fatto tutto quello che era nelle mie intenzioni, non potevo ottenere di più. La vittoria del Leave nel referendum – ha dichiarato - significa per me che i miei obiettivi politici sono stati raggiunti”. La sua decisione tra l’altro arriva pochi giorni dopo il ritiro a sorpresa dalla corsa per la guida del Partito conservatore (e quindi anche da quella per diventare premier) di un altro protagonista del fronte pro Brexit, l’ex sindaco di Londra Boris Johnson. Nel campo dei Tories dunque, a contendersi la candidatura restano Michael Gove (attuale ministro della Giustizia), Theresa May (attuale ministro dell’Interno, sostenitrice del ‘Remain’) e Andrea Leadsom (sottosegretario all'Energia, reduce dal fronte ‘Leave’), data in crescita nei pronostici. Sul fronte laburista la sfida sarà molto probabilmente tra Angela Eagle e Jeremy Corbyn, che nonostante la sfiducia dei deputati del suo partito, continua a rifiutare di dimettersi e si prepara N a ricandidarsi, contando soprattutto sul sostegno degli iscritti. Tra i quali comunque anche la Eagle registra un forte consenso. Chiunque vincerà – si voterà probabilmente a novembre – dovrà guidare un percorso difficile. Che, quanto alla procedura di uscita dall’Ue, ha visto recentemente coinvolto anche un noto studio legale londinese, incaricato da anonimi clienti (forse aziende economicamente interessate al cambio di scenario conseguente al risultato del Brexit) di vigilare in particolare sul fatto che il procedimento formale non abbia inizio prima che il Parlamento si pronunci in tal senso. Secondo i legali se il primo ministro invocasse l’articolo 50 dei trattati Ue (atto questo che comporta irreversibilità della procedura) prima di un dibattito e conseguente voto in tal senso del Parlamento ci si troverebbe di fronte ad un atto illegale. Gli avvocati di Mishcon de Reya (questo il nome dello studio) si sono dunque messi in contatto con i legali del governo per ottenere garanzie in tal senso e si sono detti pronti a far ricorso ad ogni mezzo in caso non ricevessero una risposta ritenuta legalmente adeguata. La loro tesi “poggia sulla formulazione ambigua dell’art.50, secondo cui ‘qualunque Stato membro può decidere di ritirarsi dall'Unione nel rispetto dei propri requisiti costituzionali’. Il referendum del 23 giugno, che ha bocciato la Ue e invocato la Brexit, è puramente consultivo, perciò secondo Mishcon de Reya – riporta askaews - la decisione di far scattare l'articolo 50 è nelle mani dei rappresentanti del popolo a Westminster in base alla costituzione britannica”. Una costituzione che in realtà – sottolineano alcuni – formalmente non esiste: in Gran Bretagna infatti non c’è un vero e proprio documento scritto come in altri Paesi. L’invocata “protezione della sovranità del Parlamento nel richiedere l’applicazione dell’art.50” dunque potrebbe non essere, in concreto, così determinante come i ricorrenti si augurano. In questo contesto, tra l’altro, si registra un’altra iniziativa di carattere legale: la scorsa settimana, infatti, l’avvocato Jolyon Maugham ha dato il via ad una campagna di crowfunding per dare incarico ad un pool di esperti costituzionali di occuparsi della questione e “chiarire se alla luce della natura puramente consultiva del referendum del 23 giugno, debba essere il premier o il parla- mento a far scattare l’articolo 50”. Nel momento comunque in cui la procedura viene avviata, ci sono due anni di tempo per negoziare i termini dell’uscita dall’Ue. Normativamente parlando, c’è però la possibilità che tale termine, in caso di accordo unanime tra i Paesi membri, possa essere prorogato (in ogni caso, in assenza di intesa, automaticamente l’appartenenza all’Ue decade alla scadenza dei due anni). Ed è proprio questa, stando ad un rapporto sul tema recentemente presentato alla Camera dei Lord, l’ipotesi più realistica. I negoziati di recesso non hanno precedenti specifici – si ricorda nel dossier redatto per suggerire e vagliare possibili procedure nel percorso che porterà la Gran Bretagna fuori dall’Ue – ed è dunque difficile fare previsioni sulla loro durata. E’ comunque molto probabile che il tempo richiesto andrà ben oltre il limite di due anni e che dunque sarà necessario prorogare la scadenza. Fatto questo che, dovendo essere oggetto di una decisione del Consiglio europeo presa all'unanimità,“non può essere considerato a priori un passaggio scontato”. Nel documento, inoltre, si rileva che giuridicamente parlando “non c’è nulla che impedisca ad uno Stato membro di tornare sulla propria decisione” in corso di negoziato. E si sostiene la probabilità “che, in parallelo con l'accordo di recesso, venga negoziata anche un’intesa sulle relazioni future tra Regno Unito e Unione europea”. Il suggerimento è quello di procedere gradualmente, con una politica di “disimpegno selettivo”. GIAPPONE - CALANO I LIVELLI DI RADIOATTIVITÀ NEL PACIFICO Fukushima: il futuro potrebbe essere la geotermia Un pool di undici aziende si è accordato per la realizzazione di una centrale a energia rinnovabile distanza di cinque anni dall’incidente nucleare che ha riguardato la centrale di Fukushima, i livelli di radioattività nelle acque del Pacifico sono calati: un dato questo che, sebbene i fondali marini e le aree portuali nei pressi della struttura risultino ancora molto contaminati, fa sembrare il futuro un po’ meno drammatico, per lo meno dal punto di vista dell’ambiente (quanto ai danni alle persone, infatti, si susseguono purtroppo notizie prevedibilmente tragiche e tutt’altro che confortanti). E’ ciò che emerge dal rapporto, recentemente pubblicato dalla Rivista annuale di scienze del mare, del Comitato scientifico di ricerche oceaniche, composto da esperti di varie nazionalità che hanno raccolto ed incrociato i risultati di venti studi sull’argomento, dai quali risulta che nell’immediatezza della catastrofe i livelli di radioattività erano di “decine di milioni di volte superiori alla norma”. Ora invece sono scesi. “Nel 2011 – si legge nel documento – circa la metà dei campioni di pesci nelle acque costiere al largo di Fukushima conteneva tassi pericolosi di sostanze radioattive” ha spiegato Pere Masque, A professore di radiochimica ambientale all’Università Cowan, in Australia. Ed ha aggiunto che “nel 2015 questo numero è crollato a meno dell’uno per cento sopra al limite”. Ma “la sorveglianza dei livelli e della vita marina in questa regione deve continuare” ha detto ancora lo studioso. Sorveglianza dunque, ma anche energia pulita. Come quella geotermica, la cui diffusione il colosso della raffinazione petrolifera Idemitsu Kosan, in collaborazione con altre 10 aziende giapponesi (tra cui la nota Mitsubishi), intende implementare. A tal proposito è stato infatti annunciato che entro fine anno saranno avviati “due pozzi esplorativi all’interno del parco nazionale di Bandai Asashi, 230 km a nord di Tokio”. Sulla base dei risultati delle