la liguria del secolo

Transcript

la liguria del secolo
I N S E R T O
S P E C I A L E
A L L E G A T O
A L
N U M E R O
O D I E R N O
LA LIGURIA DEL SECOLO
OBIETTIVO
MEDIA
VALBISAGNO
LE OPINIONI
DEI CITTADINI
LA STORIA
E IL FUTURO
LE ECCELLENZE
DEL TERRITORIO
2
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
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i numeri
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
3
LA POPOLAZIONE RESIDENTE
GENOVA - MEDIA VALBISAGNO
GRAFICI IL SECOLO XIX
nelle unità urbanistiche (31 dicembre 2006)
15.478
Parenzo
6.207
S. Pantaleo
SUPERFICIE TERRITORIALE
zona urbanizzata
14.278
1.077,68
Montesignano
ettari
zona totale
4.179,17
ettari
2.841
S. Eusebio
9.674
Molassana
4.570
censimento 2006
popolazione
variazione %
rispetto al 2001
densità
abitanti/ettaro
59.082
-0,57
14,14
Doria
6.034
Prato
LE VARIAZIONI ANAGRAFICHE
movimento naturale
movimento migratorio
710
689
cambi di abitazione
1.384
1.382
entrati
usciti
+2 unità
824
438
nati
morti
-251 unità
DIFFERENZA
immigrati
emigrati
-114 unità
DIFFERENZA
DIFFERENZA
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LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
la storia
I SIMBOLI DEL PASSATO
Staglieno
e la memoria
Cimitero, Risorgimento e il legame con la città
A CAVALLO tra il mondo ur­
bano e le terre agricole dell’alta
valle. Un tempo fuori le mura,
comodo campo per le truppe
straniere arrivate da regni lon­
tani, amiche o nemiche, porta­
trici di sangue e epidemie. Ma
anche esilio (momentaneo)
per le fazioni politiche locali in
disgrazia, nell’eterna lotta tra
famiglie, Doria e Fieschi, guelfi
e ghibellini, popolani e aristo­
cratici.
Eccola, la media valle del Bi­
sagno, luogo di transito e teatro
di piccoli e grandi eventi. Se il
torrente potesse parlare, rac­
conterebbe un via vai di cose e
persone, armi e carri. Parle­
rebbe dell’acquedotto che, par­
tendo da monte, portava la vita
per tante famiglie. E del lavoro
delle maestranze che ­ nel 1650
­ costruirono un primo ponte
sul rio Geirato a Molassana.
E chissà se l’acqua del fiume ­
che ha memoria ­ ha ascoltato
le voci della rivolta contro gli
austriaci del 1746, lanciata con
un sasso da un ragazzo del po­
polo, Giovanni Battista Pe­
rasso detto “il Balilla”, e degli
scontri che qui seguirono, fino
alla completa cacciata delle
truppe agli ordini di Vienna.
Genova era ancora lontana,
una città fortificata. Solo il go­
verno sabaudo nel 1850
avrebbe progettato e comple­
tato la strada della Scoffera e,
negli anni immediatamente
successivi all’Unità, sarebbe
iniziata l’espansione urbana
che avrebbe portato all’annes­
sionedelborgodiStaglieno(in­
sieme a Marassi e San Frut­
tuoso), a lungo rimasto l’
estremo lembo di Genova nella
valle.
Ed è sorprendente che il luo­
go­simbolo della storia di que­
sta valle, terra di transiti, sia un
luogo d’approdo, il cimitero
monumentale di Staglieno.
Eterno nella sua parte monu­
mentale, porto d’arrivo per i
grandi dell’arte, della politica,
del Risorgimento.
>> SUL WEB
OPERE D’ARTE
TUTTE SCHEDATE
••• TUTTO il patrimonio
storico­culturale del cimi­
tero di Staglieno è sul
web. Le immagini e le
schede di migliaia tra mo­
numenti e sculture del ci­
mitero monumentale
sono visibili sul sito della
Regione Liguria,
www.culturainliguria.it
(alla voce “inventario dei
beni culturali), grazie alla
catalogazione promossa
dal Comune di Genova.
Staglieno, cuore della mo­
derna municipalità, è oggi
splendore e degrado. Ed è dav­
vero l’emblema di un quartiere
e di una città. Non solo perché i
grandi di ieri e di oggi ancora
parlano ai vivi, sono testimo­
nianzadiciòchealtrihannoso­
gnato e cercato.
Ai margini della città otto­
centesca, il quartiere di Sta­
glieno è un angolo di Valbisa­
gno che, in un passato neanche
troppo lontano, era il luogo de­
putato per accogliere le attività
più scomode, dal via vai dei
carri funebri allo smaltimento
dirifiutiallaVolpara,finoaicu­
muli di carbon coke alle Ga­
vette.
Ma la presenza dominante,
su tutto, è quella del cimitero
monumentale. Luogo di splen­
dore e trascurata nobiltà, fonte
di lacrime e ricchezza. Una
città dei morti che oggi è
grande quanto la Genova dei
vivi: sono infatti tra 500 e 600
mila le sepolture attualmente
presenti, secondo una stima
dei servizi cimiteriali del Co­
mune.
La storia è davvero qui, non
solo nella giornata che la tradi­
zione e la Chiesa dedicano ai
defunti.Mazzini,ilcimiterodei
garibaldini,maancheGovieDe
Andrè parlano ancora, a chili sa
ascoltare.
BRUNO VIANI
[email protected]
Il disegno del funerale di Giuseppe Mazzini
LE SCULTURE
PIÙ DEI MAUSOLEI
SPICCA IL BUSTO
DELLA “PAISANN­A”
IL PANTHEON e il mauso­
leo con i grandi personaggi
dell’arte, della cultura e della
storia di Genova (da Lorenzo
Pareto a Domenico Canzio, da
Domenico De Ferrari a Carlo
Barabino, da Giovanni Batti­
sta Resasco a Nino Bixio). I ga­
ribaldini e Mazzini, De André
che riposa qui e sembra can­
tare ancora le ballate di Spoon
River,altrocimitero,altrevoci
dall’aldilà.
Però poi, alla fine, il volto
che meglio rappresenta la re­
altà del cimitero di Staglieno ­
e di tutto questo spicchio di
città affacciato sul Bisagno ­ è
quello umile della venditrice
di noccioline Cattainin Cam­
podonico (A Paisann­a),
morta nel 1881, che vendeva
raste e canestrelli col vento e
con il sole, come ricorda una
epigrafe in dialetto genovese.
È l’anima davvero popolana
di un angolo di Genova che
vive ancora nella sua condi­
zione di “terra di mezzo” so­
spesa tra la campagna e la
città, con le sue ricchezze
(tante) e i suoi problemi.
i progetti
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LE INIZIATIVE E LE PROPOSTE PER LO SVILUPPO
Nuovo quartiere
nell’ex fabbrica
L’area del colorificio Boero sarà riqualificata
IL COLORE che prevarrà, nel
punto dove per anni le vernici
sono state create, sarà il verde.
“Pezzo” da esportazione dell’ar­
chitettura partecipata ­ sul per­
corso impostato qualche anno fa
sonostatiancheorganizzaticon­
vegni ­ il progetto di riqualifica­
zione dell’area ancora oggi occu­
pata dal colorificio Boero, a Mo­
lassana, rappresenta forse il
primo sereno esempio di come
l’apertura di un progetto a un
quartierepossamigliorareilrap­
porto tra l’idea del cambiamento
e ciò che lo circonderà. Il com­
pleto abbattimento dello stabili­
mento industriale consentirà
non solo di inserire del verde
pubblico laddove non ce n’è mai
stato, ma porterà anche alla na­
scita di un complesso “misto”,
dedicato sì a nuove residenze ma
con una dotazione di spazi per
commercio e servizi pubblici in
grado di trasformare uno stabili­
mento industriale in un nuovo
centro del quartiere.
Luogo di passaggio, striscia
senza (o quasi) piazze nelle quali
fermarsi, quartiere ridotto a dor­
mitorio dalla città del centro che
col tempo ha assorbito tutte le
possibilità d’impiego, la Valbisa­
gno tenterà di partire anche da
qui,perritrovarelapropriavoca­
zione. Si produrranno vernici
ancoraperpoco,nelgrandecolo­
rificio di Molassana. Al termine
di un lungo percorso ­ il primo
con assemblee pubbliche aperte
alle idee e alle osservazioni dei
cittadini­sièdecisochequisico­
struiranno due torri da dieci
piani ciascuna (e non di venti
come era stato prospettato
all’inizio), una biblioteca, pale­
stre e cinema, un nuovo co­
mando per i vigili.
In via Molassana, intanto,
continua a far pessima mostra di
sé il fantasma del glorioso Ci­
nema Nazionale. A fianco sor­
gerà il nuovo edificio del Munici­
pio, soldi dello Stato ­ “Contratto
di quartiere” ­ trattenuti a fatica
che finalmente si sono sbloccati.
Il nuovo Municipio sorgerà al
posto di un parcheggio, proprio a
ridosso del vecchio cinema che
per ora rimarrà com’è. Un piano
o due se li prenderà la Pam, la
pubblica assistenza che da epo­
che è costretta a occupare un lu­
rido casottino bordo­torrente.
Non molto distante, dalle parti
del ponte Fleming, è invece in
programma la costruzione di un
silo per qualche centinaio di au­
tomobili. Nell’ottica di urbanisti
ed esperti di mobilità qui i pen­
dolari dell’entroterra dovranno
lasciare la propria vettura per
servirsi della costruenda bus o
tramvia (il dibattito è ancora
apertissimotragliassessoridella
giunta).
Ma il quartiere senza piazze
punta tutto su Sant’Eusebio, tea­
tro di un progetto di restyling che
destinerà la piazza dell’antica
chiesa ai soli pedoni. Per chi
abita qui una vera rivoluzione.
Niente di nuovo sotto il sole sulla
“Città del marmo” di Ca’ de Riva,
vicino al cimitero monumentale
diStaglieno.Qui, oltreagliimpe­
gni di facciata ­ rinnovati in un
recente intervento ­ gli enti non
stanno andando. In Lungomare
Dalmazia potrebbe invece sor­
gere il primo albergo della val­
lata: un’azienda specializzata in
idrosanitari ha presentato un
progetto per la costruzione di un
nuovo albergo da cento camere
con tanto di rimessa interrata e
servizi. La voglia di cambia­
mento ha mille pelli. Avrebbe
solo bisogno di un tantino di ve­
locità e attenzione in più.
DANIELE GRILLO
[email protected]
Le due torri e l’area verde che sorgeranno nell’ex colorificio
>> L’IDEA
••• SUL SOGNO di unire, in
soli 15­20 minuti, Prato alla
Foce, si sono nel tempo sbiz­
zarriti in molti. Metropoli­
tana, people mover (ne sta
sorgendo uno a Bologna),
oggi le aspettative sono
tutte rivolte alla busvia della
Valbisagno. Una “corsia pro­
tetta” per i mezzi pubblici
che collegherà Brignole a
Molassana e ritorno. L’idea
della giunta ­ nota da tempo
­ è quella di realizzare un
collegamento veloce su
PRATO­FOCE,
CORSIA PROTETTA
PER AUTOBUS
gomma, possibilmente con
mezzi modernissimi, confor­
tevoli e veloci, in sostitu­
zione del progetto del tram,
considerato troppo costoso.
Ma il dibattito è ancora
aperto, e c’è chi vorrebbe la
gomma solo per qualche
anno, come “apripista” al ri­
torno del ferro. La grande
corsia gialla protetta per i
bus sorgerà sia in sponda
destra che in sponda sinistra
del Bisagno. Non saranno
impiegati cordoli a delimi­
tare la nuova supercorsia per
i bus, si parla piuttosto di
una corsia rialzata e assolu­
tamente inaccessibile per
auto e scooter, che do­
vrebbe consentire ai bus di
viaggiare spediti.
D. GRI.
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2 NOVEMBRE
2009
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LUNEDÌ
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IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX NEI QUARTIERI
Giardini sporchi
e vandalismi
Gli abitanti del quartiere: «È colpa dei giovani»
NEI GIARDINI Giorgio Falco
di Molassana, sede del mercato
rionale al lunedì mattina, pen­
sionati e signore di mezza età si
incontrano per fare spesa e
chiacchierare sulle panchine.
Ma dal tardo pomeriggio fino a
sera i giardini diventano anche il
punto di ritrovo dei giovani,
spesso accusati dagli adulti di
non aver rispetto ed educazione
per la zona nella quale abitano.
Vandalismo, sporcizia e danni
alle panchine dei giardini sono i
motivi principali delle lamen­
tele degli abitanti della zona.
«Guardate qui – dice Domenico
Ferlitaindicandolepanchine–:
le hanno cambiate pochi mesi fa
e sono di nuovo distrutte. È
pieno di ragazzotti che la sera si
riuniscono e si divertono a spac­
care tutto senza motivo».
Negli ultimi anni la popola­
zione della zona è aumentata,
anche grazie alla costruzione
delle nuove case popolari, inse­
diamento che non piace a di­
verse famiglie del quartiere.