rilevazioni, che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi, verrà poi deciso se e come procedere per la nell’area di una centrale geotermica. Che – è questo l’obiettivo – dovrebbe essere pronta ed operativa entro il 2020. “È insolito per 11 aziende lavorare insieme su un progetto geotermico – ha spiegato Hisashi Jotaki, dirigente della Idemitsu – ma abbiamo deciso di farlo perché vogliamo impiegare l’energia geotermica per aiutare gli sforzi di Fukushima nella ricostruzione”. In proposito va sottolineato il fatto che in Giappone a partire dal 2012 è stato introdotto in programma nazionale di incentivi per le energie rinnovabili, ma “lo sviluppo degli impianti geotermici – riferisce Green report citando Bloomberg come fonte – è stato lento: i cicli di sviluppo dei progetti industriali in questo ambito durano infatti in media dieci anni”. Per promuovere lo sviluppo della geotermia su larga scala comunque, il governo del Sol Levante ha riformato la legge in merito (2015), prevedendo la possibilità di costruire centrali anche all’interno dei parchi nazionali (dove si ritiene sia concentrato circa l’80% delle risorse geotermiche CdG del Paese). 7 Martedì 5 luglio 2016 DA ROMA E DAL LAZIO ANCHE IERI ALTRE RIUNIONI, MA AL PUZZLE DELLA GIUNTA MANCANO ANCORA DUE TASSELLI La Raggi non quadra il cerchio Tra interventi di Grillo e manuale Cencelli, nei Cinque stelle l’aria è assai pesante DE LUCA LA ATTACCA, RENZI E CUPERLO LA DIFENDONO di Igor Traboni aranno di sicuro le 48 ore più lunghe per Virginia Raggi e per buona parte del Movimento 5 stelle, alle prese con il puzzle della nuova giunta di Roma, da completare – pena la perdita di buona parte della faccia - entro il 7 luglio, data indicata dal neo sindaco come quella in cui presentare la squadra. Ma alcune caselle sono ancora lì da completare, un po’ desolatamente vuote e un po’ con fin troppo aspiranti a riempirle: l’assessorato al Bilancio, a cui sembrava destinata Daniela Morgante, e quello dei Trasporti, per il quale è stato accantonato in queste ore nome di Cristina Pronello. Neanche ieri, nonostante i proclami di una domenica passata a tessere e ritessere alleanze, si è arrivati alla fumata bianca. E a nulla è servito addirittura l’intervento di Beppe Grillo, che nessuno ha confermato ma neppure decisamente smentito. E’ chiaro quindi che il padre-padrone del movimento ha cercato di metter fine a quella che a tutti gli effetti è una lotta di potere intestina ai grillini romani, ma senza riuscire pure lui nell’impresa. Anche ieri si sono susseguiti incontri politici, il più importante dei quali quello tra Raggi, Daniele Frongia e Paola Taverna, mentre il mini direttorio previsto per la mattinata con Roberta Lombardi e Gianluca Perilli non si è tenuto. Il che la dice lunga sulla spaccatura, oramai consumata, E su Virginia “bambolina” è bagarre alla direzione Pd S e vicende delle ultime elezioni romane hanno avuto, secondo logica, anche un riflesso nei lavori della direzione nazionale del Pd di ieri. Ma non tanto e non solo a livello politico… La querelle è stata innescata da Vincenzo D Luca, il presidente della Regione Campania, in verità non nuovo a sortite-provocazioni. De Luca questa vota ha preso di mira Virginia Raggi, planando poi sulla scelta di Giachetti come competitor: "Avevo ancora l'immagine della Raggi affacciata al balcone del Campidoglio: una bambolina, mi sono intenerito – ha detto De Luca - La ritrovo ''bambolina imbambolata''. Apprendo che i Cinque stelle propongono all'Italia una grande innovazione politica: il web Cencelli. Siamo ancora all’inizio, non si è ancora insediata la giunta: guardo con terrore a quando metteranno le mani sul trasporto pubblico locale, sulla gestione dei rifiuti... Mi dispiace per Roma, ma lo dico a Gia- L tra la Raggi e quella Roberta Lombardi il cui ruolo nei Cinque stelle non è affatto secondario. A questo punto, da qui a 48 ore, come ieri sera facevano osservare gli esperti di ‘cose’ del Campidoglio e grilline, Virginia Raggi potrebbe sì presentare la sua giunta, ma in maniera incompleta, cercando di superare l’impasse trattenendo per sé le deleghe ancora in ballo. Di fatto, tra i grillini romani – e non solo – serpeggia un nervosismo mai visto prima. Anche perché la gior- nata di ieri non deve essere cominciata nel migliore dei modi dalle parti del 5 stelle, dopo la lettura della Stampa di Torino e la ricostruzione, abbastanza meticolosa, del manuale Cencelli in vigore anche dalle parti della ‘nuova politica’ fatta da Jacopo Iacoboni. E a poco sono servite queste rassicurazioni fornire da Enrico Stefano, consigliere M5S: "Il 7 luglio assolutamente la Giunta sarà pronta, tutte le caselle saranno al loro posto. È un impegno che ci siamo presi e lo porteremo a termine", ha detto Stefano dopo la riunione con la Raggi, il capo di Gabinetto, Daniele Frongia, la parlamentare del M5S Paola Taverna e Salvatore Romeo. "Sulla giunta si sta lavorando. Si discute ma non si può parlare di guerra. È umano che 20 persone non vadano chetti: questa è la conferma che Dio c’è”, ha concluso De Luca. E mentre in sala correvano sorrisini di malcelata approvazione, la Raggi è stata invece difesa a spada tratta da Gianni Cuperlo, della minoranza dem: “Se potessi farvi vedere un video – ha detto Cuperlo - vi farei vedere un video che non esiste: quando il segretario della Destra (Giorgio Almirante, allora segretario dell’Msi, ndr) varcò il portone di Botteghe Oscure, per rendere onore alla salma di Enrico Berlinguer. Dico questo perché Virginia Raggi non è una bambolina, ma è il sindaco di Roma e merita rispetto come avversario, come sindaco e come donna". Nella replica, anche Matteo Renzi ha speso due parole sulla vicenda: “Dico a Enzo De Luca che ho condiviso larga parte del suo intervento, non le parole su Virginia Raggi che è la sindaca di Roma e che merita il nostro augurio di buon lavoro". d''accordo su tutto. Perché non è ancora stata annunciata? C''e'' chi non se la sente perché ci sono problemi da risolvere che non vengono affrontati da anni”. E chi non se la sente – aggiungo i maligni – perché prima non è stato… sentito da Grillo e Casaleggio jr. RECUPERATO NEL TEVERE IL CORPO DEL DICIANNOVENNE ARRIVATO A ROMA PER STUDIARE Studente americano trovato cadavere Il ragazzo sarebbe stato colpito alla testa per una rapina e poi gettato nel fiume di notte l corpo ritrovato nel Tevere, all'altezza di Ponte Marconi, è con ogni probabilità quello di Beau Solomon, lo studente 19enne americano arrivato a Roma nei giorni scorsi per studiare alla John Cabot University e di cui si erano perse le tracce da giovedì notte. Manca solo l’ufficialità del riconoscimento del cadavere, triste incombenza per cui i genitori di Beau sono attesi nelle prossime ore nella Capitale. Il giovane, come detto, era scomparso nella notte di giovedì scorso dopo aver trascorso la serata in un pub a Trastevere, nella zona di piazza Trilussa. La Procura ha subito I disposto l'autopsia per stabilire le cause esatte della morte. Da una prima ispezione sul cadavere è stata rilevata la presenza di una ferita alla testa, che sarebbe compatibile con quella di una caduta. I magistrati indagano per omicidio a carico di ignoti. Ci sarebbero anche due testimoni che proprio nella notte tra il 30 giugno e il 1 luglio avrebbero visto una persona spingere un uomo nel Tevere. I due sono stati ascoltati dai magistrati nell'ambito delle indagini sulla scomparsa e sul probabile omicidio del giovane americano, studente dell’università di Madison, nel Wisconsin. La polizia sta vagliando le telecamere della zona della scomparsa e sta facendo accertamenti anche sulle carte di credito del ragazzo, che sarebbero state usate anche nei giorni successivi alla scomparsa in alcuni negozi di Milano. Il cadavere, inoltre, al momento del ritrovamento non aveva addosso né il portafogli e né l’orologio, il che farebbe propendere per la rapina finita male e con l’epilogo dell’omicidio. Il compagno di stanza del ragazzo ha riferito di aver perso le tracce di Beau intorno all'una di notte giovedì, mentre erano insieme in un locale della capitale. L'amico dello studente ha poi lanciato l'allarme quando non ha visto Beau presentarsi alla John Cabot la mattina seguente. L'università ha quindi avvisato la polizia e l'ambasciata americana a Roma, fornendo tutte le informazioni possibili sul giovane e sui suoi spostamenti. Speranze di ritrovarlo in vita che si sono spente dopo il rinvenimento del cadavere nel Tevere. OGGI LA PRESENTAZIONE AL SERAPHICUM Bullismo, omofobia, devianza: un libro per saperne di più l muro del silenzio è spesso insopportabile tanto da essere insopportabile soprattutto quando deriva da atti di bullismo che colpiscono i bambini. Il bullismo omofobo è una triste realtà della nostra società e un problema tangibile del settore educativo. Contrastarlo è spesso difficile e faticoso specialmente in contesti in cui l’omosessualità è ancora un argomento tabù poiché considerata addirittura illegale. Allora è possibile cercare una soluzione? L’intento del libro “Dalla Violenza Sui Minori Alla Violenza Dei Minori. Bullismo,Omofobia, Devianza”di Caterina Grillone (oggi la presentazione alla facoltà di Teologia del Seraphicum in via del Serafico, alle 17.30) è proprio questo, attraverso un’iniziale indagine sull’evoluzione del fenomeno, si cerca di comprendere come il concetto di devianza si sia evoluto a causa I dei mutamenti della struttura sociale, cercando di individuare delle linee guida per risolvere questo fenomeno apparentemente impossibile da contrastare. Con una presentazione di Vincenzo Maria Mastronardi, il libro offre l’inarrestabile esperienza di Caterina Grillone, avvocato criminologa e madre, che lotta quotidianamente per contrastare il il bullismo, la devianza minorile e l’omofobia. Si tratta di fenomeni presenti frequentemente che si possono prevenire e risolvere con adeguate strategie di comunicazione. L’autrice scrive che l’alleato più forte del bullismo è il silenzio: il silenzio di chi lo subisce e per paura o vergogna non parla; il silenzio di quelli che assistono alle violenze o alle dinamiche di esclusione e non dicono nulla per non esporsi; il silenzio degli insegnanti che molte volte non riconoscono la gravità di quello che accade a scuola o che, pur consapevoli, non dispongono di strumenti adeguati e di prassi consolidate per poter fermare la dinamica del sopruso; il silenzio dei genitori che non sempre danno la giusta importanza del sopruso; il silenzio dei genitori che non sempre danno la giusta importanza ai racconti dei figli. Alla presentazione interverranno il prof. Vincenzo Mastronardi , Psichiatra, Criminologo Clinico e Psicopatologo forense dell’Università di Roma; Roberto Thomas, già Sostituto Procuratore presso il Tribunale per i Minorenni di Roma; Isabella Rauti, Presidente della Onlus Hands Off Women; Giuseppe Maria Pilera, editore; Vincenza Palmieri, presidente Inpef; Giovanna Celia, psicoterapeuta; moderatore Fabrizio Frullani, del Tg2. 8 Martedì 5 luglio 2016 STORIA LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI Sopralluogo a Castel San Pietro dell’Emilia Il Fascismo e le opere igieniche, sanitarie, edili, stradali e di abbellimento, per seguire “con celere e costante ritmo il grandioso e salutare programma fissato dal Duce” di Emma Moriconi l nostro viaggio nel tempo ci porta oggi a Castel San Pietro dell'Emilia, nell'imolese, in Emilia Romagna. Zona oggi cosiddetta "rossa" e che invece molto deve all'epoca fascista, e vedremo perché. La fonte delle informazioni che oggi forniamo ai nostri lettori è ancora la rivista dedicata alle opere pubbliche che ci ha accompagnati nel nostro recente speciale dedicato alla bonifica dell'Arsa. Siamo nell'anno XV E.F., 1936 dunque. Leggiamo insieme come Aldo Cassani presenta la graziosa località emiliana: "Si erge, elegante e austera, l'antica torre, sul Cassero merlato, e domina con la sua mole imponente e severa gli edifici sottostanti, che le fanno corona. Palpita al sole la vetta ardita memore del passato onusto di epiche gesta, imperterrita, invitta, immune dal morso del tempo, vigile scolta di una forza inesauribile, dominante la terra ferace e propizia della più appassionata e ardente regione d'Italia. Il Castello, fondato dai Bolognesi nel 1199, è stato teatro delle più disparate violenze, in un continuo ed incessante succedersi di lotte sanguinose. Il suo popolo battagliero è vissuto attraverso i secoli più irrequieti in un'atmosfera infuocata, ora ribelle, ora fazioso, ma sempre operoso, pronto a impugnare la spada senza dimenticare il vomero. Il Paese nel secolo XIII su saccheggiato dai Cesenati e dai faentini, incendiato dai Ghibellini e invaso dalle truppe del Marchese Estense Azzo prima; successivamente dall'esercito di Galasso da Montefeltro. Dopo la sanguinosa battaglia del Sillaro si ebbe un periodo di calma e di pace che permise ai Castellani di restaurare gli edifici e di riprendere il lavoro. Nel secolo XIV il famoso studio di Bologna, colpito I dall'interdetto di Papa Benedetto XII, fu trasportato a Castello e propriamente nell'Albergo della Corona. Fu poi occupato dai Visconti di Milano, e dal Cardinal Legato Albernoz; saccheggiato ancora, in principio del secolo XV da Alberico di Barbiano, dal Cane e finalmente ripreso dalle armi del Papa". La vicenda storica di questo spicchio di mondo, come si può comprendere da queste poche righe, è estremamente affascinante. Lo scritto si dilunga ancora un po' su queste note, per giungere poi all'epoca di cui trattiamo, epoca in cui il popolo "respira liberamente in un'atmosfera luminosa e sana, che irrompe nelle officine e si dilaga sui campi, tonica e corroboratrice". Insomma dalla possente volontà del Duce, descritto come "l'Uomo designato dal destino", il "Dominatore", il "Ricostruttore", questo territorio dallo "spirito impetuoso sprigionatosi dalle zolle feconde della Romagna