«Guardate nei giardini, è pieno
di sporcizia perché alla sera qui
c’èditutto.Peccatochedigiorno
i bambini vengano per giocare
sugli scivoli con i genitori»,
spiega Giuseppina Catalano.
«Purtroppo le nuove genera­
zioni non hanno rispetto per
niente. Spaccare panchine pub­
bliche senza alcun motivo è
qualcosa di assurdo che pena­
lizza tutta la comunità», ag­
giunge Giovanni Ferrera. Se­
condoPaoloDiPietroèlanotte
che peggiora il quartiere: «Negli
ultimi anni sono aumentati gli
‘
UNA ZONA
VIVIBILE
Qui di giorno si
vive bene, ma di
notte questa zona
non è sicura
e andrebbe
meglio presidiata
PAOLO DI PIETRO
abitante di Molassana
extracomunitari e la sera questa
zona non è il massimo per
uscire. Forse Molassana an­
drebbe maggiormente presi­
diatadinotte,perchèdigiornosi
vive bene».
In zona alcuni abitanti hanno
sottolineato come siano sempre
di più gli stranieri che la notte
vanno a dormire all’ex cinema
Nazionale. «A Molassana non si
sta male, si vive bene e sicura­
mente molto meglio che in tante
altre zone di Genova. Tuttavia è
vero che in alcuni casi servi­
rebbe più pulizia ed educa­
zione», spiega Vilma Sciacca­
luga. Anche la signora Anna,
pensionata, crede che il pro­
blema di Molassana sia colpa
delle nuove generazioni: «Vedo
ragazzini che hanno la birra in
mano già dal mattino, che si riu­
niscono con i motorini nel tardo
pomeriggio. Con il buio sembra
che questa zona cada nel panico.
Forse le forze dell’ordine do­
vrebbero stare più attente
quando cala il sole. Spesso sento
il rumore di bottiglie spaccate
nel Geirato. La stupidità di al­
cuni è l’unico problema di Mo­
lassana».
MATTEO POLITANÒ
Panchine distrutte ai giardini del mercato di Molassana
I PREGI
«PISCINA E PISTA,
LA SCIORBA
È UN’ISOLA FELICE»
TRA LE diverse polemiche
nella zona sembra tuttavia es­
serci anche un’isola felice. E’ la
zona della Sciorba, vicino alla
piscina e alla pista di atletica,
dove sono tanti gli abitanti
della Valbisagno che fanno
sport e si allenano. Il com­
plesso sportivo, che accoglie
nuotatori e corridori di tutte le
età,giàdallaprimamattinaèri­
trovo di atleti e signore che
scelgono l’acqua per fare un po’
disportoseguireprogrammidi
riabilitazione. «Io vengo qui
due volte alla settimana per
fare terapia – spiega la signora
GinaCaorsi–,allaSciorbasista
proprio bene, il personale è
simpatico e ho avuto la possibi­
lità di fare anche nuove amici­
zie». Dello stesso parere è
anche Maurizio Zunino: «Io
sono un maratoneta. Mi trovo
bene in questa zona e credo
anche che arrivare con i mezzi
sia comodo e pratico per chi,
come me, viene da Marassi o
più dal centro». Qualche
pecca? Mia figlia si trova bene
ma l’acqua potrebbe essere più
pulita», spiega il signor Enrico.
I supermercati Basko di questa zona sono:
Via E. Bernardini 20 A, tel. 010/7173033
Via Piacenza 219 R, tel. 010/7173059
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molassana
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IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX
«Pochi autobus
e traffico in tilt»
«Che fine ha fatto il progetto del tram veloce?»
AL PRIMO POSTO tra le pre­
occupazioni per la zona, gli abi­
tantimettonoiltrafficoelaman­
canzadimezzipubblici,siaverso
il centro che verso le zone di San
Martino, Fontanegli e Cartage­
nova. Secondo loro, negli ultimi
anni le linee dell’Amt sono dimi­
nuite, mentre il traffico dei
mezzi privati è aumentato, pro­
vocando ingorghi.
«Io abito a Fontanegli e posso
scendere giù a Molassana solo in
autobus. Negli ultimi anni i
mezzi sono diminuiti e per noi
anziani è un gran problema»,
racconta la signora Lucia, pen­
sionata. Dello steso parere è
Alice Roberti: «Gli autobus in
questa zona sono pochissimi.
Aspettiamo delle ore e siamo
spesso stipati come sardine.
Prima c’erano il 12 e il 14 che fa­
cevano la tratta da Caricamento
a Prato, mentre ora c’è solo il 14,
il 12 si ferma al Giro del Fullo».
«Ho sentito dire che potreb­
bero togliere altre linee del bus e
questa cosa mi scoraggia molto.
Allamiaetànonèfacilespostarsi
ed è inconcepibile pensar di
dover aspettare un’ora per pren­
dere un autobus», spiega preoc­
cupata la signora Mina, pensio­
nata. I cittadini vorrebbero
nuove soluzioni, negli anni
scorsi si era parlato di una nuova
linea per il tram, di nuovi mezzi
pubblici per la Valbisagno.
«Forse bisognerebbe modifi­
care il traffico in questa zona ­
aggiunge ­. Si era parlato di fare
un tram per la Valbisagno, ma a
oggi non si è visto niente. Du­
rante i giorni di pioggia la ro­
tonda di largo Boccardo diventa
un ingorgo e le linee dell’autobus
sembrano sempre di meno». «La
metropolitana arriverà a Molas­
sana, ma nel 2030 – scherza
Mario Parola, coltivatore –. La
verità è che questa zona è snob­
bata. Ma non si capisce perché: a
Molassana ci sono 10.000 abi­
tanti». E il problema della piog­
gianoncreasolodisagiallaviabi­
lità ma anche ai cittadini che cer­
cano di raggiungere a piedi le
loro case. «Nove volte su dieci
quando piove i tombini si inta­
sano, esondano e allagano di­
verse zone. La rete fognaria è si­
curamente un altro problema
della zona di Molassana e anche
questo fattore si ripercuote sul
traffico», aggiunge Maria Te­
resa Gastadi. Dall’altro lato
della strada, su via Adamoli, la si­
tuazione sembra invece miglio­
rata. La nuova strada ha per­
messo di far respirare la viabilità
e, anche se i mezzi pubblici non
passano, spesso i cittadini che
usano la macchina ammettono il
miglioramento. «Certo quando
piove i disagi sono maggiori ma
tuttavia il traffico scorre bene
anche se alla mattina con i pen­
dolari è più facile trovare ingor­
ghi», racconta Rossella Fellini,
mamma del piccolo Giacomo.
MA. PO.
Autobus a Molassana: secondo gli abitanti sono pochi
>> LA CRITICA
••• TRA I TANTI problemi le­
gati al traffico della zona, la
signora Maria Grazia Lenzi,
residente nella zona e assi­
stente di un nipote disabile,
mette anche quello della
mancanza di pedane per i di­
versamente abili nelle fer­
mate Amt, un disservizio che
spesso la costringe ad affit­
tare mezzi privati costosi e
fuori dalla portata delle ta­
sche di famiglia. «Mio nipote
è disabile al cento per cento,
senza la carrozzella non
«NON CI SONO
PEDANE
PER DISABILI»
posso portarlo in giro: è as­
surdo che non ci siano pe­
dane disposte alle fermate.
Inoltre i mezzi privati ven­
gono garantiti fino ai 14 anni
dopodiché i disabili devono
arrangiarsi». Il problema non
riguarda solamente i mezzi
Amt, spesso dotati di rampa
per l’ingresso di carrozzelle,
bensì gli scalini delle fermate,
ostacoli architettonici che
non permettono alle carroz­
zelle di salire sui marciapiedi.
«In centro non abbiamo diffi­
coltà. In questa zona invece
gli impedimenti sono tanti e
speriamo che il Comune fac­
cia qualcosa – aggiunge la si­
gnora Lenzi ­ La mia famiglia
non può permettersi di affit­
tare mezzi privati ogni volta
che mio nipote vuole uscire».
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staglieno
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IL ”VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX
«Inquinamento grave»
Nel mirino Fangodotto alla Volpara, forno del cimitero e rimessa Amt
IN PIAZZALE RESASCO di­
versi cittadini della zona di Sta­
glieno si sono riuniti per dar
voce alle lamentele degli abi­
tanti del quartiere: sul fango­
dotto della Volpara, il forno cre­
matorio di Staglieno e la vicina
rimessa Amt. «Non ne pos­
siamo più, questa zona è invivi­
bile – spiega il signor Remo
Ivaldi –: prima di tutto c’è il
problema della rimessa delle
Gavette. Gli stessi autisti
dell’Amt hanno ammesso di
avere mezzi obsoleti e la gente
dellazonavedeognigiornonubi
di fumo alzarsi ogni volta che i
bus accendono i motori. Senza
contare che a pochi metri c’è la
scuolaMazziniechetuttiibam­
bini si ritrovano a respirare aria
inquinata».
Stesso problema per il forno
crematorio: «Qui vengono cre­
mati defunti provenienti anche
dalla Toscana e dal Piemonte. Il
fumo è sempre alto e spesso
nelle salme sono presenti pro­
tesi che quando vengono bru­
ciate producono polveri sottili
molto nocive», aggiunge Gia­
como Fasce. Anche alla Vol­
para ci sono problemi a causa
del compattatore dei fanghi
provenienti dal depuratore di
PuntaVagno:«Siamocostrettia
tenere le finestre chiuse perché
la puzza è insopportabile, non si
può vivere così», lamenta la si­
gnora Antonietta Bruzzo,
pensionata. Più arrabbiato è il
signor Francesco Bartolo, che
avocealtalanciauninvitoaipo­
litici della città: «Che vengano
sul mio pianerottolo per capire
come si vive. Li invito a pren­
ADOLFO MENNUTO
dere un caffè per rendersene
conto». La preoccupazione
maggiore è per la salute: «Ci è
stato promesso uno studio epi­
demiologico, ma non sappiamo
ancora quando», spiega Fulvia
Cetti. Ma tra le tante lamen­
tele, c’è anche chi cerca di smor­
zareitonicomeilsignorAdolfo
Mennuto che, pur ammet­
tendo l’inquinamento della
zona, ricorda come negli anni la
situazionesiamigliorata:«Iovi­
vevo qui già negli anni ‘60 e ri­
cordo quando alle Gavette c’era
il gasometro che inquinava
molto di più. Ora ci sono anche
parcheggiegiardini,lavitaèmi­
gliorata. E’ giusto lamentarsi
ma è importante anche ricor­
dare il passato per prenderlo
d’esempio».
abitante di Staglieno
MATTEO POLITANÒ
Manifestazione contro il fangodotto nel dicembre 2008
‘
MIGLIORAMENTI
RISPETTO AL PASSATO
L’inquinamento c’è ma negli
anni Sessanta la situazione
era ancora peggiore
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piazzale bligny
IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E IL SECOLO XIX
«Alture un po’ isolate»
Autobus a singhiozzo, buche nell’asfalto e poca sicurezza di notte
IN PIAZZALE BLIGNY nella
zonadeimacelli,gliabitantidella
vicina Sant’Eusebio, di via Terpi
e via Mogadiscio lamentano le
difficoltà degli spostamenti e
chiedono più corse per raggiun­
gere le case in altura. «Il pro­
blema degli autobus è quello
principale. Ci sono poche corse e
spesso alcune di queste vengono
saltate. Chi vuole raggiungere
piazzale Bligny da Sant’Eusebio
e viceversa a volte deve aspettare
anche mezzora. E’ inaccettabile,
nelle ore di punta alle fermate ci
sono sempre almeno quindici
persone» spiega Giuseppina
Acquaviva.
Dello stesso parere è anche la
signora Elisabetta, intercettata
alla fermata dell’autobus e vo­
gliosa di gridare la sua indigna­
zione.«È’unoscandalo.Secondo
lei è giusto che persone anziane
debbano aspettare venti minuti
alla fermata del bus? Inoltre
spesso alcune corse vengono sal­
tate come è’ successo a me in
questo momento. E’ normale
impiegare quaranta minuti per
farne cinque di strada in auto­
bus?». «L’Amt dovrebbe ascol­
tare le lamentele di questa zona,
vivo qui da anni e gli autobus
sono sempre in ritardo, spesso
gli autisti guidano anche troppo
forte e nelle curve noi anziani ri­
schiamo di cadere e farci del
male» dice Gianna Coppetti.
Il disagio dei pendolari non
tocca però solamente chi usa i
mezzi pubblici. «Quando piove
le strade che conducono a
Sant’Eusebio sono pericolose. I
lavori in corso sono sempre tanti
ma l’asfalto continua ad essere
Martino Serra e il furgone di Radio 19 in piazzale Bligny
rovinato e una buca sul bagnato
è’ una vera e propria trappola»
dice Daniele Casorla. I pro­
blemi delle vie di questa zona
sembrano infatti interessare
anche gli automobilisti e i moto­
ciclisti , le buche sull’asfalto di­
vengono un pericolo in più per
chi scende dalle alture e per chi
torna a casa dal centro. «Per chi
usa la moto questa zona è perico­
losa, soprattutto quando piove.