generosa", che del Duce "ha sentito, subito, il soffio possente", reagisce con il lavoro che "ferve ovunque", e così "le opere volute dal Regime si attuano, crescono, si moltiplicano". Importante in questo senso il lavoro effettuato dal Podestà del Comune, il Cav. Uff. Enea Lenzi, nominato Podestà nel 1929, che molto fece per quel territorio. "Oggi, sotto la storica torre che ha assunto i segni radiosi del Littorio, il fervore d'opera ha in- ciso le sue orme più profonde", dice ancora Cassani. E comincia ad elencare le opere, a partire dal nuovo acquedotto, con una portata di 432mila litri giornalieri, che "manda nelle piazze e nelle case la sua acqua limpida in quantità esuberante". E poi l'edificio scolastico, del costo di oltre un milione e mezzo di lire, con diciannove aule, un salone per il disegno, una sala per le conferenze, tre laboratori per la scuola d'avviamento, una palestra, gli uffici, impianti sanitari e telefonici. E ancora un vasto campo polisportivo, "con ampie gradinate e un'ardita e artistica tribuna in cemento, munita di tutti i servizi: spogliatoi, docce, attrezzi, gabinetti, buffet, ecc. Qui la gioventù - scrive ancora Cassani - si tempra ai cimenti cavallereschi ed agguerrisce muscoli e spirito". E poi, di fianco, quella che viene definita sempre da Cassani "la costruzione più suggestiva del Comune", cioè un'Arena di 1.200 mq, "cinta da sempreverdi, con una luminosa platea a 6 gradinate e un capace palcoscenico fiancheggiato da due colossali colonne con architravi romani". Un "teatro estivo" posto in posizione dominante sulla vallata del torrente Sillaro. Molte altre sono le opere compiute dal Fascismo in questa cittadina dalla storia estremamente interessante, un discorso che completeremo nella prossima [email protected] puntata. LA RECENSIONE: “FASCISTA DA MORIRE” Una passione che brucia Un libro da leggere, per scorgere quei bagliori sui tetti, le punte di fucile arroventate. Fino alla bella morte e storie per raccontarle devi sentirle che ti nascano dentro. Come se avvertissi il respiro che viene da un corpo bello solido, da polmoni potenti. Perché il fiato conta, quando l'afa potrebbe spezzare anche solo il pensiero. E Mario Bernardi Guardi si prende cura di rovistarti nel cuore, con le sue parole, con la sua disperata e spavalda cadenza toscana, che conosce fin dove può arrivare un pensiero prima di spegnersi. Nell'afa allucinata del luglio fiorentino. “Fascista da morire” (Mauro Pagliai Editore) è un romanzo che Bernardi Guardi scrive per ricordarci che l'esempio non può morire mai. Ma “Fascista da morire” è un L tuono e una carezza, una sberla in pieno viso. Una di quelle che ti lasciano fermo a pensare: se per caso non ti abbia fatto bene prenderne una. Per svegliarti, scrollare di dosso quell'afa tremenda che ti leva anche il sonno. Sì, perché siamo a Firenze, in quell'Agosto del 1944 dove il sole secca anche gli ultimi rivi d'acqua. Figurarsi il sangue, raggrumato persino sulle scale della Basilica di Santa Maria Novella. È da lì che partiamo: Firenze la guardi, attraversata da lame di sole. Firenze che resta poggiata come fra due mani accostate, una accanto all'altra, a formare una piccola conca che chiede solo di guardarla. E tutto cade dentro quel buco meraviglioso: le colline attorno guardano la città, se la godono dall'alto. Nel fondo l'aria si poggia e potrebbe seccarti il respiro, le parole, oppure le pallottole che strappano le vite. L'arsura chiede fatica. È un liquore caldo, come il sangue che esce dalle ferite. Ma non ci sono solo le colline a guardare Firenze dall'alto. Mentre gli Alleati e i partigiani invadono la bella conca fiorentina, sui tetti i franchi tiratori Fascisti sanno quello che devono fare. E sanno pure che è tutto quello che gli rimane: sparare nascosto, nell'ombra. Colpire il soldato straniero, il partigiano. Togliersi la soddisfazione di essere l'ultimo baluardo dell'Idea, perché non si butti via una città, l'onore, arrendendosi al nemico. I franchi tiratori Fascisti, ragazzini poco più che ventenni, hanno avuto un maestro, un Fascista come si deve: intelligente, perbene e intrepido. E uno che maneggia la penna bene come la pistola lo puoi chiamare solamente Poeta armato. È da lì che Bernardi Guardi muove le fila: Berto Ricci è per lo scrittore toscano un educatore “severo con sé e con gli altri, spietato censore di ogni compromesso”. E ai suoi ragazzi Berto ripete “Dovete sapere sempre quello che fate e cosa può capitarvi se lo fate”. E Mario, protagonista della storia, ha compreso che il peccato più grande sta nel non avere carattere. Nel fatto di non fare il proprio dovere, per se stessi, per il popolo e per la Patria. Ed è anche per questo motivo che vuole essere uno di loro, un franco tiratore. Non importa se la fucileria fiorentina durerà due o tre giorni, se potrebbero ammazzarlo e buttarlo via come uno straccio. Che importa quando c'è “da rompere i coglioni a quelli che vogliono liberare e invece ci invadono”. Bisogna renderla più dura. “Fascista da morire” però non è solo un grande romanzo, un’appassionante ricostruzione di una passione che deve bruciare. Questo libro è meravigliosamente immenso perché qui non si parla del “fascismo magro, quello dei nonostante e dei forse”. Assolutamente no: in queste pagine potrebbe capitarvi di ascoltare la voce di Pavolini e vedere quegli occhi arroventati dalla fede. E non sarebbe poi così difficile incrociare Berto Ricci sotto la calura di quell'estate che anche i pensieri si è portata via. E credetemi, finireste per ascoltare la poesia della matematica, che come la spiegava Berto non lo faceva nessuno. Magari vi potrebbe capitare di scorgere quei bagliori sui tetti, le punte di fucile arroventate fino all'ultimo colpo. Fino alla bella morte. Devo ringraziare Bernardi Guardi per avermi levato il sonno. Perché ho letto la speranza nelle pagine del suo romanzo. Perché mi ha ricordato che il Fascismo è amore per la vita. E nonostante bruci l'estate di Firenze, dove tutto scotta a toccarlo, l’autore ha voluto inoltre raccontare quanto sia importante il proprio ruolo all'interno dello Stato e nella propria famiglia. La passione continua a bruciare e ci sta bene così, a noi che siamo onestamente Fascisti e sappiamo quello che conta. Alessandro Russo 9 Martedì 5 luglio 2016 DALL’ITALIA UN’ASSOCIAZIONE PER TUTELARE I GIOVANI ALL’ESTERO, IN MEMORIA DI ELENA, LUCREZIA E VALENTINA Un colpo di sonno: così il bus andò fuori strada in Catalogna Gabriele Maestrini in conferenza stampa alla Regione Toscana: “Mai più i nostri figli abbandonati a loro stessi” di Emma Moriconi l pullman degli studenti Erasmus in Catalogna di marzo scorso si è ribaltato su un fianco perché lo spazio di separazione delle due corsie aveva un salto di quota 40 centimetri, uno spazio che ha "accentuato e favorito il ribaltamento": il fatto è stato causato da un colpo di sonno, imputato però anche a una responsabilità: è quanto emerge