Spesso ci sono buche sulla strada
e a guidare con l’acqua si rischia
veramente tanto» testimonia
Roberto Canepa.
Dice ancora Alessia Bigoni:
«Le strade sono buie, la sera non
mi fido ad uscire perché è’ pieno
di ubriachi. Bisognerebbe illu­
minare di più la città, anche per
una questione di sicurezza del
cittadino oltre che della strada».
«E’ vero, in via Terpi spesso si
sentono schiamazzi e urla dopo
le ventitré. A volte non si riesce a
dormire. Sappiamo che è pieno
di ubriachi ma la zona non è
molto presidiata dalle forze
dell’ordine» aggiunge Michela
Soriani. La signora Giovanna,
pensionata di via Spalato, sotto­
linea anche la mancanza di ma­
nutenzione nei marciapiedi e in
alcune scale, un pericolo in più’
per chi, a causa dell’eta’, ha pro­
blemi di equilibrio.
prato
LUNEDÌ
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IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX
Prato, terra
di periferia
Timori per il Bisagno, pieno di arbusti e rifiuti
LA ZONA Di piazza Suppini a
Prato, capolinea del 14 e del 13 è
l’ultima considerata periferia
sulla direttrice del Bisagno..
Dopo questo piazzale iniziano
le strade a curve, immerse nel
verde, che vanno verso Bargagli
in direzione Piacenza. Gli abi­
tanti del posto hanno colto l’oc­
casione dell’arrivo dello studio
mobile di Radio 19 per lamen­
tarelasituazionedellazonache,
a loro dire, sta subendo un pro­
gressivo abbandono sia di abi­
tanti che da parte delle istitu­
zioni. «Ci sono pochi negozi, le
attività che aprono dopo qual­
che mese sono già chiuse. Qui
mancano i servizi base e nono­
stante ci sia una crisi degli eser­
cizi gli affitti continuano ad es­
serealti.Inoltrel’aperturadivia
Augusto Pedullà ha tolto anche
molto passaggio. Sono qui da
cinquantun anni e negli ultimi
sei mesi sto avvertendo la crisi
nonostante io abbia un negozio
avviato» racconta Giuseppe
Burgio.
Loredana Sordanini ha
un’attività vicino alla piazza,
una cartoleria che risente a sua
volta del progressivo abban­
dono della zona. « problemi qui
‘
MANCANZA
DI SERVIZI/1
Ho un’attività da
51 anni ma mai ho
sentito la crisi
come negli ultimi
sei mesi
GIUSEPPE BURGIO
commerciante
MANCANZA
DI SERVIZI/2
Mancano i bus
ma anche i
negozi: non c’è un
macellaio. Siamo
abbandonati
LOREDANA SORDANINI
dettagliante piazza Suppini
sono tanti, a partire dai mezzi
pubblici che non ci sono. Qui
passa un bus ogni quarto d’ora.
Inoltre manca un macellaio,
mancano i negozi e i supermer­
cati. Ci sentiamo un po’ abban­
donati». Nonostante la costru­
zione di un nuovo palazzetto
sportivo la zona di Prato conti­
nua ad essere isolata rispetto
alle zone vicine come ad esem­
pio Molassana.
« I giovani scappano da qui, è
normale. Non c’è niente da fare
e se qualcuno ha voglia di uscire
la sera deve per forza andare in
centro, autobus permettendo.
La sera qui non si riesce nep­
pure a prendere un caffé perché
è tutto chiuso» spiega Monica
Burgio. Dice il signor Piero
Venusti, pensionato, si sente
abbandonato: «Mancano i par­
cheggi e anche le pensiline degli
autobus. La gente resta sotto la
pioggia ad aspettare».
E poi c’è ilo letto del Bisagno:
« Tanti gli arbusti e le sterpaglie
che intasano il fiume facendo
aumentare la preoccupazione
degli abitanti in vista della sta­
gione piovosa. E poi sembra di­
ventato una discarica» spiega
Giovanni Morando
Abitanti preoccupati per la vegetazione nel letto del Bisagno
L’INIZIATIVA
ORTO DA COLTIVARE
ASSEGNATO AGLI
OVER 51 DELLA ZONA
IN UNA ZONA come quella
di Prato dove la percentuale di
pensionati è molto alta il pro­
getto degli orti urbani, ossia la
possibilità di assegnare a per­
sone sopra il 51 anni piccoli
appezzamenti di terra da col­
tivare per un periodo limitato
di tempo, era stata accolta con
entusiasmo. Qui era stata in­
dividuata la zona sopra piazza
Suppini pronta per essere
suddivisa ed assegnata agli
abitanti della zona. Tuttavia,
nonostante i lotti siano gia’
stati delimitati, l’assegna­
zione non è ancora avvenuta
«Coltivarelaterraè un’oppor­
tunità importante che viene
offertaaipensionati.Inquesta
zona sembrava essere tutto
pronto tuttavia i lotti non
sono stati ancora suddivisi e i
pensionati si lamentano. I ter­
reni sono praticamente pronti
ma nessuno ha potuto ancora
utilizzarli. Restano lì in attesa
di non si sa cosa ­ spiega
Giampaolo Malatesta . Spe­
riamo che la burocrazia possa
sveltirsi, tante persone hanno
voglia di iniziare a coltivare».
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prato
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IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX
«L’’aria è buona
ma c’è il deserto»
«Via Trossarelli tranquilla, però che dramma i posteggi»
VIA TROSSARELLI è la
strada che dalla zona di Prato
porta fino alle alture di San Mar­
tinodiStruppa.Unaviapopolata
chesoffreperòlostessomaleche
avvertono i cittadini della vicina
Doria. La mancanza di strutture,
servizi pubblici e mezzi di colle­
gamento con il centro crea di­
versi disagi ai cittadini. «Un solo
supermercato da qui a Molas­
sana, vi sembra normale? ­
chiedeOfeliaVilla– Sesiconsi­
dera il numero delle abitazioni
in rapporto agli esercizi si capi­
sce che qualcosa non torna. Le
persone che devono fare la spesa
vengono tutte in via Trossarelli e
con i mezzi pubblici che ci sono a
volte si rischia di perdere una
mattinata intera, soprattutto
per chi viene dai paesini come
Fontanegli e San Martino».
La Conad di via Trossarelli è
infatti l’unico supermercato per
diverse centinaia di metri. Gli
abitanti della zona di Prato e
della Doria hanno diversi spacci
e drogherie ma un vero e proprio
supermercato manca. «Cosi’
come i tabacchini, ce n’e’ uno qui
e poi il nulla fino a San Martino
di Struppa – lamenta Marianna
Guzzardi – .Questa zona po­
Il furgone di Radio 19 in via Struppa
trebbe benissimo essere risco­
perta perche’ ha moltissimi abi­
tanti. Io vengo qui per lavoro e
midispiacedirecheadessocome
adesso non ci verrei mai a vivere.
Per i giovani questo quartiere
non
offre
assolutamente
niente».
E, nonostante la mancanza di
strutture, sembra che gli affitti
delle case nella zona continuino
ad aumentare. «Costano di
meno rispetto ad altre zone ma
continuanoadesseretroppoalti.
E’ vero che in questa via si vive
bene, si respira aria buona e c’è
tranquillità, ciononostante sem­
bra il deserto, mancano servizi
fondamentali» spiega Daniela.
Via Trossarelli soffre inoltre di
un altro problema: è una strada
relativamente stretta e a causa
della mancanza di parcheggi
molti cittadini mettono la mac­
china sul lato della strada, ridu­
cendo ancor di più la carreggiata
eprovocandoulterioridisagi,so­
prattutto nei momenti in cui
passa il 479, autobus diretto a
San Martino che spesso e volen­
tieri è costretto a lunghe retro­
marcepernonintasareiltraffico
con le macchine che vengono in
senso opposto.
«In tanti parcheggiano ai lati
dellastradamalagentenonsiar­
rabbia. Non ci sono alternative e
anche i vigili sono comprensivi
conicittadini.AMolassanasono
stati fatti tanti parcheggi, è ora
che vengano messi anche qui»
spiega Roberto Tani, proprie­
tario di una pescheria all’inizio
della strada. «Via Trossarelli è
molto stretta e piena di curve.
Quando piove diventa perico­
losa e fare le manovre non è fa­
cile, soprattutto per i mezzi pub­
blici» racconta Dario Parodi. E
da Michele Leone arriva infine
una strigliata a coloro che scel­
gono di grande cilindrata: «Il
buonsenso è fondamentale».
>> L’APPELLO
«BELLA ZONA,
MA SERVE PIÙ
SENSO CIVICO»
••• VIA TROSSARELLI è
collegata alla Doria e a
Prato anche da tante pic­
cole vie e salite. Scale
dove spesso gli abitanti
portano a passeggiare i
propri animali. La pole­
mica è presto fatta e quale
occasione migliore dello
studio mobile per esten­
derla a tutti gli abitanti.
«La convivenza è alla base
di una società moderna. Si
fa presto a lamentarsi con
il sindaco e il Comune,
tante persone dovrebbero
invece avere più educa­
zione quando portano in
giro i propri cani». Il pro­
blema è chiaro: i tanti cit­
tadini che non puliscono le
deiezioni dei propri amici
a quattro zampe anche
lungo scalinate che ven­
gono utilizzate per lo più
da persone anziane. «Vivo
qui da venticinque anni e
mi trovo benissimo.
L’unico problema che ho
notato è questo, in tanti
non puliscono i bisogni dei
cani lasciando la strada in
condizioni pietose – rac­
conta Ismet Cizmic –
Quando porto i bambini a
scuola è uno schifo. Nella
zona ci sono tanti pro­
blemi ma questo è l’unico
che puo’ essere risolto
dagli abitanti».
MA. PO.
Continuano le iscrizioni per l’anno scolastico 2009/2010 per il conseguimento del DIPLOMA di
LICENZA MEDIA - GEOMETRA - RAGIONIERE
PERITO - DIRIGENTE DI COMUNITÀ
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san gottardo
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IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX
Bar e oratorio
per socializzare
Abitanti delusi: «Degrado e scarsa sicurezza»
IL DISEGNATORE navale
Giovanni Naufria, ora in pen­
sione, ci va giù pesante: «San
Gottardo è una delle zone più
squallide di Genova, un quar­
tiere da “miseretti”». L’urbani­
stica, dice, non favorisce l’ag­
gregazione: «Sì, c’è il bar, si
gioca a carte, ma mancano dei
punti di ritrovo, un posto dove
si possa socializzare, creare un
contatto umano tra vicini di
quartiere».
Conferma ­ ma è più indul­
gente ­ Carlo Barbieri, e ri­
corda che c’è la parrocchia a
fare da “aggregatore”, anche se
poi ammette che «non tutti vo­
glionoandarci».Storceilnasoil
figlio Luca, studente, tutto
sommato soddisfatto della vita
di quartiere. «E poi ­ aggiunge ­
noi ragazzi praticamente ci co­
nosciamo tutti».
Tutt’altra visione della gio­
ventù di zona ha Loreto Ca­
varretta, anche lui pensio­
nato. Per il quale «cammini per
strada e ti accorgi della disoc­
cupazione che c’è, soprattutto
fra i ragazzi». E gli si aggiunge
l’amico Antonino Emma­
nuele, che dalla provincia di
Trapani da quindici anni “sale”
fino a San Gottardo a trovare la
figlia: «Qui saremmo a Ge­
nova? Ma quale Genova! Qui
non c’è niente da fare, sono
anni che tutto resta uguale».
E il degrado non è solo
un’impressione, almeno a sen­
tire Maria Cravari. Lei ne fa
una questione di sicurezza, de­
linquenza e immigrazione. Ce
l’ha con gli «zingari» che fre­
quentano queste strade. E un
immigrato,HassenAiba,aGe­
nova da molti anni e da dieci ti­
tolarediunortofruttanelquar­
tiere, riprende il tema: «Mi
hanno aperto il negozio più di
quattro volte. L’ultima, di re­
cente, si sono portati via 230
euro».
Racconta di un edificio ab­
bandonato lì di fianco, «occu­
pato da loro, abusivi, sgombe­
rato tre volte e subito rioccu­
pato». Il problema di base? «I
controlli delle forze dell’ordine
sono troppo pochi».
Ma la delinquenza più mole­
sta, in zona, ha per protagonisti
i genovesi, anche ragazzini. Lo
dicono in molti. Un esempio, i
giardini del Fossato di Cicala.
Orietta De Bernardi vive al
lato: «Sono vandali, 12­13 anni,
sfasciano tutto, le panchine, i
cestini, e tutta l’immondizia la
fanno finire nel fiume; un disa­
stro, fumano pure gli spinelli».
E’ difficile anche dormire: «Li
senti fino alle due di notte» e se
passa una volante «vedono la
luce blu, scappano e rientrano»
appena se n’è andata.
«Non sa quante volte ho
chiamatolapolizia­ammette­,
ma da un anno non lo faccio
più, ho perso le speranze».
GIULIA PALMIERI
Martino Serra di Radio 19 in uno dei bar di via Piacenza
>> LA CRITICA
••• NEL CUORE di San Got­
tardo, sulla salita di via Fi­
denza, c’è una macchina
«dove i drogati vengono a
“farsi” di notte». Lo racconta
Benito Capuro, che vive lì vi­
cino. E’ una Panda blu, 4x4, e
la ruota posteriore sinistra è
a terra. Il signor Capuro si
avvicina e apre lo sportello:
«Vede? Si apre così. Ho fatto
una piccola indagine e ho
scoperto che il proprietario è
morto sei anni fa e da allora è
stata abbandonata, aperta».
QUELLA MACCHINA
RIFUGIO DI NOTTE
PER DROGATI
Un problema segnalato da
tempo, lamentano altri citta­
dini, ma a cui nessuno ha an­
cora messo mano. Di droga,
per i loro gusti, ne gira un po’
troppa. Mara Barletta ha
poco oltre un negozio di og­
getti usati. Con dei giardini
pubblici di fronte. «Non si
può raccontare quello che
succede qui durante i pome­
riggi e le sere, uno schifo ­ si
sfoga ­, una volta ho visto
anche una madre che si dro­
gava davanti al figlio». Come
lei,tanti si sentono lasciati
soli da forze dell’ordine e
Comune, impotenti. «E se
provi a dire qualcosa, che
non ti sta bene ­ dice scon­
fortata la signora ­, ti arri­
vano pure le minacce».
GI.P.
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fossato cicala
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IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX
«San Gottardo, qui
la vita è migliorata»
«I marciapiedi però sono disastrati, le strade piene di buche»
NON SERVE per forza un ge­
novese per vedere quali sono i
problemi che affliggono la città.
Singh Gurbagh, per esempio, è
indiano, ma siccome da anni fa
l’operaioinzonaValbisagno,tra
SanGottardoeviaPiacenzagira
come fosse a casa sua: «Io di so­
lito uso lo scooter e appena
piove qui non si riesce più a pas­
sare. Con il risultato che non
riesci ad arrivare in orario».
E la viabilità qui non fa un’ot­
tima figura neanche quando è
bel tempo. Il titolare del bar
“Sodi”, Adriano Santeusanio,
ha il marciapiede e la strada an­
tistanti il locale che sono più o
meno una gruviera: «Ogni ac­
quazzone si formano delle poz­
zanghere enormi , passano gli
autobus o le macchine e i miei
clienti sono belli che zuppi».
Gli affezionati per fortuna
non si lasciano scoraggiare da
questi inconvenienti. Tra loro
c’è Giuseppe Pomati, che lì, at­
torno a un tavolino da gioco,
passa volentieri i suoi pome­
riggi, tra una sfida a carte e
l’altra con gli amici. Si concede
unapausabrevissimaperdirela
sua sul quartiere, la partita non
ammette troppe distrazioni:
Maria Crovari ai microfoni di Radio 19
‘
SENSO CIVICO
DIMENTICATO
Parcheggiano sui marciapiedi
o in doppia fila auto che sono
treni. E non passa più nessuno
AMELIA VIVALDA
abitante di San Gottardo
«Le macchine qui passano
troppo veloci, anche vicino agli
attraversamenti,chemagaripoi
passa un bambino soprappen­
siero...». E non c’è da star tran­
quilli neanche a camminare sui
marciapiedi: «Quante volte si
inciampa e ci si fa pure male. C’è
stata anche una causa, che io ri­
cordi, ma non so come è andata
a finire. Per non parlare dei di­
sabili. Se per noi è pericoloso,
per loro è impossibile».
E su uno di quei “percorsi mi­
nati”passaAmeliaVivaldache
in San Gottardo vive da cin­
quant’anni: «I marciapiedi non
sono rotti, hanno i buchi! Io ci
sono caduta e c’è caduta pure
mia figlia. E se prosegui su,
verso via Allende, non ci sono
proprio! Di sera è pericolosis­
simo, perché per passare devi
camminare sulla strada». Am­
mette che la zona «è migliorata
moltissimo, di servizi non
manca niente, supermercati
quanti ne vuoi, la asl», però
certo che se chi guida fosse un
po’ più «civile»: «Parcheggiano
sui marciapiedi o in doppia fila
auto che non son mica auto,
sono treni! E così non passano
né i pedoni, né le ambulanze».
Vecchio problema per Vitto­
rio Carpi, cofondatore e presi­
dente della Croce verde San
Gottardo, i cui mezzi di soc­
corso, testimonia, restano
spesso imbottigliate. Mentre la
vede più positiva Benedetto
Riga, meccanico al fossato di
Cicala: «Sarà che sto sempre qui
in officina», azzarda. Passa un
topo sotto alle macchine in ri­
parazione,«manonèpoidigran
disturbo».
GIULIA PALMIERI
>> LA DENUNCIA
LE FIORIERE
DEL MUNICIPIO
DIMENTICATE
••• SISTEMATE LUNGO
via Piacenza tre anni fa
per abbellire le strade di
San Gottardo, le fioriere
del municipio oggi sono
nient’altro che recipienti
per piante secche, alti
rami gialli e terra infertile.
Nel più totale abbandono
da circa due anni.
Le mostra Nicolò Valenza,
consigliere municipale
Pdl: «Questi vasi li ha vo­
luti l’amministrazione
precedente, ma adesso
vanno assolutamente eli­
minate». Il motivo non è
solo il decoro: «Tolgono
spazio alle macchine che
cercano il posteggio,
come se già non ci fos­
sero abbastanza problemi
­ osserva ­ e poi sono
sempre rotti, perché le
macchine cercano co­
munque di parcheggiare
e ci sbattono contro».
La visione di quelle piante
morte e rinsecchite colpi­
sce molti dei passanti. Ma
il consigliere ammette di
non avere potere in mate­
ria: «Il nostro budget di­
pende dal Comune, che,
taglia e taglia, non ha mai
soldi». Insomma, «la que­
stione non va raccontata
a me ­ dice ridendo ­ ma
alla signora Vincenzi».
GI.P.
20
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
Con i finanziamenti
della Regione si recupera
la passeggiata dell’Acquedotto
storico in Valbisagno
Un percorso nel verde delle colline che sarà lungo 28 chilometri - Il restauro di aree e strutture che
ne permettono un utilizzo a fini turistici, culturali e didattici - Il progetto ha un costo complessivo
ammesso al contributo di 2 milioni 843 mila euro. La Regione Liguria ha stanziato 2 milioni 658.734,
di cui 1.613.234 già erogati.
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Quando il progetto sarà completato
Genova sarà dotata della “più grande
passeggiata verde della città” - come
dice Giordano Bruschi, presidente
del comitato delle associazioni per il recupero
dell’Acquedotto storico della Valbisagno
e consulente del sindaco – e sarà restituito
a cittadini, turisti, studenti, un percorso
di grandissimo fascino ambientale, storico
e tecnico, lungo 28 chilometri percorribili
a piedi. Una passeggiata nella natura delle
colline della vallata e “dolce”, giacchè
l’inclinazione prevista da quest’opera
da luogo a una pendenza lieve, pari all’1,25
per mille.
Parliamo del recupero dell’Acquedotto storico
di Genova nella sua parte che attraversa
la Valbisagno (la strattura arrivava fino
in porto, e se ne vede ancora la traccia
nei portici di Sottoripa).
Un intervento gestito dal Comune di Genova
grazie a finanziamenti ingenti che in questi
anni sono stati stanziati e in buona parte
erogati dalla Regione Liguria, coinvolgendo
le competenze degli assessorati
all’Urbanistica, alla Cultura e al Turismo.
Il progetto di recupero riguarda sia le opere
edili dell’acquedotto vero e proprio,
con strutture di grande interesse e
spettacolari come il ponte-sifone di Staglieno,
sia la realizzazione di una migliore
accessibilità alla passeggiata costituita
dall’acquedotto, con la relativa segnaletica,
sia il recupero di strutture che possono
renderne più attiva la fruizione da parte
del pubblico.
In particolare è previsto il restauro
della “Casa dei filtri” dove verrà allestito
un centro multimediale.
Si tratta anche di recuperare e attrezzare
le aree limitrofe, come il parco di 2.600 metri
quadrati che sarà realizzato proprio accanto
alla “Casa dei filtri”, ricco di frutteti e di piante
autoctone che verranno tutelate e riprodotte
grazie a iniziative di agricoltura biologica.
La Regione Liguria ha inoltre inserito
Informazione a cura della Regione Liguria
l’Acquedotto storico tra i beni da tutelare
con il nuovo Piano paesistico regionale
perchè di particolare valore storico
e ambientale.
L’intervento già realizzato riguarda il restauro
dell’opera da via delle Ginestre fino
alla chiesa di S.Bartolomeo e a Trensasco.
Sono in corso gli appalti per proseguire
il recupero da Trensasco fino a Molassana.
I finanziamenti regionali, che riguardano
anche le iniziative di promozione
e di animazione culturale intorno al progetto,
si sono succeduti in varie tranches
negli ultimi anni.
L’opera ha un costo complessivo ammesso
al contributo regionale di 2 milioni 843 mila
euro.
Il contributo regionale concesso assomma
in tutto a euro 2.658.734, di cui impegnati
quasi due milioni (1.938.734) e già erogati
1.613.234.
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LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
Molassana si riqualifica
con il Contratto di Quartiere
La Regione finanzia il 35%
Gli interventi in via Sertoli per realizzare una piazza, recuperare 70 alloggi pubblici, riaprire una
scuola materna con mensa – Sarà costruito un Centro civico con la sede del Municipio e altri
servizi – Opere che si collegano con il nuovo Progetto integrato di rigenerazione urbana promosso
dalla Regione Liguria.
Nel secondo programma di Contratti di Quartiere – che comprende
7 interventi a Genova, Badalucco, La Spezia, Savona e Imperia – la
Regione Liguria ha investito oltre 16 milioni di euro, pari al 35% del
costo complessivo di 46 milioni e 290 mila euro, mentre il restante 65%
è coperto da contributi statali.
Al 31 dicembre 2008 il totale dei fondi erogati era di 8 milioni e 390
mila euro.
Il Contratto di Quartiere che riguarda Molassana, a Genova,
comprende una serie di interventi per la riqualificazione dell’area
– investita anche dalla ristrutturazione dell’area Boero – ai quali
si aggiungeranno le opere e le azioni previste dal nuovo Progetto
integrato di rigenerazione urbana che la Regione ha promosso grazie
ai fondi FESR (Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale) accogliendo la
proposta del Comune di Genova.
Per quanto riguarda il Contratto di Quartiere sono stati completati
i lavori per la demolizione dell’edificio al n. 11 di Via Sertoli, eseguiti da
ARTE, che consente la realizzazione della nuova piazza del quartiere.
Sono invece stati appaltati e sono in corso i lavori per il recupero
dello stabile al civico 7, sempre di via Sertoli, dove saranno ristrutturati
70 alloggi di edilizia residenziale pubblica. Nello stesso palazzo
è prevista la realizzazione della scuola materna e di una nuova mensa
al suo servizio.
Il Contratto si completerà con la realizzazione della piazza attrezzata
a verde e in parte a parcheggio e con la costruzione di un nuovo
Centro Civico che sarà sede del Municipio e di altri servizi.
Il costo dell’intervento, progettato e gestito dal Comune di Genova,
è di 9.694.456 euro, mentre il finanziamento assegnato (35% regionale
e 65% statale) è di 7.998.872 euro.
Nuova viabilità e parcheggi col Progetto integrato di rigenerazione urbana
La Regione Liguria ha accolto,
tra le altre, la proposta
del Comune di Genova
per realizzare sempre
a Molassana un nuovo Progetto
integrato di rigenerazione urbana
che gode dei finanziamenti
europei del FESR.
Il futuro dell’area posta
all’intersezione del Geirato
con il Bisagno, muove dalla
trasformazione urbanistica
del complesso produttivo Boero
a opera di privati, intorno al quale
si delinea la riorganizzazione del
sistema della viabilità con nuovi
percorsi, piazze pubbliche
e pedonalizzazioni, e la
valorizzazione dell’acquedotto
storico, operazioni sinergiche
Titolo intervento
1. Riassetto della mobilità locale (nuova viabilità in sponda Bisagno)
2. Riqualificazione via Molassana
3. Riqualificazione della piazza antistante il nuovo edificio per servizi civici
4. Riqualificazione via Geirato e via Bernardini
5. Recupero acquedotto storico
6. Realizzazione parcheggio intermodale a monte del ponte Fleming
7. Risanamento idrogeologico torrente Geirato (2° lotto)
8. Realizzazione tombinatura Cà de Rissi
TOTALE
a quelle attuate dal Contratto
di Quartiere, nonché un ulteriore
lotto di lavori per la messa
in sicurezza del torrente Geirato.
L’area, per la sua posizione lungo
la Val Bisagno, possiede
le condizioni favorevoli
per diventare un nodo
di interscambio tra auto private
e bus, per assicurare un rapido
collegamento al centro cittadino.