dagli atti della magistratura spagnoli. Responsabilità, dunque, anche del gestore autostradale, secondo Gabriele Maestrini, padre di una delle sette ragazze italiane rimaste uccise nell'incidente, la ventunenne Elena. Lo stesso Maestrini sta lavorando alla nascita di un'associazione dei genitori delle vittime, che vedrà la luce il prossimo 22 luglio: "L'incidente - ha detto ancora nel corso di una conferenza stampa a palazzo Strozzi Sacrati a Firenze sul diritto allo studio universitario alla quale erano presenti anche i genitori di Lucrezia Borghi e di Valentina Gallo, le altre due studentesse toscane vittime dell'incidente - è avvenuto a una velocità non molto alta, a 8085 chilometri orari. Se ci fossero I stati sistemi di sicurezza passivi, come si trovano nelle nostre autostrade, l'incidente poteva essere molto meno grave". Il padre di Elena ha aggiunto che è bene che tanti ragazzi facciano l'Erasmus, "ma essendo la prima volta che vanno all'estero non possono essere lasciati soli". E sarà proprio questo il messaggio che vorrà lanciare con l'associazione, che si propone appunto di favorire la sicurezza dei ragazzi all'estero, per individuare quali sono state e quali potrebbero essere le problematiche relative alle carenze di assistenza ma anche di controllo dei giovani che desiderano fare all'estero l'esperienza formativa dell'Erasmus. La gita culturale della durata di 24 ore era stata organizzata con un solo autista e senza pernottamenti per lui né per i giovani, ed ecco perché la stanchezza può aver giocato un ruolo decisivo nella tragedia. Sempre durante la conferenza stampa la Giunta regionale toscana ha annunciato che tra le iniziative a favore degli studenti universitari si intende approntare uno strumento specifico a sostegno di chi va in Erasmus, uno strumento che sarà intitolato alle tre ragazze toscane rimaste uccise in qual fatale giorno dello scorso marzo. "non dovrà più succedere" quello che è avvenuto in Catalogna, ha detto ancora Maestrini, "almeno per le condizioni per le quali è avvenuto, non accettiamo che alcune associazioni tipo le Sn cioè gli student network dell'Erasmus - accreditate alle università di Bar- cellona organizzino gite a pochissimi euro", quando c'è in ballo "la vita dei nostri ragazzi". L'associazione opererà in memoria di Lucrezia Borghi, di Greve in Chianti, di Valentina Gallo di Firenze e di Elena Maestrini, di Gavoranno. Tutte e tre avevano poco più di vent'anni quando persero la vita sul bus che, di ritorno verso Valencia, finì fuori strada pro- vocando la morte di tredici ragazze, di cui sette italiane. "Sono tutti figli nostri, non vogliamo che siano abbandonati" ha detto Maestrini, pensando ai tanti giovani che vanno in Erasmus - progetto che lo stesso Maestrini ha definito "giustissimo" - e ai quali l'associazione che sta per nascere intende fornire assistenza e aiuto. I PREZZI DELLE CASE CONTINUANO A SCENDERE, SALE IL NUMERO DI ABITAZIONI SCAMBIATE Mercato immobiliare ancora giù L’ultimo rapporto Istat relativo al primo trimestre 2016: in sei anni il dato sprofonda a -15% a crisi continua ad incombere, l'ultimo rapporto Istat rileva ancora un calo nei prezzi delle abitazioni e si teme che prima del 2018 non ci siano speranze di ripresa. Un quadro agghiacciante che è la fotografia di un Paese che naviga in acque tempestose: il dato immobiliare infatti è sempre stato una base per determi- L nare la "salute" economica di una Nazione, e per l'Italia le cose non vanno affatto bene. Scendono i prezzi delle case, e aumenta il numero delle abitazioni scambiate. Il rapporto dell'Istat si riferisce al primo trimestre 2016 e sulla base delle stime preliminari l'indice degli immobili acquistati, sia a scopo abitativo che di investimento, diminuisce dello 0,45 rispetto al trimestre precedente e dell'1,2% su base annua. L'aumento delle case scambiate è vertiginoso: si parla del 20,6% rispetto al primo trimestre del 2015, secondo i dati diffusi dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate. Il dato è riferito sia alle abitazioni già esistenti che a quelle nuo- ve, nel primo caso parliamo del -1,4% dal -1,8% del quarto trimestre 2015, nel secondo caso del -0,7% dal -1,4%. Rispetto al 2010 siamo a -14,9%, con un -2,3% per le abitazioni nuove e un -20% per quelle esistenti. Un dato che lascia pensare poi è come dal 2013 la caduta dei prezzi delle abitazioni non si sia mai fermata, nonostante un rallentamento della tendenza, che però non lascia certo spazio a facili ottimismi. E secondo la Rete Urbana delle Rappresentanze, una ripresa non si vedrà prima del 2018. IN LOMBARDIA IL TERREMOTO È STATO AVVERTITO DALLA POPOLAZIONE ALLE 13,37: NON CI SAREBBERO DANNI A COSE NÉ A PERSONE La terra trema, scosse lungo lo Stivale Anche il clima fa i capricci: oggi temporali al Centro-Sud, domani rovesci pure al Nord È di magnitudo 3.3 il terremoto che si è registrato ieri al largo delle Isole Eolie, in provincia di Messina. Riferisce l'Ingv che è stato localizzato a una profondità di 246 chilometri. Ma anche in Lombardia la terra ha tremato: un sisma di magnitudo 3.5, sempre nella giornata di ieri, è stato registrato in provincia di Mantova, nei pressi di Magnacavallo e Poggio Rusco, ed è stato avvertito anche dalla popolazione. La scossa è stata localizzata a una profondità di 5 chilometri, come riferisce ancora l'Ingv. Era l'ora di pranzo, esattamente le 13,37, quando la terra ha tremato tra Mantova, Rovigo, Modena e Ferrara: non sembra ci siano stati danni a cose e persone, solo spavento, manifestato dai cittadini anche sui social. Coinvolti anche i comuni di Semide, nel mantovano, di Castelnuovo Bariano, Castelmassa e Calto nel territorio di Rovigo, e ancora nel Modenese a San Felice sul Panaro, Finale Emilia e Mirandola e nel Ferrarese a Bondeno. Alle 00.53 una scossa di magnitudo 2.7 è stata rilevata in Toscana, avvertita debolmente, su Montieri, nel Grossetano. Anche il clima ricomincia a fare i capricci e già da oggi alcune regioni d'Italia saranno colpite da temporali, che proseguiranno almeno fino a domani. Le regioni maggiormente interessate sono quelle del Centro-Sud, a cominciare da Toscana, Emilia, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise. Mercoledì si aggiungeranno alla lista anche Veneto, Friuli e Puglia. 