La spesa complessiva prevista
è di 11 milioni e 760.450 euro,
il contributo assegnato dalla
Regione con i fondi europei
è di 9 milioni di euro.
Nella tabella qui sotto il dettaglio
degli interventi previsti.
Spesa ammessa
€ 1.620.000,00
€ 1.850.000,00
€ 347.450,00
€ 430.000,00
€ 400.000,00
€ 4.500.000,00
€ 2.000.000,00
€ 613.000,00
€ 11.760.450,00
Dalla Regione Liguria per Genova Municipio Media Valbisagno
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doria
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IL “VIAGGIO” DI RADIO 19 E DEL SECOLO XIX
«Il rio Torbido
mette paura»
Rischio di esondazione durante i temporali
IL PONTE Nicolas Green
nella zona della Doria in Valbisa­
gno è uno degli snodi principali
del traffico di Struppa. Al ve­
nerdì, giorno del mercato rio­
nale, i problemi del quartiere
emergono nel coro di casalinghe
e pensionati che si lamentano
per la poca attenzione del co­
mune verso la Valbisagno. «Que­
sta zona è poco fornita di mezzi,
raggiungereilcentropernoièun
problema – spiega Marco Ma­
lerbi – inoltre le strade sono
piene di buche nonostante siano
state rifatte da poco». La zona
della Doria è vicina al Rio Tor­
bido, affluente del Bisagno . «Le
strade sono pericolose e durante
i temporali il fiume preoccupa. I
tombini esondano e la gente ri­
schia anche di non poter rag­
giungere le case» spiega Oriana,
motociclista. «Non viene mai
nessuno a pulire, ai lati del tor­
rente alcuni pezzi di strada sono
franati» racconta Massimo Pi­
casso.«Hosentitodirecheilsin­
daco ha consigliato agli abitanti
di dare una mano e pulire loro i
letti dei fiumi. Mi sento un po’
preso in giro»aggiunge Sergio
De Ruvo. «La poca pulizia del
Rio Torbido è sotto gli occhi di
tutti ma nessuno fa niente per
migliorare la situazione» prote­
sta la signora Giuliana Broc­
cardo,pensionata.LaDoriahaal
suo interno anche il bivio per
Creto, una strada che collega la
valle a tutti i paesini d’altura. Il
pericolo delle frane preoccupa
gli abitanti che non mancano di
sottolineare i precedenti. «A
Cretoc’èstataunafranamesifae
i lavori non sono ancora termi­
nati, vorrei capire i motivi» la­
menta Angelo Campanella.
Inoltre nei giorni scorsi alcuni
pompieri sono intervenuti per
allontanare alcuni nomadi che si
erano accampati sotto il ponte
checollegailRioTorbidoalBisa­
gno. L’acqua portata dalle re­
centi piogge aveva reso perico­
losa l’ubicazione delle tende e i
campeggiatori improvvisati si
erano trovati isolati. «In questa
zona ci sono molti nomadi e un
campo zingari è anche a poche
centinaia di metri dalla Doria»
testimonia Anna Coviello. Rag­
giungere la Doria dai paesini di
Aggio, Creto e Montoggio non è
facile, secondo gli abitanti le cor­
riere hanno poche corse. «Io
abito ad Aggio e alla mattina c’è
unacorsaallesetteemezzamen­
tre quella dopo è alle 10, mi sem­
bra assurdo – dice Silvana Bur­
lando dalla fermata – Senza par­
lare dei giorni di sciopero». «I
problemi di questa zona sono so­
prattutto di viabilità e mancanza
di infrastrutture. Da quando è
stata aperta via Augusto Pedulla’
il traffico è aumentato. Questa
zona si sta ripopolando: negli ul­
timi mesi la popolazione è au­
mentata di circa 700 unità»
spiega Bruno Viacava.
MATTEO POLITANÒ
Il furgone mobile di Radio 19 alla Doria
>> IL PROGETTO
••• PREOCCUPA gli abitanti
della Doria il progetto di co­
struzione di un complesso di
cento appartamenti in via di
Creto. L’ex sede dell’Enel è
stata infatti scelta come sede
per la creazione di nuove so­
cial house. Gli abitanti non
sono preoccupati per la co­
struzione di nuove case bensì
per la portata del progetto
che prevede l’aumento volu­
metrico del venti per cento di
una struttura già di per sé fa­
tiscente. «Fosse solo per il
CENTO ALLOGGI
NELL’EX SEDE
DELL’ENEL
progetto non ci sarebbero
problemi. La protesta deriva
dalla decisione di aumentare
la struttura di due piani,
scelta che toglierà la visuale a
diverse case dietro la costru­
zione» racconta Claudio Villa.
La paura per “l’ecomostro” è
comune a diversi abitanti,
come testimonia il signor An­
tonio Testino.«Abbiamo cre­
ato un comitato perché’
siamo molto preoccupati.
Speriamo che non ci sia alcun
aumento volumetrico perché’
due piani in più in una costru­
zione che ne ha già sette sa­
rebbe veramente troppo».
L’assessore Bruno Pastorino
ha tranquillizzato gli abitanti :
«Ci siederemo a un tavolo per
discutere e valutare tutte le
soluzioni possibili»..
24
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
le e­mail dei lettori
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
25
LE SEGNALAZIONI E LE PROPOSTE
Vie dissestate
centauri in crisi
«Giardini Falco, i vandali la fanno da padrone»
MARISA CANEPA, che vive
tra via Geirato e via Molassana,
è preoccupata per il Bisagno.
Lamenta che «ogni volta che
piove entro in ansia. L’idea che
quegli alberi e tutta quella vege­
tazione siano il letto di un
fiume... Non è possibile, non
possiamo andare avanti così.
Basterebbe solo un po’ di buona
volontà da parte dell’ammini­
strazione comunale per siste­
mare la situazione». Ha scritto
dopo aver «visto il pullmino di
Radio 19 e la gente che si fer­
mava al microfono» e ha pen­
sato di dire anche lei la sua,
«sperando serva a qualcosa».
Stessa zona ma problemati­
che diverse quelle segnalate in­
vece nella lettera di Virgino
Natale: «Volevo segnalare che i
giardini Falco a Molassana,
presso la fermata della linea di
autobus 48,sono praticamente
terra di nessuno. Il vandalismo
la fa da padrone».
«Panchine rotte e scritte dap­
pertutto, per terra e pure sui
giochi dei bambini, completa­
mente rovinati. La piccola pista
di pattinaggio è in condizioni
indecenti e senza nessuna rete
di protezione», dunque inutiliz­
zabile dai più piccoli.
«Inoltre, dal monumento ai
caduti hanno tolto via alcune
delleletterecheeranoinrilievo,
per non parlare delle aiuole
pubbliche, sempre sporche», in
uno stato di totale abbandono.
MOLASSANA
«PIÙ CONTROLLI»
Scrivo per chiedere alle
forze dell’ordine più
controlli in zona Molassana.
Gli immigrati aumentano,
l’ex cinema Nazionale è
praticamente un dormitorio
e di notte non ci sentiamo
più sicuri di poter andare a
fare due passi.
Margherita
FOSSATO CICALA
PROBLEMA TOMBINI
Nella zona del Fossato
Cicala, dove lavoro, a ogni
acquazzone i tombini
esondano e le strade si
allagano. Non è possibile
avere ancora problemi di
questo tipo in una città
grande e civile come
Genova.
Giuseppe
VIA PIACENZA
TROPPE AUTO
Da quando via Piacenza è a
senso unico a scendere, il
traffico è peggiorato. In più,
le macchine parcheggiate
sui marciapiedi riducono
ancora di più lo spazio.
Il risultato è che i bus per
Staglieno rimangono
imbottigliati.
Luigi
GAVETTE
«INQUINAMENTO»
Abito vicino alla rimessa
delle Gavette. L’aria è
irrespirabile. Spostare la
struttura non è una
soluzione. Chiedo invece ad
Amt mezzi nuovi e meno
inquinanti. Troppi sono
vecchi, con fumi tremendi
dal tubo di scappamento.
Lorenzo
Strade dissestate: un lettore evidenzia i pericoli per i centauri
«Amiu, vigili e circoscrizione
sono stati messi a conoscenza
più volte, ma purtroppo non
hanno mai fatto nulla. Hanno sì
provveduto a riparare più volte
lepanchinerotte,mapoibasta».
«Tra l’altro, nella mia zona i
giardini Falco sono l’unico spa­
zio verde che possono usare
bambini e le persone anziane».
Uno spazio, sostiene il signor
Natale, essenziale per la vita di
quartiere e un diritto per chi ci
vive. Non ultimo, affronta un
tema segnalato anche da altri
lettori, quello degli ambulanti.
E scrive: «Peccato, però, che i
soldi degli ambulanti per il mer­
cato rionale del lunedì li accet­
tino ben volentieri».
Altra questione aperta, la ma­
nutenzione delle strade. Ritor­
nello che ricorre tra i condo­
mini di tutta la Media Valbisa­
gno. La lettera che ha per og­
getto proprio questo arriva da
una zona limitrofa alla Molas­
sana, attraversando il fiume.
vive Marta, che ogni giorno
percorre strade dissestate per
andare al lavoro.
La sua lettera denuncia:
«Sono una motociclista e per­
corro ogni mattina e ogni sera le
strade tra via Mogadiscio,
Sant’eusebio e Val Trebbia. Le
buchechecisonoinalcunitratti
sono pericolosissime per chi
come me si muove con lo scoo­
ter, soprattutto di notte,
quando si vede meno. Ci gio­
chiamo non solo il mezzo, che si
usura prima, ma soprattutto
l’incolumità, per le possibili ca­
dute. Quando piove poi diven­
tano piccole piscine, moleste
quindi anche per i pedoni che
camminano al lato della strada,
che vengono letteralmente in­
zuppati».
IL TOUR DI RADIO 19 E SECOLO XIX
MICROFONO E MAIL,
PAROLA AI LETTORI
I GENOVESI tengono alla
propria città, alle condizioni
della strada in cui sono nati o
alla situazione della zona in cui
si sono trasferiti per lavoro. Si
evince dalla partecipazione
massiccia al tour che il Secolo
XIX e di Radio 19 sta facendo in
tutti i quartieri di Genova. I cit­
tadini non solo possono segna­
lare problemi, lamentare mal­
funzionamenti, o anche solo
suggerire interventi. Ma pos­
sono, soprattutto, trovare un
canale privilegiato con l’ammi­
nistrazione pubblica e le forze
dell’ordine e sollecitare una vi­
cinanza che, a volte, non sen­
tonopiù.Perfacilitarli,ilSecolo
XIXhamessoadisposizioneun
indirizzo di posta elettronica
per ogni municipio. Le e­mail
saranno pubblicate nell’in­
serto corrispondente al quar­
tiere in oggetto. Questo
l’elenco: mediavalbisagno@il­
secoloxix.it,
mediavalbisa­
[email protected], mediaval­
[email protected], media­
[email protected], me­
[email protected],
mediavalbisagno@ilsecolo­
xix.it, mediavalbisagno@ilse­
coloxix.it.
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LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
le eccellenze
IL COMPLESSO SPORTIVO È IL FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA VALBISAGNO
Sciorba, città
dello sport
aperta a tutti
Quattro piscine, campo di calcio, atletica e altri
servizi, non solo riservati a società e atleti
L’ULTIMO BIG in ordine di tempo che si è visto
da queste parti è Federica Pellegrini, già prima di
ritirarsi la più grande nuotatrice italiana di tutti
tempi. Prima (e dopo) di lei (che non ricorderà
l’eventocontroppopiacere,perchéfucoltadama­
lore in vasca) molti altri campioni del nuoto e non
solo, perché nel centro polisportivo della Sciorba
di sport ne è passato tanto, e nonostante qualche
“acciacco manutentivo” anche il futuro sembra
promettere glorie. È, il maxi­impianto di via Ada­
moli, uno dei vanti della Valbisagno, il primo per
funzionalità e capacità di unire tante discipline di­
verse dell’intera città. Inaugurazione nei primi
anni ‘90, anche se il sogno della società Genova
Nuoto di fare in questa ex discarica d’auto la pro­
pria grande piscina nacque addirittura poco dopo
l’inizio degli anni ‘70. Fu il Comune di Genova, a
costruire questo colosso: 44 miliardi di lire spesi,
aiqualinefurono aggiuntialtri10perl’edificiopo­
lifunzionale sul lato Est del complesso.
Nacque dall’esigenza di dare spazio a sport e at­
tività ricreative di una molto carente fetta di città
di 200 mila abitanti, l’iniziativa di costruire il cen­
tro polisportivo. Il Comune volle però donare alla
Valbisagno anche una ragione per attirare utenti
da fuori, un’arena multifunzionale adattissima a
ospitareeventiinternazionalidiognitipologiaeli­
vello. L’organismo comprende ben quattro pi­
scine. Due sono scoperte, due coperte (una serve
per lo scioglimento degli atleti, l’altra, dotata di
strutturatelescopica,serveallaliberabalneazione
e ai corsi). Poi un campo da calcio e una pista di at­
leticacompletiditribune,impianti,servizinelsot­
totribuna di un rettilineo coperto per il riscalda­
mento degli atleti e gli allenamenti invernali. Cin­
quecentometriquadri èlospaziooccupatodauna
grandissima struttura di arrampicata sportiva di
circa500metriquadrati,consideratatralepiùim­
portanti a livello nazionale e costruita dalla Fede­
razione Arrampicata Sportiva Italiana.