10 Martedì 5 luglio 2016 DALL’ITALIA TRATTA DI ESSERI UMANI E DROGA NELL’OPERAZIONE DELLA DDA DI PALERMO Traffico di migranti, fermi in tutta Italia Confessione choc: “Chi non pagava veniva ucciso per venderne gli organi”. Organizzavano anche finti matrimoni FOGGIA Rapina e violenta una donna, preso marocchino trentenne n manette con l’accusa di rapina e violenza sessuale ai danni di una donna, Serraji Jalal, trentenne di nazionalità marocchina. L’operazione compiuta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Foggia, è partita in seguito alle segnalazioni di alcuni passanti che avevano visto la vittima in via Galliani la vittima, una donna di origini napoletane, in evidente stato di choc che chiedeva aiuto. Secondo una prima ricostruzione, la malcapitata stava rincasando dopo una serata trascorsa con un amico, quando sarebbe stata avvicinata e bloccata con un coltello puntato alla gola, da un soggetto di nazionalità straniera, che dopo averle strappato la borsa e rubato i soldi (poche decine di euro) e un pacchetto I di Chantal Capasso lle prime luci dell’alba di lunedì sono stati eseguiti 38 fermi nei confronti di una organizzazione criminale che agiva fra l’Italia ed i Paesi del Nord Africa, gestendo il traffico di migranti ma anche quello della droga. “Chi non aveva i soldi per affrontare il viaggio in barca per l'Italia “veniva ucciso, gli venivano prelevati gli organi che poi venivano venduti ad alcuni mercanti d'organi egiziani”. È l'agghiacciante retroscena che emerge dall'operazione 'Glauco 3' della Polizia di Stato, che all'alba di oggi ha portato al fermo di 38 persone, emesso dalla Procura di Palermo. “In particolare questi egiziani ven- A gono attrezzati per espiantare l’organo e trasportarlo in borse termiche”. Sono le dichiarazioni choc del primo trafficante di esseri umani pentito, che da mesi collabora con gli investigatori italiani. La Polizia di Stato ha eseguito, dalle prime ore di lunedì mattina in diverse città d'Italia, 38 fermi, emessi dalla Procura Distrettuale di Palermo, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, all'esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria, nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tutti aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio criminoso. Nel corso delle indagini, svolte dalle squadre mobili di Palermo e Agrigento e dal Servizio centrale operativo, è stata ricostruita la struttura organizzativa dell'organizzazione e sono stati individuati ingenti flussi di denaro, provenienti dal traffico di migranti. La rete malavitosa transnazionale era formata da 25 eritrei, 12 etiopi e un italiano. Le indagini hanno permesso di “evidenziare diverse modalità utilizzate dal sodalizio per far arrivare i migranti sul territorio nazionale, non solo via mare, ma anche tramite falsi ricongiungimenti familiari”. È emerso, altresì, che i principali indagati «gestivano anche una fiorente attività di traffico internazionale di stupefacente del tipo catha o qat, droga importata dall'Etiopia, inserita per la legislazione italiana tra le droghe pesanti». A raccontare i particolari di questo presunto traffico di organi è un collaboratore di giustizia che già nell'operazione 'Glauco 2', che aveva portato all'arresto di 24 persone, aveva aiutato i magistrati di Palermo a fare luce su un traffico di esseri umani. Nuredin Wehabrebi Atta, 32 anni, il pentito, è un trafficante eritreo arrestato nel 2015. Subito dopo l'arresto ha deciso di collaborare e di raccontare come veniva organizzato il traffico di esseri umani. L'indagine è coordinata dal Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Gery Ferrara, Claudio Camilleri e Annamaria Picozzi. Facevano di tutto pur di far arrivare in Italia i migranti, organizzavano anche finti matrimoni con altrettanti BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA, SEQUESTRATI BENI PER UNDICI MILIONI Parmacotto è nei guai L’accusa è di truffa aggravata. La nota azienda avrebbe falsificato i bilanci per ottenere soldi pubblici candalo alla Parmacotto. La famosa azienda alimentare sarebbe accusata per truffa aggravata, per aver presentato bilanci falsificati al fine di ottenere nel 2011 finanziamenti pubblici per 11 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro "urgente" degli 11 milioni di euro. Nel frattempo la procura ha nominato un amministratore giudiziario per "garantire la continuità e lo sviluppo aziendale e sino al completo recupero, da parte dello Stato, delle somme illecitamente percepite dalla società". Il sequestro conclude di una complessa indagine sui bilanci di Parmacotto e la contabilità fiscale dell'azienda che negli anni aveva costruito una sorta S di "castello finanziario", basato su crediti da controllate (per un valore di oltre 30 milioni nel 2013) che si sono rivelati inconsistenti. Secondo gli inquirenti, in que- sto modo gli amministratori pro-tempore della società, "attraverso artifici contabili, false attestazioni e la conseguente falsificazione di un bilancio annuale d'esercizio, erano riu- sciti a far apparire una situazione economico-patrimoniale talmente fiorente da indurre in errore una società di diritto pubblico" che, come ha ricordato la guardia di finanza in una nota stampa, ha finalita' di sostenere e sviluppare investimenti produttivi e programmi di sviluppo di aziende italiane sane e redditizie che erogava su richiesta dell'azienda stessa, un finanziamento di 11 milioni di euro. "L'azienda non verrà chiusa: il complesso dei beni aziendali (disponibilità finanziarie, quote societarie, beni mobili e immobili, ecc), sottoposti a vincolo giudiziario - hanno spiegato i militari della Guardia di Finanza - verranno utilizzati e gestiti sotto il controllo di un amministratore giudiziario professionista del settore, appositamente nominato dalla Procura, al fine di garantire la continuità e lo sviluppo aziendale e sino al completo recupero, da parte dello Stato, delle somme illecitamente percepite Ch.C. dalla società". di sigarette, l’ha costretta ad avere un rapporto sessuale, per poi fuggire. A soccorrere la donna sono alcuni automobilisti transitati in zona, che hanno subito allertato i carabinieri. Dal racconto della donna e alcune indicazioni sull’abbigliamento del soggetto, i militari hanno potuto individuare subito il carnefice. Questi si trovava sempre nei pressi di via i militari dopo un breve inseguimento hanno bloccato Serraji Jalal, che aveva con sé il denaro sottratto alla vittima. Già noto alle forze dell’ordine, con numerosi precedenti per furto, e sottoposto all’obbligo di dimora nel Comune di Foggia con prescrizione di non allontanarsi nelle ore notturne, Serraji è stato arrestato e tradotto presso il carcere di Ch.C. Foggia. finti ricongiungimenti familiari. Il tutto in cambio di molto denaro. I finti matrimoni venivano inscenati con cittadini compiacenti e permettevano ai trafficanti di uomini di fare arrivare i migranti dal centro Africa fino al Nord Europa. I trafficanti di esseri umani avevano come base logistica una profumeria di Roma che si trova nei pressi della stazione Termini. È qui, secondo gli inquirenti della Dda di Palermo, che scorreva il flusso di denaro per gli sbarchi di migranti. Nel corso dell'operazione 'Glauco 3', coordinata dal Procuratore Francesco Lo Voi, sono stati sequestrati diversi esercizi commerciali, ma anche quote societarie oltre alla profumeria romana. Un altro riferimento per i trafficanti era un bar di Palermo. REGGIO EMILIA Accoltellò un’infermiera davanti alla figlia: arrestato un brasiliano stato arrestato dai carabinieri di Reggio