Fuori parcheggi pubblici e verde, sul lato Est la
struttura voluta dal Comune per spogliatoi, ser­
vizi, una pista sintetica da 140 metri e una tribuna
da circa 2.800 spettatori.
Sciorba era un piccolo torrente poco dopo que­
sto pianoro andava a morire nel Bisagno. L’Anpi
MolassanaèlaprimasocietàcheoccupòlaSciorba
dopolasuacostruzione.GenovaNuotoentrònella
struttura nel 1994. L’idea iniziale, quella di più di
vent’anni prima, era quella di costruire una pro­
pria piscina da 25 metri. Il lievitare dei costi di co­
struzione invitò a recedere dall’intento, che però
vennesubitoripresodaTursichepensòaqualcosa
di molto più grande e di largo utilizzo. Qui oggi va
in scena ogni anno il celebre trofeo Nico Sapio,
nell’edizione che si è appena conclusa anche
un’importante prova di avvicinamento agli Euro­
peiinvascacortainprogrammaametàdicembrea
Istanbul.
Nello scorso week end erano attesi a Molassana
lo sprinter francese Fabien Gilot, argento a Pe­
chino nella 4x100 stile libero e bronzo a Roma
nella stessa specialità, la stileliberista Camille
Muffat, bronzo nei 400 stile libero agli Europei di
Eindhoven 2008 e la farfallista Diane Bui­Duyet.
Dalla Spagna Maria Pelaez, una dello poche atlete
almondoadavereall’attivolapartecipazioniacin­
que Olimpiadi. E poi Luca Marin, Emiliano Brem­
billa, Loris Facci ed Erica Buratto. In vasca anche
le “autoctone” Ilaria Scarcella (primatista italiana
dei Nuotatori Rivarolesi) e Martina Carraro del
Genova Nuoto. La prossima sfida della Sciorba
sarà sopravvivere in periodi di vacche magre.
Sportingenova, società comunale proprietaria
dell’impianto, sta studiando un piano di rilancio
del centro, ipotizzando anche l’installazione di
pannelli solari per la produzione di energia.
DANIELE GRILLO
La piscina centrale della Sciorba, uno degli impianti migliori
di Genova: la vasca è adatta anche all’attività agonistica
le eccellenze
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
27
GRANDE PRESENZA DEL VOLONTARIATO NEL TERRITORIO DEL MUNICIPIO
Associazioni,
vera ricchezza
della vallata
Pubbliche assistenze, Centri integrati di via,
società sportive: luoghi di incontro e iniziative
La traversata della Valbisagno, corsa podistica che testimonia la
vivacità di iniziativa e la presenza dell’associazionismo in vallata
L’ECCELLENZAdellaValbisagno?Sonol’asso­
ciazionismo e il volontariato, che rappresentano
poi le due facce della stessa medaglia. Con quattro
pubbliche assistenze, tre centri integrati di vie,
due biblioteche (Campanella e Saffi) e decine di
associazioni ricreative, sportive, Società operaie,
la gente della vallata non pare avere alcuna voglia
di annoiarsi o di vivere in solitudine. «In fondo la
vera ricchezza di questi quartieri, fatti di tanta
brava gente, giovani e anziani, siamo noi stessi»
dice con un pizzico d’orgoglio Agostino Gianelli,
presidente del municipio Media Valbisagno.
Ed è difficile dargli torto. Chi pensa di arrivare
da queste parti e raccontare di quartieri dormito­
rio rischia di sbagliarsi di grosso. Anche perché
quando non c’è nulla da fare in zona, i “bisagnini”
non stanno certo con le mani in mano. Un anno fa
è stato organizzato un abbonamento promozio­
nale per il teatro della Corte, il Duse e il Carlo Fe­
lice: le iscrizioni sono fioccate, tanto da costrin­
gereaorganizzareunpullmanperglispettatoridi­
retti alla city (oltre cento aderenti). «Qui ci cono­
sciamo tutti, siamo amici, ci frequentiamo –
raccontano alla pubblica assistenza di Molassana
(Pam) – vivere qui è come stare in un paese, anche
sefacciamopartedellacittà.E’perquestochenes­
suno resta solo». Stando alle occasioni che ci sono
per gli anziani pare proprio di sì. In questi giorni,
tanto per fare un esempio, gli arzilli nonnetti pos­
sono scegliere se partecipare ai corsi di ginnastica
motoria (presso la Gau Sport Dilettantistica al
centro Sportivo Prato, o in una delle strutture
Uisp: piazza Suppini, via Bobbio, via Montaldo e
via Sertoli) oppure fare un tuffo nella piscina della
Sciorba per l’attività natatoria della terza età. In
entrambi i casi si paga poco, ci si muove, ci si di­
verte.
Tornando alle pubbliche assistenze, sono un
altro punto di forza della vallata. Oltre alla già ci­
tata Pam di Molassana, altri punti di riferimento
sono la Croce Verde di San Gottardo la pubblica
assistenza Burlando, i Giovani Amici Uniti. Quan­
tificare quanti sono i volontari non è facilissimo,
ma sicuramente si tratta più o meno di 500 per­
sone, di tutte le età, cui vanno aggiunti i simpatiz­
zanti. Non passa giorno senza che in qualche pub­
blica assistenza non ci sia una gara, un appunta­
mento musicale, un dibattito. Mantenendo fermo
l’obiettivo di intervenire in caso di emergenza,
ogni “Croce” è un luogo di incontro. Così come lo
sono i tre centri integrati di via: Molaxana, Gottar­
dino, il Girasole.
Perché quel che si nota a passeggiare lungo gli
argini del Bisagno (soprattutto la “rive droite”,
dove si trovano i quartieri) è che qui i negozianti
sonoancoraquellidiunavolta:gliamicisottocasa.
E quando uno dei Civ organizza una festa o una se­
rata,allafinepartecipanotutti.Moltoattiveanche
civiche Scuole Vespertine, dove sono attivati al­
cuni corsi ad accesso gratuito: a Staglieno in piaz­
zale Adriatico quello di pittura su ardesia e mani­
polazione creta, a Struppa via Trossarelli attività
motoria terza età, all’Unitrè di Staglieno quello di
bigiotteria.
Un capitolo a parte, alla voce “stare insieme” lo
meritano le due biblioteche del municipio, recen­
tementerinnovateerisistemate.LaCampanellasi
trova Struppa e può contare su un patrimonio di
19mila volumi, una bella sala lettura, internet,
varieattivitàculturalienaturalmenteunimpegno
costante anche da parte di volontari. La Saffi di
Molassana, conta su 25mila libri, una sezione per
ragazzi, vari percorsi informativi. Le due bibliote­
che sono naturalmente molto frequentate, perché
i “bisagnini” quando non vanno a teatro, non
fanno sport e non sono in qualche associazione di
volontariato, si fermano a leggere qualcosa.
EDOARDO MEOLI
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LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
"i gioielli"
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
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ALLA SCOPERTA DEI TESORI ARTISTICI E ARCHITETTONICI
La vecchia via
dell’acquedotto
>> STAGLIENO
“DEPOSIZIONE”
DI CRISTO
A S.BARTOLOMEO
Venti chilometri attraverso la città: un monumento del ‘600
LA VIA dell’ acqua attraver­
savatuttalacittàper20chilome­
tri,dall’altaValbisagnofinoaCa­
ricamento,passandoperCircon­
vallazione a Monte, Corvetto,
scendendo fino al centro storico
e diramandosi in decine di ca­
ruggi. In Campo Pisano le pos­
senti arcate dell’acquedotto si
fermavano, lasciando che
l’acqua scendesse a precipizio
alimentando cinque mulini.
Ognitantoinqualchescorciocit­
tadino, in pieno centro città, si
intravvede un pezzo di arcata,
magari trasformato in muretto
per orti.
Trascurato per anni, è tornato
in auge, quasi di moda, grazie ad
un gruppo di associazioni della
Valbisagno, dove emerge l’entu­
siasmo di Giordano Bruschi e
della moglie Giusi Giani da sem­
pre attivi in iniziative diverse le­
gate al territorio. Si è creato at­
torno a questo monumento che
ha oltre 400 anni una girandola
di interessi soprattutto da parte
dellescuoledellavallechehanno
recuperato antiche tradizioni e
stralci di vita contadina, hanno
adottato le fasce di verde at­
torno, hanno ripulito parte dei
percorsi, hanno rivendicato un
sentimento di appartenenza
verso un’opera di ingegneria ma
anche di arte e di ambiente, che è
di tutta la città ma particolar­
mente loro.
Sonoventichilometridipietra
partendo dalla Presa di Bargagli
L’antico acquedotto del ‘600 a Staglieno
di Trensasco da dove risultava
giàl’iniziodellaviadell’acquanel
quattordicesimo secolo. Ma il
patrimonio idrico della Valbisa­
gno era utilizzato dalla città e dal
porto fino dall’epoca romana. Le
prime tracce dell’acquedotto ri­
salgono ad allora anche se il per­
corso attuale, con i due ponti si­
fone, è stato costruito in epoche
successive, nel medioevo ap­
punto e quindi nel 1600.
In quegli anni l’acqua non era
più sufficiente per la città che si
ingrandiva (e diventava sempre
più potente) e così nel 1623 si dà
il via alla costruzione firmata da
grandi architetti dell’epoca
come Andrea Cerasola detto il
Vannone e Giovanni Aicardi.
Inoltre durante la stagione degli
assedi i nemici sapevano che per
mettere le mani su Genova biso­
gnava separarla dalla Valbisagno
dove c’era l’approviggiona­
mento. Scrive Giovanni Marria
Cattaneo nel 1541: «Il solo modo
di prendere la città per il nemico
è quello di impedire alla città as­
sediata l’uso del Bisagno perché
non si potrebbero attingere ai
pozzi acqua a sufficienza a cal­
marelaseteanelantedituttiicit­
tadini». C’è un ulteriore interes­
sante carteggio risalente al 1630
inuncertosensoineditofraGali­
leo Galilei e Giovan Battista Ba­
liano scienziato genovese che re­
alizza un primo barometro ad
acqua per la misurazione atmo­
sferica e che è l’inventore del
ponte sifone. Ad oggi sono stati
recuperati proprio i due ponti si­
fone del Geirato e del Veilino il
primo costruito nel 1772 il se­
condo nel 1840. Le associazioni
non smettono di combattere
perché il recupero dell’acque­
dotto continui.
DONATA BONOMETTI
[email protected]
••• NELLA CHIESA di San
Bartolomeo Apostolo di
Staglieno c’è una com­
movente “Deposizione di
Cristo” risalente al 1510,
opera di uno scultore
anonimo dell’arco alpino
orientale. Forse si è for­
mato nella città di An­
versa. «Le misure del ma­
nufatto fanno pensare in­
fine ad una sua apparte­
nenza ad una scena
centrale di un retablo raf­
figurante la Passione di
Cristo di cui sono andati
dispersi altri elementi an­
nota Franco Boggero,
storico della Soprinte­
denza ai Beni Artistici
della Liguria, il quale in­
Serì questo pezzo nella
bella mostra “La Selva
Sacra” curata da Bog­
gero e Donati nel 2004
interamente dedicata
alla scuola ligure medio­
evale. La Deposizione di
San Bartolomeo è stata
una delle riscoperte più
emozionanti. E’ un
gruppo frontale con
quattro pie donne e tre
figure maschili. Figure
ammassate, l’una
all’altra, di grande tragi­
cità, il dolore è forte inci­
sivo, si tocca nelle mani
congiunti nei veli che na­
scondono i volti lacri­
manti. Un Compianto di
grande suggestione. Pec­
cato che nei secoli suc­
cessivi l’abbiano dipinto
e rimaneggiato anche
malamente.
DO. BO.
30
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
i paesi
La popolazione è di 2800 persone,
curiosamente come nel 1861 ai
tempi del primo censimento dopo
l’ unità d’ Italia. Molti i
giovanissimi: quasi il 18 per cento
degli abitanti ha meno di 19 anni
A Bargagli si lavora soprattutto
grazie al pendolarismo (foto: il
traforo). Resistono diverse attività
agricole e alcuna di allevamento
di ovini e anche un po’ di
artigianato, soprattutto ardesia
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
31
Da non perdere la chiesa
dell’Assunta, il cui nucleo
primitivo risale al 935 d.C. Una
delle più antiche pievi liguri.
Per escursionisti e cercatori di
funghi, boschi tutti da scoprire
I COMUNI DELL GENOVESATO
Obiettivo asilo
e più parcheggi
Bargagli in crescita, «qui si vive davvero bene»
QUASI TREMILA abitanti, si­
tuato all’incrocio tra l’entroterra
della Val Bisagno e l’affaccio
sulla Val Trebbia, e più precisa­
mente nella minuscola Val di
Lentro, Bargagli ha una sua sin­
golare peculiarità: è un “comune
sparso”, (definizione acquisita
anche da Wikipedia). Un Co­
mune che non ha un vero e pro­
prio centro ma è costituito da
frazioni e borgate punteggiate
qua e là nel verde.