Emilia, l'autore del tentato omicidio di Isa Dallasta, l'infermiera di 52 anni accoltellata venerdì mattina in strada a Reggio Emilia davanti alla figlioletta di 8 anni. Ines Dallasta 52 anni, operatrice socio sanitaria nel reparto di Oncologia del Santa Maria Nuova, venerdì mattina era con la figlia piccola nei pressi della sua futura abitazione, acquistata con la famiglia da un mese circa. Decisione presa, proprio per sfuggire al brasiliano che si era mostrato violento nei confronti del figlio maggiore. L'uomo, il 39enne brasiliano Elisandro Dos Anjos Costa, è stato alla fine, rintracciato dai militari a Milano, dove aveva trovato rifugio. I carabinieri di Reggio, in colla- È borazione con i colleghi di Milano, sono riusciti nella scorsa notte a localizzare nel capoluogo lombardo l'abitazione dove il ricercato si era temporaneamente spostato; le forze dell'ordine hanno anche sequestrato i suoi documenti e altri effetti personali. Prima dell'arresto, le ricerche si erano spinte fino all'hinterland milanese, poiché si sospettava che il brasiliano potesse avere in tali zone degli appoggi logistici. A fare il nome del presunto omicida era stata la stessa donna: da tempo infatti il 39enne era violento nei confronti del figlio, costretto per sfuggirli a cambiare domicilio. Nel frattempo le condizioni della 52enne, ricoverata nel reparto di Rianimazione all'Ospedale Santa Maria Nuova, stanno lentaCh.C mente migliorando. 11 Martedì 5 luglio 2016 SOCIETA’ IN AUMENTO CASI DI VIOLENZE SUI MINORI, ANCHE TELEFONO AZZURRO IN DIFESA DEI PIÙ DEBOLI Il Garante:“Troppi abusi sui bambini” In campo iniziative di sensibilizzazione per permettere di riconoscere per tempo eventuali campanelli d’allarme di Chantal Capasso l Garante dell'infanzia ha lanciato un allarme preoccupante. Stando alle ultime rilevazioni relative all'anno 2015, le linee di ascolto 1.96.96 e 114 Emergenza infanzia hanno gestito oltre 4500 richieste di aiuto e un al giorno ha riguardato situazioni di emergenza o richieste di aiuto per abusi sessuali, in particolare bambini di sesso maschile sotto gli undici anni (dal 40,8% del 2014 al 55% del 2015 sulle linee di ascolto; dal 50% del 2014 al 60,9% del 2015 al 114 Emergenza infanzia). Una tendenza in crescita, inoltre, considerando che negli ultimi anni sono aumentate anche le segnalazioni legate alla pedopornografia online. Una situazione che desta non poche preoccupazioni negli addetti ai lavori, che ogni giorno cercano di offrire supporto ai bambini vittime di abusi di qualsiasi tipo. "Il Garante dell'Infanzia ha fatto bene a segnalare il problema: nel nostro Paese esiste un grande sommerso su questo tema, una sacca di mancanze nei servizi e nei sensori in grado di intercettare le problematiche che affliggono i minori e tutte quelle emergenze non adeguatamente individuate", ha dichiarato il professor Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di neuropsichiatria infantile all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. "In particolare - sottolinea il professor Caffo - nel meridione sussistono situazioni di disagio sociale ormai stratificate, in cui le istituzioni non I entrano, lasciando nel silenzio situazioni drammatiche: in questa maniera, la tutela dei soggetti più deboli perde importanza", prosegue. Per risolvere l'emergenza infanzia è necessaria non solo una maggiore consapevolezza del problema, ma anche un'offerta di servizi e di aiuto più adeguata alle necessità effettive, unita alla predisposizione di "sensori" efficaci, in grado di cogliere anche i minimi segnali d'allarme. La chiave, spiega il professor Caffo, è il riuscire a offrire a bambini e adolescenti la possibilità di chiedere aiuto, attraverso la formazione, ovvero creando una cultura del rispetto del bambino, con il contributo di tutte le figure che per lavoro sono a stretto contatto con i bambini e le loro famiglie e che grazie a questa vicinanza possono essere in grado di individuare eventuali campanelli d'allarme in modo rapido. "In questa direzione, è necessario il potenziamento da parte delle istituzioni di servizi e raccolte dati, per dare risposte a quei bambini che finiscono alla mercé degli adulti. È necessario potenziare l'ascolto con l'obiettivo di attuare un intervento preventivo, fornendo risposte immediate. I bambini al momento non sono in grado di chiedere aiuto perché non vengono messi nelle condizioni di poterlo fare. Gli interventi che oggi vengono attuati sono tardivi e quindi non risultano di aiuto” ha concluso il professore. La figura del pediatra, per esempio, è molto importante in questi casi e può aiutare concretamente a contrastare fenomeni di abuso e violenze sui minori e proprio per questo Telefono Azzurro ha lanciato la formazione della prima rete di pediatri al mondo, per permettere loro di essere in grado di riconoscere i segnali di eventuali violenze in tempo, in modo tale da riuscire ad attivare tempestivamente le procedure per il contrasto degli abusi sui bambini, in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria, la Federazione Italiana Medici Pediatri, l’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani e la casa farmaceutica Menarini. UNO STUDIO HA SCOPERTO CIRCA 44 VARIANTI DI DNA CHE POTREBBERO INFLUENZARE L’EMICRANIA Mal di testa, una questione genetica Nuove terapie potrebbero riequilibrare i livelli di proteine ed enzimi per ridurre il malessere hi almeno una volta non ha sofferto di emicrania e sa quanto questa patologia possa essere fastidiosa. Ad oggi, nonostante centinaia di ricerche, non si è ancora riuscito a capire cosa nasconde il fenomeno del mal di testa, del perché arriva cosi all’improvviso, del perché alcuni sono più colpiti di altri. All’inizio di quest’anno i ricercatori Italiani avevano “fotografato” per la prima volta in assoluto il cervello, o meglio cosa accade allo stesso quando si è affetti dall’emicrania. La foto riprende nei minimi particolari una macchia, in termini tecnici, Aura Visiva, che si estende o si contrae ogni volta che il dolore provocato del mal di testa aumenta o diminuisce. In quella ricerca vennero presi in esame 1200 pazienti ai quali fu scattata una “fotografia al cervello”, le immagini evidenziarono come le Aure visive si presentino in modo differente a seconda della tipologia di mal di testa. C A distanza di mesi un gruppo di ricercatori australiani e americani si è spinto oltre, scoprendo un forte legame tra l’emicrania e ben 44 varianti di Dna. Pubblicato sulla rivista scientifica Nature Genetics lo studio intende, migliorare il trattamento del mal di testa, in ogni sua forma, dalla più lieve alla più grave. I test hanno confrontato 8 milioni di varianti di Dna appartenenti a circa 60mila soggetti colpiti da emicrania con un gruppo di controllo(placebo) di 316mila partecipanti a 22 differenti studi sul genoma. “Ad oggi non sappiamo con esattezza quali siano le cause scatenanti il mal di testa, non sono stati mai scoperti o diagnosticati dei segnali tangibili, non conosciamo ancora il perché il disturbo si presenta ad alcuni in modo frequente, in altri raramente, tuttavia i nostri studi hanno sicuramente dimostrato che esiste una forte correlazione genetica.” Lo studio ha fornito risposte importanti, delle 44 varianti individuate ora bisogna riconoscere ed isolare quella più comune, la variante Dna che pro- voca l’emicrania con maggiore frequenza in modo tale da andare poi a mettere a punto un trattamento efficace in grado di contrastarne i sintomi. Grazie a questi medicinali mirati, si potrebbero riequilibrare i livelli di proteine ed enzimi interessati e ridurre sia l’intensità sia la frequenza degli attacchi di mal di testa. L’emicrania è una patologia neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti cefalee, da moderate a gravi, spesso in associazione con una serie di sintomi del sistema nervoso autonomo. In genere il mal di testa colpisce solo una metà della testa e a natura pulsante, con una durata che può variare da 2 a 72 ore. I sintomi associati possono includere nausea, vomito, fotofobia (aumento della sensibilità alla luce), fonofobia (aumento della sensibilità al suono) e il dolore generalmente si aggrava a seguito dell’attività fisica. Le emicranie si ritiene siano causate da un mix di fattori ambientali e genetici. Circa due terzi dei pazienti appartengono a nuclei familiari in cui si erano manifestati altri casi della stessa patologia. Le fluttuazioni dei livelli ormonali possono svolgere un ruolo e infatti l’emicrania colpisce più ragazzi che ragazze prima della pubertà, ma negli adulti le donne con emicrania. sono più frequenti, da due a tre volte di più, rispetto agli uomini. La predisposizione alle emicranie in genere diminuisce durante Ch.C. la gravidanza. 12 Martedì 5 luglio 2016 SPORT PORTOGALLO, GALLES, FRANCIA E GERMANIA. QUATTRO SQUADRE PER DUE POSTI IN FINALE Euro 2016, a un passo dalla gloria La sorpresa britannica duellerà coi lusitani, arrivati in semifinale senza mai vincere ai tempi regolamentari I Blues attesi alla prima, difficile sfida della competizione contro i campioni del mondo di Federico Colosimo iamo arrivati al penultimo atto di Euro 2016. La finalissima è ormai a un passo e a contendersela saranno due tra Portogallo, Galles, Francia e Germania. La prima sfida è prevista per domani sera (ore 21) al Parc Olympique Lyonnais di Dècines Charpieu. A duellare, la rivelazione del torneo, il Galles di Bale e Ramsey (squalificato), e i lusitani del fenomeno Ronaldo. Altro che Brexit, gli uomini di Coleman con la sorprendente vittoria ottenuta col Belgio hanno conquistato la prima semifinale della loro storia al debutto agli Europei. Una favola cui manca soltanto il lieto fine, col sogno di arrivare in fondo per nulla impossibile. Perché il Wales adesso avrà di fronte a sé una compagine sulla carta forte ma anche e soprattutto fortunata: il Portogallo. Approdato a un passo dalla gloria collezionando la bruttezza di cinque pareggi al novantesimo. Con i primi tre che gli hanno permesso a malapena di superare il turno. La prima vittoria è arrivata invece agli over time e precisamente al 119° minuto con il primo tiro in porta della partita, quello di Quaresma, che ha permesso ai lusitani di superare la Croazia agli ottavi. La seconda ai rigori e sempre grazie all’ex Trivela dell’Inter che dal dischetto ha giustiziato la Polonia. Eppure la Nazionale di Lisbona è tra le prime quattro dell’Europeo, ancora in corsa per la vittoria del titolo continentale. Con un Ronaldo in ombra e la stella di Renato Sanchez, il più giovane marcatore della storia degli Europei con S da sinistra, Pogba e Neuer; sopra, Bale e Ronaldo i suoi 18 anni, a illuminare una compagine appannata. Era da Inghilterra 1996 che una squadra non arrivava in semifinale senza aver battuto almeno un’avversaria in novanta minuti. Ma al Portogallo va bene così, quel che conta è essere ancora in corsa. Finale anticipata, almeno sulla carta, quella prevista per giovedì sera (sempre alle 21) al Velodrome di Marsiglia. Tra i padroni di casa della Francia, la prima selezione della storia a segnare quattro gol in un primo tempo di una partita della fase finale di un Europeo, spezzando le speranze islandesi e regalandosi la super sfida contro i campioni del mondo in carica. E finalmente adesso potremo capire realmente di che pasta è fatta la banda Deschamps. Che per arrivare in semifinale ha affrontato, in ordine, Romania, Albania, Svizzera, Irlanda e Islanda. Non certo corazzate. Un cammino per nulla impervio quello presentatosi davanti ai Blues, squadra dal grande talento che adesso dovrà fare i conti con la Germania priva di Mario Gomez e Khedira. Difficile azzardare un pronostico. I transalpini hanno dalla loro maggiore qualità grazie al talento di Pogba, l’estro di Payet, la concretezza di Giroud, la corsa di Kantè, l’esperienza di Evra e la classe sopraffina di Griezmann. Ma il punto debole è rappresentato da una difesa troppo ballerina, orfana di Laporte e Varane, tra i migliori centrali in circolazione. E’ su questi particolari che la Mannschaft, nazionale più abituata a questo tipo di partite, farà leva. E su quella compattezza in ogni zona del campo che forse manca ai galletti. Comunque non sfavoriti. Siamo arrivati alla penultima curva di Euro 2016. Un tornante e poi ecco il rettilineo finale prima del traguardo. Quattro squadre per due posti soltanto. Quelli che possono voler dire Inferno o Paradiso sportivo. Sottile differenza tra vivere e morire. IL LOCO ATTESO A ROMA ENTRO GIOVEDÌ. MA IL SUO ARRIVO È UN GIALLO La Lazio e Bielsa: storia da “Chi l’ha visto?” ttesa spasmodica in casa Lazio per l’arrivo del nuovo allenatore, Marcelo Bielsa. Stampa, tifosi e tutto l’ambiente biancoceleste in fermento, pronti a dare il benvenuto al “Loco”. Ma sul suo approdo nella Capitale aleggia un vero e proprio giallo. L’unica cosa certa è che l’argentino è pronto a sbarcare a Roma anche se il comportamento della società, che ancora non ha ufficializzato il tecnico (senza peraltro fornire dettagli sul suo approdo all’aeroporto di Fiumicino), non ha fatto altro che alimentare il caos mediatico scatenato da radio, televisioni, giornali e social network. A quanto pare il trainer di Rosario ha un posto prenotato su tutti i voli da Buenos Aires, direzione città eterna, fino a giovedì. Domani potrebbe essere la giornata giusta. O forse no. L’unica certezza è che tra due giorni è atteso alla clinica Paideia (quartiere A Fleming) per le visite mediche. Uno scoglio comunque raggirabile visto che non sarebbe certo un problema, specialmente per il Loco, anticipare o posticipare gli esami di routine. Ma il ritiro della squadra inizierà ufficialmente questa mattina a Formello e per il 10 è prevista la partenza per Auronzo di Cadore. Dunque, non c’è più tempo da perdere. L’arrivo di Bielsa è imminente. Ma su data e orario regna l’incertezza più F.Co. assoluta.