Più precisamente, Bargagli
viene geograficamente diviso in
quattro circoscrizioni, con le fra­
zioni di Valle Lentro, Traso, Ca­
poluogo (cioè il centro del paese,
con uffici municipali, carabi­
nieri, poste, eccetera) e Maxena,
a cui si aggiungono numerose
borgate storiche, tra cui Vaxe,
Molino, Sant’Alberto, per citare
le più conosciute e popolate.
Molti gli edifici moderni, ma
tantissime sono le villette fiorite
sulle alture, dove negli ultimi
tempimoltiemigrantidiritorno,
soprattutto genovesi, hanno ri­
stabilito la loro residenza. Ge­
nova si trova a soli 20 chilometri,
il pendolarismo viene agevolato
dalle distanze relativamente
brevi, e infatti il paese appare in
costante crescita, anche demo­
grafica.
Governa agevolmente dal
2004 il sindaco Sergio Aveto, rie­
letto nello scorso giungo con
maggioranza bulgara, ma cose da
fare ne restano ancora tante,
anche se l’opinione comune in
paese spiega che qui si vive piut­
tosto bene. Uno dei problemi
maggiori riguarda le frane e gli
smottamenti, che soprattutto
durante lo scorso, disastroso in­
verno hanno causato guai grossi
alla viabilità e che hanno fatto ri­
chiedere dal sindaco interventi
straordinari, con i quali si sta an­
coralavorandoperlamessainsi­
curezza delle strade.
Ma ancora molto si deve fare,
per migliorare lo stile di vita di
chi a Bargagli ha scelto di vivere,
come conferma il sindaco Aveto:
lavori alle scuole, incrementare
leareedeiparcheggi,stabilizzare
la viabilità pedonale, visto che
sonosempremolti,ognianno,gli
incidenti su queste strade. Poi si
pensaallarealizzazionedinuovo
asilo nido per 100 bambini, e di
una attesissima piscina coperta
diTraso.Vannoabbastanzabene
i trasporti extraurbani, con una
discreta frequenza di corriere da
e per Genova, numerose anche le
attività commerciali, con parec­
chi rinomati ristoranti, in un
paese dove regna sovrana la cu­
cina della cacciagione, e qualche
pub per i giovani e i giovanissimi,
che comunque la sera emigrano
verso la non troppo lontana Ge­
nova e la sua maggiore appetibile
vita notturna. E poi, gli abitanti:
qui la fascia maggiormente rap­
presentata va dai 15 ai 60 anni.
Niente male.
MARA QUEIROLO
Il suggestivo presepe in uno dei boschi di Viganego
>> CRONACA NERA
••• TRA IL 1961 e il 1983 si è
verificata a Bargagli un’im­
pressionante sequenza di fe­
roci omicidi, che ha visto
donne e uomini di età e con­
dizioni sociali diverse e, al­
meno apparentemente senza
nemici, finire orrendamente
uccisi sempre con la testa
fracassata da una pietra. Si
scatena la cronaca nera, e
ben presto si arriva a parlare
del “mostro di Bargagli”, fi­
gura ormai quasi leggenda­
ria, a metà tra l’orco e il ven­
“IL MOSTRO”
E QUELLE MORTI
MISTERIOSI
dicatore di chissà quali ferite
passate mai emerse. Un paio
di indagini della magistra­
tura genovese vanno a sca­
vare nel passato, scoprono
alcune connessioni tra quelle
morti e stragi avvenute nella
zona durante i giorni con­
vulsi della Liberazione, ma
non arrivano a risultati con­
creti e vengono sepolte
senza aver risolto il mistero.
E’ un vero e proprio giallo
senza risoluzione finale. Che
ha appassionato i lettori dei
quotidiani e fatto un po’ ar­
rabbiare la gente di Bargagli,
gente solida e concreta, che
non si divertiva affatto a sen­
tire definire il proprio paese
come quello del cosiddetto
“mostro”.
M. Q.
32
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
I residenti sono 1967, il paese è in
crescita dal 2001, quando il totale
dei residenti ammontava a 1783
persone. Alla fine della seconda
guerra mondiale si arrivava a oltre
3000 unità, ma si sta ripopolando
i paesi
L’economia di Davagna è legata
principalmente all’agricoltura, alla
piccola industria e al turismo:
molti i ristoranti tipici specializzati
in funghi, cacciagione e piatti
tipici della cucina genovese
Da visitare la chiesa millenaria di
San Giovanni Battista a Marsiglia,
che ospita le reliquie di san
Celestino e una croce argentea.
Da vedere la suggestiva frazione
abbandonata di Canata
I COMUNI DEL GENOVESATO
Davagna, qualità alta
I residenti: «Qui si sta bene». Ma mancano molti servizi e infrastrutture
DAVAGNA è un delizioso
paese. Spartiacque tra i bacini
dei torrenti Scrivia e Bisagno ,
ora fa parte della nuova Comu­
nità Montana delle Alte Valli
Trebbia e Bisagno, forse una
collocazione più consona al­
meno dal punto di vista geogra­
fico. I piccoli centri abitati che si
affacciano sul territorio di Da­
vagna, sulla strada che da Prato
porta al passo della Scoffera,
sorgono tra castagni, querce e
ulivi e si mostrano immersi in
una quiete ancestrale, ben lon­
tana dal caos cittadino.
Anche per questo, e per la co­
munque relativa vicinanza alla
città (da Genova la distanza è di
meno di 25 chilometri, e Dava­
gna è ben collegata con la strada
provinciale 14 e la statale 45, e
ha discreti trasporti extraur­
bani)ilpaesedopounperiododi
magra si sta lentamente ripopo­
lando, e arriva adesso quasi alle
duemila anime. Nei mesi scorsi,
dopo l’elezione – un po’ a sor­
presa – del nuovo sindaco Wal­
ter Ricci che ha vinto contro
Walter Fontana sponsorizzato
dal sindaco uscente di due man­
dati consecutivi Claudio Ceva­
sco, il paese ha vissuto la ten­
sione di un ricorso al Tar del
candidato sconfitto.
Il nuovo sindaco, giovane e
vulcanico, a capo di una giunta
formata da molti giovani, ha
però davanti a sé un grosso la­
voro da fare per quella che lui
stessohadefinito«l’immobilità’
da museo delle cere del paese».
A Davagna, in effetti, molte
sono state negli anni le opere
iniziate e mai portate a termine,
e i problemi non mancano. Do­
vrebbero nascere, per esempio,
una palestra per i ragazzi, un
parco giochi per i bambini, che
non mancano visto che diverse
famiglie si sono recentemente
trasferite qui. Poi il problema
delle strade, molte delle quali da
risistemare, specie quelle che
portano alle frazioni e alle loca­
lità’ ancora piu’ piccole (tra cui
Traso, Rosso, Calvari, Mora­
nego, Capenardo, Sottocolle,
Marsiglia). E poi ancora, ci sono
da ristrutturare e rimodernare
le fognature del paese. Una cu­
riosità: il paese era forse l’unico
in Liguria a pagare ancora l’ana­
cronistica tassa sulla legnaia.
Una delle prime cose fatte dalla
nuova amministrazione e’ stata
quella di abolirla. Finalmente.
Davagna, paese immerso nel verde
MARA QUEIROLO
i paesi
Il paese ha vissuto un balzo
demografico significativo in
questo ultimo decennio: 2096
i residenti (nel 2001, 1960). Sono
aumentati i giovani dopo decenni
di continuo decremento
I corzetti (foto) , i “brichetti”, le
trofiette e altri tipi di pasta sono
presenti in molti supermercati
italiani, tedeschi e sul mercato
americano grazie al Pastificio
Artigianale Alta Valle Scrivia
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
33
La fortezza Fieschi attrae molti
visitatori, appollaiata su una
collina che sovrasta l’abitato.
Il suo nome è legato alla fallita
congiura dei feudatari contro la
Repubblica di Genova nel 1547
I COMUNI DEL GENOVESATO
Montoggio, aria giovane
Il paese attira nuove famiglie. Una festa (con regalo) per ogni nuovo nato
AI NUOVI NATI nel comune
di Montoggio viene rilasciato il
pedigrée su carta pergamena.
Una sorta di denominazione di
origine controllata che viene fe­
steggiata a fine anno con i piccoli
e le famiglie, che rispecchia non
solo la svolta demografica regi­
strata da questa località dell’en­
troterra,maancheilvalorechesi
attribuisce alle nuove leve nei
paesi dove il ricordo dello spopo­
lamento è fresco.
Montoggio attrae giovani, è
questa la novità. Nessuno meglio
del sindaco Walter Raineri può
commentare l’argomento. In­
fattipropriolui,assiemeallamo­
glie Antonella, una ventina di
anni fa, è stato tra i pionieri della
fuga dalla città verso il contatto
con la natura e il verde dell’en­
troterra. Poco dopo il matrimo­
nio ha rinunciato all’apparta­
mento di Castelletto, per trasfe­
rirsi nella frazione di Acqua­
fredda, lungo i tornanti della
provinciale di Creto. «Nessun
pentimento – dice Walter Rai­
neri – abbiamo ristrutturato un
vecchio casolare in rovina che
era di proprietà della sua fami­
glia e ci siamo stabiliti in campa­
gna. L’unico lato negativo è che
bisognaalzarsiprestoperandare
al lavoro in città, diciamo alle sei
del mattino. Ho vissuto in città
fino dopo i trent’anni e posso
dire che qui è un’altra vita.E’ una
questione di spirito, di toccare
conmanoiltrascorreredellesta­
gioni».
La sensazione insomma di vi­
vereunavitapiùautenticaedan­
corata alle originarie predisposi­
zioni dell’uomo. Quanto alla cer­
tificazione per i nuovi nati? «An­
diamo avanti così, quest’anno
saranno una quindicina – prose­
gue Raineri – regaliamo una per­
gamena al nuovo nato, una fiore
alla mamma e un ninnolo per il
bambino. E’ una specie di rito
che un cambiamento del co­
stume. Sono molte le famiglie
giovani che si trasferiscono qui,
soprattutto nelle frazioni (per
metà nuove case, per l’altra metà
si tratta di ristrutturazioni) , il
problema essenziale da affron­
tare, è quello di costituire un si­
stema di socializzazione». In
questa prospettiva sono state fa­
vorite anche delle iniziative pro­
venienti dalle stesse famiglie. A
Montoggioèattivoun“Comitato
mamme” che organizza feste e
giochi per i più piccini.
Montoggio vive una fase di rilancio e ripopolamento
LUDOVICO PRATI
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LUNEDÌ
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2009
gastronomia
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
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LE SPECIALITÀ DELLA TRADIZIONE
Dall’orto alla tavola
Quasi certamente i “besagnini” inventarono la lattuga ripiena
LA STORIA di una vallata nel
piatto. E’ la lattuga ripiena,
piatto della tradizione ligure che
unisce tutti i prodotti dell’orto:
quelli che una volta si coltiva­
vanolungolespondedelBisagno
e che avevano trasformato il ter­
mine stesso degli abitanti del
posto, besagnini, nella parola ge­
novese che indica (ancora oggi) i
coltivatorievenditoridiprodotti
orticoli.
Sono stati quasi certamente i
besagnini, nelle loro case a in­
ventare la lattuga ripiena in
brodo, che non a caso è ancora
presente nei menù dei ristoranti
e delle trattorie di vallata. Esi­
stono due versioni dello stesso
piatto: una di magro e una più
grassa. La prima, nota come
fratti per le probabili origini con­
ventuali risalenti forse già
all’epoca medioevale, è molto
diffusa nelle zone montane del
ponente ligure e rappresenta un
alimento sano e sostanzioso,
anche senza la presenza di carne.
In questo piatto della tradi­
zione le foglie di lattuga fanno da
>> LA RICETTA
ATTENZIONE AL RIPIENO: VA IMPASTATO
CON MAGGIORANA, PARMIGIANO E UOVA
“esagnini” al mercato orientale nel 1904
involucro vegetale ad un elabo­
rato ripieno che può contenere
carne o essere “di magro”. Gli
“involtini” di lattuga, cotti in
umido, si accompagnano gene­
ralmente ai piselli.
La seconda tradisce le sue ori­
gini alto borghesi per l’elevato
spreco di foglie di lattughe e per
la qualità degli ingredienti utiliz­
zati per il ripieno. Apprezzate
per la loro raffinatezza, le lattu­
ghe ripiene di carne erano pre­
senti,comeattestanodocumenti
del Seicento, sulle tavole delle
nobili famiglie. La “vera” ricetta,
quella proposta oggi è quella più
leggera. I dietologi dicono che la
lattuga è depurativa ma anche
ricca di vitamine, di magnesio
antistanchezza e di antiossi­
danti. Apporta poche calorie
(solo 14 per 100 grammi) e pic­
colequantitàdipotassio(240mg
per 100 grammi) grande alleato
del regolare battito cardiaco. In­
somma, i besagnini hanno pre­
corso i tempi rispetto al rap­
porto tra cucina e salute.
••• INGREDIENTI: lattughe
cappucce, pomodori pelati,
dado da brodo. Per il ri­
pieno: pan grattato, prez­
zemolo e aglio tritati, mag­
giorana, latte, uovo, for­
maggio, pinoli, olio, sale,
pepe, carne di vitello tri­
tata, animelle. Preparare le
lattughe eliminando le fo­
glie più esterne. I cespi ot­
tenuti andranno lavati ac­
curatamente facendo at­
tenzione a non romperli;
metterli a bollire e scolarli;
tagliarli poi a metà. Il ri­
pieno: soffriggere il burro
con carota, cipolla e sedano
tritati, quasi a fine cottura
un pizzico di noce moscata
e salare. Aggiungere le
carni precedentemente ta­
E. M.
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gliate a tocchetti e rosolare
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mente i pezzettini di carne,
da impastare con maggio­
rana, mollica di pane intinta
nel sugo di carne, formag­
gio parmigiano e uova fre­
sche. Rimescolare sino a ot­
tenere un ripieno che, a
cucchiaiate, verrà posto in
mezzo alle lattughe pre­
ventivamente aperte. Poi,
richiudere le lattughe cer­
cando di stringere i bordi.
Le lattughe vanno messe a
cuocere in brodo ristretto e
quindi servitei in zuppiera
nella quale già saranno stati
messi i crostini di pane ab­
brustolito. Servire con par­
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36
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
le nostre cronache
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
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LA LIGURIA RACCONTATA NEL VOLUME DI SERGIO PAGLIERI
Le storie del “Secolo”
Le corrispondenze dalle alture di Antonio Peretti detto il “Boa”
NEL 1888 la redazione co­
mincia a ricevere “corrispon­
denze dalle alture” a firma di
Antonio Peretti, detto il “Boa”.
Non importa se fosse realtà o
finzione. Importa ritrovare sto­
rie che rievocano una Media
Valbisagno che non c’è più, cu­
stodite nel volume sui 110 di
cronache del Secolo XIX.
«Cari amici, domenica o vo­
luto prendermi la dimora dan­
dare a carosare a nora pasata
messanote la matina dela do­
menica ti mi pilio la scopetta e
vado a pilliare due o tre miei
amici matti anche loialtri per
carossare e uno di cuesti e pa­
drone dun cavalo e dun caro, ce
labiamo fato tacare e siamo mo­
tatisuesiamopartitiperCretto.
Verso le tre ore si caminava per
il stradone di Stallieno dormo e
Dorria, e lì ti venivano caretti di
leitarichevenivanogiùabriviati
come se niente fose e il belo e
chelamagorpartenonanodifa­
nale aceso, e ti capitano adoso e
non poi scartarli e li bestemie. Il
miocamiadalidicevaditutope­
15 NOVEMBRE 1899
LA FINE DEL MONDO
«Secondo la profezia di
Falb» è la fine del mondo:
«la cometa di prossimo
arrivo impensierisce e
preoccupa molti. Alla
Doria un contadino,
impressionato dalle voci
sulla fine del mondo, da
qualche giorno non vuole
prendere più cibo».
La copertina del volume
nachi, saconi, becamorti, ma lo­
ialtri non dano a mente e conti­
nuano la sua strada. Ora dico io
se e prudensia che cuesti cristi
venganoaGenovainquestama­
niera o sentito dire tenpi sono
che il monnicipio vol metere
dele guardie a cavalo nei stra­
doni e alantora perche non ce li
mete, invece di spendere i di­
nari in progeti che non fano».
16 GENNAIO 1932
OFFRE IL PODESTÀ
Alfredo Gemato, ospite
della casa di mendicità alla
Doria, «l’altra sera se ne
venne al centro e in una
trattoria di Pré mangiò in
abbondanza e poscia vuotò
una bottiglia di vino. “Per il
conto”, disse, “rivolgetevi al
Podestà: mi mantiene, ha
l’obbligo di pagarvi”
22 MAGGIO 1903
IN MONGOLFIERA
Giuseppe Costa, del Secolo,
sale sul «pallone “Gigante”»:
«La terra sprofondava sotto
di noi. E l’incanto della vista,
alla quale il globo terracqueo
appariva tosto sotto mirabili
aspetti. Genova pareva una
nota di grigio perlaceo e il
porto una concolina da
lavarsi la faccia»
3 MARZO 1987
IL “CONDOMINIO”
Il vicesindaco propone
un progetto rivisto del
“grattacielo”del cimitero di
Staglieno, già bocciato dalla
commissione edilizia perché
avrebbe creato “difficoltà
psicologiche” alla gente.
Il “condominio dei morti”
perderebbe qualche piano
e le pareti a specchio.
17 MAGGIO 1910
BAGNO INATTESO
Al San Gottardo il genoano
Bauer si scontra con un
rivale svizzero. Lo sollevano
in quindici e lo portano
verso il tram. Ma «la
passerella sul Bisagno
cedeva e tutti precipitavano
nel torrente. Solo Bauer
riusciva ad afferrarsi alla
ringhiera. Nessuno si ferì».
17 FEBBRAIO 1991
DONNE IN CAMPO
Graziana Gaggero, 20 anni,
«passeggia nervosamente
nei corridoi dello
spogliatoio del campo Ca’
de Rissi. «Bellissimo sorriso,
capelli rossi a coda di
cavallo, trucco leggero e
divisa nero brillante» è la
prima arbitro della Liguria.
Alle 5 il fischio d’inizio
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LUNEDÌ
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2009
gli eventi
GUIDA AGLI EVENTI E ALLE COSE DA VEDERE FINO A NATALE
Mercatini e presepi
Acquisti nell’atmosfera suggestiva della vallata. Guida alle natività
LA VALLATA dei mercatini
di Natale. Ecco come si presen­
terà la Val Bisagno dalla metà di
dicembre fino all’Epifanie. Con
tre Civ a disposizione (Mola­
xana,Gottardino,Girasole)eun
tessuto commerciale vivo e ve­
geto nonostante la crisi, lungo
le sponde del torrente verranno
allestite bancarelle che invite­
ranno a vivere il Natale in un’at­
mosfera gioiosa, da conoscere e
provare tutti i giorni. Cinque
città per cinque modi partico­
lari ed unici di vedere, sentire,
gustare le emozioni della festa.
Il municipio della Media Val
Bisagno come l’Alto Adige?
Ilparagoneèaudacemacista
tutto. Visto, tra l’altro, che nel
nome della festa si è anche dato
vita a un gemellaggio con Bad
Krozingen, città della Germa­
nia, che un anno fa aveva cele­
brato l’amicizia con la Val Bisa­
gnonelmodopiùsuggestivo:un
bel concerto dell’orchestra
della sua città insieme alla Fi­
sorchestra Città di Genova.
«E’ un’esperienza che ripete­
remo senz’altro, perché è an­
data molto bene – dice Agostino
Gianelli, presidente del munici­
pio – per quanto riguarda i mer­
catini, poi, è sempre un suc­
cesso. Le nostre vie sono sem­
pre le più illuminate e fanno
concorrenza anche alla city».
Altro che periferia, insomma.
Quando ci sono di mezzo Babbo
Natale e le sue renne, da queste
parti non lasciano nulla di in­
tentato.
Il fascino delle decorazioni
natalizie e le illuminazioni sug­
gestive entusiasmano sia i visi­
tatori che i residenti. In ogni
strada,poi,sipreparanopresepi
compostodastatuinerealizzate
completamente a mano. Que­
st’anno saranno in programma
anche molte occasioni convi­
viale, dedicate agli anziani.
Non mancherà anche una
sorpresa per gli appassionati
della musica corale: «Non ab­
biamo ancora fissata una data
certa, ma durante le vacanze di
Natale porteremo il Coro di
Monte Curiol a esibirsi nella
splendida abbazia di San Siro di
Struppa ».
E, a proposito di atmosfere
natalizie, in zona si trovano al­
cuni dei presepi più interes­
santi e visitati della Liguria. Ce­
lebre quello allestito nell’orato­
rio San Bartolomeo di Sta­
glieno: tradizionale con figure
settecentesche, in salita alla
Chiesa di Staglieno 13 (aperto
dalla notte di Natale a metà feb­
braio).
Molto noto anche quello nel
convento delle Suore Brigno­
line, in viale Centurione Bra­
celli:allestitoconfigurenapole­
tane del Sei e Settecento (dalla
notte di Natale al 2 febbraio)
Un pò fuori dai confini geno­
vesi, ma in zona, quello prepa­
rato a Traso da alcuni ragazzi,
che come veri scalpellini di
Traso hanno prima forgiato i
tasselli e poi li hanno utilizzati
per fabbricare case, torri,
grotte, castelli. Riproducendo
così un presepe unico e davvero
sorprendente.
Una bancarella del mercatino al Civ di Molaxana
EDOARDO MEOLI
gli eventi
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
39
GLI APPUNTAMENTI DI UN ANNO
Maschere di quartiere
Carnevale a Molassana, teatranti di strada, passeggiata a Fontanegli
UN ANNO IN FESTA. Come a
Carnevale, con sfilata di carri al­
legorici lungo le vie del Munici­
pio, la domenica più vicina al
martedì Grasso, quando al po­
meriggio i carri e tutti i parteci­
panti si troveranno per la par­
tenza in piazza Olmo a Molas­
sana e, dopo il corteo che si svol­
gerà lungo le vie Molassana,
Piacenza, Emilia con ritorno in
piazza Olmo, si terrà la festa con­
clusiva.
La settimana successiva ap­
puntamento con la festa delle
Pentolacce con sfilata di ma­
scherine.Ametàaprilemostradi
autoemotod’epoca,inconcomi­
tanza con la Fiera di Pasquetta,
presso largo Boccardo.
Nel fine settimana di inizio
maggio appuntamento con “San
Gottardo in festa” in collabora­
zione con il civ: esibizioni di tea­
tranti, musica ed animazione di
strada lungo la via Piacenza (da
via Giulia de Vincenzi, esclusa, a
Fossato Cicala). A maggio si può
anche puntare su Fontanegli,
dove si tiene da qualche anno la
passeggiata enogastronomica,
durante la quale sarà possibile
gustare ottimi piatti liguri,
dall’aperitivo al dolce, in un per­
corsodidiecitappe,conmusicae
ottimo vino. Organizza l’Unione
Sportiva Fontanegli 1974.
Reduce da un rilancio in
grandestile,all’iniziodigiugnosi
svolge la Fiera del Bestiame, con
mostra mercato, esibizione
equestre: presso i giardini Doria
e l’area Chiappella. Previste gare
di focaccia, degustazione di
asado, battesimo del pony, tea­
trino e fiera mercato a cura del
civ Girasole a Struppa. A giugno
si svolge la Festa di Inizio estate,
presso il Centro territoriale Ga­
vette e prevede esibizioni musi­
cali, giochi e il concorso “Festa
Gavette Torta più”. D’estate si
apre il cinema alla Sciorba, che
rappresenta un’occasione di
svago sotto le stelle per tutti i ge­
novesi. A fine di settembre ecco
l’Expo Valbisagno, nella zona del
ponte Fleming; in programma
anche musica, ballo e cabaret. Il
31 ottobre trekking Urbano, per­
corso sviluppato lungo il per­
corso dell’Acquedotto Storico,
attraverso un itinerario circo­
lare, con partenza da via dei No­
ceti. SI passa dalla galleria Gam­
bonia, ponte Canale Rio Tor­
bido, ponte Canale Rio Chiappe,
l’abbazia di San Siro di Struppa,
nostra Signora dell’Assunta di
Molassana, casetta dei Filtri,
ponte Sifone, largo Boccardo.
E. M.
SPECIALE MUNICIPALITÀ
MEDIA VAL BISAGNO
INSERTO SPECIALE ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DE
IL SECOLO XIX
Un carro allegorico alla Festa di Carnevale a Molassana
Direttore responsabile
Umberto La Rocca
A cura di
Massimo Righi e Vittorio
De Benedictis
Hanno collaborato
Donata Bonometti, Daniele Grillo,
Edoardo Meoli, Matteo Politanò, Giulia
Palmieri, Ludovico Prati, Mara Queirolo
Servizi fotografici
Davide Pambianchi
Realizzazione grafica
Mauro Giudici
40
LUNEDÌ
2 NOVEMBRE
2009
[email protected]
122 milioni di euro
per nuove occasioni di lavoro
e per il sostegno al reddito.
LA REGIONE LIGURIA AIUTA DISOCCUPATI,
LAVORATORI E IMPRESE A SUPERARE LA CRISI.
Grazie a queste risorse, viene estesa a tutte le aziende la cassa integrazione e viene riconosciuto
un contributo minimo di 5.000 euro per ogni lavoratore assunto a tempo
indeterminato. [L.R. 1/8/2008, n 30 e FSE]
Per informazioni: numero verde 800 445 445
www.regione.liguria.it
Regione Liguria. Risposte concrete.